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sabato 19 Aprile 2025
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Mirabilia presenta lo spazio a Milano dedicato alla cultura del caffè specialty per il Fuorisalone

MILANO – Mirabilia, il primo servizio indipendente italiano di abbonamento a caffè specialty, presenta Spazio Mirabilia, un nuovo indirizzo a Milano che nasce per promuovere il consumo consapevole e sostenibile del caffè attraverso esperienze immersive ed educative.

Il progetto prende vita da un’idea di Alice Monti, esperta di caffè specialty dal 2009 e fondatrice di Mirabilia, con l’obiettivo di creare un luogo di incontro e scambio culturale attorno a una delle bevande più consumate al mondo.

Spazio Mirabilia è un ambiente che unisce il calore di una casa alla versatilità di una location per eventi e laboratori, pensata per ospitare degustazioni, workshop e attività dedicate alla cultura del caffè specialty. Situato in zona Tortona, via delle Foppette 2, lo spazio è stato realizzato con il contributo di brand d’eccellenza che ne hanno arricchito il carattere e il design.

Spazio Mirabilia si sviluppa con una pianta a L, articolandosi in tre aree distinte ma connesse tra loro, pensate per accogliere, coinvolgere e stimolare la condivisione. L’ingresso introduce i visitatori in un ambiente colorato e accogliente, un vero e proprio salotto caratterizzato dalla carta da parati realizzata da Colorobe, il progetto di Giulia Robert e Alessandro Colonnetta, appositamente per Mirabilia.

Ci si rilassa sul divano e poltrone, si sfoglia una rivista e sorseggia un caffè specialty, immergendosi nell’atmosfera rilassata e familiare dello spazio. Proseguendo si arriva al cuore pulsante di Spazio Mirabilia, il grande tavolo centrale, un luogo di condivisione dove si terranno colazioni, workshop, riunioni e momenti di brainstorming che si apre sulla cucina, pensata per essere modulabile e trasformabile a seconda delle esigenze.

Grazie alle due isole mobili progettate da Elmar, la configurazione dello spazio può mutare: un’isola centrale per workshop pratici e sessioni di assaggio oppure, con l’isola spostata, un ampio spazio aperto perfetto per shooting fotografici e presentazioni.

La cucina, realizzata su misura, si sviluppa lungo una parete di 4,5 metri in una raffinata tonalità carta da zucchero, con dettagli studiati per unire funzionalità ed estetica. La scelta di Eccentrico per il rivestimento delle pareti della cucina ha aggiunto un ulteriore tocco distintivo: le piastrelle della collezione Norma, nella finitura ispirata alla pietra leccese, presentano un effetto ribbed che richiama il fluire degli aromi del caffè, creando un ambiente che esalta i sensi e invita alla scoperta.

Alice Monti afferma: “Il cuore e le idee di Mirabilia non sono mai stati confinati esclusivamente al caffè, in questi anni abbiamo ampliato la nostra visione, includendo tante tematiche affini ai nostri valori di sostenibilità, rispetto, accoglienza e inclusività. Finora lo abbiamo fatto attraverso le nostre box di caffè, ciascuna con un tema e un abbinamento a prodotti e ricette di food pairing. Ora abbiamo creato un posto dove poter condividere la nostra passione per il caffè e contaminarci con tante altre realtà di valore. Nasce così Spazio Mirabilia, un luogo accogliente come una casa, pratico come una cucina professionale e flessibile come una location di eventi”.

Monti continua: “Qui puoi trovare un divano accogliente per chiacchierare con gli amici, un grande tavolo dove sederti a gustare una buona colazione in compagnia, un’isola per poter cucinare e, ovviamente, tutte le attrezzature per preparare ogni tipologia di caffè, dalla macchina per espresso ai sistemi per il caffè filtro passando per i macinini e per la moka”.

Oltre alla cucina e all’area eventi, Spazio Mirabilia ospita anche residenze, pensate per accogliere professionisti del settore, baristi e creativi da tutto il mondo, creando una vera e propria community internazionale del caffè.

 

Le attività di Casa Mirabilia durante il Fuorisalone 2025

Spazio Mirabilia inaugura durante la Milano Design Week con una serie di appuntamenti imperdibili che celebrano il mondo del caffè specialty e il suo legame con la cultura contemporanea.

Specialty breakfast club

Spazio Mirabilia – via delle Foppette 2 Giovedì 10 aprile | 8:30 – 11:00

Una colazione tra amici, un momento di convivialità per gustare caffè, cappuccini ed espressi in compagnia di Alice Monti e Valentina Palange (@specialty_pal). L’evento è realizzato in collaborazione con:

  • Anfim Grinders, che fornirà i macinini per la preparazione dei caffè;
  • Pasticceria Clea, con una selezione di pastry dolci e salate, anche plant-based e senza lattosio;
  • Oatly, che offrirà la bevanda d’avena per i Evento gratuito su prenotazione.

Coffee Omakase con Daniele Ricci

Spazio Mirabilia – via delle Foppette 2 Venerdì 11 aprile | 18:30

Sabato 12 aprile | 15:00

Un’esperienza intima ed esclusiva di tre ore, in cui Daniele Ricci, Campione Italiano Barista, presenterà la sua idea di Specialty Barista, preparando i tre drink che lo hanno portato alla vittoria. L’evento includerà un esclusivo abbinamento gastronomico curato da Myriam Sabolla (@the_food_sister), che creerà tre piatti pensati per esaltare le note aromatiche dei caffè serviti. Evento a pagamento, posti limitati.

Per registrarsi agli eventi basta cliccare qui

Spazio Mirabilia, in collaborazione con un team di esperti, continuerà ad animarsi durante tutto l’anno con una serie di appuntamenti dedicati alla cultura del caffè specialty e alla creatività:

  • Specialty Breakfast Club – Un incontro mensile con colazione offerta al pubblico, in collaborazione con Anfim Grinders.
  • Assaggiamo insieme – Sessioni di assaggio guidato per scoprire i caffè del mese e imparare a riconoscere i sapori del caffè. Ogni mese.
  • Mindful coffee – Il caffè come occasione per meditare, insieme alla mindful coach Hélène Chaperon. Settembre.
  • Home barista – Workshop per imparare a preparare l’espresso e montare latte o alternative vegetali con macchine da casa. Con Valentina Palange. Maggio e altri
  • Metodi alternativi: il caffè come piace a te – Un viaggio tra i diversi metodi di preparazione del caffè, caldo e freddo. Settembre e altri appuntamenti.
  • Specialty sensory experience – Un’esperienza coinvolgente per i sensi, dall’olfatto alla vista, dal tatto al gusto. Giugno.
  • Workshop artistici – Tecniche base di pittura con acquerelli e altri materiali con Giulia d’Andrea(@giulia.watercolour).
  • Corsi di valutazione della qualità secondo lo standard CQI, con Davide Spinelli. Su richiesta.
  • Mastering the espresso: Home Barista Edition – Corso per home barista con Davide Spinelli e Alessandro Giammatteo. Da definire.
  • Corsi professionali SCA – Barista, Sensory, Brewing e CVA con Davide Spinelli.

Su richiesta.

  • Workshop di cucina e panificazione con Myriam Sabolla. Da definire.
  • Content creation e storytelling – Workshop sulla comunicazione digitale con Valentina Palange. Da definire.
  • Analogic breakfast – Appuntamento dedicato alla fotografia analogica, con la colazione come soggetto.

Spazio Mirabilia nasce per valorizzare il caffè specialty non solo come prodotto, ma come esperienza culturale e sociale. Durante tutto l’anno, lo spazio ospiterà workshop, incontri e residenze per professionisti, promuovendo un approccio etico e sostenibile al consumo del caffè.

Per informazioni e prenotazioni: ciao@mirabilia.coffee www.mirabilia.coffee @mirabilia.coffee

La scheda sintetica di Mirabilia

Mirabilia nasce nel 2020 per volere di Alice Monti che dopo anni nell’azienda di famiglia, produttori di filtri e doccette per macchine da caffè espresso, entra in contatto con la scena internazionale dello Specialty Coffee e trova la sua passione. Successivamente collabora come social media manager per una delle prime torrefazioni specialty nate in Italia “His Majesty the Coffee” di Paolo Scimone dove approfondisce la parte legata alla tostatura e alla selezione dei caffè.

Mirabilia, unisce la passione di Alice per il caffè specialty e il desiderio di comunicare e diffondere non solo la parte qualitativa di questi caffè, ma anche l’aspetto di sostenibilità ambientale e sociale. Mirabilia nasce per dare la possibilità di assaporare caffè diversi e dalla voglia di condividere questo momento con gli altri valorizzando le eccellenze italiane. Il concetto della box tematica rende possibile veicolare diversi messaggi e vivere un’esperienza completa alla scoperta dei diversi metodi e tradizioni nella preparazione del caffè contribuendo allo sviluppo delle aree produttive e delle comunità locali che vivono di caffè e devono essere in grado di farlo con dignità e con il giusto riconoscimento del loro valore.

Giancarlo Samaritani presenta il documentario sul caffè in Myanmar e riflette sui danni riportati dal terremoto

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Giancarlo Samaritani, noto come divulgatore alle origini della filiera caffeicola insieme a sua moglie, fotografa, Silvia Minella, torna su queste pagine con un documentario toccante sviluppato durante la sua visita in Myanmar nel 2019, dove ha incontrato il fondatore della Myanmar Coffee Association. Questo lavoro non solo mette in evidenza la ricca tradizione del caffè nel paese, ma offre anche uno spaccato della vita locale e delle sfide affrontate dai produttori.

Oggi, in seguito al devastante terremoto che ha colpito la regione, è fondamentale portare l’attenzione su questo dramma umano e sociale. La comunità del caffè, già provata, si trova ad affrontare ulteriori difficoltà, e il documentario di Samaritani può servire come strumento per sensibilizzare il pubblico e raccogliere fondi per aiutare le persone colpite. Di seguito, riportiamo l’esperienza di Samaritani.

Il caffè in Myanmar

di Giancarlo Samaritani

“In Myanmar tre quarti della popolazione è impegnata in attività agricole, piccole imprese famigliari che  lavorano  modesti appezzamenti di terra, principalmente coltivano il necessario per il proprio sostentamento. 

Le piantagioni di caffè si stanno sviluppando rapidamente. Il caffè fu introdotto dai missionari europei tra il 1885 ed il 1930.

Purtroppo però 50 anni di violenta dittatura militare non hanno consentito una adeguata formazione dei coltivatori, costretti ad una condizione di povertà. Solo dal 2012, a seguito della parziale caduta del regime militare, si avviate delle iniziative mirate al miglioramento della vita dei contadini. 

Il caffè rappresenta una coltura che può contribuire al miglioramento della qualità della vita dei contadini. Il terreno ed il clima sono perfetti per la coltivazione di caffè. 

Infatti negli ultimi dieci anni il caffè del Myanmar ha cominciato ad ottenere l’apprezzamento degli operatori ed anche dei consumatori.

Personalmente  ho potuto constatare questi ottimi risultati ottenuti anche grazie all’impegno di imprenditori che hanno dato vita all’Associazione dei produttori di caffè del Myanmar.

Ho incontrato il fondatore di questa associazione, il quale ci ha raccontato le difficoltà ed i problemi che incombono su questo paese.

Le coltivazioni sono diffuse in diverse regioni, nelle zone pianeggianti si coltiva caffè Robusta di modesto livello qualitativo, mentre nella regione di Mandalay ed in particolare nell’ampia regione collinare di Pin O Luin dove abbiamo girato il nostro documentario  si coltiva arabica  di eccellente qualità. Il ciclo di lavorazione prevede una accurata selezione delle drupe durante il raccolto rigorosamente fatto a mano, ed una successiva selezione fatta dalle lavoratrici nei centri di raccolta, inoltre una perfetta fase di essiccazione naturale mediante l’esposizione dei semi ai potenti raggi del sole tropicale.

Purtroppo dopo pochi mesi dalla nostra visita un nuovo colpo di stato ha riportato il paese nell’incubo della dittatura.

In questi ultimi giorni sono sotto giochi di tutto il mondo gli enormi danni provocati dal devastante terremoto che ha colpito il paese”.

                                                                                                Giancarlo Samaritani

Caffè del marinaio: ecco la storia del liquore preparato con la moka di San Benedetto del Tronto

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Il caffè del marinaio è un liquore nato dalla tradizione dei pescatori di San Benedetto del Tronto. Secondo la ricetta, il caffè viene preparato con la moka, a cui si aggiungono in seguito rum e liquore all’anice. La miscela viene poi riscaldata e servita bollente. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Stefano Nico per il portale d’informazione L’Ancora Online.

Il caffè del marinaio di San Benedetto del Tronto

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il caffè del marinaio, un liquore che racchiude in sé il sapore del mare e la tradizione dei pescatori di San Benedetto del Tronto, è una bevanda che affonda le sue radici nella storia della marineria locale. Nato a bordo dei pescherecci, durante le lunghe notti di pesca, questo liquore era un modo per i marinai di riscaldarsi e trovare conforto nelle fredde giornate invernali.

Non c’è ristorante, bar e trattoria tipica di pesce nella zona di San Benedetto del Tronto, località di mare nel sud delle Marche e importante porto peschereccio, che non serva in maniera tradizionale questa bevanda calda. Anche d’estate.

Origini e Tradizione

Per scoprire le origini della ricetta si deve tornare agli inizi del ‘900 con l’avvento del peschereccio a motore. Infatti la storia del caffè del marinaio è legata al progresso di quegli anni. E proprio a San Benedetto del Tronto il 26 maggio 1912 venne varata la prima imbarcazione a motore d’Italia.

Il peschereccio San Marco entra dunque nella storia. Visto che i viaggi iniziavano ad essere più lunghi nasceva l’esigenza di portare a bordo generi alimentari di lunga conservazione e capaci di ristorare nei rigidi inverni l’equipaggio. La ricetta originale del “Caffè del Marinaio” è stata tramandata di generazione in generazione, un segreto custodito gelosamente dai pescatori sambenedettesi.

La bevanda veniva preparata con ingredienti semplici ma efficaci: caffè, rum e anice, spesso arricchiti con altre spezie a seconda di ciò che era disponibile a bordo.

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Giornata internazionale Rifiuti Zero: ogni anno sprecati 1,3 miliardi di cibo nel mondo

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La Giornata internazionale Rifiuti Zero del 30 marzo ha promosso una cultura del consumo più attenta alla sostenibilità. Chi lavora nell’horeca ha la possibilità non solo di ridurre l’impatto ambientale del proprio lavoro, ma anche di influenzare positivamente clienti, fornitori e collaboratori. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale ApeTime Magazine.

Lo spreco alimentare: una sfida globale

MILANO – Il 30 marzo si è celebrata in tutto il mondo la Giornata internazionale Rifiuti Zero, un momento di sensibilizzazione volto a promuovere comportamenti sostenibili, ridurre l’impatto ambientale e diffondere una nuova cultura del consumo consapevole. Per il settore horeca, questa ricorrenza ha rappresentato un’opportunità concreta per analizzare e migliorare le pratiche legate alla gestione dei rifiuti, in particolare quelli alimentari.

Secondo la FAO, ogni anno nel mondo si sprecano circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo. Solo in Italia, lo spreco alimentare vale oltre 9 miliardi di euro. Gran parte di questo spreco avviene nella fase di consumo, dove ristoranti, bar, mense e hotel giocano un ruolo cruciale. Scarti in cucina, porzioni troppo abbondanti, errori nella gestione del magazzino e mancanza di formazione del personale sono tra le principali cause.

Chi lavora nell’horeca ha la possibilità non solo di ridurre l’impatto ambientale del proprio lavoro, ma anche di influenzare positivamente clienti, fornitori e collaboratori.

Adottare pratiche antispreco significa ottimizzare i costi, valorizzare le materie prime, migliorare la reputazione e rispondere a una crescente sensibilità dei consumatori verso la sostenibilità.

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illycaffè corre nel 2024 con ricavi a 630 milioni, Cristina Scocchia: “Noi, azienda globale che può affrontare la tempesta dei prezzi”

TRIESTE – Il Consiglio di amministrazione di illycaffè S.p.A. ha approvato il progetto di Bilancio della capogruppo illycaffè S.p.A. e il Bilancio consolidato dell’esercizio 2024. Nel 2024 i ricavi del gruppo sono risultati pari a 630 milioni di euro, registrando un aumento del 6% rispetto all’esercizio precedente. La crescita organica conseguita nel 2024 è stata guidata da un incremento dei volumi in tutti i principali mercati, in particolare Italia, Stati Uniti, Spagna, Francia e Regno Unito.

Il bilancio di illycaffè

Il Margine Operativo Lordo (Ebitda) è risultato pari a 110 milioni di euro, in crescita del 19% rispetto all’esercizio precedente, per effetto della crescita organica e dei maggiori volumi. L’EBITDA margin si è attestato al 17,5% dei ricavi, in aumento di 1,9 p.p. rispetto al 2023.

Anche il Margine Operativo Netto (EBIT), attestatosi a 61 milioni di euro, ha evidenziato un forte incremento del 50% rispetto all’esercizio precedente, grazie all’aumento dell’Ebitda e alla minore incidenza sui ricavi netti degli ammortamenti.

L’Utile Netto è risultato pari a oltre 33 milioni di euro, in aumento del 42% rispetto al 2023, coerentemente con l’evoluzione positiva dell’EBIT.

La Posizione Finanziaria Netta è stata pari a 109 milioni di euro, in miglioramento del 10% rispetto all’esercizio precedente, grazie alla positiva generazione di cassa che ha permesso la realizzazione di investimenti strategici a supporto dell’aumento della capacità produttiva, dell’innovazione sostenibile e della digital transformation. Il ratio PFN/EBITDA è risultato pari a 1x, in riduzione di 0,3 p.p. rispetto al 2023.

A fronte dei risultati record raggiunti in un contesto particolarmente sfidante, verrà riconosciuto un premio ad oltre 1000 dipendenti nel mondo pari a 1 milione di euro.

Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè ha commentato: “Il 2024 è stato il terzo anno consecutivo di forte crescita organica, con un incremento a doppia cifra dell’EBITDA e dell’utile netto, nonostante un contesto macroeconomico e geo-politico sfidante unito al costante aumento dei prezzi della materia prima”.

Scocchia aggiunge: “Nel 2024 abbiamo accelerato ulteriormente sull’innovazione sostenibile e sulle strategie di espansione internazionale avviate nell’ultimo triennio. A fronte degli ottimi risultati raggiunti nel 2024, abbiamo deciso di riconoscere un bonus straordinario pari a 1 milione di euro ai nostri dipendenti per l’impegno profuso”.

Scocchia conclude: ” Il 2025 si prospetta un anno complesso per il nostro settore a causa dell’incremento del prezzo della materia prima che, dopo essere cresciuto di circa il 40% nel 2024 rispetto all’anno precedente, ora è ulteriormente raddoppiato. Cercheremo di mitigare l’impatto negativo sui margini derivante dal caffè verde e continueremo ad investire in innovazione ed espansione internazionale. Confermiamo inoltre il piano di investimenti da 120 milioni di euro per raddoppiare la capacità produttiva e logistica a Trieste.”

Nel 2024 tutti i principali mercati in cui il gruppo è presente sono risultati in crescita rispetto al 2023.

Il gruppo ha consolidato ulteriormente la propria posizione di leadership in Italia nel segmento super-premium del mercato. Nel resto dell’Europa la crescita è stata guidata principalmente da Spagna, Francia e Regno Unito. Gli Stati Uniti, mercato prioritario per il gruppo, hanno registrato una forte crescita (+11% rispetto al 2023) in tutti i canali distributivi, in particolare nell’on-line (+18% rispetto al 2023).

Dal punto di vista dei canali, l’horeca ha registrato una crescita di circa il 6% rispetto al 2023, con performance particolarmente positive in Italia, Stati Uniti, Spagna e Francia. I ricavi del canale Distribuzione Moderna sono risultati in forte aumento (+10% rispetto al 2023), in particolare in Italia, negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Spagna.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica, combinando nove delle migliori qualità con un costante orientamento all’innovazione.

La creazione nel 1991 del “Premio Ernesto Illy per il caffè espresso di qualità” in Brasile, e poi nel 2017 dell’“Ernesto Illy International Coffee Award”, hanno simboleggiato l’impegno a favore dei coltivatori, a cui illy riconosce un premium price per il caffè di qualità. Società Benefit di diritto italiano dal 2019, nel 2021 illy è stata la prima azienda italiana del caffè ad avere ottenuto la certificazione internazionale B Corp, che riconosce i più alti standard di performance sociale e ambientale. L’azienda, presente in oltre 140 paesi, nel 2024 ha registrato ricavi consolidati pari a €630 milioni.

Andrej Godina: “L’era dei caffè specialty iper-acidi è finita”

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Andrej Godina, dottore di ricerca in scienza, tecnologia ed economia nell’industria del caffè, analizza la scena della terza onda del caffè specialty in Italia affermando come, fino a poco tempo fa, si è voluto imporre un cambiamento drastico senza tenere conto delle preferenze e delle abitudini dei consumatori, i quali hanno disprezzato l’eccessiva acidità delle miscele.

Godina afferma però che il panorama sta lentamente cambiando con l’introduzione di nuove offerte che sanno bilanciare qualità, gusto e aroma. Un esempio? Il nuovo locale di Ditta Artigianale a Milano. Leggiamo di seguito le considerazioni dell’esperto.

L’Italia entra nella terza onda del caffè

di Andrej Godina

MILANO – “L’industria del caffè in Europa ha deciso nel 2000 che era il momento di evolvere la qualità della tazza al consumatore e di entrare nella cosiddetta terza onda dello specialty coffee. Fu così costituita l’associazione Specialty Coffee of Europe che mi vide protagonista fin da subito quale socio e come primo trainer autorizzato in tutti i moduli formativi.

Lo specialty coffee è un prodotto che appartiene solamente alla specie botanica Arabica e che fin dalla sua prima diffusione ha interessato il metodo di estrazione a filtro, dove è gradito l’utilizzo di caffè spiccatamente acidi.

Nei primi anni dalla sua nascita, lo specialty coffee si è diffuso in Europa, in particolare nel nord, dove oltre al caffè filtro ha iniziato a essere consumato anche in versione espresso e cappuccino.

I micro-torrefattori nordici, tradizionalmente abituati a tostature molto chiare, non avevano esperienza nella tostatura più scura tipica dell’espresso. Di conseguenza, i loro espressi risultavano spesso molto acidi, ma venivano comunque apprezzati perché consumati principalmente con il latte.

Dopo qualche anno, lo specialty coffee è arrivato in Italia e i primi a produrlo, non avendo alte competenze di tostatura, di mercato e di filiera, si sono limitati a copiare ciò che si faceva all’estero.

L’esperto Andrej Godina (immagine concessa)

Per questo motivo l’evoluzione del caffè specialty in Italia ha attraversato fasi alterne, passando da un primo periodo marcato da un’accoglienza entusiasta che però ha raccolto pochissime adesioni, per poi arrivare a una sostanziale battuta d’arresto causata da errori strategici nella sua proposta al pubblico.

Per anni, il mercato italiano dello specialty coffee è stato dominato da caffè con tostature estremamente chiare, adatte principalmente alla preparazione filtro, oltre a profili di tostatura omniroast e caratteristiche sensoriali particolarmente acide. Ora, immaginate un consumatore medio di espresso, da sempre abituato a un caffè dal gusto medio-amaro e leggermente bruciato.

Se gli viene servito un espresso estremamente acido, simile a una spremuta di limone, e gli viene persino detto dal barista che non può aggiungere né zucchero né latte, è naturale che la sua esperienza risulti negativa. Ed è proprio ciò che è accaduto: molti consumatori, dopo aver assaggiato uno specialty con un’acidità eccessiva, non hanno più voluto ripetere l’esperienza, finendo per etichettare questi caffè come “imbevibili”.

Questo ha contribuito a diffondere una percezione negativa dello specialty coffee tra il pubblico italiano.

Tuttavia, una mia recente visita alla nuova caffetteria di Ditta Artigianale a Milano mi ha dato, al contrario, una conferma risolutiva: l’era degli espressi super aspri erogati da caffè tostati sottosviluppati sta per fortuna terminando.

Lo spazio luminoso di Ditta Artigianale a Milano

Durante la mia visita, ho assaggiato un Costa Rica in espresso e un Geisha Colombiano in Hario V60. Entrambi i flavori mi hanno sorpreso per il loro equilibrio: un’acidità presente ma piacevole, non invadente, accompagnata da un’elevata dolcezza, rotonda e persistente. Questa esperienza mi ha fatto riflettere su quanto il settore stia maturando, abbandonando gli estremismi e dirigendosi verso un’offerta più bilanciata e accessibile.

Per troppo tempo, i micro-torrefattori italiani hanno imposto al proprio eseguo numero di seguaci delle tostature eccessivamente chiare, enfatizzando l’acidità fino a renderla aspra, spesso a scapito dell’armonia complessiva della bevanda che risulta essere poco dolce, povera di aromi e poco corposa. Il risultato è stato che molti consumatori li hanno percepiti come spremute di limone associando lo specialty coffee a un’esperienza sgradevole e tornando al rassicurante espresso tradizionale.

Il problema principale di questa fase dello specialty italiano è stato il voler imporre un cambiamento drastico senza tenere conto delle preferenze e delle abitudini dei consumatori. Gli esseri umani cercano istintivamente nei cibi e nelle bevande il dolce, e non certamente la spiccata acidità, ed è proprio la dolcezza a giocare un ruolo chiave nella fidelizzazione del cliente.

Se il caffè specialty vuole davvero iniziare ad affermarsi in Italia, deve prima conquistare il pubblico generalista con un altro approccio, fornendo caffè, anche in miscela, dal flavore dolce, equilibrato e armonioso. Solo dopo aver abituato il palato a una nuova esperienza gustativa si può introdurre, gradualmente, un’acidità più spiccata e strutturata.

A livello internazionale, il caffè ha attraversato diverse fasi evolutive, note come “coffee waves”. La prima onda, sviluppatasi tra la fine del XIX secolo e gli anni ’60, ha visto il caffè come un bene di consumo di massa, con un’enfasi sulla praticità piuttosto che sulla qualità.

Questo periodo ha avuto il suo epicentro negli Stati Uniti, con una marca come Folgers e Maxwell House che hanno reso il caffè accessibile a milioni di persone attraverso il caffè solubile e le lattine pre-macinato, trasformandolo in un’abitudine quotidiana senza particolare attenzione alla qualità o all’origine del prodotto.

La seconda onda, iniziata negli anni ’70 e proseguita fino ai primi anni 2000, ha introdotto la cultura delle caffetterie moderne, con Starbucks che ha giocato un ruolo centrale nella trasformazione dell’esperienza di consumo. Nato a Seattle nel 1971, Starbucks ha reso il caffè un’esperienza più sofisticata, puntando sull’atmosfera accogliente dei locali e sul racconto dell’origine del caffè, sebbene ancora con una qualità media standardizzata.

Nello stesso periodo, Peet’s Coffee, fondato in California, ha influenzato questa evoluzione con un’attenzione maggiore alla tostatura e al sapore del caffè.

La terza onda, che ha preso piede negli anni 2000, ha visto l’affermazione dello specialty coffee, con un focus sulla tracciabilità, sulla qualità e sulle caratteristiche sensoriali uniche di ciascuna origine. Il movimento ha avuto inizio nei paesi nordici e negli Stati Uniti, con torrefazioni pionieristiche come Stumptown Coffee Roasters a Portland, Intelligentsia Coffee a Chicago e Blue Bottle Coffee a Oakland, che hanno introdotto un approccio scientifico alla selezione e alla preparazione del caffè, privilegiando lotti singoli, metodi di estrazione precisi e un’attenzione maniacale alla tostatura chiara per valorizzare le caratteristiche naturali del caffè.

Godina: “In Italia, invece di seguire questa progressione, si è sviluppata una sorta di “terza contro-onda” che, invece di educare il pubblico e farlo avvicinare gradualmente alla qualità dello specialty coffee, lo ha respinto”.

Il risultato è stato che molti consumatori si sono sentiti alienati da un prodotto troppo distante dalle loro abitudini e hanno preferito restare fedeli all’espresso tradizionale”.

Godina aggiunge: “Questa tendenza, però, sta finalmente cambiando. Con l’apertura della nuova caffetteria di Ditta Artigianale a Milano, e alcuni altri micro torrefattori che hanno cambiato il profilo di flavore dei loro caffè prediligendo tostature più adatte all’espresso, si dimostra che lo specialty coffee può essere accessibile e piacevole per un pubblico più ampio”.

Godina conclude: “Finalmente oggi, anche in Italia, possiamo entrare nell’era della terza onda del caffè. La chiave per il futuro sta nell’offrire caffè complessi e aromatici, ma anche equilibrati e godibili, senza estremismi sensoriali. L’era dei caffè specialty iper-acidi è finita. Il futuro è un caffè di qualità che sappia anche essere inclusivo, capace di conquistare il pubblico con dolcezza ed equilibrio. È tempo di abbandonare le vecchie convinzioni e di costruire una nuova cultura del caffè in Italia, basata su un’esperienza sensoriale completa e appagante”.

                                                                                                             Andrej Godina

Mercati: sempre meno caffè nei magazzini dei principali porti europei, scorte in calo del 19% dall’inizio dell’anno

MILANO – Si riducono ancora le scorte nei principali porti europei del caffè. Secondo i dati diffusi dalla Federazione europea del caffè (Ecf), gli stock di caffè verde depositati nei magazzini dei massimi scali del vecchio continente erano pari, al 28 febbraio 2025, a 443.565 tonnellate (7.392.750 sacchi): 39.852 tonnellate in meno (-8,2%) rispetto al 31 gennaio 2025. In calo i volumi di tutte le tipologie.

Gli stock di robusta ammontavano a 152.094 tonnellate (2.534.900 sacchi), contro le 173.748 tonnellate di fine gennaio (-12,5%). Quelli di arabica naturali a 151.982 tonnellate (2.533.033 sacchi), in lievissima flessione (-0,5%) rispetto al mese precedente.

Calo marcato infine per le giacenze di arabica lavati, che sono precipitate a 139.489 tonnellate (2.324.817 sacchi), pari all’11,1% in meno rispetto a un mese prima.

Va osservata una diminuzione molto forte (-18,9%) rispetto a dicembre 2024, quando gli stock ammontavano a 547.124 tonnellate o 9.118.733 sacchi.

Ma il livello rimane comunque superiore (+10,4%) a quello di un anno fa (febbraio 2024), quando le giacenze erano pari a 401.787 tonnellate (6.696.450 sacchi).

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La Marzocco al 125° anniversario della Guida Michelin in Francia: è sponsor ufficiale dell’evento a Metz

FIRENZE – La Marzocco, icona dell’eccellenza nell’industria del caffè espresso, annuncia la sua partecipazione come sponsor ufficiale alla celebrazione del 125° anniversario della Guida Michelin in Francia. L’evento si terrà la serata del 31 marzo presso il Congrès Robert Schuman a Metz e riunirà 1.300 chef e professionisti di alto livello nel settore dell’ospitalità, offrendo un’opportunità unica di networking e visibilità per il brand.

La Marzocco a Metz per l’anniversario della Guida Michelin in Francia

Durante la serata, La Marzocco sarà presente con uno stand realizzato in collaborazione con Caffè Carlito, dove verranno serviti caffè di qualità superiore e cocktail a base di caffè per gli ospiti. Inoltre, grazie alla partnership con Còdigo 1530, brand di tequila con un forte heritage, verranno proposti esclusivi drink che esalteranno l’incontro tra il mondo del caffè e della mixology.

Il caffè incontra la mixology (immagine concessa)

Con questa presenza, La Marzocco conferma il suo impegno nell’alta gastronomia e nel settore dell’ospitalità, valorizzando la cultura del caffè all’interno di un contesto di eccellenza internazionale.

la marzocco
Una delle pietanze presenti (immagine concessa)

L’evento, che rappresenta uno degli appuntamenti più ambiti nel mondo dell’alta cucina e della ristorazione, è l’occasione ideale per la Marzocco di rinnovare il proprio sostegno alla community degli chef emergenti e di confermarsi un partner ottimale nel settore della ristorazione stellata, dove la cura di ogni dettaglio fa la differenza.

La scheda sintetica di La Marzocco

La Marzocco, fondata nel 1927 dai fratelli Bambi, fin dall’inizio si è specializzata nella produzione artigianale di macchine da caffè espresso per bar con particolare attenzione alla qualità, al risultato in tazza ed allo stile. In oltre 90 anni di storia l’azienda fiorentina ha introdotto una serie di tecnologie e brevetti rivoluzionari, diventando leader per design ed innovazione nel settore delle macchine per caffè tradizionali.

Tutti i modelli, compresi gli ultimi nati per il consumatore finale, sono realizzati a mano ed esportati in più di 100 paesi dove si incontrano nelle migliori caffetterie, nei più raffinati ristoranti del mondo e nelle case

Migros, colosso svizzero del commercio al dettaglio, non raggiungerà l’obiettivo sostenibilità di quest’anno, ma rimane nella media nell’uso dei chicchi di caffè

Migros non raggiungerà l’obiettivo di aumentare le vendite di prodotti con marchio sostenibile entro la fine dell’anno ma si conferma comunque nella media con l’uso di materie prime come i chicchi di caffè e le condizioni di lavoro eque. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale swissinfo.ch.

La strategia di Migros sulla sostenibilità

BERNA – Lo ha annunciato in un’intervista a Tamedia il responsabile della sostenibilità del colosso del commercio al dettaglio, Christopher Rohrer, precisando che l’obiettivo era di aumentare le vendite di prodotti sostenibili al 35%.

“Ci stiamo lavorando”, ha dichiarato Rohrer, che dirige la direzione, a Swissinfo “Sostenibilità e politica economica” della Federazione delle cooperative Migros. Per i prodotti come Bio Suisse o IP Suisse, Migros ha un fatturato di circa il 26%, o di circa il 30% se ripartito tra i supermercati, ha detto Rohrer.

Con i suoi requisiti minimi, quali l’uso di materie prime come i chicchi di caffè, le condizioni di lavoro eque e la protezione delle specie animali in via di estinzione, la sostenibilità della Migros è già nella media del settore, ha aggiunto.

Oltre alla riorganizzazione avviata lo scorso anno, Migros ha anche rivisto la sua strategia di sostenibilità, come è stato annunciato nella presentazione dei risultati annui. Rohrer ha citato come esempio il fatto che entro la fine dell’anno le catene di approvvigionamento dovranno essere completamente prive di deforestazione.

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Il tè, bevanda più consumata dopo l’acqua con 3 mld di tazze al giorno: in Italia registrato +14% nelle vendite

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Il tè è la bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua con oltre 3 miliardi di tazze consumate al giorno. Anche in Italia, il tè è in forte crescita: nel 2023 si è registrato un +14% nelle vendite, secondo i dati Nielsen. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Andrea Marchetti per il portale d’informazione Aperitime Magazine.

Il consumo di tè

MILANO – Che sia nero, verde, bianco o oolong, il tè rappresenta oggi la bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua. Con oltre 3 miliardi di tazze bevute ogni giorno, supera in popolarità il caffè, le bibite gassate e perfino la birra. Presente in quasi ogni cultura del pianeta, il tè è molto più di una semplice infusione: è un rito, un simbolo di ospitalità, una pausa meditativa, un’espressione di identità.

Secondo la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), la produzione globale di tè ha superato i 6,5 milioni di tonnellate nel 2022, con una crescita costante da oltre due decenni. La domanda, in particolare nei mercati emergenti, continua a salire, sostenuta anche dal crescente interesse per le bevande salutari e funzionali.

La nascita della bevanda è avvolta nella leggenda. Si racconta che fu l’imperatore cinese Shennong, nel 2737 a.C., a scoprire il tè per caso, quando alcune foglie caddero in una ciotola d’acqua bollente. Ma al di là del mito, è certo che il tè abbia origini antichissime e che la sua coltivazione iniziò in Cina oltre 3000 anni fa.

Dal Celeste Impero, la bevanda si diffuse in Giappone grazie ai monaci buddhisti, che ne apprezzavano gli effetti benefici durante la meditazione. Successivamente, raggiunse l’Asia centrale, l’India, il Medio Oriente e infine l’Europa nel XVII secolo, diventando una vera e propria moda tra le élite britanniche e olandesi.

Numeri e consumo: chi beve più tè?

La Cina è il più grande produttore mondiale di tè, seguita da India, Kenya, Sri Lanka e Turchia. Ma quando si parla di consumo pro capite, la classifica cambia. Secondo le ultime statistiche della World Tea Association:

  • La Turchia è il Paese con il più alto consumo pro capite (oltre 3,2 kg all’anno per abitante)

  • Segue l’Irlanda, con circa 2,2 kg

  • Poi il Regno Unito, con 1,9 kg

  • In Asia, Cina e Giappone registrano consumi elevatissimi, anche se con stili di consumo diversi

  • In Italia, il tè è in forte crescita: nel 2023 si è registrato un +14% nelle vendite, secondo i dati Nielsen

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