PADOVA – NIMS Spa, azienda padovana parte del Gruppo Lavazza e specializzata nella vendita diretta del sistema a capsule Lavazza in Black e di sistemi per la filtrazione e la frigogasatura dell’acqua Star Tap in Italia, annuncia la nomina di Davide Celin, nuovo Amministratore Delegato.
Lo scorso 16 aprile 2024 l’Assemblea degli azionisti dell’azienda ha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione, che rimarrà in carica per il prossimo triennio. In tale occasione, Davide Celin è stato nominato nuovo CEO dell’azienda, succedendo a Flavio Ferretti che guidava la realtà padovana dal 2017.
Celin viene scelto in un contesto di piena familiarità e conoscenza pregressa di Nims SpA: incrocia il suo percorso con l’azienda come Sales Account, ben prima dell’acquisizione da parte del Gruppo Lavazza, proseguendo fino al ruolo di Direttore Generale e iniziando oggi in quello di Amministratore Delegato.
Ma chi è Davide Celin?
Davide Celin, nato a Padova il 5 giungo 1979, si laurea nel 2002 in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Padova e di lì a poco inizia il suo percorso lavorativo in Lavazza. 20 anni di carriera all’interno del Gruppo gli permettono oggi di avere una solida esperienza nello sviluppo commerciale nonché una conoscenza approfondita del settore Food&Beverage.
Il suo incontro con Nims SpA risale al 2007 come Key Account. Nel 2018, a seguito dell’ingresso di Nims nel Gruppo Lavazza, Davide Celin entra nel CDA di allora. Entra ufficialmente a far parte di Nims SpA nell’ottobre del 2023 come Direttore Generale. Oggi a Davide Celin, in qualità di neo Amministratore Delegato, spetta il compito di guidare Nims verso nuovi obiettivi strategici per consolidare la crescita registrata negli ultimi anni.
Dopo la nomina Davide Celin ha detto: “Questa nomina non è un traguardo, ma una tappa da cui ripartire. Sono pronto a dare tutto perché il futuro di Nims sia degno della propria storia”
La scheda sintetica di Nims: oltre 335 milioni di tazzine di caffè
NIMS è un’azienda italiana specializzata nella distribuzione e vendita diretta del caffè in capsula e di sistemi di microfiltrazione e frigogasatura dell’acqua su tutto il territorio nazionale, entrata a far parte del Gruppo Lavazza nel 2017, due realtà che condividono una storia di successo e valori come tradizione, esperienza e cultura aziendale.
L’azienda padovana, nata nel 1979, vanta oggi 140 dipendenti e ha raggiunto nel 2023 un fatturato di oltre 120 milioni di euro nel 2023 (+5% sul 2022), distribuendo 335 milioni di tazzine di caffè. Tutto ciò anche grazie al supporto di oltre 3.000 Personal Shopper che
alimentano il rapporto diretto di fiducia tra azienda e cliente. Dall’inizio della partnership con Lavazza nel 1994, NIMS ha distribuito quasi 10 miliardi di tazzine di caffè ad oltre un milione di clienti.
MILANO – Premiato tra i Best Product 2023 dalla Specialty Coffee Association a Portland, parliamo di Ion Beam, uno strumento realizzato dall’azienda Acaia fondata nell’ormai lontano 2013, per risolvere l’annoso problema che tutti i professionisti vorrebbero evitare nel momento della macinatura, ovvero la generazione dell’elettricità statica durante il processo di grinding.
Ion Beam è stato progettato per funzionare montato sullo stesso grinder Acaia Orbit, oppure come accessorio portatile per diversi modelli di macinacaffè.
Questo attrezzo tubolare contiene al suo interno un generatore di ioni di livello industriale e consente una minore retention, nel limitare la produzione di pellicola e nel ridurre la formazione di grumi.
Il dispositivo ottiene questo risultato emettendo un flusso costante di ioni carichi che neutralizzano efficacemente l’accumulo di cariche statiche che possono verificarsi durante la macinazione.
E non solo, perché nella versione aggiornata, Ion Beam possiede un sensore IR che rileva il movimento così che, nel momento in cui gli si mette vicino un contenitore, lo ionizzatore si attiva automaticamente.
Come funziona più tecnicamente?
Il generatore ha incorporato un sensore a infrarossi che rileva la presenza di un oggetto posto entro i 5 cm. Quindi per attivare il dispositivo, è sufficiente ad esempio accostare al sensore IR un oggetto come una tazza usata per il dosaggio. Questa funzione ottimizza il processo di macinatura dei chicchi in modo efficiente e facile.
L’emissione di ioni positivi e negativi da diverse estremità neutralizza efficacemente l’elettricità statica (anche in questo caso, sia negativa che positiva). In questo modo si ottiene una macinatura più pulita e costante.
Il design di Ion Beam
Consente di utilizzarlo sia come dispositivo portatile o di montarlo su un treppiede standard da 1/4 di pollice. Questo dà ulteriore flessibilità di utilizzo, con l’adattamento a diversi macinini.
Al costo di 165 dollari (152 euro), Ion Beam è acquistabile sullo shop Acaia in tre versioni (bianco, nero e grigio), negli Stati Uniti e qui per l’Europa a 191,56.
ROMA – Una coppia romana ha deciso di organizzare una festa di matrimonio al bar. Subito dopo le nozze, Eleonora e Daniele hanno festeggiato insieme agli invitati al locale Kafejo situato nel quartiere della Garbatella. I due hanno scelto quest’insolita location proprio perché si sono conosciuti lì.
La festa di matrimonio al bar Kafejo a Roma
Così i clienti abituali, i passanti del quartiere Garbatella e i numerosi amici hanno condiviso la festa di matrimonio della coppia.
Gli auguri ricevuti a Eleonora e Daniele per il matrimonio sono diventati davvero tanti.
L’idea degli sposi potrebbe dare l’inizio di un nuovo trend considerata l’importanza del bar come luogo di aggregazione e socialità nella cultura italiana con un occhio di riguardo alla Città Eterna.
Nell’orto botanico di Palermo si torna, dopo più di un secolo, a coltivare il caffè. Nonostante diversi tentativi non andati a buon fine, oggi le modalità del progetto hanno subito diversi cambiamenti. Leggiamo di seguito parte dell’intervista al professore Paolo Inglese, georgofilo e ordinario di scienze agrarie all’Università di Palermo, condotta da Giulia Bartalozzi per Georgofili Info.
L’intervista in questione ci è stata segnalata da Gianluigi Goi, lettore nonché giornalista specialista di agricoltura affezionato a queste pagine.
La produzione di caffè in Sicilia
PALERMO – Nel capoluogo siciliano si torna a coltivare il caffè a più di un secolo di distanza dal primo esperimento di coltivazione in Sicilia. Lo scenario è l’Orto Botanico che fa parte del sistema museale dell’Università di Palermo, un luogo di meraviglie naturalistiche che contiene migliaia di specie differenti di piante.
Nel 1905, il direttore dell’Orto Botanico palermitano e il capo giardiniere, con l’intento di coltivare il caffè in piena terra misero a dimora 25 piante di caffè. Malgrado le piante fossero state posizionate a ridosso di un muro con esposizione a mezzogiorno e riparate da una tettoia costruita di fogliame, non riuscirono a superare le temperature invernali che si ebbero per alcuni anni e che raggiunsero valori inferiori ai -3° C. Un altro tentativo venne fatto nel 1911, ma anche in quel caso un’ondata di gelo distrusse le piante.
Vediamo come si configura il progetto al giorno d’oggi, parlandone insieme al professor Paolo Inglese, georgofilo e ordinario di Scienze Agrarie all’Università di Palermo.
Professore Inglese, innanzi tutto di che cosa ha bisogno la pianta del caffè per crescere bene?
“Il caffè è una specie rustica e sebbene sia coltivata da tempo mantiene delle caratteristiche tipiche e vicine a quelle delle piante “selvatiche”. Di fatto, nelle nostre condizioni, il problema più grande è la stagionalità in termini di escursione termica annuale, che nelle zone di origine è molto ridotta mentre qui ha la variabilità stagionale che conosciamo, con il rischio di temperature estreme dannose sia come minime che come massime termiche.
Inoltre, il caffè è specie che negli ambienti naturali vive sotto le grandi specie della foresta subtropicale umida e in coltura è spesso consociato a specie ombreggianti. Alle nostre latitudini e con il clima Mediterraneo, il problema delle lunghe giornate estive con l’elevata radiazione, unita a un elevato VPD, possono portare a problemi che variano dalla semplice scottatura della chioma al suo disseccamento.
Per questo, le piante vanno ombreggiate, al fine di garantire loro un certo equilibrio termico e radiativo che non ne comprometta la crescita e lo sviluppo”.
Vengono messi in campo particolari accorgimenti nell’orto botanico di Palermo?
“Quella dell’orto botanico non è l’unica e la prima delle prove. La più importante la stiamo conducendo, con il professore Farina e lo staff del dipartimento di scienze agrarie della nostra Università, sempre a Palermo ma in ambiente protetto. La piccolissima parcella dell’orto ha un valore storico, perché testimonia la storia dell’orto botanico, da sempre e in quegli spazi impegnato a provare le specie di origine “coloniale”, come si diceva in un tempo per fortuna assai lontano culturalmente e storicamente.
La particolarità di questa piccola parcella è legata al fatto che le piante per la prima volta sono fuori dall’ambiente protetto e risiedono in uno spazio condiviso con agrumi e con le Cebie che forniscono la necessaria copertura vegetale, simulando in qualche modo un habitat naturale.
Vicino al caffè ci sono esemplari monumentali di avocado e giovani piante di mango, oltre che svariate altre specie tropicali, da frutto e non. Non sappiamo cosa succederà, se lo sapessimo, non sarebbe una parcella sperimentale. Concimeremo con compost prodotto dall’orto e avremo il controllo fenologico e produttivo con le piante in serra”.
Per leggere l’intervista completa basta cliccare qui.
MILANO – Dopo aver raggiunto ad aprile scorso un record storico (10.000 USD/tonnellata), ben diverso dai picchi del 2009 e 2011 (3.700 USD/t), con la fine delle celebrazioni di Pasqua i prezzi del cacao sono scesi (7.000 USD/t). Tuttavia, restano tre volte superiori rispetto a un anno fa e probabilmente rimarranno su tali livelli. L’aumento dei prezzi delle fave di cacao, dovuto in parte alla corsa speculativa sui mercati, riflette inoltre un deficit di offerta, problematico a medio termine.
Il numero esiguo di paesi produttori rende l’offerta altamente vulnerabile
Quattro Paesi da soli rappresentano il 75% della produzione mondiale delle fave di cacao, di cui più del 60% in Africa occidentale; questo comporta una vulnerabilità agli shock economici e meteorologici.
La produzione mondiale di fave di cacao dovrebbe diminuire dell’11% nel 2024
Le cause sono molteplici. I fenomeni meteorologici (in particolare El Niño), la diffusione delle colture in pieno sole (causa di deforestazione) e l’aumento della frequenza dei raccolti hanno favorito lo sviluppo di parassiti e malattie, imponendo trattamenti chimici che a loro volta impoveriscono il terreno. L’invecchiamento delle piantagioni e il mancato rinnovo parziale (legato al calo dei redditi dei produttori) hanno influito anche sulla produzione, con i rendimenti delle colture di cacao che iniziano a diminuire dopo 15 anni.
Un’industria fortemente concentrata
Quattro imprese da sole possiedono circa due terzi della capacità globale di macinazione, mentre solo dieci, tutte in economie avanzate, si dividono oltre il 40% del mercato dolciario al dettaglio.
Questa estrema concentrazione rende quasi impossibile la nascita di nuovi produttori credibili, considerati gli ingenti costi di ingresso necessari allo sviluppo di infrastrutture destinate alla macinazione e alla lavorazione sufficientemente grandi.
Una domanda che non smette di crescere
Negli ultimi 40 anni, la domanda è triplicata, principalmente sotto la spinta di Europa e Nord America. Tra il 2023 e il 2024, saranno consumati nel mondo 4,8 milioni di tonnellate di cacao (il 90% sotto forma di cioccolato). L’Europa, con 9 paesi nella top 10 e circa il 50% della domanda, è il 1° consumatore di cioccolato al mondo.
Un incremento dei prezzi destinato a proseguire
In mancanza di segnali correttivi, i prezzi delle fave di cacao dovrebbero rimanere molto elevati a medio termine. Quest’anno la domanda mondiale raggiungerà i 4,8 milioni di tonnellate, ma difficilmente l’offerta supererà i 4,5 milioni, soprattutto perché i due principali paesi produttori – Costa d’Avorio e Ghana (3,3 milioni di tonnellate di fave di cacao nel 2022, ovvero il 58% della produzione mondiale) – non dispongono dei mezzi per aumentare significativamente i livelli di produzione.
L’impatto ambientale a lungo termine
Il ciclo di vita di una piantagione di cacao si aggira tra i 25 e i 30 anni. In particolare, le colture raggiungono il picco di produttività dopo i 5 anni, poi cominciano a diminuire dopo i 15 anni, per passare sotto la soglia di redditività negli ultimi 10-15 anni.
A questo punto gli agricoltori scelgono di:
– Continuare con un reddito molto più basso
– Rinnovare le piante (e di conseguenza privarsi del raccolto per i 5 anni successivi)
– Coltivare nuovi terreni e/o convertire queste colture in palme o alberi della gomma.
La rilocalizzazione delle colture di cacao comporta di fatto il disboscamento (quindi la deforestazione) di aree vergini al fine di beneficiare della “rendita forestale” per finanziarsi.
Malgrado normative a tutela delle foreste sempre più stringenti, l’aumento del fabbisogno porterà probabilmente a un ampliamento delle terre coltivate e quindi a un incremento della deforestazione, processo aggravato dalla difficoltà di tracciamento dei prodotti del cacao dopo la fase di lavorazione.
“La diminuzione dell’offerta e l’aumento della domanda di fave di cacao riflette l’andamento di un mercato fortemente localizzato, che fronteggia fenomeni atmosferici danneggianti e fatica a soddisfare la richiesta proveniente dai paesi esteri” commenta Ernesto De Martinis, ceo di Coface in Italia e head of strategy regione Mediterraneo & Africa. “La situazione a cui assistiamo oggi resta problematica, nonostante la discesa dei prezzi osservata dopo Pasqua: la vulnerabilità dell’offerta, anche dovuta al numero esiguo di paesi produttori, rende improbabile un ulteriore calo.”
La scheda sintetica di Coface: for trade
Con oltre 75 anni di esperienza, grazie alla sua consolidate esperienza e ad un network solido, Coface è un punto di riferimento nell’assicurazione dei crediti e nei Servizi specializzati affini, quali Factoring, Recupero Crediti, Single Risk, Cauzioni e Business Information. Con l’ambizione di essere per le aziende il partner di assicurazione dei crediti più agile del settore, i professionisti di Coface supportano oltre 100.000 clienti, in 100 paesi, nel consolidamento e sviluppo delle loro attività, grazie a soluzioni che tutelano e aiutano le imprese nell’individuazione e gestione delle migliori politiche di credito a supporto delle vendite nel mercato domestico ed export.
Nel 2023, Coface ha contato su uno staff complessivo di ~4970 collaboratori, con un fatturato di 1,87 miliardi di euro.
CAPANNOLI (Pisa) – È di Capannoli, a Pisa, la prima donna al mondo maître chocolatier. Si chiama Cecilia Rabassi. Nel corso della sua carriera è stata premiata per sei anni con il “Golden Bean”, l’Oscar della Academy of Chocolate di Londra. Nel 2007 Cecilia Rabassi è stata nominata Cavaliere al merito della Repubblica Italiana. Nel 2021 è stata insignita del riconoscimento President’s Award indetto sempre dall’Accademia del cioccolato londinese, mentre nel 2022 il suo cioccolato Cecilia Tessieri Rabassi Icon Perù ha vinto il premio Tavoletta d’Oro.
Cecilia Rabassi diventa la prima donna al mondo maître chocolatier
Il titolo di maître chocolatier implica la capacità di creare un cioccolato partendo dalla selezione dei semi di cacao e ideando gusti nuovi.
Studio Aperto Mag ha intervistato Cecilia Rabassi scoprendo i segreti dietro al cioccolato perfetto. Riportiamo di seguito l’intervista trascritta dal video del canale YouTube di Cecilia Tessieri Rabassi.
Rabassi: “La mia famiglia, già tanti anni fa, aveva iniziato il lavoro in una cioccolateria vicino a Pontedera, luogo in cui sono nata. Nel tempo mi sono sempre dedicata ad essere il maître chocolatier di questa azienda. Sono la prima donna al mondo che ricopre questa carica che ricopro con grande soddisfazione.
Dopo gli studi mi sono immersa in questo mondo che mi ha affascinato sin da quando ero piccola. Divento maître chocolatier dopo essermi formata per alcuni anni all’estero, sono tornata in Toscana e ho creato quest’azienda di cioccolato in cui si fa sempre innovazione e ricerca per creare un prodotto innovativo”.
Rabassi aggiunge: “Per fare dell’ottimo cioccolato è importante una grande conoscenza che non si acquisisce semplicemente dopo un piccolo corso ma ci vogliono anni di sperimentazione. Fare il cioccolato vuol dire partire dai semi di cacao, selezionarli all’origine, andare in piantagione, istaurare rapporti con i contadini in Paesi lontani lungo tutto l’equatore, scegliere le qualità genetiche migliori, portarle in atelier ed iniziare tutta la fase del processo. Noi selezioniamo solo cacao che arriva dal Sud America e dal Madagascar”.
Rabassi aggiunge: “Le donne nelle piantagioni hanno sempre avuto un ruolo molto importante, soprattutto quello della raccolta del cacao. In seguito hanno un lavoro nell’essiccazione del cacao. Credo che quello che ho fatto in qualità di prima donna al mondo maître chocolatier, ha dato la possibilità a tante donne di diventare imprenditrici in questo mondo fatto di cacao e cioccolato”.
BRESCIA – E’ Luca Cellizza a raggiungere gli altri finalisti dell’Espresso italiano champion, il campionato internazionale che vede sfidarsi i migliori baristi in prove di qualità e abilità in programma a Como dal 18 al 19 giugno. E’ stato infatti il migliore tra i 7 partecipanti alla tappa intermedia della Toscana che si è svolta a Sesto Fiorentino (Firenze) presso la sede di Conti Valerio Srl titolare del marchio Eureka 1920.
Espresso italiano champion: Luca Cellizza tra i finalisti
Il vincitore, Luca Cellizza, 44 anni di età originario di Roma, attualmente ricopre la figura di barista e formatore interno presso bar caffetterie della Capitale. La prima esperienza come barista è avvenuta durante il servizio di leva. Dal 2000 poi si sono susseguite numerose esperienze sia come barista che bartender, in locali e bar romani. Dal 2015 è nata la curiosità e la vera passione verso il mondo del caffè, che lo ha portato a una continua voglia di ricerca e formazione per poter rendere la propria figura professionale sempre più aggiornata.
“Siamo orgogliosi di aver ospitato un evento di tale importanza, che mette in vetrina la grande professionalità italiana nell’arte del caffè – commenta Maurizio Fiorani, managing director di Conti Valerio Srl – Non poteva esserci occasione migliore per inaugurare il nostro nuovo showroom, uno spazio polifunzionale e multimediale che abbiamo sviluppato anche per metterci nelle condizioni di ospitare eventi di questo tipo, che fanno crescere la cultura del caffè sul territorio e non solo. È una perfetta concretizzazione del rapporto che ci lega all’Istituto Espresso Italiano, che ha nella promozione di una comunità di professionisti che si conosce e si arricchisce a vicenda uno dei suoi scopi fondativi”.
Fondata nel 1920 dall’imprenditore toscano Aurelio Conti, la Conti Valerio Srl, con i marchi di punta Eureka 1920 e Eureka ORO, oggi l’azienda rappresenta l’avanguardia dei macinacaffè e macinadosatori per il canale professionale e per la casa. L’azienda di Sesto Fiorentino (FI) ha registrato nel 2022 un fatturato di 57 milioni di euro (con il brand Eureka in crescita del 10% rispetto all’anno precedente) e oltre 150.000 macinacaffè prodotti. Eureka investe il 5% del fatturato annuo in ricerca e sviluppo e conta su oltre cento dipendenti diretti, con un’età media delle risorse umane pari a trentacinque anni.
La scheda sintetica dell’Espresso italiano champion
L’Espresso italiano champion da diversi anni è la gara per i baristi che desiderano mettersi alla prova con i simboli della caffetteria italiana: espresso e cappuccino. Negli anni ha coinvolto centinaia di professionisti da una decina di paesi, sia quelli con una lunga tradizione nel caffè sia i cosiddetti nuovi mercati. La gara è aperta a tutti e si svolge con un meccanismo di selezione itinerante in giro per l’Italia e con due tappe in Asia, una in Corea e una in Giappone, per arrivare alle semifinali e alle finali nazionali e internazionali. La fase finale dell’Espresso Italiano Champion è in programma dal 18 al 19 giugno 2024 a Como presso la sede di Caffè Milani di Lipomo.
La scheda sintetica dell’Istituto espresso italiano
L’Istituto espresso italiano (Iei), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 36 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Maggiori info qui.
MILANO – Nasce ufficialmente la Lags Judge Committee. È stato creato questo nuovo ente con lo scopo di garantire la massima qualità e coerenza nell’operato dei giudici Lags, nonché di supportare le importanti decisioni relative alle competizioni e ai regolamenti. Uno degli obiettivi è quello di assicurare che le valutazioni siano imparziali, accurate e in linea con gli standard più elevati, garantendo così il giusto operato e l’equità per tutti i soggetti coinvolti.
La nascita della Lags Judge Committee
A tal proposito, è stato creato anche un canale di comunicazione per eventuali chiarimenti specifici, sia per il regolamento che per altre variabili inerenti le Lags Battle, che da anni sono diventate internazionali. La mail di riferimento è Judgescommettee@latteartgrading.com.
Il nuovo comitato lavorerà a stretto contatto con tutti i giudici certificati, fornendo formazione continua e aggiornamenti periodici sulle nuove linee guida. Questo garantirà una crescita professionale costante e una maggiore uniformità nelle valutazioni.
Inoltre, la Lags Judge Committee si impegnerà a raccogliere feedback da concorrenti e organizzatori per migliorare ulteriormente i processi di giudizio e risolvere eventuali controversie in modo rapido ed efficace.
Verranno anche organizzati incontri annuali per discutere delle sfide da affrontare e delle opportunità di miglioramento.
La creazione di questo ente rappresenta un passo significativo verso l’ottimizzazione della trasparenza e della qualità nelle competizioni Lags, ponendo una solida base per il futuro di questa disciplina a livello globale.
MILANO – Primavera ed estate sono i due mesi in cui dovremmo tutti bere di più per rimanere idratati durante la giornata. Durante i mesi estivi, infatti, le temperature aumentano e il nostro organismo tende a sudare di più per regolare la temperatura corporea, perdendo una maggiore quantità di liquidi.
In’fuse a freddo di Twinings
Per rimanere idratati e godersi il gusto delizioso della frutta, ovunque tu sia, Twinings propone In’fuse a freddo, una gamma di deliziosi infusi per acqua fredda: In’fuse a freddo Fragola, anguria e limone, In’fuse a freddo Limone, zenzero e arancia e In’fuse a freddo Mango, arancia e frutto della passione.
Ecco, quindi, che l’acqua non è mai stata così gustosa. In’fuse a freddo è la nuova frontiera del benessere: invoglia a idratarsi di più e ogni referenza è totalmente priva di zucchero e aromi artificiali: bastano 5 minuti di infusione di un filtro in 500 ml di acqua e una veloce shakerata per ottenere una bevanda da portare sempre con sé, capace di esaltare ancora di più i benefici dell’acqua, e il gusto sorprendente dei mix fruttati.
Fragola, anguria e limone
Gusto rinfrescante grazie all’intenso profumo di limone e al dolce sapore estivo di fragola e anguria: la consistenza setosa in bocca.
Mango, arancia e frutto della passione
Gusto vivace che nasce dall’incontro tra il sapore dolce del mango e dell’arancia e le note esotiche del frutto della passione.
Limone, zenzero e arancia
Gusto frizzante grazie al sapore brioso di limone, alle note speziate di zenzero e al profumo dolce di arancia.
Il pack ha un design giovane e frizzante grazie ai colori brillanti e vivaci.
Quando: Adatto in qualunque momento della giornata e perfetto da portare sempre con sé
Come: Da servire freddo
Tempo infusione: 5 minuti a freddo
Formato: 10 filtri piramidali per una migliore esperienza di gusto
Le tre nuove referenze sono disponibili presso i migliori ipermercati, supermercati e drogherie.
Prezzo al pubblico consigliato: 4,10 € cad – 10 filtri.
La scheda sintetica di Twinings
Twinings, con oltre 300 anni di storia, è il marchio inglese sinonimo di tè in tutto il mondo ed è stata una delle prime società ad aver introdotto il tè in Gran Bretagna nel lontano 1706. Da 170 anni è fornitore ufficiale della Casa Reale inglese.
Oggi la R. Twining & Co. è presente con i suoi prodotti in 115 paesi e il marchio Twinings è distribuito in Italia fin dal 1956. Per un totale di oltre 50 miscele di tè offerte in Italia e 250 nel mondo, presenta un’articolata gamma di prodotti: tè nero, tè verde, tè bianco, tè aromatizzati, infusi alla frutta e alle erbe. La R. Twining & Co., la cui sede è ad Andover in Hampshire (UK), appartiene all’Associated British Foods plc, una delle prime 50 aziende quotate alla Borsa di Londra (FTSE).
MILANO – Silvia Vercellati, Mumac Academy Manager e Noemi Migliavacca, Mumac Academy Project Leader Maestri dell’espresso Junior, insieme a tutto il team di Coffee Specialist di Cimbali Group, sono in prima linea nell’organizzazione del concorso Maestri dell’Espresso Junior.
Maestri dell’Espresso Junior può contare su una colonna portante: Cimbali Group.
Le attrezzature hanno sostenuto i concorrenti anche per questa 32esima edizione: la possibilità di confrontarsi con delle macchine così innovative, nutre ancora la voglia anche tra nuovi Istituti di partecipare?
Silvia Vercellati: “Cimbali Group, anche attraverso il suo centro di formazioni per professionisti MUMAC Academy, da 32 anni contribuisce attivamente all’organizzazione di questo concorso in tutti i suoi aspetti, a partire dalla raccolta di adesioni e contatto con gli istituti, attraverso l’organizzazione operativa di tutte le fasi del concorso, fino alla gestione degli strumenti di comunicazione, come il portale web.
Il ruolo di Cimbali Group all’interno del progetto è cruciale e, insieme al team di Università del Caffè di illy, MUMAC Academy lavora al rinnovo di ogni edizione con l’obiettivo di introdurre novità importanti e rendere il concorso sempre più ingaggiante e inclusivo.
Ciò comprende anche dare la possibilità agli studenti di confrontarsi con attrezzature innovative, performanti e all’avanguardia.
Gli istituti che si avvicinano per la prima volta al concorso, quest’anno ne contiamo 7, sono
certamente attirati anche dai premi in palio: primo e secondo classificati vincono una macchina per caffè LaCimbali, in alternativa 3 macinadosatori.”
Lo stesso vincitore del Premio di quest’anno, ha detto che si è trovato benissimo con le macchine che ha trovato in gara: quanto incide sulla visione futura e professionale di questi giovani, il poter contare su di un’attrezzatura altamente performante come la vostra?
Silvia Vercellati: “La scelta delle attrezzature per la competizione finale, che quest’anno si è svolta su macchina per caffè LaCimbali M200 con macinadosatore Elective, è sapientemente studiata dai nostri Coffee Specialist insieme al Coffee Equipment Manager.
È importante che i giovani studenti, in quanto futuri professionisti, conoscano le attrezzature e le tecnologie su cui potranno contare, un aiuto e sostegno concreto in continua evoluzione che facilita il lavoro quotidiano del barista sotto molteplici aspetti: a livello tecnologico, innovativo, ergonomico, economico – si pensi al risparmio energetico, alla riduzione degli sprechi.
Queste nuove tecnologie sono il futuro ed è importante conoscerne le caratteristiche per immettersi nel mondo del lavoro con una marcia in più, consci di tutti i vantaggi che queste attrezzature possono portare nell’operatività quotidiana.”
Il team MUMAC Academy ha seguito da vicinissimo ciascuna gara, ma com’è il lavoro di backstage che permette ai 10 finalisti di potersi sfidare?
Noemi Migliavacca: “Maestri dell’Espresso Junior è un progetto che dura quanto un anno scolastico: il lavoro di backstage e la conoscenza di ciascun istituto e studente in realtà inizia già dalle prime fasi e si intensifica sempre di più durante tutti i successivi step di selezione, per poi arrivare all’organizzazione della fase di gara finale che richiede sicuramente un impegno non indifferente.
Infatti, il contributo di ciascun membro del team è fondamentale per la riuscita dell’evento: oltre a considerare tutti gli aspetti legati alla logistica, all’allestimento della sala e all’installazione delle nostre attrezzature, viene fatto prima anche un lavoro di confronto e
aggiornamento costante che prevede la definizione dei criteri di valutazione che dovranno
essere adottati dalla giuria tecnica e sensoriale.
La giuria è composta da professionisti che si occupano di esaminare con cura e precisione le capacità manuali di ciascuno studente e i parametri fisici delle bevande preparate, sottoposte poi ad un’attenta analisi organolettica.”
Organizzare edizione dopo edizione, quali sfide pone per Cimbali Group, che in qualche modo deve sempre superarsi ogni anno per restare attuale agli occhi dei ragazzi?
Ancora Noemi Migliavacca: “Sicuramente gli input e i feedback che riceviamo al termine di ogni edizione sono uno stimolo per rendere l’edizione successiva sempre più attuale: quest’anno, infatti, oltre ad inserire la possibilità di svolgere un test apposito per i ragazzi che sono in possesso di certificazione D.S.A., ci siamo focalizzati su un importante intervento di restyling del sito rendendo l’esperienza di navigazione e di utilizzo più semplice e user-friendly, ma allo stesso tempo anche più interattiva.”
L’essere così vicini ai futuri professionisti del settore, è la conferma che
Cimbali Group investe sugli operatori dietro alla macchina?
Silvia Vercellati: “Cimbali Group da sempre investe nella formazione dei baristi, ed è proprio questo che ha portato alla nascita di MUMAC Academy nel 2014. Academy oggi festeggia 10 anni e conferma la mission che fin dall’inizio la guida: aumentare la cultura del caffè di qualità nel mondo, esaltando e valorizzando tutte le professionalità nel settore del caffè.
Academy realizza esperienze di formazione innovative, specializzanti e strutturate, tenute
da esperti di caffè e tecnologie, su temi legati a tutte le fasi della filiera del caffè, dal green
coffee all’analisi sensoriale.
Per Cimbali Group, MUMAC Academy rappresenta lo sguardo sul mercato e contribuisce all’innovazione nello sviluppo dei prodotti, intercettando i bisogni e le tendenze a livello di esperienza d’uso e indirizzando i player di mercato a compiere scelte consapevoli in merito alla materia prima caffè, agli strumenti per la sua trasformazione e alla loro corretta gestione.”
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