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lunedì 25 Novembre 2024
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Fipe: il clima di fiducia sotto il 100 a quota 87,6 nel 1° trimestre 2024

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(dati concessi)

ROMA – Il clima di fiducia scende nuovamente sotto la soglia 100 dopo oltre un anno. Si attesta a quota 87,6, nel I trimestre 2024. I giudizi sulle prospettive di breve termine sono segnati da incertezza. Leggiamo di seguito la nota informativa del Centro Studi della Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi.

Le performance economiche (a seguito del lockdown non è stata effettuata l’analisi sul II trimestre 2020)

Le valutazioni sul primo trimestre sono caratterizzate da un segno negativo dei saldi. Il saldo grezzo delle risposte relativo all’intero comparto segna -5,6%, in flessione rispetto al 2023. Peggiore la situazione sulle performance delle singole imprese dove il saldo registra -19,4%.

Fipe: la clientela

I giudizi sull’andamento dei flussi di clientela sono in linea con quelle sul fatturato. Il saldo perde quarantuno punti rispetto a quanto rilevato nel 2023.

I costi

I costi di approvvigionamento e di vendita vengono dati in leggera flessione. I giudizi sulla dinamica dei prezzi delle materie prime registrano un decremento nei saldi delle risposte del 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2023, mentre sui prezzi di vendita il decremento dei saldi è del 24%.

L’occupazione

 Le valutazioni sulla dinamica dell’occupazione nel I trimestre sono sostanzialmente stabili (+0,9%) ma nel confronto con il 2023 il saldo è inferiore di 8,7 punti.

Le aspettative

Le aspettative per il II trimestre 2024 sono caratterizzate da un cauto ottimismo. Atteso un ulteriore rialzo dei listini.

Il clima di fiducia

L’indicatore sintetico del clima di fiducia nel I trimestre scende a 87,2 e si riposiziona sugli stessi livelli del III trimestre 2023.

(dati concessi)

Dersut Caffè si trasferisce nella nuova sede a Conegliano in Via San Giuseppe 46

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La sede Dersut (immagine concessa)

CONEGLIANO (Treviso) – Dersut comunica che sono terminati i lavori per la realizzazione della nuova sede aziendale: un moderno stabilimento articolato in tre corpi, architettonicamente differenziati, che consentirà di dedicare i giusti spazi a tutte le aree aziendali, dalla produzione agli uffici, dal settore commerciale al settore della formazione.

La nuova sede di Dersut

La storica sede di Via Tiziano Vecellio non consentiva, infatti, di ampliarsi ulteriormente e l’azienda, in costante crescita e sviluppo, necessitava di nuovi spazi.

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Da sinistra: Lara, Giorgio e Giulia Caballini (immagine concessa)

Un cantiere di oltre 31 mila metri quadrati, iniziato nel 2022, per un ambizioso progetto: migliorare l’efficienza del lavoro e della produttività e stimolare nuove idee per la sostenibilità e per il riuso dei materiali.

La costruzione della nuova sede è stata l’opportunità per valorizzare, a beneficio anche del territorio e della comunità, l’intera area localizzata in prossimità di altre realtà commerciali e produttive, che, al momento dell’acquisto da parte di Dersut, si presentava come una campagna abbandonata; sono state, infatti, realizzate anche importanti opere di urbanizzazione, come un percorso ciclopedonale, un’area adibita a parcheggio pubblico con postazioni per la ricarica delle auto elettriche, un parco verde ed uno spazio attrezzato per lo sgambamento dei cani di prossima cessione al Comune.

Il logo dell’azienda (immagine concessa)

In un’ottica di sostenibilità ambientale, tenuta sempre in grande considerazione dall’azienda, sono stati installati c.a. 280kW di pannelli fotovoltaici per alimentare uffici e produzione.

I lavori, però, non sono ancora finiti: il progetto prevede anche la realizzazione di una serra didattica per la coltivazione di piante di caffè e la ristrutturazione della vecchia casa colonica presente all’interno dell’area per trasferirvi il celebre Museo del caffè; in attesa del trasferimento il Museo resterà nella vecchia sede di Via Tiziano Vecellio, aperto, come sempre, a gruppi e comitive, su prenotazione.

La famiglia Caballini di Sassoferrato, con un po’ di nostalgia, saluta la sede storica, che lascia dopo ben 70 anni, ed è pronta a portare avanti la passione per il caffè con questa nuova avventura.

Il design dell’azienda (immagine concessa)

Dalla prossima settimana l’azienda sarà, infatti operativa nella nuova sede di Via San Giuseppe 46, sempre a Conegliano, città alla quale la famiglia è da sempre fortemente legata e nella quale ha voluto fermamente restare. Non è un caso che i colori giallo e blu del gonfalone e della bandiera della città siano anche quelli del logo della storica e rinomata torrefazione coneglianese.

Milano: apre Minuto Bauli con i pandori farciti tutto l’anno

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Minuto Bauli a Milano (immagine concessa)

A Milano, in piazza Beltrade 2, a pochi passi dal Duomo, apre la pasticceria e caffetteria Minuto Bauli. La specialità dello store sarà proprio il Minuto, un piccolo pandoro realizzato dai pasticceri Bauli. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Milano Today.

La pasticceria e caffetteria Minuto Bauli a Milano

MILANO – Bauli apre in centro a Milano Minuto Bauli, pasticceria e caffetteria che offre ai clienti il Minuto, uno speciale formato di pandoro in miniatura realizzato dai pasticceri Bauli e farcito al momento. Per la realizzazione dei Minuti servono pochi ingredienti, ma ben due giorni di lavorazione.

All’interno del nuovo negozio Bauli, che si trova in piazza Beltrade 2 a Milano a due passi dal Duomo, sono presenti i forni di lievitazione e cottura a vista. I Minuti vengono sfornati davanti al cliente e offerti direttamente caldi. Ogni dolce può essere farcito con diverse tipologie di crema e granella, mangiato direttamente in negozio dove sono stati inseriti alcuni tavoli con sedie, oppure portato via.

In occasione dell’inaugurazione della pasticceria vicino via Torino, Enrico Bauli ha raccontato a MilanoToday che il Minuto Bauli di piazza Beltrade è il primo di questo format ad aprire nel centro di una città. Scegliendo proprio Milano.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

Fairtrade International presenta il report sulle filiere del cacao in Costa d’Avorio, Sierra Leone e Ghana

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Novità per il mondo Fairtrade

PADOVA – Fairtrade International diffonde la quarta edizione del rapporto di monitoraggio del programma per il cacao dell’Africa Occidentale (WACP), un documento che fa il punto sull’omonimo programma attivato da Fairtrade nel 2016 e che mira a offrire ai coltivatori di cacao strumenti per migliorare la loro attività.

Il programma si concentra sulla formazione e sui servizi alle organizzazioni agricole specialmente negli ultimi anni, in cui l’industria del cacao ha visto numerose sfide acuirsi. Il cambiamento climatico, il fenomeno meteorologico El Niño, che ha generato grosse perdite in agricoltura, il numero di alberi malati in aumento, la competizione per il lavoro della terra rispetto ad altre attività economiche più redditizie, come l’estrazione illegale di oro, stanno ponendo grosse minacce al settore.

Il rapporto Fairtrade International sul cacao

Anni e anni in cui i coltivatori di cacao sono stati retribuiti meno dei costi di produzione hanno ridotto la loro capacità di rispondere a queste problematiche. In questo frangente Fairtrade ha sostenuto una significativa crescita nella formazione dei soci delle organizzazioni agricole in Costa d’Avorio, Ghana e Sierra Leone: nel 2023, un totale di 48.876 partecipanti, di cui 11.812 erano donne, il 24 percento, con un aumento del 22 percento rispetto ai dati raccolti nel 2022.

L’aumento riflette il successo di un approccio “a cascata”: Fairtrade Africa forma un gruppo di responsabili delle cooperative e agricoltori, i quali portano poi le nozioni acquisite nelle proprie organizzazioni e comunità per replicare autonomamente i moduli di formazione. In questo modo si accresce il numero dei beneficiari, consolidando le competenze all’interno delle organizzazioni.

Gli argomenti chiave della formazione sono diritti umani e dovuta diligenza ambientale, deforestazione, tracciabilità e trasparenza. I moduli sono specificamente progettati per il contesto del cacao dell’Africa occidentale e vengono regolarmente aggiornati.

Oltre a un’analisi approfondita della formazione, del supporto tecnico, del peer-to-peer learning e delle vendite per le piccole organizzazioni di coltivatori, il rapporto si è concentrato anche su programmi e case study.

Ad esempio la Fairtrade Young Cooperative Managers Academy, attiva in Ghana e Costa d’Avorio, che fornisce ai giovani competenze imprenditoriali attraverso incarichi pratici, formazione e affiancamento. Dwomor Boahene, membro dell’Asunafo North Cooperative Union, ha definito l’Accademia “un’esperienza che cambia la vita”. Oltre ad essere stato eletto membro del Consiglio di Sorveglianza/Comitato di Controllo all’interno della sua organizzazione, Dwomor ha formato le donne nelle comunità circostanti in modo che possano gestire le proprie piccole imprese e aprire conti di risparmio.

Un altro programma attivo in Costa d’Avorio è la Women’s School of Leadership (WSOL), un percorso di formazione che vuole migliorare le competenze di leadership di base delle donne e l’applicazione delle disposizioni sui diritti umani in materia di questioni di genere. L’iniziativa sta mostrando segni di grande progresso. Dal 2017, 205 laureate e laureati hanno condiviso le loro conoscenze e competenze con oltre 10.000 membri della comunità.

Alla Women’s School of Leadership gli studenti e le studentesse affrontano temi come lo sviluppo personale, il genere, la leadership, la diversificazione dei redditi, la gestione dei progetti, la negoziazione strategica, la gestione finanziaria e l’imprenditorialità. Dora Atiiga, laureata della WSOL, Kukuom Union, ha capito il suo ruolo di donna nella sua famiglia e nella sua comunità: nella cittadina di Asibrem non c’era un asilo per i bambini e quindi ha deciso di aprirne uno con le conoscenze e le competenze apprese alla WSOL.

Avviando questa scuola, Atiiga ha aiutato ad alleviare il carico di cura sui genitori della sua comunità. L’iscrizione alla scuola è aumentata da 14 bambini e due membri del personale ai 110 bambini e sei membri del personale.

Fairtrade ritiene che le cooperative abbiano un ruolo cruciale nella sostenibilità e nella crescita del settore del cacao. Perché ciò accada, è importante che gli agricoltori che appartengono alla cooperativa partecipino e ne abbiano fiducia.

Nel 2023, il 99 percento degli agricoltori ghanesi intervistati e il 92 percento degli agricoltori ivoriani pensavano di poter esprimere liberamente il loro pensiero nella loro cooperativa.

Con la crescita positiva e progressiva del WACP, Fairtrade continuerà ad affiancare le piccole organizzazioni agricole sul campo in attesa delle nuove richieste normative del Regolamento sulla Deforestazione dell’UE e della Dovuta Diligenza sui diritti umani e ambientali. Anche grazie alla partnership con l’azienda del settore Satelligence, che fornirà alle cooperative accesso ad analisi di rischio di deforestazione di alta qualità.

I dati per il rapporto WACP sono stati raccolti attraverso interviste con la direzione delle piccole organizzazioni produttrici e interviste a livello familiare con i loro soci.

La scheda sintetica di Fairtrade

Fairtrade è un grande movimento internazionale per la sostenibilità, i diritti umani e ambientali e una famiglia di Marchi di Certificazione. I marchi si trovano su prodotti come caffè, cacao, banane, ananas, tè coltivati o realizzati a condizioni che migliorano la qualità di vita degli agricoltori in Asia, Africa e America Latina. Fairtrade assicura un prezzo stabile alle organizzazioni agricole, il Prezzo Minimo Fairtrade, che permette di coprire i costi medi di una produzione sostenibile.

Inoltre, le organizzazioni ricevono una somma aggiuntiva, il Premio Fairtrade, per attivare progetti di interesse per le comunità agricole ad esempio per potenziare le tecniche produttive, acquistare mezzi o prodotti per l’agricoltura, costruire strade e infrastrutture, coprire spese per l’istruzione dei bambini e delle bambine, costruire ambulatori medici, pozzi per l’acqua potabile a beneficio delle loro comunità.

Complessivamente Fairtrade nel mondo rappresenta 1,9 milioni di agricoltori in 75 paesi. Parallelamente, sugli scaffali di negozi e supermercati di oltre 150 paesi nel mondo sono in vendita più di 30.000 prodotti finiti a marchio Fairtrade. Fairtrade International è l’organizzazione capofila del network. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

La scheda sintetica di Fairtrade Italia

Fairtrade Italia rappresenta i Marchi di Certificazione Fairtrade nel nostro paese dal 1994. Lavora in partnership con le aziende italiane, le supporta nell’approvvigionamento di materie prime certificate e nel consolidamento delle filiere dove sono stati rispettati i diritti dei lavoratori e dell’ambiente.

Attualmente in Italia sono in vendita circa 2.400 prodotti Fairtrade e il valore delle vendite di prodotti con almeno un ingrediente Fairtrade è di 580 milioni di euro. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Iiac rafforza la posizione in Cina ed è ospite d’onore della Free Trade Zone di Kunshan

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Cerimonia di consegna della menzione speciale da parte di Iiac al governo di Kunshan. Da sinistra: Chen Liyan, sindaca di Kunshan, Zhou Wei, segretario del Communist Party of China (CPC), Carlo Odello, presidente Iiac, Jerry Weng, presidente del Coffee And Beverage Committee of China - National Food Industry Association (immagine concessa)

KUNSHAN – Iiac – International institute of coffee tasters è stato ospite d’onore delle autorità cinesi della Free Trade Zone di Kunshan, cuore produttivo dell’industria del caffè cinese. Nella Free Trade Zone di Kunshan è infatti importato il 60% del caffè verde destinato al mercato cinese e prodotto il 60% del caffè tostato per il mercato nazionale.

Iiac ha consegnato il 16 maggio scorso alle autorità del governo di Kunshan la menzione speciale di “Capital of the International Coffee Industry” nell’ambito della cerimonia di apertura di Cofair 2024.

Il riconoscimento mira a rafforzare i legami tra Iiac e i vertici della Free Trade Zone di Kunshan in cui hanno sede aziende primarie del settore tra cui Starbucks, Luckin Coffee, Yizheng e Zhenjin. La Free Trade Zone di Kunshan si pone peraltro in una posizione strategica tra le città di Shanghai e di Suzhou.

“Il riconoscimento di Iiac alla città di Kunshan sottolinea la visione integrata delle autorità di Kunshan per sostenere lo sviluppo dell’industria del caffè cinese fornendo a quest’ultima condizioni favorevoli grazie alla Free Trade Zone di Kunshan – ha dichiarato Carlo Odello, presidente Iiac – E’ inoltre un ulteriore tappa nel rapporto che ci lega all’industria cinese del caffè e alle autorità del governo che stanno lavorando in sinergia con questa”.

Da quest’anno Iiac ha rafforzato la propria presenza con un proprio team dedicato di specialisti basati a Shanghai e una rete di formatori a livello nazionale che include professionisti cinesi di spicco. “Grazie alla nostra presenza fissa e in loco lavoriamo sul mercato cinese quotidianamente, essendo in grado quindi di sostenere lo sviluppo dell’industria tramite il nostro know-how trentennale – ha continuato Odello – Questo ci pone in una posizione assolutamente privilegiata perché non abbiamo intermediari ma possiamo osservare direttamente l’evolversi della situazione e sviluppare le nostre attività in modo più efficace e veloce”.

Secondo diverse stime il valore del mercato cinese del caffè potrebbe attestarsi nel 2024 a circa 30 miliardi di dollari, mentre il numero dei coffee shop avrebbe raggiunto 50.000 unità in tutto il paese.

“Il mercato cinese è particolarmente complesso perché vicino alle grandi catene, prima tra tutte Luckin Coffee con più di 16.000 locali, convivono migliaia di locali indipendenti. Senza dimenticare l’importanza assoluta dell’e-commerce, a cui le aziende dedicano una parte importante delle loro risorse umane e tecnologiche, e i segmenti ready-to-drink e instant coffee – ha commentato Odello – C’è sicuramente spazio e interesse anche per i marchi italiani a patto che comprendano a fondo le esigenze di un mercato molto distante da ciò a cui siamo abituati in Italia e si pongano in un’ottica estremamente dinamica”.

La scheda sintetica di Iac – International institute of coffee tasters

Iiac – international institute of coffee tasters è un’associazione senza fini di lucro che vive delle sole quote sociali. È stato fondato nel 1993 con l’obiettivo di mettere a punto e diffondere un metodo scientifico per l’assaggio del caffè.  Dalla sua fondazione IIAC ha svolto centinaia di corsi ai quali hanno partecipato 13.000 allievi da più di 40 paesi nel mondo.

Il manuale Espresso Italiano Tasting, edito in italiano e in inglese, è stato tradotto in spagnolo, portoghese, tedesco, francese, russo, giapponese, cinese, coreano e tailandese. IIAC è dotato di un importante comitato scientifico che pianifica la ricerca per garantire l’innovazione del settore: ne fanno parte docenti universitari, tecnici e professionisti. Ha inoltre filiali dirette in Cina, Corea e Giappone. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Palermo Coffee Festival: torna l’evento dedicato agli specialty coffee, al vino e all’olio, 01/06

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Il ritorno del Palermo Coffee Festival (immagine concessa)

PALERMO – Torna il Palermo Coffee Festival, la prima manifestazione in Italia interamente dedicata al mondo degli specialty coffee e alle filiere sostenibili del caffè, dell’olio e del vino, giunta quest’anno alla seconda edizione. Appuntamento sabato 1 giugno, dalle 10 alle 18 all’Orto Botanico di Palermo. Il festival è organizzato da Morettino, in collaborazione con CoopCulture e Orto botanico di Palermo.

Tra i viali dell’Orto botanico in scena circa 50 espositori selezionati tra le migliori micro roastery d’Italia, cantine vinicole siciliane e produttori di olio Evo. Al loro fianco presenti artigiani produttori di farine da grani antichi, di frutti tropicali, di tè e tabacco, di piante aromatiche officinali, di distillati siciliani fino al Cioccolato di Modica, che si ritroveranno insieme per raccontare una storia inedita di Sicilia, un’occasione unica per condividere idee e visioni con i veri protagonisti di tali intuizioni, in un teatro naturale di straordinaria bellezza come l’Orto botanico.

Il Palermo Coffee Festival

Lo scopo del Palermo Coffee Festival è quello di creare e diffondere cultura del caffè, bevanda tanto diffusa in Italia quanto poco conosciuta e valorizzata, mettendola a confronto con le filiere del vino e dell’olio, che grazie alla dedizione dei produttori e alla loro opera di divulgazione nel tempo, sono riusciti a creare consapevolezza e curiosità attorno ad esse.

Tante le similitudini tra il mondo del caffè, in particolare quello degli Specialty Coffee, micro lotti d’altura di caffè selezionati e di altissima qualità, e quelli del vino e delle produzioni agricole che saranno al centro del festival.

Il tema della seconda edizione del festival è “La Sicilia inedita”, fatta da visionari e coraggiosi produttori che hanno creduto nella nostra terra scommettendo su nuove colture o riscoprendo quelle perdute, valorizzandole e raccontandone l’identità. Da questa visione nasce il progetto sperimentale di coltivazione del caffè nativo siciliano, portato avanti da Morettino in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Palermo e l’Orto botanico, che sarà uno dei temi trattati durante l’evento.

“Siamo davvero entusiasti di poter realizzare la seconda edizione del Festival – racconta Andrea Morettino, quarta generazione della storica famiglia di torrefattori – che abbiamo voluto dedicare alla “Sicilia inedita”, secondo una visione che parte dalla sua straordinaria biodiversità e dalle sue profonde radici, ma che vuole guardare al suo futuro. La Sicilia è una terra unica che continua ad ispirarci ed a sorprenderci. Il caffè? Un simbolico momento di incontro, di dialogo e di piacere, che va gustato con il giusto tempo e la giusta consapevolezza”.

Andrea Morettino (immagine concessa)

Il festival è inserito nel calendario ufficiale degli eventi dell’Orto Botanico e di CoopCulture, che per l’occasione hanno creato un biglietto speciale per la visita del sito di 5 euro, ridotto rispetto alla normale tariffa di ingresso all’Orto botanico, che permetterà la partecipazione gratuita all’evento e la visita agli splendidi giardini. E’ possibile acquistare il biglietto online sul sito di CoopCulture o il giorno del festival in biglietteria.

Le masterclass

“Etica Slow Food, le coltivazioni di caffè in Sicilia e il clima che cambia” sarà il tema della masterclass dedicata alle filiere sostenibili del caffè e ai progetti della Slow Food Coffee Coalition, che apre la seconda edizione del Palermo Coffee Festival, alle 10.30 nell’area Ficus Magnolia. Si confronteranno Andrea Morettino, Erminia Nodari della Slow Food Coffee Coalition e Andrej Godina, tra i massimi esperti di Specialty Coffee in Italia e curatore della Guida del Camaleonte.

A seguire, dopo il grandissimo successo riscontrato nella prima edizione, tornano le masterclass di confronto caffè-vino, per esplorare le similitudini sensoriali tra le due bevande, in degustazioni uniche nel loro genere mai svolte prima in Italia. A guidarle sarà uno tra i principali esperti di vino in Sicilia: Luigi Salvo, sommelier AIS e giudice nei concorsi internazionali. Al suo fianco Andrej Godina, che condurrà i partecipanti nel confronto tra gli aromi del vino e quelli del caffè, e Arturo Morettino. Appuntamento alle 12 e alle 15, sempre nell’Area Ficus Magnolia.

La masterclass di caffè e vino (immagine concessa)

Si conclude alle 17 con una masterclass imperdibile: “Distillazione live del London Dry Gin siciliano”, guidata da Giuseppe La Fauci, maestro distillatore di Distilleria Giovi che, armato di alambicco, illustrerà tutti i passaggi nella creazione del Gin dalla materia prima al distillato.

La partecipazione alle masterclass è gratuita, ma riservata ad un numero limitato di persone, per cui è necessario prenotarsi sul sito palermocoffeefestival.it. Solo una email di risposta confermerà l’avvenuta prenotazione.

Educational e live show

Spazio anche ai Live Show e agli Educational. Nella Coffee Arena, dalle 10 alle 18, Sca Italy, l’associazione no profit con sedi in tutto il mondo che promuove la cultura degli Specialty Coffee, organizza “Coffee Boom”: giochi, quiz e momenti di approfondimento per imparare a dare il giusto valore al caffè che beviamo.

Alle 17 Andrej Godina e il team della Guida delle torrefazioni d’Italia inviteranno i partecipanti a scoprire tutti gli aromi contenuti in una tazza di caffè, con il “Gioco della Ruota degli Aromi”.

Durante tutta la giornata poi sarà possibile assistere ai Live show di due big del mondo del caffè: Federico Pinna, Campione italiano Barista 2024, e Matteo Beluffi, Campione italiano Latte Art e Brand Ambassador Alpro.

Si parlerà anche di Olio Evo con l’educational a cura della giornalista Maria Antonietta Pioppo, Wine master sommelier e Degustatrice ufficiale di olio Evo, con “Scopri la cultivar” e “Indovina l’intruso”, alle 11 nell’aria dei banchi di assaggio.

Alle 12 il Live show del maestro gelatiere Antonio Cappadonia, con la degustazione del gelato artigianale al caffè biologico Morettino.

I laboratori

L’educazione alla sostenibilità inizia fin da piccoli. Al Palermo Coffee Festival tornano i laboratori di Orto Capovolto, che alle 11 e alle 16 insegneranno ai bimbi a disegnare usando il caffè e a coltivare le carote sfruttando i benefici dei fondi di caffè. Il ticket per i laboratori può essere acquistato online sul sito di CoopCulture.

 L’Orto botanico e la visita al campo sperimentale del caffè

Icona del patrimonio storico culturale di Palermo, l’Orto botanico è un luogo unico al mondo. Dieci ettari di giardini tropicali nel cuore della città, con oltre 12 mila specie botaniche provenienti da tutto il mondo, che nel tempo sono riuscite ad adattarsi al clima siciliano. Qui, negli storici Giardini Coloniali agli inizi del Novecento le prime sperimentazioni di coltivazioni del caffè, che oggi a distanza di 120 anni si è deciso di riprendere en plein air, grazie alla collaborazione tra Orto Botanico, Università di Palermo e la torrefazione Morettino che da anni porta avanti il progetto della piantagione sperimentale di caffè in Sicilia. Durante l’evento sarà possibile visitare i giardini botanici, ammirare le storiche piante di Coffea Arabica alte oltre 3 metri e custodite nella Serra Carolina, e il Campo sperimentale del caffè che ospita 25 piante di Coffea Arabica.

Il programma

Coffee arena – piazzale Ucria

10 – 18 | Coffee Boom: giochi, quiz e momenti di approfondimento per imparare a dare il giusto valore al caffè che beviamo con Sca Italy

10 – 18 | Live show Vegan Latte Art con Matteo Beluffi, Campione italiano Latte Art e Brand Ambassador Alpro

Banchi di assaggio – Viale centrale

10 – 18 |Walk around tasting nelle aree Caffè, vino, olio e altre eccellenze

10 – 18 | Live show da Bugan Coffee con Federico Pinna, Campione italiano Barista

11 | Olio Evo Educational con Maria Antonietta Pioppo: “Giocando con le cultivar: trova l’intruso”

12 | Live show Antonio Cappadonia – degustazione del gelato artigianale al caffè biologico Morettino

17 | Live show con La Guida del Camaleonte “Gioco della Ruota degli Aromi”

Coffee masterclass – Area Ficus Magnolia

10.30 | Masterclass “Etica Slow Food, le coltivazioni di caffè in Sicilia e il clima che cambia”. Dibattito e degustazione di caffè della Slow Food Coffee Coalition con Andrea Morettino, Erminia Nodari (Slow Food Coffee Coalition) e Andrej Godina (Caffesperto)

12| Masterclass Caffè e vino a confronto: Degustazione sensoriale con Luigi Salvo (AIS Sicilia), Andrej Godina e Arturo Morettino.

15 |Masterclass Caffè e vino a confronto: Degustazione sensoriale con Luigi Salvo (AIS Sicilia), Andrej Godina e Arturo Morettino.

17 | Masterclass “Distillazione live del London Dry Gin siciliano. Conduce Giuseppe La Fauci, maestro distillatore Distilleria Giovi”

Kids coffee lab – aula didattica

11 | Laboratorio per bambini a cura di Orto Capovolto: Coffee Painting. Laboratorio artistico-creativo per creare un acquerello utilizzando i fondi di caffè (età 2+)

16 | Laboratorio per bambini a cura di Orto capovolto: Per fare un Orto…Laboratorio di orticultura creativa per imparare a coltivare le carote grazie ai benefici dei fondi di caffè (età 5+)

Cioccolato di Modica: in Sicilia potrebbe arrivare l’impianto per la produzione di pasta amara di cacao

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Le fave di cacao (Pixabay licensed)

A causa dei fenomeni speculativi legati al mondo finanziario ed ai meccanismi che stabiliscono il valore delle merci del cacao, prende corpo la possibilità di passare dalla fase che prevede la produzione di pasta amara di cacao in un impianto localizzato proprio nel territorio di Modica.

L’impianto in questione potrebbe essere una soluzione agli effetti provocati dalla ridotta capacità di fornitura di cacao dall’Africa causata da problematiche agronomiche. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Economy Sicilia.

L’impianto di produzione a Modica

MODICA (Ragusa) – Gli effetti provocati dalla minor capacità di fornitura di cacao da parte di Costa D’Avorio e Ghana, Paesi che da soli rappresentano circa il 70% della produzione mondiale, come conseguenza di problematiche agronomiche, dei cambiamenti climatici in corso e della diffusione di numerosi patogeni tipici dell’albero del cacao, ha innescato preoccupanti fenomeni speculativi legati al mondo finanziario ed ai meccanismi a questo connessi (future) che stabiliscono il valore delle merci.

Il dato allarmante rileva che la quotazione già in crescita a gennaio di circa 4.000 USD/Ton. è schizzata a marzo 2024 alla quotazione record di 10.000 USD/Ton. Tutto ciò senza che l’economia reale dei produttori di cacao abbia un benché minimo beneficio, tutt’altro.

A questo punto prende corpo la possibilità di passare dalla fase della progettazione di massima a quella del progetto esecutivo “Pasta Amara Modica”; un progetto già valutato nel corso del 2017 da parte del Direttore del Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica Nino Scivoletto insieme al dottor Davide Guarnaccia, Direttore scientifico comparto nutraceutico della Laerbium ed Esperto di cacao e Cioccolato, che prevede la produzione di pasta amara di cacao in un impianto localizzato proprio nel territorio di Modica.

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Latte art grading battle: Manuel Verdini, Fabio Wu e Marco Rendace vincono la terza tappa

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I vincitori della terza tappa (immagine concessa)

PARETE (Caserta) – La terza tappa della competizione Latte art grading battle si è conclusa a Parete, Caserta, in collaborazione con Caffè Saka. Diversi talentuosi artisti provenienti da ogni angolo d’Italia hanno preso parte a questa sfida. L’evento è stato curato da Andrea Villa e ha visto la partecipazione di quattro giudici esperti: Nicola Manzo, Maurizio Boi, Stefano Cevenini e Fabio Proietto, i quali hanno proclamato i vincitori nelle categorie verde, rossa e nera.

La terza tappa della Latte art grading battle

  • Vincitore livello nero:  Manuel Verdini
  • Vincitore livello rosso:  Fabio Wu
  • Vincitore livello verde:  Marco Rendace

Sono stati presenti numerosi partner dell’evento, tra cui Caffè Saka, Rancilio, Hemro, Recappuccio, Pulycaff, Motta, Clean Express, Brita, Ferri dal 1905, Toschi, Qwarzo e IPA, che hanno offerto premi e cadeau.

L’ultima tappa di selezione si terrà a Ragusa in Sicilia il 5 giugno 2024. Le iscrizioni chiuderanno giovedì 16 maggio 2024.

Per iscriversi basta cliccare qui

Coupe du Monde de la Pâtisserie 2025: Raimondo Esposito, Vincenzo Daloiso e Alessandro Fiorucci rappresenteranno l’Italia

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Da sinistra: Alessandro Fiorucci, Vincenzo Daloiso, Alessandro Dalmasso e Raimondo Esposito (immagine concessa)

MILANO – Dopo il brillante argento conquistato lo scorso gennaio a Parigi durante la Coupe d’Europe de la Pâtisserie 2024, dal duo composto da Raimondo Esposito e Vincenzo Daloiso, e guidato dal presidente del Club Italia, Alessandro Dalmasso, gli allenamenti proseguono senza sosta, in vista della finale della Coupe du Monde de la Pâtisserie 2025, la più grande vetrina del settore a livello internazionale.

Proprio per approdare al grande evento di Lione – previsto il 23 e 24 gennaio 2025 nel contesto del Sirha – e considerando i tempi stringenti e le cruciali dinamiche di squadra, il direttivo del Club Italia ha definito così il terzo componente: Alessandro Fiorucci, identificato come il profilo più affine e propenso all’impegno immediato richiesto, facente parte di coloro che si sono distinti nei recenti concorsi nazionali.

I preparativi per la Coupe du Monde de la Pâtisserie 2025

Secondo classificato al Campionato italiano di pasticceria seniores 2023, organizzato da Conpait a Sigep, il pasticciere romano classe 1991 e figlio d’arte – con mamma e nonno artisti e papà architetto – è nutrito da una profonda passione e una forte tensione verso la formazione tecnica. Dopo molteplici esperienze in varie realtà della capitale, oggi è attivo presso la pasticceria-bistrot F.lli Lattanzi, sempre a Roma.

Grazie ad uno spirito ambizioso e all’attitudine al lavoro di squadra, Alessandro va ad affiancare Raimondo Esposito e Vincenzo Daloiso, così da formare il Team Italy che rappresenterà la nostra nazione durante le 10 ore di competizione mondiale, con le quattro prove di degustazione e le tre prove artistiche.

Al momento gli allenamenti si focalizzano sullo sviluppo di nuove tecniche artistiche e nuovi abbinamenti di gusti che possano stupire la giuria internazionale e incidere sull’evoluzione del settore.

A sostenere il trio in questo impegnativo percorso di allenamenti, tutto il Club Italia è presente, sempre coeso e proiettato verso il futuro, in una visione plurale di evoluzione tecnica ed artistica del Made in Italy.

Inoltre dal 2023, proprio per confermare un progetto sempre più stimolante ed ambizioso, il Club Italia ha definito il gruppo di allenatori composto dai campioni del mondo Emmanuele Forcone, Francesco Boccia e Fabrizio Donatone (vincitori nel 2015), Lorenzo Puca, Andrea Restuccia e Massimo Pica (vincitori nel 2021), con il coordinamento del presidente del Club stesso, Alessandro Dalmasso.

Gli intenti del Club Italia

Su volontà di Gabriel Paillasson, fondatore nel 1989 della Coupe du Monde de la Pâtisserie, nell’aprile 2000 è stato istituito il Club Italia della Coupe du Monde de la Pâtisserie, con la finalità di selezionare, preparare ed accompagnare la squadra e la delegazione italiana a Lione.

Tutte le attività di promozione, selezione ed allenamento sono possibili grazie al sostegno e alla collaborazione di più protagonisti che credono nell’iniziativa, in primo luogo i soci fondatori del Club Italia, nonché partner: Agrimontana, CAST Alimenti, Conpait, Pasticceria Internazionale (Chiriotti Editori), Valrhona.

Senza dimenticare i partner ufficiali, grandi realtà di settore che con il Club Italia hanno creduto e credono nell’eccellenza dell’alta pasticceria tricolore: AMPI, Capfruit, Carpigiani, Corman, Debic, DRG Comunicazione, Eridania, Gedi Online, Gelecta, Gruppo Eurovo, Illy, Ilsa, Irinox, Molino Dallagiovanna, Olitalia, Sigep, Silikomart, Zanolli.

Un sentito ringraziamento va anche ai partner che, mettendo a disposizione strumenti, ingredienti e materiale per il miglior svolgimento degli allenamenti, contribuiscono al successo del Team: Artebianca, Bravo, Dynamic, Iceland, Sirman, Testo, Volcke Aerosol Italy.

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Parla Federica Eterno, owner ed export manager di Simfed: “Anche se molto giovane, sono un punto di riferimento per chi lavora con me nell’azienda”

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Federica Eterno, owner e export manager di Simfed (immagine concessa)

MILANO – Federica Eterno, owner ed export manager di Simfed con i marchi Pop Caffè e Myspresso, capitana l’azienda ragusana specializzata nella selezione e tostatura del verde per la produzione di cialde e capsule indirizzate nel canale GDO attraverso il brand Myspresso e nel normal trade, con Pop Caffè.

Un percorso che Simfed sta intraprendendo sorretta da una struttura rinnovata ai suoi vertici: di recente è l’ingresso di tre nuove figure apicali rappresentati da Pietro Fici come direttore generale, Antonino Tripodi come responsabile GDO Italia e Daniele Grilli da responsabile vendite normal trade Italia.

Tutto pronto per crescere su un mercato che ancora non ha smesso di essere prediletto dai consumatori a casa.

Dal 1999 a oggi, il monoporzionato che è il vostro core business, come si è evoluto in termini di volumi e in relazione al tema sostenibilità?

“Nel corso degli ultimi anni questo settore sicuramente ha subito un’evoluzione importante per volumi e sostenibilità: il primo punto si spiega in quanto rappresenta ancora oggi un modo comodo per poter gustare un caffè di qualità e in porzioni individuali, rispondendo così alle esigenze del consumatore moderno che vive a ritmi frenetici.

La sostenibilità poi è diventata centrale negli ultimi tempi e c’è molto da fare. È un obiettivo importante quanto complesso, perché è difficile trovare ancora oggi un prodotto al 100% sostenibile che conservi la qualità del caffè.

Se effettivamente Nespresso c’è riuscita con il suo ultimo prodotto appena lanciato, sarebbe una rivoluzione per tutto il settore: ad oggi come Simfed non siamo riusciti a trovare un materiale che sia efficace anche in termini di qualità.

In ogni caso il monoporzionato resta un trend in crescita: oggi tutti abbiamo una macchinetta a casa e per questo rivoluzionare l’intero sistema alla base – come hanno provato a fare con Coffee B – non è sostenibile economicamente per le aziende che hanno già investito.

C’è da considerare inoltre che le capsule 100% compostabili hanno dei costi maggiori per chi le produce che inevitabilmente si riverserebbero sul consumatore finale.

Scendendo nel dettaglio di Simfed, la nostra produzione è per il 90% monoporzionato (capsule e cialde) e per il 10% in grani. Ad oggi il consumatore dei grani a livello domestico è più specializzato: i chicchi costano di più specialmente in questo momento e bisogna sapere usare gli strumenti per valorizzarli in tazza.

Le capsule invece vanno per la maggiore perché riprendono i brand più importanti oggi sul mercato. Un andamento particolare invece riguarda le cialde, che si consumano maggiormente nel Sud Italia e questo dipende sia dal fatto che il risultato finale è un prodotto più cremoso, con una buona percentuale di Robusta, sia perché esiste un’alta concentrazione di macchine a cialde che sono proprio realizzate al Sud.

La nostra cialda è in carta filtro compostabile e può essere buttata nell’umido e per il tema della sostenibilità potrebbe dunque intercettare un target diverso: per questo potremmo prevedere una loro crescita.

Al momento stiamo cercando soluzioni sostenibili anche per quanto riguarda il packaging o
nell’uso di tecnologie che hanno un impatto minore dal punto di vista energetico.”

Quali sono i volumi di questo mercato?

“Il mercato delle cialde e delle capsule rappresenta oggi il 40% di quello totale nel settore caffè, ma è un trend sempre più in crescita. La produzione di caffè monoporzionato, inclusa l’esportazione di capsule specialty, è cresciuta del 3,4% nel 2022, mentre nel 2023 la crescita è stata all’incirca del 2%.

Nello specifico, rispetto all’anno precedente, nel 2023 le capsule sono cresciute all’incirca di +8 punti percentuali, bene anche per il mercato delle cialde compostabili che mostrano dei trend positivi e si attestano intorno al +15% a volume.

Per quanto riguarda il mondo delle capsule speciality, invece, è un trend in crescita molto interessante, e i volumi si aggirano intorno al +1-2% annuo, nel nostro mercato di riferimento, mentre all’estero la crescita è molto più veloce.”

Una domanda più orientata su di lei, così giovane e già owner e export manager di Simfed: ci racconta il suo percorso professionale che l’ha portata ai vertici di un’azienda così importante?

“Il mio percorso personale è dato da un’esperienza diretta sul campo, impegno e passione per l’industria alimentare. Sono cresciuta all’interno dell’ambiente familiare di Simfed e ho avuto sin da piccola la possibilità di esser coinvolta nelle attività aziendale.

Questo mi ha permesso di sviluppare una comprensione profonda del settore. A questo possiamo aggiungere che sono curiosa per natura e questa mia caratteristica sicuramente mi ha portato ad informarmi sul business e l’industria.

Mi sono così laureata in ambito manageriale e la mia stessa formazione mi ha portata all’esplorazione di nuove culture, mercati, delle abitudini dei consumatori in luoghi diversi.

Oggi, sicuramente, ricopro un ruolo di leadership ed è molto gratificante: pur essendo molto giovane sono un punto di riferimento per chi lavora con me. Dopo un’esperienza all’estero ho avuto campo libero e questo ha creato un’immagine di me apicale, un ruolo che non mi turba: sono anzi determinata e voglio fare sempre di più.”

Simfed può produrre circa 30 tonnellate di caffè giornaliero: è un problema per le emissioni rilasciate nel processo?

“E’ una capacità produttiva importante ed è una fortuna. Produciamo e mandiamo quasi giornalmente queste quantità ad alta rotazione, ma questo non deve spaventare: contiamo su agenzie specifiche che si occupano dei controlli sulle emissioni ogni tot mesi e quindi siamo garantiti e certificati. Anche la canna fumaria è stata realizzata in modo da ridurre al minimo i fumi.”

Simfed attraverso i marchi Pop Caffè, Expré e My Espresso, è presente rispettivamente nel Vending e GDO: quale di questi canali è più in espansione per quanto riguarda il monoporzionato e i grani?

“I nostri tre brand al momento sono presenti in tutta Italia in modo molto omogeneo. Per ora lo sviluppo da implementare è nella GDO. Oggi il normal trade (negozi specializzati di capsule) rappresenta un ambiente più specifico e specializzato che garantisce una maggiore selezione e qualità dei prodotti e attira per questo una fascia di consumatori più attenti, disposti a pagare di più per un caffè green.

La GDO ha una crescita più lenta e il nostro brand si sta evolvendo per attirare l’attenzione di nuovi buyers.

Con questo obiettivo abbiamo riformato negli ultimi mesi la nostra struttura organizzativa con l’entrata dei nuovi manager, tra cui il responsabile commerciale GDO Italia che appunto ci sta aiutando ad espanderci su questo canale.

Abbiamo avuto delle difficoltà ad affermarci nei supermercati, perché purtroppo è un campo in cui si tende a fare una guerra sui prezzi che noi non vogliamo cavalcare. Dall’altra parte, sugli scaffali si trovano i grandi brand: noi dobbiamo inserirci nel mezzo tra questi due poli e già per il 2025 vorremmo aumentare almeno del 20-25% nel GDO.”

Cosa richiedono maggiormente i vostri clienti? La torrefazione e creazione di miscele o il loro incapsulamento?

“A oggi, molti clienti richiedono le nostre miscele che costituiscono una buona gamma di qualità: 5 blend più una linea di bevande solubili. Il private label rappresenta un 20% del fatturato e siamo flessibili: cerchiamo con il cliente di sviluppare dei prodotti che sono il più personalizzato possibile, sia per quanto riguarda i pack che le miscele stesse.

L’80%, invece, è formato dai clienti che vogliono direttamente delle miscele a marchio Pop Caffè da vendere nei propri negozi. Si è ribaltata la situazione rispetto ai nostri inizi, quando le percentuali erano inverse (20% con il nostro brand, 80% di personalizzazione). Questo è stato frutto dei nostri sforzi per rendere il nostro brand riconoscibile.

L’anno scorso il nostro fatturato è stato di 18 milioni.”

Quali sono le innovazioni di questo particolare mercato e quali sono le strategie messe in campo da Simfed per cavalcarle (magari anticipandole)?

“Come accennato prima, i due principali temi su cui tutti stiamo insistendo sono la sostenibilità e le innovazioni tecnologiche. Come Simfed stiamo investendo su soluzioni per ridurre l’impatto ambientale e quindi l’introduzione di capsule al 100% compostabili o di programmi di riciclo efficienti. Per quanto riguarda i nuovi prodotti ci stiamo muovendo verso creazioni che soddisfino le esigenze specifiche dei consumatori, con nuove miscele e l’indicazione di diversi Paesi d’origine.”

Avete mai pensato di occuparvi anche di capsule specialty?

“Faccio una premessa: è vero che anche le capsule specialty sono un trend in crescita – i numeri che ho citato prima ne sono una dimostrazione – e per questo stiamo osservando l’andamento di questo mercato che però, al momento, resta troppo di nicchia. Ora le condizioni critiche del mercato del crudo non ci permettono di sviluppare anche questo segmento. Non sarebbe per noi sostenibile economicamente, per ora.”

Avete pensato o penserete ad un sistema di raccolta e smaltimento delle capsule esauste?

“Ci stiamo ancora lavorando e continuiamo a studiare l’implementazione di un sistema di raccolta e smaltimento, cercando di offrire un modo semplice e responsabile per gestire le capsule esauste. Trovare la maniera di strutturare una filiera di fine vita è difficile e per adesso dobbiamo appellarci al senso civico del singolo cittadino.”

È un momento molto difficile per tutte le torrefazioni, prezzi alti, margini ridotti: voi come state affrontando la situazione?

“È vero: stiamo affrontando un periodo complesso tra rincari sul crudo, le tensioni sul Mar Rosso che allungano i tempi di consegna. Noi di Simfed stiamo affrontando questo contesto con determinazione: abbiamo garantito una fornitura costante, evitando le mancanze e garantendo la stessa qualità della materia prima.

Abbiamo chiuso dei contratti anticipando le tempistiche e così ora non ci troviamo scoperti.

Paradossalmente, proprio in questo momento critico per tanti, noi stiamo incrementando le vendite del 20% anche perché abbiamo deciso di assorbire una parte dei costi per avere un minore impatto sul consumatore finale, riducendo i nostri margini.

Certo siamo stati costretti ad applicare dei piccoli aumenti sul nostro listino, ma li abbiamo limitati il più possibile. Continuiamo a crescere grazie ai nostri clienti che si fidano di noi.”