RIMINI – Il giro del mondo in 51 fiere. Su 193 dei circa 200 Paesi riconosciuti nel globo sventola infatti la bandiera della partecipazione di operatori che hanno visitato, a Rimini e Vicenza, i saloni di Italian Exhibition Group (IEG). È il risultato della recente strategia internazionale del Gruppo fieristico – congressuale, in un’articolazione fra espansione globale e incoming buyer che genera un network circolare virtuoso di visitazione e business.
La strategia internazionale di Italian Exhibition Group
Le provenienze dei visitatori internazionali di Ieg (in soli 6 mesi e nelle sole 8 fiere prese in esame – TTG Travel Experience, Ecomondo, Sigep, Vicenzaoro nelle sue due edizioni, Beer&Food Attraction, Key, Enada – si sono registrate 82.905 presenze estere) sono le più disparate.
Sul fronte dei numeri assoluti, incrociando i dati delle 8 fiere, salgono sul podio Spagna, Germania e Francia seguite, tra le altre, da Stati Uniti, Turchia, Gran Bretagna, Svizzera, Belgio. Al quindicesimo posto il Portogallo tallonato dall’India. Il ventesimo posto è occupato dalla Cina.
Troviamo Emirati Arabi e Brasile rispettivamente al ventitreesimo e ventiquattresimo posto, l’Ucraina al ventottesimo e al trentesimo il Giappone.
Nelle provenienze sono ovviamente rappresentati tutti i Paesi con economie strutturate (Svezia, Marocco, Singapore, Australia, Sudafrica, Arabia Saudita, solo per citarne a campione) ma non mancano le sorprese.
Ecomondo, il salone leader della green economy, ha ospitato a Rimini buyer dalla Repubblica diNauru, uno Stato insulare dell’Oceania che si caratterizza per essere la Repubblica più piccola del mondo con i suoi 10mila abitanti.
Altri operatori sono approdati nel quartiere fieristico riminese dallo Stato caraibico di Saint Vincent e Grenadine – celebre per le lussuose isole private che lo compongono – per passare in rassegna le meraviglie del food service dolce di Sigep.
Attirati dall’alta gioielleria, hanno visitato Vicenzaoro alcuni operatori dalle Isole Turks e Caicos, un arcipelago di 40 isole coralline pianeggianti nell’oceano Atlantico a sud-est delle Bahamas.
Da lontanissimo, per scoprire tutto sul mondo del turismo, sono arrivati a Rimini alcuni dei buyer di TTG: dalle Isole Cocos, nell’Oceano Indiano a sud est di Giacarta.
Sempre a Rimini, a KEY, per passare in rassegna le novità del mondo dell’energia rinnovabile, sono approdati operatori dall’Isola Christmas, in mezzo all’Oceano Pacifico sulla stessa longitudine di Nuova Guinea ed Ecuador, più o meno equidistante dai due lontanissimi Paesi: è il territorio primo fuso del pianeta.
Rappresentato anche il luogo che per ultimo festeggia il Capodanno, le Samoa americane (insieme alle Isole Caroline) protagonista con i suoi buyer nel quartiere fieristico riminese sia a TTG sia a Beer&Food Attraction.
Il mondo del gioco con ENADA ha visto a Rimini anche operatori di settore provenienti dal Togo, lo Stato, che si affaccia sul Golfo di Guinea.
Una menzione particolare per Reunion, nell’Oceano Indiano, isola conosciuta per il suo entroterra vulcanico ricoperto dalla foresta pluviale, per le spiagge e per le barriere coralline: numerosi suoi buyer si sono divisi tra Vicenza e Rimini per visitare Beer&Food Attraction, Vicenzaoro e Sigep.
CHENGDU – Il noto brand Lavazza ha lanciato il primo food truck a Chengdu, situato nella Cina occidentale, con l’obiettivo di offrire ai cittadini e ai turisti la vera tradizione del caffè italiano. Tra i prodotti offerti dal food truck si può trovare il classico espresso made in Italy, caffè latte speciali, snack e gelati.
Il food truck di Lavazza in Cina
Xue Ying, il rappresentante dell’azienda, come riportato dall’agenzia Xinhua, ha dichiarato che il veicolo dispone di attrezzature standard per garantire la qualità del cibo come negli store Lavazza.
Lavazza è sbarcata per la prima volta a Chengdu nel gennaio del 2021 e, grazie all’introduzione del food truck, offrirà un servizio più veloce e comodo ai residenti.
La scheda sintetica di Lavazza
Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è un’azienda italiana produttrice di caffè di proprietà dell’omonima famiglia da quattro generazioni. Il Gruppo è oggi tra i principali protagonisti nello scenario globale del caffè, con un portfolio di marchi leader nei mercati di riferimento come Lavazza, Carte Noire, Merrild e Kicking Horse.
È attivo in tutti i segmenti di business, presente in 140 mercati, con 8 stabilimenti produttivi in 5 Paesi. La presenza globale è frutto di un percorso di crescita che dura da oltre 125 anni e gli oltre 30 miliardi di tazzine di caffè Lavazza prodotti all’anno sono oggi la testimonianza di una grande storia di successo, per continuare a offrire il miglior caffè possibile in qualsiasi forma, curando ogni aspetto della filiera, dalla selezione della materia prima al prodotto in tazza.
Il Gruppo Lavazza ha rivoluzionato la cultura del caffè grazie ai continui investimenti in Ricerca e Sviluppo: dall’intuizione che ha segnato il primo successo dell’impresa – la miscela di caffè – allo sviluppo di soluzioni innovative per i packaging; dal primo espresso bevuto nello Spazio alle decine di brevetti industriali sviluppati.
Un’attitudine a precorrere i tempi che si riflette anche nell’attenzione rivolta al tema della sostenibilità – economica, sociale e ambientale – considerata da sempre un riferimento per indirizzare la strategia aziendale. “Awakening a better world every morning” è il purpose del Gruppo Lavazza, che ha l’obiettivo di creare valore sostenibile per gli azionisti, i collaboratori, i consumatori e le comunità in cui opera, unendo la competitività alla responsabilità sociale e ambientale.
McDonald’s ha inaugurato nel quartiere di Spinaceto a Roma il suo 700° ristorante italiano: un traguardo importante nel percorso di crescita dell’azienda, da gennaio sotto la guida della nuova Amministratrice Delegata Giorgia Favaro, celebrato nella Città Eterna con un evento speciale alla presenza di Francesco Lollobrigida, Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Ricordiamo che il brand statunitense può inoltre vantare nel Bel Paese 610 caffetterie McCafé. Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale adnkronos.
McDonald’s inaugura il 700° ristorante nel Bel Paese
ROMA – 700 ristoranti, un numero significativo che rappresenta la presenza capillare dell’azienda in Italia, ma anche soprattutto il suo contributo alle Comunità, riassunto simbolicamente nel concept ‘7volte100‘ che raccoglie programmi e iniziative implementati lungo tutto il territorio, coinvolgendo e dando voce all’intera rete di franchisee, nonché ai partner e alle istituzioni con cui McDonald’s quotidianamente collabora.
Dal nuovo accordo con il Consorzio della pera dell’Emilia-Romagna IGP alla rinnovata collaborazione per contrastare la violenza di genere a fianco di Differenza Donna; dall’impegno contro la povertà alimentare alla tutela dell’ambiente; dall’inclusione lavorativa delle categorie fragili e il supporto ai giovani, all’attività di Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald.
Giorgia Favaro, amministratrice delegata McDonald’s Italia: “Sono orgogliosa di celebrare oggi questo importante traguardo. 700 è molto più che un numero, è simbolo del nostro lungo percorso in Italia, che ha per noi un significato profondo: è il valore generato da McDonald’s sul territorio, insieme con i nostri oltre 150 licenziatari e 35.000 dipendenti, a sostegno del sistema Paese”.
Favaro continua: “Oggi abbiamo scelto di fermarci in questa meravigliosa città – che ci ha accolto con il nostro primo ristorante 38 anni fa – per condividere i grandi risultati ottenuti fino ad ora e i progetti che ancora vogliamo sviluppare sul territorio, con la promozione di iniziative dal forte impatto sociale, il sostegno alla filiera agroalimentare italiana, la condivisione dei temi della sostenibilità. Per i prossimi mesi, abbiamo in programma piani chiari e concreti: nuove aperture e nuove assunzioni, iniziative per il territorio e virtuose collaborazioni, con l’obiettivo di continuare a dare un contributo significativo al nostro paese”.
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BERGAMO – Si arricchisce l’offerta per i viaggiatori dell’Aeroporto di Milano Bergamo: è stato inaugurato il nuovo Sparkling Bar all’interno dell’area partenze Schengen, grazie alla collaborazione tra Chef Express (Gruppo Cremonini) e l’azienda vitivinicola Contadi Castaldi (Gruppo Terra Moretti).
Lo Sparkling Bar di Chef Express e Contadi Castaldi
Il nuovo locale, dalla connotazione di Sparkling Bar, offre ai passeggeri tutta la qualità dell’offerta Chef Express attraverso la naturalità e la sapienza enologica dell’azienda vinicola Contadi Castaldi di Adro (Brescia), una delle più importanti realtà in Franciacorta. I consumatori avranno a disposizione una ricercata e ricca offerta wine, con svariate etichette di Contadi Castaldi, oltre a un’ampia gamma di vini da diverse regioni.
Il locale propone inoltre una vasta selezione di caffetteria e croissanteria, con succhi, bevande e dolci, insieme a primi piatti, insalate, panini e taglieri di salumi e formaggi di alta qualità.
I passeggeri avranno la possibilità di consumare eccellenze italiane accomodandosi ai tavoli, per un totale di 34 posti a sedere, oppure sostando ai tavoli dedicati alle consumazioni in piedi, per chi vuole concedersi una tappa di piacere prima della partenza. Il nuovo Sparkling Bar di Milano Bergamo impiegherà complessivamente 24 risorse.
Cristian Biasoni, ceo di Chef Express dichiara: “Un ulteriore traguardo raggiunto, grazie alla collaborazione con SACBO e con Contadi Castaldi. L’aeroporto di Milano Bergamo è tra i primi in Europa per l’accessibilità e l’offerta retail&food. Si tratta di uno scalo importante che ottiene sempre più consensi da parte dei viaggiatori, grazie anche alla capacità di offrire connessioni con i grandi hub intercontinentali”.
Biasoni aggiunge: “Con Contadi Castaldi, cantina simbolo della Franciacorta, siamo riusciti ad ampliare l’offerta per i passeggeri di Milano Bergamo puntando con decisione sulla qualità e sulle eccellenze italiane. Il nostro obiettivo è ottimizzare costantemente l’esperienza di viaggio e in questo caso lo facciamo offrendo un prodotto che si inserisce nel territorio in un aeroporto che ogni anno accoglie un numero elevatissimo di passeggeri”.
Biasoni conclude: “Questo nuovo progetto è un esempio concreto della nostra capacità di selezionare i migliori format per le specifiche location, in modo da soddisfare efficacemente tutte le esigenze dei viaggiatori lavorando in modo sinergico con partners ed enti concedenti”.
Massimo Tuzzi ceo Holding Terra Moretti, aggiunge: “Siamo estremamente orgogliosi di collaborare ancora con Chef Express per l’apertura di questo nuovo locale, dopo il successo ottenuto a Catania. L’aeroporto di Bergamo, recentemente insignito per il secondo anno consecutivo del prestigioso riconoscimento di miglior aeroporto europeo nella categoria dai 5 ai 15 milioni di passeggeri con l’Airport Service Quality Award, si trova a meno di 30 km dalla Franciacorta e dalla nostra cantina; rappresenta quindi il luogo ideale sia per vicinanza, sia per condividere la filosofia e l’offerta di Contadi Castaldi”.
Tuzzi continua: “Il nostro brand è particolarmente amato dai giovani, appassionati di viaggi e di scoperte, desiderosi di esplorare il mondo e aperti a nuove culture. Siamo convinti che in questo contesto, con un layout consolidato e vincente, saremo in grado di offrire un’esperienza di altissimo livello, accompagnata da un servizio eccellente”.
La scheda sintetica di Chef Express
Chef Express è la società che gestisce tutte le attività di ristorazione del Gruppo Cremonini, con oltre il 54% dei ricavi derivante dalle attività in concessione (stazioni, aeroporti e autostrade in Italia, e a bordo treno all’estero). In questo settore Chef Express è leader in Italia nel mercato dei buffet di stazione, con punti vendita in 54 scali ferroviari, è presente nel settore della ristorazione aeroportuale in 14 aeroporti italiani, e gestisce 57 aree di ristoro sulla rete autostradale italiana e sulle strade di grande comunicazione.
Nel mercato della ristorazione a bordo treno Chef Express è leader in Europa con oltre 120 treni serviti quotidianamente in 5 Paesi Europei. Nel canale degli shopping mall, outlet e retail park opera con la società C&P che annovera in portafoglio il noto brand internazionale di asian food wagamama.
Nella ristorazione commerciale controlla direttamente le catene casual dining Roadhouse Restaurant, Calavera e Billy Tacos, mentre sviluppa in licenza altri marchi importanti come McDonald’s, Pret A Manger, Panella. All’estero gestisce la catena anglosassone Bagel Factory.
La scheda sintetica di Contadi Castaldi
Quella di Contadi Castaldi è una tradizione dinamica, profondamente legata alle proprie radici quanto vivace e contemporanea, in uno stile POP che guarda al futuro senza dimenticare il passato.
Contadi Castaldi nasce alla fine degli anni Ottanta, grazie a un’intuizione di Vittorio Moretti che rileva l’antico fabbricato della fornace Biasca, legata ai ricordi d’infanzia della moglie Mariella e lo converte in una cantina moderna.
Il progetto ha mantenuto intatte originalità e linearità delle forme attraverso un restauro conservativo; nei cunicoli e nelle gallerie dove un tempo si cuocevano i mattoni, oggi riposano i vini della cantina.
Oltre 170 ettari di vigneti, coltivati da contadini capaci e conferitori storici, che hanno abbracciato il progetto innovativo della cantina e ne condividono i valori. È questo grande patrimonio di vigne, capace di fornire un’ampia gamma di profumi e di sapori, a determinare lo stile di Contadi Castaldi.
TORINO – Costadoro S.p.A. – l’azienda torinese produttrice di caffè di alta gamma che rappresenta oggi una realtà industriale presente in oltre 40 Paesi. Nel 2023 ha ottenuto l’ambita Certificazione B Corporation, assegnata alle società che si impegnano a osservare alti standard di performance sociale e ambientale, di trasparenza e responsabilità e che operano nel rispetto di tutti gli stakeholder coinvolti nel sistema: dai fornitori ai clienti, passando per i collaboratori, con particolare attenzione alle generazioni future.
L’impegno di Costadoro per la sostenibilità
Essere sostenibili significa operare in maniera responsabile su tutta la filiera, partendo dai fornitori delle materie prime, passando per i propri dipendenti, sino ad arrivare ai clienti finali non dimenticando mai l’impatto su ambiente e società.
Ma soprattutto quando si parla di sostenibilità e di aziende B Corp, è essenziale adottare misure per ridurre la propria impronta sul pianeta e sull’ambiente: la valorizzazione dei sottoprodotti è cruciale per ottimizzare le risorse e ridurre gli sprechi, poiché si tratta di residui che possono essere impiegati come materia prima nella stessa filiera produttiva o in una diversa.
Nello specifico il frutto del caffè è una drupa che, in genere, contiene due semi avvolti da un rivestimento chiamato pellicola argentea, da un ulteriore strato denominato pergamino ed infine dalla buccia chiamata Cascara.
La Cascara essiccata, ricca di antiossidanti, è ottima per la preparazione di infusi, ma non è l’unico sottoprodotto al quale viene data una seconda vita in Costadoro. Infatti, vengono recuperati anche i principali materiali di scarto della tostatura che sono le pellicole argentee.
Durante le fasi di lavorazione nei paesi di origine, una parte di esse si stacca, mentre la componente restante viene rimossa durante la tostatura in un secondo momento, nella torrefazione di Torino.
Negli anni il brand Costadoro ha studiato un modo di riutilizzare le pellicole argentee grazie ad un innovativo sistema di aspirazione interno alle tostatrici e da materiale destinato allo smaltimento, oggi, diviene una risorsa per la produzione di biogas, ovvero una fonte di energia pulita e rinnovabile.
Questo è possibile grazie all’operato del partner Borgo Campagna, un’azienda di Castellazzo Bormida (Alessandria) specializzata nell’acquisto di sottoprodotti industriali da impiegare nei propri impianti di digestione anaerobica.
Questi impianti convertono i sottoprodotti organici, compresa la pellicola argentea del caffè, in biogas e biometano, e sono utilizzabili in agricoltura, con scopi bioenergetici. Il biogas prodotto,
Così viene impiegato anche per l’attività agro-energetica, contribuendo a creare un ciclo di produzione maggiormente sostenibile e più circolare.
Costadoro, quindi, continua giorno dopo giorno il suo impegno come BCorp attraverso l’esplorazione di nuovi approcci per ridurre l’impatto ambientale e promuovere la sostenibilità in ogni fase della produzione.
La scheda sintetica di Costadoro
Dopo i risultati ottenuti negli anni passati in tema di sostenibilità e responsabilità sociale, Costadoro ha ottenuto la Certificazione B Corporation.
Quest’ultima viene assegnata alle società che si impegnano a osservare alti standard di performance sociale e ambientale, di trasparenza e responsabilità e che operano nel rispetto di tutti gli stakeholder coinvolti nel sistema: dai fornitori ai clienti, passando per i collaboratori, con particolare attenzione alle generazioni future.
VENEZIA – Il Gran premio internazionale di Venezia ha conferito a Angelo Simonetti, fondatore di Caffè Toraldo, il riconoscimento del Leone D’Oro, per i suoi meriti professionali, presso il palazzo della Regione Veneto. Questo premio, istituito nel 1947, celebra l’eccellenza nelle arti e nell’imprenditoria che hanno contribuito allo sviluppo del nostro Paese, onorando anche illustri figure del mondo dello sport, della cultura, della scienza e dello spettacolo.
Il riconoscimento ad Angelo Simonetti di Caffè Toraldo
“Per me è stato un piacere premiare Angelo Simonetti, detentore di un marchio storico sempre più in crescita”, così ha commentato l’assegnazione del premio Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania e membro del comitato tecnico del Gran premio di Venezia: “La sua eccezionale attività imprenditoriale deve essere da esempio per tutti: in un’area difficile ha reso il suo caffè uno dei primi al mondo. Grazie alla sua intuizione la grande qualità del caffè napoletano ed italiano è presente in tanti paesi nel mondo.”
Angelo Simonetti è imprenditore e fondatore dell’azienda Caffè Toraldo, nata a Napoli nel 1968 in un piccolo locale nel Rione Sanità. Insieme ai fratelli Mario e Giuseppe e alla madre Maddalena Toraldo, avviano l’attività, con un piccolo impianto di torrefazione dove servire un buon caffè o acquistare la miscela per prepararlo casa.
Grazie alla sua capacità unica di innovare, l’azienda si è affermata come punto di riferimento nel settore bar, diventando il caffè più consumato nei bar di Napoli e conquistando presto il mercato nazionale.
Oggi, alla quarta generazione, Caffè Toraldo è una realtà consolidata in Italia e all’estero, con nuovi canali di distribuzione nel mercato domestico.
A proposito del premio, Angelo Simonetti commenta: “Sono veramente onorato di ricevere questo premio di rilevanza internazionale, circondato da eccellenze di così alto livello. Desidero ringraziare tutti per questo riconoscimento e aggiungere che, insieme alla mia famiglia, continueremo a portare avanti la nostra azienda con lo stesso impegno e dedizione di sempre, da oltre 50 anni, nel rispetto dei valori e dell’eccellenza, cercando costantemente il miglioramento per raggiungere nuovi traguardi”.
MILANO – La parola a Michele Monzini, presidente del Consorzio promozione caffè, per approfondire il legame tra caffè e l’italianità prendendo spunto dai dati emersi dallo studio “Gli italiani e il caffè” condotto insieme ad Astraricerche. L’obiettivo dell’organismo da oltre vent’anni: valorizzare il caffè dando stimoli per una crescita sempre in termini qualitativi.
Presidente Monzini, di recente sono sorte critiche, anche forti, sulla qualità del caffè italiano, lei come commenta?
“Chiaramente non sono d’accordo: il caffè italiano è sempre più amato nel mondo e i numeri lo dimostrano. Questa affermazione è sostenuta da fatti tangibili: pensate che l’Italia è il secondo paese esportatore all’interno della comunità Europea ed il primo nei paesi Extra UE.
Il caffè italiano è apprezzato come rito, tradizione ed è uno dei prodotti agroalimentari del made in Italy più ricercati nel mondo. Certo, c’è la possibilità di bere caffè pessimi come eccellenti ovunque, in Italia e oltre oceano, ma questo vale per tutti i prodotti. È il consumatore che deve scegliere.
A volte alcune affermazioni vengono fatte solo per creare polemica, ma io condivido quanto detto a riguardo da un collega, vale a dire che la qualità può crescere all’interno dei bar, che oggi ancora non la offrono, solo se il consumatore è formato e ha il coraggio di dire a chi lo ha servito “quello che ho bevuto non è all’altezza delle mie aspettative”.
Credo quindi che non ci si debba limitare a non tornare nel locale. Piuttosto serve far notare il problema all’operatore, a prescindere dal prezzo che si è pagato.
Solo così il barista, che magari non è formato adeguatamente, si sentirà più coinvolto e vorrà comprendere quali sono stati i passaggi scorretti dietro il risultato finale. L’estrazione può essere uno di questi: ricordiamo che i torrefattori offrono la materia prima, ma l’esperienza finale la offre proprio il barista che, se anche fosse dotato delle migliori miscele e attrezzature, potrebbe rovinare il risultato finale.
Diversamente da quello che accade all’estero, per gli italiani il caffè al bar è un rito e fa parte di un contesto più articolato: si va a gustare una tazzina che piace ma allo stesso tempo si apprezzano altre cose: la compagnia, un locale accogliente, la posizione in cui il locale è situato”.
Presidente Monzini, dal vostro report è emerso che il 97,3% degli intervistati consuma abitualmente il caffè: ma quale bevono? Ancora la miscela in espresso-moka domina il mercato?
“E’ fuori discussione che la miscela sia il prodotto più consumato in Italia e forse anche nel mondo. Certamente è la tipologia più acquistata nel Bel Paese: si può notare dall’offerta negli scaffali dei punti vendita, che è profondamente orientata sui blend.
Il cambiamento maggiore si riscontra nel consumo casalingo: dove una volta c’era la moka, oggi si è imposto il consumo del monoporzionato.
Nel fuori casa invece vince ancora l’espresso estratto con la macchina professionale. La miscela tradizionale italiana per l’espresso prevede spesso una componente di Robusta che tende ad aumentare nel Sud Italia dove si consumano i caffè più corposi. Per la moka c’è più elasticità nelle miscele.
La miscela resta uno dei punti di forza del caffè tricolore. Anzi, è proprio una invenzione degli italiani, che hanno scoperto che mettendo insieme differenti origini specie e varietà, si restituisce un caffè con aromi diversi, più complesso ed è qui anche la bravura delle nostre aziende nel miscelare al meglio le varie provenienze e tipologie.
Oggi l’espresso si beve anche con i monoporzionati, sistemi che simulano il più possibile l’estrazione del bar, questa innovazione ha effettivamente cambiato il modo di bere il caffè dentro casa.
Da una recente indagine di Astraricerche, è emerso che il 70% del caffè infatti viene acquistato per il consumo domestico. Ma, dalla moka, si è passati al monoporzionato, che permette di avere un caffè molto simile a quello del fuori casa e dà la possibilità di scegliere tra tipologie differenti per accontentare tutti in famiglia.
Ma in tutte le occasioni di consumo del caffè, che sia a casa, al bar o al ristorante, è importantissimo un riscontro del consumatore e del cliente, che, o scegliendo un’altra miscela all’acquisto successivo nel caso del consumo a casa, o segnalando al gestore del bar o ristorante la propria soddisfazione o insoddisfazione, riesce a dare uno stimolo per un miglioramento continuo, che punti anche alla formazione.
E proprio la formazione può essere la chiave, su cui i torrefattori oggi stanno puntando molto: rispetto a 20 anni fa, tante aziende oggi hanno un’academy interna o un trainer che si occupa di formare i clienti che vogliono avere le giuste competenze per migliorare il proprio servizio e conoscere meglio la materia lavorata. Ma senza dubbio uno stimolo importantissimo può e deve venire dal consumatore finale e dal suo feedback”.
L’88% degli intervistati riconoscono il caffè come simbolo del made in Italy, ma quanti sanno cos’è un caffè di qualità?
“È difficile dare una risposta univoca. Gli italiani si considerano i maggiori esperti di caffè e proprio per questo riteniamo di dover insistere sul concetto che la formazione sia il modo di far crescere la qualità.
La sfida è quella di riuscire a coinvolgere il consumatore al fine che impari a riconoscere i difetti di una tazzina, che cosa significa qualità al di là del gusto personale ed imparare a prendersi così il tempo per degustarla, anche, perché no, rifiutando quello che non considera soddisfacente.”
Convivialità ed energia: questi sono sinonimi per gli italiani del caffè, entrambi elementi che fanno pensare al bar. Come deve cambiare questo spazio in cui avviene il rito italiano, per continuare ad essere il terzo luogo tra casa e lavoro?
“Sicuramente il bar ha mantenuto tanto della sua storia, del suo essere non solo una rivendita di un prodotto, ma un luogo di incontro e di permanenza del cliente. Molto dipende dalla sua posizione – se in città o in una località turistica e come tutti gli esercizi di somministrazione che hanno a che fare con il pubblico, devono diversificarsi a seconda del target di riferimento. Quindi in Piazza Duomo a Milano, per esempio, si pensa al turista di passaggio, con l’obiettivo di trattenerlo e fargli vivere la tradizione italiana.
In quel caso, l’espresso che è apprezzato in tutto il mondo, diventa un’esperienza particolare, che si fonde con la bellezza del luogo. Sarebbe bello che a questa corrispondesse anche un’offerta di prodotto all’altezza della location, che sia anch’essa un elemento da ricordare.
Discorso diverso si deve fare per un luogo tipo un’area di servizio autostradale: qui l’avventore ha fretta, è una sosta vincolata dalle tempistiche del viaggio. L’offerta per questo dev’essere rapida. E, non dovendosi confrontare con competitor nelle vicinanze, è ancora più importante dare un riscontro sulla qualità del caffè. Se si vuole far evolvere la bevanda qualitativamente, la spinta deve arrivare anche dal basso.
Definirei l’evoluzione del bar come un processo in corso, lento, che si sta diffondendo non soltanto attraverso lo specialty – una categoria un po’ a sé stante come può essere quella del ristorante gourmet – ma anche con il cambio di approccio del cliente finale. Molti locali si sono attrezzati con la macchina del caffè per far fronte alle richieste dei turisti.
Alcuni affiancano la miscela tradizionale a una monorigine, oppure nel caso del decaffeinato oggi molti bar hanno il macinacaffè dedicato, il che significa usare un macinato fresco. Tutto questo è indice di una volontà da parte degli esercenti di migliorare l’offerta e l’esperienza del prodotto servito”.
Il trend della salute che spesso viene collegato ad altre bevande, in particolare il tè, non ha coinvolto anche il caffè nella percezione degli italiani?
“Uno dei nostri obiettivi è quello di far capire attraverso le evidenze scientifiche che il consumo moderato di caffè fa bene alla salute e non crea danni – salvo che ci siano determinate patologie per cui non è consigliata l’assunzione di questa bevanda -. Come Consorzio comunichiamo da sempre queste informazioni e continueremo a farlo.
Abbiamo un sito e due canali social Instagram e Facebook “Caffè e benessere” che hanno sempre avuto tra i propri obiettivi anche quello di valorizzare gli aspetti benefici del caffè; rispetto a 50 anni fa la percezione del caffè è cambiata ed è stato dimostrato che non solo il caffè non è nocivo ma anzi, ha molti effetti positivi, se assunto moderatamente.”
MILANO – “Che sarebbe bello per l’Italia accogliere l’ICO, l’organizzazione intergovernativa del caffè. E che bello sarebbe per l’Ico venire nel paese dell’espresso, con una molto rilevante industria del settore. Però c’è ancora molto lavoro da fare, nulla è definito e, anche se la cosa andasse, come auspicabile, in porto, non sarebbe prima del 2027”.
Così Massimiliano Fabian, già presidente del Consiglio internazionale del caffè, in una dichiarazione a Comunicaffè, a commento dell’ipotesi di un trasferimento della sede dell’Ico in Italia.
La proposta è contenuta in una manifestazione di interesse del governo italiano, oggetto di in una lettera indirizzata alla direttrice esecutiva dell’Ico Vanusia Nogueira, che risale ad alcune settimane fa, di cui Comunicaffè è entrata in possesso.
Tutto prende le mosse dalla Risoluzione numero 483 – approvata nella più recente sessione (la 136ª) del Consiglio internazionale del caffè, che si è svolta, a fine settembre, a Bangalore in India
“Il Segretariato dell’Organizzazione internazionale del caffè – si legge nella risoluzione – dovrà lasciare liberi gli spazi dell’attuale sede di Gray’s Inn Road, Londra, al più tardi nel giugno del prossimo anno, senza nessuna possibilità di proroga dell’attuale contratto di locazione.
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GRANDUCATO DEL LUSSEMBURGO – Il consiglio di amministrazione di Ivs Group S.A. si è riunito il 28 marzo 2024, sotto la presidenza di Paolo Covre, per esaminare ed approvare il progetto di bilancio al 31 dicembre 2023 (separato e consolidato), la relazione degli amministratori, la nota integrativa al bilancio e il bilancio di sostenibilità.
A parziale modifica del Calendario Societario 2024 precedentemente approvato (assemblea da convocarsi per il 27 giugno 2024), il consiglio ha dato mandato al Presidente di convocare l’Assemblea nei termini di legge e dello Statuto, per il giorno 26 giugno 2024, ore 11:30, presso la sede legale in 18 Rue de l’Eau L – 1449, Gran Ducato del Lussemburgo, per deliberare, su: approvazione del bilancio annuale al 31 dicembre 2023 e materie collegate, destinazione del risultato d’esercizio, manleve agli amministratori, nomina amministratori, rinnovo della delega al consiglio per operazioni di aumento di capitale.
Il Consiglio ha inoltre analizzato e approvato le relazioni in materia di corporate governance, remunerazione, controllo rischi.
In merito alla destinazione del risultato d’esercizio, il consiglio ha proposto di riportare a nuovo l’utile, rimettendosi – come nell’anno precedente – alle indicazioni degli azionisti e alle delibere dell’assemblea per quanto riguarda l’eventuale pagamento di dividendi.
Ivs Group: sintesi dei risultati al 31 dicembre 2023
Fatturato consolidato pari a euro 726,2 milioni (+34%)
Ebitda Adjusted pari a euro 116,2 milioni (+26,2%).
Ebit Adjusted pari a euro 35,9 milioni (+56,4%).
Utile netto pari a euro 17,6 milioni, prima degli utili di terzi (+131,2%).
Utile netto adjusted pari a euro 13,8 milioni (+66,4%).
Indebitamento finanziario netto pari a euro 421,1 milioni (inclusi euro 62,4 mln da effetti IFRS16 su lease operativi).
Perfezionate 11 acquisizioni in Italia e all’estero.
Andamento della gestione
Il fatturato consolidato del 2023 ammonta a euro 726,1 milioni, in aumento del 34% rispetto a e uro 542,1 milioni del 2022.
Le vendite per settori in cui sono suddivise le attività del gruppo sono le seguenti (al lordo delle elisioni intra settore e pro-rata temporis).
attività di gestione vending (Italia, Francia, Spagna e altri paesi): vendite pari a euro 562,3 milioni, +24,3% rispetto a euro 452,4 milioni del 2022, a loro volta suddivise per mercati geografici: (i) Italia (euro 463,4 milioni), (ii) Francia (euro 49,9 milioni), (iii) Spagna (euro 37,3 milioni) e (iv) altri mercati Europa (euro 11,8 milioni).
attività di rivendita : vendite pari a Euro 131,6 milioni , +97,9% rispetta a Euro 66,5 milioni del il gruppo è leader in Italia anche in questo importante segmento di mercato.
attività nel settore horeca: vendite pari a euro 21,7 milioni, +108,4% rispetto a Euro 10,4 milioni del 2022.
attività della divisione Coin: fatturato pari a euro 40,3 milioni; +38,5% rispetto a euro 29,1 milioni del 2022, e con una continua crescita della app di pagamento CoffeecApp (oltre 1,2 milioni di utenti registrati e 000 utenti attivi).
Nel vending, il numero totale di erogazioni del gruppo al 31 dicembre 2023 ha sfiorato il miliardo, risultando pari a 991,5 milioni da 827,2 milioni del 2022 (+19,9%).
Le acquisizioni realizzate nel corso dell’anno, hanno contribuito pro-rata alle vendite del 2023 per circa euro 1,4 milioni.
Il prezzo medio delle erogazioni (al netto dell’iva) è stato pari a euro 52,50 da euro 50,46 centesimi (+4,1%). L’aumento del prezzo medio riflette sia le politiche di adeguamento in corso, sia le differenze ancora esistenti tra le aziende del gruppo e il diverso mix di canali di vendita, con il segmenti travel e public, che presentano prezzi medi più alti rispetto al settore corporate.
La politica di aumento dei prezzi di vendita continuerà sull’intera base di clientela.
Il tasso complessivo annuale di acquisizione di nuovi clienti si mantiene superiore al churn rate.
L’Ebitda reported consolidato è pari a euro 113,5 milioni, +24,7% rispetto a euro 91,0 milioni a dicembre 2022.
L’Ebitda adjusted consolidato è invece in crescita a euro 116,2 milioni, +26,2% da euro 92,1 milioni del 2022. Il peso delle attività acquisite nella rivendita e nel canale horeca. sul consolidato diluisce L’Ebitda margin sul fatturato, che è pari al 16,0% circa (17,5% al netto delle positioning fees).
L’Ebit adjusted consolidato sale a euro 35,9 milioni da euro 23,0 milioni del 2022 (+56,1%); scende l’incidenza degli ammortamenti sul fatturato, stante la minore necessità di investimenti fissi delle suddette attività nella rivendita e horeca. Sull’EBIT incidono anche ammortamenti sulle attività immateriali iscritte a seguito delle acquisizioni (PPA-Purchase Price Allocation a lista clienti, marchi, etc.) pari a circa euro 13,3 milioni.
L’utile netto consolidato 2023 è pari a euro 17,6 milioni (prima di Euro 1,4 milioni di risultati attribuibili alle minoranze), rispetto a euro 7,6 milioni del 2022. Il risultato netto Adjusted (sempre prima degli utili di terzi) al netto delle voci considerate non ricorrenti, è pari a Euro 13,8 milioni rispetto a euro 8,3 milioni nel 2022 (+66,4%).
La posizione finanziaria netta (“PFN”) è negativa per euro 421,1 milioni (inclusi euro 62,4 milioni, da contratti di affitto e leasing finanziario in base alle previsioni del principio IFRS 16), da confrontare con euro 417,0 milioni al 31 dicembre 2022.
Nel corso del 2023 sono stati effettuati pagamenti per acquisizioni per euro 6 milioni e euro 11 milioni per acquisti di minoranze; sono inoltre stati effettuati pagamenti per investimenti tecnici netti pari a circa complessivi euro 56,2 milioni e circa euro 10,4 milioni per dividendi.
Al 31 dicembre 2023 i crediti iva, non inclusi nel calcolo della PFN, ammontano a euro 10,4 milioni.
Altri fatti di rilievo ed operazioni poste in essere dopo il 31 dicembre 2023 e previsioni per il 2024
Il rallentamento dell’economia in corso in Europa implica una certa debolezza nelle consumazioni a perimetro costante. Maggiori volumi di vendite per il gruppo potranno venire da nuovi contratti, alcuni anche di grande rilevanza, come quello con il gruppo Stellantis in quattro nazioni europee, per cui sono state avviate le installazioni e i primi servizi.
La presenza di importanti fabbriche, oltre che in Italia e Francia, anche in Germania e Polonia, in cui Ivs ha una presenza recente, rappresenta una base su cui costruire maggiore efficienza logistica e capacità di servire tali mercati.
Continueranno in tutte le aree del gruppo le attività di adeguamento dei prezzi di vendita e di sviluppo di prodotti a maggior valore, finalizzate all’incremento dei margini. Si prevede inoltre di accelerare l’integrazione, anche societaria, tra diverse aziende del gruppo, con benefici sui costi generali e di struttura. Un importante contributo, in termini di visibilità e di possibili sviluppi futuri, è atteso dalla Francia, grazie ai prossimi Giochi Olimpici estivi.
Commenta Paolo Covre, presidente di Ivs Group. “Il 2023 è stato un altro anno di crescita, ma soprattutto di consolidamento delle importanti operazioni realizzate a luglio 2022. L’integrazione delle nuove realtà acquisite, procede positivamente, come da piani e implica sia l’ottimizzazione delle risorse, sia lo sviluppo di nuove competenze di mercato. Un lavoro impegnativo, ma indispensabile in uno scenario macroeconomico e di consumi complesso come l’attuale. Un lavoro che porrà le basi per un gruppo IVS ancora più forte e riconosciuto, in Italia e in Europa”.
1) L’ebitda adjusted è pari al risultato operativo incrementato degli ammortamenti, svalutazioni, costi non ricorrenti ed eccezionali per loro natura.
Lavazza celebrerà la città di Napoli nel prossimo appuntamento a FOQUS, Fondazione Quartieri Spagnoli, il 6 aprile con diverse esperienze emotive e sensoriali attraverso il gusto deciso del caffè, inteso anche come elemento di ripartenza. Leggiamo di seguito parte dell’articolo del quotidiano Il Mattino.
La celebrazione di Lavazza
NAPOLI – Ospiti dell’evento Massimiliano Caiazzo e Luchè, con la partecipazione di Ciro e Alfio, Corrieri di Radio Kiss Kiss.
La giornata annunciata dall’azienda Lavazza promette di mettere al centro il momento di riscoperta e rinnovamento che sta vivendo la città partenopea, che sta evolvendo verso una rivalutazione artistica sempre più importante.
Il caffè, elemento centrale della cultura napoletana, sarà protagonista grazie a Lavazza Crema e Gusto intenso e cremoso, che vestirà il Chiostro di FOQUS Fondazione Quartieri Spagnoli con i suoi colori e conquisterà con il suo gusto avvolgente.
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