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La Course des Cafés: arriva la gara con vassoio in mano per gli studenti dell’istituto alberghiero di Ladispoli

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estrazione espresso doppio millennials german
L'estrazione di un espresso doppio in tazza grande (Foto di Stocksnap da Pixabay)

Il 29 maggio ci sarà la Course des Cafés, la manifestazione che vedrà protagonisti gli studenti dell’istituto alberghiero di Ladispoli. I ragazzi dovranno percorrere per 2 chilometri un percorso a passo sostenuto con un vassoio in mano: sopra una tazzina e un bicchiere d’acqua. Vincerà chi otterrà il tempo migliore. La gara si ispira alla storica tradizione parigina (ne abbiamo parlato qui). Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Terzo Binario.

La Course des Cafés

LADISPOLI – Si ispira ad una storica tradizione parigina, la Course des Cafés, la manifestazione che mercoledì 29 maggio vedrà protagonisti gli studenti dell’Istituto alberghiero di Ladispoli. “Sarà un modo per salutare l’anno scolastico mettendoci in gioco con ironia per far conoscere ai cittadini le nostre attività – hanno spiegato le Docenti promotrici dell’iniziativa Giovanna Albanese, Elisa Colombo ed Emanuela Ottaviani – Era il 1914 quando si svolse la prima “Course des garçons de café”: una gara che vide i camerieri parigini di Caffè, Hotel e Ristoranti percorrere le strade della capitale francese portando in mano un vassoio con un croissant, un bicchiere d’acqua e un caffè.

“Per loro ieri, come per noi oggi – hanno aggiunto le docenti – sarà un modo per rendere omaggio alla cultura enogastronomica e ricettiva del territorio, al nostro lavoro e a quello che svolgeranno gli studenti una volta conseguito il Diploma Alberghiero”.

Le docenti: “Ringraziamo l’Assessore alla pubblica istruzione e cultura Margherita Frappa per il suo prezioso supporto, ma anche tutta l’Amministrazione comunale, la Polizia Locale,  la Protezione civile Avalon e l’Associazione ASSOVOCE per la loro collaborazione”.

L’iniziativa nasce dalla ricerca della professoressa Elisa Colombo, docente di Scienze Motorie dell’istituto alberghiero, in merito alle possibili correlazioni tra l’attività fisico-sportiva e la ristorazione.

Organizzata con l’aiuto della professoressa Giovanna Albanese e della professoressa Emanuela Ottaviani, la gara – spiegano ancora le Docenti – rappresenterà una giornata di didattica alternativa allo scopo di favorire dinamiche di socializzazione, relazionali e socio-emotive fondamentali per la crescita di ogni individuo.

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Anagni: un cliente non accetta il rincaro del caffè e distrugge il negozio specializzato in cialde e capsule

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Lo stato del negozio (immagine presa da Facebook)

ANAGNI (Frosinone) – Ad Anagni un uomo ha inveito contro le titolari di un negozio venditore di caffè, tè e tisane in cialde, lanciando i box e buttando i prodotti dagli scaffali. Il motivo? Il rincaro del caffè. La titolare del negozio Pausa di gusto, Tamara Graziani, ha denunciato il fatto sulla sua pagina Facebook.

La distruzione del negozio di caffè di Anagni

Graziani: “Si parla tanto di violenza contro le donne e poi si sottovalutano questi gesti vergognosi di prepotenza e profondo maschilismo. Quello che è successo nel mio punto vendita è una bruttissima pagina di cronaca per Anagni e chiamo in causa anche il sindaco Daniele Natalia affinché condanni questi episodi moralmente esprimendo solidarietà e vicinanza. Sono convinta più che mai della necessità di parlarne per denunciare e mettere a conoscenza le donne di non accettare mai nessuna forma di prepotenza e violenza tanto più gratuita e gretta come questa!

Ha tentato anche di investire mia sorella mentre usciva dalla caserma mano nella mano con mia figlia inveendo con gesti minacciosi. Non ho parole. Siamo state in passato sue clienti. Resto basita e attendo giustizia. Il caffè è un bene prezioso ma non di prima necessità. Se non accetti i rincari, allora evita.

Non tirare i box di caffè addosso al commerciante che te lo porge con gentilezza pagando le tasse. Non buttare tutto giù dagli scaffali urlando contro la commerciante dandole della stronza di merda. Non minacciare di far saltare l’attività perché sei solo una semplice pedina dello scacchiere.

L’idiozia e la violenza vanno denunciate. Invito le clienti presenti al momento dei fatti, e testimoni quindi dell’accaduto, a tornare in negozio perché intendo ricompensarle per il soccorso prestato a mia sorella nonostante siano rimaste attonite e sconvolte davanti a tanta follia. Prontamente e lucidamente le sono rimaste accanto fino al momento in cui ha chiuso il punto vendita per andare a denunciare l’accaduto ai carabinieri”.

Tamara Graziani, titolare dell’attività Pausa di gusto caffè cialde e capsule di Anagni.

Ecco il ristorante firmato Pepsi in centro a Milano con bibite alla caffeina gratis aperto fino al 10/06

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Il nuovo logo della Pepsi

MILANO – In arrivo a Milano un ristorante in stile americano firmato Pepsi, la celebre multinazionale americana e colosso delle bevande a base di caffeina. Si chiama Pepsi Diner e fino al 10 giugno troverà casa a due passi dal Duomo in via Tommaso Grossi 8 (la fermata è Cordusio). Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato su Milano Today.

A Milano il diner a stelle e strisce di Pepsi

Un’operazione nata in occasione del lancio del nuovo logo della bevanda e del progetto di rebranding del marchio di cola tra le più conosciute e consumate in tutto il mondo.

Lo spazio si ispira ai tipici ristoranti e tavole calde nati negli Anni ’70, i diner appunto, diffusi soprattutto negli Stati Uniti d’America nord-orientali e nel Midwest. Pepsi Diner avrà un menu speciale e diventerà luogo d’aggregazione anche grazie a un palinsesto di appuntamenti serali.

Pepsi Diner celebra la storia della cola rifacendosi all’immaginario più classico che ha segnato la sua lunga carriera. Non a caso infatti invita i propri consumatori all’interno di un ristorante temporaneo strutturato come un diner americano.

Dallo stile al menu tutto ricorda questi luoghi mitologici e un po’ nostalgici, ancora oggi diffusi negli Stati Uniti e con tanti emuli nel mondo. Le luci al neon, il pavimento a scacchi bianco e nero, il juke box, tutto condito da grafiche, video e loghi vintage che raccontano i 125 anni della storia di Pepsi.

L’ingresso del diner è un tunnel che conduce nel ristorante, a cui si aggiungono due aree tematiche a tema musica e sport, e un’area arcade popolata da videogiochi d’epoca.

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Le edicole pugliesi diventano chioschi multiservice con vending per bevande e prodotti alimentari

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edicola chioschi
Un'edicola (immagine: Pixabay)

Le classiche edicole diventeranno veri e propri chioschi in cui comprare oltre i quotidiani anche prodotti alimentari. Ciò è reso possibile dalla proposta di legge Misure a sostegno della stampa e delle edicole, approvata dal Consiglio regionale della Puglia. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Foggia Today.

L’evoluzione delle edicole pugliesi

BARI – Le tradizionali edicole si trasformano in chioschi multiservice e, accanto a quotidiani e periodici, potranno vendere anche prodotti alimentari e non, installare apparecchi automatici e finanche somministrare al pubblico alimenti e bevande.

A consentirlo è la proposta di legge ‘Misure a sostegno della stampa e delle edicole’, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Puglia.

Il primo firmatario è il capogruppo de La Puglia Domani, Paolo Pagliaro, ma è stata sottoscritta da numerosi altri consiglieri.

La legge lancia un salvagente ad un settore in profonda sofferenza, ultimo anello di una catena, quella editoriale, che sta subendo da anni una crisi strutturale che ha portato ad una brusca contrazione delle vendite di giornali cartacei.

Lo spirito che muove la legge è, dunque, quello di consentire alle edicole pugliesi di ampliare la merceologia posta in vendita e i servizi offerti alla clientela, trasformando i punti vendita della stampa in veri e propri punti multiservizio per i cittadini.

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Svizzera: gli scienziati sviluppano un cioccolato più sostenibile e sano utilizzando anche il guscio del cacao

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Le fave di cacao (Pixabay licensed)

Gli scienziati dell’ETH Zurigo hanno sviluppato un cioccolato più salutare e sostenibile utilizzando l’intero frutto del cacao, incluso il guscio: questa innovazione promette di ridurre l’impatto ambientale e aumentare il reddito degli agricoltori. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Ilaria Rosella Pagliaro per Green Me.

Il cioccolato più salutare prodotto dalla Svizzera

MILANO – Un cioccolato più salutare e sostenibile è stato inventato in Svizzera, e no, non c’è stato bisogno di Umpa Lumpa, fiumi di cioccolato o gomme magiche. I ricercatori dell’ETH Zurigo hanno rivoluzionato il modo di fare cioccolato, creando una dolcezza che potrebbe cambiare per sempre l’industria.

Grazie a questa scoperta, ogni parte del frutto del cacao viene utilizzata, riducendo gli sprechi e aumentando il reddito degli agricoltori.

Generalmente, per le nostre tavolette di cioccolato vengono estratti solo i semi di cacao e la polpa. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che anche il guscio del baccello di cacao può essere utilizzato, sostituendo lo zucchero granulato. La nuova ricetta prevede l’uso dell’endocarpo, lo strato interno del guscio del frutto, miscelato con parte della polpa che circonda i semi, per creare una dolce gelatina di cacao.

Kim Mishra, autore principale dello studio pubblicato sulla rivista Nature Food, spiega: “Ciò significa che gli agricoltori possono non solo vendere i semi, ma anche asciugare il succo della polpa e dell’endocarpo, macinarlo in polvere e venderlo. Questo permetterebbe loro di generare reddito da tre flussi di creazione di valore. E più valore si crea dal frutto del cacao, più sostenibile diventa”.

La produzione

Creare una ricetta perfetta per un alimento desiderato come il cioccolato richiede molta sperimentazione. Gli scienziati dell’ETH, in collaborazione con la start-up Koa e il produttore di cioccolato svizzero Felchlin, hanno trovato che il prodotto può contenere fino al 20% di gel di cacao, paragonabile alla dolcezza del cioccolato convenzionale con circa il 5-10% di zucchero aggiunto. Il cioccolato fondente regolare può contenere circa il 40% di zucchero in polvere.

Secondo i ricercatori, il nuovo prodotto a base di frutto del cacao è più salutare, grazie a un contenuto più elevato di fibre e a una percentuale ridotta di grassi saturi.

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Zizi Café, caffetteria maltese che propone specialty: “E’ bastato servire una bevanda davvero buona per convincere i clienti”

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Joanna Zerafa nel suo Zizi Cafè (foto concessa)
Joanna Zerafa nel suo Zizi Cafè (foto concessa)

MILANO – La passione per il caffè di qualità non conosce confini: ne è un esempio concreto Joanna Zerafa che nel suo Zizi Cafè a Malta ha deciso di servire specialty dalla Sicilia, esclusivamente targato Etna Roaster. Una collaborazione nata proprio dall’amore comune per questa materia prima e che si è tradotta in uno spazio da segnare nelle mappe dei coffeelovers in viaggio.

Joanna Zerafa è maltese e dopo tanti anni di studio all’estero ha sentito il bisogno di aprire qualcosa in proprio che fosse a contatto con la gente. Il suo primo battesimo sul caffè avviene a Melbourne, dove ha lavorato anche come barista e dove, racconta lei “Il caffè è qualcosa di serio”.

Zizi Café, dal soprannome di suo padre che in maltese significa carezza, vede la luce nell’ottobre 2021

Lo Zizi Café (foto concessa)

La realtà in cui si inserisce questa caffetteria specialty non è particolarmente avanzata sulla cultura del caffè: “Di specialty coffee shop se ne trovano soltanto due-tre realmente specializzati. In questo vuoto ho intravisto un’opportunità per promuovere un prodotto che è riuscito a farmi apprezzare il caffè. Volevo uno spazio, che per quanto piccolo fosse – Zizi Café è circa di 30 metri quadri – potesse diventare un posto intimo, familiare.”

Nonostante questa mancata diffusione dello specialty a Malta, la barriera posta dai consumatori non è stata particolarmente insormontabile: “E’ bastato servire una bevanda davvero buona per convincere i clienti, che hanno subito notato la differenza tra quello che di solito bevevano e quello che si serve allo Zizi Café. Quando parlo con le persone, si accorgono che c’è una solida formazione e conoscenza del prodotto alle spalle.”

Difatti l’offerta dello Zizi Café promette un’esperienza completa e diversificata

“Propongo origini diverse, dall’Etiopia al Kenya, dal Brasile alla Colombia sino all’Uganda e poi una miscela con Robusta (India Africa, Brasile, Etiopia, Uganda) e un blend 100% Arabica (Brasile, India Colombia Etiopia).

Un espresso in miscela in single shot costa 1.50, mentre le singole origini che servo solo in double shot costano 3.50. Qualcuno le vende a prezzi ancora più elevati di quelli che abbiamo fissato noi, con la differenza che la qualità non è al nostro stesso livello.
Non faccio solo espresso ma anche filtro, che qualcuno ogni tanto ordina.

Anche i tempi necessari per estrarre questi metodi alternativi non è un reale problema: la mia è una caffetteria dai ritmi lenti e qui le persone sanno già che devono aspettare per godersi buon caffè. I miei clienti non cercano una bevanda commerciale, ma sono più consapevoli della qualità.

Qui vengono tanti artisti musicali e il mio stesso ragazzo è musicista.

Il packaging d’artista (foto concessa)

Per questo abbiamo disegnato un pacchetto per il caffè del Kenya e sul sito si può ascoltare un brano fatto con i rumori d’ambiente della caffetteria. Abbiamo organizzato qualche serata in cui abbiamo servito un cocktail infuso con il caffè.”

Da Zizi Café la macchina espresso un’Appia Life Nuova Simonelli e il macinacaffè è l’All ground

Per quanto riguarda la questione personale, non sembra essere molto distante da quello che si trova in Italia: “Adesso che ho trovato un partimer formato le cose vanno meglio. Quest’anno sarà la prima volta che la caffetteria resterà aperta nonostante io vada via per qualche giorno.

È difficile ance a Malta trovare personale: la paga è solitamente bassa e molti che arrivano dal Nepal e dall’India vengono sfruttati. Ero contraria a questo modus operandi. Per fortuna la partimer che lavora con noi si è proposta da sola per lavorare con noi. Il ruolo del barista è stato sempre sottovalutato, ma ora con lo specialty coffee le cose stanno un po’ cambiando.“

Il pubblico del Zizi Cafè è variegato: “Vengono persone di tutte le età e genere: all’80% chi entra da noi lo fa ogni giorno anche più volte. A Marsa ci sono più maltesi che turisti”.

Nel futuro prossimo di Zizi Café?

“Abbiamo pensato ad organizzare in futuro dei workshop sull’aeropress, sul tasting, con gruppi di massimo 10 persone.

Inoltre, al contrario di quello che abbiamo fatto sino ad ora, stiamo pensando di tenere aperto tutti i giorni, anche il giovedì. Vorrei implementare altri eventi con la musica, e realizzare altri pacchetti disegnati da noi.”

Remo Ottolina, Altoga: “Il caro caffè sarà diverso a seconda delle aziende coinvolte”

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remo ottolina altoga
Remo Ottolina

MILANO – Remo Ottolina, il presidente di Altoga, Associazione torrefattori-importatori caffè, ha parlato con Radio 24 (Il Sole 24 Ore Radiocor) delle dinamiche che regolano il caro caffè e di come il fenomeno sarà diverso per tutte le aziende coinvolte in base a diversi fattori. Ottolina, sempre a Radio 24, spiega che portare sul prodotto i rincari della materia prima porterebbe in difficoltà le aziende soprattutto su alcuni mercati esteri, dove l’elemento prezzo diventa particolarmente significativo.

Leggiamo di seguito le considerazioni di Remo Ottolina con Radio 24 e riportate dal portale Borsa Italiana.

Remo Ottolina sul caro caffè

“Il caro caffè non è per tutti, sia per il prodotto che per il rincaro della tazzina. Il fenomeno sarà variegato e diverso secondo la realtà delle aziende coinvolte” spiega Ottolina a Radio 24.

Ottolina aggiunge: “C’è chi ha già ritoccato i listini, ci sono anche aziende che hanno dichiarato di voler aspettare, evidentemente perché hanno scorte a sufficienza per scommettere su un rintracciamento dei mercati”.

Il presidente di Altoga dichiara a Radio 24: “Le quotazioni di Robusta sono aumentate del 100% dallo scorso anno. L’Italia è conosciuta in tutto il mondo per il caffè espresso, che utilizza una buona componente di Robusta che da’ la cremosità e gli conferisce corpo”.

Ottolina rivela sempre a Radio 24: “Chiaramente la mancanza di prodotto e i prezzi ci mettono in difficoltà. Ma portare sul prodotto i rincari della materia prima ci porterebbe complicazioni soprattutto su alcuni mercati esteri, dove l’elemento prezzo diventa particolarmente significativo”.

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Daniele Dell’Orco, Cacao Crudo: “La tostatura nel cioccolato non toglie il rischio della salmonella e potrebbe portare allo sviluppo dell’acrilammide”

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daniele dell'orco cacao crudo
Daniele dell'Orco (immagine concessa)

MILANO – Daniele Dell’Orco è un antropologo culturale e ricercatore, specializzato nel settore alimentare con l’obiettivo di preservare e valorizzare la biodiversità agricola e selvatica. Nel 2013 fonda il laboratorio di Cacao Crudo, la prima azienda in Italia a produrre cioccolato crudo, situato poco lontano da Roma, a Palestrina (ne abbiamo parlato qui).

Dell’Orco è già comparso nelle nostre pagine parlando del suo progetto e dell’innovativo metodo produttivo che prevede l’uso esclusivo del pregiato cacao Criollo dall’Amazzonia Peruviana.

Dell’Orco parla quest’oggi del legame tra la tostatura del cacao, la salmonella e lo sviluppo dell’acrilammide, una pericolosa e cancerogena tossina spesso presenti nel cioccolato della grande industria e, in misura minore, nel caffè.

Secondo un parere non ufficializzato del Ministero della Salute, riporta Dell’Orco, la tostatura del cacao non equivale a togliere ogni pericolo dalla contaminazione da salmonella (che generalmente si pensa sia una diretta conseguenza della lavorazione a crudo) ma, al contrario, pone un altro problema che è quello dello sviluppo dell’acrilamide. Leggiamo di seguito l’opinione dell’esperto del cioccolato Daniele Dell’Orco.

Qual è il legame tra la tostatura del cacao e l’acrilammide?

La tostatura in generale potrebbe portare allo sviluppo dell’acrilamide in diversi prodotti. Questo è un tema che riguarda soprattutto i prodotti da forno, il caffè e il cacao. Molti cioccolatieri credono che non tostare il cacao porti in automatico ad un problema microbiologico, in particolare alla salmonella.

Per togliere ogni dubbio abbiamo richiesto un parere al Ministero della Salute, che in seguito non è stato ufficializzato, il quale, in sintesi, spiegava che che effettuare la tostatura del cacao non equivale a togliere ogni pericolo dalla contaminazione da salmonella ma, al contrario, pone un altro problema: lo sviluppo dell’acrilammide.

Se si effettua un lavoro sbagliato nella tostatura, o si usano materie prime che hanno preso molta umidità, si potrebbe ottenere, ad esempio, un prodotto pieno di ocratossine, sostanze pericolose che possono portare persino allo sviluppo del tumore al fegato.

La tostatura perciò non è sinonimo di un cioccolato salutare poiché non toglie le impurità del prodotto. La tostatura può, in linea di massima, ridurre il rischio di salmonella ma se successivamente il prodotto viene gestito male i batteri possono riemergere.

Queste informazioni non sono ancora ben distribuite al grande pubblico e, spesso, neanche ai cioccolatieri stessi”.

In che misura è distribuito il problema dell’acrilammide oltre il settore del cacao?

“Se dovessero uscire delle leggi che limitano la vendita di prodotti con l’acrilamide o mettono livelli che giustificano il consumo di quest’ultima, molti prodotti verrebbero tolti. Anche il settore del caffè si porta dietro lo stesso problema ma in quantità molto inferiori poiché con l’utilizzo dell’acqua si riscontra meno acrilamide.

Ma una fetta biscottata dorata, colore risultato proprio dalla presenza di acrilamide, è molto più pericolosa del caffè.

Il cioccolato con un’alta percentuale di fave tostate comporta lo stesso problema presente nella fetta biscottata. Anche molti nutrizionisti e biologi riconoscono il problema ma risulta difficile cambiare l’approccio di produzione industriale di certi prodotti”.

Mercati del caffè: robusta in forte ripresa, Volcafe prevede la produzione del Vietnam al livello più basso degli ultimi 13 anni

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mercati del caffè robusta futures Eudr arabica esportazioni
Il logo dell'Ice

MILANO – Prezzi dei robusta nuovamente alle stelle nei mercati del caffè: la situazione sempre critica in Vietnam, con una siccità che continua a fare danni, torna a mettere in tensione il mercato londinese, che si riavvicina ai massimi storici di aprile. In una settimana segnata dalla diffusione di report, stime, previsioni e statistiche riguardanti i principali paesi produttori, entrambe le borse tornano a salire.

Il rally di Londra (+10,6% rispetto al venerdì precedente) contribuisce a dare supporto anche a New York, che si rivaluta, a sua volta, del 5,6%.

Il contratto per scadenza luglio dell’Ice Robusta ha guadagnato, nella seduta di venerdì 24 maggio, $73 chiudendo a 3.892 dollari, livello massimo dai primi del mese.

Nella seduta di giovedì si è raggiunto un intraday di 3.994 dollari, nuovamente vicino alla soglia stellare dei 4.000 dollari per tonnellata, superata per quasi due settimane nella seconda metà del mese scorso.

New York ha conosciuto un andamento più alterno. Il contratto principale (luglio) è volato a un massimo di 220,45 centesimi nella seduta di metà settimana, per perdere quasi il 2,2% (480 punti) nella giornata di giovedì, complici i dati positivi della seconda stima Conab per quanto riguarda il raccolto di arabica.

La settimana si è conclusa però in ripresa di 260 punti, a 218,25 centesimi, in una seduta il cui andamento è stato sostenuto soprattutto da fattori tecnici, oltre che dal già citato supporto fornito dalla borsa londinese.

Cosa succederà alla ripresa settimanale? Per saperlo dovremo aspettare sino a martedì, poiché oggi, lunedì 27 maggio, entrambi i mercati del caffè osserveranno una giornata di chiusura: l’Ice Arabica per la ricorrenza del Memorial Day e l’Ice Robusta per la festività dalla Spring bank holiday.

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Napoli, via libera ai dehors anche sulle strisce blu con un pagamento aggiuntivo: ecco le nuove regole

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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)

A Napoli gli esercenti dei locali potranno allestire sedie e tavolini anche sulle strisce blu a patto di pagare l’importo della sosta. Grazie alle nuove procedure online sarà più facile fare domanda. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Pierluigi Frattasi per il portale Fanpage.

Le nuove regole dei dehors a Napoli

NAPOLI – Ok a tavolini e sedie di bar e ristoranti anche sulle strisce blu, ma i gestori dei locali dovranno pagare oltre all’occupazione di suolo anche l’importo della sosta. Sarà più facile fare domanda, grazie alle nuove procedure online. Mentre dovranno essere eliminate le barriere architettoniche da gazebo e dehors.

Sono solo alcune delle nuove linee guida del nuovo Regolamento per l’occupazione di suolo pubblico del Comune di Napoli, approvato giovedì 23 maggio 2024, dalla giunta comunale guidata dal sindaco Gaetano Manfredi.

La Giunta comunale, su proposta dell’assessora al Turismo e alle Attività produttive, ha recepito nel “Regolamento per l’occupazione di suolo pubblico antistante gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e di vendita al dettaglio di prodotti alimentari confezionati e/o artigianali” il Disciplinare (approvato dalla Giunta nel luglio 2023) a seguito dello studio condotto dal tavolo scientifico.

Un lavoro a cui avevano contribuito i rappresentanti dell’Università Federico II, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, della Camera di Commercio, oltre che dell’Amministrazione comunale Coordinata dal prof. Mario Losasso.

Sono state definite specifiche regole tecniche ed estetiche per i dehors, a cui gli esercenti dovranno attenersi.

Il Regolamento individua 4 macro tipologie di dehor, distinte in base al tipo di attrezzatura impiegata e all’impatto sullo spazio pubblico:

  • Tipo A: allestimenti con arredi di base senza elementi di copertura.
  • Tipo B: allestimenti di tipo A con elementi complementari di copertura (ombrelloni e tende).
  • Tipo C: allestimenti di tipo A con eventuali chiusure superiori stabili, sistemi di delimitazione e/o elementi di livellamento con possibilità di chiusura su tre lati.
  • Tipo D: allestimenti di tipo A con struttura chiusa su più lati fino alla linea di gronda dell’elemento di copertura rigido.

I dehors di tipo C e D dovranno rispettare le norme sull’abbattimento delle barriere architettoniche e risultare accessibili alle persone con limitata capacità motoria.

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