Lavazza è uno dei marchi torinesi che cresce anche nella classifica dell’innovazione tecnologica. Ad oggi, come riporta Il Corriere della Sera, il caffè di Lavazza produce più innovazione dell’auto di Stellantis, holding multinazionale produttrice di autoveicoli. Stellantis ha registrato 166 brevetti europei in Italia e appena 3 da Torino, superata da Lavazza che ne ha registrati 11.
Ricordiamo che il gruppo guidato da Antonio Baravalle e presieduto da Giuseppe Lavazza, con circa 3,1 miliardi di ricavi, ha appena acquisito le macchine del caffè del gruppo IVS (ne abbiamo parlato qui). Leggiamo di seguito parte dell’articolo di Christian Benna per Il Corriere della Sera.
Lavazza superiore a Stellantis per innovazione
TORINO – A Torino, oggi, il caffè di Lavazza produce più innovazione dell’auto di Stellantis. E non è certo una buona notizia per una città che punta a diventare un polo della conoscenza e della tecnologia.
Nel 2023 in Piemonte è crollata del 9,4% (per un totale di 441 unità) la domanda di brevetti presentati all’Epo, l’ufficio europeo che tutela proprietà industriale. E Torino è precipitata al 69esima posto tra le città del Vecchio Continente per numero di brevetti, 175 registrati lo scorso anno.
La brusca frenata, dopo anni di crescita di brevetti e di innovazione, è imputabile al motore in panne dell’automotive.
Basti pensare che Stellantis ha registrato appena 166 brevetti europei in Italia e appena 3 da Torino, superata da Lavazza che, pur in un settore quello del Food & Beverage che richiede meno tecnologia rispetto all’auto, ne ha registrati undici.
In regione quindi salgono caffè, chimica e aerospazio come settori che producono innovazione. Nella classifica delle cinque aziende che hanno registrato più brevetti a Monaco, dove ha sede l’Epo, oltre a Cnh e Iveco, ci sono anche la chimica green di Novamont di Catia Bastioli (nell’orbita di Eni), la difesa e l’aerospazio di Microtecnica (oggi di Collins Aerospace ma che potrebbe essere acquisita dai francesi di Safran) e infine da Lavazza.
Il brand della famiglia Lavazza è l’unico marchio al 100% torinese che cresce anche nella classifica dell’innovazione e cresce per linee esterne.
Il gruppo guidato da Antonio Baravalle e presieduto da Giuseppe Lavazza, circa 3,1 miliardi di ricavi (in aumento del 13% rispetto al 2022) ha appena acquisito le macchine del caffè del gruppo IVS, attraverso il veicolo Torino 1895 Investment, lanciando un’Opa al prezzo di 7,15 euro per azione. Così in città il caffè va più forte dell’auto anche nell’innovazione.
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Il brand a stelle e strisce Starbucks ha annunciato l’introduzione di nuove tazze e bicchieri monouso più leggeri, contenenti tra il 10 e il 20 percento in meno di plastica. La distribuzione dei nuovi prodotti partirà inizialmente dai punti vendita negli Stati Uniti e in Canada. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Polimerica.
L’impegno di Starbucks per la sostenibilità
SEATTLE – L’incremento delle vendite di Frappuccino e bevande fredde presso la catena di caffetterie Starbucks ha portato negli anni a un forte consumo di tazze e bicchieri monouso in plastica. Così, per ridurre l’impatto sull’ambiente, il colosso della ristorazione ha annunciato l’introduzione di nuovi contenitori più leggeri, contenenti tra il 10 e il 20 percento in meno di materiale secondo il formato. La distribuzione partirà dai punti vendita negli Stati Uniti e in Canada.
La società ha studiato per quattro anni presso il Tryer Center di Seattle come ridurre la quantità di plastica senza compromettere la resistenza, la stabilità e la funzionalità delle tazze monouso.
Oltre all’alleggerimento sono state apportate modifiche nel design, tra cui la riduzione del numero dei formati delle chiusure per semplificare la logistica.
In questo modo, i nuovi contenitori per bevande fredde sono anche meno costosi da produrre e gestire.
Le vendite di Frappuccino e altre bevande fredde costituiscono ormai il 75% delle vendite di Starbucks, rispetto al 40% scarso di dieci anni fa.
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ROMA – Pernigotti e Walcorparteciperanno a Cibus 2024, ventiduesima edizione del salone internazionale dell’alimentazione, che si svolgerà dal 7 al 10 maggio a Fiere di Parma. Le due note aziende dolciarie, controllate da JP Morgan a partire dal 2022, presenteranno alcuni nuovi prodotti e anche i risultati positivi delle ultime campagne commerciali per il Natale 2023 e la Pasqua 2024.
In particolare, Pernigotti annuncerà una grande novità: il lancio della nuova linea banco, che si comporrà di snack innovativi ispirati agli iconici Gianduiotti e Cremini al gusto Classico e Nero fondente.
Pernigotti e Walcor a Cibus
Questi nuovi snack, del peso di 40 grammi e con la grafica del packaging metallizzato che richiama quella rinnovata delle due praline, ne mantengono la ricetta e anche l’impiego solo di nocciole italiane. Sono destinati al consumo d’impulso e distribuiti nel canale bar/tabacchi.
Da parte sua, Walcor festeggerà a Cibus 2024 il suo 70° anniversario presentando le nuove licenze per il target kids e teen.
Queste licenze saranno declinate nei vari prodotti dolciari destinati alle ricorrenze della prossima stagione autunno/inverno (Halloween, Avvento, Natale e Epifania), come “Hello Kitty” che ad ottobre celebrerà 50 anni e “One Piece” reduce dalle eccellenti performance commerciali della scorsa Pasqua.
“La nostra presenza a Cibus 2024 sarà davvero significativa, sia per i nuovi prodotti che presenteremo, sia anche per gli ottimi risultati che abbiamo conseguito nelle ultime ricorrenze”, dichiara Gianluca Cazzulo, direttore commerciale Italia di Pernigotti e Walcor.
Cazzulo aggiunge: “Il lancio degli snack Pernigotti sarà una vera novità e ci consentirà di ritornare dopo anni nel mercato dei prodotti da banco caratterizzati dall’acquisto su impulso. Ciò permetterà al brand Pernigotti di essere presente in canali alternativi a quelli del retailer tradizionale e di intercettare, grazie alle nuove iconiche forme degli snack, anche un target di consumatore più giovane”.
“Da parte sua, Walcor presenterà i prossimi prodotti su licenza”, conclude Cazzulo, “sui quali si è agito con particolare attenzione sulla leva dell’innovazione per generare nuove occasioni di consumo, forti dei successi commerciali delle ultime campagne natalizia e pasquale che hanno coronato al meglio i festeggiamenti per il 70° anniversario dell’azienda”.
ROMA – La Centrale del Latte di Romalunedì 22 aprile 2024 ha aperto le porte al concorso organizzato dall’Associazione italiana gelatieri (Aig) “Premio Palatino d’oro“, tra le migliori gelaterie italiane. L’evento celebra la tradizione culinaria basata sul latte fresco prodotto e distribuito della Centrale, e consolida il legame con i consumatori di oggi e di domani.
La Centrale del Latte di Roma insieme all’Associazione italiana gelatieri
Un’ulteriore occasione per ribadire la centralità dell’azienda come punto di riferimento per il latte fresco di alta qualità, che si inserisce perfettamente nel piano di rilancio messo a punto dai vertici della società dopo il passaggio di proprietà al Comune di Roma e agli allevatori del Lazio, nel quale rientrano il progetto “Bartist” inaugurato lo scorso febbraio, per la fornitura di latte fresco ai bar della Capitale e che proseguirà anche nei prossimi mesi con il lancio sul mercato di nuovi prodotti di gelateria con il marchio della Centrale.
“Ospitando la competizione dell’Associazione italiana gelatieri, la Centrale del Latte di Roma conferma il proprio impegno per il sostegno al settore della gelateria artigianale e per la valorizzazione dei nostri talenti artigiani” ha dichiarato il presidente della Centrale del latte di Roma, Fabio Massimo Pallottini. “Come sanno bene all’AIG, l’eccellenza del gelato italiano è possibile solo grazie all’utilizzo di latte e panna di alta qualità ed è per questo che i migliori gelatieri, conoscendo gli ottimi standard che la Centrale offre ai consumatori, si rivolgono a noi e agli allevatori del Lazio” conclude Pallottini.
“La Coppa Italia non rappresenta solo una competizione ma è anche un momento importante perché dà la possibilità ai gelatieri italiani di sperimentare nuovi gusti e tendenze” ha spiegato il segretario generale dell’Associazione italiana gelatieri Claudio Pica.
“In questa tappa di qualificazioni l’eccellenza gioca un ruolo importante: da un lato il gelato artigianale italiano oggi tra le materie prime del nostro made in Italy, dall’altro la Centrale del Latte di Roma grande realtà economica e punto di riferimento nella produzione e distribuzione del latte fresco. Insieme al prestigioso concorso Palatino d’Oro, i nostri gelatieri seguiranno anche dei seminari sul latte fresco per esaltare il binomio latte e gelato”, conclude Pica.
I gelatieri in gara si sfideranno nella preparazione del miglior gelato al cioccolato, usando come base preparatoria il latte e la panna fresca della Centrale.
La giuria di esperti stabilirà la classifica e sceglierà il vincitore del primo premio, il quale potrà accedere di diritto alla fase finale della Coppa Italia di Gelateria, che AIG organizza a Roma il prossimo novembre.
L’evento, aperto al pubblico, inizierà alle 10:30 e prevede anche un seminario formativo per gli studenti degli Istituti alberghieri, una degustazione dei prodotti freschi della Centrale del Latte di Roma e del gelato artigianale prodotto dai gelatieri dell’Associazione e un corso professionale sulle proprietà del latte.
La scheda sintetica della Centrale del Latte di Roma
Centrale del Latte di Roma ha una storia fatta di tradizione, qualità ed innovazione che dura da più di cento anni e che rappresenta un’eredità preziosa da custodire e preservare nel tempo.
L’azienda è un punto di riferimento sul territorio nella produzione e distribuzione del latte fresco, capace di garantire ai propri consumatori massimi standard di qualità, di sicurezza e di sviluppo di nuovi prodotti.
Il controllo della filiera produttiva, il know-how nella lavorazione, l’attenzione per la sicurezza alimentare sono i valori fondanti di Centrale del Latte di Roma, che oggi commercializza oltre 480.000 litri di latte fresco distribuiti in circa 2.250 locali della Capitale.
La scheda sintetica dell’Associazione italiana gelatieri
L’Associazione italiana gelatieri nasce a Roma nel 1970 dalla passione di Alberto Pica per il gelato artigianale italiano e per il mestiere del gelatiere.
Da sempre impegnata nella valorizzazione e nella diffusione di uno dei simboli dell’eccellenza italiana nel mondo, l’Associazione riunisce i migliori gelatieri d’Italia, spinti dalla passione per valorizzare e innovare un prodotto d’eccellenza filiera agroalimentare.
L’estate è alle porte e anche per il 2024 si preannunciano interessanti novità sul fronte gelati, fra alleanze di giganti del food che si rinnovano con proposte inedite, e classici che si presentano in nuove versioni. Algida e Barilla, ad esempio, propongono i Ringo e le Gocciole in vaschetta. Leggiamo di seguito parte dell’articolo di Dario Murri pubblicato sul quotidiano Il Giornale.
I gelati al supermercato: le novità
MILANO – Forti del successo riscosso con i gelati Pan di Stelle, Baiocchi, Ringo, Togo e Gocciole, i due grandi marchi Algida e Barilla hanno stretto nuovamente una glaciale alleanza. Per l’estate 2024, l’offerta si arricchisce ulteriormente con i gelati Pavesini, Ringo e Gocciole in vaschetta, che segnano un’ulteriore tappa nel percorso di collaborazione iniziato nel 2021, con l’obiettivo di valorizzare i marchi italiani iconici nel settore dei gelati.
Debuttano in versione gelato i Pavesini in versione vaschetta, con un gusto che richiama il tiramisù. Per Gocciole e Ringo, già presenti sul mercato come gelato sandwich, arriva invece la vaschetta.
Andando a scoprire qualche dettaglio più “goloso”, le vaschette presentano strati alternati di gelato e biscotti, fedeli al gusto originale dei prodotti da forno da cui prendono il nome.
Si punta su ingredienti di prima qualità, con utilizzo esclusivo di latte italiano. Scelte, poi, confezioni sostenibili: le vaschette sono interamente realizzate in carta riciclabile. I prezzi (al netto di eventuali offerte): 4,99 euro circa per la vaschetta da 435 gr di Pavesini tiramisù, 4,99 circa per la vaschetta da 445 gr dei Ringo, 4,99 per la confezione da 435 gr di Gocciole in vaschetta.
Classici che si rinnovano
Chi volesse restare sui “classici”, anche se rivisitati, potrà trovare soddisfazione con Cornetto Cuore di Cialda e Cornetto Cuore di Caramello. Il primo presenta un sottile rotolo di wafer ricoperto di cioccolato, avvolto da crema alla nocciola.
Il secondo, invece, racchiude un cuore di caramello salato. I prezzi: 5.99 euro circa per la confezione da 6 gelati di Cornetto Algida Cuore di Cialda, 348 gr, 5.99 circa per il Cuore di Caramello, confezione da 6 Gelati, 342 gr.
Novità anche per Magnum, con le versioni Wonder, Chill ed Euphoria. Magnum Wonder è un gelato alla vaniglia avvolto da un cuore di datteri e mou, ricoperto da uno strato di cioccolato bianco al caramello e guarnito con mandorle caramellate.
Magnum Chill si presenta con un mix di gelato alla vaniglia e biscotti, con un cuore di sorbetto al mirtillo, avvolto da una copertura di cioccolato al latte con pezzi di biscotto. Magnum Euphoria, conosciuto anche come Pink Lemonade, è composto da gelato al limone, cuore di sorbetto al lampone, e copertura di cioccolato bianco con cristalli di frutti rossi. I prezzi: da 4,99 euro per le confezioni da 3 gelati di queste novità, 208/210 gr circa.
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Ore ricche di notizie, indiscrezioni e, infine, dichiarazioni: così si è saputo del possibile aumento della presenza azionaria di Lavazza, attraverso un’Opa, nel capitale della Ivs, il colosso della distribuzione automatica di cui Torino già detiene il 20 per. cento. Come si può leggere sotto si tratta di una operazione molto importante che riguarda il settore del caffè e della distribuzione automatica, alla vigilia della Fiera di settore Venditalia.
Nel 2023 il gruppo Ivs ha fatturato 726,1 milioni di euro. Il numero totale di caffè erogati dalla rete di vending di Ivs, come nota Il Sole 24 Ore, ha inoltre sfiorato il miliardo, a quota 991,5 milioni.
Riportiamo alcuni passaggi dell’articolo di Matteo Meneghello sul quotidiano economico Il Sole 24 Ore integrati con altre considerazioni riprese dal sito del Corriere della Sera e dichiarazioni rilasciate dai protagonisti della vicenda: il ceo di Lavazza Antonio Baravalle e il presidente di IVS partecipazioni, Paolo Covre.
Lavazza stringe la presa su Ivs
MILANO – Dunque il Gruppo Lavazza conferma le scelte di diversificazione nel mercato della distribuzione automatica. Una strategia che, secondo indiscrezioni riportate da Il Sole 24 Ore, e poi confermate da un comunicato, prevede un ulteriore rafforzamento nel capitale di Ivs – leader italiana nel settore delle vending machines, quotata a Piazza Affari – sulla quale il gruppo torinese starebbe studiando un’offerta pubblica d’acquisto, Opa.
L’obiettivo, confermato dalle fonti di mercato e riportato dal Sole 24 Ore, è orientato alla prosecuzione di quel percorso di affiancamento all’attività tradizionale, che ha visto in questi anni Lavazza rilevare una quota strategica di Ivs, player che, con un traguardo di un miliardo di erogazioni a portata di mano, punta oggi a un posizionamento da leader anche sul mercato europeo, sfruttando anche alcuni catlyst rappresentati, tra gli altri, da un recente accordo raggiunto con il gruppo Stellantis e dalle ormai prossime Olimpiadi di Parigi (dove l’azienda controlla le erogazioni nella rete delle metropolitana cittadina).
Lavazza possiede già circa il 20% del capitale sociale di Ivs, dopo un acquisto ai blocchi alla fine del 2019 attraverso la controllata Torino 1895 Investments con un esborso di circa 75 milioni di euro. A vendere, ricorda Il Sole 24 Ore, erano stati i fondi Amber Capital Uk llp e Amber Capital Italia sgr.
Gli accordi
Secondo il Corriere della Sera l’operazione Lavazza-IVS è stata impostata dal consiglio di amministrazione presieduto da Giuseppe Lavazza, affiancato dal presidente onorario Alberto Lavazza dal vice Marco Lavazza e del ceo Antonio Baravalle prevede una serie di accordi firmati da E-Coffee Solutions (in sigla Ecs, società controllata da Luigi Lavazza spa) e da Ivs Partecipazioni (azionista di maggioranza di Ivs Group), ma il veicolo con cui sarà lanciata, è una newco a oggi interamente controllata da Ecs.
Il gruppo aggiunge così un nuovo tassello al perimetro che nel 2023 ha visto ricavi pari a 3,1 miliardi di euro, in crescita del 13% rispetto al 2022. Ivs fattura circa 700 milioni che a termine si aggiungeranno, portando il fatturato complessivo ben oltre 4 miliardi
La struttura dell’operazione
Antonio Baravalle, Ceo del Gruppo Lavazza e presidente di Ecs ha spiegato al Corriere della Sera che cosa sta succedendo: «La struttura dell’operazione nel caso in cui, a partire dal 2027, venissero esercitate le opzioni previste dagli accordi consentirebbe al gruppo Lavazza di rafforzare la propria capacità di misurarsi con gli altri grandi player del caffè a livello internazionale, grazie a una dimensione sempre più di rilievo, anche nel canale strategico del vending, strutturandosi in modo ancora più solido per competere nel complesso scenario macroeconomico attuale».
E questo è il commento di Paolo Covre Presidente di Ivs Partecipazioni:”Per la variegata e numerosa compagine azionaria di IVS Group, costituita da oltre 50 azionisti che rappresentano più generazioni del settore del Vending, l’operazione con il Gruppo Lavazza è coerente con l’approccio industriale e non finanziario tipico di un gruppo di imprenditori, pur consentendo di liquidare, a valori giudicati interessanti, anche una quota di minoranza della propria unica controllata”.
Premio sulle azioni pari all’11%
Secondo il Corriere della Sera il prezzo offerto è di 7,15 per ciascuna azione portata in adesione e incorpora un premio pari all’11% rispetto al prezzo di chiusura delle azioni Ivsg rilevato il 22 aprile, un premio del 6,9% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni Ivsg al 19 aprile (ultimo giorno di borsa aperta prima della data di annuncio), un premio del 18,9% rispetto alla media aritmetica ponderata dei prezzi ufficiali registrati dalle azioni Ivsg degli ultimi 6 mesi.
Il delisting
Sempre secondo quanto riporta il Corriere della Sera, Grey lancerà l’opa sul 28,36% del capitale e dopo la conclusione dell’offerta Ivs Partecipazioni conferirà un altro 50,75%, mentre Torino1895 (gruppo Lavazza) conferirà il 20,4% già detenuto. Ivs partecipazioni arriverà così ad avere almeno il 51% del capitale di Grey. Le parti hanno quindi sottoscritto un patto parasociale per gestire la governance di Grey, nonché opzioni call e put che potranno portare il gruppo Lavazza ad avere il controllo di Ivs Group (o della società eventualmente nata dalla fusione tra Grey e Ivs) a partire dal 2027 e fino al 2034.
Ora, come nota Il Sole 24 Ore, il mercato sembra essere tornato a credere nelle potenzialità sinergiche tra le due realtà, con il titolo di Ivs che negli ultimi dodici mesi ha guadagnato il 74 per cento, riportandosi ai massimi dal 2020, intorno ai 6,5 euro (ieri ha chiuso a 6,44 euro).
Nel 2023 il gruppo Ivs – che ha recentemente condotto in porto l’integrazione delle attività di Liomatic e Ge.Sa Vendomat, acquisite nell’estate del 2022 – ha fatturato 726,1 milioni di euro, in aumento del 34% sull’anno precedente, per un Ebitda adjusted di 116,2 milioni (+26,2%), un utile netto di 17,6 milioni di euro (7,6 milioni l’anno precedente) e una posizione finanziaria netta negativa per 421,1 milioni.
L’obiettivo di Ivs, come ha dichiarato in passato l’amministratore delegato Antonio Tartaro e riportato da Il Sole 24 Ore, è proseguire con una strategia di espansione della rete, in modo da conquistare una quota di mercato a doppia cifra non solo in Italia (dove il gruppo ha un 20-25% del mercato) ma anche negli altri mercati chiave per il caffè espresso come Francia, Spagna, Svizzera e Portogallo.
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Mauro Illiano e il caffè espresso sono stati tra i protagonisti della puntata di mercoledì 24 aprile del programma di Rai1 Porta a Porta che è firmato da Bruno Vespa. Nell’occasione l’esperto della tazzina, recensore gastronomico e autore della Guida del Camaleonte insieme ad Andrej Godina, con una troupe della Rai, ha visitato una decina di caffetterie del centro di Torino. Dei locali visitati, secondo Illiano, solo un paio raggiungevano livelli superiori alla sufficienza, mentre nel resto dei bar la prestazione presentava evidenti carenze qualitative. Leggiamo di seguito maggiori dettagli sull’esperienza di Mauro Illiano.
Mauro Illiano in alcune caffetterie del centro di Torino
Durante la trasmissione Porta a Porta, andata in onda mercoledì 24 aprile su Rai1, è emersa una realtà che ha riportato indietro di dieci anni, ovvero al primo servizio di Report, grazie al quale tutti scoprirono le enormi lacune della caffetteria italiana. Allora fu il caffesperto Andrej Godina ad accertare la sostanziale scarsa qualità dei caffè al bar. Oggi, a distanza di dieci anni lo scomodo ruolo è toccato all’assaggiatore napoletano Mauro Illiano, anch’egli già reduce da un’edizione di Report nel 2019.
Insieme ad una troupe della Rai, Illiano ha visitato una decina di caffetterie del centro di Torino, constatando una realtà purtroppo ancora desolante.
Delle caffetterie visitate, solo un paio raggiungevano livelli superiori alla sufficienza, mentre nel resto dei bar la storia sembrava essersi fermata esattamente a dieci anni fa, ed anzi in alcuni casi sembrava anche peggiorata.
Guardando il servizio si apprende che la quasi totalità dei baristi non effettua ancora il purge tra un’erogazione e l’altra (pulizia del gruppo erogatore), una percentuale altissima di loro si limita ad appoggiare il tamper sul caffè macinato prima di estrarlo, altri ancora conservano il caffè in campana senza alcuna protezione dall’aria. Alla lunga lista di disattenzioni si aggiungono estrazioni effettuate in appena 15 secondi e buste di caffè lasciate sotto la luce e calore di lampade alogene.
Il risultato dell’indagine è uno stato dell’arte ancora molto lontano dall’essere soddisfacente e soprattutto non al passo con lo sforzo che invece la torrefazione italiana sta provando a fare negli ultimi anni.
Intervistato sul servizio andato in onda Illiano ha dichiarato:
“Senza in alcun modo programmare le visite, abbiamo passeggiato lungo le vie che uniscono Piazza Solferino a Piazza San Carlo entrando randomicamente nelle caffetterie incontrate sul percorso. Ebbene, in quasi tutti i casi ho riscontrato una preparazione molto precaria da parte dei baristi, che in alcuni casi facevano fatica addirittura a comprendere il significato di alcune richieste. Purtroppo, e lo dico da innamorato della materia caffè, l’esito degli assaggi è stato molto modesto, ed ha dimostrato che la strada da fare è ancora tanta. La cosa che dispiace di più è che nessuno dei caffè assaggiati era in realtà un caffè di bassa qualità in termini di miscela”.
Illiano aggiunge: “Da assaggiatore e recensore ho il privilegio di conoscere la maggior parte delle miscele delle torrefazioni italiane, e posso assicurare che i difetti riscontrati all’assaggio, talvolta anche molto evidenti, non dipendevano da una bassa qualità della materia prima, ma invece da estrazioni inadeguate. In moltissimi casi ho riscontrato delle sotto estrazioni, causate dal mancato utilizzo del pressino o un utilizzo di esso inadeguata“.
Illiano continua: “In altri casi era il macinato stesso ad essere troppo grosso. In altri ancora la tazzina era fredda. Il purge sembra essere ancora un tabù per la quasi totalità dei baristi. Tutto questo ci pone nella condizione di insistere maggiormente nella formazione e nella professionalizzazione della figura del barista”.
C’è di più: “Le torrefazioni negli ultimi anni si stanno muovendo in questa direzione, tantissime organizzano regolarmente dei corsi di formazione, assistendo anche in maniera capillare i punti vendita con le loro migliori expertise. Anche le scuole di formazione indipendenti si moltiplicano, aiutando certamente ad elevare il livello di competenza di addetti ed appassionati. Ciò nonostante la qualità della tazzina non è ancora ai livelli sperati”.
In conclusione: “Occorre rimettersi subito a lavoro, aumentando lo sforzo rivolto alla formazione, aumentando i controlli a garanzia di una qualità tanto rincorsa che spesso finisce per essere sciupata proprio negli ultimi 30 secondi di lavoro”.
Sull’argomento è intervenuto anche Andrej Godina, che conferma quanto emerso dall’indagine appena conclusasi, dichiarando:
“In Italia, la qualità del caffè risulta spesso mediocre, una situazione aggravata dalla mancanza di formazione adeguata tra i baristi. Fortunatamente, l’ascesa dello specialty coffee sta lentamente rinnovando il settore, distanziandosi dal vecchio modello di un caffè indifferenziato venduto allo stesso prezzo, incapace di narrare la propria storia o quella della sua filiera”.
Godina aggiunge: “È essenziale investire nella formazione dei baristi per garantire che i consumatori possano pienamente apprezzare la complessità e la ricchezza di un prodotto che emerge da una filiera tanto estesa e complessa. Solo così si può cambiare l la qualità del caffè, che dipende da piena consapevolezza e attenzione alla gestione dei parametri di estrazione”.
MILANO – Fatturato in calo per Nestlé, che ha pubblicato nella mattina di ieri, giovedì 25 aprile, una trimestrale al di sotto delle aspettative, i cui risultati hanno risentito negativamente dalla forza del franco svizzero, ma anche dei minori volumi delle vendite. Il fatturato del Gruppo è stato pari, nel primo trimestre, a 22,092 miliardi di franchi svizzeri (€22,6 miliardi), contro i 23,470 miliardi del pari periodo 2023, in flessione del 5,9%.
La crescita organica si è attestata all’1,4%, mentre la crescita interna reale del gruppo – un indicatore interno dei volumi di vendita – è rimasta in terreno negativo al -2,0%, contro il -0,5% del primo trimestre 2023 influenzata dalla “debole domanda dei consumatori, in particolare in Nord America”, e dai vincoli di offerta del mercato vitamine, minerali e integratori, si legge nella nota che riepiloga i risultati. I tassi di cambio hanno pesato sul fatturato per il 6,7%.
I risultati sono inferiori alle attese degli analisti contattati dall’agenzia Awp, che prevedevano un giro d’affari di 22,3 miliardi, una crescita organica del 2,8% e una crescita interna reale del -0,7%.
Il caffè di Nestlé è cresciuto in cifra singola bassa: meno degli alimenti per animali, del cioccolato e delle acque, ma andando comunque meglio rispetto al latte e ai condimenti, entrambi in territorio negativo
La multinazionale svizzera conferma comunque l’outlookper l’esercizio 2024: “Prevediamo una crescita organica delle vendite di circa il 4% e un moderato aumento del margine di profitto. Si prevede che l’utile sottostante per azione in valuta costante aumenterà tra il 6% e il 10%” si legge ancora nella nota.
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MILANO – I rialzi delle quotazioni del caffè sui mercati internazionali rischiano di avere ripercussioni dirette sulle tasche degli italiani, portando ad un rincaro del costo della classica tazzina al bar. Lo afferma il portaleAssoutenti, che fornisce i dati su prezzi al dettaglio e consumi nel comunicato stampa che riportiamo.
L’analisi del prezzo del caffè di Assoutenti
Il caffè espresso ha già subito continui aumenti dei listini negli ultimi anni, al punto che oggi il prezzo medio di una tazzina consumata al bar si attesta a 1,18 euro nelle principali città italiane – spiega Assoutenti – Solo 3 anni fa, nel 2021, il costo medio dell’espresso era di 1,03 euro: questo significa che gli italiani hanno già subito un aumento del 14,9% per quella che è una tradizione quotidiana irrinunciabile per milioni di cittadini.
Tra le principali città, Bolzano è quella che detiene il primato del caro-caffè al bar, con un prezzo medio di 1,38 euro a tazzina, seguita da Trento (1,31 euro) mentre Catanzaro, con una media di 0,99 euro, risulta la città più economica, superando così anche Napoli (1,05 euro) – analizza Assoutenti – Se però si confrontano i listini odierni con quelli in vigore nel 2021, si scopre che la provincia che ha subito i rincari maggiori è Pescara, con il prezzo medio che sale da 1 euro a 1,28 euro e un aumento del +28%, seguita da Bari col +24,4%.
“Temiamo che i rialzi delle quotazioni del caffè possano portare nelle prossime settimane a incrementi dei prezzi sia per le consumazioni al bar (caffè, cappuccino, ecc.) sia per il caffè in polvere venduto nei supermercati – afferma il presidente Gabriele Melluso – Anche pochi centesimi di aumento determinerebbero una stangata sulle tasche dei consumatori, considerato che in Italia vengono serviti nei locali pubblici circa 6 miliardi di caffè all’anno per un giro d’affari dell’espresso pari a circa 7 miliardi di euro annui”.
SANTENA (Torino) – Caffè Vergnano 1882 annuncia la partnership con Mauto, Museo dell’automobile di Torino, a testimonianza del forte legame dell’azienda con il territorio locale e facendosi ancora una volta portavoce di made in Italy e tradizione. La caffetteria “Mauto Cafè – Caffè Vergnano 1882” all’interno del museo, è stata aperta a settembre 2023 e nei prossimi mesi sarà sempre più protagonista di iniziative speciali.
Caffè Vergnano 1882 insieme al Museo dell’automobile di Torino
L’inaugurazione ufficiale della mostra di uno dei più grandi piloti di tutti i tempi – Ayrton Senna – prevista per mercoledì 24 aprile, rappresenterà infatti la prima occasione in cui l’autentico espresso italiano ufficializzerà la propria presenza in uno dei luoghi più amati dagli appassionati di automobili di tutto il mondo.
Durante il periodo dell’esposizione l’azienda darà inoltre la possibilità a turisti e coffee lover di partecipare a tre esclusive attività di degustazione a tema Brasile (terra d’Origine del Campione Senna) dal titolo “Estrazione con naked filter”, con la preziosa guida dei Coffee Expert del Brand. Momenti irripetibili in cui scoprire l’attenzione profonda di Caffè Vergnano verso la materia prima, ed un’occasione per degustare il caffè con filtro nudo, in limited edition, creato ad hoc per la ricorrenza. Gli appuntamenti saranno previsti nelle seguenti giornate: 29 giugno, 13 luglio e 7 settembre.
Anche la celebre gara senza tempo “Millemiglia”, in partenza da Torino il 12 giugno, sarà una ulteriore possibilità per Caffè Vergnano e Mauto di valorizzare insieme il loro territorio e parlare di eccellenza. Caffè Vergnano supporterà infatti con la propria presenza questo importante evento culturale, attraverso una postazione in cui vivere un coffee break davvero unico.
Le caffetterie Caffè Vergnano 1882, ancora di più in queste occasioni, diventano luoghi in cui respirare valori come autenticità, know-how, passione ed italianità.
Carolina Vergnano, ceo Caffè Vergnano: “Quella con Mauto è una collaborazione che testimonia il forte legame con il nostro territorio e con la città di Torino. Rappresentiamo entrambe due eccellenze símbolo di italianità e tradizione. Siamo quindi felici di essere presenti in uno dei luoghi più iconici della città, che ogni anno attira migliaia di turisti e appassionati da tutto il mondo, e di offrire anche qui l’autentico espresso italiano, grazie alla caffetteria da poco inaugurata. Tante saranno le iniziative che attiveremo insieme nei prossimi mesi per far vivere agli auto-amatori e a tutti i coffee lover, esperienze uniche ed esclusive”.
Lorenza Bravetta, direttore del Museo nazionale dell’automobile: “In questa fase di crescita e rinnovamento, il Museo si impegna a ridefinire i propri spazi con l’obiettivo di renderli confortevoli, accessibili, inclusivi e sostenibili. Siamo lieti della collaborazione avviata con Caffè Vergnano che ha contribuito a rendere la caffetteria del Museo un luogo accogliente per i visitatori, uno spazio dove rilassarsi dopo una visita, ma anche un punto di incontro aperto a tutti con una vista unica sul parco e sulla collina”.
La scheda sintetica di Caffè Vergnano
Caffè Vergnano è una delle più antiche torrefazioni italiane. Fondata nel 1882 e ancora oggi guidata dalla famiglia, da 140 anni racconta il rito dell’autentico espresso italiano portando in una tazzina profumi e aromi di tutto il mondo. Il segreto delle miscele è la tostatura, lenta e tradizionale che valorizza ogni singola origine, nel rispetto della materia prima.
Le miscele Caffè Vergnano si trovano nella grande distribuzione, nei migliori bar e negli oltre 180 Caffè Vergnano 1882, la catena di caffetterie all’italiana presente in tutto il mondo.
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