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domenica 24 Novembre 2024
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Ernesto Illy International Coffee Award: svelata la giuria internazionale di esperti

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ernesto illy
Il logo dell'Ernesto Illy International Coffee Award (immagine concessa)

TRIESTE – illycaffè annuncia i nomi della giuria che selezionerà il vincitore del premio “Best of the Best” dell’Ernesto Illy International Coffee Award 2024, il riconoscimento intitolato alla memoria di Ernesto Illy, figlio del fondatore dell’omonima azienda, che celebra oltre tre decenni di collaborazione virtuosa con i produttori di caffè.

Brasile, Costa Rica, El Salvador, Etiopia, Guatemala, Honduras, India, Nicaragua e Ruanda sono i paesi dai quali provengono i 27 produttori, 3 per ogni paese, che quest’anno si sono aggiudicati l’accesso alla finale.

Ernesto Illy International Coffee Award: la giuria internazionale

I giurati si incontreranno il 12 novembre prossimo a New York per degustare i caffè scelti dai laboratori di qualità illycaffè, che durante l’anno hanno analizzato i campioni del raccolto 2023/2024 e selezionato i migliori lotti e produttori, basandosi sia su parametri qualitativi che di sostenibilità.

La giuria dell’Ernesto Illy International Coffee Award 2024 comprende Massimo Bottura, chef patron di Osteria Francescana e di Casa Maria Luigia e fondatore di Food for Soul, organizzazione no-profit che combatte lo spreco alimentare e l’isolamento sociale. Come riconoscimento del suo impegno umanitario e ambientale, Bottura è stato nominato nel 2020 Goodwill Ambassador per il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente e, più recentemente, SDG Ambassador.

Nel 2020 l’Osteria Francescana ha ricevuto la prestigiosa Stella Verde Michelin per la sostenibilità; Viki Geunes, chef e proprietario del ristorante Zilte di Anversa, detentore di tre stelle Michelin, noto per i suoi piatti creativi e visivamente incantevoli; Felipe Rodriguez, Head Chef per tutti i ristoranti del Rosewood Complex a San Paolo, è oggi uno dei più grandi chef del Sudamerica con una formazione che passa per esperienze con grandissimi cuochi europei e peruviani. Ci sono poi tre degustatori professionisti, Vanúsia Nogueira, Direttore Esecutivo dell’International Coffee Organization, figlia di un produttore di caffè ha maturato un’ampia esperienza sul prodotto ricoprendo diversi incarichi per associazioni che operano nei mercati del caffè di qualità; Felipe Isaza, degustatore professionista Q Grader Arabica e membro del Consiglio di Amministrazione del Coffee Quality Institute oltre che giurato internazionale ai concordi di degustazione; Dessalegn Oljirra Gemeda,  degustatore professionista Q Grader e consulente privato per gli esportatori di caffè etiopi, in passato ha lavorato per l’Ethiopian Coffee & Tea Authority, l’Ethiopian Coffee Exchange, TechnoServe, Oxfam.

A loro si uniscono tre giornalisti esperti. Si tratta di Vanessa Zocchetti, caporedattore per la sezione lifestyle di Madame Figaro, scrive di gastronomia e design; Sebastian Späth, caporedattore di Falstaff, la principale rivista tedesca di cibo e lifestyle, con una grande esperienza in arte, cucina, moda e design; Josh Condon, caporedattore di Robb Report, una delle principali riviste di lusso americane.

La giuria prevede 3 degustatori professionisti, 3 illy Chef Ambassador internazionali, 3 giornalisti esperti. Una combinazione di esperienze multidisciplinari che, unite, possono cogliere le complesse sfumature dei caffè che illy considera i migliori al mondo, per scegliere il “Best of the Best”.

Anche i consumatori saranno invitati a testare i 9 caffè finalisti e ad esprimere la loro preferenza attraverso una serie di degustazioni cieche organizzate nei flagship illy di tutto il mondo nelle settimane precedenti il premio. Il caffè più votato dai consumatori vincerà il premio “Coffee Lovers’ Choice”.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica.

Ogni giorno vengono gustate più di 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp.

Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 130 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 23 paesi del mondo. Nel 2023 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €595,1 milioni. La rete monomarca illy conta 159 punti vendita in 30 Paesi.

Ecco il miele allucinogeno dell’Himalaya da 400 dollari per 200 grammi

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Himalaya (immagine: Pixabay)

Lo youtuber Ruhi Çenet si è recato in Nepal per raccontare la storia del miele allucinogeno raccolto, a rischio della propria vita, dalle tribù del posto. Si tratta di un prodotto rarissimo che, se assunto in ingenti quantità, può diventare tossico e causare un avvelenamento. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Biagio Chiariello per il portale d’informazione Fanpage.

Il miele allucinogeno dell’Himalaya

NEPAL – Nelle remote montagne del Nepal, le tribù Gurung raccolgono un miele molto raro con effetti allucinogeni, dovuti alla presenza di graianotossina, una tossina presente in alcune piante della famiglia delle Ericaceae, come le azalee e i rododendri.

Il risultato è un prodotto molto più scuro rispetto al miele tradizionale, di colore rossastro, che agisce come uno stupefacente. Lo youtuber Ruhi Çenet si è recato nelle alture dell’Himalaya per scoprirne i segreti, arrivando persino a provare un po’ di questo “miele pazzo”.

Il miele pazzo è prodotto dall’Apis laboriosa, l’ape mellifera più grande al mondo (tre volte la dimensione di un’ape operaia media) e dotata di pungiglioni lunghi che possono penetrare facilmente gli indumenti.

La superficie del favo è ricoperta da uno strato nero di api, composto da circa 100.000 esemplari. Ogni colonia costruisce un singolo favo verticale, esposto su scogliere, che può raggiungere fino a un metro di lunghezza.

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Pompadour lancia la nuova tisana Ciclo sereno a sostegno della Fondazione Veronesi

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La tisana Ciclo sereno (immagine concessa)

BOLZANO – Pompadour sceglie ottobre, mese della prevenzione femminile, per lanciare la sua nuovissima tisana Ciclo sereno da agricoltura biologica a sostegno della Fondazione Veronesi. La tisana Ciclo sereno unisce le proprietà dell’achillea, pianta tradizionalmente nota per contrastare i dolori del ciclo mestruale e per regolarizzarne il flusso, a finocchio, verbena, salvia, passiflora e calendula.

La tisana Ciclo sereno di Pompadour

Questa accurata selezione di erbe biologiche, sapientemente miscelate per le loro funzioni lenitive e calmanti, unite al calore della tisana, possono contribuire ad alleviare i dolori del ciclo rendendola l’alleata perfetta per non perdere il sorriso neanche in quei giorni.

Un progetto che Pompadour, azienda al 74% femminile, sceglie di sposare proprio con una tisana rosa come il nastro simbolo dei tumori femminili. Un’infusione pensata dalle donne.

Come partner l’azienda ha scelto Fondazione Veronesi che da anni finanzia la ricerca medico- scientifica per la prevenzione, la diagnosi e la cura dei tumori, promuovendo al contempo l’adozione di corretti stili di vita.

Aspetto quest’ultimo che la lega all’azienda Pompadour, che con le sue tisane 100% naturali e prive di zuccheri, da sempre promuove l’importanza di un corretto regime alimentare. Per ciascuna confezione venduta l’azienda donerà 0,30€ a supporto della ricerca scientifica nel campo dell’oncologia femminile.

Prezzo consigliato al pubblico a 2,99 euro.

Super/ipermercati, Drugstore, Pompadour Shop Milano (C.so Magenta, 25) e online shop.

Il punto sul dirty coffee insieme ai professionisti specialty, Luca Palazzi (Fax Factory) e Andrea Lattuada (9bar): c’è chi lo ama e chi lo definisce soltanto una moda

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Il dirty coffee preparato espressamente da Andrea Lattuada (credits Andrea Lattuada)

MILANO – Le mode che arrivano in Italia, spesso in ritardo e spesso dall’Oriente, ciclicamente ritornano e fanno notizia sul web sotto forma di tendenze travolgenti: ultimamente si sente tanto parlare del dirty coffee, che secondo le leggende online avrebbe avuto origine a Tokyo nel 2010 come spesso accade, in seguito ad un incidente di percorso – in tutti i sensi -.

L’ideatore infatti, dovrebbe essere stato Katsuyuki Tanaka, fondatore del Bear Pond Espresso di Tokyo, che per ovviare al problema dell’annacquamento del caffellatte freddo di cui si era lamentata una sua conoscente, ha pensato alla soluzione: versare direttamente la tazza di espresso caldo nel latte ghiacciato, e conferire in questo modo un’interessante stratificazione (fenomeno di cui abbiamo parlato tempo addietro qui e qui) che è anche scenica – o instagrammabile -.

Questo – letteralmente – “caffè sporco” non è altro che un espresso in single o double shot, versato lentamente in un bicchiere di latte freddo. Ricorda qualcosa, ovvero una ricetta base latte che non conosce l’influenza delle mode: l’iced latte. Che però, ricordiamo, ha il ghiaccio.

E allora, possiamo davvero parlare di novità? Può considerarsi un buon modo per parlare di espresso di qualità?

Ne abbiamo parlato con diversi operatori che di miscelazione ne sanno qualcosa: Luca Pallazzi uno dei titolari di Fax Factory e Andrea Lattuada di 9bar Coffee Academy and Shop.

Dirty coffee: così, a caldo – o forse meglio dire a freddo – le sensazioni di alcuni professionisti

Luca Palazzi a lavoro (credits, Valentina de Santis)

Luca Palazzi apre il dibattito: “I trend di questo genere sono dei fenomeni che andrebbero studiati a fondo. Se è vero come ho letto in giro online, che il dirty coffee nasce quando una cliente ha ordinato un caffellatte freddo con ghiaccio da portar via, che poi camminando si è sciolto annacquando la bevanda, mi viene da pensare come prima cosa che il bar e la meta finale dovevano avere circa 5/6 km di distanza uno dall’altra.

Voglio dire che bisognerebbe partire dalle basi per rendere credibile una buona fesseria: serve una bella leggenda metropolitana dietro. Quindi, a parer mio ci troviamo nuovamente di fronte al solito e inutile trend caffeicolo su cui si ricama con un po’ di classico storytelling. Per il resto non mi esprimo, o forse già l’ho fatto?

Concludo dicendo che il dirty coffee, la sua composizione ed esecuzione non è altro che un iced latte senza ghiaccio, quindi, teoricamente, non è stato inventato niente.

Per chiudere in bellezza, Andrea Lattuada un po’ controcorrente, spezza più di una lancia per questo abbinamento:

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Andrea Lattuada (immagine concessa)

A me piace da matti. Perché? Perché avvicina le persone agli specialty coffee. Bevo ogni mattina il dirty coffee, anche d’inverno, ma fatto con la bevanda vegetale all’avena fredda dal frigo.

Sensorialmente fa percepire meglio il caffè versato sopra. Per chi non è abituato a bere specialty, il latte aiuta a far emergere con la sua base fredda e dolce, la sua consistenza più cremosa che restituisce una buona mouth feel, valorizza già dai primi sorsi i flavour del caffè usato, sdrammatizzando.

Il dirty coffee a siistra con il latte vaccino e a sinistra con la bevanda vegetale a base di avena (credits Andrea Lattuada)

Rispetto all’iced latte il vantaggio è quello di poterlo servire senza ghiaccio e inoltre in questo caso la parte di latte risulta più predominante, perché si parte da 180 ml ma si può arrivare sino ai 240 ml (contro i 70-80ml nel dirty coffee) e 30 ml di caffè.

E poi il dirty coffee non si miscela, quindi la sensazione della temperatura che cambia man mano che si beve (a differenza dell’iced latte che è già mischiato e con il ghiaccio) è piuttosto piacevole.

Secondo me può funzionare soprattutto tra i giovani in Italia, che vogliono avvicinarsi al caffè di qualità. Trovo il dirty coffee la prima ricetta che non nasconde il sapore del caffè, ma può esaltarlo. Tante persone bevono l’espresso macchiato perché è imbevibile altrimenti.

Logicamente si deve partire sempre dalla qualità della materia prima, usando il caffè di una certa qualità. Ad esempio i caffè fermentati, se bilanciati correttamente nel dirty coffee, diventano eccellenti.

Quindi, in definitiva, se è una bevanda che serve a far bere l’espresso buono e di qualità, a chi prima non lo beveva, ben venga.”

Starbucks: algoritmi, pennarelli e orgoglio per rilanciare il numero uno mondiale delle caffetterie

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Il logo di Starbucks

MILANO – Duecentomila pennarelli per rilanciare la catena di caffetterie più grande del mondo, in affanno dopo tre trimestri consecutivi di vendite in declino: in tempi di algoritmi e automazione robotica fa un po’ sorridere la decisione del nuovo ceo di Starbucks Brian Niccol di ripartire dagli acquisti di cancelleria. Scopo di questa colossale fornitura di “strumenti di scrittura analogici” decisa da Niccol: dotare tutti i baristi di un pennarello con il quale segnare a mano, sul bicchiere da asporto, il nome del cliente ed eventuali commenti, ravvivando una tradizione della catena.

Niccol vuole inoltre reintrodurre i contenitori portacondimenti sui banchi dei locali, consentendo così al cliente di personalizzare da sé la bevanda ordinata, alleviando così il carico di lavoro del barista.

Il piano di rilancio del numero uno mondiale delle caffetterie è stato illustrato da Niccol in una call che si è svolta il 30 ottobre.

Parola d’ordine: ottimizzare la gestione delle comande e il flusso del servizio. Ma anche rilanciare la dimensione di terzo luogo, in cui incontrarsi e socializzazione in un ambiente caldo e accogliente.

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IMF presenta l’innovazione e la sostenibilità al Gulfood Manufacturing: un decennio di crescita esponenziale nel settore del caffè

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IMF al Gulfood Manufacturing (immagine concessa)

OCCHIOBELLO (Rovigo) – IMF rafforza la propria presenza nel Medio Oriente partecipando al Gulfood Manufacturing, principale destinazione per toccare con mano tecnologie avanzate per il futuro della produzione alimentare, in programma dall’5 al 7 Novembre 2024 al Dubai World Trade Centre.

Dal 5 al 7 novembre IMF sarà presente al Gulfood Manufacturing presso lo stand S3-C55, padiglione Shk Saeed Hall 3

Negli ultimi dieci anni, IMF ha avuto una crescita esponenziale, non solo per la tecnologia offerta, ma anche per la sua capacità di adattarsi alle esigenze del mercato internazionale.

L’azienda, pur mantenendo il 100% della produzione in Italia, esporta oltre il 60% del suo fatturato sui mercati esteri, consolidando la sua presenza globale anche grazie ad una efficiente assistenza tecnica.

Questo approccio ha permesso all’azienda di conquistare una clientela fidelizzata in Europa, Asia, Medio Oriente e nelle Americhe.

L’espansione della società di Occhiobello è il frutto di una strategia mirata, che ha visto tutto il team concentrarsi verso una direzione comune, basata sull’innovazione tecnologica, la sostenibilità e l’attenzione alle esigenze specifiche dei clienti in ogni parte del mondo.

Tutti i modelli IMF sono dotati di un particolare sistema di ricircolo di aria calda pulita attraverso un’unica caldaia a doppia funzione, che consente di generare l’energia necessaria per il processo di tostatura e allo stesso tempo di ridurre le emissioni, garantendo così un notevole risparmio energetico con significativa riduzione dei costi di produzione.

Il controllo dei profili e l’impostazione dei parametri di tostatura sono garantiti dal software di gestione integrato sia nei modelli di taglia industriale sia in quelli di più piccola capacità particolarmente adatte per specialty coffee.

Impianto industriale completo (foto concessa)

Continua innovazione al servizio dei torrefattori, tecnologia made in Italy, ecosostenibilità e grande conoscenza del caffè verde caratterizzano l’offerta di IMF, che dà appuntamento ai propri clienti e a tutti i professionisti del settore presso lo Stand S3-C55, padiglione Shk Saeed Hall 3 al Dubai World Trade Centre.

Nasce VEA Group dalla fusione di Carimali, Elektra, Heylo e Bellezza

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Il logo VEA Group

CHIGNOLO D’ISOLA (Bergamo) – Nasce VEA Group SpA, società creata dalla fusione per incorporazione in Carimali SpA, di Elektra Srl, Heylo Srl e Bellezza Srl. A partire dal 1 novembre 2024, VEA Group subentra nei diritti e negli obblighi delle società incorporate, assicurando la continuità di tutti i rapporti giuridici, attivi e passivi, precedenti alla fusione. Questo traguardo rappresenta un passo importante nel percorso di innovazione e consolidamento del Gruppo, che rafforza la sua posizione di leadership nel settore delle tecnologie per il caffè.

La nascita di VEA GROUP

La fusione favorirà ulteriormente l’efficienza operativa, potenziando le sinergie e semplificando l’offerta commerciale dei brand. Il Gruppo VEA continuerà a valorizzare i punti di forza di ciascun brand, ampliando il suo portafoglio di prodotti e servizi con un’offerta ancora più ricca e diversificata.

Umberto Doglioni Majer, ceo del Gruppo VEA, ha commentato: “Questa riorganizzazione rappresenta un’evoluzione naturale per la nostra azienda. Ci permette di ottimizzare le nostre competenze, le risorse e la passione che accomuna i nostri brand. Con l’unificazione, saremo in grado di offrire soluzioni ancora più avanzate ai nostri clienti, mantenendo al contempo l’identità e l’eccellenza distintive di ogni brand. Questo ci consentirà anche di investire ulteriormente nello sviluppo di nuovi prodotti, rafforzando la nostra leadership nel settore del caffè.”

Particolare attenzione è stata posta nell’assicurare una transizione fluida per clienti, partner commerciali e dipendenti, mentre resta inalterata la struttura azionaria. Questa fusione segna l’inizio di un nuovo capitolo per il Gruppo VEA, che continuerà a perseguire la sua visione di innovazione, sostenibilità e crescita globale.

 

Alessandro Spadola, Caffè Moak: “Prevista crescita del fatturato di 1 mln nel 2024”

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Alessandro Spadola, ceo di Caffè Moak (foto concessa)

Caffè Moak, la torrefazione di Modica a Ragusa, ambisce a chiudere l’anno in crescita con novità in termini di prodotto. L’anno scorso l’azienda ha raggiunto un ricavo di 25 milioni di euro arrivando a +37% sul 2022. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato sul portale PamBianco News.

L’obiettivo di Caffè Moak

MODICA (Ragusa) – Dopo un 2023 chiuso a 25 milioni di euro di ricavi (+37%), Caffè Moak, azienda di Modica (Ragusa) specializzata nella produzione di caffè, punta a chiudere un 2024 in crescita e arricchito di novità in termini di prodotto. Nell’anno in corso, “l’andamento delle quantità è abbastanza stabile, ma il fatturato risulta più alto grazie alle dinamiche di prezzo”, spiega a Pambianco Wine&Food l’amministratore delegato Alessandro Spadola, figlio del fondatore Giovanni e alla guida dalle torrefazione siciliana insieme alla sorella Annalisa, direttore marketing & comunicazione.

Nel canale Horeca, “abbiamo già implementato un aumento dei listini tra l’8% e il 10%, mentre all’estero, dove abbiamo dei distributori, abbiamo applicato incrementi anche del 20-25 per cento”. Nel complesso, “prevediamo di accrescere il fatturato nell’ordine di un milione di euro nel 2024, con un aumento ancora più significativo previsto per il 2025”.

Nel frattempo, “stiamo lavorando sugli indici di redditività – prosegue Spadola – che già nello scorso esercizio mostravano segni di miglioramento, con un ebitda margin al 10 per cento. Cifra che stiamo cercando di mantenere anche quest’anno, sebbene non sia un compito facile, considerando che i prezzi all’origine hanno messo a segno un ulteriore aumento pari al 40 per cento “. Per farlo, “abbiamo avviato un progetto di razionalizzazione di alcuni processi, poiché non possiamo trasferire completamente l’aumento dei costi sul prezzo finale”.

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Bazzara trionfa a Milano ai Luxury Food&Beverage Quality Awards con i nuovi blend Panarabica

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Le nuove luxury blend Panarabica (immagine concessa)

MILANO – Bazzara Caffè, rinomata torrefazione artigianale triestina, è stata premiata per il secondo anno consecutivo ai Luxury Food&Beverage Quality Awards 2024. La giuria, composta da alcuni dei più celebri chef italiani tra cui Alessandro Pipero, Andrea Berton, Davide Caranchini, Enrico Cerea, Fabrizio Albini, Francesco Sarno, Gennaro Esposito, Gian Piero Vivalda, Giancarlo Morelli, Giuseppe d’Errico, Isa Mazzocchi, Mauro Elli, Paola Bertinotti e Theo Penati, ha scelto di riconoscere l’eccellenza della linea di luxury blends Panarabica come miglior caffè da selezione in un contesto che ha visto la partecipazione di realtà caffeicole provenienti dall’intero territorio nazionale.

La cerimonia di premiazione si è svolta lunedì 4 novembre in occasione di Golosaria Milano, l’iniziativa dove si racconta il meglio dell’agroalimentare italiano, per la prima volta presso la nuova location nel padiglione 5 di Fiera Milano a Rho.

Linea Panarabica Bazzara, un viaggio sensoriale fra tre continenti

La linea Panarabica è stata premiata per le sue tre miscele 100% Arabica che, nella loro ricercata complessità, portano in tazza un trionfo di equilibrio e contrasti che racchiudono la ricchezza di tre continenti. Ogni tappa di questa straordinaria avventura svela aromi e sapori eccezionali che si intrecciano come un itinerario cartografico che dapprima attraverserà le terre dell’America da Nord a Sud, per poi condurre, sorso dopo sorso, nel cuore della culla dell’umanità ed infine alla scoperta delle antiche tradizioni asiatiche.

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Il trionfo di Bazzara ai Luxury Food&Beverage Quality Awards (immagine concessa)

Panamericana: la bontà di una miscela che ripercorre l’intero continente americano. Grazie alle undici arabica utilizzate, sentori di frutta esotica e polpa di cacao si fondono con note di pasticceria, regalando un sapore dolce ed equilibrato.

Panafricana: l’essenza del continente africano in un’unica miscela. Dai sentori minerali delle terre africane emergono note agrumate e vinose, rivelando un gusto inconfondibile.

Panasiatica: da un viaggio lungo l’antica via delle spezie, nasce una miscela dove la corposità sciropposa riconcilia i sentori audaci delle vette del Nepal e i frutti delle foreste indonesiane, un finale pepato sorprende l’assaggiatore con il richiamo alle tipiche spezie dei mercati indiani.

Questo itinerario sensoriale è stato ideato da Marco Bazzara, Quality manager, Q-grader e Academy Director della Bazzara Academy, in un percorso durato anni nel calibrare alla perfezione i profili di queste complesse ricette che danno vita ad un prodotto veramente ricercato. “A supporto, nella selezione delle migliori varietà di arabica, c’è la competenza di importanti aziende del settore”, spiega Marco Bazzara, “infatti vorrei ringraziare per la rilevante collaborazione le aziende partner fra le quali ci sono, in primis, Alkaff e Bero, Villa, Bestcoffee, LBF, Sister’ coffee e, non di meno, i tanti piccoli produttori nei paesi di origine per la loro massima assistenza”.

Luxury Food&Beverage Quality Awards 2024

Sul palco Angelo Frigerio, Direttore di Tespi Mediagroup, e il giornalista Tommaso Farina hanno condotto l’evento, lasciando l’onore di consegnare il prestigioso riconoscimento allo chef stellato Mauro Elli de Il Cantuccio. A rappresentare Bazzara sono saliti sul palco Cristina Gallo, Brand Manager, e Adriano Rosso, Art Director di Bazzara Caffè.

“Ottenere questo riconoscimento per il secondo anno consecutivo è una soddisfazione immensa per l’intero team, soprattutto considerando che si tratta di una linea nuova che è stata lanciata solamente ad ottobre 2023” – afferma Cristina Gallo. “Il prestigio del titolo è avvalorato dai grandi nomi degli chef che compongono la giuria – che non passano inosservati -, ed è per noi un’importante conferma che la gamma Bazzara Luxury Blends, composta dalle tre miscele Panarabica e dalla miscela Dodicigrancru, premiata lo scorso anno, riscontra l’apprezzamento auspicato”.

“Il nostro cliente ideale è un consumatore di fascia alta: una persona sofisticata, capace di apprezzare sia la qualità del prodotto che l’eleganza con cui viene presentato” – aggiunge Adriano Rosso. “Nel mondo del lusso e dell’alta ristorazione si ambisce a creare una vera e propria esperienza volta a stupire il consumatore. Per questo il nostro obiettivo, quando qualcuno assapora un caffè Bazzara, è riuscire a regalargli un momento di pura gioia, che venga identificato come un “piccolo lusso quotidiano” e questo premio certifica che siamo sulla strada giusta.”

Durante il concorso, sono stati selezionati i migliori prodotti di alta gamma suddivisi in 11 categorie, tra cui ovviamente il caffè da selezione. Tutti i prodotti sono stati assaggiati e giudicati da una giuria di eccellenza composta da chef e professionisti del settore dell’alta ristorazione. La linea Panarabica è stata dunque selezionata come miglior prodotto di categoria fra una selezione di affermati caffè italiani, consolidando ulteriormente la reputazione di Bazzara nel panorama caffeicolo di eccellenza sul territorio nazionale e non solo.

La linea Panarabica luxury blends è disponibile attraverso l’e-commerce di Bazzara nella versione in grani in sacchetti da 250g e 1kg.

Fipe, Gruppo donne imprenditrici: Valentina Picca Bianchi rieletta presidente

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Valentina Picca Bianchi rieletta presidente del Gruppo donne imprenditrici di Fipe (immagine concessa)

ROMA – Fipe Federazione italiana pubblici esercizi annuncia la rielezione di Valentina Picca Bianchi come presidente del Gruppo donne imprenditrici di Fipe. Un incarico che Valentina Picca Bianchi continuerà a ricoprire con la stessa dedizione e visione innovativa che ha caratterizzato il suo primo mandato, durante il quale la considerazione verso il ruolo delle donne nel settore della ristorazione e dei pubblici esercizi ha compiuto importanti progressi.

Fipe: Valentina Picca Bianchi presidente del Gruppo donne imprenditrici

Sotto la sua guida, il Gruppo donne imprenditrici ha consolidato la sua posizione come voce autorevole nel panorama imprenditoriale, promuovendo la leadership femminile e l’innovazione nel settore dei pubblici esercizi.

Tra i traguardi raggiunti, va sottolineata la crescita della partecipazione femminile nelle posizioni di leadership aziendale. Oggi, oltre il 28,9% delle imprese di ristorazione in Italia è gestito da donne, con picchi del 33,1% nei bar.

Sono stati poi numerosi i corsi di formazione per lo sviluppo delle competenze manageriali e le iniziative per la promozione della parità di genere, sensibilizzando sui modelli di business inclusivi e sulla conciliazione vita/lavoro. Grande attenzione è stata rivolta al contrasto alla discriminazione di genere con il progetto #sicurezzavera che, grazie alla collaborazione con la Polizia di Stato, ha raggiunto più di 40 città del Paese, rafforzando il ruolo dei Pubblici Esercizi come presidi di sicurezza per le donne, contro ogni forma di violenza e discriminazione.

Temi centrali del mandato sono stati, infine, la sostenibilità e l’innovazione digitale: il 30% delle imprese guidate da donne ha adottato pratiche sostenibili, con particolare attenzione alla riduzione degli sprechi e all’uso di materiali ecocompatibili. Al tempo stesso, il 25% delle aziende ha avviato processi di digitalizzazione, sfruttando le potenzialità dell’e-commerce e delle nuove tecnologie per migliorare l’efficienza e la presenza sul mercato.

Nel prossimo mandato, Valentina Picca Bianchi intende rafforzare ulteriormente l’impegno del gruppo con nuovi obiettivi ambiziosi. Come il favorire l’accesso a finanziamenti e risorse per le donne imprenditrici: attraverso partnership strategiche con istituzioni finanziarie, il Gruppo vuole agevolare il credito e l’accesso ai fondi per sostenere lo sviluppo di nuove imprese femminili.

E’ inoltre necessario continuare a promuovere l’innovazione digitale, puntando a far sì che almeno il 50% delle imprese gestite da donne entri nel processo di digitalizzazione nei prossimi cinque anni. Nonostante i passi avanti, la parità di genere rappresenta ancora un obiettivo da raggiungere, per raggiungere l’equità salariale, per incentivare la conciliazione tra vita lavorativa e privata e facilitare l’accesso delle donne a posizioni di leadership. Infine, la sostenibilità rimane un tema centrale per il futuro del settore e il Gruppo si pone l’obiettivo di aumentare del 20% il numero di aziende che implementano politiche di sostenibilità nei prossimi cinque anni.

“Fipe sostiene con senso di responsabilità l’impegno del suo Gruppo Donne, non solo per valorizzare la forte funzione professionale che le imprenditrici hanno nel settore, dove portano capacità, determinazione e visione, ma anche per colmare il forte gap, che nonostante i significativi passi avanti, oggi si registra sulla diversità di genere nella nostra società. Auguro al nuovo Consiglio e alla presidente Valentina Picca Bianchi di continuare questa opera, che ha una forte valenza sociale e culturale, oltre che economiche” Così Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio.

“Sono profondamente onorata di questa rielezione e grata per la fiducia che mi è stata nuovamente accordata. Questi anni sono stati ricchi di sfide e risultati, ma il lavoro da fare è ancora tanto. Continuerò a impegnarmi per sostenere le donne imprenditrici, affinché possano crescere, innovare e affrontare il futuro con coraggio. La mia missione – prosegue Valentina Picca Bianchi – è quella di potenziare le opportunità per le imprenditrici nel nostro settore, favorendo l’accesso a risorse e formazione che le aiutino a crescere e a essere protagoniste di un cambiamento sostenibile e inclusivo.”

Con la conferma di Valentina Picca Bianchi alla guida del Gruppo Donne Imprenditrici, Fipe ribadisce il proprio impegno per sostenere la leadership femminile nel settore dei pubblici esercizi. Le sfide che attendono le donne imprenditrici sono molte, ma con il supporto di una rete solida e di una guida determinata, il futuro si prospetta ricco di opportunità per tutte le donne che vogliono fare la differenza nel mondo della ristorazione.