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domenica 24 Novembre 2024
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Mercati del caffè di nuovo vicini ai massimi: forti rialzi sia a Londra (+5,9%) che a New York (+5,8%)

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mercati del caffè robusta futures Eudr arabica esportazioni
Il logo dell'Ice

MILANO – Ripartenza col botto per i mercati del caffè, dopo la giornata di chiusura osservata lunedì 27 maggio, a New York per la festività del Memorial Day e a Londra per la ricorrenza della Spring Bank Holiday. Nel commento a consuntivo della settimana trascorsa avevamo rilevato un’inversione di trend evidenziando il riavvicinarsi di entrambe le borse ai massimi di inizio mese.

Alla ripresa delle contrattazioni sui mercati del caffè, nella giornata di ieri, questa tendenza si è confermata e rafforzata riflettendo le perduranti incertezze che incombono sui mercati.

Incertezze che hanno contribuito al rally che si è avuto tanto all’Ice Robusta, quanto all’Ice Arabica.

A Londra, il contratto per scadenza luglio ha guadagnato infatti $228 (+5,86%) chiudendo a 4.120 dollari e tornando dunque vicino ai massimi quarantennali toccati nella seconda metà di aprile.

A New York, la scadenza principale (luglio) segna invece un rialzo di 1.270 punti (+5,82%) terminando la giornata a 230,95 centesimi, livello massimo per il benchmark dalla fine della seconda decade di aprile.

Va segnalato intanto un ulteriore incremento delle scorte certificate dell’Ice Arabica, che hanno raggiunto ieri un totale di 778.321 sacchi, livello massimo degli ultimi 15 mesi.

Il Brasile rimane l’origine più importante, con 387.770 sacchi. Segue l’Honduras, con 132.191 sacchi. Rilevante anche il contributo di Perù (94.125 sacchi) e Nicaragua (80.251 sacchi).

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L’Accademia del caffè espresso a SALE Sant’Ambrogio in Festival con i workshop sull’espresso, 30/05-02/06

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la marzocco
La Marzocco e Accademia del caffè espresso a SALE - Sant'Ambrogio in Festival (immagine concessa)

PIAN DI SAN BARTOLO (Firenze) – L’Accademia del caffè espresso – centro di innovazione e di ricerca sul mondo del caffè e la sua cultura – sarà tra i protagonisti di SALE Sant’Ambrogio in Festival, l’evento fiorentino che celebra la comunità di Sant’Ambrogio, i suoi mestieri e le sue persone.

In occasione dell’importante evento – che si terrà a Firenze dal 30 maggio al 2 giugno – i professionisti di Accademia offriranno ai partecipanti un’intera giornata di workshop presso il Circo-lo Teatro del Sale sull’arte di fare il caffè e la sua cultura.

L’Accademia del Caffè Espresso de La Marzocco metterà a disposizione tutta la propria offerta formativa sull’arte e la cultura del caffè, presentando anche i seguenti contenuti durante la giornata di sabato, 1° giugno.

La partecipazione è gratuita, previa iscrizione su EventBrite per trattare:

  • CONSENSO – Quando la tecnologia ascolta le piante:
Il progetto di monitoraggio da remoto di una porzione della piantagione di Utengule Coffee Farm in Tanzania, con speciali sensori IoT, sviluppati da PNAT con la collaborazione di Accademia, e utilizzabili grazie alla connettività di Cisco.
  • Gli italiani e il caffè: destini incrociati:
Il racconto dei protagonisti di Coffee Migrant – Migrant Coffee, una mostra immersiva di Accademia del Caffè Espresso che esplora il legame tra emigrazione italiana e caffè.

Si andrà dai “Segreti di una moka perfetta”, dove alcuni esperti illustreranno ai presenti l’importanza dei vari passaggi per avere il giusto gusto di un caffè fatto in casa, all’importanza del montaggio del latte come elemento anche ornamentale, fino a toccare anche elementi storici, come il ruolo dell’emigrazione italiana nell’attuale scenario globale del caffè. Spazio anche a diverse degustazioni di caffè specialty.

La mostra Coffee Migrant – Migrant Coffee (immagine concessa)

CONSENSO perciò è un progetto sulla sostenibilità basato sul monitoraggio da remoto di una piantagione di caffè, con l’obiettivo di migliorare la consapevolezza dei consumatori sulla produzione di caffè e sulle catene di approvvigionamento, ottimizzando allo stesso tempo le pratiche agronomiche.

Sensors Project (immagine concessa)

“Siamo orgogliosi di partecipare in qualità di formatori a un evento del nostro territorio particolarmente apprezzato e ricco di contenuti di alta qualità”, ha commentato Chris Salierno, direttore marketing di La Marzocco. “Si tratta di un appuntamento che è particolarmente in linea con i nostri valori e la nostra filosofia. Esempio di archeologia industriale, che ha permesso di restituire al suo antico splendore quella che, una volta, era la vecchia fabbrica di La Marzocco, Accademia rappresenta un centro di attrazione e di eccellenza per il territorio, con un’offerta educativa che in evoluzione, basata su cultura, competenza e approfondimenti sul mondo del caffè: dal primo contatto per l’appassionato, alla preparazione professionale del barista”.

La scheda sintetica dell’Accademia del caffè espresso

L’Accademia del caffè espresso è un hub culturale dedicato al mondo del caffè espresso italiano, all’interno della quale vengono svolte analisi, ricerca e divulgazione sulla cultura del caffè. Il progetto nasce dalla volontà de La Marzocco, azienda fiorentina produttrice di macchine da caffè professionali, di realizzare un modello umanistico che possa essere un punto di riferimento per la cultura italiana nel mondo. Accademia del Caffè Espresso sorge a pochi chilometri da Firenze, presso le originali Officine de La Marzocco, trasformandosi da luogo di produzione industriale a centro di formazione, cultura e innovazione.

La scheda sintetica di La Marzocco

La Marzocco, fondata nel 1927 dai fratelli Bambi, fin dall’inizio si è specializzata nella produzione artigianale di macchine da caffè espresso per bar con particolare attenzione alla qualità, al risultato in tazza ed allo stile.

In oltre 90 anni di storia l’azienda fiorentina ha introdotto una serie di tecnologie e brevetti rivoluzionari, diventando leader per design ed innovazione nel settore delle macchine per caffè tradizionali. Tutti i modelli, compresi gli ultimi nati per il consumatore finale, sono realizzati a mano ed esportati in più di 100 paesi dove si incontrano nelle migliori caffetterie, nei più raffinati ristoranti del mondo e nelle case.

Il Lavazza Training Center e Italpepe nella pausa caffè con le spezie a Cibus 2024

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IVS Lavazza Group logo convendum yak emilia coffee
Il logo di Lavazza Group

MILANO – Qualità, tradizione e innovazione: le Masterclass Italpepe a Cibus 2024. In collaborazione con Lavazza Training Center, Amedei, Carpigiani Gelato University, Meat School, Cantine Santi, accompagnata dai mastri pasticceri Moreno Panzini e Attilio Servi, Italpepe ha presentato durante la manifestazione una serie di Masterclass per raccontare in chiave innovativa il suo mondo, non fatto di semplici spezie, ma di emozioni e sfumature.

Le spezie infatti vivono nella loro essenza anche in prodotti che non le contengono, come ad esempio i vini o il caffè.

L’obiettivo delle Masterclass è raccontare i prodotti di alta qualità della cultura italiana, ripensati in chiave innovativa. Perché la tradizione non è l’antitesi dell’innovazione: per fare innovazione, al contrario, bisogna conoscere la tradizione e partire da essa.

Lavazza e Italpepe: le Masterclass tra caffè, cacao e gelato

Il cioccolato, una coccola dal gusto sorprendentemente speziato (in collaborazione con Amedei e Moreno Panzini, 8 maggio ore 11.00). Le note aromatiche dei preziosi cioccolati si incontrano e interagiscono con l’estro e l’innovazione di Moreno Panzini, dando vita a quattro piccole e preziose creazioni di pasticceria dal gusto “swicy”, la nuova tendenza che sta spopolando sui social.

Il caffè, protagonista di un’esperienza sensoriale (in collaborazione con Lavazza Training Center e Carpigiani). Il momento della pausa caffè, può essere un momento di socialità ma anche di introspezione con sé stessi. Le sfumature dei pregiati blend interagiscono con le spezie ed il gelato, coinvolgendo tutti i nostri sensi, donandoci inedite e stupefacenti sensazioni.

La tartare incontra in un aperitivo gourmet la cremosità e la freschezza del gelato gastronomico (in collaborazione con Meat School e Carpigiani, 10 maggio ore 10.00). Il gusto della carne italiana incontra la nuova tendenza dell’alta ristorazione: il gelato salato. Un’interazione e un gioco tra consistenze, temperature, sensazioni create dalle spezie che danno vita ad un aperitivo semplice, ma estremamente ricercato e coinvolgente.

Italpepe

Azienda italiana che da oltre 50 anni crede nel fascino misterioso delle spezie, che ogni giorno accompagnano e danno colore alla vita. Un brand garanzia di eccellenza, ricercatezza, sostenibilità e qualità. Con l’attenta selezione dei prodotti, con la tutela della biodiversità e delle specialità locali in via d’estinzione. Rifornisce le principali insegne della grande distribuzione ed esporta i suoi prodotti in tutto il mondo.

Altroconsumo, caffè a colazione: il 72% di chi la fa a casa dichiara di berlo sempre o spesso

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bar colazione caffetteria tavolino dehors sovrapprezzo plateatico caffetterie barese massa-carrara caffè varone fitto torino
Il tavolino di un bar (Foto di Julia da Pixabay)

MILANO – Al bancone del bar o comodamente seduti a tavola? Con un brioches ripiena o inzuppando una fila di biscotti? Con calma in famiglia o al volo prima di entrare in ufficio? Dolce o salata? La colazione è un momento della giornata unico, ma gli italiani non la fanno di certo in un unico modo.

Proprio per scoprire i mille gusti della colazione italiana, Altroconsumo ha chiesto a più di 1.400 persone quali sono le loro abitudini a tavola, con un occhio di riguardo al costo al bar di caffè, cappuccino e cornetto. Leggiamo di seguito i risultati della ricerca Altroconsumo.

Colazione: a casa o al bar?

Casa o al bar? Non ci sono dubbi, gli italiani amano e fanno più spesso la colazione a casa: il 69% dichiara di fare sempre colaziona a casa e solo lo 1% dichiara di non farla mai (o raramente) a casa. Il bar ci piace ma non è un’abitudine quotidiana: si va solo occasionalmente (il 28 dichiara di fare colazione lì una volta alla settimana). Se facciamo una media, la colazione a casa viene fatta più di sei giorni alla settimana, mentre al bar una volta ogni due settimane. Chi sceglie occasionalmente la colazione al bar di solito riserva questo piacere al week end o ai giorni festivi; chi fa colazione a casa lo fa nei giorni in settimana.

Frequenza colazione a casa e al bar
Colazione a casa Mai molto raramente 1%
Almeno una volta a settimana 99%
Di cui: Una volta a settimana 1%
Due volte a settimana 3%
Tre volte a settimana 3%
Quattro volte a settimana 4%
Cinque volte a settimana 7%
Sei volte a settimana 12%
Sempre 69%
Colazione al bar Mai molto raramente 64%
Almeno una volta a settimana 36%
Di cui: Una volta a settimana 28%
Due volte a settimana 4%
Tre volte a settimana 2%
Quattro volte a settimana 1%
Cinque volte a settimana 0%
Sei volte a settimana 1%
Sempre 0%
Base: intero campione

 

Preferiscono fare più spesso colazione a casa le donne e gli uomini con più di 55 anni; mentre frequentano di più i bar per la colazione le persone che coabitano con figli minorenni e coloro che risiedono al Sud e sulle isole.

Il (poco) tempo dedicato alla colazione

Il tempo dedicato al primo pasto della giornata? Non molto, purtroppo. Presi da scuola e impegni lavorativi, concediamo alla nostra colazione tempi stretti. Chi la fa a casa in media – tra preparazione e consumo – impiega 15 minuti. Chi,  invece, va al bar non lo fa per risparmiare tempo: alla colazione fuori casa, infatti, si dedica più tempo fermandosi in media 20 minuti.

Al mattino, colazione dolce o salata?

Dolce, è così che la preferiamo: a dichiararlo è 81% degli intervistati. Questo genere di colazione è amata soprattutto dagli under 35. Solo il 3% invece sceglie la colazione salata, mentre il 16% alterna alimenti dolci e salati. La colazione mista è amata soprattutto tra coloro che hanno più di 35 anni. Non esiste un’unica scelta corretta. Per un’alimentazione sana, l’importante è che la colazione abbia i giusti nutrienti e il corretto apporto calorico per fornire energia durante la giornata.

Che tipo di colazione preferisci?
Dolce 81%
Salata 3%
Mista (sia con alimenti dolci che salati) 16%
Altro tipo di colazione 1%
Totale 100%
Base: coloro che fanno colazione a casa almeno una volta a settimana

Caffe, protagonista della nostra colazione

Il caffè in tutte le sue versioni (moka, cialde, capsule, espresso…) è il re incontrastato della colazione italiana. Sia che si faccia colazione a casa sia che si faccia colazione al bar il caffè è al primo posto tra le bevande: il 72% di chi fa colazione a casa dichiara di consumarlo sempre o spesso; tra chi fa colazione al bar il 68% dichiara di consumare sempre o spesso caffè e il 47% cappuccino.

Dopo il caffè, i consumi cambiano a seconda del luogo dove si fa colazione. Tra chi fa colazione a casa la seconda bevanda è l’acqua (consumata sempre o spesso da 50% dei rispondenti) e a seguire latte, yogurt e tè. Tra chi fa colazione al bar – dopo caffè e cappuccino – troviamo il latte (liscio o macchiato) consumato sempre o spesso dal 12% dei rispondenti. A seguire succhi di frutta, spremute o centrifugati e tè.

Bevande a casa
Bevande consumate a colazione a casa, in ordine decrescente di frequenza (% di coloro che li consumano spesso o sempre)
Caffè 72%
Acqua 50%
Latte 48%
Yogurt 22%
19%
Succo di frutta 11%
Spremuta o centrifugato di frutta fresca 10%
Bevande vegetali (sostituti del latte) 14%
Tisane 8%
Base: coloro che fanno colazione a casa almeno una volta a settimana
Bevande al bar
Bevande consumate a colazione al bar, in ordine decrescente di frequenza (% di coloro che li consumano spesso o sempre)
Caffè 68%
Cappuccino 47%
Succo di frutta 9%
Spremuta o centrifugato di frutta fresca 8%
Latte/Latte Macchiato 12%
Tè/Tisane 6%
Base: coloro che fanno colazione al bar almeno una volta a settimana

A colazione, biscotti che passione

biscotti fanno parte della colazione classica italiana e – anche se non andrebbero mangiati tutti i giorni o in quantità eccessive – sono un must sulle nostre tavole. Gli italiani che fanno colazione a casa li consumano spesso o sempre (51%). Tra le mura domestiche piacciono anche le confetture o le creme spalmabili dolci (28% degli intervistati) eventualmente accompagnate dalle fette biscottate (26%) e, a seguire, i cereali o muesli.

Alimenti a casa
Alimenti consumati a colazione a casa, in ordine decrescente di frequenza (% di coloro che li consumano spesso o sempre)
Biscotti 51%
Confettura o altre creme spalmabili dolci 28%
Fette Biscottate 26%
Cereali o Muesli 26%
Brioche/cornetto fresco 18%
Torta o altri dolci 16%
Merendine confezionate 19%
Frutta fresca 16%
Pane 14%
Frutta secca 14%
Uova 4%
Formaggi 3%
Salumi 3%
Verdura fresca 2%
Carne o pesce 2%
Legumi 2%
Base: coloro che fanno colazione a casa almeno una volta a settimana

 

Al bar le preferenze naturalmente cambiano. In cima alla classifica c’è la classica brioche (o cornetto): il 68% dei nostri intervistati dichiara di consumarla spesso o sempre. A seguire nella colazione fuori casa, al bar o in pasticceria, si gustano altri tipi di paste o pasticcini (18%) o torte (10%).

Alimenti al bar
Alimenti consumati a colazione al bar, in ordine decrescente di frequenza (% di coloro che li consumano spesso o sempre)
Brioche/cornetto 68%
Altre paste e pasticcini 18%
Fetta di torta 10%
Dolci o biscotti confezionati 9%
Focaccia o pizza 8%
Tost o altri panini farciti 5%
Base: coloro che fanno colazione al bar almeno una volta a settimana

Colazione al bar: quanto mi costi?

La colazione fuori casa non è di certo la scelta più economica. Per capire a quanto ammonta la spesa degli appassionati di cappuccio e brioche, abbiamo chiesto a chi fa colazione al bar almeno una volta a settimana quanto pagano le loro consumazioni al banco. Il caffè del bar (al banco, non con servizio al tavolo) costa in media 1,17 euro; mentre il cappuccino raggiunge il prezzo medio di 1,64 euro. I cornetti lisci costano in media 1,22 euro; quelli farciti un po’ di più, in media 1,39 euro. Caffè e cappuccino non costano ovunque lo stesso prezzo: sono significativamente più cari (in media) a Nord-Est e più economici al Centro-Sud e nelle Isole (qui anche la brioche è meno cara).

Ovunque c’è stato un generale aumento di prezzo. A dirlo sono i dati: a maggio 2022 una inchiesta Altroconsumo aveva verificato i prezzi delle principali consumazioni al bar ed erano risultati più bassi per tutti i prodotti considerati. Oggi il caffè al banco del bar costa in media il 6% in più rispetto a due anni fa; il cappuccino è aumentato del 7%. L’incremento più alto però lo hanno avuto le brioches: che siano vuote o farcite costano il 13% in più del 2022.

Prezzi consumazione al bar prezzo medio prezzo minimo prezzo massimo
maggio 2024
Caffè 1,17 € 0,70 € 2,40 €
Cappuccino 1,64 € 0,90 € 3,00 €
Brioche/cornetto semplice 1,37 € 0,80 € 3,80 €
Brioche/cornetto farcito 1,57 € 0,80 € 5,00 €
maggio 2022
Caffè 1,11 € 0,65 € 2,20 €
Cappuccino 1,53 € 0,90 € 2,90 €
Brioche/cornetto semplice 1,22 € 0,50 € 2,50 €
Brioche/cornetto farcito 1,39 € 0,50 € 3,00 €

Il metodo dell’inchiesta

L’indagine ha coinvolto un gruppo di consumatori iscritti alla piattaforma ACmakers di età compresa tra 18 e 74 anni. La rilevazione è avvenuta il 6 e 7 maggio 2024, attraverso un questionario online sono state raccolte 1.444 risposte valide.

Al campione è stata applicata una procedura di ponderazione per sesso, età ed area geografica in modo da ridurre le distorsioni e riflettere la distribuzione della popolazione generale per queste variabili sociodemografiche. In questa inchiesta abbiamo raccolto informazione sulle abitudini di consumo a colazione. Abbiamo considerato solo rispondenti che abitualmente fanno colazione. A chi è abituato a fare la colazione al bar abbiamo anche chiesto di indicarci i prezzi di caffè, cappuccino e cornetto.

Buoni pasto, il costo medio per la pausa pranzo a 11 euro, il ticket si aggira a 6,75 euro: l’impatto dell’inflazione sulla mensa e il bar

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mensa pixabay buoni pasto
Una mensa (immagine: Pixabay)

Panino, bevanda e caffè hanno un prezzo medio di 8,10 euro, per un primo piatto con bevanda e caffè servono 9,80 euro e per un secondo 11,60. Ma la soglia esentasse è ferma a 8 euro e il valore mediano dei buoni pasto è 6,75 euro. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Il Corriere della Sera.

Il costo dei buoni pasto

MILANO – Benvenuti nel pranzo ridotto, nella scelta del primo o del secondo per arrivare alla fine del mese. Del panino a metà, del caffè saltato. In questi ultimi anni è accaduto un lento ma inesorabile mutamento nelle abitudini che hanno finito per contrarlo: si mangia meno per spendere meno.

Il costo medio per la pausa pranzo ammonta a circa 11 euro, secondo una ricerca BVA Doxa; nel 2023 un semplice panino accompagnato da bevanda e caffè ha un prezzo medio di 8,10 euro; per un primo piatto con bevanda e caffè saliamo a 9,80 euro e per un secondo piatto a 11,60 euro, il menù completo arriva a 15 euro. L’importo medio del buono pasto è di 6,75 euro, variabile secondo i territori e le dimensionali dell’impresa, segnala il Sole 24 Ore.

L’impatto dell’inflazione sul servizio mensa

D’altronde in anni di inflazione galoppante il buono pasto ha finito per perdere valore, seppur abbia contribuito alla tenuta del potere d’acquisto con retribuzioni nominali in calo falcidiate dall’aumento del potere d’acquisto.

Secondo una ricerca pubblicata da Anseb, l’associazione che rappresenta le società emittitrici dei ticket restaurant, in appena la metà dei casi siamo arrivati al paradosso che il buono pasto copre il 50-80% dei costi del costo del pasto (48% dei casi), solo nel 25% dei casi buona parte (almeno 80%), nel 18% meno della metà, solo nel 9% copre l’intero importo.

La proposta di alzare la soglia esentasse per i buoni digitali a 10 euro

Ecco perché cominciano a palesarsi delle proposte per consentire ai lavoratori di alzare il valore facciale dei buoni pasto che rappresentano il servizio sostitutivo nella mensa in aziende pubbliche e private. La prima è in discussione al Senato e sarebbe una soluzione interessante per rendere la filiera sostenibile, consentire ai lavoratori e alle aziende di avere a disposizione un importo maggiore senza incidere sulla base imponibile certificata dai redditi.

La sostiene non a caso la stessa Anseb, ritenendola molto utile per contrastare l’aumento del costo della vita. Parliamo del disegno di legge “Semplificazioni in materia di lavoro e legislazione sociale”, atto 672 del Senato, presentato dalla senatrice di Fratelli di Italia Paola Mancini, che vorrebbe aumentare l’importo detassato e decontribuito del buono pasto giornaliero da 8 a 10 euro.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

TheFork: nel 1° trimestre 2024 +35% nuovi ristoranti aperti, +10% chiusi

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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)
MILANO – TheFork, la piattaforma di prenotazione di ristoranti leader in Europa, rilascia i dati relativi all’andamento della ristorazione italiana per i primi tre mesi del 2024. Il rapporto di ricerca è stato condotto in collaborazione con Format Research. I risultati dell’Osservatorio mostrano un primo trimestre caratterizzato da un aumento delle nuove imprese con somministrazione nate da gennaio a marzo 2024, rispetto all’ultimo trimestre del 2023: i ristoranti nuovi iscritti risultano essere 1.211, contro gli 896 dell’ultimo quarter (+35%).
Parallelamente, aumentano le cessazioni di impresa a confronto del trimestre di chiusura dello scorso anno: i ristoranti che hanno cessato la propria attività sono 1.291, a fine 2023 erano 1.172 (+10%).
Nonostante ciò, è positivo notare come, rispetto all’ultima analisi trimestrale, migliora il saldo tra attività iscritte e cessate, a dimostrare la volontà e l’impegno di una ripresa del tessuto imprenditoriale del settore. Il saldo per questi primi mesi del 2024 si attesta a –80 esercizi, evidenziando un recupero rispetto al periodo ottobre-dicembre 2023, dove il saldo si era invece chiuso a -276.
A livello geografico, la distribuzione dei ristoranti in Italia resta pressoché stabile: il 33% dei ristoranti ha sede tra sud e isole, il 25% nel nord-ovest della penisola, il 24% in centro Italia e il 18% nel nord-est.

I primi tre mesi dell’anno a tavola su TheFork

Se guardiamo all’andamento delle prenotazioni dei ristoranti esclusivamente su TheFork, nei primi tre mesi dell’anno si osserva un incremento delle prenotazioni dei ristoranti rispetto al primo trimestre del 2023. A livello geografico, è interessante sottolineare la crescita delle prenotazioni nell’area del Sud e Isole, nonostante il periodo di bassa stagionalità.
Tutte le altre aree vedono comunque un saldo positivo rispetto al 2023. Gli italiani scelgono di utilizzare TheFork prevalentemente a cena, servizio che rappresenta il 73% delle prenotazioni nei primi 3 mesi del 2024. La principale tipologia di cucina prenotata è quella della tradizione regionale italiana (28%), seguita dalle pizzerie (12%), mediterranea (11%), giapponese (7%) e di mare (6%).
A seguito dei dati rilasciati, Carlo Carollo, Country Manager di TheFork Italia, commenta: “Dopo anni sicuramente sfidanti, caratterizzati prima dalla pandemia e poi dall’inflazione, il 2024 ha tutte le carte in regola per essere l’anno della ripresa economica. In un settore dinamico come la ristorazione, nei prossimi mesi riuscirà a restare competitivo chi darà importanza alla centralità dell’esperienza valoriale del cliente, offrendo un servizio di qualità unitamente ad un’esperienza su misura”.
Carollo aggiunge: “Ed è proprio qui che entra in campo l’impegno di TheFork nel supportare i ristoratori nelle loro sfide quotidiane. La presenza sull’app garantisce una maggiore visibilità online durante la ricerca del ristorante, il processo di prenotazione è semplice e veloce e la possibilità di pagamenti digitali con TheFork Pay è immediata ed efficiente. Tutti passaggi che rendono l’esperienza del pasto al ristorante piacevole e soddisfacente”.

La scheda sintetica di TheFork

TheFork, brand di Tripadvisor è la principale piattaforma per le prenotazioni online di ristoranti in Europa e Australia. In prima linea nel sostenere e promuovere la cultura della ristorazione, TheFork utilizza la tecnologia per favorire le connessioni reali tra clienti e ristoratori e per avviare questi ultimi al successo.
Con una rete di circa 55.000 ristoranti partner in 12 Paesi, quasi 40 milioni di download dell’app e più di 20 milioni di recensioni verificate, TheFork è la piattaforma di riferimento per tutti gli appassionati di food che vogliono vivere esperienze indimenticabili al ristorante. Attraverso TheFork (sito e app) gli utenti possono facilmente selezionare un ristorante in base alle loro preferenze, consultare le recensioni degli utenti, controllare la disponibilità in tempo reale, prenotare immediatamente online 24 ore su 24, 7 giorni su 7, beneficiare di offerte speciali e pagare direttamente sull’app.
Per i ristoranti, TheFork fornisce un software, TheFork Manager, che consente di ottimizzare la gestione delle prenotazioni e il tasso di occupazione, aumentare le prenotazioni e la visibilità, combattere i no-show, gestire i pagamenti e semplificare le operazioni, connettendosi alla più ampia community di appassionati di ristorazione.

Gruppo Nestlé in Italia ottiene la certificazione per la parità di genere

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Gender equity, inclusione e valorizzazione della diversità capisaldi della filosofia aziendale di Nestlé (immagine concessa)

ASSAGO (Milano) – Il Gruppo Nestlé in Italia ha ottenuto la certificazione per la parità di genere UNI/PDR 125:2022, rilasciata dall’ente certificatore Bureau Veritas. Si tratta di un importante riconoscimento dell’impegno dell’azienda per includere e valorizzare la diversità attraverso la promozione di politiche di parità di genere e l’adozione di misure di welfare aziendale orientate a una equa ripartizione dei carichi familiari, come “Nestlé Baby Leave”, il congedo di 3 mesi retribuito al 100% dedicato ai neopapà o ai secondi caregiver.

Lo sforzo che il Gruppo sta compiendo in ottica di gender equity ha già cominciato a dare importanti risultati. In Italia Nestlé raggiunge il 49,3% di donne che ricoprono il ruolo di quadro e il 35,2% quello di dirigenti.

Nestlé in Italia raggiunge la certificazione per la parità di genere UNI/PDR 125:2022

Numeri decisamente più alti rispetto alla media del nostro Paese, in cui le donne inquadrate come quadro arrivano solo al 32% e al 21,4%2 per quanto riguarda il livello dirigenziale.

Anche guardando a settori tipicamente a maggioranza maschile come le vendite e le operation, l’azienda ha un ottimo bilanciamento tra donne e uomini nelle posizioni manageriali, frutto di una costante attenzione alle politiche interne di selezione e promozione del personale e di sensibilizzazione contro gli stereotipi di genere che ancora oggi penalizzano le donne nella loro carriera.

Anche per quanto riguarda i salari, Nestlé sta proseguendo con il percorso per proteggere il valore del lavoro delle donne e migliorare sempre più le proprie politiche di parità retributiva.

L’adozione di politiche di Diversity&Inclusion rappresenta un pilastro fondamentale della filosofia aziendale di Nestlé. Per questo motivo, l’azienda lavora ogni giorno per promuovere l’inclusione e la parità sia sul lavoro che in tutti gli altri contesti sociali.

In questa direzione si inserisce l’impegno di Nestlé contro la violenza sulle donne, che si concretizza attraverso campagne di sensibilizzazione e collaborazioni con Centri Antiviolenza, individuando con gli stessi, ove possibile, percorsi di inserimento lavorativo in azienda di vittime di violenza.

“Siamo orgogliosi di aver ottenuto la certificazione per la parità di genere, che sancisce formalmente il nostro costante sforzo per la creazione di un ambiente di lavoro sempre più equo e inclusivo, in cui tutte le persone possano esprimersi liberamente e rendere le loro diversità di genere, di orientamento sessuale, di età e di religione un punto di forza e non di debolezza. Continueremo a lavorare duramente per far sì che ognuna delle nostre persone abbia pari opportunità di crescita personale e professionale all’interno della nostra azienda”  ha commentato Giacomo Piantoni, direttore risorse umane del Gruppo Nestlé in Italia.

Il processo di certificazione ha coinvolto la società Nestlé Italiana SpA, capofila del gruppo Nestlé in Italia, che comprende l’Headquarters di Assago e gli stabilimenti produttivi di Portogruaro (Venezia) e San Sisto (Perugia).

1 Dati a dicembre 2023

2 Fonte: “Rapporto Donne Manageritalia” (marzo 2024)

La Commissione Europea multa Mondelēz International per 337,5 mln per aver ostacolato il commercio transfrontaliero di cioccolato, biscotti e prodotti a base caffè

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Mondelēz International
Il logo Mondelēz International

Mondelēz International è stata multata dalla Commissione Europea per aver ostacolato il commercio transfrontaliero di cioccolato, biscotti e prodotti a base di caffè tra gli Stati membri dell’Ue, in violazione delle norme comunitarie sulla concorrenza.  L’importo totale della multa è di 337,5 milioni di euro che tuttavia è stato ridotto del 15% alla luce della collaborazione dell’azienda con l’indagine.

Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Francesco Puppato per General Magazine.

La multa a Mondelēz International

MILANO – La Commissione Europea ha multato la multinazionale Usa dell’alimentare Mondelēz International per 337,5 milioni di euro, per aver ostacolato il commercio transfrontaliero di cioccolato, biscotti e prodotti a base di caffè tra gli Stati membri dell’Ue, in violazione delle norme comunitarie sulla concorrenza.

Come riporta Adnkronos, la Commissione “resta impegnata a eliminare le barriere ingiustificate per garantire un migliore funzionamento del mercato unico“.

I vincoli territoriali di fornitura costituiscono, per Bruxelles, un ostacolo non normativo al corretto funzionamento del mercato unico. Mondelez è titolare di marchi di dolciumi, biscotti e cracker molto noti, come Toblerone, Oreo, Cote d’Or, Milka, Ritz e Tuc.

L’importo della multa, spiega la vicepresidente Margrethe Vestager, è stato ridotto del 15% alla luce della collaborazione dell’azienda con l’indagine. Le violazioni sono andate avanti “dal 2006 al 2020“, eccezion fatta per il caffè, business ceduto nel 2015. Mondelez, sottolinea Vestager, “ha una posizione dominante nelle tavolette di cioccolato“, ragion per cui le pratiche messe in atto costituiscono un abuso.

In particolare, secondo la Commissione, Mondelēz ha posto in essere ben 22 accordi o pratiche concordate anticoncorrenziali.

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Addio a Epaminonda Scaltriti, fondatore di Gruppo Argenta e icona del vending

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Epaminonda Scaltriti (immagine presa dal sito Tempo News)

MILANO – La mattina del 27 maggio è venuto a mancare uno dei padri fondatori del vending italiano: Epaminonda Scaltriti detto Titti, fondatore e anima di Gruppo Argenta. Insieme all’aiuto dei due soci, Orazio Lugli e Ferdinando Meliani, Scaltriti ha colto l’opportunità di lanciare sul mercato il concetto della ristorazione automatica.

Epaminonda Scaltriti si spegne a 79 anni

Il portale vendingnews ricorda l’imprenditore Scaltriti, scomparso a 79 anni, affermando: “La notizia della sua dipartita lascia un vuoto in questo settore, soprattutto per i tanti imprenditori, manager e dipendenti, che l’hanno considerato un secondo padre e sono cresciuti con i suoi insegnamenti. Inizia il suo viaggio a pochi giorni dalla definitiva scomparsa della ragione sociale Gruppo Argenta, la sua amatissima creatura. Se ne sono andati insieme e insieme non saranno mai dimenticati”.

Per saperne di più sulla figura di Scaltriti, riportiamo di seguito l’intervista al presidente di Gruppo Argenta a cura di Alessandra Pellacani per la rivista “Il Secondo Rinascimento” pubblicata nel 2005. Scaltriti rivela i suoi primi passi nel mondo del lavoro all’età di 10 anni e le origini dietro il Gruppo Argenta, la sua crescita e la fondazione di Confida.

Chi è Epaminonda Scaltriti?

“Ai miei tempi s’iniziava a lavorare molto presto ed era frequente nella mia generazione interrompere gli studi dopo la quinta elementare. Anche se in me è rimasto il piacere di leggere e imparare.

Mi misi in proprio all’età di dieci anni. Oggi si griderebbe allo scandalo, ma in Italia negli anni cinquanta era normale che i bambini lavorassero. Nel 1955 iniziai il primo lavoro nei pubblici esercizi come ragazzo di bottega. Il 1° gennaio 1961, io e i miei due soci aprimmo il primo locale in proprio, cui seguirono altri due in pochi anni. Nel 1967, ebbi l’opportunità d’incontrare un operatore che mi propose di fare un contratto di acquisto per l’allocazione di un vending, cioè dei distributori automatici.

Eravamo i primi nell’area. A quei tempi era difficile allocare le macchine perché molti imprenditori pensavano che ai dipendenti bastasse bere acqua. Altri imprenditori, invece, di mentalità più aperta, ci diedero l’opportunità di portare un servizio di ristoro sul posto di lavoro, segnando una grande conquista da parte dei lavoratori.

Nel 1973, divenni membro dell’Associazione emiliano-romagnola della nostra categoria, in cui sono stato presenza attiva per ventitré anni, venti dei quali come presidente, e ho contribuito a migliorare l’associazione nazionale. Abbiamo fondato la Confida, che aggregava tutti gli addetti ai lavori del vending, tra cui c’erano produttori di beni strumentali, accessori, polveri di grano e caffè.

Mi sono sempre impegnato, non solo per la nostra azienda, ma anche per la categoria, perché ho sempre creduto che per fare impresa, specialmente quando un business è nuovo, non si può pretendere di avere l’esclusiva ma si deve cercare di diffondere questo business. Fino alla fine degli anni ottanta, il settore era instabile anche perché i beni strumentali non avevano raggiunto requisiti di affidabilità. Tuttavia, mi sono impegnato a far conoscere il progetto in Europa e nel mondo”.

Come è costituito attualmente il suo gruppo?

“Diciamo che ciò che gravita sulla mia persona va identificato in quattro situazioni distinte:

– Gruppo Argenta S.p.A., che è il maggior operatore del vending in Italia per consumazioni e fatturato detenuto dal fondo Advent International, e Gelso S.p.A., che è il contenitore delle azioni detenute dal sottoscritto, dall’amministratore delegato Roberto Franchini e dagli altri managers, che sono i responsabili operativi delle varie filiali e delle divisioni specializzate ai servizi del gruppo;

– Gelso stessa, che detiene partecipazioni di minoranza in altre aziende del vending in Italia;

– aziende di famiglia delle quali fanno parte solo il sottoscritto e familiari;

– Argematik Group, che detiene partecipazioni in dieci realtà operanti in altrettanti paesi europei e non, con attività di vending all’estero. In totale, il prossimo anno il nostro gruppo raggiungerà un fatturato di 160 milioni di euro circa e occuperà 1300 addetti circa”.

Il mercato al dettaglio richiede sempre novità. Quali sono nella rete di distributori automatici i prodotti che vendete? E come vengono recepiti?

“Noi cerchiamo sempre di proporre prodotti nuovi e beni strumentali che diano l’opportunità d’introdurli nella distribuzione automatica. Portiamo la nostra attenzione ai prodotti di marca e agli alimenti naturali, che rispondono a precisi requisiti nutrizionali. Siamo stati i primi a introdurre la frutta, ora stiamo attrezzando la linea del freddo, in modo da servire il cliente al meglio, sempre rispettando le normative igieniche.

Siamo sempre all’avanguardia nella ricerca in beni strumentali, nell’analisi e controllo del software, nei prodotti che siano sempre in linea con le esigenze del cliente”.

Un articolo apparso sul “Sole 24 Ore” di alcuni mesi fa riporta un’operazione da voi fatta con fondi d’investimento. Cosa può dirci in merito?

“I fondi d’investimento come investitori istituzionali per me sono stati una scelta che auguro a tutti gli imprenditori. Inizialmente, per me è stata una cosa sofferta, poiché si trattava di cedere azioni che rappresentavano il pacchetto di maggioranza nell’azienda.

Però, l’entrata di questi fondi ci ha permesso di fare una serie di investimenti molto importanti e ora posso dire che sono ancora più entusiasta della scelta che ho fatto. L’obiettivo dell’operazione con i fondi è di andare tra cinque anni in Borsa”.

Come si proietta il Gruppo Argenta nell’avvenire?

“Contiamo nel futuro di portare avanti il progetto di nuovi prodotti, nuovi segmenti di vendita, andare in luoghi dove non siamo presenti e creare aggregazione nel vending nel settore pubblico e in ogni luogo dove c’è aggregazione, con attenzione all’estero, sopra tutto seguendo la globalizzazione. Per seguire la globalizzazione è necessario essere presenti in ogni luogo con investimenti e con risorse umane a cui dare formazione. Per esempio, a Mantova abbiamo una scuola di formazione attiva da circa un anno e mezzo, che ha lo scopo di portare i nostri collaboratori a uno stato di serenità nel lavoro.

Crediamo che il nostro settore, le idee che abbiamo e il nostro modo di fare impresa ci faranno arrivare lontano. Il nostro obiettivo è quello di arrivare a 350 milioni di euro nei prossimi cinque anni con il gruppo aggregato e di andare in Borsa. A quel punto lascerò la direzione per andare a cercare nuovi stimoli.

Ai giovani chiedo che abbiano una sana ambizione. Dobbiamo creare entusiasmo e per creare entusiasmo bisogna dare esempio e per dare esempio bisogna scommettere. Creare le condizioni armoniose, la serenità nel posto di lavoro, nella famiglia e nei valori. Osservare ciò che ci sta intorno è molto importante perché guardare e ammirare fa capire che esisti, t’interessi, valorizzi, ti confronti”.

Fondazione Umberto Veronesi presente a Festa a Vico per sostenere la ricerca sui tumori, 10-12/06

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Il logo di Fondazione Veronesi

VICO EQUENSE (Napoli) – Fondazione Umberto Veronesi ETS sarà presente per il secondo anno – grazie all’impegno della Pink Ambassador Raffaella Ferrara – a Festa a Vico, una delle principali manifestazioni gastronomiche ideata e guidata dallo chef Gennaro Esposito. L’annuale evento che si terrà a Vico Equense nei giorni di lunedì 10, martedì 11 e mercoledì 12 giugno vede Fondazione come una delle 7 onlus charity partner.

Tramite una donazione a Fondazione Veronesi sarà infatti possibile ricevere i biglietti per partecipare alle serate in programma (per maggiori informazioni basta cliccare qui).

I fondi raccolti andranno a sostenere la ricerca sui tumori ed in particolare verrà finanziata una meritevole ricercatrice campana, la dottoressa Maria Vittoria Verrillo. La sua ricerca, che si svolge presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, è focalizzata sull’ottenimento di composti attivi antitumorali a partire dagli scarti alimentari.

È possibile sostenere la ricerca scientifica partecipando alle seguenti serate:

Lunedì 10 giugno: Cena delle Stelle – costo 370€ a persona: la tradizionale cena di gala benefica di Festa a Vico, che vede protagonisti alcuni dei più riconosciuti chef stellati in Italia e al mondo.

Martedì 11 giugno: la Repubblica del Cibo – costo 25€ (per 5 assaggi): momento pop dell’evento con oltre 200 chef da tutta italia animano le strade di Vico Equense con tante prelibatezze da assaggiare.

Mercoledì 12 giugno: Il Cammino di Seiano – costo 120€ a persona: sul lungomare della Marina di Seiano oltre 75 chef stellati propongono le loro specialità culinarie. A fine evento il Dessert Storm, oltre 50 maestri pasticceri scatenano un inferno di dolci.

La scheda sintetica della Fondazione Umberto Veronesi ETS

Nasce nel 2003 per volontà del Professor Umberto Veronesi per promuovere il progresso scientifico, concentrando il proprio operato in due aree: finanziamento alla ricerca scientifica d’eccellenza, motore del progresso scientifico, e divulgazione scientifica, perché le scoperte della scienza diventino patrimonio di tutti.

In più di vent’anni Fondazione ha creato le basi per un nuovo modello di sviluppo della scienza, introducendo un criterio inedito nel nostro Paese: investire nella cultura scientifica per creare una nuova generazione di scienziati e di cittadini consapevoli dei progressi della ricerca. Per Fondazione Umberto Veronesi, cultura scientifica significa utilizzo sociale degli obiettivi e dei risultati della scienza.