MILANO – Dopo il successo della linea Carretto Siciliano e della Moka Oro in edizione speciale, Dolce&Gabbana e Bialetti proseguono la loro collaborazione presentando la nuova collezione Blu Mediterraneo. I motivi preziosi e ricercati della maiolica siciliana vestono alcune delle creazioni più rappresentative dell’universo Bialetti come Moka Express, Moka Induction e il caffè macinato Perfetto Moka.
Bialetti e Dolce&Gabbana per la collezione Blu Mediterraneo
La stampa maiolica blu – uno dei pattern iconici di Dolce&Gabbana – trae ispirazione dalla tradizionale arte della ceramica siciliana, famosa per i suoi colori vivaci e le sue decorazioni elaborate.
Il blu intenso e il bianco puro di questo motivo richiamano i colori del Mar Mediterraneo e le sfumature del cielo, donando ai prodotti della collezione un’estetica sofisticata, con quel tocco di vibrante mediterraneità che riflette lo stile italiano tipico dei due brand.
L’iconica silhouette della Moka Express, invenzione che – oltre 90 anni fa – rivoluzionò il gesto quotidiano di preparare un caffè a casa, si fonde così con i motivi raffinati d ella m aiolica, i n una perfetta armonia che celebra tradizione, artigianalità e creatività.
Ad accompagnare la Moka Express in questa inedita versione, anche la Moka Induction – la caffettiera pensata appositamente per i piani a induzione – e, da giugno, una nuova miscela di caffè macinato: Perfetto Moka Autentico. La pregiata composizione di 80% arabica e 20% robusta, rende Perfetto Moka Autentico un caffè dal gusto intenso e inebriante, in cui le eleganti note fruttate si fondono con quelle golose del caramello, conferendo al caffè un aroma inconfondibile.
Perfetto Moka Autentico si distingue inoltre per la peculiare macinatura e tostatura dei chicchi di caffè, studiate attentamente da Bialetti per esaltare il gusto del caffè preparato con la Moka.
Il risultato è un vero capolavoro di stile e sapore, un viaggio autentico e di gusto nel cuore del Mediterraneo. La confezione di Perfetto Moka Autentico è composta da un sacchetto morbido dotato di valvola salva aroma e da un esclusivo barattolo di latta da collezione.
La linea Blu Mediterraneo Dolce&Gabbana Bialetti è un viaggio sensoriale in cui colori, forme e profumi rimandano alla meraviglia e all’incanto dell’inestimabile e ricco patrimonio culturale di un territorio unico al mondo, la Sicilia, rinnovando uno dei momenti più cari della vita conviviale italiana: il rito del caffè.
Moka Express (nelle versioni da 3 e 6 tazze) e Moka Induction (nelle versioni da 4 e 6 tazze) saranno disponibili nei negozi Bialetti e qui, nelle boutique Dolce&Gabbana Casa e su dolcegabbana.com. Il caffè Perfetto Moka Autentico sarà in distribuzione, negli stessi punti vendita, da giugno 2024.
MILANO – Mentre all’estero alcuni micro roasters stanno optando per introdurre nell’etichetta dei loro caffè, il punteggio di riferimento per lo specialty, in Italia questa abitudine non ha preso piede, anzi: sembra un po’ strano prendere questo genere di iniziativa proprio nel momento in cui è stato lanciato il nuovo modello di valutazione del Coffee Value Assessment, secondo cui il classico sistema punti non funziona come prima. In questo caso la parola d’ordine è Q Graders: il confronto è tra tre professionisti certificati,
Francesca Bieker, Deborah Righeschi e Gianni Tratzi, che hanno risposto ad alcune domande in merito.
Bieker, il consumatore si orienterebbe meglio nel distinguere un caffè di alta qualità da uno più commerciale, se leggesse sull’etichetta del pacchetto un punteggio dagli 80 in su?
“Il punteggio non nasce con l’idea di far identificare al consumatore un caffè di qualità maggiore rispetto a un altro, ma è stato impropriamente utilizzato con questo fine.
Perché il consumatore quindi percepisca come caffè “qualitativamente superiore” uno punteggiato, per prima cosa è necessario che sappia dell’esistenza del punteggio e cosa indica.
In linea generale sicuramente possiamo dire che un caffè punteggiato potrebbe essere per il consumatore maggiormente appetibile e facilmente distinguibile rispetto ad uno commerciale, ma il solo numero, per come è strutturato ora, non necessariamente dà anche una percezione di maggior qualità del caffè al consumatore.”
Dal punto di vista sensoriale, tra un caffè valutato da un Q Grader 90 e uno da 85, il consumatore saprebbe apprezzare le sfumature gustative? Ha senso quindi indicare questa differenza avvertita dai più esperti, ad un palato meno allenato, o è invece più una strategia di marketing?
“È stato visto che la maggior parte dei caffè punteggiati risultano rientrare nel range 80-88 e pochi caffè risultano essere punteggiati sopra i 90. Ad oggi la qualità quindi che si trova tra questo primo grande gruppo e il secondo, per un palato già avvezzo allo specialty coffee, molto probabilmente la differenza si nota. Tuttavia non necessariamente il percepito del consumatore è concorde con il gusto dell’assaggiatore.”
Con il nuovo CVA di SCA, secondo lei che cosa si dovrebbe sottolineare nel pacchetto per raccontare lo specialty al consumatore finale?
“Il nuovo CVA, contrariamente al solo punteggio, ha l’obiettivo di fornire una descrizione oggettiva del caffè. Dal mio punto di vista, questo sistema diventa estremamente più interessante proprio per il consumatore, che potrebbe infatti trovare in etichetta una descrizione standard del prodotto e quindi avrebbe la possibilità di scegliere il caffè per le sue caratteristiche oggettive.
Inoltre in questo modo, le stesse caratteristiche estrinseche del prodotto hanno la possibilità di essere comunicate più facilmente al consumatore.
Le informazioni potrebbero essere molteplici: dall’origine, il produttore, la tipologia di caffè e la sua lavorazione a eventuali certificazioni.
Questi dati probabilmente già oggi possiamo trovarle nell’etichetta di un caffè specialty. La vera novità è proprio nella valutazione sensoriale perché se inserita – fatta ovviamente da assaggiatori certificati e che sanno utilizzare il nuovo protocollo – potranno aiutare il consumatore a distinguere per sapore e intensità un caffè da un altro e scegliere non in base a descrittori sempre diversi, ma in base a degli standard definiti.”
Bieker secondo lei, il valore di un caffè, la qualità percepita, è quantificabile oggettivamente?
“Il valore del caffè in senso ampio è dato dai suoi stessi attributi, che possono tuttavia non avere sempre lo stesso valore a seconda del mercato di riferimento.
L’idea stessa del CVA è quella quindi di identificare gli attributi, sensoriali e non, e riuscire a descrivere ogni caffè negli stessi termini, identificando anche quelli che sono difetti oggettivi.
A quel punto, in base alla percezione soggettiva, il consumatore, potrà scegliere con più consapevolezza.
Faccio un esempio, sono alla ricerca di una tazzina poco acida, se in etichetta trovo un caffè descritto con un’intensità dell’acidità alta, non avrà molto valore per me perché distante da ciò che cerco.”
Gianni Tratzi si inserisce nella discussione
Secondo lei, il sistema del punteggio ha mai aiutato i farmer a ottenere un prezzo migliore, o era tutto legato alla soggettività del Q Grader, che a sua volta spesso si riferiva ad un cliente torrefattore che aveva specifiche esigenze?
“Penso che dire che un Q grader determini il prezzo per uno specifico torrefattore, ovvero attraverso suoi report fuori dal contesto degli ICP (in country partners) determina il prezzo di lotti che non conosce, per gradimento di un torrefattore, sia un po’ come mescolare le pere con le mele”.
Più specifico è dire che i Q grader lavorano a supporto delle torrefazioni guidandole nel non prendere fregature da importatori e esportatori, e magari aiutare a trattare i prezzi dove richiesto, ma deformarli in quanto Q grader mi sembra poco verosimile.”
Il consumatore si orienterebbe meglio nel distinguere un caffè di alta qualità da uno più commerciale, se leggesse sull’etichetta del pacchetto un punteggio dagli 80 in su?
“I punteggi sono già da anni un volano di credibilità per le torrefazioni, anche se (fortunatamente sempre meno spesso) il punteggio dopo la tostatura è più basso di quello nominale: quando tosti male e non sviluppi al massimo il potenziale del caffè, succede questo. Resta il fatto che anche Nestlé oramai si accredita nel pubblico citando il Coffee Quality Institute per alcune capsule, Come per qualsiasi contenuto di potenziale valore, può diventare e diventa marketing.”
Con il nuovo CVA di SCA, che cosa si dovrebbe sottolineare nel pacchetto per raccontare lo specialty al consumatore finale?
“Si dovrebbe portare la narrazione su un altro livello: conoscere per davvero le caratteristiche estrinseche del prodotto può essere veramente prezioso per un pubblico sempre più attento agli acquisti che esegue, ed essendo la filiera del caffè sempre molto astratta nella narrazione dei baristi, il CVA può e deve arricchire l’esperienza del cliente rendendo onore alla filiera agricola ancora troppo nascosta da torrefattori poco sicuri di sé, e che pensano che la parte agricola non può coesistere con il proprio brand.”
Chiude il punto di vista di Deborah Righeschi
Con l’introduzione del CVA per valutare lo specialty, cambia qualcosa nell’analisi per i Q Grader? Considerando per altro che sono certificati dal CQI e non da SCA e che quindi si appoggiano ancora a griglie differenti di analisi.
“Certamente occorre fare chiarezza in merito e, per farlo, bisogna fare necessariamente un passo indietro e capire il funzionamento di valutazione ufficiale del caffè specialty.
Il sistema ufficiale con il quale un caffè viene certificato specialty oppure no è sempre passato tramite il Coffee Quality Institute (CQI).
La procedura del CQI prevede che un campione di un caffè con determinati requisiti che si desidera certificare come caffè specialty venga inviato direttamente al CQI, il quale, a sua volta, invia il medesimo campione a tre Q-Graders certificati per effettuare la valutazione.
I tre Q-Graders designati devono garantire l’oggettività della valutazione e, pertanto, non devono essere i proprietari del lotto, né avere interessi di compravendita sullo stesso.
A questo punto possono effettuare la loro valutazione e per farlo si devono avvalere dell’utilizzo dello SCA cupping form, vale a dire il protocollo di assaggio che abbiamo sempre conosciuto.
Una volta che il caffè ottiene un punteggio ufficiale superiore agli 80 punti il caffè diventa un “Q-coffee” ed è certificato esclusivamente il lotto analizzato e per l’anno del raccolto (l’anno successivo perde la qualifica in quanto non è più caffè di fresco raccolto).
Il nuovo Coffee Value Assessment (CVA), che verrà lanciato nella sua versione beta da SCA in Aprile, non è stato ancora adottato nella procedura di certificazione appena descritta. Ciò significa che i Q-Graders selezionati da CQI per la valutazione del caffè continueranno ad utilizzare il precedente cupping form.
Ad oggi il CQI non ha modificato questa parte, né si è ancora ufficialmente pronunciato in merito.
Tuttavia, la confusione che l’introduzione del CVA ha generato è più che lecita e derivante da una situazione fumosa che ha visto il proliferare di punteggi del caffè nel sistema di compravendita lungo la catena di fornitura che, in realtà, non sono attribuiti nella maggior parte dei casi seguendo la procedura ufficiale.
È diventata prassi comune considerare un caffè come specialty se lo stesso ottiene più degli 80 punti in assaggio, a prescindere dal fatto che si sia seguito il protocollo ufficiale.
Ciò che in genere nel settore accade è che, (nel migliore dei casi), un Q-grader assaggi il caffè utilizzando lo SCA cupping form e assegni un punteggio. Questo punteggio non è un punteggio SCA ufficiale perché non segue le procedure spiegate sopra e, soprattutto, presta il fianco a un evidente potenziale conflitto d’interessi e difficoltà di oggettività nella valutazione.
La stessa è diventata, però, una pratica molto comune tra i vari operatori del settore in quanto mezzo molto rapido ed efficace di comunicazione del valore e, quindi, della qualità.
Quindi, ecco che allo SCA cupping score si è visto affiancare quello che in realtà è un internal cupping score; il quale poi, in realtà, altro non è che il punteggio che vediamo sul packaging del prodotto nel 99% dei casi.
Il vero nodo centrale sarà capire dove sarà applicato il nuovo CVA (a quale livello della catena di fornitura) e se, soprattutto, le aziende concretamente lo implementeranno nei propri processi di valutazione qualitativa.”
E il valore di un caffè, la qualità percepita, è quantificabile oggettivamente?
“Per capirlo dovremmo fare un passo indietro e chiederci, quali sono oggi gli attributi che definiscono la qualità di un caffè? Sono gli stessi per tutti gli attori in gioco del sistema?
La risposta non è così semplice e scontata e, soprattutto, evolve nel tempo.
Ciò che era percepito come qualità 10 anni fa oggi assume connotati diversi.
C’è una sempre maggiore attenzione non solo alla qualità gustativa della bevanda ma anche ad altre caratteristiche estrinseche che la definiscono. Ne sono un chiaro esempio tutti quei caffè che parlano di famiglie produttrici, di territorio, di processi di lavorazione, di certificazioni, etc.
La qualità organolettica, inoltre, fa sempre riferimento a un parametro del tutto soggettivo che rientra nella sfera delle preferenze personali.
Difficile, quindi, riuscire a racchiudere in un numero, quindi con un parametro quantitativo, il valore di una preferenza soggettiva che sia riconosciuta come universalmente valida per tutti.”
MILANO — Mentre il mondo del caffè si dava appuntamento a Chicago per la Specialty Coffee Expo – massima vetrina Sca di oltreoceano, andata in scena da venerdì 12 a domenica 14 aprile – i mercati borsistici hanno archiviato una settimana di prezzi record, per quanto riguarda i robusta, e di forti rialzi sul fronte degli arabica. Nella giornata di venerdì, Londra ha toccato nuovi massimi storici. Maggio è volato, in corso di contrattazione, a un intraday 3.956 dollari.
Il trend si è successivamente ridimensionato: la chiusura a fine giornata è stata a 3.900 dollari, comunque in ulteriore ripresa di $57 su giovedì e a un nuovo, ennesimo massimo del contratto 10-T.
Luglio, che può essere ormai considerato il contratto principale attraendo esso volumi più che doppi rispetto a quelli della scadenza ravvicinata, ha guadagnato, a sua volta, $62 terminando la settimana a 3.852 dollari, in rialzo del 4,7% rispetto all’ottava precedente.
Venerdì di forti turbolenze a New York: la prima posizione (maggio) si è catapultata in area 2 dollari e 30, toccando un picco giornaliero di 236,20 centesimi.
Poi, lo svalutarsi del real brasiliano, ai minimi degli ultimi 6 mesi sul dollaro, ha fatto scattare le prese di beneficio.
La seduta si è conclusa comunque con il quarto rialzo consecutivo, a 224,65 centesimi, 430 punti sopra la chiusura di giovedì.
La seconda posizione (luglio), ormai scadenza principale, ha guadagnato 310 punti terminando a 220,45 centesimi.
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MILANO – Cultura, arte, condivisione: anche questo è Starbucks, non solo caffè, che durante miart – fiera d’arte moderna e contemporanea organizzata da Fiera Milano – diventa la bevanda di contemplazione che completa l’esperienza di fronte a delle opere visive uniche come quelle di Matteo Cibic, che ha curato lo spazio miartalks sia all’Allianz MiCo che nella Starbucks Reserve Roastery di Piazza Cordusio.
Starbucks e Cibic fanno comunicare due mondi
Una partnership tra l’artista e designer con la catena di caffetterie di Seattle, iniziata proprio con la prima apertura della Roastery milanese con la creazione di 100 piccoli Ulisse e Sirene come edizione speciale e 10 più grandi in ceramica e oro 24k esposte proprio all’interno delle Roastery milanese, di Shanghai e Seattle.
E che continua tuttora rinnovandosi con l’esposizione della collezione al miart.
“Il mio mondo creativo è un luogo dove l’arte si fonde con la diversità e celebra l’unicità di ciascuno di noi. Vi invito a visitare lo spazio miart talks all’Allianz MiCo e alla Starbucks Reserve Roastery Milano, per immergervi nella profondità del nostro essere in un’esplorazione artistica che va oltre il visibile”, spiega Matteo Cibic, artista e designer eclettico.
“Un viaggio sensoriale profondo fatto di esperienze, emozioni e sogni, che combina l’arte visiva raffigurante paesaggi lisergici e creature fantastiche, con un dialogo in cui l’accoglienza è la lingua condivisa e l’arte il ponte che connette cuori e menti”.
Louise Mills, general manager di Starbucks Reserve Roastery Milano ha commentato: “Siamo orgogliosi di collaborare per la prima volta con miart sponsorizzando i talks. Il progetto si inserisce nell’impegno più ampio di Starbucks di celebrare e valorizzare l’arte. Attraverso il caffè come catalizzatore della creatività, Starbucks aspira a raggiungere originalità e cambiamento e dare vita a esperienze significative per i propri partner (dipendenti), i clienti e tutta la comunità”.
Cibic ritorna alle origini del chicco
E appende alle pareti la sua visione di una piantagione di caffè, inserendovi i suoi personaggi immaginifici – normalmente realizzati in statue antropomorfe – in degli arazzi di raso imbottito dai colori sgargianti. Illuminati a regola d’arte, queste rappresentazioni raccontano le farm in cui, tra le piante, le drupe, le foglie, si muovono i Domsai di Cibic trapuntati su questa superficie morbida al tocco.
Eh sì, perché all’interno della cornice moderna del miart, dove tutto sembra intoccabile come nei musei, i quadri di Cibic sono irresistibili e invitano ad assaporarli non solo attraverso gli occhi, ma anche con le mani. E così questi luoghi spesso così distanti geograficamente, che il consumatore finale non conosce minimamente, diventano accessibili in modo soft e onirico.
Tutto questo si inserisce all’interno di un programma con tre giornate dedicate ai talks del duo MASBEDO, David Horvitz e Francesco Arena, ospitati sia nello spazio miartalks realizzato dalla Roastery e allestito ad Allianz MiCo, sia all’Arriviamo Bar nella Starbucks Reserve Roastery Milano in piazza Cordusio.
E questa è solo una parte dell’esperienza immersiva pensata da Starbucks con Cibic.
Perché il programma continua con una piccola e gradevole al palato anticipazione di due miscele con la stessa composizione (60% Colombia Nariño e 40% Sumatra Aceh) ma una tostata chiara e una più scura, servite agli avventori e che usciranno ufficialmente soltanto verso la seconda metà di maggio.
Il filtro in tutte le sue espressioni, è presente sul bancone della sala del miart in modo tale che chi si riempie gli occhi con le piantagioni di Cibic, intanto possa degustare un buon V60.
Soltanto blend 100% Arabica, Starbucks celebra l’arte della torrefazione e di quella visiva.
E di quella uditiva: con la performance Dermophonic Cibic e Starbucks allestiscono un vero e proprio viaggio emozionale che miscela arte, musica e il gusto del caffè.
Un esperimento inserito nel Fuori Salone, dal 16 al 20 aprile, dalle 11 alle 12, dentro l’Arriviamo Bar della Starbucks Reserve Roastery.
All’interno di un nido insonorizzato e ricamato su misura dall’artista, l’ingegnosa musicista Elasi e Matteo Cibic sono all’opera per restituire dei piccoli ritratti sonori delle persone che si sono proposti a rispondere al quesito: “In che sogno vorresti essere?”.
La scheda sintetica della Starbucks Reserve Roastery Milano
La Starbucks Reserve Roastery Milano è l’omaggio alla cultura dell’espresso italiano che nel 1983 ha ispirato Howard Schultz nella creazione della Starbucks Experience. La Milano Roastery è uno spazio di 2.300 metri quadrati in cui il caffè è il vero protagonista della teatralità della torrefazione, dell’estrazione e della mixology di bevande e cocktail a base dei caffè Starbucks Reserve.
Un’esperienza immersiva che attiva tutti i sensi: la vista, il tatto, l’udito, l’olfatto e il gusto per apprendere e approfondire lo straordinario viaggio del caffè dalla piantagione alla tazzina.
La Starbucks Reserve Experience offre chicchi di caffè arabica da piccoli lotti provenienti da più di 30 Paesi produttori in tutto il mondo, tostati qui nell’unica Reserve Roastery in Europa, Medio Oriente e Africa, accompagnata dai prodotti di panetteria e pasticceria della Bakery di Milano Princi.
MILANO – In occasione della Milano Design Week, La Marzocco – leader nella realizzazione artigianale di macchine e attrezzature per caffè di alta qualità dal design iconico – inaugura il temporary La Marzocco Store il 15 aprile. Il centro sarà aperto fino al 21 aprile in via Palermo 21, nel cuore del quartiere di Brera, dove l’azienda fiorentina dà vita a un luogo di incontro e condivisione dove partner, designer e appassionati possono partecipare a diverse masterclass esclusive curate dagli esperti di Accademia del caffè espresso, il centro culturale polifunzionale de La Marzocco.
La Marzocco Store per la Milan Design Week
Il ricco palinsesto di eventi in programma comprende diversi workshop per imparare a fare un espresso con l’estrazione ideale o per apprendere a riconoscere i vari aromi presenti nel caffè.
Ad arricchire il calendario nella settimana più dinamica dell’anno, una serie di appuntamenti legati al benessere e alla creatività culinaria: il giovedì mattina è infatti possibile partecipare a una rigenerante sessione di face yoga guidata da Anna Kostina, mentre il sabato è previsto un brunch firmato da Onest e due sessioni per imparare a realizzare il tiramisù perfetto.
La Marzocco Store è anche un luogo dove poter gustare un buon caffè e, soprattutto, scoprire le ultime novità del brand con un focus particolare sulle macchine della linea Home, vere e proprie icone di design e artigianalità ideate da La Marzocco per l’ambiente domestico e non solo: la Linea Mini e la Linea Micra.
Proprio la Linea Mini – una macchina per caffè espresso compatta di livello professionale che si distingue per le prestazioni tecniche e il design distintivo – è protagonista di una special edition completamente personalizzata per Rimowa, iconica Maison tedesca di valigeria con sede a Colonia, e presentata durante la Milano Design Week 2024. Gli abili artigiani de La Marzocco hanno reinterpretato l’alluminio scanalato, elemento distintivo di Rimowa, e l’hanno tradotto in una macchina dal design ricercato.
Prodotta nello stabilimento di Firenze, ogni componente della limited edition richiede 40 ore di lavorazione artigianale dedicata.
La macchina presenta all’esterno gli iconici pannelli scanalati in alluminio provenienti dallo stabilimento Rimowa di Colonia, assemblati e installati interamente a mano.
L’alto livello di artigianalità si estende anche alle finiture, dal telaio alla base, che presenta i due loghi dei marchi per celebrarne l’unione.
Il design integra inoltre un rubinetto dell’acqua calda su misura e manopole realizzate in alluminio, decorate con gli iconici monogrammi Rimowa e La Marzocco. Infine, il portafiltro personalizzato è realizzato in alluminio anodizzato, così come i piedini.
Ingegno, artigianalità, design, ricerca continua, eccellenza, meticolosa attenzione ai dettagli: sono solo alcuni dei valori che accomunano le due aziende e che hanno portato alla nascita di questa evocativa collaborazione.
“Rimowa è sinonimo di viaggio” – dichiara Andrea Cobianchi, brand manager La Marzocco – “e La Marzocco Home è un invito alla scoperta della bellezza e della convivialità legate alla preparazione del caffè; quando questi aspetti si uniscono, si ottiene un’esperienza del caffè autentica, di classe ed eccezionale.”
A partire dal 15 aprile è possibile scoprire la limited edition realizzata in collaborazione con Rimowa presso il pop-up store firmato La Marzocco, insieme alle altre iconiche macchine della linea Home, tutte caratterizzate da un design ricercato e funzionale, e completamente customizzabili dagli esperti artigiani dello stabilimento di Firenze.
La speciale macchina creata in collaborazione sarà anche visibile presso il Rimowa Café presso lo Spazio Maiocchi, dallo stesso giorno.
Inoltre, a chi visita il pop-up store, viene regalato un gettone “caffè sospeso”, offerto da La Marzocco, fino ad esaurimento, da utilizzare presso alcuni dei suoi clienti finali, tra cui locali, bar e coffee shop in giro per la città.
VICENZA – Julius Meinl, rinomato brand viennese nel mondo del caffè, torna alla Milan Design Week 2024, raccontando la propria storia all’interno di un contesto caratterizzato dalla fusione di elementi classici con il design contemporaneo austriaco. L’esposizione, firmata da Advantage Austria, sarà costituita da pezzi unici di design austriaco, come mobili e arredi, lampade e accessori per la tavola, selezionati da un’apposita giuria.
Julius Meinl alla Milan Design Week
Tra gli elementi di design iconici dell’Austria non poteva mancare la tazzina da caffè di Julius Meinl, che dal 16 al 21 aprile 2024 sarà ospitato nel Design Palazzo Austria, all’interno di Palazzo Confalonieri – Fondazione Cariplo, circuito Brera Design District.
Durante la Design Week, all’interno della ViennaCoffeeHouse, gli ospiti potranno immergersi nell’atmosfera viennese e assaporare le miscele di caffè del brand.
L’obiettivo di Julius Meinl è quello di offrire a tutti gli ospiti della Design Week, e a tutti gli amanti del caffè, un momento di pausa, piacere e libertà dall’ordinario, per staccare dal tran tran dei giorni dedicati al design.
Questo desiderio rientra appieno nella campagna, appena lanciata dal brand, “I do it Meinl way’” nel tentativo di far ritrovare, attraverso i coffee moments, la gioia ad ogni sorso di caffè.
Per Julius Meinl, la vita è fatta di piccoli momenti speciali e goderne è la cosa più importante, ovunque ci si trovi. Non è quindi solo il gusto del caffè, ma l’effetto che questo ha su tutti i sensi a coronare il momento di pausa perfetto, offrendo a tutti gli amanti del caffè un’esperienza sensoriale completa.
La speciale tazzina Julius Meinl è stata creata in collaborazione con Matteo Thun nel 2004, architetto e designer italiano noto per i suoi lavori innovativi. Questa, in relazione diretta con la Design Week, è il simbolo della storia e dell’evoluzione dell’iconografia legata a Julius Meinl.
La tazzina rossa di Thun è ispirata al famoso logo del brand in cui domina un Faz rosso; la versione nera della medesima tazzina è invece composta da pochi elementi ma fortemente evocativi: porcellana nera accompagnata dal logo dorato Julius Meinl.
Questa rivisitazione moderna richiama la cultura delle caffetterie viennesi e l’imperitura ricetta del caffè 1862 e si ispira inoltre al famoso quadro di Paul Cezanne “Bacio della Medusa”, conosciuto anche come “Il sogno del Poeta”. La tazzina, estremamente elegante, riporta agli anni dei Caffè letterari della Vienna del 1800 e rimanda a quella immagine del caffè come aroma intenso e crema dorata, legandosi all’idea del caffè come ‘oro liquido’.
Julius Meinl invita tutti i coffee lover e gli amanti del design a ritagliarsi un momento di calma dalla frenesia del quotidiano presso il Design Palazzo Austria a Palazzo Confalonieri in occasione della Milano Design Week, per scoprire e celebrare l’arte del caffè e il design austriaco in una fusione unica di stile e tradizione.
La scheda sintetica di Julius Meinl
Julius Meinl è un’azienda familiare austriaca di grande successo internazionale e da 160 anni è l’ambasciatrice nel mondo della cultura delle caffetterie viennesi. Il successo globale di Julius Meinl si basa su valori tradizionali: cinque generazioni di esperienza
nel caffè, prodotti di qualità premium e un eccellente servizio ai clienti.
Julius Meinl è ambasciatrice globale per la cultura del caffè viennese e oggi ispira le persone in tutto il mondo, proprio come facevano in passato i caffè letterari.
• Fondata nel 1862 a Vienna
• 1000 dipendenti in tutto il mondo
• Presente in più di 70 paesi in tutto il mondo: market leader in Austria e nei Paesi dell’Europa Centrale e settimo player nel mercato horeca italiano
• Circa 40.000 clienti in tutto il mondo
• Centri di produzione a Vicenza (Italia) e a Vienna (Austria)
MILANO – In occasione della Milano Design Week, che si tiene in concomitanza con la 62° edizione del Salone internazionale del mobile di Milano, De’ Longhi, leader globale nel settore degli elettrodomestici per la casa, porta in città la “Bean-to-cup revolution” per elevare l’esperienza del caffè a un nuovo livello, unendo così tecnologia all’avanguardia, un design pluripremiato e un’esperienza senza pari.
De’ Longhi alla Milano Design Week
Il Perfetto District di De’Longhi sarà il fulcro di questa experience nel cuore di Milano: un itinerario cittadino alla scoperta delle macchine da caffè automatiche De’Longhi che, tappa dopo tappa, svelerà la magia che si cela dietro un caffè “perfetto”, dal chicco fino alla tazzina.
Dislocata in punti strategici della città, la macchina automatica per caffè in chicchi De’Longhi Rivelia, permetterà ai consumatori di assaggiare diverse tipologie e miscele di caffè e, grazie alla macinatura fresca dei chicchi al momento, di preservare in tazza tutti gli aromi del caffè, offrendo un’esperienza premium di gusto.
Rivelia è infatti dotata di macinacaffè integrato regolabile con 13 livelli di macinatura e grazie alla tecnologia Bean Adapt la macchina suggerisce il livello di macinatura, la dose di caffè e la temperatura di infusione ai chicchi inseriti.
Il percorso del Perfetto District comincerà nel Beans Corner, presso Caffè Vergnano 1882, brand partner di De’Longhi, nel bar storico di via Speronari, dove sarà possibile assaporare un Espresso di qualità, estratto a regola d’arte da diverse varietà di chicchi.
In questo corner è anche prevista la presenza di un esperto nei giorni 19 e 20 aprile, che guiderà gli ospiti dalle ore 13.30 alle ore 15.30 nella preparazione di un caffè perfetto.
Il viaggio dal chicco alla tazzina continua nel Technology Corner a Casa Lago: un ampio spazio di design dove verranno esposte le macchine automatiche più iconiche, con un focus sulla loro semplicità di utilizzo e i tempi record di preparazione resi possibili dalla tecnologia innovativa di Rivelia.
La terza tappa, il Perfetto Corner allestito presso Lago Store è un invito a scoprire le proprie preferenze in fatto di caffè, grazie alla funzione My Perfetto di Rivelia che consente la customizzazione delle bevande e la creazione di profili utente.
Si prosegue poi da TERRASZA, che durante la Design Week diventa The Cool Corner: uno spazio outdoor suggestivo e scenografico dove sarà possibile provare per la prima volta e gustare le bevande latte freddo realizzate con Rivelia, grazie all’ausilio della nuova caraffa Latte Crema Cool che sblocca 6 nuove bevande.
Penultima tappa del Perfetto District è Mo 1950, The Taste Corner, uno spazio per conoscere un altro fondamentale concetto di gusto, quello estetico. Qui il design delle nuove macchine De’Longhi sarà esposto in più ambienti che vanno oltre la cucina, dove ognuno potrà imparare come allestire il proprio grazie ai consigli dell’Interior Designer Alberto Vanin.
L’esperienza si conclude nella storica sede del Corriere della Sera, The Green Corner, dove verrà presentata in esclusiva la nuova colorazione Jade Green di Rivelia.
Le tappe del Perfetto District
-The Beans Corner C/O Vergnano 1882 – Via Speronari, 3
-The Technology Corner C/O Casa Lago – Via San Tomaso, 6
– The Perfetto Corner C/O Lago Store Portanuova – Via Galileo Galilei, 14
– The Cool Corner C/O TERRASZA – Giardino di Alik, Via E. De Amicis, 17
– The Taste Corner C/O Mo.1950 – Via G. Carducci, 38
– The Green Corner C/O Corriere della Sera – Via Solferino, 28
Sintesi dell’expertise di De’Longhi nell’ambito del caffè, Rivelia, che è stata recentemente premiata con tre prestigiosi premi IF Design nelle categorie Prodotto, Esperienza Utente e Interfaccia Utente, incarna un nuovo linguaggio estetico, che grazie al suo design ricercato e senza tempo, contraddistinto da linee morbide e delicate, la rende versatile e adatta a qualsiasi stile di arredamento.
Caffè Vergnano 1882 sarà presente con il proprio caffè in chicchi in tutti i corner del Perfetto District by De’Longhi.
De’ Longhi è il global brand che offre ai consumatori prodotti innovativi con una combinazione unica di qualità, prestazioni, stile e design che ha reso la società un leader mondiale nel piccolo elettrodomestico. All’interno di quest’ultimo segmento, le macchine per caffè rappresentano attualmente il cuore del brand e hanno portato De’ Longhi a essere tra i leader mondiali nella loro produzione.
Le sue macchine per caffè riescono a soddisfare le diverse esigenze dei coffee lover di tutto il mondo, grazie a tecnologia, design e possibilità di personalizzazione delle bevande che offrono. Dal chicco mono-origine fino al più selezionato caffè macinato, De’Longhi permette di ottenere il risultato in tazza desiderato con la semplicità del tocco di un tasto di una macchina superautomatica o replicando i gesti dei baristi con la soluzione manuale.
MILANO – In occasione della Design Week che andrà in scena dal 15 al 21 aprile nella città di Milano, Caffè Vergnano – simbolo dell’autentico espresso italiano nel mondo e tra i migliori produttori di caffè in grani – e De’ Longhi– leader globale nel settore delle macchine per il caffè espresso – collaborano con 6 location sfruttando un unico filone narrativo: il tuo caffè Perfetto è il risultato del chicco macinato fresco e la tua macchina perfetta si adatta perfettamente al tuo design.
Caffè Vergnano e De’ Longhi per la Milano Design Week
Il Beans Corner situato nella storica caffetteria di Via Speronari, sarà la prima tappa del Perfetto District: un percorso cittadino ed un’esperienza di gusto.
Venerdì 19 e sabato 20 aprile nel coffee shop sarà anche prevista la presenza di un esperto coffee trainer di Caffè Vergnano, che guiderà gli ospiti, nella fascia oraria dalle 13.30 alle 15.30, nella preparazione di un caffè a regola d’arte.
Inoltre nelle giornate del 16,17,19 aprile alle ore 10.30 sarà previsto l’appuntamento “Colazione con” insieme alle talent God Save the Breakfast, Cucina Botanica ed Irene’s closet.
In tutte le tappe del Perfetto District e nei coffee shop Caffè Vergnano 1882 di via Cesare Battisti e Mind-Milano Innovation District, si potranno gustare l’espresso e il cappuccino perfetto preparati con i chicchi Caffè Vergnano.
La scheda sintetica del Caffè Vergnano
Caffè Vergnano è una delle più antiche torrefazioni italiane. Fondata nel 1882 e ancora oggi guidata dalla famiglia, da 140 anni racconta il rito dell’autentico espresso italiano portando in una tazzina profumi e aromi di tutto il mondo. Il segreto delle miscele è la tostatura, lenta e tradizionale che valorizza ogni singola origine, nel rispetto della materia prima.
Le miscele Caffè Vergnano si trovano nella grande distribuzione, nei migliori bar e negli oltre 180 Caffè Vergnano 1882, la catena di caffetterie all’italiana presente in tutto il mondo.
MILANO – Qromo, startup fintech nata a Milano con l’obiettivo di digitalizzare e semplificare tutti i processi delle attività di Food Retail e del settore horeca, annuncia la propria partecipazione alla MilanoDesign Week 2024, dove sarà presente presso due location iconiche del Fuorisalone, l’Isola Design Festival e lo spazio Base Milano, in qualità di abilitatore della modalità cashless e saltacoda per l’acquisto di cibo e bevande.
Qromo alla Milano Design Week con il menù digitale per ordine e pagare
Per far fronte all’inevitabile affollamento legato alla massiccia partecipazione prevista agli eventi del Fuorisalone, Qromo fornirà una soluzione che permetterà agli ospiti della fiera, attraverso un menù digitale integrato con una funzione di ordini e pagamenti, di ordinare e pagare cibo e bevande direttamente da smartphone, semplicemente inquadrando un QRcode e senza scaricare nessuna app. I visitatori potranno ordinare comodamente e senza doversi mettere in coda presso tutti gli eventi legati alla Isola Design Week e a Base Milano, dove si svolgeranno molteplici attività legate al festival.
Con queste soluzioni, QROMO vuole migliorare l’esperienza di acquisto e consumo, dando la possibilità a chi la usa di sperimentare un’esperienza full cashless e di evitare di passare ore in fila nell’attesa di fare lo scontrino.
“Il Fuori Salone è uno degli eventi più attesi dalla città di Milano, polo di attrazione per un numero enorme di visitatori. L’affollamento in questa tipologia di eventi crea necessariamente dei disagi, code e assembramenti. Qromo nasce proprio per eliminare queste problematiche, semplificando i processi di ordinazione e portando beneficio a esercenti e consumatori, contribuendo ad abbattere le lunghe attese, da sempre il primo disincentivo all’acquisto durante queste fiere,” commenta Francesco Basile, co-founder e amministratore delegato di Qromo.
Attraverso l’eliminazione delle code in cassa, la semplificazione dei processi di ordinazione e pagamento e il monitoraggio in tempo reale delle rimanenze di magazzino, QROMO offre strumenti che possono contribuire al miglioramento dell’efficienza e della redditività delle attività di ristorazione.
La scheda sintetica di Qromo
Qromo è una start-up fintech fondata nel 2020 che si rivolge alle attività del settore horeca, food retail ed eventistica con una soluzione modulare all-in-one che integra un menù digitale personalizzabile, un sistema di ordini e di pagamento e un software gestionale per la processazione degli ordini. La soluzione di QROMO contribuisce a eliminare le code in cassa e facilitare i processi di ordinazione e pagamento, tracciando in tempo reale le rimanenze di magazzino.
Finalmente è stata approvata la Legge Massari che ha come obiettivo quello di promuovere l’eccellenza della cucina italiana e che riconosce ufficialmente i mestieri di pasticciere, chef e artigiani del cibo (ne abbiamo parlato qui). “Non sono soddisfatto, ma felice”, – rivela il maestro Massari a La Cucina Italiana – “Una legge che porta il proprio nome per un pasticciere passa alla storia, ed è sia un onore che un onere, dovrò essere imparziale a livello operativo, per cui spero solo che mi riesca bene, molto bene; certo, fino a che non verrà esposta la normativa della legge non saprò esattamente cosa comporterà”.
Leggiamo di seguito la prima parte dell’intervista di Laura Pacelli pubblicata sul portale La Cucina Italiana.
La Legge Massari riceve il riconoscimento ufficiale
MILANO – “Con questo premio ho voluto emulare – non copiare – soprattutto i francesi, ma siamo 100 anni indietro rispetto a loro. Per fortuna qualcuno si è svegliato e ha capito che è importante codificare queste persone, questi artigiani, che possono dare un input alla nazione, per promuovere tutto ciò che è italiano.
Un giorno in Francia con Gualtiero Marchesi, di cui ero grande amico, il vecchio padre della cucina moderna, Paul Bocuse, ci disse: “Cari miei, quando gli italiani si accorgeranno del grande valore delle materie prime che avete, supererete la cucina francese…””.
Guardare gli altri, per cambiare marcia
“Non siamo ancora arrivati a quel punto, forse perché manca ancora l’atteggiamento giusto per arrivarci, l’onestà e la voglia di farlo.
Certo, anche i francesi si invidiano tra loro, ma, pensiamo a Château d’Yquem, un vino da dessert pregiatissimo (Sauternes, ndr), di altissima qualità, dal prezzo molto elevato; gli altri chateau vicini non rispondono dicendo di comprare il loro vino perché costa meno, come facciamo noi. Ma ammettono che quello è un grande vino e che loro lo stanno rincorrendo, per fare meglio e ottenere la stessa qualità. Ecco bisogna avere la forza di fare questo, capire le abilità degli altri per cambiare marcia, trovare gli stimoli dagli altrui per rinnovarsi tutti giorni. Se invece l’unico stimolo è la propria iniziativa e/o abbassare il prezzo allora non si va lontano”.
Un premio non solo per i pasticcieri
Con questa legge Massari è prevista, inoltre, l’istituzione di un riconoscimento attraverso cui vengono premiati i migliori e le migliori rappresentanti delle categorie che potranno essere insignite del titolo di Maestro dell’arte della cucina italiana.
Per leggere l’intervista completa basta cliccare qui.
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