SANTENA (Torino) – Caffè Vergnano invita i migliori baristi provenienti da tutto il mondo a mostrare la loro arte nella preparazione del caffè in un’appassionante competizione internazionale in scena fino 30 novembre 2024. Un’occasione irripetibile per la propria crescita personale e professionale e che offre ai partecipanti l’opportunità di essere valutati da prestigiosi coffee expert e di fronteggiare baristi altamente qualificati a livello mondiale.
La competizione di Caffè Vergnano
Le iscrizioni sono aperte dal 3.05 al 30.06 sul sito. I candidati scelti da Caffè Vergnano potranno partecipare alle selezioni italiane che si terranno da giugno a settembre.
Il vincitore italiano accederà per diritto alla finale internazionale in cui competerà con i vincitori degli altri Paesi e che si terrà a metà ottobre presso l’Accademia Vergnano a Chieri (Torino).
In palio prestigiosi premi, tra cui un viaggio in piantagione per il primo classificato e il titolo Vergnano Barista Champion.
L’Accademia Vergnano, riconosciuta come SCA Premier Training Campus e abilitata al riconoscimento della SCA Certification, offre corsi accademici specializzati e programmi di training studiati per trasmettere la cultura del caffè, i segreti e la professionalità necessari per padroneggiare l’arte dell’autentico espresso italiano.
La scheda sintetica dell’azienda
L’azienda è una delle più antiche torrefazioni italiane a livello nazionale. Fondata nel 1882 e ancora oggi guidata dalla famiglia, da oltre 140 anni racconta il rito dell’autentico espresso italiano portando in una tazzina profumi e aromi di tutto il mondo. Il segreto delle miscele è la tostatura, lenta e tradizionale che valorizza ogni singola origine, nel rispetto della materia prima.
Le miscele Caffè Vergnano si trovano nella grande distribuzione, nei migliori bar e negli oltre 180 Caffè Vergnano 1882, la catena di caffetterie all’italiana presente in tutto il mondo.
TRIESTE – Con un impegno costante verso la sostenibilità e la tutela ambientale, la Bazzara Caffè rinnova la sua partecipazione alla Grande Sfida Fairtrade, un’iniziativa nazionale che incoraggia la scelta di prodotti etici. Questa campagna si propone di sensibilizzare i consumatori sull’importanza di un consumo responsabile per contrastare la crisi climatica.
Dal 10 al 12 maggio, Bazzara Caffè ospiterà due eventi distinti a Trieste, di cui uno aperto al pubblico in collaborazione con Mapo Fusion Bakery. La torrefazione triestina si conferma così tra i principali sostenitori regionali della sfida e l’unico rappresentante del capoluogo giuliano, ribadendo il suo impegno verso la comunità locale e l’ambiente.
Bazzara Caffè alla Grande Sfida Fairtrade
Nel corso del fine settimana dedicato, gli appassionati di caffè potranno concedersi una pausa all’insegna del consumo sostenibile, degustando un espresso biologico certificato Fairtrade anche al bar.
I visitatori del locale apprezzeranno sicuramente l’inedita possibilità di degustare l’Honduras Bioarabica Fairtrade di Bazzara da poco lanciato sul mercato. Si tratta di un caffè dagli aromi vanigliati e freschi che vanta sia la certificazione Fairtrade, sia quella Rainforest, oltre a quella biologica. Sarà possibile assaggiare questo particolare caffè pure origin presso Mapo Fusion Bakery, situato nel cuore della città in via Carducci 39/d, nelle giornate di venerdì 10 e sabato 11 maggio 2024.
I caffè Bioarabica Fairtrade di Bazzara potranno essere degustati anche a casa grazie alla nuova Box Bioarabica Fairtrade, lanciata in occasione della Grande Sfida Fairtrade per incentivare un consumo di caffè etico e responsabile. Questo prodotto, disponibile sull’e-shop Bazzara, permette l’assaggio di quattro caffè biologici molto speciali: il Colombia Fairtrade, con note di frutta esotica e miele; il Peru Fairtrade, caratterizzato da sentori dolci e profumati; l’Honduras Fairtrade, con note aromatiche mandorlate e vanigliate; il Mexico Fairtrade, caffè con accenti speziati e note di nocciola tostata.
Il progetto virtuoso non è rivolto soltanto ai clienti Bazzara su territorio locale e nazionale, ma coinvolge l’intero team Bazzara. Infatti, parallelamente, la Bazzara ha organizzato un evento aziendale dedicato al proprio team e focalizzato sui caffè Fairtrade e sull’importanza del marchio Fairtrade nel settore caffeicolo, coprendo temi che spaziano dalla coltivazione alla comunicazione.
La Grande Sfida Fairtrade celebra l’essenziale contributo di agricoltori e consumatori che scelgono Fairtrade, lavorando insieme per un avvenire equo e sostenibile. Il marchio Fairtrade sostiene l’agricoltura sostenibile attraverso iniziative di riforestazione, protezione della biodiversità e formazione per mitigare gli effetti della crisi climatica.
Gli acquisti di prodotti certificati Fairtrade assicurano ai produttori agricoli maggiore tutela, un guadagno più importante e l’accesso al Premio Fairtrade, dei fondi che possono essere investiti in risposta alla crisi climatica, nell’istruzione o in progetti sanitari importanti per le comunità locali.
La Bazzara Caffè, quindi, invita tutti ad unirsi alla Grande Sfida Fairtrade attiva su territorio nazionale e ricorda che, acquistando e consumando prodotti certificati, è possibile mostrare sostegno agli attori dell’intera filiera, a partire dagli agricoltori, e contribuire ai progetti legati alla salvaguardia del nostro pianeta promossi da Fairtrade.
Per rimanere aggiornati sulle iniziative Bazzara è possibile seguire i canali social, Instagram e Facebook, della torrefazione.
L’anteprima del festival Scienza e Virgola, rassegna di Trieste che unisce la letteratura alle materie scientifiche, è stata protagonista di un focus sulla fisica del caffè il 12 maggio all’Antico Caffè e Libreria San Marco. Eugenia Fenzi, direttrice dell’Antico Caffè e Libreria San Marco, e Alberto Polojac, direttore della Bloom Coffee School, hanno esplorato i principi fisici di ogni fase del processo di preparazione del caffè. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale dell’ansa.
La fisica del caffè di Alberto Polojac
TRIESTE – Tutto comincia con il caffè, anche il festival Scienza e Virgola 2024. È dedicata infatti a La fisica del caffè l’anteprima della rassegna triestina che coniuga scienza e letteratura. L’evento. all’Antico Caffè e Libreria San Marco.
Un buon caffè, spiegano i promotori, è il viatico ideale, e in questa conferenza-laboratorio si confronteranno Eugenia Fenzi, direttrice dell’Antico Caffè e Libreria San Marco, e Alberto Polojac, direttore della Bloom Coffee School.
Insieme esploreranno i principi fisici sottesi a ogni fase del processo di preparazione del caffè: dalla tostatura all’estrazione, in un affascinante viaggio attraverso la scienza di una delle bevande più amate e diffuse al mondo.
Scienza e Virgola, promosso dal Laboratorio interdisciplinare della Sissa con la direzione artistica di Paolo Giordano, inizierà ufficialmente il 16 maggio.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
I lavori per il primo punto vendita Starbucks a Venezia sono cominciati. Il colosso di Seattle aveva mostrato da tempo interesse nel debuttare nella città lagunare, ma la ricerca della sede ha richiesto diversi anni. Alla fine è stato individuato lo spazio dell’ex Celio, in un’area della città caratterizzata dalla presenza di diverse catene internazionali. I lavori richiederanno del tempo ma si può prevedere un’inaugurazione nell’autunno 2024. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Venezia Today.
Il primo Starbucks a Venezia
VENEZIA – Sono iniziati in queste ore i lavori di rifacimento degli interni del negozio ex Celio vicino a Campo San Bartolomio, in Marzarieta Due Aprile a due passi da Rialto, lo spazio in cui sorgerà il primo Starbucks di Venezia.
I lavori sono commissionati da Siren Coffee srl, società dell’universo Percassi, di Bergamo, licenziataria del marchio Starbucks in Italia, nata otto anni fa proprio per portare le note caffetterie Usa nel Bel Paese.
L’intenzione di aprire nella città lagunare era stata dichiarata da tempo, ma la ricerca della sede ha richiesto diversi anni.
Alla fine è stato individuato lo spazio, strategico e attraversato ogni giorno da decine di migliaia di persone, dell’ex Celio, in un’area della città caratterizzata dalla presenza di diverse catene internazionali.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
MILANO – Dopo i primi annunci in Francia, Stati Uniti e Spagna, avvenuti nel mese di aprile, Michelin svela la sua prima selezione di hotel premiati con le chiavi Michelin in Italia. Sono 146 gli hotel premiati con una, due o tre chiavi Michelin, evidenziando le esperienze e i soggiorni più straordinari in tutto il Paese.
Offrendo un servizio sempre più completo, con la sua selezione di hotel La Guida Michelin fornisce agli utenti consigli per un’esperienza di viaggio a tutto tondo.
Assegnate dal team di ispettori della Guida Michelin sulla base di soggiorni o visite anonime – indipendentemente dalle classificazioni alberghiere già esistenti – le chiavi Michelin sono un nuovo punto di riferimento internazionale per i viaggiatori.
L’obiettivo è quello di guidarli verso strutture ricettive che si distinguono per il loro concetto di ospitalità unico, il carattere distintivo, l’accoglienza calorosa e l’altissimo livello di servizio.
146 hotel e strutture ricettive ricevono una, due o tre chiavi Michelin in Italia
In questa prima selezione italiana, 146 strutture ricettive si sono distinte su oltre 500 hotel consigliati dalla Guida Michelin su tutto il territorio nazionale: 8 hanno ricevuto tre chiavi Michelin, 31 due chiavi Michelin e 107 una chiave Michelin. Questa selezione riunisce un’ampia gamma di concept e alloggi, dagli hotel in edifici storici ai boutique hotel urbani di tendenza, dagli agriturismi rilassanti e intimi agli spettacolari Grand Hotel di fama mondiale.
Gwendal Poullennec, direttore internazionale della Guida Michelin, ha commentato: “Con questo nuovo riconoscimento, la Guida Michelin ha aperto un nuovo capitolo nel servizio che fornisce ai viaggiatori da ormai 124 anni. Con il consolidato approccio sul campo, gli ispettori della Guida Michelin hanno stilato questa nuova lista per condividere le loro migliori esperienze alberghiere in Italia. Ogni struttura premiata con una, due o tre chiavi Michelin è un gioiello gestito con talento da grandi professionisti. Utilizzando le piattaforme digitali della Guida Michelin, i viaggiatori possono filtrare la loro ricerca e prenotare gli hotel della selezione per soggiorni che ci auguriamo siano indimenticabili”.
Come le stelle indicano le migliori esperienze culinarie nella selezione di ristoranti della Guida Michelin, le chiavi Michelin rivelano le strutture che, all’interno della selezione di hotel della Guida, offrono i soggiorni più straordinari.
Le chiavi sono un nuovo punto di riferimento per i viaggiatori, in cui ogni esperienza alberghiera è valutata in termini più ampi rispetto ai semplici servizi offerti.
Una chiave Michelin: un soggiorno speciale
Un vero gioiello per carattere e personalità. Può rompere gli schemi, offrire qualcosa di diverso o semplicemente essere uno dei migliori del suo genere. Il servizio è sempre all’altezza e offre molto di più rispetto a strutture di prezzo simile.
Due chiavi Michelin: un soggiorno eccezionale
Un luogo straordinario sotto ogni punto di vista, che offre un’esperienza memorabile. Un hotel di carattere, personalità e fascino, gestito con passione e notevole cura. Il design o l’architettura di pregio e un legame forte con il territorio in cui si trova sono gli elementi che permettono di vivere un soggiorno eccezionale.
Tre chiavi Michelin: un soggiorno unico
Il non plus ultra in termini di comfort, servizio, stile ed eleganza. È uno degli hotel più straordinari del mondo e una destinazione in sé per il viaggio di una vita. Ha tutti gli elementi per far sì che ogni soggiorno diventi davvero indimenticabile.
Come per i ristoranti, anche gli hotel vengono selezionati attraverso l’applicazione di 5 criteri:
Eccellenza nell’architettura e nel design degli interni
Individualità, personalità e autenticità
Qualità e solidità del servizio, del comfort e della manutenzione
Rilevanza della struttura nell’ambito della località in cui si trova
Coerenza tra il prezzo e l’esperienza offerta
Otto hotel premiati con tre chiavi Michelin si affermano come luoghi unici al mondo
Tre chiavi Michelin indicano un soggiorno unico, degno di un viaggio a sé. 8 hotel, situati in Campania, Lazio, Umbria, Emilia-Romagna, Toscana e Veneto, hanno ricevuto il massimo riconoscimento alberghiero della Guida Michelin.
Su una delle isole più pittoresche del mondo, JK Place Capri è un elegante boutique hotel sul mare, situato su una scogliera che domina il porto di Marina Grande. Le sue 22 camere sono firmate dall’architetto Michele Bönan in uno stile classico con tocchi country inglese, colori pastello e carte da parati a motivi geometrici.
La suite Penthouse è dotata di un lungo terrazzo privato con una vista panoramica mozzafiato sul Golfo di Napoli, mentre le altre camere sono dotate di piccoli balconi fronte mare.
Poco distante, in Costiera Amalfitana, Il San Pietro di Positano è abbarbicato alla scogliera e offre da ogni stanza una vista impareggiabile. Le spaziose camere sono state progettate individualmente in uno stile sobrio e di buon gusto e dispongono di terrazza privata. In aggiunta alla piscina, scavata nella scogliera, la struttura dispone anche di un ascensore che dalla hall dell’hotel conduce alla spiaggia privata.
Nel borgo medievale di Civita di Bagnoregio, Corte Della Maestà è un boutique hotel di cinque camere ricavato nell’antica residenza vescovile. Restaurato amorevolmente e arredato con la collezione di oggetti d’arte e antiquariato dei proprietari, offre un soggiorno personalizzato in un ambiente dal fascino unico.
Anche il Castello di Reschio, a Lisciano Niccone, è stato oggetto di un accurato restauro da parte dei proprietari. Situato in una vasta tenuta tra le pittoresche colline dell’Umbria,questo antico castello del X secolo accoglie gli ospiti in camere e suite personalizzate e dal design impeccabile.
Alcune suite occupano la sagrestia della chiesa, ma la più particolare si estende sui cinque piani dell’antica torre del castello. Con una spettacolare piscina che sembra essere scavata direttamente nel prato, gli ospiti trovano tutti i servizi del XXI secolo in un ambiente storico.
A Modena, Casa Maria Luigia è un’intima casa di campagna progettata dallo chef tristellato Massimo Bottura. Le 12 camere, arredate con gusto contemporaneo e un vivace design d’interni, sono completate da giardini, una piscina, un campo da tennis e il sorprendente centro fitness che funge anche da galleria d’arte.
Rosewood Castiglion Del Bosco, a Montalcino, oltre al suo ristorante stellato Michelin dispone di un orto biologico e di una scuola di cucina. Questo hotel, inserito in una tenuta agricola di 2000 ettari che include anche un’azienda vinicola, accoglie gli ospiti in camere e suite che offrono spesso grandi terrazze, che includono così nell’esperienza di viaggio la tavolozza di colori dell’inimitabile paesaggio toscano.
Infine, a Venezia Aman Venice, un palazzo rinascimentale meticolosamente conservato, propone sistemazioni di prim’ordine, che uniscono dettagli d’epoca ai comfort più moderni che si possano immaginare. Le camere migliori hanno vista sul Canal Grande e la Suite Canal Grande si trova proprio sopra la porta d’ingresso del palazzo.
Nella stessa città, anche Palazzo Vendramin, residenza aristocratica del XV secolo inserita nel Cipriani, a Belmond Hotel, è premiato con tre chiavi Michelin. Le sue camere di gusto retrò nei classici colori pastello veneziani offrono un servizio di maggiordomo privato. L’hotel propone anche una colazione eccezionale e probabilmente la più romantica del mondo.
Due chiavi Michelin vengono assegnate a 31 hotel, per soggiorni eccezionali
All’interno di questa categoria, ci sono strutture in Campania, Toscana, Valle d’Aosta, Lazio, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Umbria e Veneto. A Roma, l’Hotel Vilon è uno dei migliori boutique hotel e mira a fornire non solo servizi e comfort alberghieri di lusso, ma anche fascino e intimità.
In questa casa cinquecentesca annessa a Palazzo Borghese, ogni stanza è stata disegnata dall’architetto Giampiero Panepinto e decorata dallo scenografo Paolo Bonfini, per un effetto finale davvero cinematografico.
A Firenze, i viaggiatori troveranno molte proposte alberghiere, dal Four Seasons Hotel Firenze, ospitato in un palazzo rinascimentale, a Palazzo Portinari Salviati Residenza d’Epoca, che occupa un palazzo del XV secolo nato sul sito dell’antica dimora di Beatrice Portinari, la musa di Dante.
Oltre al romanticismo delle suggestioni letterarie, l’hotel offre una spa di lusso e il ristorante stellato Michelin Atto di Vito Mollica. A Piegaro, I Borghi Dell’Eremo accorpa tre borghi distinti e accoglie in bellissime camere da letto, esempi perfetti di sistemazioni di lusso country style, con elementi antichi come i soffitti in legno e le pietre a vista.
Inserito nei paesaggi mozzafiato dell’isola di Vulcano, il Therasia Resort propone piscine di acqua salata a cascata da cui si ammira la vicina isola di Lipari. Il resort dà accesso alle famose spiagge di sabbia nera, nonché a una sontuosa spa. Cambiamo latitudine. A Merano, in una delle posizioni più privilegiate dell’Alto Adige, all’interno di un elegante casino di caccia, Castel Fragsburg ospita suite arredate con cura, dotate di boiserie in legno e mobili in ferro battuto.
L’hotel dispone anche di un innovativo centro benessere alchemico, dove i trattamenti sono a base di fiori tirolesi, raccolti a mano dal maestro erborista dell’hotel.
Al Foresti Dolomites (Plose), un lodge di lusso straordinariamente moderno, il design degli interni sfrutta al meglio la posizione, con camere inondate di luce naturale grazie a finestre panoramiche che si aprono sulla natura selvaggia.
A Borgo San Felice (Castelnuovo Berardenga), un intero borgo è stato trasformato in un hotel di lusso dove tutte le camere ereditano varie caratteristiche della costruzione originale e mescolano il contemporaneo e il classico. Anche l’enogastronomia gioca un ruolo fondamentale, grazie al ristorante Poggio Rosso dello chef Juan Camilo Quintero, Una Stella e Stella Verde Michelin.
107 hotel hanno ricevuto una chiave Michelin, un soggiorno speciale
Tra le 107 strutture che hanno ricevuto una chiave Michelin c’è una grande diversità sia geografica che di offerta. La Toscana è la regione più premiata, con ben 24 strutture tra cui Villa Fontelunga ad Arezzo, Precise Tale Poggio alla Sala a Montepulciano o Lupaia a Torrita di Siena.
La selezione comprende hotel come Palazzo Margherita a Bernalda, una piccola ed elegante struttura di nove suite ospitata in un palazzo del XIX secolo appartenente a Francis Ford Coppola, il cui nonno era nativo della località. Casa Clàt, nel cuore di Cagliari, è un altro boutique hotel di lusso che mostra un aspetto moderno e di tendenza del capoluogo sardo. Le suite, progettate dall’artista Giorgio Casu, sono creazioni uniche che attraversano più epoche e incorporano il lavoro di molti altri artisti sardi. Vico Milano è un piccolo rifugio a gestione familiare caratterizzato da uno stile personale ed elegante.
I designer dell’hotel hanno creato un’atmosfera domestica, completata da dettagli da boutique hotel moderni e lussuosi e dall’House Bar. Le sponde del Lago di Como ospitano molti hotel di lusso, ma in questo contesto spicca Passalacqua. Le sue camere sono belle, arredate in uno stile classico, con qualcosa di sobrio nella loro raffinatezza, che ricorda più una casa di campagna che un Grand Hotel.
Le Sirenuse, a Positano, è stato per 250 anni la residenza estiva di una nobile famiglia napoletana, che ancora oggi gestisce l’hotel. L’interno è semplice e incantevole, con pavimenti in ceramiche smaltate e camere da letto dai colori chiari. Nella capitale, l’Hassler Roma è un’istituzione locale di lunga data, di proprietà e gestione dalla stessa famiglia dal 1890, che si traduce in due dei punti di forza della struttura: l’accoglienza calorosa e la professionalità. Di proprietà della famiglia Ferragamo, il Portrait Roma è un elegante boutique hotel. Il dettaglio più raffinato è il lounge sull’attico, che serve cocktail accanto al camino con vista su Piazza di Spagna.
Il Byblos Art Hotel Villa Amista (Corrubbio) è una sorta di museo. Si tratta di una villa quattrocentesca alle porte di Verona, un luogo dove tranquilli giardini e fontane lasciano il posto a interni barocchi e capolavori d’arte, con tanto di ristorante stellato Amistà. A Savelletri di Fasano, Rocco Forte Masseria Torre Maizza è un casale imbiancato a calce, un perfetto esempio dello stile tradizionale locale, ma con interni che tendono al lusso. Infine, Sextantio Le Grotte della Civita, a Matera, è ricavato da dimore rupestri, alcune delle quali risalenti al Paleolitico.
Hotel nella Guida Michelin Italia 2024: le statistiche
Nella Guida Michelin Italia 2024 sono presenti 526 hotel, di cui 146 hanno ricevuto una, due o tre chiavi Michelin.
Nella classifica delle chiavi Michelin per regioni, la Toscana svetta con 32 hotel (1 tre chiavi, 7 due chiavi, 24 una chiave), seguita dalla Campania con 18 (2 tre chiavi, 5 due chiavi, 11 una chiave), mentre sul terzo gradino del podio troviamo il Lazio con 17 hotel (1 tre chiavi, 2 due chiavi, 14 una chiave). Ai piedi del podio troviamo a pari merito con 16 hotel premiati la Lombardia (7 due chiavi, 9 una chiave) e il Trentino Alto-Adige (4 due chiavi, 12 una chiave).
Da segnalare anche la città di Venezia, che annovera 2 degli 8 hotel premiati con tre Chiavi Michelin.
Tutti i consigli sugli hotel della Guida Michelin sono disponibili gratuitamente sul sito web e sull’applicazione della Guida Michelin. Su queste piattaforme digitali, gli hotel consigliati possono essere prenotati direttamente. Per assistere i viaggiatori durante il loro soggiorno, la Guida Michelin mette a disposizione anche un Servizio Clienti gestito dagli esperti di viaggio della Guida Michelin.
Dopo Francia, Stati Uniti (Atlanta, California, Chicago, Colorado, Florida, New York, Washington DC), Spagna e Italia, le Chiavi Michelin saranno annunciate in Giappone il 4 luglio 2024. Altre destinazioni seguiranno nel corso dell’anno.
La scheda sintetica di Michelin
Michelin ha l’ambizione di migliorare la mobilità dei propri clienti, in modo sostenibile. Azienda leader nel settore della mobilità, Michelin concepisce, produce e distribuisce pneumatici che rispondono alle esigenze dei propri clienti, così come propone servizi e soluzioni per migliorare l’efficienza del trasporto; Michelin fornisce anche servizi digitali, mappe e guide per rendere unici i viaggi e gli spostamenti dei propri clienti.
Michelin sviluppa materiali ad alta tecnologia che sono impiegati in numerosi campi. Con sede a Clermont-Ferrand, Francia, Michelin è presente in 177 paesi con 132.200 dipendenti e gestisce 121 stabilimenti, 67 dei quali dedicati alla produzione di pneumatici, che insieme hanno prodotto circa 167 milioni di pneumatici nel 2022.
Presente in Italia dal 1906, Michelin è oggi, con circa 3800 dipendenti, il primo produttore di pneumatici del Paese con due importanti stabilimenti produttivi: Cuneo, pneumatici vettura; e Alessandria, pneumatici autocarro. La Sede Centrale è a Torino insieme ad un’attività di produzione di semi finiti e ad un importante Centro Logistico. Un altro Centro Logistico è situato a Roma, mentre la Direzione Commerciale è a Milano.
MILANO – Giancarlo Timballo, in carica di presidente della Gelato World Cup dal 2003, afferma: “Sono stati vent’anni bellissimi ma anche faticosi, sempre alla ricerca di arrivare all’eccellenza nell’organizzare l’evento più importante al mondo per il gelato artigianale. Non sono mai stato solo, la direzione attuale formata da Sergio Dondoli, Sergio Colalucci, Alessandra Pacini, Paola Franz e Claudia Santoro si è consolidata nella creazione della gelato e cultura srl, l’unica titolare del marchio e che ha accordi ufficiali con Italian Exhibition Group per i prossimi anni”.
C’è di più: “Alla loro devozione nei confronti di questo ambizioso progetto va tutta la mia stima e tutto il mio affetto, senza di loro e di altri colleghi che ci hanno aiutato negli anni nulla sarebbe com’è ora”.
Dopo aver organizzato e presieduto ben dieci edizioni della più grande manifestazione del gelato artigianale, Timballo lascia il posto al maestro gelatiere Sergio Colalucci, che è stato vicepresidente assieme a Sergio Dondoli.
Vincitore della Coppa del mondo della gelateria nel 2006 e titolare nel 1990 dell’impresa di famiglia, approfondisce la sua conoscenza del mondo del gelato, partecipando a numerosi corsi di formazione e studiando nel campo delle scienze alimentari.
Si confronta con colleghi del panorama nazionale e internazionale del settore alimentare, collabora con i principali enti di formazione tra cui ALMA, CAST Alimenti, Carpigiani Gelato University. Non mancano poi diversi riconoscimenti per la valorizzazione, promozione e salvaguardia del gelato artigianale nel mondo.
Continua così Giancarlo Timballo: “La presidenza e quindi la promessa di dare continuità al progetto resta interna al gruppo e premia la competenza e l’assoluto attaccamento alla manifestazione di Sergio Colalucci, primo campione del mondo italiano della gelateria nel 2006 e poi sempre più impegnato nell’organizzazione. Da anni è uno dei formatori più importanti del settore, collabora nella ricerca e sviluppo con molte aziende della filera.
A pieno titolo è degno di continuare – nel segno della qualità – questo progetto nato nel 2002 da un gruppo di professionisti: assieme a me Alfio Tarateta, tutt’ora inserito nell’organigramma del concorso, Pierpaolo Magni, Eliseo Tonti e Luciana Polliotti. A loro va tutta la mia personale riconoscenza per avere avviato un processo virtuoso che ha dato nel tempo i frutti desiderati.”
La scheda sintetica della Gelato World Cup
La Gelato World Cup è un evento organizzato da Gelato e Cultura e Italian Exhibition Group a cadenza biennale che, dal 2003, coinvolge i professionisti di gelateria, pasticceria, cioccolateria e scultura di ghiaccio provenienti da tutto il mondo offrendo un’occasione unica di confronto e stimolo professionale.
Grazie alla vastissima visibilità mediatica, dà risonanza internazionale alle nuove tendenze nel settore della gelateria artigianale. Il concorso è organizzato e gestito con serietà, professionalità ed equità verso le Nazioni concorrenti e può vantare la partecipazione di un Comitato Mondiale d’Onore, rappresentato dai due presidenti di giuria.
Sede storica e partner della GWC è Sigep – The Dolce World Expo, il Salone Internazionale della Gelateria, Pasticceria e Panificazione Artigianali e Caffè organizzato da Italian Exhibition Group presso il quartiere fieristico di Rimini.
MILANO – Alessandro Giammatteo, professionista del caffè a tutto tondo: da barista ad ambassador, da trainer a consulente e ora… podcaster. Dopo una vita dietro al bancone e un po’ dietro le quinte, è arrivato il momento di metterci la faccia (o ancora meglio la voce), sempre però nello spirito della condivisione attorno al rito del caffè. L’idea è semplice quanto efficace: Coffeetales nasce per dare spazio a tutti coloro che compongono la famosa community di settore, guardandoli però trasversalmente.
Così, quelli che spesso risultano personaggi quasi inarrivabili e conosciuti principalmente per le loro competenze, saranno messi sotto una luce diversa, a partire dal loro vissuto.
La prima puntata, lunedì 13 maggio, su questo canale YouTube.
Coffeetales: esseri umani dietro il CV
“Non volevo fare un podcast che parlasse tecnicamente di caffè o di altro o che fosse strettamente legato a questo prodotto, ma che si concentrasse sulle persone che formano la community, come amici, professionisti che attraversano momenti difficili, affrontano scelte di vita, sostengono l’imprenditoria, sono in continuo spostamento, hanno vissuto esperienze in realtà importanti.
Chi ascolta Coffeetales capirà che c’è qualcosa di importante che va oltre la figura del barista e del trainer.”
Ma lei si è concentrato sull’aspetto personale, perché?
“Ho avvertito come necessaria la comunicazione di questo aspetto: c’è bisogno di raccontarsi, perché condividere in un lavoro che spesso è da solisti, fa bene a tutti. Ci sono altre persone che magari hanno passato cose simili e sono arrivate attraverso le avversità a raggiungere i propri obiettivi.”
Allora per capire come funziona Coffeetales, partiamo proprio da lei Giammatteo: qual è la sua storia?
“Immaginando di iniziare una mia intervista, partirei da una mia foto a 9 anni a Genzano di Roma, quando ho estratto il primo caffè espresso nella caffetteria di famiglia. Mia nonna mi ha trasmesso la passione per l’hospitality e poi nell’adolescenza ho iniziato a fare corsi da barman e caffetteria e ad interessarmi a fare formazione.
Poi un giorno, dopo aver letto un libro autobiografico di Enzo Paolinelli,Roma in uno Shaker, che era andato a vivere in Inghilterra trovando successo ho raccolto la mia prima sfida personale e sono andato a vivere a Londra: qui lavoro all’interno di alcune catene di caffetterie di nuova concezione e imparo un lavoro più tecnico e professionale. “
Da assistente barista a shift leader arriva il sogno di lavorare nei grande hotel a 5 stelle, l’Hilton di Trafalgar Square e Park Lane.
La sua carriera nell’hospitality decolla dove incontra poi la sua attuale moglie. Voglia di tornare a casa in Italia nel 2014 aprendo un bistrot, venduto per trasferirsi a Milano nel 2019.
“Gli specialty cominciavano a diffondersi nella zona di Roma. Ai tempi quando ho comprato la Faema E71 nel 2016 ho pubblicato la notizia su Facebook: la Faema vedendo il post mi ha invitato a svolgere un corso in azienda, nel 2017 mi ha chiamato poi per lavorare come collaboratore esterno e ambassador.
Dal 2019 al 2023 sono rimasto stabile in Cimbali Group. Poi ho lasciato tutto per concentrarmi sul fornire consulenza in autonomia a chi vuole avviare una propria attività oppure a supporto delle aziende nella rete commerciale o per sviluppo di nuovi prodotti.”
Barista-formatore-consulente freelance: come metterebbe a confronto queste tre vite?
“In Inghilterra per me c’è stato il picco sul piano professionale. La battuta d’arresto è avvenuta fisiologicamente una volta rientrato in Italia, anche se è stata breve, dato che ho avviato subito la mia attività.
Muoversi poi all’interno di un’azienda fa capire altri tipi di processi e si impara ad essere più schematici. Il blend di questi due mondi mi ha fatto decidere di lavorare da autonomo, perché mi sono sentito in grado di saper fare da ponte tra l’imprenditore – che guarda a lungo termine e vive il mercato come fosse la sua vita – e l’azienda – che invece tende a fare bene il proprio lavoro, a sviluppare il prodotto e fare formazione -.
Organizzando dei meeting sia con imprenditori che con manager d’azienda, provo a farli comunicare insieme nella stessa lingua. L’imprenditore vuole conoscere più la parte umana, mentre magari il manager si concentra puramente sul business da sviluppare.”
E così ho pensato al format di Coffeetales
“Essendo io stesso una sorta di imprenditore mi piace esplorare il lato umano e mi sono chiesto cosa nascondessero gli altri professionisti dietro il proprio ruolo. Un esempio è Emanuele Bernabei di Picapau a Roma, che prima faceva l’informatico in Brasile. Da lui sono partito con il racconto. Ho registrato già le prime tre puntate e il 13 uscirà la prima Coffeetales.”
Ma ancora non ci ha detto come mai ha scelto la modalità del podcast, che adesso sono un po’ inflazionati
“Negli anni, forse anche per il fatto che viaggio spesso in auto, il podcast è diventata la mia passione. Ne seguo tanti e quindi ho pensato che fosse la maniera più naturale per sviluppare il format.
Coffeetales sono puntate da 25-30 minuti, di cui gli ultimi 10 dedicati a farsi un caffè insieme. Invito l’ospite a scegliere il caffè che si vuole preparare. C’è chi ha portato l’ibrik, chi il caffè filtro, la moka, un cocktail al caffè. Il tutto si svolge all’interno di una torrefazione in provincia Roma, di mio zio. Ad Ariccia.
Collaboro con dei ragazzi che gestiscono i social, Webby agency, con cui abbiamo avuto l’idea del podcast.”
Secondo lei qual è il costo (se c’è) a livello umano, di lavorare in questo settore?
“Sicuramente se guardiamo al food&beverage chi possiede una pasticceria, oppure fa bartending, e la ristorazione, sta sotto le luci dei riflettori. Sono quasi il volto più cool del settore. Mentre la parte della caffetteria, seppure ultimamente stia crescendo, deve avere ancora più spazio per essere valorizzata.
E a quel punto anche i professionisti protagonisti di questo campo, saranno più conosciuti. Per il momento però, la sensazione è che si faccia tanto per arrivare alla vetta con molta più fatica di tutti gli altri.
Il successo, qualsiasi sia l’idea dietro, sarà comunque più in salita. Si è all’interno di un settore dove c’è tutto, senza però avere la stessa visibilità di cui godono altri campi.
Il sacrificio consiste nell’essere un nomade buono, perché la missione è quella di andare in giro per portare agli altri qualcosa di fatto bene. In questo modo si può arrivare ad un’indipendenza dal viaggio: l’obiettivo potrebbe essere quello di lavorare un po’ più da remoto, ma gli spostamenti sono sempre necessari.
Molte di queste persone che si vedono tenere corsi, partecipare a fiere, parlare di caffè di qualità, spesso dedicano la loro vita a questo mestiere. Ed è un aspetto che non sempre viene sottolineato.”
Coffeetales ha già un piano a lungo termine?
“Sicuramente voglio fare un’edizione a Milano. Poi il format potrebbe evolversi in un round table o aprirsi a tematiche legare al business caffè. Cercherò di pubblicare un episodio almeno ogni 2 settimane. Bisogna considerare il tempo da dedicare per confezionare una puntata e di arrivare sino a Roma, una decina di giorni tra la registrazione e l’editing con il supporto dell’agenzia Webby.”
Ha scoperto qualcosa che non si aspettava intervistando?
“Mi sono confermato un compagno d’ascolto nel mondo del caffè e ho capito che più o meno tutti all’inizio si sentono intimoriti, ma poi si lasciano andare nel racconto al punto che devo cercare di farli rientrare nei tempi tecnici. Questo significa che le persone vogliono aprirsi. “
MILANO – Caffè e cacao: due storie parallele, che in parte anche si intrecciano. Le due commodity hanno visto entrambe ingenti rialzi che le hanno spinte, il mese scorso, ai loro massimi storici. I futures del cacao hanno toccato quota 12.218 dollari a tonnellata in chiusura di seduta del 19 aprile: in incremento del 291% da inizio anno.
Le successive liquidazioni hanno portato a un forte ridimensionamento del rally: il benchmark è crollato a meno di 7.000 dollari a fine aprile, riprendendo però quota questo mese, sino a chiudere ieri, giovedì 9 maggio, a 8.502 dollari.
I futures del caffè robusta hanno guadagnato oltre il 70% in 6 mesi, sino al massimo storico di 4.304 dollari del 25 aprile.
È seguita però, anche in questo caso, una forte correzione al ribasso, sino a un minimo di 3.378 dollari nella seduta di martedì. Un parziale rimbalzo ha riportato in territorio positivo nelle ultime due sedute. La chiusura di ieri è stata a 3.439 dollari: 25 in più rispetto al giorno precedente.
Ma cosa lega l’andamento di queste due materie prime? Il commercio del caffè potrebbe essere stato contaminato dall’ondata di acquisti speculativi in risposta alle difficoltà che si sono avute nel mercato del cacao, ha spiegato, in un’intervista a Bloomberg, Carlos Costa, responsabile delle vendite di Hedgepoint Global Markets LLC.
Secondo Andre Acosta – direttore di Marex Group – il rally dei futures del cacao ha prodotto un effetto psicologico sul caffè che ha spinto i trader a una sorta di emulazione
Tanto il cacao quanto il caffè robusta hanno determinato significative richieste di margine costringendo gli operatori a togliere le coperture o le opzioni per proteggere le proprie posizioni.
Le richieste di margine, per chi opera tanto nel caffè quanto nel cacao, possono “fare molto male” ha aggiunto Acosta.
Contenuto riservato agli abbonati.
Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.
CESENA – REPA, il principale distributore europeo di ricambi per ristorazione, caffè, distributori automatici ed elettrodomestici, è ora partner ufficiale globale del produttore di attrezzature per la ristorazione commerciale MBM, stoccando 8.000 ricambi originali. In un mondo dinamico come quello dell’ospitalità e della ristorazione, il continuo funzionamento delle apparecchiature è fondamentale per il successo e la reputazione di un ristorante.
Quando un’attrezzatura si rompe, i centri assistenza e i distributori che non riescono a reperire in tempi rapidi il ricambio necessario per la riparazione rischiano perdite di fatturato che possono compromettere l’andamento della loro attività.
REPA diventa partner ufficiale di MBM
Con un webshop all’avanguardia dotato di funzioni di ricerca rapida, REPA offre il più grande stock di ricambi del settore. Grazie a questa partnership, centri assistenza, tecnici e distributori possono ora cercare e trovare in pochi clic i ricambi MBM, acquistabili senza minimo d’ordine.
Il webshop consente, inoltre, di effettuare ricerche per brand, attrezzatura, ricambio originale, oltre a presentare esplosi e immagini a 360° per controllare i dettagli di ogni ricambio.
Grazie ai suoi numerosi centri di distribuzione in tutto il mondo e alla professionalità di oltre 1.000 collaboratori, sempre pronti a fornire ai clienti l’assistenza necessaria in più di 20 lingue, REPA è in grado di offrire il miglior servizio post-vendita in Europa, Medio Oriente, Africa e Asia-Pacifico.
“La scelta di REPA come partner nella distribuzione di ricambi originali MBM si allinea perfettamente con la nostra strategia di ‘Service Excellence’, portando il Customer Service ad un livello superiore, sempre più veloce e affidabile”, afferma Daniele Allai, MBM service manager.
Alexander Wiegand, ceo di REPA, aggiunge: “Questa partnership è il risultato dell’intesa tra due realtà che condividono valori e obiettivi. Siamo lieti di accogliere MBM come nostro partner, un costruttore sinonimo da 50 anni di affidabilità, qualità e attenzione al cliente nella produzione di attrezzature professionali per la ristorazione commerciale. La collaborazione tra REPA e MBM permetterà ai clienti di tutto il mondo di disporre di ricambi MBM sempre disponibili in stock e in pronta consegna, al fine di garantire l’utilizzo delle attrezzature senza interruzioni”.
La scheda sintetica di REPA
REPA è il principale distributore europeo di ricambi per attrezzature per la ristorazione, caffè, distributori automatici ed elettrodomestici ed è un partner di fiducia per i produttori di apparecchiature. Dal 2022 REPA è una divisione di Parts Town Unlimited, leader mondiale nella distribuzione high-tech di parti di ricambio indispensabili, prodotti e servizi correlati per i settori della ristorazione, degli elettrodomestici e dell’HVAC.
I clienti di REPA beneficiano di una forte competenza in materia di ricambi, con oltre 40 anni di esperienza nel mercato da parte di REPA Italia, REPA Deutschland, REPA France, REPA Iberia, ATEL e Big Warehouse.
Con il più grande database del settore accessibile attraverso webshop all’avanguardia, un’elevata disponibilità di magazzino e centri logistici altamente innovativi che assicurano la consegna dei ricambi più rapida del settore, REPA fornisce a ogni cliente il pezzo giusto, al momento giusto, ovunque. Per maggiori informazioni basta cliccare qui e qui.
La scheda sintetica di Parts Town Unlimited
Parts Town è il distributore leader, ad altissima innovazione tecnologica, di ricambi originali OEM (Original Equipment Manufacturer) per la ristorazione, gli elettrodomestici e le apparecchiature HVAC. Quando si verifica un problema con qualsiasi apparecchiatura Parts Town è pronta a intervenire con la gamma di ricambi più ampia del pianeta, una tecnologia innovativa e un’esperienza cliente senza uguali.
Le soluzioni personalizzate vanno a beneficio dei tecnici di tutti i tipi di attrezzature, nonché di ristoranti indipendenti e di catene, scuole, strutture sanitarie e ricettive. Grazie alla collaborazione con i principali produttori di ricambi per la ristorazione, gli elettrodomestici e l’HVAC, Parts Town migliora la catena di fornitura, aumenta le vendite di ricambi originali OEM e fa sì che l’attività di ogni cliente funzioni alla perfezione.
Parts Town collabora anche con rivenditori di attrezzature e forniture di tutte le dimensioni per offrire un one-stop shop attraverso il suo marketplace “Parts Town”.
SANT’AGOSTINO (Ferrara) – Il celebre marchio italiano Alps Coffee, oggi leader della torrefazione nella regione delle Alpi italiane, ha scelto IMA per il suo progetto di espansione produttiva. Stefan Schreyögg, quarta generazione alla guida di Alps Coffee, racconta come l’azienda si sia sempre più specializzata nella raffinata arte della torrefazione e nell’export.
“Alps Coffee è una torrefazione tradizionale a conduzione familiare. La storia della torrefazione risale al 1890, quando il mio bisnonno, il commerciante Josef Schreyögg, aprì un negozio di specialità con prodotti coloniali e caffè provenienti da tutto il mondo. Negli anni ’80 l’azienda si è sempre più specializzata nella produzione di caffè e nell’attività di esportazione”, racconta Stefan Schreyögg.
“Oggi la nostra torrefazione produce un’ampia gamma di caffè di alta qualità. Le nostre miscele pregiate si compongono di caffè mono-origine tostato delicatamente con un processo di tostatura lenta: dalle deliziose miscele per espresso, a quelle speciali per macchine completamente automatiche, al caffè filtro, fino alle pratiche cialde. La nostra gamma offre prodotti adatti a tutti i gusti e a tutti i metodi di preparazione. Le numerose certificazioni in materia di caffè biologico, commercio equo e solidale e sicurezza alimentare fanno di noi una torrefazione moderna con un approccio rispettoso nei riguardi dell’ambiente”, afferma Schreyögg.
La massima qualità ed affidabilità sono essenziali
Negli ultimi anni, Alps Coffee ha ottenuto una significativa crescita internazionale del proprio business sfruttando la propria esperienza e competenza nella torrefazione del caffè, con un’intensificazione dei canali di distribuzione globali. Era il momento ideale per espandere la capacità produttiva mantenendo i più elevati standard qualitativi.
Quando si è trattato di ampliare il proprio impianto di produzione, l’azienda aveva bisogno di una tecnologia che garantisse la qualità e la consistenza del prodotto, offrendo al contempo miglioramenti in termini di efficienza energetica.
Dopo aver esaminato il mercato e valutato tutte le opzioni disponibili, Alps Coffee ha deciso di stringere la partnership con IMA Petroncini, trovando nel produttore leader di macchine per la tostatura il fornitore tecnico ideale per le proprie esigenze.
Stefan Schreyögg afferma: “Crediamo profondamente nella massima qualità; per noi non è solo un impegno, ma il nostro credo. Nel corso dei decenni la nostra azienda familiare ha sviluppato un proprio modello di qualità a quattro livelli che non conosce compromessi, quando si tratta di perfezione in tazza”.
Stefan Schreyögg continua: “Ci concentriamo sul caffè crudo di qualità superiore, sulla tostatura lenta di caffè mono-origine, sulla composizione individuale degli aromi e sul controllo continuo della qualità. Ecco perché, quando si è trattato di aggiornare l’impianto di tostatura, la tecnologia TMR di IMA Petroncini ha catturato la nostra attenzione per la qualità superiore nella produzione, la grande flessibilità e l’affidabilità della macchina nel riuscire a realizzare profili di tostatura illimitati”.
La partnership tra IMA e Alps Coffee
Alps Coffee ha collaborato con IMA Petroncini per ampliare la produzione con un impianto di torrefazione completo, moderno e ad elevata capacità produttiva. La soluzione richiesta da Alps Coffee è stata una tostatrice a tamburo altamente tecnologica abbinata a un impianto per processare caffè verde e tostato in grado di lavorare grandi volumi di produzione.
Stefan Schreyögg afferma: “IMA Petroncini è un partner di grande valore e affidabilità, un’azienda che coniuga la sua lunga esperienza nel settore con la visione orientata all’innovazione e alla sostenibilità: il partner perfetto per noi. Avevamo bisogno di un impianto moderno di torrefazione con una grande capacità produttiva. Il solido know-how aziendale e la tangibile esperienza in impiantistica ci hanno convinto a lanciare il nuovo progetto con IMA.”
“Dopo diversi test sulla tostatrice da laboratorio TMR25 presso l’IMA Coffee Lab, abbiamo deciso di convalidare la partnership a 360° con l’acquisto della più grande tostatrice a tamburo con sistema di risparmio energetico presente sul mercato – la TMR 720 – abbinata a un impianto completo per la lavorazione del caffè” afferma Stefan Schreyögg.
Michelangelo Parro, Sales Area Manager di IMA Coffee Hub e Head of Product Management di IMA Petroncini, ha interpretato le esigenze del cliente fin dall’inizio.
“La prima volta che ho visitato il sito produttivo dell’azienda, sono rimasto davvero colpito dall’attenzione che Alps Coffee dedica alla tostatura del suo caffè e al continuo controllo qualità, dall’origine del caffè crudo alla definizione dell’aroma in tazza”, afferma Parro.
“È quindi motivo di grande soddisfazione per IMA Petroncini aver stretto una partnership con Alps Coffee. È un’ulteriore conferma positiva della nostra capacità di rispondere ai clienti più esigenti che cercano l’eccellenza non solo in tazza, ma anche lungo la filiera produttiva del caffè, con particolare attenzione all’ambiente. Le nostre tecnologie sono state in grado di soddisfare le specifiche tecniche di un’azienda attenta alla qualità del prodotto e alla sostenibilità della produzione” dichiara Parro.
“Abbiamo fornito una soluzione su misura, a 360 gradi, per ogni aspetto del progetto, semplificando sia fase di sviluppo che la gestione del progetto. La collaborazione reciproca è stata una conseguenza naturale degli ideali che condividiamo con il nostro cliente: i principi di sostenibilità che appartengono ad Alps Coffee sono al centro dei progetti di sviluppo di IMA. Questi, uniti alla nostra prospettiva ingegneristica, hanno facilitato efficacemente un rapporto di fiducia che si è instaurato fin dal primo giorno e ulteriormente consolidato con il tempo”, afferma Parro.
Alps Coffee sceglie la tecnologia di tostatura di qualità superiore e la flessibilità del modello di tostatrice TMR.
Le tostatrici TMR garantiscono una tostatura di qualità superiore, affidabilità e prestazioni ad alta efficienza energetica. Inoltre, questa macchina permette di ridurre drasticamente le emissioni di CO in atmosfera, garantendo parametri di emissione molto al di sotto dei limiti imposti dalle normative europee.
Questo è possibile grazie all’utilizzo di un unico bruciatore che funge anche da postcombustore termico, abbinato al sistema di controllo della tostatura – Orchestra – in grado di autoregolare i parametri di calore e di flusso d’aria per tostare caffè di alta qualità con un consumo energetico limitato.
“Indubbiamente, il software all’avanguardia applicato al modello di tostatrice TMR, unito alla nostra competenza in materia di tostatura, rende le nostre soluzioni le più performanti sul mercato dal punto di vista qualitativo e produttivo. La precisione e l’accuratezza utilizzate nelle nostre tostatrici si basano sul continuo miglioramento della tecnologia, per rispondere alle richieste più esigenti dei nostri clienti e diventare sempre più sostenibili per l’ambiente. Infatti, le tostatrici TMR sono le soluzioni più sostenibili presenti oggi sul mercato”, afferma Parro.
La tostatura a basso impatto energetico e ambientale del modello TMR è parte integrante della strategia di sostenibilità di Alps Coffee.
“La collaborazione con IMA Petroncini si è basata sulla fiducia fin dall’inizio in tutte le fasi del progetto, dalla progettazione all’installazione. Alps Coffee si concentra su una catena di produzione del caffè sostenibile e crediamo profondamente che la tecnologia sia un importante valore aggiunto per la produzione del caffè, soprattutto quando questa ha un approccio rispettoso nei confronti dell’ambiente. L’equilibrio tra aspetti sociali, ecologici ed economici crea stabilità e garantisce che la coltivazione del caffè diventi sostenibile. Promuovendo la gamma di prodotti Fair-trade e biologici, sostenendo i piccoli produttori locali e utilizzando tecnologie di tostatura a basso impatto energetico e ambientale, Alps Coffee contribuisce ad un futuro più sostenibile, producendo al contempo caffè di alta qualità”, afferma Stefan Schreyögg.
TechTaste
TechTaste, The Coffee Interviews, è un’iniziativa che mira a mettere in luce i vantaggi del rapporto che IMA sviluppa con i propri clienti del settore del caffè, esplorando le ragioni dei successi ottenuti insieme. Guarda l’intervista a Stefan Schreyögg, proprietario di Alps Coffee, e Michelangelo Parro, Sales Area Manager di IMA Coffee Hub e Head of Product Management di IMA Petroncini. Per guardare l’intervista basta cliccare qui.
Per maggiori informazioni basta cliccare qui e qui.
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok