BANGKOK – Situato a Sukhumvit Soi 33, Sukhumvit Road, a Bangkok in Tailandia, lo spazio di nuova concezione fungerà da showroom e spazio commerciale per attività di business per l’intero Paese. Victoria Arduino Showroom by Aroma Group offrirà anche quell’esperienza necessaria per conoscere e apprezzare le macchine per caffè espresso e i macinini e sarà uno spazio dedicato ai lanci dei nuovi prodotti Victoria Arduino.
Lo showroom di Bangkok insieme a tutta la rete fatta di filiali, experience lab e distributori va a rafforzare il network di Victoria Arduino con l’obiettivo di far vivere sempre di più l’esperienza del brand e di intercettare in anticipo nuovi trend.
Nel giorno dell’inaugurazione, avvenuta lo scorso 7 maggio, sono stati proposti diversi talk con Dawn Chan, 2023 WBC finalist, e Lauro Fioretti, product manager Victoria Arduino e WBC Representative. È stato, inoltre possibile scoprire l’esperienza di Varinda Coffee Roaster, un microroaster, sul proprio lavoro quotidiano con le macchine Victoria Arduino.
I partecipanti all’inaugurazione hanno potuto assistere a una speciale sessione di coffee tasting tenuta da Dawn Chan che ha estratto i caffè Best of Panama con Black Eagle Maverick, la macchina per caffè espresso più potente di Victoria Arduino.
La cooperativa CaffèLazzarelle non è nuova in queste pagine. Questo interessante progetto ha visto la luce nel 2010 e ha previsto sin da subito la produzione di caffè artigianale all’interno del più grande carcere femminile di Pozzuoli-Napoli. Le socie della cooperativa arrivavano da percorsi diversi da quelle dell’espresso: qui è possibile trovare la nostra intervista alla presidente Imma Carpiniello e a Paola Pizzo.
Tuttavia, in seguito ai danni del terremoto nella zona dei Campi Flegrei nella notte fra martedì 28 maggio e mercoledì 29 maggio, il carcere di Pozzuoli ha chiuso definitivamente per i danni riportati. Ciò ha portato alla sospensione del progetto Lazzarelle. Leggiamo di seguito le dichiarazioni della cooperativa.
La cooperativa Lazzarelle sospende la produzione
“Care/i
Vi scriviamo con una grande tristezza nel cuore. Da oggi è ufficiale che il carcere di Pozzuoli chiude per i danni riportati nel terremoto del 20 maggio scorso.
Dopo l’evacuazione di emergenza, abbiamo atteso questa settimana nella speranza che le verifiche tecniche dessero un altro esito. Invece, siamo costrette a sospendere la produzione di caffè e dei nostri prodotti di cioccolateria perché non vi è agibilità. Le donne che lavorano con noi, come tutte le altre detenute, sono state trasferite in altri istituti della Campania. Stanno bene, sebbene la paura e lo spavento siano stati grandi.
Dobbiamo davvero ringraziare, senza retorica, il personale dell’amministrazione penitenziaria che ha gestito con professionalità una situazione di grave emergenza. Siamo inoltre vicine alla città di Pozzuoli e alle famiglie che sono state costrette a lasciare le loro abitazioni.
Noi siamo smarrite e provate, un progetto di oltre dieci anni è stato spazzato via nel giro di un giorno. Siamo intenzionate però a continuare nella nostra impresa, anche se non sappiamo ora dire come ci organizzeremo per il futuro.
Sappiamo, di certo, che siamo costrette a sospendere la produzione e ci scusiamo con i nostri clienti. Vi informeremo singolarmente per gli ordini pregressi che siamo in grado di soddisfare e per quelli che invece non siamo in grado di accontentare.
Abbiamo avuto tante testimonianze di affetto in queste ore, ne abbiamo bisogno. Confidiamo nel supporto e nel sostegno di tutte/i, vi aggiorneremo il prima possibile su come intendiamo proseguire.
Il nostro Bistrot a Napoli continua a funzionare regolarmente e sarà la nostra base operativa nelle prossime settimane. Se venite a trovarci ne siamo felici”.
La seconda caffetteria più antica d’Italia fondata nel 1760 compie 264 anni: l’Antico Caffè Greco, situato nella Città Eterna, è la casa di un patrimonio artistico che conta più di trecento opere d’arte. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione dell’ansa.
Il 264° anniversario dell’Antico Caffè Greco
L’Antico Caffè Greco di via Condotti, a due passi dalla Scalinata di Piazza di Spagna, compie 264 anni e continua ad essere testimone della storia intellettuale di Roma.
Secondo più antico caffè d’Italia, fondato nel 1760 dal levantino (da qui l’origine del nome del locale) Nicola della Maddalena, il Caffè Greco custodisce un patrimonio artistico di oltre trecento tra cimeli e opere d’arte.
Dipinti, fotografie, disegni e sculture che si possono ammirare all’interno delle nove sale del caffè.
La sala Venezia, all’ingresso, riunisce paesaggi della città lagunare eseguiti nel 1880 dal pittore umbro, romano d’adozione, Vincenzo Giovannini (1817-1903). Una piccola statua in bronzo di Vincenzo Gemito, dal titolo L’acquaiolo (1881), testimonia la cultura artistica dello scultore napoletano, a metà strada tra il realismo e le tendenze neo-rinascimentali tardo ottocenteschi.
Le vedute di Giovannini ornano anche la sala Roma, dove le grandi tele alle pareti vennero allestite nel 1897, andando a comporre un ideale viaggio attraverso i celebri monumenti antichi della città eterna. Completano l’apparato decorativo dell’ambiente le statue in gesso di Luigi Amici (1817-1897), prevalentemente piccoli ritratti di abituali frequentatori del caffè. La sala delle Vedute romane prosegue il percorso urbano con opere ancora di Vincenzo Giovannini.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
TRIESTE – illycaffè, azienda conosciuta per il legame privilegiato che ha costruito da più di trent’anni con il mondo dell’arte contemporanea, torna a Venezia con le illy Art Conversations, la serie di dialoghi sull’arte, realizzata quest’anno in collaborazione con The Human Safety Net, in cui artisti, curatori e storici dell’arte dibattono intorno a tematiche legate alla Biennale Arte 2024, ‘Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere’”.
Le illy Art Conversation
Il programma intende offrire agli appassionati d’arte uno spazio di riflessione dove approfondire e sviluppare i temi, le intuizioni e le suggestioni proposte dalla 60. Esposizione Internazionale d’Arte, di cui illycaffè è main sponsor.
Attraverso tre incontri si esplorerà il modo in cui l’arte può superare i confini, le barriere linguistiche e culturali, entrando in relazione con gli altri e facendosi promotrice della giustizia sociale in un mondo in cui tutti siamo, a nostro modo, “stranieri”.
Il primo deitre appuntamenti si terrà il 3 giugno alle ore 18:30 e prevede un dialogo tra Michael Anastassiades, designer e artista, e Alberto Salvadori, curatore e direttore della Fondazione ICA, Milano. L’incontro sarà moderato da Valentina Raggi, caporedattrice di AD. Tema dell’incontro sarà “The borders of ideas”.
Il secondo incontro, dal titolo “Padiglione Italia”, si terrà l’11 giugno alle 18:30 e sarà dedicato al Padiglione Italia alla Biennale Arte 2024, in cui l’attenzione verrà posta sull’ascolto e sulla reciprocità, poiché “Ci si incontra per ascoltarsi e per ascoltare l’altro”. Presenti l’artista Massimo Bartolini e il curatore Luca Cerizza. L’incontro sarà moderato dalla giornalista, critica e storica dell’arte Angela Vettese.
L’ultimo incontro, in programma per il 27 giugno alle 18:30, ospiterà un dialogo dal titolo “Art for Social Impact” fra l’artista iraniana Mehrnoosh Roshanaei e l’artista americana Tracey Snelling, autrice dell’installazione “About Us” curata da Luca Massimo Barbero e recentemente inaugurata nell’Art Studio al terzo piano delle Procuratie Vecchie e Farian Sabahi, professoressa, ricercatrice e giornalista esperta del Medio Oriente. L’incontro sarà moderato dalla giornalista Antonella Benanzato.
illy Art Conversations – La Casa di The Human Safety Net alle Procuratie Vecchie, Piazza San Marco, Venezia.
“The borders of ideas” – lunedì 3 giugno ore 18:30 – In lingua inglese con servizio di interpretariato: Michael Anastassiades e Alberto Salvadori, moderatore Valentina Raggi.
“Padiglione Italia” martedì 11 giugno ore 18:30: Massimo Bartolini e Luca Cerizza, moderatore Angela Vettese.
“Art for Social Impact” giovedì 27 giugno ore 18:30 – In lingua inglese con servizio di interpretariato: Mehrnoosh Roshanaei, Tracey Snelling, Farian Sabahi moderato da Antonella Benanzato.
I posti saranno disponibili fino ad esaurimento e previa iscrizione alla mail rsvp@illy.com
La scheda sintetica di illycaffè
illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica.
Ogni giorno vengono gustate più di 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.
Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp.
Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 130 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale. Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 23 paesi del mondo. Nel 2023 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €595,1 milioni. La rete monomarca illy conta 159 punti vendita in 30 Paesi.
MILANO – Torna il fine settimana specialty organizzato da Gocce di Cioccolato con l’incontro “Dal seme alla tazzina“: appuntamento sempre alla torrefazione Dropstery di Torino in Via Luigi Gramegna, 3,sabato primo giugno, dalle ore 16.00 alle ore 18.30, per parlare di filiera, di consumo consapevole ed etico e, ovviamente, per bere ottimi caffè.
Dal seme alla tazzina: ecco il programma dell’evento gratuito
– scelta della varietà/terroir/biodiversità
– selezione e processamento
– trasporto
– tostatura
– preparazione in caffetteria
Si concluderà la giornata con un assaggio in cupping di caffè, tra cui 2 appena arrivati in casa Dropstery.
Spiega Maurizio Galiano: “Coinvolgeremo curiosi e coffee lovers nel raccontare il percorso dell’intera filiera del caffè. Lo scopo dell’ evento, organizzato presso la nostra torrefazione Dropstery a Torino, e inoltre di raccontare le pratiche agricole svolte dalla comunità locale honduregna nella nostra piantagione “Finca Rio Colorado“, sensibilizzando il consumatore alla sostenibilità sociale, economica ed ambientale menzionando quali sono i passaggi fondamentali che precedono la preparazione del caffè al bar. (saranno proiettati video di alcune riprese fatte nella piantagione honduregna)”.
Il dettaglio dei caffè pronti alla degustazione
Indonesia Mount Argopuro
Cup Profile: fragolina di bosco, papaya, cannella e cioccolato fondente
Altitude: 1100-1500
Process: Natural
Location: Mt Argopuro, East Java
Varietal: Lini S795, Kartika
Brasile Helcio Chagas Reis
Cup Profile: cioccolato al latte, uvetta, pera, toffee
Altitude: 1000
Process: Natural
Location: Carmo da Cachoeira/ South of Minas, Nossa Senhora do Carmo Farm
Varietal:Yello Catuai
Per le registrazioni a Dal seme alla tazzina, si trovano i contatti nella bio della pagina Instagram.
MERANO – Latteria Sociale Merano, l’azienda altoatesina specializzata nella produzione di yogurt di alta qualità – per la Giornata Mondiale del Latte racconta la sua preziosa materia prima “Latte Fieno” ed il concetto sostenibile di “ritorno alle origini” legato a questo speciale latte vaccino.
L’alimentazione dell’animale, infatti, segue il corso delle stagioni proteggendo la biodiversità delle erbe e dei pascoli alpini e contribuendo alla cura del paesaggio e del territorio altoatesino.
La denominazione “Latte Fieno” è stata registrata come STG (specialità tradizionale garantita), in base al Regolamento di esecuzione (UE) 2016/304 del 2 marzo 2016, recante iscrizione di una denominazione nel registro delle specialità tradizionali garantite, regolandone nei minimi dettagli la produzione e sottoponendola a rigorosi controlli.
Ai fini della produzione di questo tipo di latte è necessario che la porzione di foraggi grossolani costituisca almeno il 75% della razione annua di mangime secco, promuovendo, dunque, un’alimentazione naturale degli animali nel corso delle diverse stagioni, con alternanza di erba, specie erbacee fresche, fieno e integrazioni a base di cereali macinati.
Da dove proviene il Latte Fieno di Latteria Sociale Merano?
Il Latte Fieno di Latteria Sociale Merano proviene esclusivamente da masi di montagna altoatesini dei propri soci conferitori situati a Merano e dintorni, dalla Val Passiria al Meranese, dalla Val Senales alla bassa Val Venosta e alla Val d’Ultimo e viene raccolto 365 giorni all’anno.
Yogurt Meran Latte Fieno a doppio strato: genuinità, gusto e sostenibilità
Il Latte Fieno viene trasformato in yogurt premium che hanno dato vita alla linea Meran Latte Fieno. La materia prima si ottiene da mucche allevate secondo metodi alpini tradizionali e conferisce allo yogurt la sua genuinità, oltre che un sapore unico e preziose sostanze nutritive, salvaguardando l’ambiente.
Particolarmente cremoso e goloso lo yogurt a doppio strato Meran Latte Fieno è il giusto compromesso tra uno yogurt e un dessert, realizzato con il Latte Fieno STG 100% dell’Alto Adige, fresco e genuino, senza OGM, senza conservanti e senza dolcificanti aggiunti.
A conferire il gusto fresco e avvolgente troviamo uno strato di yogurt Latte Fieno bianco cremoso abbinato ad uno strato di frutta o deliziosa crema posto sul fondo per un momento di piacere a fine pasto, una pausa appetitosa durante la giornata oppure per un inizio giornata con un’invitante colazione.
Lo yogurt a doppio strato Meran Latte Fieno è certificato dal marchio di Qualità Alto Adige che garantisce tracciabilità e genuinità, dalla materia prima al prodotto finito, grazie agli attenti controlli effettuati lungo tutta la filiera.
La linea di yogurt Meran Latte Fieno extra cremosa e golosa è disponibile in 7 gusti avvolgenti:
• mango e maracuja
• fragola
• frutti di bosco
• agrumi
• caffè
• nocciola con granella di nocciola
• caramello salato 100% vasetto riciclabile
In linea con il concetto sostenibile del Latte Fieno, Latteria Sociale Merano, che da sempre ha un particolare occhio di riguardo per il proprio ambiente, ha realizzato specificatamente per la linea di yogurt a doppio strato Meran Latte Fieno un vasetto di carta nel formato da 150g completamente riciclabile.
Latteria Sociale Merano, fondata nel 1954 a Merano (ancor oggi sua unica sede produttiva), si inserisce nel paesaggio montuoso dell’Alto Adige, in un particolare contesto in cui numerosi piccoli masi di montagna hanno plasmato per secoli l’agricoltura locale e l’allevamento di montagna.
La costante e continua attenzione volta all’accurata gestione delle risorse del territorio, permette il mantenimento delle generazioni future e la tutela del paesaggio. Storicamente i soci conferitori di Latteria Sociale Merano (oggi sono 530) contano un piccolo numero di mucche per maso che va dai 7 ai 10 animali.
Questo permette ai soci conferitori di dedicare una grande cura agli animali e di produrre un latte di alta qualità, nutrendoli principalmente con fiori ed erbe selvatiche durante i mesi estivi sui pascoli, mentre nel resto dell’anno vengono alimentate soprattutto con fieno di alta qualità.
La cooperativa punta a garantire la provenienza e genuinità dei suoi prodotti. Il latte fresco che viene consegnato quotidianamente alla Latteria Sociale Merano è sottoposto a continui ed accurati controlli di laboratorio, sia presso i masi di montagna dei soci che durante l’intero processo produttivo.
La fitta rete di controllo è integrata da istituzioni esterne e indipendenti. Ciò avviene per il bene degli animali e per l’affinamento di un prodotto di alta qualità. Organismi geneticamente modificati sono rigorosamente esclusi dal settore lattiero altoatesino, sia nell’alimentazione delle mucche che nella lavorazione della materia prima. Nel 2001, l’Alto Adige è stata la prima regione d’Europa a produrre latte “non OGM”.
I prodotti di qualità altoatesini sono riconoscibili dal Marchio di Qualità Alto Adige un marchio riservato agli alimenti di origine controllata e qualità certificata.
MILANO – Marco Giannellini è il giovane che sta dietro il bancone del “Bar il caffè” a Premilcuore, paese nel mezzo degli appennini tosco-emiliani con 690 abitanti. Ora questa caffetteria è diventata specialty al 100%, una trasformazione che è stata graduale e guidata nella sua forma definitiva da Marco Pizzinato.
Qua il blend della casa è di Gearbox (il Tacco-Punta), il monorigine decaffeinato è un Colombia di Nordic roasting Co e altre single origin sono targati ThreeMarks.
Bar il caffè nasce nel 1995 come società della famiglia Mengozzi
“Il locale è stato aperto per qualche anno solo nelle stagioni estive dopo il 2010, quando mia zia aveva intrapreso anche un’altra attività , ed è poi rimasto chiuso per un annetto. Poi nel 2019 sono arrivato io, mia zia aveva nel mentre lasciato l’attività che dal 2010 l’aveva portata ad affittare il nostro attuale locale e a quel punto abbiamo deciso di riaprire il locale insieme.
Avevo alle spalle un’esperienza in pasticceria, che mi aveva già avvicinato in modo più professionale alla parte della caffetteria.
Pur specializzandomi in particolare nella mixology, durante il work flow ho sempre rispettato gli standard stabiliti da SCA Italy. Una volta diventato gestore, mi sono voluto informare ulteriormente sul caffè: il lockdown mi ha dato modo e tempo per seguire i primi corsi online dei moduli foundation SCA.
Associazione che ho conosciuto quando mi sono interessato al mondo della latte art, incontro che è avvenuto durante la sostituzione di un mio caro amico, Fabio Fabbri, che è un esperto di questa tecnica: è stato allora che mi sono appassionato e che ho acquisito quella metodologia di lavoro.
Prima mi ero formato soltanto presso alcune torrefazioni, ma non erano corsi all’altezza dei moduli SCA.
Ho conosciuto diversi trainer attraverso il digitale e poi fisicamente alla scuola di Davide Cobelli, dove ho finito il corso intermediate barista. Con Manuel Verdini, trainer anche della torrefazione Saccaria, ho ottenuto la lattiera rossa del circuito Lags latte art.
Parallelamente è cresciuto l’interesse per lo specialty e le estrazioni alternative: nel 2020 ho iniziato a lavorare in espresso e in filtro con le single origin, acquistando da diversi roaster in Italia per proporre soluzioni alternative, compresi il nitro e il cold brew.”
Un passaggio graduale
“Abbiamo in una prima fase scelto di restare nella nostra confort zone con dei torrefattori (il primo era estados poi Saccaria e per ultimo Pascucci) che ci fornivano dei caffè commerciali e poi abbiamo deciso di acquistare le nostre attrezzature, ed inserire gradualmente qualche specialty da proporre a filtro on in espresso come alternative di caffè commerciali.
Quando poi ho conosciuto Marco Pizzinato, abbiamo provato a fare un test: prendere una serie di specialty, non troppo estremi in blend, per sostituire il nostro caffè.
Abbiamo acquistato una Linea Mini La Marzocco per affiancare la Cimbali M200, che ci ha conquistati al punto che abbiamo venduto la Linea Mini per poter affrontare la spesa della nostra attuale macchina: la KB90.”
Da un mesetto il Bar il caffè è totalmente specialty
“Come dicevo, abbiamo iniziato con dei blind test: non abbiamo detto ai nostri clienti che si trattava di uno specialty, ma abbiamo sostituito il caffè commerciale che avevamo con una miscela specialty, giocando con i vari parametri per avere un corpo importante e delle note aromatiche non troppo citriche.
Il risultato mi ha piacevolmente stupito: alcuni hanno notato una maggiore dolcezza e che le note amaricanti non c’erano più. Abbiamo mantenuto 9 clienti su 10, che erano contenti.
Di questi 9, 7 si sono accorti del cambio e l’hanno apprezzato. Poi naturalmente a chi si presta, spiego la storia dietro questi prodotti, raccontando la nostra mission, il
motivo per cui utilizziamo dei prodotti di alta qualità e tracciabili.
Abbiamo alzato l’asticella: qualche cliente che prima veniva tutti i giorni solo una volta, ora torna più spesso, proprio perché non ha fastidi allo stomaco e non risentono del tenore di caffeina. Si sono fidati di noi.
L’espresso resta a un euro e 30, lo stesso prezzo di quello che mettevamo prima di diventare totalmente specialty: ci siamo riusciti perché il blend di adesso non si allontana di molto da quello che servivamo.
Parliamo di meno di un euro al chilo rispetto alla miscela del nostro ultimo torrefattore di caffè commerciali.
Giocavamo con una grammatura più bassa con quelli commerciali (8 grammi e mezzo sui single shot che sono diventati poi 9 con il blend specialty), perché la componente della Robusta aiutava a dare corpo.
Oggi diamo un prodotto di altissima qualità con le migliori attrezzature in circolazione e questa è una forza che ci permette di tirare dritti per la nostra strada, sostenuti dai feedback per lo più positivi che si traducono poi negli incrementi in cassa.
Da noi il caffè costa 10 centesimi in più degli altri locali della zona ma già dal 2023 con i caffè commerciali avevamo stabilito questo prezzo per il costo delle miscele che servivamo.
Detto questo noi ora serviamo specialty e i nostri clienti ad oggi si stanno fidando e aprendo a queste soluzioni. Iniziano a capire verso quale direzione finalmente sta andando il mondo del caffè di qualità, anche in Italia, al contrario di quello commerciale legato spesso al comodato d’uso.“
“Le colazioni sono il business core per noi, ma anche l’aperitivo e l’offerta del food: siamo un bistrot, con la possibilità di pranzare e di cenare”
“Apriamo la mattina alle sei (lunedì, martedì, mercoledì fino alle 19; il venerdì e il sabato fino all’una di notte e la domenica fino alle 22 per il periodo invernale). Durante l’estate allunghiamo di più con gli orari, e restiamo aperti dalle 6 all’una tutti i giorni tranne giovedì che è il nostro giorno di chiusura.
Arriviamo ad agosto, contiamo sino agli otto collaboratori. Per il personale ci siamo mossi così: le aperture le gestisco io, che sto alla macchina espresso sino alle 13-14 e poi mi sposto al servizio al tavolo quando è necessario. D’estate posso rimanere sino alle 17.30, mentre d’inverno escluso i week-end generalmente finisco prima .
Della preparazione food si occupa la mia socia sia a pranzo che a cena. Durante la giornata dei collaboratori danno una mano alle colazioni e all’aperitivo, così nei weekend e durante il periodo estivo anche di più.
Chi mi sostiene sa usare la macchina, impostata da me. Tutti i macinacaffè sono on demand istantanei (Malkohenig per la campana principale, l’E80, per i filtri un Fiorenzato All Ground (moka v60 e chemex), un Eureka Elios per il decaffeinato e per altri specialty in espresso due macinadosatori Cimbali G10)”.
Espresso e filtro: quando e quanto?
“Generalmente è difficile preparare il filtro a colazione: alcuni sono affezionati alla moka e la ordinano ogni tanto. Riusciamo a servire tra i tre e i quattro filtri a settimana nel pomeriggio.
D’estate con il cold brew i numeri si alzano e si arriva a un litro al giorno. Lo proponiamo soprattutto quando chiedono il caffè shackerato classico, spingendo verso il cold brew o il nitro, facendo capire che sono delle varianti.
Spesso e volentieri restano stupiti piacevolmente e molti poi ordinano direttamente quello.
Sicuramente il double shot (2.50 invece che 2.60) un po’ per il costo un po’ per il timore della caffeina, anche da noi non va moltissimo.
Però c’è un discorso di storytelling dietro che noi proponiamo quando ci troviamo di fronte alle persone più curiose. Chi prova spesso rimane colpito dal sapore diverso che può
avere lo stesso caffè rispetto al single shot. Alcuni ordinano una sorta di flat white con il double shot.
I superfood, i cappuccini e i latte macchiati con bevande vegetali stanno prendendo piede, ma il cortado e il flat white vero e proprio non hanno funzionato.”
Quindi gli specialty premiano
“Non torneremo più al caffè commerciale. Siamo sicuri di proseguire su questa via. Tra qualche anno magari sostituiremo i torrefattori, ma restando sempre specialty. Qui spingere questo prodotto è importante e quando vedo al mattino qualcuno con qualche dubbio, sto molto attento a raccontare bene questo mondo.
Ci vuole molta attenzione da parte mia, controllando continuamente la macinatura per un risultato ottimale. Devo testare che sia tutto pronto al mattino alle 5.30, per cercare l’equilibrio giusto per la tazza dei nostri clienti. “
Essendo aperti così a lungo, avete portato il caffè anche all’aperitivo?
“La cosa più facile è utilizzare il cold brew per i cocktail. Prepariamo una spuma, aggiungiamo il nitro sopra un cocktail analcolico.
Serviamo un Espresso Martini con diverse consistenze. Ci sono persone che hanno voglia di provare e per assurdo sperimentano più negli analcolici. Già qualche anno fa avevamo fatto un classico con una moka specialty che sostituisse il vermouth in un Negroni e questa soluzione la riproponiamo tutti gli anni d’estate, anche con il cold brew.
Nel mondo della mixology ci sono potenzialità: lo specialty soprattutto in un filtro restituisce dei flavor che possono essere valorizzati con le botaniche di alcuni distillati.”
Nel futuro del Bar il caffè cosa c’è scritto?
“Mi piacerebbe creare un appuntamento durante l’estate, una giornata intera da noi dedicata al mondo del caffè, invitando dei roaster, dei professionisti formati e informati come Marco, per organizzare un brunch con una linea mini e far degustare specialty più particolari. Poi vorremmo avere una postazione per avere dei filtri da proporre in food pairing.
Questo è il primo passo di un progetto a lungo termine che ho in mente. Mi piacerebbe riuscire a coinvolgere il comune, per far partire un mini coffee festival così da aprire
la mente della gente e far conoscere tutto ciò che gravita attorno alla tazzina.”
MILANO – Il comparto del caffè è sotto pressione, oramai da tempo, a causa di una rara congiuntura negativa che ha fatto impennare i costi del chicco a livelli mai raggiunti negli ultimi decenni. “Malgrado tutto, non abbiamo assistito a importanti aumenti di prezzi per il consumatore finale, come si temeva da più parti. Diciamo solo un inevitabile e giustificato aggiustamento”, precisa Ilaria Saquella, che parla nelle vesti di vicepresidente del Comitato italiano del caffè, l’associazione delle imprese di categoria che fa parte dell’Unione italiana food.
Ilaria Saquella, vice presidente del Comitato italiano caffè, sull’aumento dei prezzi del caffè
Ilaria Saquella continua: “I fattori negativi sono diversi: dalla speculazione alla scarsa disponibilità delle scorte sulle Borse mondiali, dal calo di produzione nei paesi d’origine fino ad arrivare alla crisi geopolitica e all’instabilità dei differenziali, cioè i prezzi aggiuntivi che si pagano all’acquisto sul caffè fisico”.
Ilaria Saquella è direttore commerciale e marketing della storica azienda di famiglia, la Saquella 1856, e, da settembre 2023, nel Comitato Italiano caffè affianca il presidente Giuseppe Lavazza insieme ad altri due vice presidenti, che sono Mario Bruscino (Caffè Borbone) e Paolo Ongari (Nestlè Italia).
“Il caffè è la seconda commodity al mondo per giro d’affari dopo il petrolio, quindi è una materia prima che si scambia sul mercato di Borsa ed è soggetta a significative oscillazioni del prezzo per effetto della speculazione, come sta avvenendo in questo periodo”, aggiunge Ilaria Saquella.
“Inoltre, il suo consumo avviene in paesi diversi da quelli di coltivazione e, di conseguenza, la logistica marittima è impattante. Le tensioni degli ultimi tempi hanno forzatamente ridotto il transito delle navi dal Canale di Suez: da lì sono scaturiti un aumento dei costi e una dilatazione dei tempi di consegna del caffè alle aziende. Diverse torrefazioni hanno dovuto interrompere per alcuni giorni la produzione per mancanza di materia prima”.
Hanno aggiunto negatività e stress anche l’impatto climatico, il calo di produzione, principalmente in Brasile e Vietnam, che sono i maggiori paesi produttori, l’inflazione e il cambio dollaro-euro.
C’è di più: “E’ una situazione molto complessa. Registriamo, oramai da tre anni, un aumento di prezzi del caffè crudo con quotazioni dell’Arabica, salita dal 2021 del 75%, e della Robusta, salita del 200% dal valore medio storico. Il mercato non riesce a calmierarsi. Si pensava che il 2024 avrebbe portato stabilità, invece il settore resta travolto da una tempesta perfetta. Purtroppo, sulla nostra categoria si è scaricata una massa impressionante di costi non previsti.”
Ilaria Saquella conclude lanciando un messaggio rassicurante agli amanti del caffè: “Sugli scaffali come nei bar italiani non ci saranno aumenti sconsiderati di prezzi. A Londra, una tazzina di caffè, in alcuni locali, è arrivata a costare cinque sterline, all’incirca sei euro: da noi non accadrà nulla del genere. Bisognerà considerare comunque un adeguamento al rialzo. Il caffè è e continuerà ad essere nella cultura di tutti noi italiani e nessuno dovrà privarsene”.
MILANO — Mancano meno di due mesi all’Earth Overshoot Day, il giorno in cui la Terra entra in deficit ecologico consumando più risorse di quante ne possa rigenerare nell’arco di 365 giorni. Quest’anno, l’infausta data sarà quella del 25 luglio: tre giorni prima rispetto all’anno scorso e oltre una settimana prima rispetto a due anni fa.
Da tempo ormai il ritmo di consumo globale delle risorse naturali supera la biocapacità del pianeta, ossia la capacità della Terra di produrre risorse e rigenerare o smaltire tutto ciò che immettiamo nell’ambiente.
“Andare avanti come sempre ignorando i problemi non è una strategia in grado di garantire la sostenibilità a lungo termine del settore del caffè: serve invece un cambiamento sistemico” scrive l’Ico in un recente rapporto.
Il settore del caffè è stato tra i primi a mettere la sostenibilità in cima alla propria agenda, con numerose iniziative unilaterali e multilaterali, alcune delle quali nate e cresciute sin dagli ultimi decenni del secolo scorso.
Ed è all’avanguardia anche rispetto all’economiacircolare, ossia a quei modelli di produzione e consumo che implicano condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti, il più a lungo possibile.
La circolarità estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono infatti reintrodotti, laddove possibile con il riciclo.
I principi dell’economia circolare contrastano con il tradizionale modello economico lineare, fondato invece sul tipico schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”.
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PADOVA – NIMS Spa, azienda padovana parte del Gruppo Lavazza e specializzata nella vendita diretta del sistema a capsule Lavazza in Black e di sistemi per la filtrazione e la frigogasatura dell’acqua Star Tap in Italia, annuncia la nomina di Davide Celin, nuovo Amministratore Delegato.
Lo scorso 16 aprile 2024 l’Assemblea degli azionisti dell’azienda ha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione, che rimarrà in carica per il prossimo triennio. In tale occasione, Davide Celin è stato nominato nuovo CEO dell’azienda, succedendo a Flavio Ferretti che guidava la realtà padovana dal 2017.
Celin viene scelto in un contesto di piena familiarità e conoscenza pregressa di Nims SpA: incrocia il suo percorso con l’azienda come Sales Account, ben prima dell’acquisizione da parte del Gruppo Lavazza, proseguendo fino al ruolo di Direttore Generale e iniziando oggi in quello di Amministratore Delegato.
Ma chi è Davide Celin?
Davide Celin, nato a Padova il 5 giungo 1979, si laurea nel 2002 in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Padova e di lì a poco inizia il suo percorso lavorativo in Lavazza. 20 anni di carriera all’interno del Gruppo gli permettono oggi di avere una solida esperienza nello sviluppo commerciale nonché una conoscenza approfondita del settore Food&Beverage.
Il suo incontro con Nims SpA risale al 2007 come Key Account. Nel 2018, a seguito dell’ingresso di Nims nel Gruppo Lavazza, Davide Celin entra nel CDA di allora. Entra ufficialmente a far parte di Nims SpA nell’ottobre del 2023 come Direttore Generale. Oggi a Davide Celin, in qualità di neo Amministratore Delegato, spetta il compito di guidare Nims verso nuovi obiettivi strategici per consolidare la crescita registrata negli ultimi anni.
Dopo la nomina Davide Celin ha detto: “Questa nomina non è un traguardo, ma una tappa da cui ripartire. Sono pronto a dare tutto perché il futuro di Nims sia degno della propria storia”
La scheda sintetica di Nims: oltre 335 milioni di tazzine di caffè
NIMS è un’azienda italiana specializzata nella distribuzione e vendita diretta del caffè in capsula e di sistemi di microfiltrazione e frigogasatura dell’acqua su tutto il territorio nazionale, entrata a far parte del Gruppo Lavazza nel 2017, due realtà che condividono una storia di successo e valori come tradizione, esperienza e cultura aziendale.
L’azienda padovana, nata nel 1979, vanta oggi 140 dipendenti e ha raggiunto nel 2023 un fatturato di oltre 120 milioni di euro nel 2023 (+5% sul 2022), distribuendo 335 milioni di tazzine di caffè. Tutto ciò anche grazie al supporto di oltre 3.000 Personal Shopper che
alimentano il rapporto diretto di fiducia tra azienda e cliente. Dall’inizio della partnership con Lavazza nel 1994, NIMS ha distribuito quasi 10 miliardi di tazzine di caffè ad oltre un milione di clienti.
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