MILANO – Continuano le stagioni d’oro di Gruppo VéGé, primo gruppo della distribuzione moderna nato in Italia, con le proprie imprese associate che inanellano performance da record. Secondo le quote di mercato GNLC, 1° edizione 2024 appena pubblicate da NielseIQ, Gruppo VéGé è l’organizzazione del retail italiano che cresce maggiormente in Italia. Se si confrontano infatti questi dati con la precedente edizione (GNLC NIQ 2° edizione 2023), con un incremento dello 0,76%, il gruppo multinsegna e multi touch point guidato dal presidente Giovanni Arena, stacca la concorrenza, arrivando al 4° posto nazionale, con una quota di mercato del 8,3%.
Gruppo VéGé al quarto posto nazionale
Non solo, ma sempre secondo la GNLC 2024, tra le prime 5 imprese in Italia con la maggior produttività al metro quadro, ve ne sono ben due di Gruppo VéGé: Tosano in area Nielsen 2 e Supermercati Piccolo in area 4.
Per analizzare con maggior precisione la lunga rincorsa del Gruppo, è interessante anche leggere l’annuale osservatorio Mediobanca sulla GDO alimentare italiana, pubblicato solo pochi giorni fa e che analizza i bilanci ufficiali del retail italiano tra il 2019 e il 2022.
Anche in questo caso, Mediobanca certifica Gruppo VéGé come assoluto protagonista, innanzitutto per la propria capacità di attrarre imprese all’interno della propria compagine. Risulta infatti l’organizzazione che ha attratto il maggior numero di nuovi associati (sei), due dei quali già aderenti ad altre centrali di acquisto. Peraltro, se il dato Mediobanca si estendesse anche all’anno 2024, dovrebbe contemplare anche l’ingresso di Apulia Distribuzione, proveniente da Carrefour.
Scorrendo l’importante documento stilato dall’Area Studi di Mediobanca, si evince ancora che nel quadriennio 2019 – 2022, i gruppi nazionali che hanno visto aumentare in maggior misura il proprio peso a livello italiano appartengono proprio al segmento della Distribuzione Organizzata Multinsegna e Gruppo VéGé si conferma in seconda posizione con l’incremento del 1,8%.
A livello Italia, inoltre, Gruppo VéGé è secondo anche per ciò che concerne i risultati netti cumulati, sempre nel quadriennio di riferimento, dietro solo ad Eurospin.
Infine, analizzando anche gli indici finanziari delle prime 25 grandi imprese della Distribuzione Organizzata, si denota che la Gruppo Arena, facente parte di Gruppo VéGé, è leader assoluto con il miglior indice di redditività del capitale investito (ROI).
Giorgio Santambrogio, amministratore delegato di Gruppo VéGé: “Sono molto orgoglioso di tutti gli imprenditori che appartengono a Gruppo VéGé. La loro determinazione, passione e capacità sono continuamente premiati dai risultati, sebbene il mercato sia ancora debole e i volumi ancora sofferenti. Ho inoltre certezza che la visione prospettica del nostro Consiglio di Amministrazione porterà le imprese del gruppo ad eccellere sempre di più anche nei prossimi anni”.
Santambrogio aggiunge: “Vorrei infine sottolineare un dato generale del mercato italiano del Retail. I gruppi che stanno scalando le classifiche sono gruppi italiani multinsegna, dove a livello nazionale, gli headquarter fanno la differenza, offrendo mirabili servizi ad alto valore aggiunto. I singoli imprenditori poi, ciascuno con la propria insegna, sono eccezionali anche nel valorizzare le specificità del territorio. L’approccio omologante standard non paga più e sia i dati Mediobanca che quelli della GNLC di NIQ, certificano tale trend”.
La scheda sintetica del Gruppo VéGé
Gruppo VéGé, primo Gruppo della Distribuzione Moderna nato in Italia nel 1959, riunisce ora 31 imprese mandanti, con competenze multicanali che spaziano dagli ipermercati alle superette, dai cash&carry all’AFH, dai punti vendita specializzati all’online.
Da sempre leader nell’innovazione di processo, di formato e tecnologica, con oltre 3.372 punti di vendita dislocati in modo capillare su tutto il territorio nazionale, Gruppo VéGé si configura come il più ampio network di vendita del nostro Paese.
VICENZA – Il marchio di caffè premium Julius Meinl lancia il suo primo contest internazionale per mettere in luce i baristi di talento che ogni giorno servono oltre 5 milioni di tazze di caffè Julius Meinl in tutto il mondo: la Meinl Barista Cup. Da aprile a luglio 2024, 14 Paesi ospiteranno gare nazionali, tra cui Austria, Italia, Bosnia, Croazia, Repubblica Ceca, Georgia, Germania, Ungheria, Moldavia, Polonia, Romania, Slovacchia, Emirati Arabi Uniti e USA. Ogni campione nazionale accederà alla finale, ospitato presso la sede internazionale dell’azienda a Vienna il 19 settembre.
I baristi che lavorano in bar, ristoranti e hotel che servono caffè Julius Meinl sono invitati a candidarsi sulsito web dell’azienda. I candidati migliori saranno selezionati per dimostrare la loro maestria al contest nazionale e valutati da una giuria di esperti in tre categorie: espresso, cappuccino e signature drink.
La Mein Barista Cup
“Da oltre 160 anni Julius Meinl si dedica a condividere con il mondo la ricca cultura viennese del caffè. La nostra convinzione è semplice: il caffè è un’arte da gustare per più di un momento. La Meinl Barista Cup celebra i nostri baristi di tutto il mondo che condividono questa stessa passione” dichiara Christina Meinl, 5° generazione della famiglia Meinl.
I baristi si sfideranno con il caffè super premium 100% Arabica Belvedere Blend di Julius Meinl The Originals Bio Fairtrade con doppia certificazione, ispirato alla cultura Viennese con attenzione all’artigianalità, in cui ogni chicco proviene da agricoltura biologica e responsabile.
Sviluppato per i clienti attenti alla sostenibilità e alla qualità superiore, prende il nome dal Belvedere Museum, Patrimonio dell’Umanità, e riunisce chicchi di Arabica provenienti dal Nicaragua e dall’Honduras, creando un’elegante ed equilibrata dolcezza di caramella mou che completa le note di nocciola e di ricco cioccolato fondente.
La Meinl Barista Cup è sponsorizzata dai leader del settore Rancilio, Fiorenzato, Cafetto e BWT. I baristi si sfideranno con le macchine per espresso Rancilio RS1, certificate SCA, e con i macinini Fiorenzato F83 E Pro, ad alta precisione. Utilizzeranno i sistemi Bestaqua ROC di BWT, che stabiliscono nuovi standard nell’ottimizzazione dell’acqua, e Cafetto, partner ufficiale per i prodotti di pulizia, che offre soluzioni innovative e specializzate per la manutenzione delle attrezzature da caffè.
Angelika Galas, responsabile dell’Accademia Globale, Julius Meinl Coffee Group: “Siamo entusiasti di collaborare con i migliori marchi del settore nell’ambito del nostro costante impegno per l’innovazione. Abbracciare la tecnologia più recente è parte integrante del servire esperienze di caffè di alta qualità. Fornendo ai nostri baristi i migliori strumenti e attrezzature, possiamo metterli in condizione di offrire l’eccellenza in ogni tazza”.
I tre baristi che otterranno il punteggio più alto in ciascuna delle tre categorie, durante la Finale di Vienna, vinceranno un esclusivo viaggio in Honduras. Quest’avventura unica offrirà loro l’opportunità di immergersi nella ricca cultura del caffè dell’Honduras e di approfondire le loro conoscenze sulla coltivazione sostenibile del caffè.
I baristi interessati possono candidarsi alla Meinl Barista Cupqui. Per scoprire quali Paesi saranno i vincitori e seguire le fasi nazionali: @JuliusMeinlOfficial e @JuliuMeinlItalia su Instagram.
La scheda sintetica di Julius Meinl
Julius Meinl è un’azienda familiare austriaca di grande successo internazionale e da 160 anni è l’ambasciatrice nel mondo della cultura delle caffetterie viennesi. Il successo globale di Julius Meinl si basa su valori tradizionali: cinque generazioni di esperienza nel caffè, prodotti di qualità premium e un eccellente servizio ai clienti. Julius Meinl è ambasciatrice globale per la cultura del caffè viennese e oggi ispira le persone in tutto il mondo, proprio come facevano in passato i caffè letterari.
Fondata nel 1862 a Vienna
1000 dipendenti in tutto il mondo
Presente in più di 70 paesi in tutto il mondo: market leader in Austria e nei Paesi dell’Europa Centrale e settimo player nel mercato Ho.Re.Ca. Italiano
Circa 40.000 clienti in tutto il mondo
Centri di produzione a Vicenza (Italia) e a Vienna (Austria)
BULGAROGRASSO (Como) – SOLO Caffè Monorigine, il brand del mercato del caffè in cialde E.S.E. sarà il caffè ufficiale della Milano Marathon, che domenica 7 aprile si prepara ad accogliere oltre 8.000 runner per un evento sempre più moderno e partecipato, in un contesto che solo le più grandi maratone internazionali sono in grado di offrire.
Caffè Monorigine in cialde E.S.E. (Easy Serving Espresso), SOLO è il progetto imprenditoriale di Aroma Polti, società del Gruppo Polti, leader nel settore dei piccoli elettrodomestici nelle applicazioni del vapore e da sempre sostenitore dello sport e dei valori che rappresenta, come rispetto, innovazione e sostenibilità.
SOLO Caffè Monorigine alla Milano Marathon
Valori che si ritrovano anche nella purezza dell’offerta di SOLO, composta esclusivamente da selezionatissimi caffè monorigine, sulla base di un approccio incentrato sulla massima qualità e nell’ottica della sostenibilità.
Le cialde sono, infatti, compostabili al 100% e compatibili con tutte le macchine a cialde E.S.E. da 44 mm in commercio e con le macchine da espresso tradizionali e contengono una maggiore quantità di caffè rispetto alle capsule in alluminio o plastica. I packaging sono molto caratteristici e trasmettono le emozioni dei territori di provenienza del caffè proposto. Sulle confezioni sono stampate, infatti, opere di artisti provenienti dai paesi produttori – Vietnam, Tanzania ed Uganda-, per renderle piccole opere di visualtelling, come testimonianza di culture antiche, ricche di tradizioni.
SOLO Caffè Monorigine sarà presente oltre che domenica 7 all’area hospitality di RCS Sports & Events in Piazza Duomo, anche nei tre giorni precedenti al Milano Running Festival presso MiCo – Milano Convention Center in City Life, la fiera dedicata non solo al running, ma anche a benessere, sport in senso ampio e sostenibilità con approfondimenti, sessioni di training, incontri con esperti, atleti ed ex atleti che racconteranno le loro esperienze.
Fra questi anche Ivan Basso, ex ciclista professionista due volte vincitore del Giro d’Italia e oggi Team Principal del Team Polti Kometa, che sabato 6 aprile alle ore 10,20 si confronterà con Francesca Polti, presidente e amministratrice delegata del gruppo di famiglia, sui temi inerenti allo sport e al legame con il caffè.
Il suo intervento mirerà a testimoniare l’importanza dello sport e dei valori ad esso connessi, offrendo un’occasione unica per riflettere sull’impatto positivo che può avere nella quotidianità di ogni persona: preziose prospettive su temi come la determinazione, il lavoro di squadra e l’importanza della salute e del benessere fisico per ispirare gli appassionati di sport a perseguire i propri obiettivi.
Potete trovare SOLO Caffè Monorigine presso lo stand numero 11 del Milano Running Festival 2024.
La scheda sintetica di Aroma Polti
Azienda del Gruppo Polti, attiva dal 2005 nella commercializzazione e distribuzione del caffè, è stata creata da Stefano Polti, profondo conoscitore di questa bevanda, figlio del fondatore dell’omonima azienda leader nel settore del piccolo elettrodomestico.
SOLO Caffè Monorigine è il brand nato nel 2023: nessuna miscela, solo l’essenza del caffè in purezza proveniente da Paesi in cui la coltivazione è parte dell’identità culturale. Vietnam, Tanzania ed Uganda sono le tre monorigine frutto di un grande lavoro di ricerca firmato da Stefano Polti.
La scheda sintetica di Polti SpA
Polti, con 230 dipendenti è un’azienda italiana, importante player del mercato del Piccolo Elettrodomestico con gamme in continua espansione, e leader nelle applicazioni del vapore, sia per quanto riguarda lo stiro che per la pulizia in ambito domestico e professionale.
Con prodotti innovativi e 200 brevetti, dal 1978 ha cambiato le abitudini dei consumatori in oltre 50 Paesi, proponendo un approccio all’igiene contemporaneo e sostenibile: protagonista è sempre il vapore, con i suoi comprovati effetti pulenti potenti e naturali.
Prodotti come Polti Vaporella, il primo ferro da stiro con caldaia per uso domestico, e Polti Vaporetto, il pulitore a vapore con caldaia ad alta pressione, hanno caratterizzato la storia dell’azienda e sono tutt’oggi riferimento per know-how ed esperienza.
Nel corso degli anni Polti ha sviluppato una forte expertise sulla pulizia e disinfezione professionale, con linee dedicate e di attestata efficacia: Polti Sani System e Polti Vaporetto MV. Da marzo 2021 un nuovo importante traguardo: proprio Polti Sani System, Polti Vaporetto MV e Polti Vaporetto Pro sono anche dei “Dispositivi di Disinfezione a Vapore” (DDV) per il loro effetto battericida, sporicida, fungicida, levuricida e virucida.
Nel 2023, Polti ha deciso di entrare nel segmento di mercato “Kitchen” lanciando la gamma di macchine da caffè espresso, Polti Coffea e nel “Food & Beverage” con SOLO Caffè monorigine testimoniando così la continua evoluzione dell’azienda.
TRIESTE – Il 4 aprile, all’Hotel Savoia Excelsior (Riva del Mandracchio 4), con inizio alle ore 17.30, avrà luogo il sesto incontro del ciclo 2023-2024 dei Cenacoli dell’Associazione museo del caffè di Trieste, presieduta da Gianni Pistrini, stavolta dedicato al tema “Caffè decaffeinato: il piacere del gusto”.
Masssimiliano Fabian ospite dei Cenacoli dell’Associazione museo del caffè di Trieste
Protagonista dell’appuntamento è Massimiliano Fabian, amministratore delegato di Demus S.p.A., azienda leader nel campo della decaffeinizzazione con sede a Trieste, nonché ai vertici dei principali organismi nazionali e internazionali del mondo caffeicolo.
Come di consueto l’ingresso sarà libero fino a esaurimento dei posti disponibili. L’attuale settima edizionedeiCenacoli, dedicata al tema “Aria, terra, fuoco, acqua: Caffè, un viaggio tra gli elementi”, è coordinata da Nicoletta Casagrande (responsabile dell’InfoLibro-Salotto multimediale del libro italiano di Capodistria e cultrice del mondo del caffè) e organizzata da Giulio Rebetz e Piero Ambroset.
MILANO – La ricerca e lo sguardo rivolto al futuro sono senza dubbio tra i valori fondanti di Simonelli Group (macchine professionali Nuova Simonelli e Victoria Arduino) che in quest’ottica ha voluto l’apertura del suo Campus a Belforte del Chienti (Macerata): un polo di riferimento per la ricerca e la formazione intorno al caffè che ha ospitato, lo scorso novembre, un summit di rilevanza internazionale in collaborazione con SCA, Specialty coffee association.
In questa occasione, i circa 70 partecipanti hanno potuto assistere alla presentazione del nuovo Coffee Value Assessment (CVA) di SCA e a quella dello studio condotto da Christopher Hendon, associate professor of chemistry per l’Università dell’Oregon, su nuovi strumenti di analisi dei parametri del caffè.
Per spiegarne le origini, lo stato attuale e le potenzialità, il trainer e ricercatore ingegner Lauro Fioretti.
“Abbiamo iniziato questo studio ormai qualche anno fa, in pieno Covid e con varie forzate interruzioni, insieme alla Coffee Science Foundation che si occupa di ricerca all’interno di SCA.
L’obiettivo condiviso sin da subito era la scoperta di un nuovo modo di misurare il caffè, in particolare l’espresso, tramite la mappatura di determinate caratteristiche utili a completare le informazioni di cui disponiamo al momento.
Ad oggi ci basiamo infatti sulla brewing chart e l’unico parametro scientifico fruibile, al di fuori dell’analisi sensoriale, è il TDS: questo è il solo riferimento per l’operatore dietro al bancone con l’ausilio di un rifrattometro.
Il TDS, tuttavia, restituisce un’informazione generica sulla concentrazione dei solidi disciolti nell’acqua, senza dirci niente di più sulla loro composizione specifica. Possiamo quindi avere due caffè con lo stesso valore di TDS ma con profili sensoriali completamente diversi.
Lauro Fioretti: “Partendo proprio da questi presupposti, abbiamo voluto approfondire questo aspetto.“
“La ricerca portata da Christopher Hendon è stata commissionata da Simonelli Group in collaborazione con SCA proprio al fine facilitare e rendere più preciso il settaggio della ricetta espresso.
Christopher Hendon, professore presso l’Università dell’Oregon negli Stati Uniti, è stato selezionato tramite un bando a cui hanno partecipato tre progetti di ricerca: il suo si è distinto tra gli altri proponendo un metodo basato sull’elettrochimica che prevede l’applicazione di una tensione variabile al caffè tramite elettrodi.
Si tratta di una tecnica già usata in altri processi, ad esempio la cromatura e la doratura, la produzione di pastiglie dei freni e le batterie.
Nell’esperimento presentato da Christopher Hendon è stato generato un segnale elettrico con un potenziostato a degli elettrodi composti di un materiale particolare, variando il voltaggio – prima positivo e poi negativo – per creare così delle curve cicliche. In base alle sostanze contenute nel caffè, che sono più o meno conduttive e più o meno concentrate, in questo modo si ottengono delle reazioni differenti all’elettricità.
Come avviene nel magnetismo, la reazione determina una curva particolare che si chiude su sé stessa. Alla fine di più cicli, quello che si ottiene è un profilo composto da diverse sezioni, ciascuna corrispondente a determinate sostanze, come una vera e propria mappa.
Per ora siamo ancora in uno stadio di calibrazione dello strumento, che si è dimostrato in grado di distinguere il grado di tostatura, la chiara dalla media e dalla scura. E dato che le caratteristiche aromatiche si sviluppano diversamente in base al livello di cottura del chicco, questo si riflette poi nelle curve.
Con questo strumento siamo in grado di individuare le zone di concentrazione, ad esempio degli acidi clorogenici o della caffeina, all’interno della curva: parliamo di composti che finora non è stato possibile misurare con il solo TDS.
L’ideale sarebbe riuscire anche a tracciare e fornire informazioni sulla parte volatile, ma siamo ancora in una fase embrionale. Per ora il nostro intento era quello di verificare che il processo fosse replicabile ed in grado di distinguere tra caffè diversi e profili differenti, individuando delle zone con una concentrazione di acidi e caffeina. Ce l’abbiamo fatta ed ora stiamo lavorando alla parte legata al flavor.
Durante il Coffee educator summit, in una sala con 70 persone formate e professionisti, abbiamo svolto un test
Continua il racconto l’ingegner Lauro Fioretti: “Il test consisteva nell’assaggio di cinque tazzine diverse di espresso diluito in maniera adeguata a poterne distinguere meglio l’aroma. L’esperimento è stato condotto da un istituto di analisi sensoriale americano che collabora con Christopher Hendon e guidato dalla professoressa Elisabeth Tommasini, con il supporto di Camilla Sartori, studentessa phD che ha allestito il test alla cieca, fornendoci le istruzioni, servendo le tazze, spiegando la scheda e occupandosi della nostra calibrazione.
Abbiamo valutato acidità, corpo, mouthfeel, flavour e abbiamo affidato le nostre osservazioni al team di Christopher Hendon, che ora sta confrontando i risultati delle schede da noi compilate con quelli effettuati con l’elettrochimica. Ancora una volta l’obiettivo è quello di verificare se e quali sinergie si possano stabilire tra analisi sensoriale ed elettrochimica.
In parallelo all’estrazione del caffè per gli assaggi, una parte è stata inviata in provette negli Stati Uniti per essere analizzata con il gascromatografo e l’elettrochimica.
Ci aspettiamo di avere risultati riproducibili e distinguibili, che ci permettano di avere informazioni anche sugli aspetti gustativi ed olfattivi. Se riusciremo in questo intento, potremo avere tra le mani uno strumento portatile dal costo contenuto, facile da usare, e quindi una nuova brewing chart di riferimento, più potente e dettagliata rispetto al solo TDS.
Con questo tool innovativo, potenzialmente il barista potrà regolare con più consapevolezza la dose, la macinatura, i parametri della macchina, per migliorare l’estrazione finale.
Affidandoci al solo TDS, oggi, non riusciamo ad individuare le sostanze disciolte nel caffè estratto: con questo nuovo strumento potremmo individuare e misurare con maggiore precisione amaro, acido e gli altri flavor.
È molto importante sottolineare che parte del progetto è patent free: i risultati dello studio vengono infatti regolarmente pubblicati sul nostro sito per poter essere consultati liberamente.”
L’ingegner Fioretti:” Ovviamente questa novità non sostituirà il lavoro dell’assaggiatore”
“Pensiamo soltanto al fatto che aziende multinazionali e Università lavorano da tanti anni sulla tecnologia del naso elettronico e che ne esistono anche di iper-sofisticati nei nostri laboratori: sono macchine da diverse centinaia di migliaia di euro che, nonostante siano tra le più avanzate, al momento non sono in grado di sostituire la complessità del naso umano.
Quindi sicuramente il lavoro del cup taster rimarrà a lungo discriminante nell’assaggio. Il TDS è un supporto al cupping, ma se un giorno riuscissimo ad avere altre informazioni ed elementi sull’amaro, sull’acido, sulla caffeina e poi su qualche altro gruppo di flavor, potremmo ottenere un’estrazione meno legata alla soggettività di chi assaggia.
L’obiettivo ultimo è quello di ottenere dei dati quanto più oggettivi possibile che possano guidare verso una migliore definizione della tazza dando al barista informazioni in più rispetto a quelle che oggi fornisce il TDS: tutto ciò non sostituirà l’essere umano, il suo naso, la sua bocca, il suo cervello, ma sicuramente una maggiore qualità e profondità delle informazioni permetterà di fotografare più nel dettaglio il caffè e adattarne l’offerta ai diversi mercati e clienti.”
Come si collega tutto questo al nuovo C.V.A. (Coffee Value Assessment)?
“Partiamo dalla scheda di cupping del 2004, in cui ci sono elementi oggettivi e soggettivi: le scale di intensità verticali sono oggettive e quelle orizzontali sono qualitative e spesso legate alla soggettività di chi assaggia.
Il nuovo CVA abbraccia tutte le culture e tutti i caffè, dando una visione più completa del caffè, con 4 assessment diversi e non più un singolo cupping form. Nei nuovi assessment, quando si fa una valutazione, si considerano gli elementi della scala di intensità verticale modernizzata con range differenti, separandola però dalla parte affettiva, che si riferisce invece alle scale orizzontali un po’ rimodulate e aggiornate.
Nell’affettiva ci si può orientare nella valutazione in base al mercato e alla cultura di riferimento e poi decidere ad esempio qual è il caffè più adatto ad un milk beverage o ad un signature drink.
E a questo proposito, lo strumento che stiamo mettendo a punto con Christopher Hendon sarebbe perfetto: un metodo nuovo che aiuterebbe molto a definire il caffè giusto per la sua funzione e come ingrediente.
Dove arriveremo? Non lo sappiamo ancora: di certo il prossimo anno dovrebbe concludersi lo studio e, in base ai risultati di questa fase iniziale, decideremo come proseguire. Per ora abbiamo messo delle basi solide e il confronto con l’analisi sensoriale ci darà un ulteriore indizio importante su come si sta sviluppando la ricerca.”
MILANO – Londra senza freni vola a nuovi massimi storici: alla ripresa – dopo la lunga pausa pasquale – il contratto per scadenza maggio dell’IceRobusta, che attrae tuttora la parte più consistente dei volumi, ha guadagnato ieri, martedì 2 aprile, 184 dollari (+5,3%) toccando un nuovo record di 3.663 dollari (intraday a: $3.678). Cresce, in eguale misura, il contratto per scadenza luglio, che si attesta, a sua volta, a 3.590 dollari.
Il contratto principale dell’IceArabica si rivaluta invece del 3,1% (+595 punti) rispetto a lunedì, terminando la giornata a 197,75 centesimi, massimo delle ultime 3 settimane.
Le difficoltà di approvvigionamento sul fronte dei robusta – unite alla crisi logistica – spingono il contratto londinese a un nuovo picco storico.
Il tutto, nonostante il Vietnam abbia registrato, nel primo trimestre 2024, un incremento a volume dell’export pari al 44,45%, per un volume di 799 mila tonnellate o 13,32 milioni di sacchi.
Ma il flusso commerciale è destinato a rallentare nei prossimi mesi, almeno stando alle previsioni della potente Associazione del caffè e del cacao (Vicofa), che si aspetta, per l’annata 2023/24 (ottobre-settembre), un calo del 20% delle esportazioni, a 1,336 milioni di tonnellate o 22,27 milioni di sacchi.
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BINASCO (Milano) – Cimbali Group, con la sua nuova identità e il nuovo approccio di business, propone un’offerta di prodotti e servizi diversificata per segmenti. Dopo il successo del lancio del rebranding aziendale sul palcoscenico di HOST a Milano, Cimbali Group si presenta ora con una nuova identità di Gruppo anche ad Amsterdam, con i suoi brand LaCimbali e Slayer.
Cimbali Group all’Amsterdam Coffee Festival
L’evento celebra la vivace scena del caffè di Amsterdam ospitando i migliori baristi d’Europa e permette a esperti, lavoratori e operatori del settore di sperimentare le ultime tendenze, immersi in un’atmosfera dinamica, ricca di arte e musica. La kermesse dedicata al caffè sarà l’occasione per scoprire prodotti, servizi e soluzioni del Gruppo all’interno di un contesto dinamico ed internazionale
Sullo stand LaCimbali, l’offerta di Cimbali Group per il segmento Chains propone soluzioni ideali per le grandi catene che cercano un’eccellenza costante nell’esperienza del caffè. Tra i prodotti di punta per questa categoria LaCimbaliS30, l’ideale per i ristoranti quickservice (QSR) perché assicura alte prestazioni – 300 tazze al giorno – garantendo sempre la migliore qualità in tazza LaCimbali. È progettata per garantire un’offerta ampia e variegata per soddisfare ogni gusto: è infatti in grado di erogare ricette a base di latte montato caldo o freddo e grazie alla tecnologia HQ Milk che consente di ottenere una schiuma di latte dalla consistenza eccellente. Inoltre, può essere controllata da remoto grazie alla telemetria bidirezionale e all’app Cup4You.
Ideale per gli spazi di relax in ufficio, le panetterie, le colazioni in hotel e altri ambienti self-service, presente sullo stand anche la LaCimbali S20, una macchina flessibile e intelligente, dotata di telemetria bidirezionale avanzata e di una funzionalità di controllo da remoto che permette una programmazione semplice e intuitiva e una flessibilità elevata nella scelta del menù, con bevande a base di latte, caffè e cioccolata e soluzioni di latte fresco o in polvere.
Per il segmento Not Only Coffee, Cimbali Group presenta LaCimbali S-Lite, una macchina superautomatica progettata per convenience stores, small offices, hotels e B&B. Questa macchina è stata progettata per utenti che potrebbero non avere la competenza di un barista professionista e cerca facilità d’uso, manutenzione agevole e un approccio “self service”.
Inoltre sarà possibile visionare soluzioni di pagamento senza contanti: in particolare con S-Lite e S20 il pagamento è facile e veloce grazie al dispositivo Nayax di pagamenti digitali integrato.
Durante la manifestazione si alterneranno sullo stand LaCimbali alcuni roasters tra cui Manhattan coffee roaster, Meetlab coffee e Giraffe Coffee.
Anche il brand Slayer ha un suo spazio espositivo dedicato agli iconici prodotti di origine statunitense, fra i quali Espresso Single Group, un vero must della caffetteria di alto livello grazie al suo design sofisticato, un’interfaccia intuitiva e soluzioni tecniche esclusive.
Nell’ambito della manifestazione, Slayer inoltre sarà sponsor del format The Roast Masters: la competizione, focalizzata sull’arte della tostatura degli specialty coffee e riservata ai migliori torrefattori internazionali, vedrà la partecipazione di 20 roasters che si sfideranno, in squadre di 4, in frenetici testa a testa a eliminazione diretta.
Otto le discipline – The Espresso Presentation, The Cupping Table, The Espresso Smackdown, The Order Challenge, The Latte Art Showdown, The Brew Face-Off, The Signature Drink e The Espresso Blend, – in cui si cimenteranno i candidati, esaminati da una giuria di esperti.
Durante la competizione i partecipanti avranno a disposizione 4 macchine per espresso Slayer Steam LP, macchina perfetta per la competizione perché garantisce un controllo e una precisione incredibili grazie alla pre-infusione programmabile e alle funzioni di ripetibilità e 4 macinadosatori MD5000, il nuovo macinadosatore Faema progettato per semplificare l’operatività quotidiana. Rapido, affidabile e accurato: è dotato di macine al nitruro di titanio e di un sistema di autoregolazione della dose che assicurano costanza e precisione per gestire l’utilizzo intenso delle ore di punta.
Per vedere il programma dei roasters che si alterneranno sullo stand Slayer basta cliccare qui.
L’Antico Caffè di Torino in piazza Bodoni offre l’espresso a 80 centesimi dal 2008 e non accenna a cambiare il prezzo. “Stesso prezzo di 15 anni fa. Riesco a farlo perché acquisto direttamente io la miscela” rivela il titolare dell’esercizio Domenico Longo al Corriere della Sera. Leggiamo di seguito la sua storia grazie alla prima parte dell’intervista di Teresa Cioffi pubblicata sul Corriere.
La storia del bar di Torino che offre il caffè a 80 centesimi
TORINO – Ottanta centesimi per la tazzina al banco, Antico Caffè in controtendenza: “E non abbiamo nessuna intenzione di aumentare”. In una Torino dove il caffè costa sempre di più, ci sono luoghi dove tempo e prezzi sembrano essersi fermati. Almeno per quanto riguarda la tazzina al banco: 80 centesimi all’Antico Caffè, cifra fissa dal 2008. Una realtà che si muove in controtendenza rispetto al resto dei bar torinesi, che di anno in anno hanno dovuto aumentare i prezzi in seguito ad un incremento dei costi.
“Io mi sono rifiutato di portare la tazzina anche solo a un euro” spiega Domenico Longo, titolare del bar in piazza Bodoni.
In una vita precedente era odontotecnico, poi nel 2005 è arrivata la proposta di un amico: “Perché non apriamo un bar?”. È andata così, anche se dopo poco tempo il socio ha fatto un passo indietro e Longo ha preso in mano l’intera gestione. “Rispondevo ai medici che mi chiamavano sul telefono del bar, spiegando che avevo deciso di cambiare”.
Difficoltà iniziali?
“Tante, già allora ho dovuto confrontarmi con gli aumenti del settore, che arrivavano puntuali tramite le richieste dei fornitori. Chiedevano sempre di più per il caffè, la manutenzione della macchina o le insegne.
Costava tutto sempre troppo, non avrei potuto andare avanti a quei prezzi. Così ho deciso di arrangiarmi, di fare tutto da me. In questo modo posso mantenere invariato il prezzo al banco, fisso a 80 centesimi”.
Come?
“Acquistando direttamente io il caffè. Gli aumenti ci sono stati, ma niente a confronto con i rincari sulla miscela che mi avrebbero proposto i fornitori. Si tratta di una modalità più economica per me e per i miei clienti, che possono gustare il caffè al banco allo stesso prezzo di 15 anni fa.
Soprattutto, è un modo che mi permette di sopravvivere. Chi gestisce un locale sta attraversando un periodo difficile, io ho dovuto eliminare tutto il superfluo”.
Per leggere l’intervista completa basta cliccare qui.
BARCELLONA (Spagna) – Un caffè sostenibile ed equo solidale, che riduce la produzione di scarti derivanti dalle capsule e garantisce la qualità della filiera, grazie al rapporto diretto con i coltivatori in tutto il mondo. Questo il progetto di INCAPTO, la startup spagnola, ora operativa anche in Italia, che promuove il consumo di specialty coffee in grani, nata in piena pandemia a Barcellona con lo scopo di proporre un’alternativa alle capsule.
Il progetto INCAPTO
“Abbiamo fatto di un approccio improntato all’etica e alla sostenibilità la nostra bandiera, in un mercato dove il 44% dei piccoli produttori di caffè vive in situazioni di povertà estrema[1]. Combinando un commercio equo e solidale a processi agricoli responsabili, lavoriamo per introdurre un nuovo standard di consumo del caffè, arginando le conseguenze del cambiamento climatico e rispettando la biodiversità che circonda le aree di coltivazione”, spiega Joaquim Mach, co-founder di INCAPTO.
INCAPTO nasce infatti dal fortunato incontro tra Francesc Font e Joaquim Mach, co-fondatori della startup, e Beatriz Mesas, assaggiatrice professionista di caffè e anche lei co-fondatrice, quando i primi due avvertono l’esigenza di creare un’attività di vendita online per acquisti ricorrenti e sostenibili, trovando nel caffè un prodotto potenzialmente ideale, il cui consumo si traduce però in un serio impatto sul pianeta.
Per esempio, ogni anno vengono prodotte nel mondo 60 miliardi di capsule di caffè e l’80% di esse finisce in discariche o inceneritori[2].
Questi dati rendono ancora più urgente il passaggio a soluzioni sostenibili sia da un punto di vista ambientale che umano, se si considera che il 91% della popolazione beve almeno una tazza al giorno in Italia, il 7° paese al mondo per consumo, con oltre 5 milioni di sacchi ogni anno[3].
Il tutto in un mercato globale che conta 9.5 miliardi di kg di caffè prodotti annualmente, destinati a triplicare entro il 2050.
Grazie a un modello di business basato sulla sottoscrizione di abbonamenti a speciality coffee, sia per aziende che per privati, INCAPTO ha raggiunto 20.000 clienti in poco più di 3 anni e più di 2000 imprese collegate alla piattaforma, chiudendo il 2023 con un fatturato pari a €7.000.000 che prevede di raddoppiare nel 2024. INCAPTO consente anche di acquistare macchine da caffè superautomatiche per gustare il prodotto appena macinato, velocemente e senza generare nessun rifiuto superfluo.
A credere nel potenziale di INCAPTO sono stati anche diversi investitori, di cui il principale è l’italiano P101, che ha iniettato 6 milioni di euro attraverso i fondi Programma 103 e Azimut ELTIF Venture Capital P103, Lead Investor di un’operazione che ha visto anche la partecipazione dei già soci JME Ventures, Atresmedia e il fondo portoghese Bynd. Entra in società con quest’ultimo round anche il family office della famiglia Drago – gruppo De Agostini.
“Questa iniezione di capitale è per noi anche una grande iniezione di fiducia, in un momento così importante come l’ingresso nel mercato italiano, dove il caffè è molto più che una bevanda: è un’istituzione, un motivo di orgoglio nazionale. Siamo convinti che il cambiamento vada messo in pratica da subito, ciascuno nel suo quotidiano, e dalla nostra ci impegnamo ogni giorno per garantire un caffè buono per il pianeta, per i consumatori e per i coltivatori”, chiude Francesc Font, co-fondatore di INCAPTO.
L’imprenditore Roberto Bertazzoni, protagonista dell’epopea industriale che ha portato la Smeg (Smalterie metallurgiche emiliane Guastalla) fondata dal padre Vittorio nel 1948 a divenire una multinazionale nel settore degli elettrodomestici, è morto all’età di 81 anni a Parma. Nel 2019 Bertazzoni ha acquisito la storica produttrice di macchine espresso La Pavoni (ne abbiamo parlato qui) che oggi ha la sede a San Giuliano Milanese (Milano). Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale adnkronos.
La morte di Roberto Bertazzoni, lascia un impero da 900 milioni di fatturato l’anno e 2.600 dipendenti
PARMA – I funerali si sono svolti martedì 2 aprile al Duomo di Guastalla (Reggio Emilia), città dove era nato il 10 dicembre 1942. Lascia la moglie Maria Rita Gandolfi e il figlio Vittorio, oggi alla guida della Smeg, che conta circa 2.600 dipendenti e genera un fatturato di oltre 900 milioni di euro.
Roberto Bertazzoni, nominato Cavaliere del Lavoro dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro nel 1993, dopo la laurea in Economia e Commercio, era entrato nell’azienda di famiglia Smeg agli inizi degli anni ’70 assumendo poi le cariche di presidente e amministratore delegato.
Sotto la sua guida, improntata ad una formula imprenditoriale che ha coniugato l’attenzione gestionale alla qualità, all’innovazione, tecnologia a allo stile di prodotto, la Smeg ha registrato negli anni un trend di costante sviluppo economico. Roberto Bertazzoni ha fatto parte dei consigli di amministrazione di Mediobanca, Rcs Media Group e Unicredit.
Agli importanti risultati conseguiti nel settore degli elettrodomestici, Smeg ha associato, consolidandola, una significativa dimensione industriale e commerciale anche in settori quali quello della ristorazione e dell’elettromedicale.
La crescente notorietà del marchio ed i positivi riscontri commerciali sul mercato interno e su quelli internazionali, sono la risultante dello sforzo costante verso quella evoluzione distintiva del prodotto che, unitamente ad una gamma particolarmente ricca, costituisce fattore di successo e capacita competitiva di Smeg.
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