CREMONA – Walcor esce dal concordato preventivo. Il collegio della Sezione Fallimentare del Tribunale di Cremona, con un provvedimento in data 5 aprile 2024 a firma del giudice delegato dottor Andrea Milesi, ha infatti dichiarato “conclusa la fase di esecuzione del concordato preventivo” per la nota società dolciaria cremonese.
Questo procedimento era stato avviato nel marzo del 2020, con l’incarico di commissario giudiziale affidato al dott. Alberto Valcarenghi, a fronte di una grossa posizione debitoria (circa 70 milioni di euro) a carico dell’allora Wal-Cor Snc nei confronti di un gran numero di creditori, tra fornitori, dipendenti e erario.
Walcor: la chiusura del concordato preventivo
Con l’ingresso nel 2022 di due nuovi soci, JP Morgan Asset Management e il Fondo Salvaguardia Imprese di Invitalia, la Snc era stata trasformata in Spa, era stato stabilito un aumento di capitale ed erano stati avviati i pagamenti ai creditori.
Alla fine del marzo scorso, completati i pagamenti, Walcor ha dunque presentato domanda di chiusura anticipata del concordato preventivo che, dopo il parere positivo del commissario giudiziale, ha visto l’emissione del provvedimento di chiusura da parte del Tribunale di Cremona.
“In soli due anni, sono state sviluppate una serie di iniziative che oggi garantiscono il completo salvataggio dell’azienda”, commenta Attilio Capuano, amministratore delegato dell’azienda. “Innanzitutto, siamo ricorsi al fondo di salvaguardia per i marchi storici, abbiamo poi ricercato nuovi investitori, si è quindi proceduto all’acquisizione da parte di JP Morgan e Invitalia ed è stata creata la Spa con una nuova governance”.
Capuano aggiunge: “In seguito è stato rilanciato il marchio, sviluppate le relazioni commerciali con l’estero, avviata una partnership produttiva e commerciale con Pernigotti e riorganizzata la rete commerciale e la struttura del management. Infine è stato gestito e chiuso anticipatamente il concordato preventivo. Attendavamo da tempo la positiva conclusione di questo procedimento”, conclude Capuano, “ed è significativo che sia avvenuta proprio mentre festeggiamo il 70° anniversario della nostra azienda, nata a Cremona nel 1954”.
MILANO – I campionati mondiali di cup tasters e brewers cup hanno animato il palco della Specialty Coffee Expo di Chicago(12-14 aprile): i competitor italiani per le rispettive categorie, Simone Zaccheddu e Gabriele Pezzaioli si sono messi alla prova nel confronto con gli sfidanti internazionali.
Purtroppo il percorso per entrambi si è fermato, non qualificandosi per le finali e ora si rientra a casa, arricchiti comunque di una nuova esperienza maturata a livello globale.
Specialty Coffee Expo: un’esperienza sul tetto mondiale delle competizioni
Che però si è interrotta molto presto sia per il coffee expert per l’Accademia del caffè espresso de La Marzocco che per il barista del Checchi Brunch&SpecialtyCoffee di Brescia.
Simone Zaccheddu si è classificato 29 su 34 concorrenti, con 5 tazze in 4:18 uscendo al primo turno.
Gabriele Pezzaioli per la categoria Brewers, si è posizionato 27esimo su 44 partecipanti, uscendo quindi anche lui al primo turno.
L’Italia è fuori dalla sfida mondiale.
La community di Sca Italy è stata vicina ai rappresentanti italiani in questo percorso di crescita personale e professionale, fuori dai confini nazionali.
VITTORIO VENETO (Treviso) – Si è concluso con grande successo il Campionato nazionale di pasticceria istituti alberghieri, un evento organizzato con passione dalla Federazione internazionale pasticceria, gelateria e cioccolateria (Fipgc), in collaborazione con l’istituto professionale “A. Beltrame” e con il sostegno del Ministero dell’Istruzione e del merito.
La conclusione del Campionato nazionale di pasticceria istituti alberghieri
La competizione, tenuta a Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, ha visto la partecipazione di 60 giovani provenienti da 30 scuole di tutto il Paese e ha avuto come tema la realizzazione di una monoporzione, e il relativo packaging, utilizzando come ingrediente base il miele delle Dolomiti DOP.
Ad aggiudicarsi il primo posto assoluto Filippo Fois e Sara Gioia Montisci dell’Istituto Superiore “D. Azuni” di Cagliari con la monoporzione “Kondura”, termine greco che fa riferimento alla tipica gondola e che incarna l’eleganza e la tradizione veneziana. Il dolce, in cioccolato e miele di Acacia delle Dolomiti DOP con un croccantino alla nocciola e caramello, ricoperto di glassa fondente, si è distinto per la complessità della stratificazione, l’equilibrio dei gusti e l’attenzione alla sostenibilità ambientale con un packaging totalmente in sughero.
“Quest’anno è stata un’edizione senza precedenti. Abbiamo avuto una grandissima partecipazione da parte di tanti giovanissimi pronti a dare il massimo, afferma Maurizio Santilli, vicepresidente e responsabile internazionale comparto scuole Fipgc. Siamo felici dell’ottimo lavoro che tutti i partecipanti hanno svolto ma soprattutto ci riempie di soddisfazione constatare la grinta che i ragazzi dimostrano nel mettersi in gioco. È stato commovente vedere quanto sacrificio e dedizione abbiano dimostrato sul campo. Alla formazione diamo un valore inestimabile e proprio per questo continueremo a impegnarci sempre di più per creare un humus favorevole per far nascere delle nuove stelle della pasticceria made in Italy”.
A fare da ago della bilancia, la capacità dei giovani di elaborare in maniera autonoma una ricetta elaborata, la creatività della composizione artistica, il packaging e il linguaggio utilizzato nella brochure di presentazione.
Sul podio, al secondo posto, l’Istituto Alberghiero “G. Renda” del Comune Di Polistena, Reggio Calabria, con Ahmed El Haqavi e Antonella Vanesca, mentre la medaglia di bronzo va ai concorrenti Julian Mella e Alessio Michelini dell’“Ecole Hotellerie de La Vallee d’Aoste” di Chatillon, Aosta.
Al primo classificato, oltre all’ambito trofeo, anche l’impegno di ospitare il Campionato Nazionale degli Istituti Alberghieri del prossimo anno.
L’attenta ed esigente giuria è stata formata da Maestri Pasticcieri FIPGC noti nel campo della pasticceria nazionale e internazionale come Fabio Orlando, Presidente di Giuria, Cesare Sciambarruto, Ruggiero Carli, Mario Di Francesca, la rappresentante del Ministero della Pubblica Amministrazione Carla Galdino e i giudici di laboratorio Manolo Albano e Silvano Baldi.
La scheda sintetica della Federazione internazionale pasticceria, gelaterie e cioccolateria
La Federazione internazionale pasticceria, gelateria e cioccolateria (Fipgc) è l’ente che promuove la pasticceria italiana in tutto il mondo.
Vanta una presenza radicata e capillare sul territorio italiano, con delegati per ogni regione e dei sotto-delegati per ogni provincia. Ha lo scopo di unire tutte le realtà esistenti sul territorio (scuole, grossisti, associazioni, imprese del settore pasticceria, gelateria, cioccolateria, panificazione), per rafforzarne la collaborazione ed ottenere la crescita di tutto il settore e dei prodotti Made in Italy.
Fipgc organizza in tutta Italia eventi, fiere, corsi di formazione di alto livello, preparazione One-to-One o di squadra per gareggiare nei concorsi a livello nazionale e internazionale. Dal 2015 organizza i Campionati Italiani e i Campionati Mondiali di Pasticceria e Cake Design.
Nel 2017 nascono anche i Campionati nazionali di pasticceria alberghieri d’Italia: promossi insieme al MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è il primo campionato Juniores di pasticceria dedicato agli istituti alberghieri, che dà modo ai giovani che vogliono intraprendere la professione di confrontarsi con i grandi maestri d’Italia.
Fipgc è un soggetto che ha acquisito in questi ultimi anni una grande importanza a livello istituzionale. Un ruolo suggellato dai protocolli d’intesa con il Ministero degli Esteri, con lo scopo di sostenere il made in Italy e delle eccellenze italiane nel mondo e con il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) per rafforzare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro.
BOLOGNA – Si chiama Giorgia Cullurà, ha 17 anni ed è una studentessa della IV A dell’IISS “Salvatore Pugliatti” di Taormina: è lei la più promettente bartender di domani, incoronata nuovaLady Amarena Junior, versione dedicata alle scuole dell’unico concorso internazionale di mixology al femminile, ideato da Fabbri 1905 per promuovere il talento femminile.
Giorgia Cullurà diventa Lady Amarena Junior
Ad incoronare la vincitrice, che si è aggiudicata il titolo grazie a “Mon Amuri”, un Bubble Smocked Cocktail al cioccolato, è stato infatti l’AD dell’azienda, Nicola Fabbri, che ha voluto assistere personalmente alla competizione, ospitata presso l’Istituto alberghiero Karol Wojtyla di Catania e che ha visto sfidarsi 8 istituti professionali provenienti da tutta la Sicilia.
“Sono davvero ammirato – ha commentato – dalla qualità espressa nelle proposte e dal progresso rispetto alla prima edizione in termini d’impegno, tecnica e soprattutto padronanza della lingua inglese, che rappresenta il lasciapassare per la carriera di ambasciatori dell’ospitalità italiana. Come impresa siamo consapevoli dell’importanza di coltivare questi talenti, favorendo una sempre più stretta collaborazione tra mondo della scuola e mondo del lavoro, specialmente in un settore così strategico per il nostro Paese”.
Novità dell’edizione 2024 di Lady Amarena Junior è infatti l’introduzione della competizione a squadre, aperta anche ai talenti maschili, per promuovere l’arte dell’ospitalità nella sua interezza, a partire dal ruolo di cameriere di sala, vero motore di ogni esercizio, per arrivare a chi propone food pairing da abbinare al drink.
A convincere i giudici la squadra dell’ISS Pugliatti di Taormina, composta da Kathryn Daleo, miglior servizio, Valeria Puglisi, miglior “food pairing”, e la stessa Cullurà, che accanto al titolo di Lady Amarena Junior si è aggiudicata quello per miglior English performance.
La vincitrice si è infatti affermata anche grazie a ottimo speech in inglese e alla personalità mostrata attraverso la sua creazione, un cocktail analcolico a base di Amarena Fabbri, succo di mela, succo di melograno, che nasce dalla passione per il cioccolatino mon cherie.
Il drink è stato accompagnato ad un Iris – dolce tipico siciliano – con crema ed Amarena Fabbri. Seconda classificata Ilenia Miriam Paternò di Enna con il cocktail Mojo Amarena e terza classificata Valeria Maria La Fauci di Milazzo con il cocktail Mrs Pink Almond.
Ora la nuova Lady Amarena Junior avrà la possibilità di esibirsi durante la finale internazionale di Lady Amarena, che si terrà ad ottobre a Bologna.
MILANO – Questa volta si scende nel Sud Italia, per l’esattezza in Sicilia, dove la Legatoria Prampolini, fondata nel 1894 a Catania, non è soltanto la più antica dell’isola, ma è anche uno spazio rinnovato in cui i libri e il caffè specialty hanno trovato la loro espressione migliore, grazie al lavoro attento di Maria Carmela e Angelica Sciacca.
Dopo una prima esperienza come gestori di una piccola libreria di 23 metri quadri a Catania, hanno voluto trovare un luogo più grande, dove le persone potessero rimanere più a lungo, per consumare un caffè e leggere.
“Una mia amica a quell’epoca stava curando il processo fallimentare della Legatoria Prampolini e mi ha pensata, dicendomi: “Le uniche persone che possono dare nuova vita alla Prampolini siete tu e tua sorella.”
Legatoria Prampolini torna in auge con un’impronta moderna grazie all’aiuto dell’architetto Marco Terranova
“Abbiamo aperto la prima sala nel 2019, poco dopo abbiamo dovuto interrompere i lavori per via del Covid. Col senno di poi, quel momento di “pausa” ci ha concesso di rivedere pian piano il progetto originario.
Abbiamo avuto il tempo di ragionare con Marco su come riadattare lo spazio considerando il cambiamento di approccio allo spazio delle persone dopo la pandemia: così è nata la Legatoria Prampolini che esiste oggi.”
Come riescono la caffetteria e la libreria a convivere senza che una cannibalizzi l’altra?
“In effetti al principio temevamo che la caffetteria potesse prendere il sopravvento sulla libreria, perché spesso i libri vengono intesi come un elemento estetico all’interno dei locali. Siamo riuscite invece a dare una direzione precisa alla Legatoria Prampolini equilibrando le due anime.
Abbiamo comunicato bene il nostro concept, organizzando eventi legati sia ai libri che al caffè che ai vini. Non è facile: ci vuole tanta attenzione e cura per mantenere tutto in armonia.
Il forte passato della stessa Legatoria Prampolini ha aiutato a non lasciare dominare il caffè. L’ambiente è ancora arricchito dagli scaffali antichi e non c’è mai uno spazio in cui i libri non siano a portata di mano.
Ci sono tre ingressi: il principale dà direttamente sulla libreria, attraverso una porta poi si arriva alla seconda sala che è uno spazio ibrido con grandi volumi fotografici ed occupata dai tavolini della caffetteria; infine si arriva alla terza ed ultima sala che è solo caffetteria, con scaffali e libri legati al mondo del food e del benessere.
Questa divisione credo sia stata funzionale per mantenere i due aspetti vivi e indipendenti. È come se Legatoria Prampolini si evolvesse naturalmente da un ambiente all’altro.”
E lo specialty e le estrazioni alternative come sono arrivate?
“Abbiamo un caffè 100% Arabica che ci viene venduto dalla torrefazione siciliana Etna Roaster insieme alle mono origini che trattiamo sia in filtro che con l’Hoop. In primavera proveremo ad inserire la French Press.
Il caffè e le estrazioni alternative sono stati un’altra scelta poco commerciale: abbiamo voluto proporre qualcosa di nuovo, che si ispira alle abitudini europee dove il caffè è davvero una bevanda da degustazione.
Gli stranieri hanno un approccio al caffè molto diverso rispetto agli italiani: mi chiedono il tipo di caffè, le origini, i diversi tipi di flavours.
Con i clienti locali è stato un po’ faticoso, il pubblico italiano non è abituato a questi sapori. Pian piano però ci si abitua a una miscela nuova e adesso ci chiedono il caffè filtro o l’espresso persino in double shot.
Abbiamo deciso di non avere il decaffeinato, scelta che fa storcere il naso ai clienti ma che, una volta spiegata la natura del 100% arabica si fanno accompagnare.
Abbiamo avuto poi la fortuna di incrociare due ragazzi: Adele e Giulio che lavorano nel settore da veri professionisti. Grazie a loro ho scoperto il mondo dei cocktail e del caffè di qualità.
Cono loro abbiamo deciso una linea da seguire che mi ha convinta fin da subito. Ho vissuto tanti anni all’estero e mi piaceva l’idea di dare un’identità più internazionale alla Legatoria Prampolini.
Un altro prodotto su cui puntiamo molto sono i vini naturali, stando aperti dalle 9 alle 22 dal martedì a sabato, copriamo tutte le esigenze della giornata. E il caffè lo prepariamo sino alle 9.30 di sera.
E questa è un’altra nostra particolarità: da noi si può bere il caffè anche tardi.
Il filtro invece è più pomeridiano, viene vissuto esattamente come il tè, una bevanda quindi da gustare nel tempo. L’espresso domina al mattino. E col caffè filtro che la miscela 100% Arabica e le monorigini sprigionano tutti i loro odori e sapori.
Lascio tutto in mano ai miei ragazzi per dargli autonomia e fiducia ma anche io ho imparato tanto in questo anno. Con i corsi che facciamo due volte l’anno sulla caffetteria e la latte art, non si sbaglia mai. Per noi la formazione è essenziale affinché i clienti abbiano la possibilità di confrontarsi con operatori esperti.
Per fortuna ho incontrato Adele e Giulio, altrimenti sarebbe stato difficile mettere in piedi una caffetteria da sola. Sono stati bravissimi a seguire la nascita della caffetteria fin dall’inizio, abbiamo scelto tutto insieme: dai bicchieri dei cocktail ai piattini per servire i dolci. Il lavoro è stato grande.”
Il prezzo del caffè è un problema?
“Abbiamo fissato un euro e venti per la miscela classica e due euro e cinquanta per lo specialty in doppio. All’inizio con la clientela catanese è stato un problema. Abbiamo però spiegato cliente per cliente cosa stavamo offrendo: per fortuna il nostro pubblico è particolarmente attento e pronto alla novità. Catania poi è una città che sperimenta molto, è una città che ha sempre guardato oltre. L’offerta vegetariana e vegana, per esempio, esiste da 20 anni.
Mi sono resa conto che in una città così viva la Legatoria Prampolini era un posto necessario. La lamentela poi certo arriva: mio padre è stato il primo ma pian piano ci è arrivato, adesso predilige il filtro in tazza media. A pensarci è una gran cosa.”
Quali sono i macchinari che avete scelto per la caffetteria della Legatoria Prampolini?
“Per l’espresso La Marzocco come il macinacaffè e la macchina del filtro. È un’azienda eccezionale e il loro design è bellissimo. Noi abbiamo scelto un modello piccolino perché abbiamo un bancone ridotto. Quando abbiamo valutato le macchine e abbiamo visto tutto posizionato sul bancone abbiamo capito che stava succedendo davvero.
Con i nostri fornitori abbiamo una relazione di grande fiducia, sono persone con le quali berrei una birra e con cui condivido una visione comune del commercio. Quando mi hanno proposto il comodato d’uso, non ho voluto accettare: mi stava stretto.
La voce del caffè resta quella che va più forte insieme allo Spritz, a dimostrazione che la scelta di collaborare con Sergio è stata premiante. Volevo avere un posto in cui potermi riconoscere e che mi definisse. E quando si entra alla Legatoria Prampolini, si percepisce la voglia di far vivere un’esperienza di un certo tipo”.
Nel futuro della Legatoria Prampolini che ci vede?
“Vedo una crescita, in termini di consapevolezza e di offerta. Voglio che diventi punto di riferimento per la Sicilia. È stato vivo per 127 anni ed andrà ben oltre la mia vita terrena. Vogliamo investire nella formazione, nell’aggiornamento su prodotti e sui macchinari perché vogliamo rimanere un luogo che guarda alla Sicilia ma che non perde mai di vista l’Italia e l’Europa.
Vorrei dotare alcune zone della caffetteria di iPad così da permettere alla clientela locale e straniera di consultare quotidiani e periodici.
Mi piacerebbe approfondire ancor di più il mondo del caffè e del vino naturale. I nostri clienti sono curiosi e quando gli abbiamo proposto di partecipare a momenti in cui provare diverse soluzioni legate al caffè, l’interesse è esploso.”
MILANO – Faemina, la macchina da caffè a brand Faema che porta a casa il rito e il piacere di un caffè di altissima qualità, sarà protagonista anche quest’anno della Milano Design Week 2024, dal 15 al 21 aprile 2024, in tante location milanesi. Da Archiproducts ad Arclinea, da Bulthaup ad Interni Spa, saranno 17 gli spazi dei principali Design District in cui sarà possibile conoscere l’esclusiva macchina per espresso e degustarne il caffè.
La Faemina presente alla Milano Design Week
La manifestazione sarà inoltre l’occasione per presentare l’importante partnership internazionale con Colombini Group, tra le principali aziende leader dell’arredamento e del design italiano: Faemina non è solo interprete del trend dell’home bar, ma si conferma anche come la macchina ideale per progetti contract residentials e non solo, office e hospitality.
Firmata Italdesign, è un vero oggetto di design che combina sapientemente tecnologie, stile e versatilità, per garantire una offerta multibeverage che eguaglia gli standard delle macchine professionali.
Grazie a questa collaborazione, quest’anno Faemina sarà in esposizione anche al Salone del Mobile presso lo stand Colombini Contract (Pad.03, stand B15) dedicato alle soluzioni come residential, hotel e uffici. Sarà inoltre presente anche a
EuroCucina presso lo stand Febal Casa (Pad. 02, stand A09, A11, B10) e in particolare nelle giornate di mercoledì 17 aprile e giovedì 18 aprile sarà possibile partecipare a una Coffee Tasting dalle 16.00 alle 18.00.
Alla Milan Design Week ecco di seguito gli indirizzi di tutte le location in cui sarà possibile ammirare Faemina:
• Archiproducts, via Tortona 31
• Arclinea, via Durini 7
• Bulthaup, via Locatelli 6
• Appartamento Showroom Colombini Group, Housing & Hospitality Division
• – progetto di Colombini Group Contract, via Fatebenefratelli 18 (su invito)
• Casa .Elmar & AEG Experience Area via Galilei 12
• Interni Design Factory, via Filippo Turati 8
• Italdesign, Opificio 31, via Tortona
• Cosentino, Piazza Fontana 6
Faemina vuole essere più di una macchina per caffè espresso: un vero oggetto di design, uno strumento esclusivo per celebrare l’arte del saper vivere, una scelta di lifestyle che va oltre che l’arte del caffè.
MILANO – La campagna di Crowdfunding su Mamacrowd per sostenere la crescita di Cafezal era partita subito col botto, raccogliendo in pochissimi giorni l’overfunding da 650mila euro e in breve tempo ha totalizzato una somma totale di 850 mila euro da 148 investitori: un grande successo quello ottenuto dalla creatura di Carlos Bitencourt, che ora a campagna chiusa può guardare avanti verso i nuovi step del brand.
Carlos Bitencourt: un commento a caldo su questi 850mila euro totalizzati per Cafezal
“Sono molto contento della cifra raggiunta: in realtà siamo quasi arrivati ai 900 mila grazie all’ingresso di alcuni ultimi investitori nell’aumento del capitale a campagna appena conclusa. Al momento contiamo 148 investitori coinvolti, che per il 90% non appartengono alla community che già era affezionata a Cafezal.
Alcuni degli investitori che hanno contribuito con importi più importanti li ho conosciuti e con loro mi sono confrontato direttamente, mentre altri hanno consultato il materiale online messo a disposizione per la campagna e si sono affidati del nostro business plan.
Per prima cosa adesso dobbiamo entrare nel dettaglio del piano tattico ed economico degli investimenti, che si concluderà per metà maggio. Da qui partiremo con l’espansione di Cafezal.
Sicuramente a breve ci saranno delle novità.”
Cosa bolle in pentola per questo Salone del Mobile milanese?
“Sono molto lieto che Cafezal possa collaborare con due belle aziende dedicate al settore home: Gaggia Milano e Smeg. Particolarmente con la prima, in via Solferino realizzeremo da martedì 16 a venerdì 19 due volte al giorno – la mattina e il pomeriggio – un corso di formazione per imparare a usare la loro macchina domestica per espresso.
Abbiamo previsto di offrire ai visitatori degli omaggi per chi parteciperà ai corsi Gaggia Milano.
Oltre a questo Cafezal sarà presente con 3 aziende di design proprio nel Salone del Mobile a Fiera Rho Milano tutti i giorni da martedì a sabato, con degli stand per mandare avanti il servizio di catering durante gli eventi.”
MILANO – Le preoccupazioni per l’andamento della prossima stagione di raccolto in Brasile e Vietnam continuano ad alimentare la corsa al rialzo dei mercati a termine del caffè, con la crisi logistica e il bassissimo livello delle scorte a fungere da ulteriori catalizzatori. Londra è volata ieri, giovedì 11 aprile, a nuovi massimi storici, mentre New York tocca i suoi livelli più elevati dall’ottobre del 2022.
Il contratto per scadenza maggio dell’IceRobusta ha raggiunto ieri un intraday stellare di 3.906 dollari concludendo la giornata a quota 3.843 (+$66), nuovo record del contratto 10-T.
Il contratto per scadenza luglio, che attrae ormai la parte più consistente dei volumi, ha guadagnato a sua volta 75 dollari chiudendo a 3.790 dollari.
Terza seduta consecutiva in territorio positivo per l’IceArabica. Il contratto per scadenza maggio si è rivalutato di 570 punti terminando a 220,35 centesimi. Era dall’ottobre del 2022 che la scadenza ravvicinata non superava la soglia dei 2 dollari e 20 centesimi.
Anche a New York, la parte più consistente delle contrattazioni si è concentrata sulla seconda posizione (luglio), che ha guadagnato 470 punti finendo la giornata a 217,35 centesimi
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LONDRA – Il brand nurri.coffee sarà presente a Londra in occasione del London Coffee Festival dove presenterà la macchina da caffè ricavata dal motore di una moto BMW. Trovare il punto d’incontro tra il mondo dei motori e quello del caffè è sempre stata una forte fonte d’ispirazione per l’azienda che ha la sede a Napoli.
nurri.coffee al London Coffee Festival
La macchina è stata presentata in anteprima a Host 2023 ed ha avuto un successo immediato: vista la grande richiesta, nurri.coffee ha voluto ripetere l’esperienza di questo one off a Londra.
Il brand nurri.coffee è stato presente all’appuntamento di Host 2023 con molte novità: prima tra tutte l’innovativa L-Type SA che è diventare multi-gruppo e multi-boiler con un risparmio energetico di oltre il 35% (ne abbiamo parlato qui).
Perfettamente funzionate, di facile utilizzo e manutenzione come macchina da caffè, il famoso bicilindrico si può adattare in disparati locali.
L’azienda si troverà all’Upper Flor H04 presso lo stand del torrefattore Coffee Tech.
NAPOLI – Caffè Borbone, marchio di riferimento nel business della torrefazione e del caffè monoporzionato, ha voluto approfondire i contesti in cui il caffè è protagonista delle nostre giornate puntando un faro su quello che è ilmomento di consumo per eccellenza, la pausa-caffè a lavoro.
Un sondaggio condotto dal brand su un gruppo di professionisti con diverse mansioni e livelli, ha immortalato le abitudini di pausasul luogo di lavoro e soprattutto quali sono le percezioni a riguardo, rivelando alcune impressioni che non tutti ammettono apertamente e facendo luce su un tema da molti forse sottovalutato.
A supporto dei dati, la psicologa e formatrice aziendale Erika Cardeti è intervenuta rivelando i benefici della pausa sulle performance lavorative oltre che le buone pratiche per riuscire a prendersi del tempo per sé scalzando la pressione e l’ansia della to-do-list.
Caffè Borbone: la pausa è per pochi
Il 62,5% degli intervistati ha dichiarato di limitare le pause a una o due al giorno in un’intera giornata lavorativa di 8 o più ore, solo il 29,2% sale a 3-4 pause al giorno e la restante parte, l’8,3%, non fa mai pause. Il 56,3% ha espresso il desiderio di fare più pause durante l’orario di lavoro. A monte di tutto ciò, vediamo il 66,3% dei rispondenti che definisce i propri ritmi di lavoro stressanti.
Dai risultati è emerso che il 30% dei lavoratori coinvolti non fa pause o ne fa meno per non perdere tempo utile, il 25.1% per non rischiare di uscire tardi da lavoro, il 29% per non interrompere il flusso di lavoro, un 15,9% non prende pause per l’idea di come questo possa essere percepito da colleghi e superiori.
Ciò che emerge è che la pausa sembra essere un tasto dolente, che rallenta la produttività o ruba del tempo utile a poter lavorare per poi riuscire a godersi la vita fuori o, perché no, un ostacolo al normale flusso di lavoro o per il quale sentirsi in colpa. Per coloro che hanno la possibilità di fare smartworking poi, questa tendenza si fa ancora più tangibile e il 67% dei lavoratori ha affermato di fare meno pause che in ufficio.
Una cosa è certa, sia che si lavori in ufficio che da casa, per il 71% dei casi pausa è sinonimo di caffè, il compagno perfetto per i momenti in cui si stacca la spina, un mezzo per recuperare le energie e un validissimo motivo per fermarsi.
Stop alla demonizzazione delle pause a lavoro
Caffè Borbone ha coinvolto Erika Cardeti, psicoterapeuta e formatrice aziendale per la società di formazione CLEVER Coaching & Training, a sostegno dell’importanza delle pause come bisogno fisiologico del nostro organismo. La psicologa ha analizzato i dati raccolti dal sondaggio di Caffè Borbone fornendo consigli pratici su come vivere e gestire le pause soffermandosi sui benefici sia psicologici che fisici.
“Il mondo è bello perché vario, come essere umani, tutti differenti, il bisogno di fare pause cambia da persona a persona. Quindi un primo consiglio è quello di imparare a conoscersi. Quanto è il tempo massimo in cui riusciamo a stare focalizzati senza distrarci su un determinato compito? Per esempio, il mio tempo massimo è un’ora, quindi so che ogni ora ho bisogno di micro-pausa, 10 minuti, in cui sgranchirmi le gambe, bere un caffè, pensare a qualcosa che non sia il lavoro”.
Quali sono i principali benefici di una pausa?
decomprimere
stimolare la creatività
coltivare la socialitàall’interno di un ambiente di lavoro.
“Le pause al lavoro sono demonizzate, come se fermarsi volesse dire non essere performanti. Decomprimere significa ascoltare i propri bisogni liberando la propria mente resettando i livelli emotivi. Perdersi di vista ci porta ad accumulare, ad ingigantire piccole situazioni facilmente risolvibili sul momento, questo porta a stress che in termini sintomatologici si traduce in insonnia, malattie psicogene (dermatiti, gastrite, cefalee…), iperfagia o ipofagia, senza contare un calo della motivazione che a lungo termine porta ad un minor attaccamento al lavoro.”
La pausa consente, inoltre, di stimolare la creatività e di sviluppare la capacità di problem solving.
“Un cervello sgombro da pensieri e stanchezza è un cervello più attivo, in grado di spaziare. Ricordiamoci che la creatività è la competenza base che ci permette di essere degli ottimi problem solver. Essere creativi vuol dire creare velocemente connessioni, utilizzare con flessibilità il pensiero laterale ed essere così capaci di vedere le cose sotto un altro punto di vista e quindi di generare soluzioni.”
Se è vero che il caffè è spesso sinonimo di pausa, allora in un contesto lavorativo emerge un altro aspetto fondamentale: quello di un perfetto momento di socialità, durante il quale creare un ambiente con un clima positivo e conoscersi con l’altro, a prescindere dai ruoli.
“Un buon clima non solo stimola la motivazione ma va ad aumentare la collaborazione e va da sé la produttività, due cervelli sono sempre meglio di uno! A conferma di questo basta fermarsi a pensare alle conseguenze che ha avuto il Covid anche nei contesti aziendali. Il non vedersi di persona ha indebolito relazioni, molte persone hanno riferito di sentirsi isolate e non più parte di un team, nonostante la tecnologia ci sia venuta in aiuto. Quindi ben venga un buon caffè in compagnia, magari proprio con persone anche di altre funzioni.”
L’offerta di Caffè Borbone
La pausa caffè è un momento fondamentale nelle lunghe giornate di lavoro e Caffè Borbone sostiene questo importante momento con una selezione di miscele per tutte le necessità e per ogni tipo di coffee break. È importante garantire la qualità del caffè dal distributore automatico con la stessa attenzione che si riserva a quello del bar e a quello destinato al consumo domestico, a partire dalle materie prime.
La linea Vending di Caffè Borbone comprende quattro miscele – Miscela Blu, Miscela Rossa, Miscela Top e Dek – tutte diverse per gusto e intensità. Per i colleghi di lavoro che invece amano ritrovarsi davanti a una macchinetta del caffè, Caffè Borbone propone una serie di miscele perfette da utilizzare con Didì Borbone, la macchina per sistema a cialde che garantisce un caffè di qualità con un minor impatto ambientale grazie ai suoi consumi estremamente ridotti.
Le miscele tra cui scegliere sono Miscela Blu, Miscela Rossa, Miscela Oro, Miscela Nera, Miscela Dek e Miscela Light. Le miscele Caffè Borbone sono disponibili anche in capsule compatibili a marchio Nespresso, Lavazza A Modo Mio e Nescafè Dolce Gusto.
La scheda sintetica di Caffè Borbone
Caffè Borbone è un marchio di Caffè Borbone S.r.l., azienda nata nel 1997 tra i principali produttori specializzati in cialde e capsule sul territorio nazionale ed internazionale. Leader assoluto nel comparto delle cialde in Distribuzione Moderna, sia in termini di quota val. % sia di vendite a Valore in mil Eur (cfr. Nielsen IT Distr. Moderna). Caffè Borbone occupa una delle primissime posizioni nel mercato del caffè porzionato. Nel 2018 entra nel capitale sociale Italmobiliare, una delle principali investment holding italiane, con il 60% delle quote mentre il 40% rimane al fondatore Massimo Renda.
L’azienda rappresenta un caso di crescita esemplare, grazie anche al costante investimento in Ricerca & Sviluppo che ha portato alla realizzazione di prodotti innovativi come la cialda compostabile 100, l’incarto totalmente riciclabile nella raccolta della carta e la capsula compostabile Don Carlo che, gradualmente, hanno conquistato i consumatori sempre più attenti all’ambiente.
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