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domenica 24 Novembre 2024
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Ricerca Ipsos sul cibo e le generazioni: vince una tradizione fluida

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Francesca Spadaro, psicologa e neuroscienziata (immagine concessa)

MILANO – Fra piatti della tradizione, voglia di innovazione e nuove abitudini, come viviamo la cucina oggi? Knorr, giunta alla sesta edizione del progetto BuonCibo, ha messo a confronto quattro generazioni con una ricerca[1] di Ipsos, che ha dimostrato quanto teniamo a preservare la nostra eredità gastronomica ma che le ricette cambiano e le tradizioni si evolvono seguendo le generazioni[2].

 Oggi, secondo la ricerca, il 68% degli intervistati realizza i piatti tradizionali con ricette semplici, approvati pienamente dal 60% della GenZ. Mentre, sempre in tema di tradizione, il 55% della totalità del campione non vuole mettere in discussione le ricette ereditate dalla nonna e il 40% cucina secondo le proprie ricette Per Francesca Spadaro, psicologa e neuroscienziata: “Dai più agée ai più giovani, tutti amano seguire la tradizione, ma inevitabilmente ognuno mette del suo in ogni piatto, gesti diversi, conoscenze attuali, nuovi strumenti. Tutto questo permette di mantenere vivo il passato nel presente e nella memoria dei singoli e lo rende meno anacronistico, più contemporaneo, atto a continue rigenerazioni. Per questo eterno”.

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Mariangela Capolupo, head of marketing nutrition, Unilever Italia (immagine concessa)

Il tempo speso in cucina, è chiave: per la preparazione dei piatti il 53% della GenZ ci passa dai 15 ai 30 minuti, mentre il 42%, soprattutto dai Millenials ‘in avanti’, si impegna dai 30 minuti a 1 ora. Dalla generazione che ‘ama interpretare’, a quella del “rendiamo tutto più semplice e più sano”, solo un punto d’incontro: i piatti della tradizione, individuati da tutte le generazioni come il buon cibo. Sono identitari, raccontano di noi e dell’evoluzione di un nuovo stile di vita che, semplificando l’elaborato, dando più verve alla tradizione, esprimendo la nostra creatività (e anche un po’ il nostro ego), parlano dei nostri valori.

Temi rilevanti per il progetto BuonCibo Knorr, come spiega Mariangela Capolupo, head of marketing nutrition, Unilever Italia: “La nostra non è una sfida nuova ma una missione di sempre: far convivere la ricchezza della tradizione con le esigenze in evoluzione delle persone. È una visione che ci guida da anni, ma oggi più che mai, abbiamo sempre meno tempo per cucinare e, allo stesso tempo, cresce il desiderio di semplificare, scegliendo però soluzioni sostenibili per il pianeta. Grazie anche al programma BuonCibo portiamo avanti l’ambizione di rispondere a queste necessità in maniera sempre attuale perché crediamo in un futuro dove le persone possano godere dei piaceri della cucina tradizionale, con un occhio attento alla sostenibilità e all’innovazione”.

Ma il cibo vuole dire anche memoria. I Baby Boomers (41%) e GenerazioneX (38%) ritrovano l’autenticità nei piatti tradizionali che rappresentano un tuffo nel passato e nei sapori di un tempo, rievocando – per il 32% dei Baby Boomers e per il 36% della GenerazioneX – ricordi piacevoli dell’infanzia. La voglia di stare in famiglia è invece evocata dalle lasagne (57%), dai dolci fatti in casa (49%) e dalla pasta al forno 48%.

Il desiderio di riformulare alcune preparazioni è ciò che separa davvero le generazioni, dimostrato dall’impulso alla sperimentazione della GenZ che vorrebbe esprimersi per il 24% soprattutto nel minestrone e il desiderio per il 32% dei Baby Boomers di non modificare le ricette tradizionali. Il risotto, punto fermo delle domeniche familiari, è ritenuto per il 28% degli italiani il piatto mutabile per eccellenza, nella top 5 dei piatti da rivisitare perché si presta maggiormente a reinterpretazioni moderne.

 Commenta Francesca Spadaro: “I Millennials e la GenZ hanno qualche inevitabile punto di contatto, come la dinamicità di chi è nato o cresciuto in un mondo ibrido e condividono la distanza dai ‘grandi’, ma in realtà presentano grandi unicità. I Millennials hanno conosciuto culture diverse, assaggiato gusti e sapori. In cucina sono cresciuti nell’era della ascesa del fenomeno food e delle più profonde riflessioni su ciò che è sano e giusto. Oggi le loro scelte (e le loro ricette) sono guidate dai princìpi di salubrità, qualità e trasparenza. Le ragazze e i ragazzi della Gen Z sono aperti alla contaminazione e allo scambio”.

 Inevitabilmente ogni generazione apporta cambiamenti e varianti dando nuovo significato alla tradizione che non appare più statica ma fluida. Ed è così che i piatti, anche – o forse soprattutto – quelli più legati alle nostre abitudini, cambiano da una generazione all’altra.

[1] La ricerca di Knorr, condotta da Ipsos, ha coinvolto 650 persone rappresentative della popolazione italiana.

[2] GenZ: 18-27 anni; Millenials: 28-43 anni; GenerazioneX: 44-59 anni; Baby Boomers: 60-65 anni.

Vending: inflazione e smart working rallentano la crescita, fatturato al meno 1,7 per cento

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Il presidente Massimo Trapletti (immagine concessa)

MILANO – Dopo due anni consecutivi positivi il settore della distribuzione automatica – per cui il nostro Paese è leader a livello internazionale – da gennaio a settembre del 2024 registra la prima frenata sia di fatturato (-1,77%,) sia di consumazioni (-3,41%): in termini assoluti, il ricavato si attesta a 1,19 mld di euro mentre le vendite a 2,9 mld.

È quanto emerge dalle anticipazioni sullo Studio sul settore della distribuzione automatica realizzato da Ipsos per CONFIDA, Associazione italiana distribuzione automatica, l’unica associazione di categoria che rappresenta a livello nazionale il comparto.

Il calo dei consumi: inflazione e smart working

Secondo recenti studi emerge che, contrariamente al percepito, il lavoro da remoto in Italia nel 2024 non ha subito una battuta d’arresto ma è anzi stabile con oltre 3,55 milioni di lavoratori che lo praticano, e con stime di crescita per il 2025[1].

Questo influisce negativamente sul comparto dato che le vending machine si trovano principalmente nelle pubbliche amministrazioni, negli uffici, oltre che nelle scuole e negli ospedali.

Inoltre, nonostante la distribuzione automatica sia tra i settori che ha aumentato di meno i prezzi al consumo, i gestori si sono ritrovati ad affrontare da un lato la crescita dei prezzi delle materie prime (specialmente del caffè che rappresenta il 57% delle consumazioni del settore), e dall’altro il ridursi delle consumazioni a causa della contrazione del potere d’acquisto degli italiani per via dell’inflazione.

Specchio di questa situazione l’andamento dei consumi nei primi nove mesi del 2024: il caffè, da sempre re delle consumazioni alle vending machine, perde il -2,92% rispetto al medesimo periodo del 2023.

Male anche le bevande fredde (acqua minerale naturale e altre bevande fredde) che registrano un calo del 3,65%, gli snack (-2,81%) e i gelati (-34,35%). I prodotti a registrare un andamento positivo sono gli energy drink (+0,89%), le bevande a base di frutta con bassa (+8,95%) o alta (+3,12%) concentrazione di frutta, gli snack dolci (+4,77%) e salati (+0,52%), e il confectionery (+5,21%).

Transizione 5.0: CONFIDA chiede una semplificazione al Ministero

La riduzione dei consumi, insieme all’aumento dei costi delle materie prime e dei prodotti e alla diminuzione degli incentivi dell’Industria 4.0, ha ridotto anche la vendita delle vending machine (-20,9% nei primi 6 mesi del 2024) che sono fabbricate in Italia ed esportate in tutto il mondo.

Pertanto, l’accesso ai nuovi incentivi del piano Transizione 5.0 rappresenterebbe un’importante occasione per il settore del vending. Purtroppo, però, quest’ultimo contiene delle difficoltà burocratiche e interpretative che ad oggi rende impossibile per le aziende del settore accedere agli incentivi.

Tutto questo nonostante il fatto che da anni, la distribuzione automatica sta vivendo una vera e propria rivoluzione digitale: il  30% delle oltre 830mila vending machine d’Italia è dotato di app di pagamento; molte delle macchine di nuova generazione sono dotate di schermi touch (+ 20% solo nell’ultimo anno), sono interconnesse con l’azienda di gestione e in grado di ridurre i consumi energetici sia attraverso l’utilizzo di gas più sostenibili sia con una migliore coibentazione della macchina.

“Le imprese di gestione del vending sono state inserite a pieno titolo tra i beneficiari del Piano di Transizione 4.0 – commenta Massimo Trapletti, Presidente di CONFIDA – Oggi però, pur avendo tutte le caratteristiche per rientrare anche nella Transizione 5.0, comprese quelle di risparmio energetico, non vi possono accedere a causa di alcune disposizioni fortemente restrittive e di difficoltà interpretative. Chiediamo pertanto al Ministero delle Imprese una semplificazione per salvaguardare una produzione importante del nostro Paese che è un simbolo di eccellenza anche all’estero, qual è quella delle vending machine e per rilanciare l’innovazione in un canale distributivo alimentare che conta più di 3.000 imprese e oltre 33mila occupati in tutta Italia”.

“La distribuzione automatica non è più soltanto una questione di “pausa caffè”. Il vending oggi è competenza, innovazione e sostenibilità e sta sempre più andando verso “un vending 5.0”, competitivo, moderno e responsabile. – dichiara Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio – Certo l’accesso all’innovazione non è sempre privo di ostacoli. Penso al Piano Transizione 5.0, che è uno strumento di grande potenzialità. Talvolta, però, le imprese della distribuzione automatica, a causa delle loro specificità e delle complessità burocratiche del piano, incontrano delle difficoltà nell’accedere ai benefici. È fondamentale, quindi, lavorare insieme per superare queste barriere e creare un sistema di supporto che faciliti l’accesso ai finanziamenti e alle agevolazioni.”

Mancanza di competenze: CONFIDA lancia con Randstad un progetto di recruiting e formazione

In un contesto di mercato già complesso, si aggiunge anche la cronica mancanza di personale specializzato nel settore e in particolare di due figure professionali che rappresentano circa il 70% delle risorse umane impiegate in un’impresa di gestione del vending: gli addetti al rifornimento e i tecnici manutentori dei distributori automatici. Da un recente studio condotto da CONFIDA in collaborazione con l’agenzia per il lavoro Randstad è emerso che la maggior parte di queste figure (56%) si ricercano al Nord e che le prime cinque regioni con maggior necessità di collaboratori sono a Lombardia, l’Emilia-Romagna, il Veneto, il Piemonte e il Lazio.

Per cercare di risolvere questa problematica, CONFIDA insieme a Randstad ha dato vita ad una campagna di recruiting in tutta Italia, seguita poi dall’organizzazione di corsi di formazione gratuiti finanziati dal Fondo Formatemp. In uno scenario caratterizzato da un tasso di disoccupazione basso (6,8%) e un numero di occupati in crescita, il progetto contempla anche alcuni aspetti sociali molto rilevanti, quali iniziative di mobilità territoriale (favorire il trasferimento dei lavoratori dalle zone in cui c’è più offerta di lavoro a quelle in cui c’è più domanda), di recruiting e formazione di personale proveniente da Paesi extra europei oltre a opportunità per ex detenuti.

La scheda sintetica di CONFIDA

Costituita il 13 luglio del 1979, CONFIDA è, a livello nazionale, l’unica associazione di categoria che rappresenta i diversi comparti merceologici dell’intera filiera della Distribuzione Automatica di alimenti e bevande. Aderisce a Confcommercio – Imprese per l’Italia e, nell’ambito UE, è partner di EVA (European Vending & Coffee Service Association).

[1] Osservatorio Smart Working 2024 della School of Management del Politecnico di Milano

Nescafé: “Un italiano su due gusta il cappuccino come premio per aver detto di no a qualcuno o a qualcosa”

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L'indagine Nescafé (dati concessi)

MILANO – Il World Cappuccino Day, che si celebra l’8 novembre, è la giornata in cui festeggiare con tutti i cappuccino lover una bevanda unica, la coccola calda che dal primo all’ultimo sorso avvolge il palato con schiuma, latte e note di delizioso caffè. Nescafé per l’occasione presenta la nuova campagna “Say YES to CappucciNO” che promuove il concetto di pausa per cui vale la pena dire “no” a qualcuno o qualcosa, concedendosi lo spazio personale per rivalutare le proprie priorità.

Nescafé per il World Cappuccino Day

In parallelo ha commissionato a AstraRicerche, Istituto di ricerche sociali e di marketing, un’indagine sulla capacità degli italiani di dire sì o no sia nelle grandi che nelle piccole decisioni.

I numeri di questa survey parlano chiaro: 1 italiano su 2 (50,1%) gusta il cappuccino non solo come routine quotidiana ma come “premio” e “momento di relax” dopo aver detto no a qualcuno o qualcosa.

Ma non solo, l’indagine ha evidenziato anche come dire serenamente “sì” oppure “no”, in una decisione anche se di semplice vita quotidiana, non sempre è facile, e per capire cosa fare e come vivere al meglio la situazione l’80,3% degli italiani tende a ragionare molto invece di seguire l’istinto (25,8%).

Per 8 italiani su 10 dire “sì” anche se si vorrebbe dire “no” è una circostanza comune (e per il 27,5% è molto frequente), principalmente per mantenere buone relazioni (58,7%) o evitare scontri in dinamiche di gruppo (47,2%). Contrariamente al sentito comune risulta più difficile dire “no” alle persone care (60,7%), che ai superiori, ai capi, agli insegnanti (31,7%).

Per il 22,8% degli italiani i “sì” detti al posto dei “no” che avrebbero voluto dire, suscitano emozioni positive come soddisfazione e orgoglio. Questo perché pensano che un “sì” indesiderato sia segno di intelligenza relazionale (50,4%), o almeno di apertura mentale nell’accettare di fare qualcosa che a prima impressione sembra negativa (46,6%) o non interessante.

“Dire NO quando si vuole dire SÌ per molti italiani è un modo per rafforzare o costruire relazioni positive, ma anche una via per aprirsi al provare qualcosa di nuovo che – a prima impressione – potrebbe sembrare poco interessante per sé; un atteggiamento che ‘accoglie’ le altre persone e che ‘accoglie’ anche quella parte di noi che vuole fare nuove esperienze” – ha commentato Cosimo Finzi, Direttore di AstraRicerche.

Inoltre, 3 italiani su 4 (72.1%) affermano di avere bisogno di un momento di pausa come occasione imprescindibile per rigenerarsi. La pausa è spesso vissuta come momento di gioia solitaria anche se gli altri stanno facendo qualcosa di interessante (JOMO) per l’82,7% degli intervistati. Si tratta di una forma di disconnessione dalle relazioni intesa come distacco dal mondo digitale e di social networking (73,5%) o dalle uscite con amici, familiari, conoscenti (69,5%).

Ma non c’è solo JOMO: in misura minore (49,1%) c’è anche FOMO, il timore di perdersi qualcosa che altri fanno: i più giovani (15-29anni) sono nettamente sopra la media (64%) rispetto ai 30-39enni (55%) ma soprattutto rispetto ai 50-65enni (solo 40%).

“Nel mondo contemporaneo iperconnesso e iperdenso di stimoli emerge fortemente il bisogno di avere momenti tutti per sé, che sul piano emozionale si traducono in un senso di gioia – afferma Patrizia Martello, esperta di culture di consumo e docente di Ricerca Sociale in IUAV a Venezia e NABA a Milano. La JOMO, che significa proprio la gioia di non esserci, sta diventando più forte della paura di disconnessione dagli altri e perdita delle cose interessanti che stanno facendo, (FOMO) che invece ha caratterizzato tutta la prima ondata vertiginosa della nascita e sviluppo dei social. Questo trend che sposta i pesi da FOMO a JOMO vale più con i maturi che con i giovani perché non è facile trovare un equilibrio di benessere personale tra esserci abbastanza senza esserci troppo, tra il flusso costante della vita social e il qui e ora: non è solo una questione di età, ma anche un tema generazionale.”

Il ruolo della pausa è fondamentale per ‘staccare’ dai continui contatti (82,6% almeno a volte, 40,6% spesso o molto spesso) ed è rimedio perfetto per ricaricare le batterie (87,1%); la prima scelta è gustare la propria bevanda preferita (43,1%) come il cappuccino, la seconda camminare (soprattutto per i meno giovani) e la terza fare piccole azioni rilassanti (soprattutto per le donne).

“Abbiamo voluto esplorare la complessità delle decisioni quotidiane degli italiani, tra il desiderio di dire “no” e la tendenza generale a dire “sì” per mantenere relazioni armoniose – afferma Diletta Golfieri marketing manager di Nescafé – Da questo quadro, il cappuccino emerge come un attimo di pausa e conforto. Il rifugio ideale per chi, anche solo per un istante, desidera mettere al centro sé stesso, ricaricandosi con un momento di relax e piacere ed è proprio questo aspetto che abbiamo voluto mettere al centro della nostra comunicazione”.

A supporto del bisogno di dire “NO” voluti e desiderati, Nescafé lancia la sua nuova campagna “Say YES to CappucciNo”, che con uno spot televisivo racconta attraverso diversi soggetti, il concetto di pausa per cui vale la pena dire “no” a qualcuno, prendendosi lo spazio personale di rivalutare le proprie priorità e prendere la decisione attiva di dire “sì” a ciò che conta. Contemporaneamente, sugli scaffali si rinnovano i barattoli della gamma Nescafé Cappuccino con il nuovo packaging riciclabile, che racconta l’impegno del brand in fatto di sostenibilità: caffè 100% proveniente da fonti responsabili e supporto ai coltivatori nel migliorare le loro terre e le loro condizioni di vita.

La scheda sintetica del Gruppo Nestlé

Il Gruppo Nestlé, presente in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 per la produzione e distribuzione di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo.

Presente da più di 110 anni in Italia, rinnova ogni giorno il suo impegno con azioni concrete per esprimere con i propri prodotti e le marche tutto il buono dell’alimentazione.

L’azienda opera in Italia in 9 categorie merceologiche con un portafoglio di oltre 90 marche, tra queste: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, Solgar, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.

Nespresso celebra il cappuccino day con il nuovo montalatte Aeroccino XL, 08/11

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Il montalatte Aeroccino XL (immagine concessa)

MILANO – Il cappuccino, equilibrio perfetto tra caffè e schiuma di latte, rappresenta un rito in grado di offrire un’esperienza sensoriale intensa, ad ogni sorso. Una bevanda simbolo di tradizione e convivialità, le cui origini sembrerebbero risalire a Marco d’Aviano dell’Ordine dei frati minori cappuccini che, nel lontano 1683, durante un viaggio a Vienna addolcì il suo caffè con del latte montato a vapore. Da quel momento, la bevanda prese il nome di cappuccino, diventando celebre in tutto il mondo, fino a diventare un vero e proprio simbolo del Bel Paese.

Nespresso e il montalatte Aeroccino XL

Nespresso, da sempre attenta ai gusti e alle preferenze dei propri clienti, vuole celebrare questa giornata speciale dedicando alle e agli appassionati del cappuccino il suo nuovo montalatte Aeroccino XL, progettato per offrire un’esperienza di gusto ancora più ricca e versatile e ottenere la schiuma di latte perfetta per le proprie ricette a base di latte e caffè.

Aeroccino XL è ideale per preparare fino a tre cappuccini contemporaneamente, rendendo i momenti di condivisione con gli ospiti ancora più speciali, grazie alla possibilità di dare vita a ricette golose in modo semplice e veloce: basta premere un pulsante.

Ed ecco alcune ricette firmate Nespresso da ricreare nel comfort di casa propria, per rendere unica questa giornata e trasformare ogni tazza di caffè Nespresso in una vera e propria opera d’arte.

Le ricette firmate Nespresso

Linea Original

Ingredienti

  • 150 ml di latte o bevanda a base vegetale
  • 40 ml caffè Nespresso Chiaro, Corto o Scuro della gamma Barista Creations per Original

Procedimento

  • Versa il latte o la bevanda a base vegetale all’interno di Aeroccino XL
  • Seleziona il montaggio a caldo o a freddo
  • Versa il contenuto all’interno di una tazza da Cappuccino
  • Eroga il caffè Nespresso direttamente sopra la schiuma di latte

Linea Vertuo

Ingredienti

  • 150 ml di latte o bevanda a base vegetale
  • Caffè Nespresso Bianco Piccolo (40ml) o Bianco Doppio (80ml) della gamma Barista Creations per Vertuo

Procedimento

  • Versa il latte o la bevanda a base vegetale all’interno di Aeroccino XL
  • Seleziona il montaggio a caldo o a freddo
  • Versa il contenuto all’interno di una tazza da Cappuccino.
  • Eroga il caffè Nespresso direttamente sopra la schiuma di latte

Consigli

  • Utilizza latte freddo per ottenere una schiuma più cremosa.
  • Versa prima il latte nella tazza da Cappuccino, poi eroga il caffè sopra: vedrai che spettacolo di colori
  • Puoi personalizzare il tuo Cappuccino aggiungendo sciroppi aromatizzati come vaniglia, caramello o cioccolato.
  • Sperimenta con la quantità di latte e caffè per trovare l’equilibrio di sapori che più ti piace.

La scheda sintetica di Nespresso

Nespresso è pioniera e punto di riferimento per il caffè porzionato di altissima qualità. L’azienda lavora con oltre 157.000 coltivatrici e coltivatori in 18 Paesi attraverso il suo Programma AAA Sustainable Quality per integrare le pratiche di sostenibilità nelle aziende agricole e nei territori circostanti.

Lanciato nel 2003 in collaborazione con la ONG Rainforest Alliance, il Programma aiuta a migliorare la resa e la qualità dei raccolti, assicurando una fornitura sostenibile di caffè di alta qualità e migliorando le condizioni di vita delle coltivatrici, dei coltivatori e delle loro comunità.

Nel 2022 Nespresso ha ottenuto la certificazione B Corp, unendosi a un movimento internazionale di oltre 9.000 aziende che soddisfano gli elevati standard di responsabilità sociale e ambientale e di trasparenza B Corp. Con sede a Vevey, Svizzera, Nespresso opera in 93 mercati e conta 14.000 dipendenti. Nel 2023 ha gestito una rete globale di vendita al dettaglio globale di 791 boutique. Per ulteriori informazioni basta cliccare qui.

Guida Michelin: la selezione 2025 comprende 393 ristoranti stellati

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La Guida Michelin 2025 (immagine concessa)

MODENA – Dopo tre anni, la cerimonia della Guida Michelin torna in Emilia-Romagna e, per la prima volta nella sua storia, nella città di Modena. Per celebrare la 70° edizione della Guida Michelin Italia si sono aperte le porte del magnifico Teatro Comunale Pavarotti-Freni che ha ospitato una cerimonia eccezionale presentata da Giorgia Surina, alla quale hanno partecipato oltre 500 invitati tra i quali chef, giornalisti, professionisti del settore e istituzioni.

L’edizione numero 70 della Guida conferma uno scenario gastronomico pieno di vitalità, animato da giovani talenti che hanno fatto esperienza all’interno di brigate capitanate da chef mentor dai quali trarre ispirazione e, allo stesso tempo, da una crescente consapevolezza che la ristorazione impegnata e sostenibile non è un trend ma una reale necessità.

36 in totale le novità tra gli stellati: la Guida Michelin Italia aggiunge una novità tre Stelle Michelin, portando i ristoranti tre stelle della penisola a quota 14, 2 nuovi ristoranti due Stelle Michelin e 33 ristoranti con una Stella Michelin. In totale, la selezione di ristoranti della Guida Michelin Italia 2025 comprende 393 ristoranti stellati.

“La selezione 2025, con 393 ristoranti stellati rappresenta una fotografia che conferma l’eccellenza della cucina italiana, fatta di tradizioni, contaminazioni e innovazione. Le 36 novità all’interno del firmamento della penisola, tra le quali spicca il nuovo ristorante 3 stelle Casa Perbellini – 12 Apostoli, testimoniano la vivacità del settore che promette esperienze culinarie emozionanti, che raccontano la qualità di prodotti e l’incredibile varietà di materie prime che questa penisola eccezionale può offrire.” ha commentato Gwendal Poullennec, direttore internazionale delle Guide Michelin.

 Giancarlo Perbellini – Casa Perbellini – 12 Apostoli, Verona: “Nel pieno centro storico di Verona, accanto a piazza delle Erbe e a due passi dal balcone più famoso del mondo – quello di Romeo e Giulietta – sorge la nuova casa di Giancarlo Perbellini. In un locale che ha fatto la storia – il 12 Apostoli – in cui lo chef si è formato da ragazzino, ora va in scena un concerto di sapori, che unisce tradizione e innovazione nel rispetto della stagionalità e delle materie prime. Lo chef omaggia e reinterpreta la cucina italiana con tecniche moderne e un tocco personale offrendovi una esperienza che vale il viaggio. Il Wafer al sesamo con tartare di branzino con il tocco di liquirizia è solo uno dei tanti classici che vi resteranno nel cuore”.

Oltre alla new entry nella famiglia dei 3 Stelle Michelin, i Ristoranti che “valgono il viaggio” in Italia e confermano le 3 Stelle, sono:

Villa Crespi Orta San Giulio (NO), Piazza Duomo ad Alba (CN), Da Vittorio a Brusaporto (BG), Le Calandre a Rubano (PD), Dal Pescatore a Canneto Sull’Oglio (MN), Osteria Francescana a Modena, Enoteca Pinchiorri a Firenze, La Pergola a Roma, Reale a Castel di Sangro (AQ), Uliassi a Senigallia (AN), Piazza Duomo ad Alba (CN), Enrico Bartolini al MUDEC a Milano, Quattro Passi, Nerano, (NA) e Norbert Niederkofler Atelier Moessmer, Brunico (BZ).

I nuovi ristoranti 2 stelle Michelin

La cerimonia, presentata da Giorgio Surina e trasmessa in live streaming, è stata un susseguirsi di emozioni: 36 nuove Stelle in totale che hanno interessato 13 regioni, delle quali 2 new entry nella categoria dei due Stelle Michelin, ovvero i ristoranti che valgono la deviazione:

Marco Galtarossa – Villa Elena, Bergamo

Il recente trasferimento sembra aver dato nuova linfa a questo giovane chef che propone una cucina moderna che valorizza gli ingredienti del territorio attraverso una ricerca meticolosa e una presentazione artistica. Ogni piatto è un’opera che appaga sia la vista, sia il palato e combina sapori complessi e stratificati con meticolosa cura del dettaglio. Memorabile il piatto a base d’anatra: petto, fegatini in raviolo con sedano e crespella di stufato di coscia. All’interno della storica villa di San Vigilio a Bergamo Alta, il ristorante offre una vista panoramica mozzafiato, un ottimo servizio e la guida esperta del mentore, Enrico Bartolini.

Matteo Temperini – Campo Del Drago, Montalcino

Castiglion del Bosco non è solo 3 Chiavi Michelin per l’accoglienza superlativa, ora anche una tappa per cui vale la pena fare una deviazione ed assaporare la personale cucina di Matteo Temperini, che esalta la Toscana e il meglio che il territorio può offrire. Tra i piatti memorabili che realizza con creatività e l’uso di ingredienti freschi e stagionali, rientrano le proposte gastronomiche con i primi funghi autunnali dei boschi vicini, come gli gnocchi dell’orto con finferli e porcini e l’animella di vitello glassata con crema di carciofi e limone arrostito.

I 33 nuovi ristoranti con una stella Michelin

Nella Guida Michelin Italia 2025 sono 33 le novità una Stella Michelin. Tra queste molti chef hanno un mentor d’eccezione: Antonino Cannavacciuolo riceve la stella in due ristoranti, Le Cattedrali by L’Aqua ad Asti e Cannavacciuolo by the Lake a Pettenasco (NO), guidati rispettivamente da Gianluca Renzi e da Gianni Bertone. Davide Oldani vede assegnata una nuova stella al ristorante Olmo, a San Pietro all’Olmo (MI) affidato a Riccardo Merli, mentre Massimo Bottura al ristorante Al Gatto Verde, con al timone Jessica Rosval, conquista la stella e anche la stella verde.

RISTORANTE LOCALITA’ PROV. REGIONE
Cannavacciuolo Le Cattedrali by Laqua* Asti AT PIEMONTE
Cannavacciuolo by the Lake* Pettenasco NO
Equilibrio* Dolcedo IM LIGURIA
Grow Restaurant** Albiate MB LOMBARDIA
Il Circolino Monza MB
Olmo* Cornaredo MI
Cucina Cereda Ponte San Pietro BG
Moebius sperimentale Milano MI
Acqua Olgiate Olona VA
Sine by Pinto Milano MI
Casa Leali* Puegnago sul Garda BS
Tancredi* Sirmione BS
Grual Pinzolo TN TRENTINO-ALTO ADIGE
Iris Ristorante Verona VR VENETO
Palais Royal restaurant Venezia VE
Ancòra** Cesenatico FC EMILIA-ROMAGNA
Alto* Fiorano Modenese MO
Ristorante Del Lago** Bagno di Romagna FC
Al Gatto Verde Modena MO
Serrae Villa Fiesole Fiesole FI TOSCANA
Contrada Castelnuovo Berardenga SI
Saporium** Chiusdino SI
Locanda de Banchieri Fosdinovo MS
Achilli Al Parlamento Roma RM LAZIO
Cetaria Baronissi SA CAMPANIA
Volta del Fuenti by Michele de Blasio Vietri sul Mare SA
O me o il mare Gragnano NA
Don Alfonso 1890 Sant’Agata sui Due Golfi NA
Marotta Squille CE
Abbruzzino Oltre* Lamezia Terme CZ CALABRIA
Locanda Mammì Agnone IS MOLISE
Dissapore di Andrea Catalano Carovigno BR PUGLIA
Vineria Modì* Taormina ME SICILIA

 

* under 35 ** under 30

Tra le 36 novità, sono 14 gli chef con età uguale o inferiore ai 35 anni (4 dei quali con età uguale o under 30).

Tutta la lista completa dei ristoranti stellati presenti nella Guida MICHELIN Italia 2025, è disponibile all’interno della cartella stampa.

Le 11 nuove stelle verdi

La 70° edizione della Guida Michelin ha assegnato 11 nuove stelle verdi, che portano il totale dei ristoranti in Italia con questo emblema a 69.

  RISTORANTE LOCALITA’ PROV
VILLA MAIELLA Guardiagrele CH
PREZIOSO Merano BZ
ARTIFEX Brennero BZ
DON ALFONSO 1890 San’Agata sui Due Golfi NA
AL GATTO VERDE Modena MO
RONCHI Rò Dolegna del Collio GO
AGRITURISMO FERDY Lenna BG
IL TIGLIO Montemonaco AP
LOCANDA LA RAIA Gavi AL
IL CAPPERO Isola di Vulcano ME
BISTROT Forte dei Marmi LU

 

La Stella Verde è un simbolo che contraddistingue i ristoratori in prima linea sul fronte della sostenibilità e può essere attribuito a qualsiasi ristorante, non solo ai ristoranti Stellati o ai Bib Gourmand. Nell’assegnare il riconoscimento, gli ispettori prendono in considerazione molteplici fattori: la produzione delle materie prime, il rispetto del lavoro e il supporto dei produttori locali, la riduzione degli sprechi, la gestione dei rifiuti, le azioni mirate a minimizzare l’utilizzo delle risorse energetiche e l’impatto della struttura sull’ambiente, la formazione sostenibile dei giovani, sono solo alcuni dei temi.

Passion Dessert

La selezione speciale “Passion Dessert” è il riconoscimento conferito ai ristoranti che offrono una vera e propria esperienza per l’alta qualità della proposta dei dessert ed è offerto da Molino Dallagiovanna. Nell’edizione 2025 è stato assegnato ai seguenti ristoranti:

RISTORANTE NOME CHEF – PASTICCIERE LOCALITA’
Riva Antonio Lerro Numana (AN)
All’Enoteca Davide Palluda Canale (CN)
Il Visibilio Daniele Canella Castelnuovo Berardenga (SI)
Re Santi e Leoni Luigi Salomone Nola (NA)
Inkiostro Salvatore Morello Parma
Agli Amici Dopolavoro Martina Peluso Venezia
Coltivare Luca Zecchin La Morra (CN)

 

Sono quattro i premi speciali Michelin nella selezione italiana 2025

  • Michelin Young Chef Award 2025 assegnato a Matteo Vergine del Grow Restaurant, Albiate (MB).

“Dopo aver conquistato la stella verde nel 2024, il cammino di Matteo Vergine prosegue con l’assegnazione della stella per la qualità della sua proposta gastronomica.  Una cucina originale che mixa creatività e tradizione: attraverso marinature, fermentazioni e salamoie, Matteo esalta i sapori naturali degli ingredienti, talvolta in modo audace. Selvaggina, pesce d’acqua dolce e vegetali dell’orto del ristorante sono i prodotti che provengono dal territorio, dai boschi e dai laghi vicini, attraverso i quali Matteo vi conduce nella sua incantevole favola culinaria.”

  • Michelin Service Award 2025 offerto da Intrecci – Alta Formazione di Sala assegnato a Vanessa Melis del ristorante Pascucci al Porticciolo, Fiumicino (RM). “Gestisce la sala di uno dei migliori ristoranti del litorale laziale e la cucina ha proprio in Vanessa un ingrediente vincente. Sorrisi, accoglienza, ospitalità: da Pascucci al Porticciolo la stella è nel piatto, ma tutt’intorno c’è un servizio che ha emozionato gli ispettori, con una dimensione allo stesso tempo professionale e familiare, a cui partecipa tutto il team.”
  • Michelin Chef Mentor Award 2025 offerto da Blancpain, assegnato ad Antonino Cannavacciuolo del ristorante Villa Crespi, Orta San Giulio (NO).

“Se il talento gastronomico di Cannavacciuolo raggiunge il vertice in Villa Crespi di Orta San Giulio, l’iconico chef ha anche un’altra grande capacità, quella di trovare e formare giovani talenti. Con animo gentile e lo stile del buon padre di famiglia, trasferisce la sua passione per la cucina con semplicità ed un linguaggio diretto che entra nella testa e nel cuore dei suoi ragazzi.”

  • Michelin Sommelier Award 2025 offerto dal Consorzio Franciacorta, assegnato a Oscar Mazzoleni del ristorante Al Carroponte, Bergamo.

“Il ristorante Al Carroponte, sin dalla sua apertura è una meta imprescindibile per gli amanti del vino. Il patron Oscar Mazzoleni, classe 1979, è un esperto ed appassionato Sommeiller in continua ricerca di novità che gestisce la sua cantina con l’ambizione di proporre al calice qualsiasi richiesta del cliente.”

Oltre alla selezione di ristoranti è disponibile gratuitamente sul sito web e sull’app della Guida Michelin la selezione delle strutture alberghiere più esclusive, uniche ed emozionanti in cui soggiornare in Italia e nel mondo.

Ogni hotel è stato selezionato per il suo straordinario stile, servizio e personalità e può essere prenotato direttamente attraverso il sito web e l’app della Guida Michelin. La selezione per l’Italia comprende gli hotel più spettacolari del paese, tra cui boutique intime e di design.

Scaricate gratuitamente l’applicazione della Guida Michelin sul vostro telefono o visitate il sito web per scoprire tutte le nostre selezioni e prenotare ristoranti e hotel straordinari.

Le statistiche

  • Regioni

La regione con più novità è la Lombardia, 1 due Stelle e 9 una Stella Michelin, per un totale di 10 ristoranti. Al secondo posto due regioni con 5 novità monostellate, Campania e Toscana, mentre al terzo posto troviamo l’Emilia-Romagna con 4 novità una Stella Michelin.

Nella classifica delle Stelle Michelin per regioni, la Lombardia mantiene la leadership con 61 ristoranti (3 tre Stelle, 7 due Stelle, 51 una Stella), la Campania si conferma al secondo posto con 50 ristoranti, (1 tre Stelle, 7 due Stelle, 42 una Stella), mentre sul terzo gradino del podio troviamo la Toscana con 44 ristoranti (1 tre Stelle, 5 due Stelle, 38 una Stella). Scivola in quarta posizione il Piemonte con 35 ristoranti (2 tre Stelle, 3 due Stelle, 30 una Stella), mentre conferma il quinto posto il Veneto con 34 ristoranti Stellati (2 tre Stelle, 3 due Stelle, 29 una Stella).

  • Province

Nella classifica delle province, tra le Top 5 si confermano due città campane : Napoli che si conferma al vertice con 27 ristoranti (1 tre Stelle, 6 due Stelle, 20 una Stella) e Salerno, in quinta posizione con 18 ristoranti (1 due Stelle, 17 una Stella). Roma è al secondo posto con 23 ristoranti Stellati (1 tre Stelle, 3 due Stelle, 1 una Stella), seguita da Milano con 20 ristoranti Stellati (1 tre Stelle, 4 due Stelle, 15 una Stella). In quarta posizione troviamo Bolzano con 19 ristoranti (1 tre Stelle, 2 due Stelle, 16 una Stella).

  • Bib Gourmand

Nella classifica dei Bib Gourmand per regioni, l’Emilia-Romagna si conferma al primo posto con 33 ristoranti. Alle sue spalle il Piemonte con 31 ristoranti, seguita dalla Lombardia con 25 ristoranti. Seguono la Toscana con 25 ristoranti e il Veneto e Trentino-Alto Adige pari merito con 17.

Quarta Caffè presente a AGRO.GE.PA.CIOK, 09-13/11

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Quarta Caffè ad AGRO.GE.PA.CIOK 2024 (immagine concessa)

LECCE – Dal 9 al 13 novembre 2024, la torrefazione Quarta Caffè ritorna con entusiasmo ad AGRO.GE.PA.CIOK, il Salone nazionale dell’arte dolciaria, cioccolateria, gelateria e dell’artigianato agroalimentare, che si terrà presso Lecce Fiere, Piazza Palio. Durante questi cinque giorni, l’azienda presenterà al pubblico le sue esclusive miscele, emblema della qualità e dell’innovazione che caratterizzano Quarta Caffè.

Quarta Caffè a AGRO.GE.PA.CIOK

L’azienda utilizza le più pregiate qualità di caffè, garantendo una freschezza impareggiabile grazie a una tostatura separata, senza l’uso del sottovuoto.

Oltre alle degustazioni, i visitatori potranno partecipare ai workshop dedicati alle ultime tendenze nell’arte del caffè.

Saranno presenti dimostrazioni di Latte art e sessioni pratiche per perfezionare la preparazione di un caffè espresso ideale.

Quarta Caffè, leader di settore con un forte legame al territorio salentino, condivide ancora una volta la propria esperienza e passione con i clienti e gli appassionati di caffè in questa edizione 2024 di AGRO.GE.PA.CIOK.

Caffè Moak presenta la miscela limited edition Giovanni Spadola

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giovanni spadola moak
La miscela Giovanni Spadola (immagine concessa)

MODICA (Ragusa) – Caffè Moak nasce nel 1967 dall’intraprendenza di Giovanni Spadola che ha saputo trasmettere la tradizione di una delle bevande più bevuta al mondo: il caffè. Una storia aziendale ricca di amore e passione che ancora oggi si fa portavoce di importanti valori quali impegno e ambizione. Dedizione e forza di volontà sono i sentimenti che hanno portato Giovanni Spadola a costruire un’azienda partendo dal garage di casa e arrivando nelle tazzine del caffè di 50 paesi.

Caffè Moak lancia la limited edition Giovanni Spadola

Fa il suo ingresso in azienda una nuova miscela di caffè in limited edition che porta nell’aria un aroma dal profumo liquoroso a cui fanno seguito delicate note aromatiche di arancia, noci e mandorle combinate ad un leggero aroma di frutti rossi.

Il bouquet della miscela Giovanni Spadola è composto da tre varietà di pregiati caffè lavati, che trasmettono al palato sensazioni uniche, provenienti da Etiopia, Guatemala e India. Con la predominanza di un caffè colombiano eccezionale del Women’s Coffee Project, proveniente da piantagioni gestite da 25 donne che promuovono l’uguaglianza sociale e di genere.

La nuova miscela Giovanni Spadola si pone come un racconto sensoriale ad ogni sorso, racchiuso in una latta da 100gr. Ǫuesta miscela è rimasta per anni un sogno nel cassetto del fondatore che oggi finalmente racconta un viaggio ricco di esperienze e scelte, mostrandosi tributo ad una lunga e appassionante storia di amore e tradizione; un caloroso pensiero che il figlio Alessandro ha voluto dedicare al grande lavoro del padre.

Ǫuesta sorprendente limited edition sarà regalata a tutti i clienti del mondo horeca e verrà resa disponibile in piccole quantità sullo shop online di Caffè Moak fino ad esaurimento scorte.

Arabia Saudita ospite d’onore al Salon du Chocolat di Parigi

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Il Salon du Chocolat di Parigi (immagine concessa)

PARIGILa Commissione saudita per le arti culinarie, una delle 11 commissioni settoriali del Ministero della Cultura, festeggia il successo della sua partecipazione come ospite d’onore al Salon Du Chocolat, la più grande esposizione di cioccolato del mondo appena conclusasi a Parigi.

L’evento di quest’anno ha messo in luce i sapori unici, l’artigianalità e la tradizione dell’autentico cioccolato saudita, favorendo lo scambio culturale e attirando l’attenzione degli appassionati di cioccolato da tutto il mondo.

L’Arabia Saudita al Salon du Chocolat di Parigi

Il “Taste of Saudi Culture” ha permesso agli ospiti di intraprendere un viaggio culinario in Arabia Saudita attraverso creazioni di pasticceria dal vivo, un’esposizione di cioccolatieri locali e assaggiando il caffè tradizionale e i datteri sauditi: un’esperienza multisensoriale per esplorare i profumi e i gusti delle 13 regioni del Regno.

Gli chef sauditi Sultan Alarifi e Abdualltef Alrashoudi hanno mostrato dal vivo la loro arte, preparando dolci tradizionali e specialità saudite. Abdualltef Alrashoudi, pasticciere e fondatore di Lâm, ha presentato Fleurs of the South, un intricato dessert di cioccolato bianco con dettagli simili a petali che rende omaggio alle corone floreali indossate dagli uomini nel sud del Regno. Lo chef Sultan Alarifi ha preparato Gianduja Cardamom Kunafa, una combinazione di sapori classici e tocchi esotici, offrendo ai visitatori uno sguardo sull’arte dei dessert sauditi.

I cioccolatieri sauditi hanno presentato i loro prodotti disponibili per l’acquisto, tra cui i marchi locali Levo, Ganache, Hanoverian, Chocolate Corner Bonum, Miss Feionkah, Chocomize, T. elements, Lam Mirrors e Musa and Palm. Inoltre, è stato il pâtissier saudita Abdualltef Alrashoudi a giudicare la categoria amatoriale del “Trophée National de la Pâtisserie Chocolaterie Française”, che ha premiato lo chef che ha saputo assemblare una torta di grande effetto utilizzando i datteri sauditi come ingrediente speciale.

L’artista saudita Budour AlAqidi e il cioccolatiere francese Jean-Luc Decluzeau hanno creato a quattro mani una splendida scultura di cammello fatta interamente di cioccolato, segno della collaborazione tra Arabia Saudita e Francia e all’insegna dell’apprezzamento condiviso per le arti culinarie, celebrando al contempo l’“Anno del Cammello”. In concomitanza con la proclamazione da parte delle Nazioni Unite del 2024 come Anno Internazionale dei Camelidi, il Regno dell’Arabia Saudita ha infatti designato il 2024 come “Anno del Cammello” per celebrare l’importanza di questo animale nella storia e nella cultura saudita.

Dal servizio del tradizionale caffé saudita, alla fontana di cioccolato accompagnata da un assortimento di datteri provenienti dal Regno, fino al tunnel interattivo, l’esperienza multisensoriale al Salon du Chocolat di Parigi ha permesso al pubblico di vivere la cultura dell’ospitalità saudita. I visitatori hanno inoltre scoperto spezie e ingredienti unici dell’Arabia Saudita, come il Sirar Hail, i chicchi di caffè Khawlani, la Rosa di Taif, le olive Aljouf e il Lumie Hassawi, che hanno potuto cimentarsi a macinare con il mortaio tradizionale, noto come Najr.

Il Salon du Chocolat ha riunito gli appassionati di cioccolato di tutto il mondo, mostrando le diverse tradizioni culinarie che i Paesi hanno sviluppato intorno a questa prelibatezza tra le più amate. Il Taste of Saudi Culture ha celebrato il patrimonio culinario del Regno, sottolineando l’impegno della Culinary Arts Commission nel promuovere lo scambio culturale e sostenere il settore, attraverso opportunità che mostrino i talenti del Paese.

La scheda sintetica del Ministero della cultura saudita

L’Arabia Saudita ha una vasta storia di arte e cultura. Il Ministero della Cultura sviluppa l’economia culturale dell’Arabia Saudita e arricchisce la vita quotidiana di cittadini, residenti e visitatori.

Supervisionando 11 commissioni settoriali, il Ministero lavora per il sostegno e la conservazione di una cultura vibrante che sia fedele al suo passato e guardi al futuro, custodendo il patrimonio e liberando nuove e stimolanti forme di espressione per tutti.

La scheda sintetica della Culinary Arts Commission​

Fondata nel 2020, la Culinary Arts Commission guida lo sviluppo del settore delle arti culinarie del Regno. Promuovendo gli investimenti e realizzando solidi quadri normativi, la Commissione sostiene la prossima generazione di cuochi e professionisti dell’ospitalità sauditi che aspirano a raggiungere il loro pieno potenziale.

Insieme al Ministero della Cultura, la Commissione sta lavorando per sbloccare un settore culturale fiorente per preservare ed elevare le tradizioni culinarie che rendono unico il Regno.

Associazione museo del caffè di Trieste: c’è il primo appuntamento con Marino Petracco

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Il ritorno dei Cenacoli del caffè (immagine concessa)

TRIESTE – In dirittura d’arrivo il nuovo ciclo 2024-2025 degli apprezzati incontri dei Cenacoli del caffè, organizzati dall’Associazione museo del caffè di Trieste e giunti ormai al traguardo della ottava edizione, grazie al costante e qualificato impegno del sodalizio guidato da Gianni Pistrini.

L’ampio programma degli appuntamenti, stavolta organizzati attorno al tema-guida “La trasversalità del caffè”, prenderà avvio giovedì 7 novembre, alle ore 17.30, nella tradizionale sede dell’Hotel Savoia Excelsior, con l’intervento del noto specialista del ramo Marino Petracco, ingegnere chimico per oltre un trentennio ricercatore scientifico presso la Illycaffè, che affronterà una serie di importanti quesiti su caffè e salute.

In merito va sottolineato come Petracco, accanto al suo ruolo nella storica azienda triestina, ha accumulato una vasta esperienza su tutti gli anelli della catena del caffè espresso, pubblicando numerosi articoli su agricoltura, fisica e chimica del caffè inteso sia come pianta che come bevanda e interessandosi in particolare proprio dell’influsso della bevanda sull’organismo umano.

Anche in tal senso è stato presidente del comitato globale ISO per le normative sul caffè, ha presieduto in due riprese il Comitato scientifico dell’industria europea per gli studi sugli effetti fisiologici del caffè (ISIC) ed è tra gli autori dell’unico libro dedicato alla chimica del caffè espresso. Appassionato comunicatore e divulgatore, Petracco svolge, in sei lingue, un’intensa attività di conferenziere internazionale “a maggior lode e gloria del caffè”.

Il programma (immagine concessa)

I successivi incontri, sempre di giovedì, e sempre con inizio alle ore 17.30, ma in questa edizione dispiegati, oltre alla sede “centrale” del Savoia Excelsior, anche in librerie e in altri luoghi della città, saranno sempre a ingresso libero (eccezion fatta per il laboratorio su prenotazione del 9 gennaio). Tutti gli appuntamenti potranno venir seguiti anche online sul portale web dell’Associazione: www.amdctrieste.it o tramite il profilo Facebook aMDCTrieste.

Ecco il calendario completo:

5 dicembre con Fabrizio Polojaz di “Primo Aroma” su “Non chiamiamoli scarti: il caffè ci viene in soccorso”; 9 gennaio 2025 con Simonetta Cusma su “Caffèlage: il laboratorio di papiers collé al profumo di caffè” (max 20 persone, prenotazione obbligatoria scrivendo entro il 18 dicembre a amdctrieste@gmail.com, costo 10 Euro); 27 febbraio con Sergio Vatta su “Dal Bauhaus alla Illycaffè, Xanti Schawinskj a Trieste nel 1934”; 27 marzo con Katia Brugnolo su “The, caffè e cioccolata a Nove e in Europa. Maioliche, porcellane e terraglie dal XVIII al XX secolo”; 24 aprile con Matteo Carzedda su “Il caffè: alimento, medicinale o piacere?”; 8 maggio con Marina Cecchetti su “Un caffè da leggere: Emozioni, Storia, Arte e letteratura” (alla Libreria Ubik); 5 giugno con il collezionista Lucio Del Piccolo su “Il caffè nella società antica e moderna” (alla Libreria Ubik).

Presentando il nuovo ciclo su “La trasversalità del caffè” gli organizzatori della AMDC osservano, nell’opuscolo illustrativo, come “L’affascinante bevanda è in grado di evocare una vasta gamma di emozioni, dal piacere alla calma, dall’energia alla nostalgia. Ogni sorso è un’esperienza sensoriale che può toccare le corde più profonde dell’animo.

È espressione di passione, della propria cultura o semplicemente della propria visione del mondo. Sa essere concreto, ma al tempo stesso è un’esperienza effimera che si consuma nel momento presente. Il caffè può essere considerato un’esperienza artistica a tutti gli effetti, un momento di pausa e di riflessione in cui apprezzare la bellezza delle piccole cose”. Chiedendosi infine “E se anche il caffè fosse una forma d’arte?” per concludere che “Caffè e arte sono strettamente correlati”.

Bean to bar chocolate: nasce la prima Associazione italiana che si concentra sul cacao specialty

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Associazione Cioccolato Bean To Bar Italia
Il primo incontro dei soci fondatori dell'Associazione Cioccolato Bean To Bar Italia (foto concessa)

MILANO – Quindici soci fondatori dietro l’avvio della prima Associazione Cioccolato Bean To Bar Italia: quando la passione e la professionalità creano un terreno comune e fertile per un’organizzazione che promuove la cultura della qualità, allora il risultato non può che essere ottimale. Il racconto di come tutto è partito, arriva da uno dei motori pulsanti dell’Associazione, Sharon Terenzi.

Prima di voi non c’era ancora in Italia un’Associazione che rappresentasse il cioccolato Bean to Bar in Italia: perché solo adesso siete riusciti a costituirla?

“Il cioccolato bean to bar artigianale, ovvero il cioccolato da degustazione creato in piccoli laboratori a partire da fave di cacao specialty, è un fenomeno piuttosto nuovo in Italia.
Alcune grandi aziende italiane hanno da sempre fatto cioccolato a partire da fave di cacao
commerciali per il mercato della grande distribuzione.

Ma la maggior parte di piccoli cioccolatai che selezionano cacao specialty da filiere etiche e sostenibili per trasformarlo in cioccolato da degustazione è nata solo intorno al 2018-2019.

Negli anni si è sviluppata l’esigenza di aumentare la consapevolezza del consumatore sul buon cioccolato, e riunire i professionisti del bean to bar sotto un’unica comunità, ma i tentativi precedenti non sono andati a buon fine.

Tutto è cambiato nell’Ottobre del 2023, quando un gruppo di artigiani del bean to bar si è ritrovato per caso all’ultima edizione di Eurochocolate a Perugia. Scoprendo una passione ed un entusiasmo comune, insieme a comuni sfide e difficoltà giornaliere, questi artigiani hanno deciso che era finalmente tempo di costituire un’Associazione per fare cultura e divulgazione insieme, ispirati da altri segmenti fine food come Assobirra (Associazione dei Birrai e dei Maltatori) e la forte comunità dello specialty coffee.”

Dopo il lungo iter burocratico, l’Associazione Cioccolato Bean To Bar Italia si è legalmente costituita il 21 Maggio 2024. 16 soci fondatori da tutta Italia: chi sono? Ci sono però altri professionisti come voi che non siete ancora riusciti a raggiungere?

“I 15 soci fondatori fanno parte di 10 aziende, dal Trentino-Alto Adige alla Sardegna, che producono cioccolato bean to bar artigianale in Italia, ed io, Sharon Terenzi, che da 10 anni con The Chocolate Journalist faccio divulgazione come blogger online sul cioccolato bean to bar artigianale.

Prima di estendere l’invito a tanti altri professionisti, volevamo rimanere un numero ragionevole di persone per legalizzare l’Associazione il prima possibile, prendere decisioni in tempi brevi, passare all’azione e preparare già il terreno per chi si sarebbe associato in seguito.

Adesso è arrivato il momento per dare il benvenuto a nuovi soci e socie.”

Perché è fondamentale l’avvio di questa Associazione?

“L’avvio di questa Associazione è fondamentale perché c’è un forte bisogno di fare cultura del buon cioccolato in Italia. L’italiano medio compra cioccolato al supermercato, credendo che sia la migliore alternativa sul mercato, e lo considera solo “un momento di piacere”, “una ricompensa emotiva”, spesso accompagnata da sensi di colpa.

Da una parte, vogliamo rendere il consumatore finale consapevole che esiste un altro tipo di cioccolato, che non si trova al supermercato, ma si trova in negozi specializzati in cibo e bevande di qualità, o si trova direttamente nei piccoli laboratori dei cioccolatai artigiani che lo producono.

Insieme a questo, vogliamo sradicare tutta una serie di dogmi, preconcetti e nozioni sbagliate riguardo al cioccolato.

Per raggiungere un cambio profondo di consapevolezza del consumatore, dobbiamo agire tutti insieme in progetti coordinati e strategici di gruppo, ma l’attenzione non è solo sul consumatore.

E’ fondamentale anche riunire i professionisti del cioccolato bean to bar per sostenerci a vicenda, facilitare lo scambio libero di informazioni, creare una comunità unita, e fare fronte comune davanti alle istituzioni.

Per tutti questi motivi, è diventata un’esigenza avere un’Associazione di riferimento per azioni concrete.”

Quali sono gli obiettivi che vi ponete per i prossimi anni e quali le strategie che attuerete per raggiungerli?

“Obiettivi: ampliare il consumo del cioccolato artigianale bean to bar a livello nazionale, educare il consumatore finale sui processi produttivi dalla fava di cacao alla tavoletta di cioccolato, costruire una comunità di riferimento per i professionisti del cioccolato bean to bar, supportare lo sviluppo di filiere di cacao etiche, sostenibili, tracciabili e di qualità; promuovere e sostenere la produzione di cioccolato bean to bar in Italia rendere il nostro Paese un punto di riferimento mondiale per il cioccolato artigianale bean to bar.

Azioni: organizzare eventi dedicati alla divulgazione del cioccolato bean to bar artigianale in Italia presenziare a festival, fiere e convegni nazionali ed internazionali supportare ogni membro dell’Associazione con scambio libero e volontario di strumenti e informazioni creare sinergie con professionisti del settore fine food & drink riunirsi a cadenza regolare, sia in presenza che online, per portare avanti il calendario di eventi ed impegni.”

Come si può entrare a far parte dell’Associazione e quali sono le condizioni per poter diventare soci?

“Altre associazioni nazionali di cioccolato bean to bar fanno entrare in associazione soltanto chi produce cioccolato bean to bar artigianale (una specie di selezione all’ingresso). Noi invece abbiamo optato per un approccio più inclusivo.

Crediamo fortemente che, per fare cultura in modo approfondito e capillare, è necessario creare sinergie tra individui con esperienze e punti di vista differenti, che mettano tutte le loro conoscenze a servizio dell’Associazione. Quindi chiunque sia un professionista o anche solo un appassionato del cioccolato bean to bar è assolutamente il benvenuto, sia dall’Italia che dall’Estero.

Basterà inviarci un’email a info@beantobar.it. La quota associativa per un anno è di 75 euro.”

C’è già un programma di attività e di eventi dedicati ai professionisti che vorrebbero specializzarsi nel Bean to Bar e altri rivolti più al consumatore?

Sessione di assaggi (foto concessa)

“Intanto abbiamo avuto il primo incontro di persona di tutti i soci e le socie il 31 Luglio 2024 a Milano da Specialty Coffee Lot Zero, gentilmente ospitati da Chiara Bergonzi ed il suo team. Durante l’incontro prepareremo l’agenda per la stagione autunno/inverno.

Ci sono tanti eventi nazionali e festival internazionali ai quali ci piacerebbe partecipare, quindi vedremo come organizzarci. Per rimanere sempre aggiornati sui nostri passi, Instagram è il posto perfetto per seguirci (@beantobaritalia).

Ora che l’Associazione esiste, come vi prefigurate il futuro del cioccolato in Italia?

“Il futuro del cioccolato in Italia è nelle mani del consumatore finale. Come Associazione Cioccolato Bean To Bar Italia, faremo di tutto affinché il consumatore finale si renda conto della vasta scelta di buon cioccolato che c’è sul mercato, che provi le differenze sensoriali tra le varie origini e i differenti metodi di produzione artigianale, sostenendo piccole realtà che mettono tutta la loro passione nel cacao etico e tracciabile che scelgono.

Inoltre, ci prefiguriamo un futuro dove il buon cioccolato è parte integrante delle abitudini
quotidiane dei consumatori, senza lo stigma di dover essere riservato a momenti di indulgenza o di piacere peccaminoso, ma diventi esperienza di mindfulness sensoriale e condivisione sociale.”