CIMBALI M2
venerdì 29 Novembre 2024
  • CIMBALI M2
Home Blog Pagina 190

Asachimici-pulyCAFF diventa WCC cleaning products sponsor delle 7 finali mondiali dei campionati SCA a Chicago, Busan e Copenhagen

0
asachimici-pulycaff
Asachimici-pulyCAFF diventa WCC Exclusive Cleaning Products Sponsor 2024 (immagine concessa)

VESCOVATO (Cremona) – Asachimici-pulyCAFF annuncia l’importante accordo siglato con WCE – World Coffee Events, che la vedrà WCC exclusive cleaning products sponsor 2024 delle sette finali mondiali dei campionati SCA. Gianfranco Carubelli, responsabile amministrativo di Asachimici-pulyCAFF con il fratello Marco, afferma: “Siamo orgogliosi di potere essere accanto ai migliori professionisti di ogni categoria e di offrire a ognuno le migliori condizioni di gara grazie alla pulizia delle apparecchiature effettuata con i nostri prodotti, che da sempre sono efficaci, rispettosi delle apparecchiature, della salute dell’operatore e dell’ambiente”.

Asachimici-pulyCAFF insieme a WCE – World Coffee Events

C’è di più:” Lo assicura la certificazione rilasciata dall’NSF International – National Sanitation Foundation – il severissimo organismo USA a tutela della sanità pubblica, che si trova sulle confezioni di pulyCAFF, pulyMILK e Puly Cold Brew.

Uno dei nostri slogan è “First in the world”, infatti siamo stati i primi a mettere a punto un “concetto applicato” per la pulizia della macchina espresso. pulyCAFF nasce nel 1961, quando sul mercato arriva la E61 di Faema, la prima macchina in cui la pressione sul pannello del caffè non è più data dalla leva, ma da una pompa volumetrica che inietta acqua calda a 9 atmosfere; il gruppo si depressurizza una volta conclusa l’estrazione attraverso una valvola di scarico automatica”.

pulycaff
I prodotti pulyCAFF (immagine concessa)

I responsabili di Asachimici-pulyCAFF continuano: “Ma con l’acqua passano anche le particelle fini che ostruiscono i fori; di qui la necessità di un prodotto per la manutenzione, che per prima Asachimici ha messo a punto. Da allora l’industria delle macchine espresso si è evoluta e con lei i nostri prodotti: a pulyCAFF Plus è seguito pulyMILK Plus, per la pulizia della lancia vapore. Nel 2014 ha poi preso il via la produzione della linea Verde, realizzata con ingredienti ancora più raffinati e rinnovabili, che comprende pulyCAFF Verde e pulyMILK Verde, pulyGRIND Crystals, per ripulire le macine e la camera di macinatura dei macinacaffè, pulyGRIND Hopper, pulitore della tramoggia (campana) e del dosatore. Per la carrozzeria e i piani di lavoro c’è il multiuso pulyBAR Igienic”.

I prodotti Asachimici-pulyCAFF saranno dunque in pedana con i migliori baristi del mondo al World Brewers Cup e al World Cup Tasters Championship in programma a Chicago – Usa, tra il 12 e il 14 aprile.

Assicurerà macchine espresso sempre perfette durante il World Barista Championship in programma tra l’1 e il 4 maggio presso il World of Coffee Busan – Sud Corea. Quindi a Copenhagen, Danimarca, tra il 27 e il 29 giugno: con i suoi Esperti del Pulito, sarà accanto agli artisti del World Latte Art Championship a cui garantirà gruppi e lance sempre puliti, nonché del World Coffee in Good Spirits e del World Coffee Roasting Championship.

“L’inquinamento causato dalla plastica è un grande problema – riprendono i responsabili di Asachimici-pulyCAFF -. Per questo abbiamo dato ai nostri prodotti l’ulteriore valore aggiunto di confezioni che via via hanno una percentuale maggiore di plastica riciclata. Oggi sono cinque i prodotti contenuti in imballi fatti totalmente con il 100% plastica riciclata: la serie pulyMILK, pulyMILK Verde, pulyCAFF Plus e pulyCAFF Verde, nonché il detergente completo per la pulizia di apparecchiature e dispenser di bevande fredde ColdBrew Liquid. Siamo molto soddisfatti dei risultati sin qui ottenuti e determinati nel proseguire il nostro cammino verso prodotti sempre più in linea con l’ambiente, sia come formulazione sia per le confezioni che le accompagnano”.

Appuntamento dunque a Chicago, Busan e Copenhagen con i prodotti pulyCAFF e la loro efficacia provata da tanti anni; a chi vuole conoscere da vicino i prodotti più indicati per la pulizia della macchina espresso e del macinacaffè e il loro utilizzo, pulyCAFF ha messo a punto degli appuntamenti formativi gratuiti di 4 ore che uniscono teoria e pratica in un format molto efficace: i Puly Day. Richiedeteli a info@asachimici.com.

È possibile seguire ogni iniziativa alla pagina Facebook PULYCAFF Enjoy Your Espresso.

L’analisi: da Massimo Zanetti Bev. Group, valutato 600 milioni, a illy a Borbone a Ekaf e altri: così l’espresso fa largo ai fondi d’investimento

0
Capsula illycaffè Nespresso compatibile
La capsula illycaffè Nespresso compatibile qui con i colori del gusto classico, quello con la tostatura più chiara

Un altro protagonista nel settore caffè, Massimo Zanetti Beverage Group, ha aperto le porte a un investitore finanziario con l’intento di ridurre il debito e sostenere le nuove strategie di crescita. In un contesto di passaggio generazionale, come quello avvenuto all’interno di illy con l’ingresso del fondo Rhone Capital al 20%, e di cambiamento di proprietà, come nel caso del controllo di Caffè Borbone da parte di Italmobiliare, ma anche del Fondo Dea della Dé Agostini in Ekaf e altro, l’industria del caffè italiana sta accogliendo sempre di più i private equity.

Tra questi, il fondo QuattroR ha acquisito il 50% di Zanetti (ne abbiamo parlato qui). Da notare che il Massimo Zanetti Beverage Group nell’occasione è stato valutato 600 milioni di euro. Leggiamo di seguito parte dell’articolo di Sara Bennewitz per La Repubblica.

Il legame dell’industria del caffè italiana con i private equity

MILANO — Anche nell’industria del caffè crescere è un imperativo, i costi industriali e delle materie prime aumentano, i margini si assottigliano e avere una scala globale e dei punti vendita diretti per vivere l’esperienza del caffè diventa fondamentale.

Lavazza, uno dei grandi gruppi che ancora resta familiare, piuttosto che Illy o la stessa Segafredo Zanetti (che fa parte del gruppo Zanetti Beverage), sono marchi ora globali, ma nati in provincia partendo da una torrefazione, con una miscela proprietaria.

Nell’era Starbucks, partire da un bar di Torino, Trieste o Bologna come fatto rispettivamente da Lavazza (fondata nel 1895), Illy (1933) e Segafredo Zanetti (1952), e diventare un marchio globale, oggi sarebbe impossibile. L’Italia, che caffè non ne produce ma lo beve e ne fa un’esperienza conviviale (come il tè per gli inglesi) sul caffè è un’istituzione come con pasta e vino e come il cibo made in Italy.

Per questo il fondo QuattroR ha deciso di investire (interamente in aumento di capitale) circa una centinaio di milioni nella Massimo Zanetti Beverage, che, debiti compresi, è stata valutata oltre 600 milioni. Il gruppo è presente in 110 Paesi con 20 stabilimenti e un network di caffetterie proprietarie. Il fatturato domestico è inferiore al 10% dei ricavi, che a fine 2023 hanno superato quota 2 miliardi di euro.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Victoria Arduino al London Coffee Festival con Eagle Tempo, MyOne e PureBrew+

0
london coffee festival victoria
Victoria Arduino presente a The London Coffee Festival (immagine concessa)

LONDRA – Victoria Arduino, marchio italiano leader nella produzione di macchine professionali per caffè espresso dal design distintivo e dalle elevate performance, sarà al London Coffee Festival nello stand G15 per presentare a catene, torrefattori, baristi e coffee lovers una nuova soluzione capace di aprire a nuove possibilità business e nuove esperienze di gusto.

Victoria Arduino al London Coffee Festival

Black Eagle Maverick, la macchina da caffè espresso più performante di Victoria Arduino offer il dominio completo sulla temperatura, sull’infusione e sul vapore.

T3 Genius è un’evoluzione della tecnologia T3 in grado di offrire la stessa precisione e controllo, usando il 37% di energia in meno. La tecnologia T3 Genius è stata sviluppata per offrire al barista il massimo controllo sull’estrazione al fine di ottenere ottime performance e la massima efficienza.

Eagle Tempo, MyOne e PureBrew+

Dal punto di vista del cliente si presenta come una normale configurazione con una macchina e due macinacaffè, ma dal punto di vista dell’operatore si tratta di una vera e propria coffee station, composta da Eagle Tempo, MyOne grinder e PureBrew+, la nuova macchina in grado di preparare in modo semplice e veloce il PureBrew Coffee, un caffè filtrato unico nel suo genere.

Tra i prodotti esposti anche la famiglia E1 Prima con E1 Prima EXP . E1 Prima EXP libera la creatività ed esalta ogni ingrediente, creando tante ricette e cocktail a base di espresso, Pure Brew e latte grazie a tecnologie performanti ed estremamente semplici da usare. Per questo motivo, E1 Prima EXP è la macchina per caffè espresso a 1 gruppo dedicata ai curiosi, gli esploratori, gli amanti del bello, a tutti quelli che abitano ogni territorio del gusto e sognano oggi le tendenze di domani.

Presso lo stand G15 del London Coffee Festival, i visitatori potranno assistere ad alcune dimostrazioni dal vivo e sperimentare con le macchine da caffè e i macinacaffè Victoria Arduino.

Watch House presenterà una competizione di caffè con gadget esclusivi. Giovedì 11 aprile alle 10 James Thirwall di Canton Tea parlerà dell’ascesa del Matcha utilizzando E1 Prima EXP. Venerdì 12 aprile Jordan O’Shea di Assembly Roast sarà allo stand G15 per una dimostrazione davvero speciale da non perdere con E1 Prima EXP. Sabato 13 Aprile appuntamento allo stand con Hackey Gelato.

Resta aggiornato sugli eventi e le novità di Victoria Arduino seguendo la pagina Instagram @victoriaarduinoofficial.

Partinico: donna uccisa dall’esplosione della moka mentre prepara il caffè, valvola di sicurezza difettosa

0
moka partinico bicicletta
La moka (immagine: Pixabay)

Lucia Taormina, insegnante in pensione di 66 anni, è morta durante la preparazione del caffè. Durante i preparativi per la bevanda, la moka è esplosa per il malfunzionamento della valvola di sicurezzza e la donna è stata investita dai frammenti metallici e da una fiammata. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Quotidiano Nazionale.

La morte causata dall’esplosione della moka: valvola di sicurezza difettosa

PARTINICO (Palermo) – Celebrati il 6 aprile a Partinico i funerali della donna investita e uccisa dall’esplosione della sua moka di caffè. Lucia Taormina, insegnante in pensione di 66 anni di Borgetto, un centro con poco più di 7mila abitanti nella città metropolitana di Palermo, era stata trovata incosciente dal marito mercoledì.

Subito era stata ricoverata in gravi condizioni al pronto soccorso con lesioni e ustioni, e in seguito trasferita al reparto di rianimazione dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, dove era deceduta dopo 24 ore di agonia.

Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri la Taormina era in casa da sola, quando evidentemente ha deciso di prepararsi un caffè, un gesto normale di tutti i giorni a cui forse non si presta molta attenzione. Improvvisamente la moka è esplosa e la donna è stata investita dai frammenti e da una fiammata.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Gran Bretagna alza lo stipendio necessario per il permesso di permanenza: a rischio tutte le professioni nella ristorazione

0
caffetterie latte regno unito gran bretagna
La bandiera del Regno Unito

La Gran Bretagna è alla ricerca di esclusivi lavoratori qualificati. Il governo conservatore del premier Rishi Sunak, a caccia di un recupero di consensi elettorali in vista delle prossime elezioni, ha varato un pacchetto di provvedimenti contro l’immigrazione a tutela dei posti di lavoro per i britannici.

Per ottenere il permesso di lavoro sarà ora necessario ottenere uno stipendio minimo di 38.700 sterline annue (45.000 euro circa), contro le 26.200 di sterline (30.550 euro). Ciò mette a rischio professioni nella ristorazione e nella sanità. Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale del Tgcom24.

La legge anti immigrazione della Gran Bretagna

LONDRA – Entrata in vigore in Gran Bretagna la legge anti immigrazione voluta dal premier Rishi Sunak: per avere il permesso di lavoro sarà ora necessario ottenere uno stipendio minimo di 38.700 sterline annue (45.000 euro circa), in precedenza ne bastavano 26.200 di sterline.

E’ una batosta anche per i giovani italiani che andavano nel Regno Unito e si trovavano occupazione nella ristorazione o nella sanità ottenendo comunque salari più alti di quelli che avevano nel nostro Paese. Ora però il mito del cameriere o dell’infermiere italiano a Londra rischia di scomparire.

Si tratta di una stretta largamente preannunciata e focalizzata in particolare sugli ingressi dei migranti legali autorizzati a entrare nel Paese come “lavoratori qualificati”. Tutto è basato sul salario, il salario per ottenere il visto lavorativo passa da 26.200 a 38.700 sterline annue (45.000 euro circa).

Questa la soglia minima del contratto richiesto per concedere un visto lavorativo a stranieri chiamati a ricoprire ruoli e mansioni in settori economici spesso flagellati da grave carenza di forza lavoro nel Regno. La nuova normativa vieta inoltre il riavvicinamento familiare ai dipendenti esteri impiegati nella sanità britannica (Nhs) o nell’assistenza agli anziani.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

illycaffè con Kartell per la Milan Design Week tra innovazione e sostenibilità

0
illycaffè
La progettazione di illycaffè, in collaborazione con Kartell, del press office di Interni Magazine presso l'Università Statale di Milano (immagine concessa)

MILANO – Al via i preparativi di illycaffè per la Milano Design Week: addetti ai lavori e appassionati troveranno il brand leader globale del caffè di alta qualità sostenibile dentro e fuori il Salone del Mobile grazie ad eventi e collaborazioni all’insegna della bellezza, dell’innovazione e della sostenibilità, in perfetta sintonia con il tema guida della 62esima edizione della kermesse: “Materia Natura”.

In tutti i quartieri del design, tra vicoli e stradine milanesi, il blend illy 100% Arabica accompagnerà la scoperta delle ultime novità negli showroom di alcuni tra i più noti e sofisticati marchi come Dedon, Lissoni & Partners, Kartell, Molteni, Moroso, Interni, Phaidon e ancora Poltrona Frau, UniFor, Valcucine, Cappellini, We Are Ona e Il Giardino delle Idee, la prima mostra/laboratorio sulla nuova creatività responsabile di Vanity Fair.

illycaffè protagonista della Milan Design Week

Presso il quartiere Fiera Milano Rho, centro nevralgico della settimana, in qualità di coffee partner dell’evento, illy non mancherà nei diversi momenti di ritrovo, networking e pausa per architetti, designer e giornalisti: dalla Red Lounge all’International Business Lounge, senza dimenticare il Caffè della Stampa, dove sarà protagonista la linea di sedute realizzate in collaborazione con Kartell a partire dalle capsule di caffè di scarto: la sedia Re-Chair, creazione di Antonio Citterio.

La Milano Design Week sarà anche l’occasione per aggiungere un nuovo tassello alla collaborazione tra illycaffè e Kartell, che ha visto negli ultimi anni due eccellenze italiane unite per rafforzare un modello di produzione di economia circolare.

Dal 15 al 21 aprile il flagship store illy di Via Monte Napoleone si trasformerà grazie a un inedito allestimento dedicato al lancio di un nuovo prodotto realizzato con lo stesso processo di riciclo: la A.I. Console, nata dalla creatività di Philippe Starck attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

La A.I. Console creata con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (immagine concessa)

Novità assoluta di quest’anno sarà infine la progettazione di illycaffè, in collaborazione con Kartell, del press office di Interni Magazine presso l’Università Statale di Milano che sarà animato dall’installazione “Cross Vision for the Future”.

La Sala Stampa accoglierà i giornalisti, dal 15 al 28 aprile, in un mondo creativo capace di evocare, attraverso forme e colori, le terre lontane dove sorgono le piante di Arabica, dando vita a un viaggio sensoriale in cui il caffè – simbolo di un rituale quotidiano – è anche il crocevia di culture e tradizioni lontane.

Un allestimento, curato da Carlo Bach, direttore artistico di illycaffè, che mira ad evidenziare il know-how italiano in un confronto costruttivo con le culture di altri Paesi, approfondendo ricerca, innovazione, sperimentazione e seguendo i principi universali di sostenibilità e tutela dell’ambiente.

Anche questo spazio sarà infatti arredato con la linea di sedute e la nuova A.I. Console realizzata in collaborazione con Kartell a partire dalle capsule di caffè di scarto.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica.

Ogni giorno vengono gustate più di 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp.

Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 130 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 23 paesi del mondo. Nel 2023 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €595,1 milioni. La rete monomarca illy conta 159 punti vendita in 30 Paesi.

Peck presenta la nuova linea di torrefatti: tre miscele e quattro monorigine a cui si aggiungono quattro specialty a rotazione

0
caffè peck
Peck, la nuova linea di caffè (immagine concessa)

MILANO – La storica gastronomia milanese incontra il mondo del caffè con la sua nuova linea a marchio Peck. Da sempre nel dna del brand c’è la volontà di offrire il meglio ai propri clienti attraverso prodotti d’eccellenza: la stessa qualità si ritrova ora nella linea di caffè in grani pensata per trasformare un momento di pausa, tanto amato dagli italiani, in un’esperienza sensoriale da esplorare, apprezzare e a cui dedicare il giusto tempo.

Tre miscele, quattro monorigine e a rotazione quattro specialty, sono le proposte di Peck pensate per regalare un viaggio straordinario attraverso l’aroma e il gusto di un caffè di qualità superiore:

  • Le miscele 100% Arabica, Milano e Decaffeinato, rappresentano un incontro armonioso di chicchi provenienti da diverse parti del mondo.
  • I Monorigine Etiopia Sidamo, Colombia Supremo, Brasile Santos, India Kaapi Royale, espressioni pure e autentiche del terroir da cui provengono.
  • Gli Specialty: una selezione di caffè che si rinnova periodicamente e si caratterizza per la qualità superlativa, profili aromatici distintivi e note gustative ricche e complesse

La nuova gamma riflette perfettamente la cura di Peck per il dettaglio e la qualità delle materie prime nonché la scelta di una torrefazione di Milano a pochi passi dal flagship store come partner d’eccellenza.

Nascono così undici creazioni, risultato di una selezione accurata e di un processo di lavorazione attento, con l’obiettivo di rispecchiare a pieno l’anima di Peck.

Ogni varietà è proposta in un’elegante confezione colorata capace di esaltarne anche visivamente le caratteristiche.

La nuova linea di Caffè Peck è disponibile presso i 3 negozi Peck di Milano: la storica sede di via Spadari 9, Peck CityLife in Piazza Tre Torri, Peck Porta Venezia in via Salvini 3. Può inoltre essere acquistata online sul sito. Inoltre, le miscele 100% Arabica, Caffè Milano, Milano Dec, possono essere gustati direttamente al Piccolo Peck di Via Spadari.

Le tre miscele signature Peck (250 grammi)

 Le Miscele signature di Peck rappresentano una vera e propria arte, un incontro armonioso di chicchi selezionati con cura, provenienti da diverse parti del mondo. Ogni miscela nasce dalla passione e dall’expertise di chi sa combinare varietà diverse per creare esperienze gustative uniche e memorabili.

Queste composizioni sono frutto di una ricerca e di una conoscenza approfondita delle caratteristiche di ogni singolo chicco, dalla sua origine alla torrefazione, per esaltarne al meglio aromi e profili sensoriali.

100% Arabica

Una raffinata miscela dei migliori chicchi di solo Arabica provenienti da Brasile, Colombia ed Etiopia che si traduce in tazza in una bevanda di straordinaria dolcezza, con fini acidità floreali ed agrumate e note calde di cioccolato al latte, nocciole e pane tostato. Prezzo: 14 euro

Milano

La miscela “Milano” nasce dall’unione delle più pregiate origini di Arabica con uno dei migliori Robusta al mondo. Per un caffè dal corpo pieno ed equilibrato in cui prevale l’aroma di cioccolato fondente ed un retrogusto persistente di spezie, cardamomo e frutta secca. Prezzo: 13 euro

Decaffeinato

Dalla selezione dei migliori chicchi Arabica Centro e Sud Americani, uniti ai più pregiati Robusta lavati, nasce questa miscela decaffeinata che si contraddistingue per la sua delicata aromaticità, un corpo morbido e vellutato ed un piacevole retrogusto di cacao. Prezzo: 18 euro

I quattro monorigine Peck (250 grammi)

I caffè monorigine sono espressioni pure e autentiche del terroir da cui provengono, una celebrazione dell’unicità e della diversità che caratterizza ogni angolo del pianeta caffè. Questi chicchi, selezionati da una singola provenienza, racchiudono in sé le specificità climatiche, il suolo, l’altitudine e le tecniche agricole della loro regione, offrendo un’esperienza degustativa distintiva e irripetibile. Assaporare un caffè monorigine significa intraprendere un viaggio sensoriale diretto verso la sua origine, dove ogni sorso rivela note aromatiche e sfumature di gusto influenzate dal contesto geografico e culturale specifico. Attraverso i monorigine, è possibile esplorare storie di luoghi lontani, apprezzando la purezza e l’integrità di ogni chicco, come narratori di una storia che inizia nella terra e si conclude in tazza, offrendo una comprensione più profonda e personale del mondo del caffè.

Etiopia Sidamo

Dalla regione del Sidamo, in Etiopia, provengono i chicchi di Arabica lavati più pregiati. I suoi chicchi, piccoli ma eccezionali, si caratterizzano per l’elegante acidità in cui spiccano le note agrumate e dolci e un delicato sentore di fiori e petali di rosa. Prezzo:16 euro

Colombia Supremo

Originario della zona di Popayán, in Colombia, la varietà Supremo rappresenta una delle origini più apprezzate di questa regione ed è rinomata per l’inconfondibile aroma di cioccolato e caramello, al quale si accompagnano le caratteristiche acidità maliche della pesca e della prugna matura. Prezzo: 15 euro

Brasile Santos

Il Santos brasiliano, con i suoi rinomati chicchi, si contraddistingue per le sue caratteristiche dolci e aromatiche con leggeri sentori di mandorla. Un caffè dal corpo pieno e bilanciato che ha come tratto distintivo un marcato retrogusto di cacao. Prezzo:13 euro

India Kaapi Royale

Il Kaapi Royale è conosciuto come il re dei Robusta lavati. È spesso raffigurato con il simbolo di un elefante e un sedile con baldacchino, a significare la regalità indiana. Un caffè rinomato per il suo grande corpo e un profilo predominante di spezie e cioccolato in purezza. Prezzo: 12 euro

Gli specialty coffee Peck (125 grammi)

 A completare la linea di Caffè Peck, quattro specialty a rotazione. Questi caffè si distinguono non solo per la loro superiore qualità e rarità ma anche per l’attenzione dedicata a ogni fase del loro processo produttivo, dalla coltivazione alla raccolta, fino alla tostatura. La selezione di chicchi deve superare rigorosi standard di qualità oltre ad essere valutata e riconosciuta da esperti per le loro eccezionali caratteristiche sensoriali.

A questo si aggiungono le pratiche sostenibili, il rispetto per l’ambiente e per le comunità locali, al centro della filosofia degli specialty coffee, che punta a valorizzare il lavoro degli agricoltori e a garantire loro condizioni eque e sostenibili.

Assaporare uno specialty coffee significa immergersi in un’esperienza sensoriale senza pari, dove ogni tazza racconta una storia di unica bellezza e complessità. Questi caffè, grazie alla loro qualità superlativa e alla cura nella selezione, offrono profili aromatici distintivi e note gustative ricche e complesse, invitando a una degustazione consapevole e appagante che eleva il rito del caffè a un momento di puro piacere e scoperta.

Perù Luz Marina Rojas

Questo caffè proviene dalla fattoria El Guayaquil situata nel distretto Chirinos di Cajamarca, una delle zone più rinomate per il caffè di qualità in Perù. Viene coltivato sotto alberi ombrosi, tra guava e alberi da legname e, una volta raccolto, lavato e lasciato riposare per 16 ore prima di essere essiccato al sole. Prezzo: 9 euro

Etiopia Odaco

Questo straordinario specialty coffee è un micro-lotto proveniente dal villaggio Shantawene, nella regione del Sidamo, in Etiopia ed è stato chiamato “Odako” in omaggio alla cultura degli Shantawene. L’albero Odako è il punto d’incontro della comunità locale, dove vengono discussi e risolti potenziali conflitti. Prezzo: 18 euro

El Salvador San Carlos

Fondata nel 1980, la Cooperativa San Carlos si estende da 1.100 a 1.665 metri sul livello del mare sul monte Cacahuatique. L’area di lavorazione del caffè è situata a oltre 1400 metri in direzione nord-est, quella dei venti dominanti: una posizione perfetta perché aiuta a mantenere le temperature stabili per l’essiccazione caffè. Prezzo: 13 euro

Rwanda Horizon

Questo caffè arriva direttamente da Horizon, uno dei siti più belli della regione meridionale del Rwanda. Qui gli ananas crescono sui confini e gli alberi di avocado costeggiano la strada che porta al sito. Oltre 94 persone sono impiegate nella stazione, di cui il 70% del personale è costituito da donne. Prezzo: 10 euro

La Coppa della Perugina celebra 100 anni: in arrivo la 35° rievocazione storica della prima gara di velocità disputata in Umbria, 9-12/05

0
coppa della perugina
Una delle passate edizioni della Coppa della Perugina (immagine concessa)

PERUGIA – Prima gara di velocità in assoluto disputata in Umbria, la Coppa della Perugina celebra quest’anno 100 anni, arrivando alla sua trentacinquesima edizione grazie anche alla forte dedizione di CAMEP e Nestlé Perugina che ogni anno ne permettono la realizzazione.

La Coppa della Perugina festeggia 100 anni

Frutto della lungimiranza manageriale di Giovanni Buitoni, giovane rampollo della famiglia proprietaria della S.A. La Perugina che ha conferito il nome dell’azienda alla storica corsa, la Coppa della Perugina si è collocata in un momento storico in cui la velocità non solo ha rappresentato un cambiamento, ma ha anche ispirato l’arte. Tuttavia, l’innovazione maggiore è stata quella di abbinare, in un connubio perfetto, un evento sportivo ad un marchio commerciale, anticipando così le moderne sponsorizzazioni.

La Coppa della Perugina è stata definita il percorso più veloce d’Europa e si è sviluppata su un panoramico tracciato sicuro, costruito su una città inizialmente non strutturata per ospitare una gara di queste dimensioni. “Bastò l’annunzio della corsa per scatenare una vera e propria rivoluzione a Perugia. Si parlava dappertutto delle strade in pessime condizioni, della mancanza di tribune per gli spettatori, dell’assenza di uno spazio per le auto di coloro che avrebbero voluto assistere alla corsa” (Giovanni Buitoni – Storia di un imprenditore”, edito da Longanesi, 1972).

Tuttavia, la determinazione di Giovanni Buitoni, appassionato di corse automobilistiche, ha presto portato alla realizzazione di strade adeguate con parcheggi, curve sopraelevate e trattamenti speciali dello sterrato con residui di raffinazione del petrolio. Inoltre, sono state introdotte connessioni radiofoniche e telefoniche, riprese cinematografiche, tribune mobili realizzate con carrozze ferroviarie ed un montepremi pari a 250.000 lire.

Anche il marchio Perugina è stato fortemente presente su tutto il tracciato grazie soprattutto alla visione futurista di Federico Seneca, il quale ha esaltato l’evento con manifesti ed immagini dinamiche che incarnavano perfettamente la vivacità di Perugina.

La prima edizione nel 1924, ospitata lungo 16.700 metri di polverosa strada, ha avuto inizio con il fragore di un colpo di cannone. L’intera gara, composta da 15 giri, è stata completata in esattamente 2 ore, 46 minuti e 27 secondi, tempo record stabilito da Emilio Materassi. Il successo di questa prima edizione è stato tale da raggiungere una dimensione nazionale ed internazionale.

E così gli anni successivi ai nastri di partenza, oltre ai vincitori delle precedenti edizioni Materassi e Brilli Peri, ha gareggiato con un audace abito rosso anche la Baronessa Antonietta D’Avanzo, aprendo la strada alle donne pilota nei circuiti automobilistici. Da quel momento, l’evento ha assunto un carattere anche mondano, portando le signore, nelle successive edizioni, a sfoggiare le mises più esclusive.

Al richiamo motoristico del 1927, più ricco e stimolante degli anni passati, non ha resistito neppure Tazio Nuvolari, che è giunto nella città dei Baci Perugina conquistando il settimo posto grazie alla sua celeste Bugatti.

Oggi, la Coppa della Perugina continua a mantenere il suo fascino e viene rivissuta, ogni anno, in una raffinata versione che riporta sulle strade dell’Umbria un affascinante corteo di auto d’epoca rivivendo i fasti e le emozioni degli anni ruggenti a Perugia.

Quest’anno Il C.A.M.E.P. (Club Auto Moto d’Epoca Perugino), nel centenario di quella prima edizione e in stretta collaborazione con Nestlé, dà vita dal 9 al 12 maggio 2024 alla trentacinquesima rievocazione storica della Coppa della Perugina.

Per il quarto anno consecutivo l’evento fa parte del prestigioso progetto “Asi Circuito Tricolore”, rassegna di una selezionatissima lista di manifestazioni scelte dalla federazione all’interno del calendario nazionale per rappresentare il meglio del connubio fra motorismo storico nazionale, cultura e promozione del territorio.

Da sottolineare che a queste manifestazioni viene rilasciato il prestigioso patrocinio dal Ministero delle “Infrastrutture e Mobilità Sostenibili”, dal Ministero della Cultura, dal Ministero del Turismo e dall’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani).

In Umbria, per l’occasione sono attesi oltre cento equipaggi provenienti dall’Italia e dall’estero. Per tutti è come sempre la festa dello star bene insieme, accomunati dalla passione per il bello: paesaggi, natura, luoghi storici, opere d’arte, momenti di cultura ed eno-gastronomici, bellissime automobili.

In occasione del Centenario, anche Perugina è nuovamente protagonista nel cuore dell’acropoli attraverso una particolare iniziativa che coinvolge la preziosa memoria storica della Coppa della Perugina custodita al Museo Perugina. Oltre 40 esercizi commerciali di Corso Vannucci saranno infatti caratterizzati da una sorprendente ed originale rivisitazione della Coppa della Perugina che dal 1924 è anche evento di costume, catalizzando quindi usi, costumi e mode in continua evoluzione.

L’iniziativa è realizzata in collaborazione con l’associazione Perugia in centro ed il Fotoclub Al Garage di Elio.

Di seguito il calendario della trentacinquesima edizione della Coppa della Perugina. Il programma del 2024 si articolerà su quattro giornate e sarà ricco più che mai:

giovedì 9 maggio, durante l’accoglienza presso la fedelissima Concessionaria Ferrari-Maserati CDP Spa, si terrà una cerimonia alla presenza delle Istituzioni, di Poste Italiane, del Poligrafico dello Stato e di un rappresentante del Ministero delle Imprese e del Made in Italy per presentare con vivo orgoglio il francobollo commemorativo del Centenario della Coppa della Perugina.

Per questa speciale circostanza, il Poligrafico dello Stato ha scelto l’immagine del primo manifesto storico della Coppa della Perugina del 1924, disegnato da Federico Seneca, affermato direttore artistico dell’azienda dolciaria perugina già dal 1919. Lo stesso descriverà il suo movimento artistico di appartenenza così:

“Noi futuristi siamo stati i primi nel mondo a glorificare il canto dei motori, le lucentezze metalliche, le vertigini della velocita, la macchina, il grattacielo, il sole elettrico e con la poesia e con la pittura”.

Nel primo pomeriggio le auto lasceranno Ellera di Corciano per dirigersi a Campello sul Clitunno per la visita delle famose fonti. Seguirà l’accoglienza presso l’azienda oleare Marfuga a Trevi e successivamente la cena presso la Cantina Arnaldo Caprai.

Venerdì 10 maggio, al mattino gli equipaggi si dirigeranno a San Gemini per la visita culturale dell’antico borgo. A seguire raggiungeranno la residenza storica San Pietro Sopra le Acque per il pranzo. Nel pomeriggio il tour si sposterà a Todi per una breve visita del suo centro storico. La giornata si concluderà a Deruta con la cena di gala alla Tenuta Montenero, alla presenza dei Maestri cioccolatieri della Perugina.

Sabato 11 maggio al mattino il corteo delle auto raggiungerà Gubbio. E’ prevista la visita del centro cittadino e un intrattenimento musicale all’interno della sala comunale. Pranzo al ristorante Faro Rosso.

Nel pomeriggio il programma prevede una tappa di passaggio al Quasar Village per poi proseguire per il centro storico di Perugia: passerella con presentazione delle auto insieme ad un selezionato gruppo di moto centenarie: è interessante ricordare che negli anni venti la corsa delle auto era preceduta da quelle delle moto, quella stessa tipologia di affascinanti moto che sono state invitate a celebrare il sentito anniversario.

Visita della famosa opera “Trittico della velocità” del futurista Gerardo Dottori a Palazzo Penna: l’autore realizzò l’opera nel 1927 ispirato non a caso dalla Coppa della Perugina. Cena in centro storico e ancora passerella di chiusura in notturna delle auto e delle moto.

Come tradizione gli studenti del Liceo Artistico B. di Betto indosseranno i vestiti d’epoca realizzati con le loro sapienti mani durante il corso di studi, contribuendo così a creare l’atmosfera dei magnifici anni Venti.

Domenica 12 maggio al mattino ritrovo dei partecipanti presso la Gioielleria Bartoccini. Rievocazione storica della Coppa della Perugina e prova di abilità con arrivo negli stabilimenti Nestlé Perugina. A seguire visita della Casa del cioccolato, celebrazione delle premiazioni e pranzo di commiato nello stabilimento Nestlé Perugina.

Anche quest’anno la Coppa della Perugina aderirà al progetto Asi in favore del motorismo storico senza barriere, “Classica & Accessibile”, che vedrà schierati alla partenza degli equipaggi diversamente abili a bordo di queste magnifiche auto opportunamente modificate.

Fra i maggiori partners dell’edizione 2024 dell’evento si segnalano Nestlé-Perugina, Eberhard & Co. Watches, Susa Trasporti Spa, la Concessionaria Maserati CDP Spa e Basf Coating Gmbh con il proprio marchio di vernici Glasurit.

Infine, come consuetudine è attesa un’auto storica di servizio della Polizia di Stato, proveniente dal loro qualificato Autoparco storico. www.coppadellaperugina.cominfo@coppadellaperugina.com

La scheda sintetica del Gruppo Nestlé

Il Gruppo Nestlé, presente in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 per la produzione e distribuzione di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo.

Nel 2023 Nestlé ha celebrato 110 di presenza in Italia, rinnovando il suo impegno con azioni concrete per esprimere con i propri prodotti e le marche tutto il buono dell’alimentazione.

L’azienda opera in Italia in 9 categorie con un portafoglio di numerose marche, tra queste: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite  e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.

Caffè Galeotto, parla il roaster che ha imparato in carcere: “La miscela era un’abitudine ora è diventata una passione”

0
Domenico A., mentre tosta per Caffè Galeotto (foto concessa)
Domenico A., mentre tosta per Caffè Galeotto (foto concessa)

MILANO – Abbiamo già parlato del progetto di Caffè Galeotto portato avanti da Mauro Pellegrini, presidente di Panta Coop, cooperativa sociale che da oltre 20 anni si occupa di reinserimento lavorativo dei detenuti Carcere Rebibbia Roma. Ora torniamo a descrivere l’iniziativa della torrefazione e di tutti i passaggi nella trasformazione del verde, dalla sua selezione alla creazione della miscela con Domenico A., detenuto in art. 21 che recita: “I detenuti e gli internati possono essere assegnati al lavoro all’esterno in condizioni idonee”.

Domenico è un giovane romano che da quasi nove anni ha esplorato e consolidato questo mestiere e intanto, ha quasi raggiunto il traguardo della laurea in Lettere e Filosofia.

Domenico, ci racconti un po’ la storia che l’ha portata a scegliere di imparare a torrefare con Caffè Galeotto, il caffè le piaceva?

“Ho cominciato quasi nove anni fa a lavorare in torrefazione: prima bevevo molto caffè, ma facendolo come mestiere mi sono appassionato e ho voluto acquistare dei libri per comprenderne la storia, studiarne le modalità di consumo nei tempi passati, quando addirittura si usava come con il tè, il verde senza tostarne i chicchi.

In questo percorso sono stato affiancato da un ragazzo che tostava prima di me: è stato lui a farmi vedere come funzionava la macchina. Ho seguito un corso di roasting per imparare le nozioni di base e poi con il tempo ho sviluppato una certa esperienza attraverso la pratica.

In torrefazione abbiamo due macchinari, una Petroncini che che arriva ai 20 chili a conduzione termica e una da 150 (noi la usiamo per 120 chili) a convezione. Negli anni ho imparato a gestire grosse quantità e realizzare miscele sempre più omogenee. Ho perfezionato questa capacità, che è poi è il cuore della tostatura.

Mi trovo molto meglio con la Petroncini, perché riesco ad ottenere un risultato più costante. Ho anche sviluppato un mio metodo che ho perfezionato: quando svuotiamo la macchina dai 120 chili, ho notato che i primi chicchi non sono uguali agli ultimi. Allora ho cominciato a provare a spegnere il gas ancor prima di terminare la tostata, così la macchina all’ultimo cuoce soltanto con l’aria calda a 180 gradi.

Quando apriamo il portellone, la temperatura quasi si stabilizza. Tra uno spegnimento e un’accensione passa oltre un minuto e quindi riusciamo anche a non sforzare il bruciatore della macchina e consumiamo anche meno gas.

Prima facevamo tutti i giorni una media dalle 30 alle 35 tostate al giorno per fare 45mila chili di caffè al mese, ogni tostata durava dai 16 ai 17 minuti per 7 ore lavorative. Per Caffè Galeotto producevamo sino ai 900 chili al mese di grano, mentre ora siamo sui 700 chili al mese.

Mi piacerebbe molto provare a tostare dei monorigine. Ho seguito un corso di sommelier è mi viene spontaneo paragonare l’uva al caffè, ognuno con il suo sentore specifico: sarebbe bello cercare tutte queste caratteristiche nella single origin. Ancora però non ho avuto modo di esplorarle e assaggiarle, ma sono molto curioso di trovare gli aromi.”

Che cos’era il caffè prima e dopo di Caffè Galeotto per lei?

“Prima era un’abitudine: mi svegliavo e lo bevevo o con gli amici. Ora è una passione. Persino facendo l’Università di lettere e filosofia, ho incontrato un professore di antropologia appassionato di caffè e ci siamo messi a discuterne insieme: un libro me l’ha passato proprio lui, sulla storia della bevanda.

Ormai, quando mi capita durante i permessi di entrare nei bar, mi metto ad osservare il caffè utilizzato. È difficile trovarne di buono.

Con la torrefazione ho avuto modo di conoscere diverse origini: fin qui abbiamo trattato verde dal Centro e Sud America, Centro Africa, per l’Arabica dalla Colombia, Brasile, Honduras e anche dal Centro Africa. Mentre la Robusta la prendiamo dall’India: dal Vietnam non la prendiamo, perché è un caffè che ci ha convinto di meno.”

Le piacerebbe andare in piantagione una volta uscito?
“Certo, può essere tutto.”

Nel futuro cosa pensa di fare, continuare nel settore?

“Prima di entrare in carcere vendevo vino ed è per quello che ho insistito tanto per partecipare al corso di sommelier. Mi piacerebbe fare lo stesso con il caffè: ho acquisito molta esperienza e riesco ormai a riconoscere il verde e il crivello: saper individuare quanta Robusta e quant’Arabica c’è in una miscela e qual è il crivello, ti può aiutare a capire che qualità di caffè stai trattando e come sviluppare le percentuali in maniera corretta.

Per cui sì, l’idea è quella di continuare sempre nel settore caffè, magari approfondendo la teoria. Sto attualmente aspettando di discutere la mia tesi sul comportamento umano, partendo da quello anormale, studiando le norme, le leggi, sino a quello deviante, patologico e illegale.”

Com’è è riuscito a impegnarsi ad imparare questo mestiere e anche portare a termine un percorso di studio, nonostante il contesto?

“In questo posto c’è tanto tempo morto e star fermi fa tornare il cervello al problema e ai motivi che ti hanno portato dentro. Tutto è amplificato. Quando sono entrato non ero riuscito ancora a prendere il diploma delle superiori: qui invece ho terminato e ho fatto l’università. Così la testa è restata occupata e ho voluto e saputo sfruttare al meglio questo tempo dai 29 anni al mio ingresso a oggi, che ne ho 40.”

Miscela preferita?

“Primula rossa miscela da 80% Arabica e 20% Robusta, che abbiamo usato solo per avere un po’ più corpo e un po’ di crema in tazza. È la mia preferita perché abbiamo studiato molto per ottenerla, cucinando ciascuna monorigine, assaggiandole per trovare un connubio armonioso. Il lavoro che abbiamo fatto dal crudo alla miscela è stato complesso che mi ha dato parecchie soddisfazioni.

Ma quella invece che viene preferita è la Ricercato, 60% Arabica e 40% Robusta.”

Lei suggerirebbe ad altri nella sua condizione, di provare un progetto come Caffè Galeotto?

“Consiglierei di farlo ad altri nella mia situazione, ma avendo un minimo di preparazione alle spalle: molti si avvicinano senza conoscere un minimo il macchinario e prima di arrivare a tostare e a trasformare il chicco, bisogna comprenderne bene le dinamiche. Negli anni ho insegnato a tante persone a utilizzare la piccola. Purtroppo poi le persone se ne andavano e non siamo mai arrivati a insegnare a usare quella grande, ma sicuramente è un percorso che suggerirei di iniziare.”

Massimo Zanetti Beverage Group verso l’ingresso in Borsa a Wall Street entro 4 anni con il fondo QuattroR

0
massimo zanetti beverage group
Il logo del Massimo Zanetti Beverage Group

QuattroR, fondo di private equity che si distingue per promuovere lo sviluppo di imprese italiane, ha acquisito una quota del 50% di Massimo Zanetti Beverage Group S.p.A. con l’obiettivo di accelerarne la crescita e la creazione di valore a lungo termine (ne abbiamo parlato qui). Per QuattroR, una volta terminato il periodo d’investimento, potrebbe arrivare nel giro di tre o quattro il momento dell’Ipo, un’offerta al pubblico dei titoli di una società che vuole quotarsi per la prima volta su un mercato regolamentato, a Wall Street, la Borsa di New York.

L’idea sarebbe stata approvata dallo stesso Massimo Zanetti, presidente della società, il quale ha affermato che l’obiettivo è l’Ipo nel giro di 3-4 anni, probabilmente a New York. Leggiamo di seguito una parte dell’articolo di Carlo Festa per Il Sole 24 Ore che aveva già scritto sullo stesso tema qui .

Massimo Zanetti Beverage Group: obiettivo diretto all’Ipo

MILANO – Riassetto in porto per il caffè Segafredo. Il fondo QuattroR acquista il 50% di Massimo Zanetti Beverage Group con l’obiettivo di accelerarne la crescita e la creazione di valore a lungo termine. Il restante 50% resterà a Massimo Zanetti e alla sua famiglia. Il passo successivo, quando QuattroR terminerà il periodo d’investimento, potrebbe essere nel giro di 3-4 anni l’Ipo su una Borsa estera, probabilmente Wall Street. Zanetti Beverage Group era già quotato a Piazza Affari, ma si è delistato ad inizio 2021.

QuattroR entrerà principalmente attraverso la sottoscrizione di un aumento di capitale. Le nuove risorse saranno dedicate in gran parte a perseguire le opportunità di crescita, già individuate, oltre che a ridurre la leva finanziaria a livello di gruppo (con un’esposizione di circa 300 milioni).

L’obiettivo è consolidare la leadership europea del gruppo e rafforzare la presenza globale. Massimo Zanetti, presidente della società, continuerà a contribuire allo sviluppo. Fondato da Massimo Zanetti più di 50 anni fa, Massimo Zanetti Beverage Group è uno dei principali attori globali nel caffè.

Partendo dall’Italia ha conquistato i principali mercati in Europa, America, Asia e Middle East, sia attraverso sviluppo organico sia tramite acquisizioni.

Il mercato tricolore rappresenta meno del 10% del fatturato del gruppo, presente in 110 Paesi, con 20 stabilimenti e un network importante di caffetterie. Con un portafoglio di oltre 40 marchi, tra cui il rinomato Segafredo, il gruppo conta più di 3.300 dipendenti e ha chiuso il 2023 con un fatturato di 1,1 miliardi.

“L’investimento in Massimo Zanetti Beverage Group – sottolinea Francesco Conte, amministratore delegato di QuattroR – è in linea con il nostro impegno di valorizzare importanti marchi italiani presenti su scala globale”.

Il consiglio di amministrazione ha infine nominato come nuovo amministratore delegato Pierluigi Tosato, che vanta più di 25 anni di esperienza in grandi gruppi nel food&beverage.

Per leggere un articolo sullo stesso argomento su Il Sole 24 Ore basta cliccare qui .