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giovedì 28 Novembre 2024
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Gran Bretagna: la tazzina di caffè più costosa a 300 euro con i chicchi Typica dal Giappone

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Una tazzina di caffè espresso (immagine: Pixabay)

In Gran Bretagna la tazzina di caffè più costosa è disponibile per l’acquisto a Londra al prezzo di 265 sterline (circa 307 euro). La tazza in questione viene preparata utilizzando chicchi Typica, una varietà di alta qualità di Arabica, provenienti dalla tenuta Nakayama in Giappone, ed è possibile gustarla presso la caffetteria londinese Shot nel quartiere di Mayfair. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di tradotto dalla lingua inglese e pubblicato su The Telegraph.

La tazzina di caffè più costosa della Gran Bretagna

LONDRA – La tazza di caffè più costosa della Gran Bretagna è disponibile presso Shot, una piccola caffetteria situata nel quartiere di Mayfair con pareti e tavoli in marmo, al costo di 265 sterline.

La tazza viene preparata utilizzando chicchi Typica, una varietà di alta qualità di Arabica, provenienti dalla tenuta Nakayama in Giappone.

Maxwell Colonna-Dashwood, tre volte campione barista del Regno Unito e fondatore di Colonna Coffee, ha affermato che è molto insolito che il caffè venga coltivato in Giappone, e ciò potrebbe essere la ragione principale per il prezzo stravagante di questa bevanda.

“Quasi nessuno coltiva caffè in Giappone,” ha detto. “Tipicamente cresce nei tropici, ai lati dell’equatore. È molto difficile farlo crescere in luoghi come il Giappone e probabilmente ha bisogno di molta cura e assistenza.

Secondo il menù di Shot, i suoi chicchi di typica giapponesi sono offerti dalla famiglia Kishimoto, che produce uno dei caffè più pregiati sull’isola di Okinawa dal 2015. “Questa bevanda riflette il profondo valore giapponese di perseguire la perfezione”, recita la descrizione sul suo menu.

Per leggere l’articolo completo in lingua inglese basta cliccare qui

Nestlé: Orzoro vince il premio Best packaging 2024 dell’Istituto italiano imballaggio

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La premiazione di Orzoro (immagine concessa)

ASSAGO (Milano) – La confezione di Orzoro da 120gr ha vinto il premio Best packaging 2024, conferito dall’Istituto italiano imballaggio per la categoria “accessibilità”. La giuria ne ha infatti riconosciuto la semplicità di utilizzo grazie al design ergonomico del packaging, di forma ovale, adatto per adulti e bambini, caratterizzato da un coperchio richiudibile e facilmente estraibile mediante la presenza di due linguette di presa laterali. Inoltre, sul pack sono riportate le informazioni di base sul prodotto anche in braille, al fine di consentirne la lettura a ipovedenti e non vedenti.

Orzoro di Nestlé premiata con il Best packaging 2024

Il marchio Orzoro fa parte del Gruppo Nestlé dal 1974 . Inizialmente era destinato alla colazione dei bambini come sostituto del latte, ma il cambiamento delle abitudini alimentari verso una dieta più sana ha portato Nestlé Orzoro a rivolgersi anche a un pubblico adulto, diventando leader nel mercato delle bevande a base d’orzo.

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La confezione di Orzoro da 120gr (immagine concessa)

Oggi, Orzoro è il prodotto a base d’orzo più venduto in Italia, scelto da quasi 3 milioni di famiglie.

“Siamo molto orgogliosi di questo premio, che riconosce l’impegno e la dedizione con cui ogni giorno lavoriamo per rendere più sostenibili e accessibili gli imballaggi dei nostri prodotti. La gamma di referenze Orzoro – e con essa anche il packaging – si è evoluta nel tempo per soddisfare le nuove tendenze e abitudini di consumo e per venire incontro alle esigenze dei consumatori, sempre più attenti alla sostenibilità, all’accessibilità e alla facilità di utilizzo del prodotto” ha dichiarato Diletta Golfieri, marketing manager Nescafé e Orzoro.

“La confezione di Orzoro, packaging iconico, colpisce nella sua riconoscibile semplicità per l’attenzione all’accessibilità. Somma infatti diversi elementi quali ergonomia, easy open e richiudibilità. Le informazioni sono inoltre accessibili ai non vedenti grazie alla stampa in braille presente sul tappo” ha commentato il presidente di giuria, Luigi De Nardo, docente del Politecnico di Milano.

Oggi è sempre più importante lavorare sull’accessibilità del packaging, area in cui il Gruppo ha già raggiunto significativi risultati in tema di riciclabilità: in Europa Nestlé ha conseguito l’importante traguardo del 95% di packaging dei propri prodotti progettati per il riciclo.

Il Gruppo, infatti, sta lavorando con costanza e determinazione per conseguire risultati sempre più significativi in ottica di economia circolare focalizzandosi su tre diversi fattori-chiave: riprogettare i propri imballaggi, ridurre al minimo i rifiuti e ottimizzare l’utilizzo di materiali riciclabili e riutilizzabili.

Nestlé si sta concentrando sullo sviluppo di packaging che utilizzano meno materia prima, alleggerendo ed eliminando coperchi, accessori, strati e pellicole di plastica non necessari, continuando sempre a garantire la sicurezza alimentare dei prodotti.

La scheda sintetica del Gruppo Nestlé

Il Gruppo Nestlé, presente in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 per la produzione e distribuzione di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo.

Nel 2023 Nestlé ha celebrato 110 anni di presenza in Italia, rinnovando il suo impegno con azioni concrete per esprimere con i propri prodotti e le marche tutto il buono dell’alimentazione.

L’azienda opera in Italia in 9 categorie con un portafoglio di numerose marche, tra queste: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.

A Tokyo il bar per soli peluche in cui gli umani non posso entrare

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Tokyo (immagine: Pixabay)

A Tokyo c’è lo Yawarakan’s Cafe, il bar esclusivo per peluche, nel quale gli umani non possono entrare se non per saldare il conto. In tale posto, i peluche possono rilassarsi attorno a un tavolo, dove saranno serviti e trattati come clienti d’onore. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Daniela Caruso pubblicato su Wine&Food Tour.

Yawarakan’s Cafe: il bar a Tokyo solo per peluche

TOKYO – Ricordate quando voi e i vostri pupazzi sorseggiavate il tè intorno ad un tavolino di plastica? Con il passare del tempo, i pupazzi, però, sono stati sostituiti da amici in carne ed ossa.

Se, però, volete rivivere quei momenti dell’infanzia, sappiate che a Tokyo esiste il Yawarakan’s Cafe, un particolare bar, dedicato esclusivamente ai peluche dove gli umani non possono mettervi piede. Scopriamo, dunque, insieme di cosa si tratta.

Yawarakan’s Cafe, il bar dedicato solamente ai peluche

Situato in Giappone, il Yawarakan’s Cafe è un bar riservato unicamente ai peluche. Gli umani, dunque, non sono i benvenuti: possono, infatti, entrarvi solo per saldare il conto.

In tale posto, i nostri amati compagni d’infanzia possono rilassarsi attorno a un tavolo, dove saranno serviti e trattati come clienti d’onore: il posto ideale, dunque, per scambiare quattro chiacchierate tra simili, mentre i nostri amati peluche sorseggiano il caffè o mangiano un buon pasto.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

illycaffè si mette in mostra alla Biennale di Venezia: ecco le nuove tazze dell’Art Collection

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La nuova illy Art Collection (immagine concessa)

VENEZIA – Arte e caffè hanno da sempre rappresentato nell’immaginario collettivo un binomio dal legame intrinseco che affonda le sue radici nella storia del Bel Paese. Non a caso, tra innumerevoli esempi, il commediografo Carlo Goldoni, veneziano, era un amante dichiarato della tazzina, la quale rappresentava, spesso, ruoli di rilievo nelle sue tragicommedie. Quale luogo migliore quindi per illycaffè di rinnovare il suo impegno nell’arte se non Venezia, città che ha accolto per prima il chicco in Italia alla fine del XVI secolo e sede della prestigiosa mostra d’arte Biennale?

Il 17 aprile il brand ha presentato la nuova illy Art Collection dedicata a Biennale Arte 2024, che porta lo stesso nome della manifestazione: Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere. La mostra si è tenuta nella suggestiva cornice delle Procuratie Vecchie, l’iconico palazzo nel cuore di Piazza San Marco a Venezia e, non a caso, luogo in cui nel 1720 viene aperto il primo vero bar d’Europa: il Caffè Florian.

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Da sinistra: Emma Ursich, segretario senerale della Fondazione The Human Safety Net, Andrea Illy, presidente di illycaffè, Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè, Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale e Adriano Pedrosa, direttore artistico del Museo d’arte di San Paolo (immagine concessa)

illycaffè presenta la nuova illy Art Collection

Un sodalizio più che ventennale, quello con l’Esposizione Internazionale d’Arte, che si riconferma anche in occasione della 60° edizione arricchendosi di una illy Art Collection firmata da quattro artisti emergenti latino-americani scelti dal curatore di Biennale Arte 2024 Adriano Pedrosa fra quelli che espongono all’interno della mostra.

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La tazzina del collettivo MAHKU

Le iconiche tazzine illy si sono trasformate ancora una volta in una tela bianca sulla quale la guatemalteca Paula Nicho, il peruviano Rember Yahuarcani López, il colombiano Aycoobo e il collettivo brasiliano Mahaku, hanno potuto esprimere la loro creatività, saldamente radicata nelle tradizioni e nella cultura della loro terra.

Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè:  “La nuova illy Art Collection, che riprende il tema della Biennale Arte 2024, è dedicata a chi è straniero o lontano e promuove, attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea, le diverse forme di dialogo e di inclusione, che spaziano dal rispetto per le radici e la cultura di tutti i popoli all’importanza di vivere in equilibrio con la natura, valori che illycaffè appoggia lungo tutta la filiera, ponendo sempre la persona e l’ambiente al centro di ogni sua attività”.

La tazzina di Paula Nicho (immagine concessa)

Cristina Scocchia rivela: “Il connubio tra la Biennale Arte e illycaffè è nato nel 2003. Per noi questo è l’undicesimo appuntamento con la Biennale Arte Venezia. In queste 11 edizioni non abbiamo voluto essere il caffè della mostra o un semplice sponsor tecnico. Abbiamo cercato di esprimere il nostro amore per l’arte contemporanea ed esprimere l’identità e il dna della illycaffè tramite progetti creativi ogni volta nuovi”.

La tazzina dell’artista Rember Yahuarcani López

“Questa nuova tematica rappresenta diversità, inclusione, tolleranza e dialogo: sono valori di cui abbiamo particolarmente bisogno considerando il contesto geopolitico in cui viviamo. Come illycaffè vogliamo farci portavoce di questi valori grazie alle nostre tazzine che rappresentano un modo per veicolare dei messaggi più importanti”.

La tazzina di Aycoobo

“Dal 1992 abbiamo chiesto a 130 artisti di fama internazionale di usare le tazzine come fossero tele bianche ed essere liberi di esprimere la propria creatività. Quest’anno siamo particolarmente fieri di essere ambasciatori di questo messaggio: non c’è nulla di più importante in questo momento di ricordare la necessità del dialogo e dell’inclusione”.

La giornata dedicata all’arte e al caffè si è conclusa con il concerto del pianista Alessandro Martire nella suggestiva cornice dei Giardini Reali di Venezia.

Alessandro Martire
Alessandro Martire

La illy Art Collection sarà disponibile nell’e-shop illy, negli store (illy Caffè e illy Shop), nei canali della grande distribuzione al dettaglio e nei canali di e-commerce indiretti.

  • Kit da 4 tazzine da espresso al prezzo consigliato di € 94,00
  • Kit da 4 tazzine da cappuccino al prezzo consigliato di € 114,00
  • Kit da 2 tazzine da espresso al prezzo consigliato di € 51,00
  • Kit da 2 tazzine da cappuccino al prezzo consigliato di € 61,00

Gli artisti:

Paula Nicho è probabilmente la più importante artista Maya guatemalteca vivente. Ha iniziato a lavorare come tessitrice e oggi dipinge la fantasia degli abiti, che riproducono la natura in modo artistico, unico e speciale. Li considera la “mia seconda pelle”, che è anche il titolo dell’opera riprodotta nella tazzina, e rappresentano quella parte della sua storia in cui ha subito discriminazioni per aver indossato gli abiti tradizionali. Attraverso la raffigurazione di varie scene di vita, in cui ha catturato la forza delle donne che indossano i costumi caratteristici delle varie regioni del Guatemala, l’artista testimonia l’importanza degli abiti per il ripristino dell’autodeterminazione indigena.

Rember Yahuarcani López è un artista visivo, scrittore e attivista che appartiene al Clan Áimenɨ della Nazione Uitoto dell’Amazzonia settentrionale in Perù. Ogni dipinto è la voce vivente degli antenati e degli dèi, che si riflettono negli animali e nella natura, poiché a quei tempi non c’erano separazioni fra uomo e natura. Nella tazzina “gli esseri invisibili” l’artista riproduce creature nate migliaia di anni fa nei territori dell’Amazzonia. Nel corso dei secoli sono stati gli dèi indigeni a insegnare ai loro abitanti nuovi modi di relazionarsi con l’ambiente ed è attraverso miti e storie che continuano a trasmettere importanti conoscenze sulla medicina, l’edilizia, la piantumazione e la cura dell’ambiente.

Aycoobo (Wilson Rodríguez) è un artista colombiano che ha appreso l’arte dal padre, pittore ed esperto di piante. In molte delle sue opere affronta la relazione tra uomo e natura. Per lui l’arte è un modo per affinare le sue antiche radici e la sua vita come individuo nel mondo contemporaneo.

La tazzina, che ricalca l’opera “il sogno dello sciamano”, rappresenta il modo in cui lo sciamano percepisce e sente la natura dal suo essere, connettendosi spiritualmente con le piante e gli animali, che sono i guardiani celesti del territorio, imparando da loro l’antica saggezza che vede ognuno svolgere un ruolo, una funzione condivisa e accettata perché ognuno porta la sua medicina per guarire l’umanità.

Mahku, il Movimento brasiliano degli Artisti dell’etnia Huni Kuin, usano l’arte per dare forma a storie raccontate nei canti huni meka, che considerano messaggi degli spiriti trasmessi al popolo Huni Kuin. Le loro opere raffigurano miti sulle origini del mondo e sulle relazioni tra esseri umani, animali, piante e spiriti. La tazzina narra il mito di kapewë pukeni (il ponte-alligatore): alcuni uomini dovevano passare dal continente asiatico a quello americano attraverso lo stretto di Bering. Un alligatore si offrì di portarli sulla schiena in cambio di cibo.

Lungo il tragitto gli animali disponibili diventavano sempre più scarsi e gli uomini cacciarono un piccolo alligatore, tradendo la fiducia del grande alligatore, che si inabissò nel mare. Da qui ebbe origine la separazione tra popoli e luoghi diversi.

Il Verro d’Oro: un bel salto indietro nel tempo, quando i caffè erano dei luoghi dove sviluppare il pensiero

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Il Verro d'Oro
La copertina de Il Verro d'Oro (foto concessa)

MILANO – Quando i bar non erano soltanto bar e il caffè non era soltanto caffè, ma tutto contribuiva ad una funzione sociale ben precisa, attorno alla quale si sviluppava la cultura di un’intera epoca, le persone si incontravano per scambiare idee e aprire nuove prospettive esercitando il pensiero critico.

Tutto questo, che si può riassumere con l’etichetta filosofica di Illuminismo, è stato un periodo intenso e vivace che ha trovato terreno fecondo proprio nelle caffetterie, ben prima dell’invenzione dell’espresso. Uno spirito d’epoca ripreso oggi da Alberto Caspani insieme a Sara Alessandrello e Marco Migliorini, redattori che hanno ideato Il Verro D’Oro ispirandosi all’originaria rivista “Il Caffè” dei fratelli Pietro e Alessandro Verri.

L’iniziativa parte proprio dal Comune di Biassano di cui i conti Verri sono originari. La villa di famiglia, oggi adibita a municipio, rappresenta già di per sé un patrimonio monumentale insieme a tante altre fonti ed opere in mostra nel museo civico “Carlo Verri”.

La ricostruzione delle atmosfere settecentesche (foto concessa)

Racconta Caspani: “L’occasione del 260° anniversario de “Il Caffè” è propizia anche per valorizzare il patrimonio monumentale di Biassono, ancora poco conosciuto, ma soprattutto per riportare l’attenzione sul periodo cruciale dell’Illuminismo: il dibattito sull’attualità deve fare i conti con concetti che sono stati elaborati in quella fase storica di profonda cesura col passato e che, oggi, vanno riconsiderati alla luce di tante possibilità di sviluppo che la storia non ha espresso, o non intende esprimere”.

“Il Verro d’Oro è un veicolo unico per riportare in auge la fecondità del dibattito del ‘700 nei caffè, spazi di coscienza civile, partendo dall’intuizione dei fratelli Verri: un mix di contemporaneità e di antichità. “

Il periodico Il Verro d’Oro ha un formato grafico settecentesco e rilancia un’idea del cartaceo quasi da collezione

“Il numero 1, che uscirà in occasione dell’anniversario di giugno, sarà stampato in formato A3 su carta martellata richiamando le pubblicazioni del ‘700; ci piace l’idea di usare ampi fogli sciolti per permettere una più ampia circolazione delle notizie e la loro fruizione contemporanea nello stesso locale, invitando poi a ridare ordine ai contenuti.

In questo modo proviamo a stimolare le persone al di là delle chiacchiere da bar, spostandoci su temi attuali e storici al contempo. Forniamo elementi che permettano di elaborare giudizi più argomentati ripercorrendo il processo storico.

Con Il Vello d’Oro appariamo un po’ controcorrente ma è la nostra risposta all’occupazione dei caffè odierni, convertiti spesso in e-work coffee, dove la musica di sottofondo distrae e il tempo libero viene finalizzato a nuovi obiettivi produttivi o a ozio infecondo.

Oggi la funzione del caffetterie si è persa e per questo vogliamo coinvolgere sia i locali storici che le dimore antiche nel rilanciare l’idea di quelle Kaffeehaus in cui era possibile fare passeggiate all’aperto e degustare il caffè, discutendo di grandi concetti.”

Il Verro d’Oro è anche digitale: il Qr.code

“Per rendere la pubblicazione fruibile nei bar, abbiamo anche voluto sfruttare la tecnologia moderna per una diffusione più veloce e capillare, dando una mano con la digitalizzazione agli operatori che hanno rinunciato ai giornali nei propri locali. I riscontri raccolti quando abbiamo diffuso le stampe cartacee sono stati in ogni caso buoni: i clienti ne restano affascinati.”

Il linguaggio così aulico non rappresenta un ostacolo a chi frequenta i bar?

“È una provocazione anche la scelta linguistica: da una parte cerchiamo di stimolare chi si trova di fronte un testo meno immediato e vuole capirlo. Dall’altra ci piacerebbe attingere a quelle risorse che nella società civile sono in grado di confrontarsi più agevolmente col testo ed espanderne le implicazioni. Riuscendo a intercettare simili lettori, contribuiamo a un miglioramento dei modi di pensare in senso illuminista e portiamo in luce un potenziale ora non visibile o non ascoltato.

L’esatto opposto di quanto ha fatto buona parte della stampa in questi ultimi decenni: semplificare sino alla banalizzazione, intrattenere e vendere anziché informare, favorendo gradualmente il proprio declassamento.

Per questo motivo, ci siamo confrontati anche con i presidenti dell’Associazione nazionale dei Torrefattori e della Federazione dei baristi italiani, al fine di costruire un network che rappresenti l’intera filiera del caffè, comprendendone criticità e opportunità che le istituzioni faticano a gestire: con Il Verro d’Oro diamo modo di aprire un dibattito su larga scala.

Utilizziamo come traccia gli articoli usciti su “Il Caffè” per alimentare il dibattito, mettendo in dialogo referenti o contesti settecenteschi e l’attualità. Lo sguardo resta però puntato sulle problematiche di oggi, su tutto ciò che viviamo, per poi rapportarlo alle radici storiche.”

Quindi Il Verro d’Oro che cadenza ha e dove lo si può trovare

“L’idea è di farlo diventare un periodico mensile a partire da giugno 2024. Vogliamo arrivare all’anniversario con un pacchetto culturale completo e un ricco calendario di iniziative. Obiettivo successivo sarà agganciare la scena di Napoli e il Meridione, l’altro grande polo dell’illuminismo italico.

Provvisoriamente il numero zero è scaricabile come PDF dalla pagina tematica sul sito odosohia.it, o sfogliabile online attraverso il qrcode già in circolazione. In questa fase intendiamo rievocare maggiormente gli aspetti storici, tant’è che abbiamo stretto un accordo di collaborazione con la Società di Danza di Monza-Brianza, insieme alla quale portiamo in scena i costumi del ‘700/’800 e rievochiamo le usanze dell’epoca.

Nei format proponibile nei locali, andremo a valorizzare anche la cultura del caffè in senso stretto, invitando diversi protagonisti e professionisti del settore per confronti sul tema della qualità del prodotto e delle filiere”

Il Verro d’Oro funziona perché c’è un’esigenza di trovare nuovi linguaggi per comunicare e fare cultura”

“Ne è una dimostrazione il recente lancio di una Coffee Room Escape al Museo Mumac di Binasco: l’idea del gioco, del giallo da risolvere per avvicinare alla cultura del caffè anche i neofiti, rientra nella rivoluzione dei saperi di cui siamo partecipi anche noi de “Il Verro d’Oro”.

Su questa linea proporremo a breve video-sketch col contributo della nostra redattrice Sara Alessandrello: dialoghi o interviste un po’ surreali, in cui personaggi del ‘700 discuteranno di temi moderni con un linguaggio ampolloso.

Proviamo a sfruttare i canali comunicativi di oggi, modificandone la forma. Abbiamo riscontrato nel pubblico la voglia di affrontare temi più critici ed esercitarsi al pensiero filosofico.

Per farlo stiamo coinvolgendo anche un gruppo di professori universitari e insegnanti di alcuni istituti.

Partecipare e leggere Il Verro d’Oro resterà un’esperienza sempre gratuita, proprio nello spirito di tutelare il carattere pubblico della cultura: il prodotto deve essere fruibile liberamente, ma valutiamo occasioni di sponsorship e partnership che sposino l’impostazione della nostra offerta.

Un ulteriore obiettivo potrebbe essere il lancio a Biassono del Festival dell’Illuminismo Aggiornato, in linea con la definizione e l’idea che di esso ne diede il politologo Giorgio Galli e con una caratterizzazione periodica”.

Jde Peet’s, numero due mondiale del caffè, critica le scadenze dell’Eudr

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Il logo di Jde Peet's

MILANO – Nel giorno dell’annuncio di tre nuovi MoU per combattere la deforestazione connessa alla coltura del caffè – sottoscritti con Honduras, Perù e Ruanda – Jde Peet’s, numero uno mondiale pure play nel settore del caffè, esprime un giudizio critico sui tempi di attuazione dell’Eudr, il nuovo regolamento europeo contro la deforestazione e il degrado forestale.

“I tempi sono strettissimi: stiamo facendo il possibile per adeguarci entro la scadenza prevista” ha dichiarato alla Reuters Laurent Sagarra, vice presidente per la sostenibilità del gruppo olandese, secondo soltanto a Nestlé in termini di volumi di caffè trasformati a livello mondiale, con vendite che hanno sfiorato, l’anno scorso, gli 8,2 miliardi di euro.

“Per alcuni paesi, l’obbligo è di fatto già scattato, perché il caffè che stanno raccogliendo ora sarà venduto nei mercati dell’Ue il prossimo anno e deve dunque essere già conforme alla norma” ha aggiunto Sagarra.

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REPA con Silko per la distribuzione dei ricambi originali del Gruppo Ali

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Il centro logistico di REPA (immagine concessa)

CESENA – REPA, il distributore leader in Europa di ricambi per attrezzature per la ristorazione, caffè, distributori automatici ed elettrodomestici è ora distributore ufficiale di 2.300 ricambi originali per le attrezzature Silko in Italia e Germania. Silko produce attrezzature innovative, di alta qualità per l’industria della ristorazione e si aggiunge ad altri importanti marchi del Gruppo Ali che già collaborano con REPA.

Nel processo di costante ampliamento dell’offerta di ricambi originali, la partnership con Silko rappresenta un nuovo importante passo per offrire ai centri assistenza un servizio post vendita sempre più efficiente.

Repa insieme a Silko

Le numerose funzioni di ricerca del webshop REPA, che permettono di cercare un ricambio per codice produttore, attrezzatura, modello macchina o brand, le immagini 360°, i disegni esplosi insieme a una logistica all’avanguardia, consentono di individuare e spedire in modo tempestivo il ricambio da sostituire, riducendo i tempi di inattività delle attrezzature Silko.

Stefano Rocchi, Group Sales Director REPA Italia, afferma: “Siamo lieti di accogliere Silko nella famiglia dei marchi REPA. I tecnici dei centri assistenza potranno ora beneficiare dell’eccellenza del nostro servizio, che assicura la disponibilità di oltre 2.300 ricambi e accessori originali Silko, spedizioni rapide e un servizio di assistenza tecnica altamente qualificato, sempre a disposizione.”

 Silko commenta: “L’attenzione al design del prodotto, unita all’utilizzo di tecnologie innovative, ci ha permesso fin dall’inizio di sviluppare progetti speciali e personalizzati per clienti prestigiosi e internazionali. Silko fa parte del Gruppo Ali, una delle aziende più rispettate nel mercato globale delle attrezzature per la ristorazione, che agisce come motore di innovazione e guida nel processo di crescita internazionale. Siamo estremamente orgogliosi della partnership con REPA, per l’opportunità offerta attraverso questo canale che ci permette di garantire costantemente la disponibilità di ricambi originali, assicurando così un eccellente servizio al cliente.”

La scheda sintetica di REPA

REPA è il principale distributore europeo di ricambi per attrezzature per la ristorazione, caffè, distributori automatici ed elettrodomestici ed è un partner di fiducia per i produttori di apparecchiature. Dal 2022 REPA è una divisione di Parts Town Unlimited, leader mondiale nella distribuzione high-tech di parti di ricambio indispensabili, prodotti e servizi correlati per i settori della ristorazione, degli elettrodomestici e dell’HVAC.

I clienti di REPA beneficiano di una forte competenza in materia di ricambi, con oltre 40 anni di esperienza nel mercato da parte di REPA Italia, REPA Deutschland, REPA France, REPA Iberia, ATEL e Big Warehouse. Con il più grande database del settore accessibile attraverso webshop all’avanguardia, un’elevata disponibilità di magazzino e centri logistici altamente innovativi che assicurano la consegna dei ricambi più rapida del settore, REPA fornisce a ogni cliente il pezzo giusto, al momento giusto, ovunque.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui e qui.

La scheda sintetica di Parts Town Unlimited

Parts Town è il distributore leader, ad altissima innovazione tecnologica, di ricambi originali OEM (Original Equipment Manufacturer) per la ristorazione, gli elettrodomestici e le apparecchiature HVAC. Quando si verifica un problema con qualsiasi apparecchiatura Parts Town è pronta a intervenire con la gamma di ricambi più ampia del pianeta, una tecnologia innovativa e un’esperienza cliente senza uguali.

Le soluzioni personalizzate vanno a beneficio dei tecnici di tutti i tipi di attrezzature, nonché di ristoranti indipendenti e di catene, scuole, strutture sanitarie e ricettive.

Grazie alla collaborazione con i principali produttori di ricambi per la ristorazione, gli elettrodomestici e l’HVAC, Parts Town migliora la catena di fornitura, aumenta le vendite di ricambi originali OEM e fa sì che l’attività di ogni cliente funzioni alla perfezione. Parts Town collabora anche con rivenditori di attrezzature e forniture di tutte le dimensioni per offrire un one-stop shop attraverso il suo marketplace “Parts Town”.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui

Lavazza lancia la campagna sostenibile per la Giornata mondiale della Terra, 22/04

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La campagna Lavazza (immagine concessa)

MILANO – In occasione della Giornata mondiale della Terra, Lavazza, l’azienda italiana leader nella produzione di caffè, lancia una nuova campagna globale, realizzata in collaborazione con la società di marketing Freeda Platform per sensibilizzare le persone sull’importanza del rispetto del nostro pianeta. Il progetto, che vede protagonista il comico e creator digitale Adrian Bliss, racconta in chiave satirica il rischio della sparizione del caffè come uno degli effetti del cambiamento climatico e sottolinea l’impegno di Fondazione Lavazza nella formazione dei coltivatori di caffè.

Tramite un telegiornale, Bliss, in veste di presentatore, annuncia l’arrivo di una notizia non ancora confermata: la sera precedente il caffè è terminato in tutto il mondo. In seguito si vedono le reazioni di persone provenienti da diversi paesi – interpretate sempre da Bliss in chiave satirica – che reagiscono alla notizia con sconforto e disperazione. Torna la linea allo studio e la notizia viene smentita, si tratta di una Fake News.

Il nuovo spot Lavazza

Oggi il caffè fa parte della quotidianità di milioni di persone, ma un giorno potrebbe non essere più così. Da anni, infatti, la Fondazione Lavazza si impegna a migliorare la resa produttiva e la qualità del caffè, anche attraverso la diffusione delle buone pratiche agricole, per permettere ai produttori di rispondere efficacemente agli effetti del cambiamento. Adrian Bliss lancia quindi un messaggio di consapevolezza per ricordarci che l’Earth Day è tutti i giorni.

“L’attenzione alla sostenibilità fa parte del percorso aziendale di Lavazza. Coinvolgere e sensibilizzare quante più persone possibili al rispetto dell’ambiente, attraverso una comunicazione originale ed innovativa, è la strategia che ci distingue da anni. – commenta Carlo Colpo, marketing communication director and brand home director del Gruppo Lavazza – Con questa campagna digitale, lanciata nella Giornata Internazionale della Terra, abbiamo voluto ipotizzare uno scenario allarmante in cui le scorte di caffè si esauriranno, al fine di promuovere messaggi di responsabilità sociale e condivisione di buone pratiche, due attività che Lavazza porta avanti da tempo.”

La partnership con Freeda Platform

Questa campagna nasce dopo il rinnovo della partnership con la società di marketing Freeda Platform e segna un nuovo capitolo per l’iconico brand, come spiega anche il ceo di Freeda Andrea Scotti Calderini: “Siamo entusiasti di continuare la collaborazione con Lavazza Group, questa volta nel ruolo di partner strategico per portare avanti la sua visione a livello globale. Continueremo a collaborare strettamente con i team di Lavazza Group, sfruttando il nostro approccio unico, basato su dati e creatività per aiutare il brand a raccontarsi, ad ascoltare e comprendere al meglio i consumatori nelle diverse countries.”

Nel 2024 infatti, Freeda Platform gestirà direttamente gli account globali del marchio sinonimo di autenticità italiana in tutto il mondo su TikTok, Instagram e YouTube, distribuendo le campagne di brand su tutte le principali piattaforme social. Inoltre Freeda Platform sarà responsabile dell’organizzazione, gestione e governance di campagne in più di 19 mercati internazionali in cui Lavazza Group è presente.

La data informed creativity

La creatività ha un ruolo fondamentale nel rendere il brand Lavazza rilevante a livello globale e locale, adattando la sua presenza ai singoli mercati con una precisione quasi sorprendente. L’impegno nella personalizzazione e nell’adattamento alle esigenze delle diverse community rappresenta una delle chiavi del successo della strategia di Lavazza in tutto il mondo.

L’approccio di Freeda Platform si basa sulla data informed creativity, combinando dati, creatività e media, sfruttando i propri tool di analisi dei dati, creando così strategie mirate e di successo. Questo approccio innovativo non solo arricchisce i brand, rendendoli rilevanti per le loro community, ma porta anche risultati tangibili per il business.

La campagna sarà live sulle piattaforme digital e social di Lavazza a partire dal 18 Aprile.

Per saperne di più basta cliccare qui. Di seguito il video YouTube della campagna pubblicitaria.

I protagonisti della campagna

Società di marketing: Freeda Platform

Cliente: Lavazza Global

Director: Carlo Di Blasi

Executive Producer: Mattia Palermo

Producer: Leonardo D’Orsa

Producer: Nicole Bruschi

Art Director: Martina Savoldelli

Copywriter: Elena Viale

Project Manager Supervisor: Alessandro Papadakis

Project Manager: Sara Araldi

Direttore Della Fotografia: Alessandro Di Rosa

Assistente di Produzione: Stefano Guglielmi

1st AD: Inigo Placido

Focus Puller: Gabriele Gregorig

Assistente Camera: Valerio Bergamotti

Data Manager: Luca Limardo

Fotografa: Ginevra Bellesi

Fonico: Andrea Riviera

Gaffer: Roberto Muratori

Elettricista: Valerio Vigo

Elettricista: Andrea Sirioli

Key Grip: Roberto Migliavacca

Stylist: Denis Micheli

Make Up: Caterina Camera

Scenografo: Max Zucca & Fabio Brasca

Attrezzista: Andrea Ventura

Editor & Colorist: You_are

Studio & equipment: Moviechrome

Autogrill presenta il primo locale Costa Coffee all’aeroporto di Fiumicino

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Il taglio del nastro (immagine concessa)

ROMA – Autogrill, leader nella ristorazione per chi viaggia e parte di Avolta, ha inaugurato il primo locale Costa Coffee, catena di caffè britannica fondata nel 1971 dai fratelli italiani Bruno e Sergio Costa, atterrato all’aeroporto di Fiumicino. Una collaborazione cruciale per portare un partner internazionale, presente in oltre 50 Paesi, anche in Italia, arricchendo non solo il portafoglio brand di Avolta, sempre più ampio e diversificato, ma anche l’offerta per i viaggiatori in uno snodo strategico come Fiumicino, la più importante porta d’ingresso in Italia, nonché il principale aeroporto italiano in termini di traffico e di visibilità a livello internazionale.

Autogrill presenta il primo locale Costa Coffee in Italia

“Siamo molto soddisfatti della partnership con un player di alto livello e dal respiro internazionale come Costa Coffee, a testimonianza di un’offerta in costante rinnovamento e di un continuo potenziamento delle nostre collaborazioni, per offrire ai viaggiatori un’esperienza senza eguali”, ha commentato Massimiliano Santoro, ceo Italy F&B di Avolta.

Santoro aggiunge: “Costa Coffee entra nel mercato italiano con noi e desidero ringraziarli per la fiducia accordataci. Un ringraziamento particolare anche ad Aeroporti di Roma, che ha ospitato il nuovo locale con cui arricchiamo ulteriormente la nostra presenza nello scalo più importante in Italia, dove ogni giorno ci interfacciamo con un alto numero di viaggiatori, offrendo loro soluzioni in grado di rispondere a ogni esigenza, gusto e tendenza”.

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Il primo punto vendita Costa Coffee in Italia (immagine concessa)

 “Grazie alla collaborazione con Costa Coffee, continuiamo a guardare al futuro, sperimentando e creando nuove soluzioni per soddisfare le esigenze dei viaggiatori”, ha commentato anche Luca D’Alba, General Manager Italy F&B di Avolta. “Con questa nuova apertura a Fiumicino proseguiamo il nostro processo di consolidamento nel canale aeroportuale, che rappresenta un segmento importante del nostro business e dove, dato l’elevato numero di viaggiatori, è necessario rispondere a molteplici esigenze con un approccio evoluto e un’offerta costantemente aggiornata”.

 L’apertura ufficiale del locale ha offerto ai viaggiatori la possibilità di assaggiare una selezione dell’offerta food e drink di Costa Coffee e di assistere a un Latte Art Show, con alcuni baristi che hanno mostrato il loro talento e la loro passione servendo tazze di caffè realizzate a mano e complete di Latte Art.

Sam O’Brien, managing director EMENA di Costa Coffee:  “L’apertura del nostro primo locale in Italia rappresenta un momento molto emozionante. È stato l’amore dei fratelli Costa per il caffè italiano e l’impossibilità di trovarlo nella loro nuova patria, l’Inghilterra, a far nascere Costa Coffee. Il loro spirito imprenditoriale e il retaggio italiano continuano a ispirarci ogni giorno per re-immaginare nuove esperienze per gli appassionati di caffè di tutto il mondo. Siamo lieti di collaborare con Autogrill, a Fiumicino, per fornire un servizio di qualità ai clienti che viaggiano da e verso l’Italia, condividendo le nostre radici italiane con nuovi consumatori”.

Marilena Blasi, Chief Commercial Officer ADR: “Siamo orgogliosi ed entusiasti di poter avere nel nostro scalo il primo Costa Coffee d’Italia, che, mettendo al centro le diverse esigenze dei passeggeri, si innesta nel percorso tracciato da ADR nell’ottica di evolvere costantemente l’offerta commerciale in aeroporto. Questo approccio ci consente di incrementare l’ampiezza dell’offerta in coerenza con i pilastri della visione evolutiva di ADR. Ringraziamo Avolta per avere individuato un’ottima soluzione per aumentare la soddisfazione dei passeggeri dello scalo in ambito extra-Schengen. L’insegna Costa Coffee arricchisce il portfolio di brand Food & Beverage presenti nello scalo di Roma Fiumicino, garantendo ai passeggeri un’esperienza unica che faccia percepire sempre più l’aeroporto Leonardo da Vinci come un luogo da vivere”.

Il nuovo Costa Coffee è il luogo perfetto per tutti gli amanti del caffè. L’offerta food dolce e salata, composta da prelibatezze di provenienza locale che esaltano le eccellenze italiane, è stata studiata in stretta collaborazione e pensata specificamente per rispondere alle esigenze dei viaggiatori in transito a Fiumicino. Il caffè è l’elemento centrale del nuovo locale che offre, oltre ai famosi caffè Signature Bend, una scelta ampia e diversificata di bevande calde e fredde, senza tralasciare offerte plant-based: dal classico espresso all’italiana a cappuccini, the, cioccolate e caffè freddi, senza dimenticare smoothies alla frutta, bevande vegane e milk-shake. I prodotti, proposti in più soluzioni e formati, sono un vero mix di sapori, pensati per soddisfare i gusti e le esigenze di tutti i consumatori e per essere gustati sia in negozio che on-the-go.

Oltre a un’ampia proposta beverage, il nuovo locale offre anche una selezione di dolci, come cornetti, torte e muffin, e di prodotti salati, quali wrap, panini e bagel. Un menù pensato per ispirare i viaggiatori in transito e per garantire una sosta di qualità, con alimenti freschi e gustosi.

L’Istituto espresso italiano lancia il survey sulla formazione nelle aziende, Luigi Morello: “Negli ultimi 5 anni l’attività formativa è cresciuta del 10%”

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Luigi Morello, presidente Iei (immagine concessa)

BRESCIA – Esperienza e passione: due pilastri insieme alla professionalità. La formazione diventa un vantaggio competitivo se sommata all’esperienza professionale maturata sul campo specie quando si parla di marketing, food cost, relazione con il cliente, insomma di business in generale. Diventa non è solamente importante, ma fondamentale. L’azienda deve offrire ai propri clienti, insight su come valorizzare al meglio la materia prima in modo da coniugare l’esperienza del consumatore finale che la redditività dell’attività.

Il survey dell’Istituto espresso italiano di Luigi Morello

La formazione deve avere un approccio olistico per una maggiore competitività e nel riconoscimento del valore aggiunto che il caffè di qualità può portare. Inoltre, non può essere trascurata la gestione dei social che oggigiorno è diventata una parte fondamentale per farsi conoscere e per creare un legame col cliente. Perché oggi si vende non solo più per passa parola, ma per viralità. Essere virali non implica per forza essere bravi ma essere attraenti.

Per il presidente dell’Istituto espresso italiano, Luigi Morello: “L’Italia, se paragonata all’unione europea, ha ancora ampi margini di miglioramento per quanto riguarda l’istruzione e la partecipazione alla formazione in tutti i settori, infatti solo il 14,6% dei 25-34enni e il 6,6% dei 35-44enni partecipano alla formazione. Ad ogni modo negli ultimi 5 anni l’attività formativa nelle aziende italiane ha avuto una crescita di circa il 10%”.

Morello aggiunge: “Iei non a caso da 26 anni promuove la formazione di tutta la filiera del caffè e con le sue certificazioni ne ha fatto uno strumento competitivo per tutte le aziende associate. In questa survey abbiamo voluto interpellare le nuove generazioni degli associati e il quadro emerso è molto positivo”.

Secondo il presidente di Iei infatti tutti gli associati dell’Istituto hanno al proprio interno una scuola di formazione ed è alto il livello di certificazione. La maggior parte dei soci fa partecipare il proprio personale a programmi di formazione professionale.

Come si muovono le aziende italiane sul fronte della formazione

La formazione è il tema centrale della ricerca di Iei ed è qui che si gioca la professionalità del barista. Come sottolinea Mariafiore Maggiordomo di Jolly Caffè, “tematiche attuali continuano ad essere la qualità delle miscele e cosa le differenzia da quelle più a buon mercato e scadenti, la gestione delle attrezzature”.

Un concetto ribadito anche da Federica Granata marketing manager di Ims per la quale “le tematiche del momento sono i nuovi trend relativi all’estrazione del caffè e dello specialty coffee sia in Italia che all’estero, da intercettare per proporre soluzioni e innovazioni ai clienti”.

Per Marco Cini (Mokador) “è molto importante proporre corsi che consentono a chi li segue di acquisire idee e tecniche per differenziarsi sul mercato. Ecco perché i nostri percorsi prevedono anche food e mixology”.

L’importanza dei formatori per un servizio efficiente

Una buona formazione, efficace, richiede figure in grado di avere un quadro preciso della situazione. Occorrono formatori capaci di parlare di caffè a tutto tondo, dalla qualità del chicco, al prodotto che esce nella tazzina, all’immagine che si dà all’esterno.

Per fare questo per Filippo Spimi (GiFiZe), occorrono “persone fortemente motivate. La base essenziale è una motivazione solida ed una grande passione. Ovviamente accompagnati da una base di competenza e predisposizione”.

Così come Andrea Ballocci (Eureka) sottolinea che “qualifiche e competenze dei formatori sono aspetti centrali nel processo di selezione dei percorsi formativi più adeguati alle nostre esigenze”.

Ma non c’è soltanto tecnica, dentro una tazzina. Matteo Borea (La Genovese) sostiene che “cerchiamo professionisti capaci di trasferire non solo conoscenze tecniche ma anche la nostra stessa passione per il mondo del caffè. Valutiamo positivamente la capacità di adattarsi alle diverse esigenze di apprendimento e la propensione. Fondamentali sono la passione per l’apprendimento continuo e le capacità di ispirare gli altri, promuovendo un ambiente di crescita collettiva”.

Per Fabio Verona (Costadoro caffè) quanto serve è “una buona capacità dialettica, passione per questo lavoro e competenza”.

Il ruolo delle Academy e della formazione interna per rispondere al mercato

Per dare risposte, occorre conoscere il mercato e quanto il cliente chiede, quali siano i gusti e le tendenze. Per questo le Academy svolgono un ruolo determinante insieme alla formazione interna. Giulia Caballini (Dersut) spiega di avere “entrambe le strutture” con formatori sia per “corsi all’interno del nostro Museo del Caffè” sia “per la catena di caffetterie a marchio con corsi in loco in modo da abituare già il cliente a quella che poi sarà la gestione del suo locale”.

Attenzione a tutto tondo al cliente anche per Elisabetta Milani (Caffè Milani) che ha scelto “una scuola di formazione, con più sedi sul territorio italiano” e anche “corsi presso gli esercizi per una formazione completamente mirata e focalizzata sulle esigenze del cliente e dello staff”. A questo si aggiunge “la academy per entrare appieno nel nostro mondo e nella nostra famiglia”. Obiettivo delle scelte è, per Vito Campanelli (Essse Caffè), “assistere nei migliori dei modi i nostri clienti con un’offerta formativa completa e articolata, in modo da garantire una formazione di altissima qualità, efficace e continuativa”.

A questo scopo è nato “il Centro di Formazione “La Classe di Essse” destinato agli operatori che vogliono imparare la professione o perfezionarsi”.

La scheda sintetica dell’Istituto espresso italiano

 L’Istituto espresso italiano (Iei), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 37 aziende aderenti con un fatturato aggregato di più di 700 milioni di euro. Per maggiori info basta cliccare qui.