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lunedì 25 Novembre 2024
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Nestlé Italia lancia la campagna corporate “Il nido che condividiamo”

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nestlé
Un frame della campagna (immagine concessa)

ASSAGO (Milano) – Al via “Il nido che condividiamo”, la nuova campagna corporate di Nestlé dedicata al mercato italiano che porta nuovamente in vita il posizionamento “Good food, Good life”, con cui il Gruppo esprime tutto il suo impegno in favore della nutrizione, del Pianeta, delle persone e del yerritorio e che approfondisce la sua promessa, mostrandone il volto più emozionale e valoriale.

Perché, con una vasta scelta di brand e prodotti che accompagnano ogni momento della giornata, Nestlé è una presenza costante nelle case degli italiani, come un membro della famiglia su cui sappiamo di poter contare, sempre pronto a darci ciò di cui abbiamo bisogno. Con la massima attenzione alla qualità e una certezza di cura che si rinnova ogni giorno.

La nuova campagna corporate di Nestlé per il mercato italiano

Una cura che fa parte di Nestlé sin dalle sue origini e che è impressa nel logo nato agli albori della sua storia. Era il 1868 quando il fondatore Henri Nestlé, trasferitosi in Svizzera dalla Germania, lanciò il logo della sua azienda appena nata, a partire dal significato del proprio cognome in tedesco: “little nest”, piccolo nido. Da allora Nestlé ha fatto una lunga strada, diventando l’azienda alimentare leader nel mondo, e presente in Italia da oltre 110 anni.

Il nido diventa così il simbolo e il senso profondo del suo impegno nella campagna integrata ideata da Serviceplan Italia, agenzia creativa parte della House of Communication di Milano. La campagna sarà On Air per tre mesi non consecutivi su Connected TV, YouTube e social media (Facebook e Instagram).

“Con questa nuova campagna abbiamo voluto tornare alle nostre origini e ai valori che sono alla base del nostro impegno quotidiano. Nestlé è un’azienda che affonda le proprie radici nella cura e nella protezione, concetti racchiusi nel nostro iconico logo del nido, metafora della famiglia, della nutrizione e della crescita, che riflette il nostro sforzo costante e il nostro impegno a garantire il benessere dei consumatori attraverso prodotti sicuri, sani e nutrienti” ha dichiarato Manuela Kron, direttrice corporate affairs e marketing consumer communication del Gruppo Nestlé in Italia.

Stefania Siani, ceo e cco di Serviceplan Italia, commenta: “È un onore per noi tradurre la storica vocazione del Gruppo Nestlé in una campagna che esplora il significato del suo logo. Perché la casa è il nostro nido, e il nido di Nestlé è la casa di tutti”.

Nestlé lavora ogni giorno per offrire a miliardi di persone prodotti equilibrati e nutrienti, che sappiano rispondere ai nuovi stili di vita e alle crescenti esigenze dei consumatori. Nell’ultimo anno abbiamo migliorato il profilo nutrizionale di oltre 500 prodotti tra alimenti e bevande attraverso un’intensa e costante attività di Ricerca e Sviluppo condotta dai suoi 23 Centri di Ricerca presenti in tutto il mondo.

La gamma di prodotti Nestlé è costituita da alimenti per le diverse fasi della vita e per differenti bisogni, tra cui la nutrizione infantile, l’età adulta, prodotti a fini medici speciali per supportare l’invecchiamento in buona salute, alimenti a base vegetale e prodotti per gli animali domestici.

Credits

  •  Agenzia: Serviceplan Italia
  • Ceo e cco: Stefania Siani
  • Executive creative directors: Giuliana Guizzi e Salvatore Giuliana
  • Account supervisor: Monica Rovaris
  • Copywriter supervisor: Alessandra Andrea Tondi
  • Art director supervisor: Arianna Cacciapuoti
  • Casa di produzione: CandyGlass

La scheda sintetica del Gruppo Nestlé

Il Gruppo Nestlé, presente in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 per la produzione e distribuzione di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo.

Nel 2023 Nestlé ha celebrato 110 anni di presenza in Italia, rinnovando il suo impegno con azioni concrete per esprimere con i propri prodotti e le marche tutto il buono dell’alimentazione.

L’azienda opera in Italia in 9 categorie con un portafoglio di numerose marche, tra queste: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.

illycaffè lancia Strawberry Kiss, la nuova ricetta a base cold brew

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illycaffè
Strawberry Kiss (immagine concessa)

TRIESTE – Per rinfrescare le giornate estive, illycaffè, leader globale del caffè di alta qualità sostenibile, propone Strawberry Kiss: una nuova ricetta a base di cold brew, il soft drink naturale a base caffè preparato con il sistema di estrazione a freddo che esalta l’unico blend illy 100% Arabica.

illycaffè lancia Strawberry kiss

Realizzata dall’Università del Caffè in collaborazione con gli esperti illy e proposta in esclusiva per i monomarca illy in Italia e nel mondo, Strawberry Kiss rappresenta una combinazione irresistibile di sapore e profumo, un’innovativa esperienza di gusto capace di immergere piacevolmente in un’atmosfera pop, divertente e rinfrescante.

La nuova ricetta, preparata con l’originale Cold Brew Flat, è arricchita dal sapore intenso e avvolgente delle fragole unito allo sciroppo di zucchero e alla freschezza del lime e della menta.

Disponibile a partire dal 22 maggio, Strawberry Kiss è una bevanda unica a cui ogni consumatore potrà aggiungere il proprio tocco: mescolando la purea di fragole al cold brew, avrà luogo effetto scenografico, che conferirà un intenso tocco di rosso.

Completa lo stile di questa esclusiva proposta una speciale esperienza di somministrazione che sarà fruibile unicamente nei punti vendita illy di Monte Napoleone Milano e Giardini Reali Venezia, in cui solo ed esclusivamente con il servizio al tavolo, la ricetta sarà accompagnata da un delizioso macaron al cioccolato e da un assaggio di panna montata.

Ma non è tutto: la ricetta può essere facilmente ricreata anche a casa. Basta versare in un bicchiere precedentemente raffreddato 35 ml di cold brew in lattina; frullare 50 g fragole fresche, 10 ml sciroppo di zucchero e un cubetto di ghiaccio; mescolare gli ingredienti frullati con il Cold Brew e infine aggiungere un rametto di menta fresca, del lime grattugiato e una spolverata di zucchero a velo.

Strawberry Kiss è molto più di un semplice caffè: è un modo alternativo ed esperienziale per degustare il ricco profilo aromatico del blend illy abbinato alla delicatezza e freschezza tipica di una ricetta estiva a base di Cold Brew illy.

La scheda sintetica di illycaffè

 illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica. Ogni giorno vengono gustate più di 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 130 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 23 paesi del mondo. Nel 2023 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €595,1 milioni. La rete monomarca illy conta 159 punti vendita in 30 Paesi.

Camparino in Galleria ospita il Bamboo Bar di Bangkok e il Library Bar di Toronto, 27/05

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Camparino in Galleria (immagine concessa)

MILANO – Il 27 maggio 2024, Camparino in Galleria – lo storico locale nel cuore di Milano – ospiterà due eccellenze della mixology internazionale: il Bamboo Bar di Bangkok rappresentato dalla Bar Manager Chanel Adams e il Library Bar di Toronto, con James Grant – Director of Beverage for Fairmont Royal York.

Camparino in Galleria con il Bamboo Bar di Bangkok e il Library Bar di Toronto

Nella serata di lunedì 27 maggio, sotto la guida di Tommaso Cecca, Global Head of Camparino Licensing and Mixology, tra le mura dello storico Camparino in Galleria e, in particolare, nella Sala Spiritello, gli ospiti avranno la possibilità di provare una drink list speciale, preparata ad hoc per creare un’atmosfera internazionale e contaminata dall’influenza di due dei bar più rinomati nel panorama della mixology.

Smoked Plum Marnier, Lemongrass Coconut Highball, Kaffir Lime Daisy, Birds of Paradise, Chinato Caraibi, Toronto Sunset, Milano Vice e Amalfi Ti sono solo alcuni dei cocktail disponibili durante la serata – proposte audaci e sensorialmente interessanti capaci di creare un’atmosfera d’altri tempi.

Un evento che, grazie alla mixology, sarà in grado di trasportare gli ospiti in un viaggio senza confini, fatto di due tappe principali.

Il Library Bar, luogo d’incontro senza tempo caratterizzato dall’ambiente metropolitano di Toronto: una vera e propria eccellenza guidata dal pluripremiato Director of Beverage James Grant, la cui ispirazione deriva dalla letteratura e dal cinema, discipline che influenzano un’esperienza di cocktail indimenticabile e caratterizzata da ingredienti unici, audaci e raffinati. In qualità di World Class Global Bartender of the Year 2021 e di Canada’s 100 Best Bartender of the Year 2022, Grant porterà la sua competenza e la sua creatività senza pari anche nella Casa dell’aperitivo Milanese per eccellenza.

Il Library Bar (immagine concessa)

Ma non è tutto, a rendere la serata ancora più speciale ci sarà anche Chanel Adams, Bar Manager dell’unico e inimitabile Bamboo Bar di Bangkok, nominato tra i 50 Best Bars dell’Asia nel 2022, il locale è una celebre istituzione di Bangkok, un luogo senza tempo capace di conservare l’atmosfera sensuale degli anni Cinquanta e il cui acclamato team di mixologist elabora magistralmente drink e cocktail che si adattano all’evoluzione del tempo mantenendo la loro tradizionalità.

Il Bamboo Bar di Bangkok (immagine concessa)

L’inizio dell’evento è previsto per le ore 18:30, l’accesso è gratuito con prenotazione consigliata.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

La scheda sintetica del Camparino in Galleria

Il Camparino in Galleria è lo storico locale fondato nel 1915 in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano da Davide Campari. Il locale venne aperto di fronte al Caffè Campari, l’esercizio che Gaspare Campari, padre di Davide e creatore dell’omonimo bitter, aveva fondato nel 1867. Entrato fin dalla nascita nel cuore dei milanesi e simbolo stesso dell’aperitivo per la città, il locale ha festeggiato nel 2015 i suoi primi 100 anni di storia. Nell’autunno del 2019, dopo un restyling degli spazi, si ripresenta al pubblico con un’identità e un’offerta rinnovate, tese a consacrarlo come punto di riferimento a livello internazionale per gli amanti della mixology e dell’innovazione gastronomica.

La scheda sintetica del Campari Group

Campari Group è uno dei maggiori player a livello globale nel settore degli spirit, con un portafoglio di oltre 50 marchi che si estendono fra brand a priorità globale, regionale e locale.

Le priorità globali includono: Aperol, Appleton Estate, Campari, SKYY, Wild Turkey e Grand Marnier.

Il Gruppo, fondato nel 1860, è il sesto per importanza nell’industria degli spirit di marca. Ha un network distributivo su scala globale che raggiunge oltre 190 Paesi nel mondo, con posizioni di primo piano in Europa e nelle Americhe.

La strategia del Gruppo punta a coniugare la propria crescita organica, attraverso un forte brand building, e la crescita esterna, attraverso acquisizioni mirate di marchi e business.
Con sede principale in Italia, a Sesto San Giovanni, Campari Group conta 22 impianti produttivi in tutto il mondo, e una rete distributiva propria in 23 paesi. Il Gruppo impiega circa 4.000 persone.

Le azioni della capogruppo Davide Campari-Milano N.V. (Reuters CPRI.MI – Bloomberg CPR IM) sono quotate al Mercato Telematico di Borsa Italiana dal 2001. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Sergio Barbarisi eletto nuovo presidente di EVA, l’European Vending & Coffee Service Association: “Questa nomina va a completare un percorso”

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Sergio Barbarisi (foto concessa)
Sergio Barbarisi (foto concessa)

MILANO – Sergio Barbarisi, international Key Account Manager di BWT water and more, ma soprattutto professionista riconosciuto a livello internazionale come esperto nel trattamento dell’acqua nella sua applicazione dall’horeca al vending. Ora aggiunge un tassello al suo percorso sempre con il comune denominatore di un’offerta e un servizio all’altezza delle nuove sfide del mercato.

Portare la cultura e la filosofia della qualità è la missione che con costanza ha portato avanti Sergio Barbarisi, che ora sposta più il focus sulla distribuzione automatica, con un’apertura internazionale.

Infatti, l’Executive Committee di EVA (European Vending & Coffee Service Association) nella riunione tenutasi a margine di Venditalia, ha eletto proprio Sergio Barbarisi come presidente.

Con già alle spalle una lunga esperienza nel settore della distribuzione automatica maturata in diverse imprese che operano nel settore (N&W Global Vending e Wittenborg -oggi Gruppo Evoca-, Vending System e Brita) adesso è pronto ad una nuova sfida.

Da membro dell’Executive Committee di EVA dal 2021 ora prende il posto di Paolo Ghidotti che ricopriva l’incarico dal 2018.

Barbarisi, come commenta questa nomina?

“Quando è diventato necessario il passaggio di testimone dal precedente presidente, mi sono offerto e candidato per la posizione, perché penso che la mia esperienza a 360 gradi maturata nel vending, partendo dal più grosso costruttore di distributori automatici, occupandomi poi del trattamento acqua per il comparto, mi permetta di conoscerlo in senso più esteso. È un settore in cui sono nato lavorativamente: l’attuale Evoca Group, è la scuola che mi ha formato.

La curiosità e l’amore per l’aspetto tecnico delle macchine mi ha spinto a candidarmi. E questa nomina rappresenta il completamento di un percorso, il punto esclamativo alla fine di una frase.”

Le prossime mosse: il contatto con tutte le associazioni nazionali.

“E quindi capire le aspettative da una parte di chi dal basso si fida e si iscrive ad EVA al fine di governare i problemi futuri e possibili del vending, e dall’altra dei rapporti con le istituzioni, soprattutto quelle europee.

EVA infatti ha il potere di confrontarsi con l’Unione europea in modo che eventuali provvedimenti vadano a vantaggio dell’intero comparto economico e finanziario”.

EVA è un’associazione commerciale senza scopo di lucro fondata nel 1994

Che rappresenta gli interessi dell’intera industria europea dei servizi di caffè e della distribuzione automatica nei confronti delle istituzioni dell’Unione Europea e di altre autorità o enti competenti. L’EVA è un’associazione internazionale di diritto belga e la sua composizione comprende sia associazioni nazionali che aziende.

La missione di Eva è proteggere, promuovere e fornire una leadership all’industria del caffè self-service, degli alimenti e delle bevande e dei Point of Use (POU). Fornire una voce unica per l’industria del caffè self-service, degli alimenti e delle bevande e dei POU in
Europa.

Diventare l’organizzazione di riferimento per fornire dati e informazioni sul nostro settore a tutte le parti interessate.

Manuel Terzi: “La caffetteria in Italia non è morta e dà ancora soddisfazioni, l’arma più efficiente? Il passaparola”

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manuel terzi
Il primo piano di Manuel Terzi (immagine concessa)

Manuel Terzi è un nome ben noto nella coffee community d’Italia: assaggiatore caffè Iiac, maestro dell’espresso (illycaffè), coffee manager (Università del caffè di Trieste), giudice Cibc, Cila e coffee in good spirits, barista certificato Sca, autore del libro “Se non è buono, che piacere è?”, nonché titolare delle caffetterie Caffè Terzi.

In qualità della sua esperienza, Terzi spiega perché la caffetteria in Italia è lungi dall’essere morta e che, al contrario, può essere ancora fonte di soddisfazione per gli esercenti rispondendo alla dichiarazione di un titolare che afferma il contrario (ne abbiamo parlato qui). Leggiamo di seguito l’opinione di Manuel Terzi.

Lo stato della caffetteria in Italia

di Manuel Terzi

MILANO – In questi giorni leggevo le dichiarazioni di un esercente: “La caffetteria è morta, si sopravvive solo grazie agli aperitivi…”

In effetti vedo, in giro per l’Italia e per l’Europa, che tutti, tutti, tutti i locali che hanno tentato di reggere come pura caffetteria, lentamente, hanno ceduto ed hanno introdotto aperitivi, insalatone, primi, brunch, panini e simili.

Anche nelle grandi capitali europee i sedicenti specialty coffee shop hanno al massimo una miscela ed una o due origini, nulla più. Inoltre, spesso, i loro addetti, a richiesta di informazioni sull’offerta, si trovano in evidente imbarazzo e a corto di argomenti.

Da un’analisi superficiale sembrerebbe proprio che la caffetteria sia morta, o quanto meno agonizzante. Ma è proprio così?

Da circa 25 anni opero nel mondo del caffè e della torrefazione, credo di essere stato il primo in Italia ad aprire una caffetteria pura, in cui servire solo caffè e tè e credo che ad oggi in tutta Europa ce ne siano ben poche.

Il lavoro va bene, talmente bene che mia moglie Elena ed io, da soli, ormai non riusciamo quasi più a stargli dietro.

Il 2023 ha registrato per Caffè Terzi la migliore performance in assoluto, in crescita rispetto tutti gli anni precedenti, ed il 2024, fino ad oggi, ci sta facendo lusinghiere promesse.

Quindi: la caffetteria è effettivamente morta o morente?

No, mi sento di poter sostenere che ancor oggi si possa operare in questo campo con soddisfazione.

Certo che in Italia la caffetteria di oggi è un po’ più complicata rispetto alcuni decenni fa e forse anche più complicata rispetto altri Paesi.

Oggigiorno i costi, la burocrazia, gli adempimenti, i corsi, i consulenti, il marketing e tutto quanto ruota intorno alla caffetteria hanno assunto un peso molto maggiore rispetto un tempo. Sia in termini di costi che di tempi.

Aggiungiamo che in Italia anche la tradizione dell’espresso a prezzo popolar-imposto tende ad inficiare le possibilità di business. In Italia non è certo facile come a Manhattan o Londra proporre una tazzina a 4 o 5 euro.

Ma non è impossibile. Abbiamo sicuramente una grossa penalizzazione derivante dalla tradizione ormai secolare dell’espresso veloce, in piedi, economico, ma abbiamo un plus non di poco conto: turismo.

Abbiamo ogni anno un’altra Italia che da oltre confine viene in visita al nostro Paese. Oltre 60 milioni di stranieri ogni anno visitano l’Italia. Disponiamo di un bacino di utenza pari ad un’altra Italia desideroso di capire, carpire, godere il nostro patrimonio enogastronomico unico al mondo. E abbiamo la fortuna che, come ogni commerciante ben sa, “in vacanza i soldi costano meno”.

Comprando oculatamente, il rapporto costo merce/prezzo di vendita del nostro espresso è decisamente favorevole. Mi rendo conto che il prezzo è basso, ma il tempo di servizio è veloce (può esserlo, deve esserlo), i costi indotti possono essere controllati piuttosto bene: anche macchiare l’espresso o servire il goccino d’acqua non stravolge i costi del prodotto.

Quindi abbiamo tante armi a nostra disposizione, per cui:

  • pianificando il famoso business plan in maniera sensata e sostenibile,
  • evitando di farci ammaliare dalle mode di chi sostiene la necessità di estrarre Espressi con 21g, con tempi di estrazione lunghissimi,
  • evitando di acquistare attrezzature che costano come un’automobile,
  • calcolando bene i costi merce, i costi gestionali e tutti gli indotti,
  • calcolando bene l’incidenza ad esempio delle attrezzature, oggigiorno sempre più verso prezzi stratosferici (quanto incide in più sulla singola tazza avere una macchina da caffè da 15k piuttosto che una da 7,5k? E lo stesso valga per tutte le altre attrezzature, e per i tempi e le grammature di estrazione),
  • creando un formato con una sua personalità, con un suo perché, ben identificabile e riconoscibile, che possa creare un’esperienza meritevole di essere raccontata,
  • e avendo possibilità e pazienza di aspettare qualche tempo, io credo che i risultati possano arrivare.

Una delle armi più efficaci e potenti che abbiamo a disposizione è completamente gratuita: il passaparola. I turisti scelgono spesso soprattutto in base a questo.

Quindi fino a che, a Dio piacendo, avremo questi imponenti flussi turistici: viva la caffetteria”.

                                                                                                        di Manuel Terzi

Davide Cobelli scopre il prezzo giusto dell’espresso con ChatGPT4: 3,45€ a tazzina con caffè di bassa qualità

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Davide Cobelli
Davide Cobelli osserva i chicchi tostati (foto concessa)

MILANO – Davide Cobelli, ceo della torrefazione veronese Garage Coffee Bros, è uno di quegli imprenditori che sanno fare i conti e che mette questa sua competenza al servizio dei consumatori meno attenti, facendo emergere le voci presenti dietro ad una tazzina d’espresso con il supporto dell’intelligenza artificiale.

Un’anticipazione sul risultato finale: anche il caffè di bassa qualità non può più essere venduto ad un euro. E ora scopriamo il perché.

di Davide Cobelli

“Oggi va molto di moda parlare di AI (Intelligenza Artificiale) e moltissime aziende nel mondo si fanno aiutare nelle scelte quotidiane da questo strumento. Ho chiesto quindi anch’io a ChatGPT4 (la versione più evoluta) quanto dovrebbe costare un espresso in un bar italiano ed ho ricevuto la risposta in poche righe.

Innanzitutto, gli ho dovuto dare una serie molto accurata di parametri per definire il costo a tazzina di caffè, tra cui: affitti di 1200€/mese, utenze 500€/mese, tasse locali 500€/anno, commercialista700o€/anno, costi della materia prima, attrezzature 7000€/5anni, formazione (minima) e costo del personale (naturalmente in regola).

E questo tralasciando alcuni punti come spese in marketing, sito web, social media e molte altre che volutamente non ho preso in considerazione in questa fase.

Il tutto simulando 1kg di caffè al giorno, apertura per 330 giorni anno, con una miscela medio alta da 25€/kg (ma con una di bassa qualità sarebbe cambiato poco come vedrete) e il risultato è stato strabiliante, prezzo di vendita consigliato per un espresso è di 3,30€.

Innanzitutto, l’AI è un sistema che prende una serie infinita di dati in rete e li elabora per lo scopo necessario, dare risposte.

E’ assolutamente necessario tarare lo strumento, dando una serie di informazioni dettagliate e di parametri che permettano all’algoritmo di essere preciso, non avviene quasi mai al primo tentativo ed io ho fatto svariati aggiornamenti di informazioni e parametrizzazioni per farlo apprendere ed evolvere.

A ogni risultato davo sempre più informazioni su ogni aspetto conosciuto e scenario probabile di un bar italiano.

il calcolo con materia prima di buona qualità
Il prezzo finale con un blend di bassa qualità

Il risultato:

3,70€ a tazzina se usi una materia prima di qualità e hai un ricarico del 100%,

3,45€ a tazzina se al contrario usi una materia prima di scarsa qualità.

Quello che davvero in pochi riescono a vedere è il costo di preparazione di una tazzina di caffè espresso che al bar da solo è di 1,66€+IVA nel caso di caffè di buona qualità e 1,56€+IVA nel caso di caffè scadente, che da solo dimostra chiaramente che qualunque prezzo al di sotto di quelle cifre, mette il barista in perdita.

Cobelli con il supporto dell’AI scende nel dettaglio:

Calcoliamo i costi per tazzina con questi dati:

Costo del personale (il barista) per tazzina:
Costo annuo del personale: 30,000 euro
30,00041,600≈0.72041,60030,000≈0.720 euro
Costo energetico per tazzina:
Costi energetici annuali: 6,000 euro
6,00041,600≈0.14441,6006,000≈0.144 euro
Ammortamento delle attrezzature per tazzina:
Costo annuo di ammortamento: 1,600 euro
1,60041,600≈0.03841,6001,600≈0.038 euro
Costo della formazione del personale per tazzina:
Costo annuo della formazione: 500 euro
50041,600≈0.01241,600500≈0.012 euro
Costo affitto Locali per tazzina:
Costo annuo dell’affitto: 14,400 euro
14,40041,600≈0.34641,60014,400≈0.346 euro
Costo aggiuntivo per tasse e servizi (TARI, SIAE, commercialista) per tazzina:
Costo annuo totale: 7,500 euro
7,50041,600≈0.18041,6007,500≈0.180 euro

Sommando questi costi:

Costo totale per tazzina: 0.225 (costo materia prima per tazzina)

+0.720+0.144+0.038+0.012+0.346+0.180=1.6650.225+0.720+0.144+0.038+0.012+0.346+0.180=1.665 euro

L’AI ChaptGPT4 calcola i prezzi di vendita con un ricarico del 100%:

Con Ricarico del 100%

Profitto (100%): 1.665×1=1.6651.665×1=1.665 euro
Prezzo di vendita senza IVA: 1.665+1.665=3.3301.665+1.665=3.330 euro
Prezzo finale ivato (IVA 10%): 3.330×1.10=3.6633.330×1.10=3.663 euro, che arrotondiamo a 3.70 euro
I prezzi di vendita suggeriti sono ora di circa 3.70 euro con un ricarico del 100%, con un consumo di 1kg di caffè al giorno.

Cobelli: “Ma non è finita, ho chiesto poi di fare lo stesso calcolo con una miscela più scadente, quelle da 15€/kg e il risultato è stato come segue:”

“Certo, aggiorniamo il calcolo usando 8 grammi di caffè (del resto con una qualità bassa cosa importa il quantitativo di caffè…) per tazzina anziché 9, mantenendo il costo del caffè a 15 euro al chilo. Rifacciamo i conti con il nuovo peso del caffè:

Costo della materia prima per tazzina:
8 grammi di caffè per tazzina da un chilo che costa 15 euro equivale a 81000×15=0.12010008×15=0.120 euro.

Di nuovo il calcolo del costo totale per tazzina con il nuovo costo della materia prima:

Costo materia prima (aggiornato con 8 grammi): 0.120 euro
Costo del personale per tazzina: 0.720 euro
Costo energetico per tazzina: 0.144 euro
Ammortamento attrezzature per tazzina: 0.038 euro
Costo formazione personale per tazzina: 0.012 euro
Costo affitto per tazzina: 0.346 euro
Costo tasse e servizi per tazzina: 0.180 euro
Sommando questi costi:

Nuovo costo totale per tazzina: 0.120+0.720+0.144+0.038+0.012+0.346+0.180=1.5600.120+0.720+0.144+0.038+0.012+0.346+0.180=1.560 euro

Cobelli calcola i prezzi di vendita con un ricarico del 100%:

Con Ricarico del 100%

Profitto (100%): 1.560×1=1.5601.560×1=1.560 euro
Prezzo di vendita senza IVA: 1.560+1.560=3.1201.560+1.560=3.120 euro
Prezzo finale ivato (IVA 10%): 3.120×1.10=3.433.120×1.10=3.43 euro, che arrotondiamo a 3.45 euro

Questi aggiustamenti nel peso del caffè usato per ogni tazzina permettono di ridurre ulteriormente il costo per tazzina, influenzando positivamente il prezzo finale al consumatore, mantenendo gli stessi margini di profitto.

A voi le conclusioni, visto che il caffè “è caro”, dovremmo cominciare a chiederci se stiamo generando debiti o utili, vendendo il caffè a meno di 1,50€ a tazzina.

Grazie AI per avermi aiutato a far capire che il caffè non può costare così poco.”

di Davide Cobelli

Jab Holding (Jde Peet’s), delusa dal caffè, guarda al settore delle assicurazioni

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Jab Holding
Jab Holding Company logo

MILANO – Dal caffè alle assicurazioni: cambiano le strategie e le priorità di Jab Holding, la cassaforte della famiglia tedesca Reimann, che controlla il colosso Jde Peet’s, numero uno mondiale pure play nel settore del caffè e del tè. E che annovera inoltre nel proprio portafoglio Keurig Dr Pepper, il gigante americano del porzionato e del beverage; Espresso House, la più grande catena di caffetterie dei paesi nordici; Caribou Coffee, una delle più importanti catene di caffetterie degli States; Panera Bread, una catena americana di pasticcerie-caffetterie, con oltre 2.000 locali; la catena britannica di fast food Pret, Pret; Krispy Kreme, che vende ciambelle e serve caffè in oltre 30 paesi.

E, ancora, brand della cosmetica e del lusso, come il colosso della profumeria Coty eil brand di scarpe, borse e capi di lusso Bally. E ci siamo limitati – per non perdere troppo tempo – agli asset più importanti, perché la lista potrebbe continuare con decine di brand di consumo, molti di quali molto noti.

Alle merceologie sopra indicate si sono aggiunte, di recente, due nuove categorie: petcare e pet insurance, con investimenti per 5 miliardi di dollari dal 2019 a oggi.

Principale azionista di Jab è la società austriaca Agnaten, sigla che fa capo agli eredi di Albert Reimann, influente e ricchissimo uomo d’affari morto nel 1984 e discendente della famiglia Benckiser, proprietaria della multinazionale inglese Reckitt Benckiser (prodotti per la salute, l’igiene e la nutrizione).

Un portafoglio vastissimo ed ecclettico, dunque, che Jab ha deciso di cominciare a sfrondare dando un taglio ai rami secchi o poco produttivi.

E diversificare privilegiando maggiormente ciò che porta valore a lungo termine. Il cambio di strategia è emerso alla fine dell’anno scorso con l’arrivo del nuovo ceo Joachim Creus al posto del veterano Olivier Goudet, uno dei registi della bulimica campagna campagna acquisti che ha portato nella pancia di Jab la pletora di asset sopra descritti.

Ma la svolta definitiva si è avuta la settimana scorsa, con l’annuncio della creazione di una piattaforma assicurativa globale sotto la guida di Anant Bhalla, veterano del settore esecutivo noto per i suoi metodi piuttosto spregiudicati, che rivestirà il ruolo di chief investment officer.

L’idea è che le solide remunerazioni garantite dagli asset assicurativi siano il bene rifugio ideale per i capitali dei Reimann. “Abbiamo ottenuto un chiaro mandato a diversificare e allargare il portafoglio” ha dichiarato Creus. “Ragioniamo a lunghissimo termine, pensando alle generazioni future della famiglia”.

Jab gestisce attualmente 50 miliardi di dollari di asset, di cui 33 attribuiti ai Reimann. Le scelte strategiche degli ultimi 10-12 anni non ha fatto però l’unanimità all’interno di Jab.

Tanto che Bart Becht – il terzo componente del triunvirato che ha retto le sorti della società assieme al già citato Goudet e a Peter Harf – si è fatto da parte nel 2019 criticando la politica di acquisizioni continue e sostenendo la necessità di concentrarsi maggiormente sul consolidamento del portafoglio.

La dipendenza dal settore dei generi di consumo ha dimostrato tutti i suoi limiti durante la pandemia accelerando il processo di diversificazione verso altri ambiti.

“Quando ci sono forti venti contrari – come è accaduto con il Covid e come sta accadendo adesso con il caffè – l’impatto sulla redditività è immediato” ha spiegato al Ft il nuovo cfo di Jab Frank Engelen. “Il grande vantaggio di diversificare oltre i generi di consumo è quello di poter spalmare meglio il rischio”.

E qualcosa Intanto, più di qualcosa potrebbe cambiare anche per il caffè, un settore considerato strategico.

La quotazione in borsa di Jde Peet’s (2019) e Krispy Kreme (2020) non sono andate benissimo ed entrambi i titoli hanno perso oltre il 30% del loro valore, scrive il FT. Abbastanza per riconsiderare almeno alcune delle scelte sin qui fatte. Intanto, Jab guarda anche a nuove formule. Come ad esempio una serie di fondi “tematici”, che saranno accessibili anche a investitori esterni.

Kevin Maccarinelli conquista la giuria giornalisti di MDEJ 2024: “Questa prova era l’ideale per esprimere la nostra creazione”

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Kevin Maccarinelli durante il servizio

MILANO – Kevin Maccarinelli, dell’IPSEOA Caterina De Medici a Gardone Riviera, in provincia di Brescia, è il ragazzo che si è aggiudicato il primo posto nel Premio giornalisti, presentando una ricetta interessante, profumata, con una ricerca dietro legata fortemente al territorio. Dietro questo giovane e futuro professionista, la spinta del docente Artur Vaso, espertissimo sommelier che ora sta aprendo i suoi ragazzi e il suo istituto sul mondo caffetteria. E ci sta anche riuscendo, a giudicare dai risultati.

È contento di aver vinto questa prova, piuttosto che quella più tecnica?

“Onestamente sì, anche per un discorso mio più personale. Mi piace molto mettere del suo nelle cose che fa, ho una mente particolarmente comunicativa. Questa prova era il contesto ideale per esprimere la nostra creazione, mostrando più me stesso: è un traguardo molto importante.”

La comunicazione è essenziale quando si fa il lavoro del barista, a contatto con il cliente: è una cosa che le viene naturale?

“Mi sono allenato molto sulla preparazione del cocktail per essere più disinvolto nella parte pratica e così poter dare spazio alla parte più comunicativa. Ma effettivamente la parlantina è una mia caratteristica naturale.”

Artur Vaso a sinistra, con il suo allievo Kevin Maccarinelli

Ci sono cose che non è riuscito a raccontare alla giura e che invece terrebbe a condividere?

“In effetti mi sono un po’ trattenuto per non strafare. Ma magari avrei voluto evidenziare maggiormente la correlazione tra Goethe e il nostro territorio, valorizzare ancora di più gli ingredienti del nostro territorio. Quello che ha dato il tocco in più al cocktail è stata la spolverata di scorza di limone finale, che ha conferito quell’aromaticità che invoglia e dà l’impatto agrumato che desideravamo.”

Quanto tempo avete impiegato a realizzare la ricetta?

“E’ un’idea su cui abbiamo cominciato a pensare con la ricerca, durata due-tre mesi, a partire da quando ci hanno comunicato di essere tra i finalisti. È stato un lavoro intenso”.

Il caffè nel suo cocktail che ruolo ha?

La ricetta che ha vinto, ispirata a Goethe

“Fa da amalgama, da ponte, tra gli agrumi e la bevanda vegetale che di per sé è stato un ingrediente difficile da inserire in un cocktail, soprattutto quella a base d’avena che ha un sapore particolare. Quindi il caffè concorda gli agrumi con il sapore dell’avena, rimanendo comunque protagonista.”

Anche lei ha un’idea di un suo locale in cui servire questo cocktail?

“Non so ancora se questa sarà la mia unica strada professionale. Potrei anche aprirmi ad altri settori, come il bartending che mi permetterebbe di innovare, dove tutto è possibile al di là della caffetteria esclusiva.

Poi per quanto riguarda l’inserimento di un cocktail di questo genere, non c’è ancora in Italia la cultura del cocktail al caffè esclusi i grandi classici. Eppure penso che possa funzionare, magari abbinandoli al proprio territorio, a un’idea letteraria, promuovendoli: una volta fatto conoscere, un drink si vende da solo.”

Maccarinelli, quindi per lei questa esperienza è riuscita?

La consiglierei a tutti. Mi ha fatto vedere un mondo che non conoscevo, e mi ha fatto riscoprire la caffetteria: sono un grande amante del caffè ma sulle preparazioni non mi sentivo particolarmente stimolato. Dal punto di vista personale ho imparato come reagisco all’ansia, all’inserimento all’interno di un gruppo più ampio e differente.

Kevin Maccarinelli all’illycaffè Ponterosso

Quindi mi ha fatto riscoprire me stesso, la mia capacità di interagire con altri concorrenti. Mi ha lasciato molto e sarebbe importante che scuole come la mia insistesse su questa via. E’ un’opportunità per i ragazzi per mettersi davvero in gioco a partire dalle prime selezioni.

Il divario ovviamente in termini di attrezzature è innegabile, ma la mia scuola si è impegnata sempre e in tutto a fornirmi macchine il più possibile adeguate e agevolarmi. Un grazie grande va al mio docente, naturalmente.”

Starbucks Reserve Roastery: oltre 6000 presenze per il lancio dei due caffè ispirati a Milano

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Starbucks Milano Sole e Starbucks Milano Luna (immagine concessa)

MILANO – Martedì 21 maggio, la Starbucks Reserve Roastery Milano ha presentato Starbucks Milano Sole e Starbucks Milano Luna le nuove limited edition ispirate alla cultura milanese del caffè, dell’arte e del design e una celebrazione alla tradizione della tostatura di Starbucks.

Starbucks Milano Sole e Starbucks Milano Luna – disponibili in esclusiva fino al 3 giugno solo presso la Starbucks Reserve Roastery Milano – provengono dalla stessa miscela, ma vengono tostati in due modalità differenti che presentano note di sapore distintive, e portano in vita la dualità tra innovazione e tradizione, tra chiaro e scuro, tra giorno e notte.

La presentazione di Starbucks Milano Sole e Milano Luna

Questa dualità è stata l’ispirazione dell’evento aperto al pubblico che ha richiamato 6000 persone presso la Starbucks Reserve Roastery Milano che per l’occasione ha offerto agli ospiti esperienze immersive ispirate da caffè, arte e musica mettendo in mostra il contrasto tra chiaro e scuro, giorno e notte.

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La presentazione di Starbucks Milano Sole e Starbucks Milano Luna tra arte e cultura (immagine concessa)

All’interno della Roastery, i clienti hanno avuto la possibilità di interagire con un’installazione digitale dinamica che reinterpretava il processo di tostatura del caffè grazie a una suggestiva animazione tridimensionale, mentre due partner (dipendenti) della Starbucks Reserve Roastery in veste di dj hanno accompagnato le diverse esperienze per la durata di tutta la giornata.

La postazione dj (immagine concessa)

Per i visitatori era anche presente un Digital Booth per creare contenuti esclusivi per i canali social.

L’evento ha riscosso un enorme successo:

  • Sono stati serviti oltre 9000 assaggi di Starbucks Milano Sole e Starbucks Milano Luna
  • È stato un testa a testa nelle preferenze espresse dai visitatori che si sono divisi quasi equamente tra Starbucks Milano Sole e Starbucks Milano Luna, leggermente più apprezzata la tostatura più chiara.
  • 6000 persone si sono avvicendata nel corso della giornata a visitare la Starbucks Reserve Roastery Milano per interagire con le installazioni
  • Sono stati 360 i minuti di musica ininterrotta, suonata di partner DJ
  • Una superficie di circa 60 metri quadrati di Murales realizzati dagli artisti milanesi Orticanoodles che si sono lasciati ispirare dal contrasto e dalla complementarietà tra chiaro e scuro, esattamente come il giorno e la notte.
  • 60 TikTok video realizzati nel booth digitale

I due nuovi caffè, in edizione limitata e speciale, prendono ispirazione dalla vibrante scena culturale artistica e del design di Milano, e affondano le radici nella tradizione delle caffetterie di quartiere della città – che ha ispirato la creazione di Starbucks oltre 40 anni fa – combinandosi con la lunga esperienza di Starbucks nella tostatura.

Dal 21 maggio per un periodo limitato fino al 3 giugno, sarà possibile degustare e acquistare in esclusiva i due caffè presso la Starbucks Reserve Roastery Milano.

I clienti che visiteranno la Roastery fino al 26 maggio, inoltre, potranno provare i due caffè in ricette artigianali in edizione limitata come Starbucks Milano Luna Caramel Macchiato, Starbucks Milano Sole Iced Brown Sugar Oatmilk Shaken Espresso, o optare per una degustazione che prevede entrambe le tostature estratte a caldo, con il sistema Clover Brewed , o a freddo, con la tecnica cold-brew.

Starbucks inaugura a Napoli e crea 30 nuovi posti di lavoro

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L'esterno del nuovo Starbucks nella Galleria Umberto I di Napoli (immagine concessa)

NAPOLI – Inaugura il 23 maggio, nella suggestiva cornice della Galleria Umberto I di Napoli, il secondo store Starbucks della Campania. Il negozio, aperto in partnership con Percassi, partner licenziatario esclusivo del brand in Italia, è il 38° in Italia e porta con sé 30 nuovi posti di lavoro. Ogni partner (dipendente) sarà seguito lungo tutto il percorso professionale grazie a un’offerta di corsi di formazione e aggiornamento.

Napule è mille culure, un concentrato di vita e tradizione. La cultura italiana del caffè è stata l’ispirazione per l’iconica esperienza Starbucks iniziata 40 anni fa e il nuovo store Starbucks sorgerà proprio nel cuore di uno dei più importanti fulcri della tradizione e dell’artigianato del caffè dell’Italia.

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Gli esterni del nuovo store a Napoli (immagine concessa)

Progettato con rispetto per integrarsi nel centro storico di Napoli, patrimonio mondiale dell’Unesco, all’interno della Galleria Umberto I il negozio accoglierà sotto le volte in vetro della struttura cittadini locali e turisti.

La posizione strategica dello store permette inoltre di raggiungere in pochi minuti i punti nevralgici della città, come Piazza del Plebiscito, l’Università Federico II e i Quartieri Spagnoli.

Ogni cliente potrà assaporare la gamma completa dell’inconfondibile menù Starbucks, dall’iconico Frappuccino fino all’intramontabile espresso, passando per le imperdibili proposte stagionali e i grandi classici.

L’interno del punto vendita (immagine concessa)

Per chi predilige una pausa più sostanziosa, Starbucks offre anche un’ampia scelta di prodotti dolci e salati, tra i quali bagel, prodotti da forno e dessert, preparati con ingredienti appetitosi e di qualità.

Articolato su due piani e sviluppato lungo poco meno di 300 metri quadri, lo store è uno dei più grandi Starbucks in Italia. Gli interni del negozio sono caratterizzati da soffitti molto alti, elementi di arredo di design e artwork a tema faunistico per conferire carattere all’ambiente.

Gli interni del negozio (immagine concessa)

Lo store è distribuito in ambienti separati, con un accogliente bar per rifocillarsi in compagnia, e più riservate aree lounge e caffè.

Matteo Morandi, ceo di Starbucks Italy, ha commentato: “Siamo orgogliosi di portare l’offerta di Starbucks in una città vitale e piena di energia come Napoli, la cui tradizione culinaria e culturale attira ogni anno centinaia di migliaia di turisti. Il nostro arrivo in Campania avviene nel massimo rispetto del territorio e delle risorse che collaborano con noi, con la valorizzazione del patrimonio architettonico di ogni store e l’erogazione di corsi di formazione per ciascun dipendente”.

Lo store dall’alto (immagine concessa)

Morandi aggiunge: “La partnership tra Starbucks e Percassi ha portato negli anni il brand della sirena verde in siti suggestivi e contesti diversificati. Il nostro percorso prosegue all’insegna di un più ampio progetto di espansione, che prevede ancora nuove sorprese e aperture entro la fine dell’anno”.

Indirizzo: Galleria Umberto I, 80132, Napoli Orari: lunedì-domenica dalle 7.00 alle 21.00

La scheda sintetica di Starbucks Coffee Company

Dal 1971, Starbucks Coffee Company è impegnata nell’approvvigionamento etico e nella torrefazione di caffè Arabica di alta qualità. Con oltre 33.000 negozi in tutto il mondo, oggi Starbucks è il primo torrefattore e rivenditore di specialità caffearie al mondo. Grazie al suo impegno costante per l’eccellenza e i suoi valori, Starbucks porta l’unicità dell’experience nella vita di tutti i clienti attraverso ogni singolo caffè. Per condividere l’esperienza basta cliccare qui.

La scheda sintetica di Percassi

Percassi è una società le cui attività comprendono lo sviluppo e la gestione di reti commerciali in franchising di importanti marchi (come Gucci, Armani Exchange, Saint Laurent, Nike, Jordan, Victoria’s Secret, Bath&Body Works, LEGO, Garmin in ambito fashion-beauty e consumer, e Starbucks nel food).

Percassi è anche attivo nella gestione di brand propri (KIKO Milano, Womo e Bullfrog nel settore della cosmetica, Atalanta in ambito sportivo, Da30Polenta nel food). Percassi opera anche in ambito real estate per la realizzazione di importanti progetti immobiliari nel settore commerciale e direzionale. Per ulteriori informazioni basta cliccare qui.