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lunedì 25 Novembre 2024
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Tonino Lamborghini insieme a Gulf Land Property Developers per il complesso residenziale di lusso a Dubai

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tonino lamborghini
Tonino Lamborghini insieme a Gulf Land Property Developers (immagine concessa)

DUBAI – Gulf Land Property Developers ha recentemente annunciato la sua collaborazione con il marchio Tonino Lamborghini per sviluppare un complesso residenziale di lusso nel cuore di Dubai. Questo sviluppo distintivo porterà il prestigioso marchio Tonino Lamborghini, sinonimo di qualità e raffinatezza italiana in tutto il mondo.

Il nuovo complesso residenziale introduce una nuova prospettiva allo stile di vita a Dubai e mira ad accostare il prestigioso Heritage quarantennale di design del marchio Tonino Lamborghini con la rinomata esperienza di Gulf Land Property Developers, attualmente impegnata nella realizzazione di progetti immobiliari di lusso unici: Paradise Hills e Serenity Lakes.

Secondo Savills, il mercato immobiliare globale ha subito un rallentamento, soprattutto negli Stati Uniti e nell’UE, a causa dell’aumento dei tassi di interesse. Nel 2023, tuttavia, il mercato di Dubai ha contrastato questa tendenza, registrando un aumento impressionante di oltre il 36,7% in valore e del 33,8% in numero di transazioni rispetto allo stesso periodo del 2022. Le residenze di marca hanno mostrato una notevole resilienza di fronte a queste sfide globali, con un aumento di oltre il 160% nell’ultimo decennio.

“Nel corso degli anni, siamo diventati una pietra miliare del settore immobiliare di lusso a Dubai, riconosciuti per le nostre diverse competenze e il nostro impegno in progettazioni e costruzioni innovative, creando abitazioni dal life style unico”, ha affermato Shaher Mousli, presidente di Gulf Land Property Developers.

Bilal Hamadi, Direttore Generale di Gulf Land Property Developers, ha aggiunto: “La direzione del design e l’implementazione del branding a marchio Tonino Lamborghini, ci consente di offrire un nuovo livello di lusso, filosofia di design e qualità di produzione che può essere raggiunto solo con una potenza creativa come il Gruppo Tonino Lamborghini”.

Il complesso comprenderà circa 750.000 metri quadrati di superficie composta da 2 edifici di 6 piani e 2 edifici di 12 piani. Ogni edificio avrà 2 livelli di parcheggio e offrirà una gamma di appartamenti da 1 a 4 camere da letto con materiali, interior design, finiture e cucine dal design a marchio Tonino Lamborghini, stabilendo un nuovo standard di qualità e attenzione ai dettagli.

“Stiamo vivendo una crescita esponenziale e con questo progetto stiamo portando l’azienda al successivo livello di successo” ha affermato Rami Shamma, Vice Presidente vendite e marketing presso Gulf Land Property Developers.

Tonino Lamborghini, fondatore e presidente del Gruppo Tonino Lamborghini, ha dichiarato: “Siamo lieti che uno sviluppatore edile affermato come Gulf Land Property Developer abbia scelto di utilizzare il marchio per creare una nuova residenza iconica a Dubai. Abbiamo trovato la giusta alchimia e il giusto legame con il team di Gulf Land Property Developers, insieme a un elevato livello di competenza e professionalità, che per noi è stato fondamentale per garantire il successo del progetto”. Ha aggiunto: “Stiamo portando materiali e design italiani, che sono le fondamenta del lifestyle brand Tonino Lamborghini. È molto importante portare questo elemento unico di lifestyle ai residenti, non solo avendo il marchio sul lato dell’edificio, ma offrendo l’esperienza dello stile di vita italiano anche in ogni elemento degli interni. Non possiamo portare l’Italia a Dubai, ma possiamo trasmettere lo stile di vita italiano in questo mercato”.

La scheda sintetica di Tonino Lamborghini Group

L’azienda Tonino Lamborghini è stata fondata nel 1981 da Tonino Lamborghini, erede dell’omonima famiglia. Oggi l’azienda ha sede nello splendido Palazzo del Vignola, villa rinascimentale alle porte di Bologna, progettata dal famoso architetto Jacopo Barozzi, detto ‘Il Vignola’.

Coniugando qualità, design e innovazione imprenditoriale, da oltre 40 anni il marchio Tonino Lamborghini è impegnato nell’ambiziosa missione di diffondere l’essenza stessa dell’”Italian Living” nel mondo – una tradizione che fonda le proprie radici nella storia di famiglia e che continua ad evolversi costantemente per rendere Tonino Lamborghini un simbolo globale di eleganza, distinzione e prestigio.

Il lusso non è un concetto che riguarda soltanto la ricchezza materiale, ma è piuttosto uno stato d’animo, una caratteristica dello spirito, il coraggio di ripensare il vivere quotidiano per trasformarlo in un’esperienza straordinaria, godendo appieno del piacere più autentico della vita, attraverso l’eccellenza dell’artigianato e del design.

Traendo ispirazione dal proprio patrimonio familiare, il Comm. Tonino Lamborghini ha creato dunque un ‘lifestyle experience brand’ che oggi progetta accessori moda esclusivi come orologi, occhiali, pelletteria ma anche complementi d’arredo e luxury beverages. Inoltre aggiunge valore a specifici progetti immobiliari in tutto il mondo, customizzandoli con il proprio brand e vestendone suites ed interni, con l’inconfondibile stile contraddistinto dal simbolo del ‘Toro in carica’ su sfondo rosso.

La scheda sintetica di Gulf Land Property Developers

Gulf Land Property Developers è uno dei principali sviluppatori immobiliari a Dubai con molti anni di progetti di successo realizzati negli Emirati Arabi Uniti. Il know-how di Gulf Land nel settore

immobiliare è riconosciuto da molti anni grazie alla diversità delle nostre competenze e al successo dei nostri progetti. Investiamo nei territori, ne valorizziamo l’attrattività, sosteniamo l’innovazione, costruendo uno stile di vita unico. Gulf Land ha quindi creato sinergie strategiche che le consentono di distinguersi in tutti i principali mercati. Investe nei quartieri per migliorarne l’attrattiva, sostenuto dall’innovazione e costruendo uno stile di vita unico.

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Marco Bertona entra a far parte della European Specialty Tea Association

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Il professor Marco Bertona (immagine concessa)

MILANO – Il professor Marco Bertona, presidente della Associazione italiana tè & infusi (AssoTè Infusi), è stato accolto come membro italiano della European Specialty Tea Association (Esta). Questo risultato rappresenta non solo un riconoscimento del suo impegno e della sua dedizione al mondo del tè di qualità, ma anche un grande passo avanti per tutto il settore del tè italiano.

Marco Bertona diventa membro della European Specialty Tea Association

La European Specialty Tea Association è un’organizzazione che si dedica a supportare e promuovere la comunità degli specialty tea in Europa.

Secondo quanto riportato sul loro sito ufficiale, la Esta si impegna a educare e connettere i professionisti del tè, incoraggiando l’eccellenza e la sostenibilità in ogni fase della filiera del tè. L’associazione lavora per elevare gli standard degli specialty tea attraverso la formazione, la ricerca e la condivisione delle migliori pratiche, contribuendo a creare una rete di professionisti appassionati e qualificati.

L’ingresso del professor Bertona nella European Specialty Tea Association è un traguardo significativo. Il suo ruolo come presidente di AssoTè Infusi, un’organizzazione che si batte per la diffusione della cultura del tè e degli infusi in Italia, è stato determinante per elevare gli standard qualitativi e la consapevolezza dei consumatori italiani riguardo a questa bevanda millenaria.

La sua partecipazione a questa prestigiosa associazione europea, non solo rafforza la posizione dell’Italia nel panorama internazionale del tè, ma offre anche nuove opportunità di crescita e sviluppo per gli operatori professionali del settore e gli appassionati di tè italiani.

Questo importante riconoscimento è una testimonianza dell’incessante lavoro del professor Bertona nel promuovere l’eccellenza del tè italiano sul palcoscenico internazionale. Grazie alla sua nuova posizione all’interno della Esta, potrà continuare a contribuire in modo ancora più significativo allo sviluppo e alla valorizzazione del settore del tè, sia in Italia sia in Europa.

Il professor Bertona ha commentato: “Sono onorato di far parte della European Specialty Tea Association. Questo è un passo fondamentale per il tè italiano e sono impaziente di lavorare con i miei colleghi europei per promuovere e sostenere la produzione e il consumo di tè di qualità.”

Con l’ingresso del professor Marco Bertona nella European Specialty Tea Association, l’Italia rafforza la sua presenza nel panorama del tè europeo, confermando il suo ruolo di protagonista nella promozione della cultura del tè di qualità. Auguriamo al professor Bertona tutto il meglio per questa nuova avventura e siamo certi che continuerà a rappresentare con orgoglio il nostro Paese nel mondo del tè.

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Luigi Odello spiega lo stile dell’espresso in Veneto

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Luigi Odello del Centro studi assaggiatori caffè carbonio artificiale espresso
Il professor Luigi Odello presidente Iiac

Luigi Odello, professore di analisi sensoriale in università italiane e straniere e presidente del Centro Studi Assaggiatori e dell’Istituto internazionale assaggiatori caffè, spiega nel libro Espresso Italiano Specialist lo stile e la storia dell’espresso in Veneto (qui è possibile trovare l’analisi di Odello sull’espresso in Lombardia). Leggiamo di seguito l’approfondimento sul tema pubblicato sul sito Coffee Taster.

Lo stile dell’espresso in Veneto

di Luigi Odello

MILANO – “Un caffè ricco di storia, rotondo, delicato e dai profumi vanigliati e cioccolatosi. Bevanda di lunga tradizione che veniva sorseggiata in alcuni dei più importanti e antichi caffè d’Italia e d’Europa: questo è il caffè del Veneto.

È anche grazie a città di mare e di commercio come Venezia – e con essa a tutto il Veneto che a lungo è stato parte integrante dell’economia della laguna – che l’Italia e l’Europa possono godere di una bevanda preziosa come il caffè. Due caratteristiche hanno infatti reso unica questa terra: il fatto di essere la frontiera orientale, baluardo europeo innanzi all’impero Ottomano, e la capacità di erigersi, un tempo, a grande porto internazionale atto principalmente al commercio.

Se già nel XVI secolo esploratori intraprendenti avevano narrato in Europa delle virtù della bevanda, furono proprio i commercianti veneziani tra i primi a portare nel continente gli esotici chicchi dalle virtù energizzanti e rinvigorenti.

A questo si deve aggiungere un fatto storico di non secondaria importanza: nel 1683 Vienna venne liberata dai turchi grazie a una coalizione in cui era coinvolta anche la Repubblica di Venezia. Gli ottomani in rotta abbandonarono 500 sacchi di caffè che vennero poi raccolti dal polacco Franz Kolschitzky, il quale aprì la prima rivendita di caffè nella capitale asburgica. Ma altri racconti narrano che, sempre nel 1683, fu proprio Venezia ad aprire il primo caffè europeo.

In ogni caso la Serenissima fu tra le prime a intraprendere il commercio del caffè e grazie a tale esperienza i torrefattori hanno potuto acquisire famigliarità con il crudo e sviluppare quella conoscenza invidiabile nell’arte della miscelazione da tutti oggi riconosciuta. La stessa che oggi porta nel bar un caffè tostato piuttosto chiaro, rotondo, poco amaro, delicato e dai profumi vanigliati e cioccolatosi.

Anche la cucina tradizionale ha spinto i gusti locali verso questo tipo di caffè. Se Venezia è infatti una ricca città marinara dalle caratteristiche culinarie quindi tipiche, le zone del Veneto che per lungo tempo hanno servito la Serenissima erano invece di economia agricola e di cultura contadina e l’abitudine a cibi semplici come la polenta (consumata a mezzogiorno e a cena), alle verdure e alle carni bollite hanno portato la popolazione verso il consumo di un caffè relativamente acido e speziato”.

Il progetto Città del cioccolato presentato all’Università degli studi e per stranieri di Perugia

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La presentazione del progetto Città del cioccolato (immagine concessa)

PERUGIA – In attesa di concludere l’iter tecnico amministrativo che porterà a breve alla firma della convenzione per la concessione trentennale del Mercato Coperto di Perugia destinato a ospitare la Città del cioccolato (ne abbiamo parlato qui), una delegazione della società Destinazione Cioccolato Srl S.B. si è incontrata prima con il magnifico rettore dell’Università degli Studi di Perugia professor Maurizio Oliviero quindi con il magnifico rettore dell’Università degli Stranieri professor Valerio De Cesaris.

Il progetto Città del cioccolato

La delegazione era guidata dal presidente del cds Vasco Gargaglia accompagnato dalla Vice Presidente Barbara Mencaroni.

“L’obiettivo di questi incontri era finalizzato a illustrare – dichiara Vasco Gargaglia – il progetto Città del cioccolato che a nostro avviso può esprimere importanti opportunità volte a sviluppare progetti di ricerca e iniziative su più fronti con i due prestigiosi Atenei della nostra città. Un progetto che, una volta firmata la convenzione con il Comune di Perugia , verrà anche doverosamente presentato alla cittadinanza”.

All’incontro con il rettore Oliviero ha preso parte anche il professor Antonio Bartolini vice presidente Fondazione per l’Istruzione Agraria Perugia che, per conto dell’Università degli Studi di Perugia, sta sviluppando la filiera della Nocciola Tonda Francescana il cui brevetto appartiene alla stessa Università.

Un prodotto che troverà un opportuno e concreto spazio di valorizzazione all’interno del percorso esperenziale che verrà disegnato all’interno del Mercato Coperto. 

Nel corso dei due incontri si è introdotto anche l’ambizioso progetto di realizzare all’interno della Città del Cioccolato un Osservatorio internazionale sul cacao e cioccolato che verrà presentato in occasione del prossimo Eurochocolate.

“Ci ha fatto molto piacere – dichiara Barbara Mencaroni – riscontrare un significativo interesse da parte dei nostri interlocutori su questa iniziativa che riteniamo assolutamente centrale e strategica al fine di consolidare il ruolo che Perugia già svolge nel mondo del cioccolato. Un interesse che è stato già manifestato anche da importanti player internazionali che insieme a noi ritengono necessario costituire un organismo in grado anche di monitorare, promuovere e incrementare le migliori pratiche in tema di sostenibilità in ambito delle filiere del cacao e del cioccolato”.

Caffè Corsini firma la colazione di capi di stato e ministri a The State of The Union

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La miscela Riserva Silvano Corsini (immagine concessa)

AREZZO — Un’eccellenza toscana tra capi di stato, ministri e accademici di tutta Europa. In occasione della prossima edizione di The State of The Union, la conferenza organizzata dall’Istituto Universitario Europeo (EUI) dal 23 al 25 maggio (Badia Fiesolana e Palazzo Vecchio) per riflettere su crisi internazionali, allargamento dell’Unione, trasformazione digitale e cambiamenti climatici, Caffè Corsini firmerà la pausa caffè di relatori e partecipanti con l’esclusiva miscela Riserva Silvano Corsini.

Caffè Corsini a The State of The Union

Nei giorni della kermesse la storica torrefazione aretina sarà infatti protagonista della Colazione Toscana, insieme ad altre aziende del territorio, per offrire agli ospiti la possibilità di gustare un espresso sempre perfetto, garantito anche dalla preparazione con le macchine Melitta Professional, in grado di esaltare al meglio le qualità del caffè garantendo un espresso sempre perfetto.

Prodotta da agricoltura biologica, Riserva Silvano Corsini è costituita da chicchi di arabica e robusta e si caratterizza per le note speziate al cacao e alla mandorla, con un profilo di tostatura che gli conferisce un gusto particolarmente corposo e rotondo, unito a dolcezza e aromaticità.

Questa miscela è frutto di un rapporto diretto con i coltivatori dei paesi d’origine, che lavorano la terra da generazioni in modo naturale, senza l’uso di sostanze chimiche e nel totale rispetto dell’ambiente. La sua anima bio e l’etica delle persone che lo hanno lavorato e coltivato lo rendono un caffè doppiamente speciale, gustoso nella tazza e corretto con l’ambiente: un’autentica eccellenza tra le eccellenze che interverranno nel corso di The State of The Union.

La scheda sintetica di Caffè Corsini

Fondata ad Arezzo nel 1950 da Corsino Corsini come piccola azienda di caffè innovativa, Corsino Corsini S.r.l. si è sviluppata fino a diventare una delle principali torrefazioni italiane sotto la direzione di Silvano Corsini (fino al 1999) e Patrick Hoffer.

La tradizionale azienda familiare di Arezzo opera sul mercato con il nome di Caffè Corsini e offre un ampio portafoglio di prodotti per i settori della vendita al dettaglio, all’ingrosso e della gastronomia. Con i suoi noti marchi Caffè Corsini e Compagnia dell’Arabica sono stati i primi a introdurre il concetto di caffè DOC nel mercato italiano negli anni ’80. L’azienda è molto ben posizionata in Italia e a livello internazionale, in particolare nel segmento dei caffè speciali. Nel 2021, il Gruppo Melitta ha acquisito una partecipazione del 70% nella torrefazione italiana.

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International Coffee Tasting 2024: aperte le iscrizioni per il concorso Iiac

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Manolo Marcandalli riceve il premio Iiac Best Taster da Carlo Odello, presidente IIAC (a destra), e da Gian Paolo Braceschi, consigliere Iiac (a sinistra) (immagine concessa)

MILANO – International Coffee Tasting, il concorso organizzato da Iiac– International Institute of Coffee Tasters, apre le iscrizioni per l’edizione 2024. Si tratta della sedicesima edizione e segue quella dei record del 2023, quando hanno concorso 750 prodotti da 14 paesi, assaggiati da più di 60 assaggiatori in oltre 6 mesi di lavoro. Il tutto con il supporto tecnico di un team di 15 professionisti tra sensorialisti, baristi, project manager e responsabili amministrativi.

International Coffee Tasting apre le iscrizioni

“International Coffee Tasting è nato con l’idea di fornire un banco di prova equo e indipendente per le torrefazioni, per dare loro la possibilità di una valutazione oggettiva dei propri prodotti e permettergli di valorizzarli e migliorarli a favore del consumatore finale – ha dichiarato Carlo Odello, presidente Iiac – Questo è davvero lo scopo ultimo della competizione: sostenere la competenza del settore e dei suoi professionisti. Per questo siamo tra i concorsi più selettivi del food & beverage: nel 2023 abbiamo premiato con la Gold Medal meno del 25% dei prodotti in gara”.

International Coffee Tasting si basa sulle rigide regole dell’analisi sensoriale. Si avvale infatti di assaggiatori che operano alla cieca, quindi senza conoscere il prodotto. Inoltre, i dati di assaggio (nel 2023 più di 120.000) sono elaborati tramite un ampio numero di strumenti statistici per valutare la loro qualità e arrivare a profili sensoriali validati statisticamente.

A riprova della massima trasparenza del concorso, la formula per il calcolo del punteggio attribuito ai prodotti in gara è pubblica, disponibile sul sito di International Coffee Tasting con la spiegazione dettagliata ed esauriente del peso attribuito alle singole caratteristiche sensoriali.

“Come sempre il concorso è anche l’occasione di incontro degli assaggiatori stessi. Un momento in cui diversi professionisti si possono confrontare sulle tendenze del mercato e praticare il metodo Iiac – ha continuato Carlo Odello – L’operato dei giudici sensoriali è peraltro controllato accuratamente tramite indicatori statistici che ci permettono di capire quanto gli assaggiatori sono coerenti, attenti ai minimi dettagli e allineati tra loro”.

Sempre a proposito di giudici sensoriali, Iiac ha inoltre terminato l’elaborazione delle performance di tutti gli assaggiatori che hanno preso parte all’edizione 2023 e attribuito a Manolo Marcandalli il titolo di Iiac Best Taster.

“Mi rende molto felice questo riconoscimento in quanto sono riuscito ad esprimere al meglio quanto appreso e praticato in oltre vent’anni di professione. Essere giudice sensoriale è come avere una grande lente di ingrandimento sui migliori prodotti in commercio e sui trend del momento, punto importante per me che mi occupo del controllo qualitativo delle miscele e delle origini in azienda – ha dichiarato Marcandalli – Oltretutto ho avuto la possibilità di instaurare rapporti di conoscenza, amicizia e condivisione con gli altri assaggiatori con i quali mi sono costantemente confrontato e di cui ho apprezzato le capacità e competenze”.

Tiramisù World Cup: al via le candidature internazionali per entrare nella giura popolare

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Al via le candidature internazionali per entrare nella giuria popolare della Tiramisù World Cup (immagine concessa)

MILANO – Dal 10 al 13 ottobre la Tiramisù World Cup, la sfida più golosa dell’anno, si terrà a Treviso, città in cui i giudici potranno assaggiare le creazioni dei 240 concorrenti che saranno in gara per la ricetta originale e quella creativa del popolare dolce al cucchiaio italiano.

La gara

Nel prossimo autunno, torna a Treviso la competizione che mette in gara centinaia di amanti del tiramisù che si sfidano con le loro creazioni nella ricetta originale (sei ingredienti: uova, zucchero, mascarpone, savoiardi, caffè e cacao) oppure in quella creativa (con la possibilità di aggiungere fino a tre ingredienti e sostituire il biscotto).

I concorrenti (rigorosamente non professionisti del settore) che arrivano da ogni angolo del mondo devono superare le selezioni delle prime giornate di gara per poi accedere alle semifinali e quindi la finale.

I giudici

Per decretare i migliori tiramisù nella fase delle selezioni, la TWC ha bisogno di una giuria popolare. Per poter diventare giudici assaggiatori (poi sostituiti da professionisti del settore dalle semifinali in poi) è necessario superare il test online che riguarda il regolamento di gara, la storia del tiramisù e la simulazione dei casi specifici che possono presentarsi durante le eliminatorie.

In tutti questi anni, migliaia di persone hanno tentato il quiz, ma i migliori 100 riescono ad aggiudicarsi il posto in giuria.

I criteri di giudizio

Approvati dalla Accademia della cucina italiana, sono cinque i criteri di giudizio per decretare i migliori tiramisù in gara:

Esecuzione tecnica: viene valutata la pulizia del piano di lavoro, l’organizzazione, la gestione degli ingredienti e l’esecuzione

Presentazione estetica: attenzione particolare all’impiattamento, alle decorazioni e all’estetica del dolce

Intensità gustativa: si valuta la forza e la permanenza dei sapori durante l’assaggio

Equilibrio del piatto: riguarda l’equilibrio tra gli ingredienti del dolce usati

Sapidità e armonia: viene valutata la giusta dosatura degli ingredienti

La storia della TWC

La Tiramisù World Cup, nata nel 2017 da un’idea di Francesco Redi, raduna ogni anno centinaia di appassionati di tiramisù da tutto il mondo. Nell’occasione delle gare, è possibile assaggiare i tiramisù dei campioni delle passate edizione e, al contempo, scoprire la città di Treviso con il suo patrimonio artistico, culturale ed eno-gastronomico.

Il tiramisù, da quest’anno inserito fra i Pat (Prodotti agroalimentari tradizionali) del Veneto, è fra i dolci più famosi nel mondo, tanto da risultare la prima parola sul web ricercata fra le golosità. Risulta cinque volte più cliccata del termine “Prosecco” e la metà di “Venezia”.

I commenti

“La selezione dei giudici popolari è una fase importante, non solo perché diamo la possibilità di giudicare la prima fase della TWC, ma anche perché ci permette di intercettare il cambiamento dei gusti degli appassionati del Tiramisù”, ha detto Francesco Redi, ideatore e organizzatore della manifestazione.

Così Mario Conte, sindaco di Treviso: “La Tiramisù World Cup è diventata una manifestazione importante per tutta la comunità e ora ha un taglio internazionale. In tanti si sfideranno per realizzare il dolce tipico della nostra città. È una competizione che fa parlare di Treviso in tutto il mondo”.

“Siamo molto lieti della collaborazione avviata con la Tiramisù World Cup perché il Tiramisù è una eccellenza, una componente della gastronomia italiana molto popolare presso le nostre comunità all’estero – sottolinea Giovanni Maria De Vita, responsabile per il Turismo delle Radici presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – . In questo anno dedicato alle radici italiane, anche la gastronomia ha un ruolo fondamentale visto che è rimasta nella memoria dei nostri connazionali. Con gli eventi che ci apprestiamo ad organizzare nel corso del 2024 vogliamo dare risalto alla gastronomia italiana ma siamo anche interessati a capire come la cucina italiana si sia evoluta entrando a contatto con altri usi e tradizioni che le nostre comunità hanno conosciuto”.

Moreno Faina su MDEJ 2024: “Sette nuovi istituti, dopo 32 anni, l’interesse è rinnovato”

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Moreno Faina a Maestri dell'Espresso Junior 2024
Moreno Faina a Maestri dell'Espresso Junior 2024

MILANO – Conclusa anche la trentaduesima edizione di Maestri dell’Espresso Junior, al tavolo per fare il classico bilancio il direttore dell’Università del caffè illy, Moreno Faina: freschi ancora dalla premiazione dei vincitori 2024, l’opinione di chi ogni anno osserva i giovani professionisti del domani mettersi alla prova.

Faina, allora cosa ci può dire di questo Maestri dell’espresso junior?

“È stata una competizione lunga, con circa un migliaio di ragazzi che hanno partecipato nelle fasi preliminari e 7 nuovi istituti che hanno fatto il loro ingresso fra realtà consolidate e recenti. Possiamo affermare quindi che ci siano delle ulteriori aperture rispetto al passato e stiamo riscontrando questo rinnovato interesse che sembra impossibile esista ancora dopo 32 anni e che pure accade.

Come ci siamo riusciti? Abbiamo cercato come sempre di coinvolgere il più possibile i professori e i ragazzi con delle tematiche più interattive, attuali, stimolanti per il raggiungimento di certi livelli di conoscenza.

Il nostro è un percorso: sappiamo che quando arrivano alla finale i ragazzi non hanno ancora raggiunto la loro autonomia totale, ma questa resta comunque l’idea da raggiungere. Abbiamo creato anche dei questionari adeguati a coloro che sono in possesso di una certificazione DSA di dislessia per dare un concreto contributo inclusivo.

Maestri dell’espresso junior è una manifestazione che esiste da tanti anni e che si pone ancora l’obiettivo di dare una continuità: non è facile, perché poi ci si scontra con dei limiti che nascono dal confronto con altre realtà progettualità che magari si pongono altri obiettivi.

D’altra parte, non possiamo pensare che tutti gli istituti alberghieri italiani possano partecipare, ma ci piace credere che questo allargamento possa continuare e lavoreremo così in questa ottica anche nei prossimi anni.”

Lei ha parlato prima di nuove esigenze di mercato alle quali i ragazzi devono rispondere: esattamente cosa significa?

“Le nuove esigenze sono legate ad una disponibilità e ad una flessibilità delle persone dei professionisti dell’ospitalità, che si aprono ad un rapporto differente anche con i gestori dei potenziali punti vendita.

Queste nuove figure professionalizzanti, questi talenti che oggi abbiamo visto esprimersi qui, rappresentano una fucina di operatori, sono richiestissime. Quindi rafforzare questo messaggio significherebbe coprire una grossa carenza che oggi esiste nel mercato.

La professionalità che questi istituti possono dare agli studenti va esattamente in quella direzione: non sempre però le due realtà si incontrano e per farle incrociare adeguatamente ritengo che anche i ragazzi che oggi crescono che stanno impostando la propria professionalità, dovranno aprire la mente al concetto di disponibilità e flessibilità, muovendosi oltre alle impostazioni consolidate, retaggio del passato.

Alle attività, alle competenze, agli orari vincolati a logiche superate: percepire le variazioni del mercato di oggi significa farsi trovare pronti alle nuove esigenze che esistono adesso.”

Faina il livello era elevato quest’anno?

“In alcuni studenti l’emozione ha giocato molto. Ma altri si sono dimostrati particolarmente maturi. Ma l’emotività anche a fronte di una grande preparazione è fisiologica. I docenti devono aiutarli a conquistare superare quelle insicurezze che poi sul mercato sono risulteranno importanti.”

Il tema della presentazione al Premio giuria quest’anno mancava, come mai?

“Quest’anno ci siamo concentrati per la partnership con Alpro nella creazione della ricettazione con un focus speciale sull’uso delle bevande vegetali, un file rouge in tutte le soluzioni proposte.”

Ma non dovrebbe essere più il caffè il comune denominatore?

“Sì, infatti la mattina il focus era sull’espresso e sul cappuccino con tutte le specificità tecniche e sensoriali. E in ogni caso, nel pomeriggio il caffè è stato presente nelle ricette come ingrediente fondamentale insieme alle bevande vegetali. La caffettosità dei prodotti presentati dai ragazzi, in alcuni casi era è stata più importante di altri e questo dovrebbe fare la differenza sul giudizio finale.”

Ci sono già spunti per la trentatreesima edizione?

“Ancora è presto, ma è nel nostro spirito raccogliere sempre i feedback e sarà l’occasione per noi partner di sederci al tavolo per cogliere nuovi aspetti da migliorare. Ad esempio quest’anno abbiamo lasciato spazio agli studenti di portarsi da soli le proprie attrezzature: cercheremo di comprendere se questo ha portato dei veri benefici e se replicare l’esperimento che aveva il fine di dar sfogo totale alla creatività.

Vedremo l’anno prossimo: ci lasciamo sempre margini per apportare le modifiche istituendole nel concorso con le tempistiche e le approvazioni giuste. Ricordiamo che Maestri dell’espresso junior è monitorato dai funzionari della camera di commercio di Trieste-Gorizia, rarità tra le competizioni barista.

Ci siamo resi conto che era necessario dare una garanzia ulteriore a docenti e studenti con una supervisione esterna, dalle fasi di selezione a quella di valutazione e registrazione dell’analisi in maniera oggettiva.”

Il vincitore l’ha convinta?

Faina conclude: “Mi ha convinto il vincitore della prova tecnica così come quello che si è distinto in quella dei cocktail. Due belle prestazioni che meritavano di essere riconosciute e premiate.”

Mauro Cipolla, Orlandi Passion: “Ecco qual è la differenza tra purge e purging”

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Il purge (immagine concessa)

Mauro Cipolla, il titolare di Orlandi Passion, professionista ben noto agli addetti ai lavori per la sua esperienza e conoscenza della materia, parla della differenza tra il purge e il purging. Il concetto del purge, secondo l’esperto, indica l’uscita dell’acqua calda dai gruppi della macchina del caffè espresso per un discorso legato alla pulizia in estrazione.

Il purging, al contrario, è un termine utilizzato non solo alla pulizia del flusso di estrazione, ma soprattutto per controllare la termica e la temperatura dell’acqua in uscita verso il caffè macinato. Leggiamo di seguito l’analisi di Mauro Cipolla.

La differenza tra purge e purging

di Mauro Cipolla

MILANO – “Oggi si parla molto del purge e ciò fa piacere. Finalmente i media iniziano a fare un piccolo passo in avanti nel fare capire le basi elementari per estrarre il caffè espresso. Purtroppo molte relazioni trascurano però aspetti tecnici estremamente importanti inerenti a questa fase dell’estrazione del caffè espresso.

Intanto il purging, come tecnica di estrazione del caffè espresso, è diverso dal purge e non solo in forma grammaticale.

Il purging (immagine concessa)

Utilizzai la differenza grammaticale tra purge e purging a fine anni ’80 per stravolgere la formazione del concetto del purge nella mia accademia del caffè a Seattle.

Aggiungendo la forma -ING al purge per parlare di purging, utilizzai il tempo verbale che indica un’azione in svolgimento che continua nel tempo.

Il purging lo presentai a livello nazionale negli Usa volto a indicare una tecnica di estrazione del caffè espresso trasversale nello svolgimento continuo e interconnesso durante una conferenza Nazionale della Specialty Coffee Association a Atlanta nei primi anni ’90.

I presenti nell’ auditorium erano circa mille proprio perché il concetto dello svolgimento continuo e interconnesso era una novità assoluta nelle tempistiche e funzionalità dell’estrarre il caffè espresso, le quali andavano ben oltre la semplice pulizia del gruppo della macchina del caffè espresso.

Il concetto del purge era semplicemente utilizzato per fare uscire l’acqua calda dai gruppi della macchina del caffè espresso per un discorso legato alla pulizia in estrazione e pensavo si poteva migliorare l’utilizzo con un’evoluzione concettuale e tecnica.

Creai e presentai quindi il purging ai fini di non solo pulire il flusso di estrazione, ma soprattutto per controllare la termica, la temperatura dell’acqua in uscita verso il caffè macinato, sia quando lo stesso gruppo della macchina veniva utilizzato per fare diversi caffè uno dopo l’altro ma anche per fare diversi espresso simultaneamente su una macchina con gruppi multipli.

Il purging lo sposai tecnicamente con la tecnica dell’utilizzo dei sensi, visione e udito, per mettere a punto ulteriormente e in modo più preciso e reale la temperatura dell’acqua per estrarre il caffè espresso.

Fare il caffè espresso utilizzando i nostri sensi è come tostare il caffè in modalità manuale piuttosto che in modalità elettronica automatica.

Usiamo la nostra testa, cuore e sensi e cerchiamo sempre di andare oltre le basi elementari, le quali sono strettamente necessarie per presentarsi in modo professionale”.

Il World Barista Championship ritorna a HostMilano a ottobre 2025

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world barista championship hostmilano
Federico Pinna, miglior barista italiano, al lavoro (immagine concessa)

MILANO – La più importante competizione sul caffè al mondo – il World Barista Championship (WBC) – dal 17 al 21 ottobre 2025 sbarca a Milano e in particolare a HostMilano, la manifestazione leader mondiale per l’ospitalità professionale e il food retail. Ospitata al quartiere fieramilano a Rho, HostMilano è una piattaforma senza confronti nel settore per l’innovazione, il networking e l’anticipazione delle ultime tendenze dell’ospitalità, dove il WBC ritorna per la prima volta dal 2021.

Focalizzato sulla promozione dell’eccellenza nel caffè e sulla crescita professionale dei baristas, Il World Barista Championship consente ai professionisti del caffè di dimostrare la loro esperienza nella preparazione di bevande innovative a base di espresso, latte e creazioni d’autore.

Ogni performance di 15 minuti viene valutata da giudici certificati, in base a una serie di attributi tecnici e sensoriali, mentre gli approcci e gli strumenti all’avanguardia utilizzati sul palco del WBC generano un ampio e duraturo impatto sul settore. Un campionato altamente competitivo, che attira i migliori baristas da oltre 50 delegazioni che si sfideranno con le loro abilità, creatività e maestria per conquistare l’ambito titolo di World Barista Champion.

Il WBC è uno dei sette World Coffee Championship, competizioni annuali basate sulle competenze professionali prodotte dalla Specialty Coffee Association (SCA) e ospitate in alcune delle più importanti manifestazioni mondiali del caffè.

“Siamo orgogliosi e felici di dare il benvenuto a SCA a Host 2025. Questa importante partnership consolida HostMilano come riferimento globale per tutto il mondo del caffè e testimonia il ruolo di Milano come una delle grandi capitali mondiali del caffè”, dichiara Simona Greco, owned exhibitions director di Fiera Milano. “Il World Barista Championship, il più prestigioso tra i campionati mondiali del caffè, porterà in manifestazione molti dei migliori baristi del mondo, attirando un nuovo pubblico di amanti del caffè tra i professionisti dell’ospitalità e offrendo l’opportunità di scoprire in anteprima le nuove tendenze più interessanti. Non vediamo l’ora di collaborare con la SCA per delineare un calendario di eventi che sarà sicuramente senza confronti”.

“Grazie alle sue dimensioni e alla sua importanza, HostMilano è la location perfetta per ospitare il World Barista Championship”, aggiunge Yannis Apostolopoulos, ceo di SCA. “L’impegno verso l’eccellenza del team di Fiera Milano è perfettamente in linea con la nostra mission, elevare la professione del barista e mostrare i migliori talenti su un palcoscenico globale. Ritrovandoci in questa città iconica, non solo celebriamo l’arte della preparazione del caffè, ma rendiamo anche omaggio a una tradizione senza tempo che continua a ispirare gli amanti del caffè in tutto il mondo”.

Dall’introduzione del caffè espresso all’Esposizione Universale del 1906, Milano è sempre rimasta un punto di riferimento sia per l’approccio artigianale sia per l’innovazione nel caffè, meritandosi il titolo di capitale mondiale dell’espresso. Abbracciando la storica cultura del caffè di Milano, il World Barista Championship 2025 sarà una grande celebrazione della bevanda che unisce appassionati di tutto il mondo.

Il WBC è sostenuto da: Sponsor Qualificati 2022-2025; Sponsor Macchina Espresso, Barista Attitude; Sponsor Macinacaffè, Victoria Arduino; Sponsor Filtrazione dell’acqua, BWT water+more.

Per ulteriori informazioni sul World Barista Championship e su HostMilano 2025 basta cliccare qui e qui.

La scheda sintetica di HostMilano

HostMilano è la manifestazione leader mondiale per l’ospitalità professionale e il food retail. Giunta alla 44.ma edizione biennale (a fieramilano di Milano-Rho dal 17 al 21 ottobre 2025), si distingue per il suo format unico, che coniuga una panoramica approfondita sull’intero settore, con approfondimenti verticali su ciascun comparto, organizzati in macroaree per affinità di filiera. Partecipano decine di migliaia di professionisti provenienti da tutto il mondo, da importatori e distributori, buyer e responsabili acquisti della GDO, ad albergatori e ristoratori, fino a chef, pasticceri, baristi ai massimi livelli e progettisti contract. Il percorso espositivo sarà completato da un ricco palinsesto di eventi, tra i quali presentazioni di dati e tendenze, conferenze di esperti, show cooking, concorsi e gare internazionali.

La scheda sintetica del Salone internazionale del caffè (SIC) a Host

Il caffè è storicamente uno dei principali punti di forza di HostMilano fin dalle sue prime edizioni. Per la sua importanza, l’area dedicata si presenta con una propria brand identity come SIC – Salone Internazionale del Caffè. Al SIC è rappresentata l’intera filiera del caffè, dal chicco verde al bancone del bar: torrefattori selezionati, importatori, produttori e operatori del settore provenienti dai cinque continenti, oltre ai migliori brand del mondo, si danno appuntamento a HostMilano, il luogo in cui si incontra l’intero business del caffè.

La scheda sintetica di SCA

La Specialty Coffee Association è la più grande associazione di settore del caffè a livello mondiale e si dedica ad accrescere costantemente la qualità della caffetteria, promuovendo una comunità globale del caffè e sostenendo le attività volte a fare degli specialty coffee un’attività con una crescita equa e sostenibile per l’intera filiera. Grazie alle collaborazioni e a un approccio orientato al progresso, supporta il settore attraverso la ricerca, la definizione di standard, la formazione e gli eventi. Attiva in tutto il mondo, SCA eleva gli standard mondiali, apportando valore e connettività a una community globale in costante crescita. Per saperne di più, visitare il sito sca.coffee 

I World Coffee Championship

I World Coffee Championship sono prodotti da SCA e sono costituiti da un portafoglio che comprende sette competizioni annuali basate sulle competenze professionali: World Barista Championship, World Latte Art Championship, World Brewers Cup, World Coffee in Good Spirits Championship, World Cup Tasters Championship, World Coffee Roasting Championship e Cezve/Ibrik Championship, oltre al programma WCC All-Stars e ad eventi specializzati, come Espresso Bar e Brew Bar. Per saperne di più basta cliccare qui.