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Victoria Arduino presenta E1 Prima Special Edition alla Starbucks Reserve Roastery di Piazza Cordusio per la Milano Design Week 2025: The Design Blend tra storia e futuro

MILANO – Victoria Arduino, marchio iconico nel mondo delle macchine da caffè professionali, presenta la E1 Prima Special Edition durante la Milano Design Week 2025. L’evento, intitolato “The Design Blend”, celebra l’incontro tra innovazione e tradizione con un’installazione esclusiva presso Starbucks Reserve Roastery di Piazza Cordusio, dal 7 al 13 aprile.

Con E1 Prima Special Edition il brand Victoria Arduino ridefinisce la personalizzazione delle macchine da caffè, rispondendo alla crescente domanda di estetiche audaci e identità distintive.

E1 Prima Special Edition protagonista alla Milano Design Week (immagine concessa)

La E1 Prima Special Edition si distingue come un’icona di design, offrendo tre finiture uniche – pelle vegana, texture e rafia – che fondono materiali premium, palette cromatiche raffinate e funzionalità in un oggetto pensato per ridefinire gli spazi e ispirare attraverso narrazioni visive innovative. Ogni finitura rappresenta un manifesto di stile, fondendo materiali di pregio e funzionalità per creare armonia perfetta e ispirare attraverso narrazioni visive che ridefiniscono gli spazi.

L’iconica macchina da caffè sarà il fulcro di un allestimento che unisce estetica e funzionalità, esplorando il legame tra passato e futuro. Dettagli Art Déco si fondono con elementi moderni e brutalisti, creando un’esperienza visiva e sensoriale che celebra la bellezza del design e la passione per il caffè.

La macchina E1 Prima Special Edition tra design e funzionalità (immagine concessa)

Un elemento distintivo dell’installazione sarà la reinterpretazione di alcune immagini storiche del brand attraverso l’intelligenza artificiale, che prenderanno vita in un’affascinante animazione che attraversa il tempo, unendo arte e tecnologia.

L’esclusiva E1 Prima Special Edition (immagine concessa)

Per arricchire ulteriormente questa celebrazione del design, verrà presentato un raffinato coffee table book in tiratura limitata che raccoglie le suggestive immagini dello shooting fotografico realizzato presso un esclusivo experience hotel che celebra in ogni stanza il design Made in Italy. Firmato Victoria Arduino, il volume intreccerà la storia del design e i valori del brand con l’eleganza senza tempo degli ambienti, raccontando il legame tra architettura e design della macchina.

Il coffee table book sarà esposto accanto alle macchine, offrendo ai visitatori un’esperienza ancora più immersiva nell’universo estetico di Victoria Arduino.

La celebrazione del design (immagine concessa)

Durante la Milano Design Week, Starbucks Roastery diventerà un punto di incontro per designer, fashion influencer e protagonisti del mondo lifestyle. Sarà l’occasione ideale per esplorare la cultura del caffè attraverso una prospettiva innovativa, in un contesto che celebra l’eccellenza e la creatività italiana.

La scheda sintetica di Victoria Arduino

Victoria Arduino, fondata nel 1905 da Pier Teresio Arduino, è un marchio italiano rinomato per la produzione di macchine da caffè espresso professionali e macinacaffè. Con oltre un secolo di esperienza, l’azienda combina innovazione tecnologica, design raffinato e sostenibilità ambientale per offrire prodotti di alta qualità.

Dal 2001, Victoria Arduino fa parte di Simonelli Group, continuando a rappresentare l’eccellenza italiana nel settore del caffè a livello internazionale.

Pietro Grinders è alla Fiera del design con il pop-up store in zona Moscova tra workshop e approfondimenti

MILANO – Pietro Grinders sarà presente alla Milano Design Week 2025, portando il suo iconico macinacaffè manuale al centro della scena del design internazionale. Dall’8 al 13 aprile, l’azienda sarà presente a Milano in Corso Garibaldi 46, nel cuore del quartiere Moscova, per vivere l’esperienza in Pietro Grind Lab: un temporary shop immersivo dedicato ai veri amanti del caffè – e del design – in cui estetica, funzionalità e coffee culture si fondono in un unico spazio.

Pietro Grinders alla Milano Design Week

All’interno del pop-up store, ogni giorno verranno ospitati workshop esclusivi in collaborazione con partner selezionati e degustazioni di caffè di alta qualità, per approfondire e far conoscere ai partecipanti il mondo dello specialty coffee.

Pietro Grinders (immagine concessa)

Un’occasione unica che comprenderà eventi innovativi come la 1895 Coffee Designers by Lavazza, momenti di Mixology con caffè specialty, partner di rilievo come Ditta Artigianale, Aqua&Polveri, Costadoro, Pascucci, e tanti altri.

A garantire il massimo livello di professionalità ci saranno anche i campioni di Bugan Coffee, insieme a tanti altri baristi e coffee specialist.

Pietro non è solo un macinacaffè manuale, è il risultato di una ricerca che racchiude passione, design e tecnologia: grazie alle sue macine piane disposte verticalmente, assicura infatti un’esperienza di macinatura unica, studiata per soddisfare le esigenze e garantire massima libertà di espressione a tutti i baristi e gli appassionati di caffè.

Sarà possibile vedere da vicino l’esperienza di macinatura designed for coffee lover, firmata Fiorenzato. Scopri tutti i dettagli del programma qui.

Bialetti conferma i negoziati esclusivi con la lussemburghese NUO Capital 

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Bialetti ha affermato che sono in corso negoziati esclusivamente con la società di diritto lussemburghese NUO Capital per l’acquisto di una partecipazione di controllo nel capitale sociale smentendo le cifre numeriche riportate dall’articolo Il Messaggero. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Teleborsa pubblicato su La Repubblica.

Bialetti verso la cessione delle quote

COCCAGLIO (Brescia) – Bialetti, società quotata su Euronext Milan e specializzata nella produzione di caffettiere, piccoli elettrodomestici e strumenti di cottura, ha fornito, a seguito di richiesta di CONSOB, una serie di precisazioni in merito all’ingresso di Hermés nel capitale della società. Secondo il quotidiano romano Il Messaggero, la società è destinata al delisting in seguito a un’imminente offerta di acquisto del valore di 170 milioni di euro.

Bialetti afferma che sono in corso negoziati esclusivamente con la società di diritto lussemburghese NUO Capital per l’acquisto, da parte della stessa e/o di altri investitori o coi-investitori e per il tramite di uno o più veicoli societari, di una partecipazione di controllo nel capitale sociale di Bialetti.

Tale operazione è volta a realizzare la Dismissione Bialetti, già annunciata al mercato nei mesi scorsi e prevista dal Nuovo Accordo di Ristrutturazione, di cui costituisce adempimento conclusivo. A differenza di quanto riportato nell’articolo, la Dismissione Bialetti non sarebbe realizzata nel contesto di un processo di ristrutturazione dell’indebitamento finanziario di Bialetti.

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illycaffè è il partner ufficiale per la fiera Art Paris, 03-06/04

PARIGI – illycaffè, marchio globale del caffè conosciuto per la sua qualità sostenibile e per il canale di comunicazione privilegiato che ha creato con il mondo dell’arte contemporanea, è partner ufficiale della 27. edizione di Art Paris, che si terrà dal 3 al 6 aprile al Grand Palais, nel cuore della capitale francese.

illycaffè a Art Paris

I visitatori, gli operatori artistici e gli espositori della fiera internazionale potranno fare una pausa degustando il blend unico illy, realizzato selezionando solo l’1% del migliore caffè Arabica, in tutti i punti di ristoro della fiera.

Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè, ha dichiarato: “Siamo felici di partecipare a questa prestigiosa manifestazione, un perfetto connubio tra arte e cultura, valori che da sempre sono al centro della nostra identità aziendale. Art Paris è un’opportunità unica per condividere con un pubblico sempre più internazionale il nostro impegno per la qualità e l’innovazione nel mondo del caffè, rendendo omaggio alla bellezza e alla creatività in tutte le sue forme”.

Scocchia aggiunge: “Sostenere Art Paris significa offrire ai visitatori un’esperienza di degustazione che riflette la nostra passione per l’eccellenza. Crediamo infatti che l’arte e la cultura abbiano il potere di ispirare e connettere le persone, e il nostro caffè è parte integrante di questo viaggio sensoriale e intellettuale”.

Cercare il bello, scoprirlo, farlo emergere e valorizzarlo è ciò che contraddistingue la cultura imprenditoriale di illycaffè, che è da anni comunica attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea mediante la creazione di progetti artistici, la collaborazione con le più importanti esposizioni d’arte e il sostegno a giovani promesse e grandi maestri.
Il bello a cui fa riferimento illycaffè è collegato al concetto di kalokagathìa dei Greci, che avevano coniato questa parola unendo kalòs (bello) e agathòs (buono) per creare un nuovo significato in cui bontà e bellezza erano inscindibili e dipendevano una dall’altra.

Un concetto di cui si coglie la sua massima espressione nel progetto delle illy Art Collection, le tazzine numerate e firmate che dal 1992 hanno trasformato un oggetto di uso quotidiano in una tela bianca sulla quale si sono cimentati da più di 130 noti e apprezzati artisti di fama internazionale, dando inizio a quella che negli anni si è trasformata in una delle più grandi raccolte d’arte contemporanea esistente al mondo. Il senso speciale delle tazzine d’artista, inoltre, sta nell’avere reso l’arte contemporanea accessibile e fruibile a tutti. Con un gesto di bellezza illycaffè l’ha fatta entrare nelle case e nei bar.

Nelle illy Art Collection si incontra la raffinatezza dei maestri dell’arte contemporanea con quella dei maestri della qualità, espressione dell’unione del bello e del buono che caratterizzano il brand illy.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica.

Ogni giorno vengono gustate più di 10 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 135 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale. Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 24 paesi del mondo. Nel 2024 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €630 milioni. La rete monomarca illy conta 157 punti vendita in 28 Paesi.

Altroconsumo: “Il sorpasso c’è stato: il 55% paga con il bancomat almeno una volta alla settimana”

I pagamenti digitali sono diventati la normalità nella vita quotidiana degli italiani tanto che hanno superato quelli in contanti. Il metodo di pagamento più utilizzato almeno una volta alla settimana dagli italiani si è rivelato essere il bancomat (55%) seguito a ruota dai contanti (54%). Leggiamo di seguito la recente inchiesta di Altroconsumo.

Il metodo dell’inchiesta Altroconsumo

MILANO – La notizia è che il sorpasso c’è stato. Di un’incollatura, come si direbbe nel linguaggio ippico, cioè per la lunghezza della testa e del collo del cavallo, quindi di poco, ma c’è stato. I pagamenti digitali hanno superato quelli in contanti. Infatti, il metodo di pagamento più utilizzato almeno una volta alla settimana dagli italiani è il bancomat (55%) seguito a ruota dai contanti (54%).

App per pagamenti e carta di credito fisica sono utilizzate da un italiano su quattro. Lo dice l’indagine Altroconsumo sulle abitudini di pagamento degli italiani che ha coinvolto più di mille cittadini nel gennaio scorso.

Quali metodi di pagamento usano gli italiani? Come pagano il caffè al bar? La spesa? L’idraulico? Gli acquisti online? Si sentono sicuri quando usano i pagamenti digitali? Per rispondere a queste domande abbiamo intervistato, con un questionario online, un gruppo di consumatori iscritti alla nostra community ACmakers distribuiti come la popolazione generale per sesso, età (18-74 anni), livello d’istruzione e area geografica. Abbiamo raccolto 1.027 risposte valide.

altroconsumo
(dati concessi)

I metodi di pagamento più utilizzati settimanalmente dagli italiani sono il bancomat e i contanti, seguono app per pagamenti e carta di credito fisica. I contanti restano il metodo più usato per le piccole spese, inferiori ai 26 euro soprattutto nei mercati e nei piccoli negozi, mentre il bancomat entra in gioco quando si fa la spesa al supermercato o rifornimento di carburante, quindi per importi superiori, anche fino a 750 euro.

Oltre al bancomat, al supermercato sempre di più gli italiani usano le carte virtuali avvicinando lo smartphone al Pos soprattutto per cifre fino a 100 euro. Invece, la carta di credito e la prepagata sono gli strumenti più usati per lo shopping online così come le app per pagamenti.

Infine, per pagare online quando la somma è ingente (sopra i 750 euro) sbuca anche il bonifico istantaneo. Uno strumento che grazie alla recente riduzione dei costi sarà sempre più utilizzato. Mentre, il bonifico ordinario è il più usato quando ci sono cifre importanti (sopr i 750 euro) sia nei negozi online sia in quelli fisici.

I pagamenti digitali sono sicuri?

(dati concessi)

 

Tra chi usa app e bonifici, quattro su cinque li considerano molto sicuri. Per i contanti, invece, una persona su cinque dà un giudizio negativo sulla sicurezza. Del resto, alla domanda “quando hai la possibilità di scegliere, preferisci pagare in contanti o in altro modo?” solo un intervistato su tre ha risposto che preferisce i contanti e per due motivi: il primo è legato al timore che usando le carte possano essere clonate o ci sia il furto dei dati (46%), il secondo è la possibilità di avere maggior controllo su quanto spende (45%).

La legge ci tutela in caso di frode

La legge tutela chi usa gli strumenti di pagamento digitali: in caso di frode (clonazione, utilizzi illeciti…) la banca è sempre responsabile. Infatti, spetta a lei garantire la sicurezza dei sistemi che usiamo: non può addebitarci gli usi illeciti della sua carta o dell’home banking. Per questo l’onere della prova è della banca che, per negare il rimborso, deve dimostrare che c’è colpa o dolo del cliente.

Nel caso in cui qualcuno riesca a usare la carta (che sia di credito, di debito o prepagata) prima che riusciamo a bloccarla, la responsabilità massima del titolare è di 50 euro, mentre dopo il blocco nulla può essere chiesto o addebitato.

Il nodo delle commissioni

Tra coloro che preferiscono pagare in contanti il 27% dichiara che lo fa perché “Non mi costa niente prelevare e l’esercente risparmia le commissioni bancarie”, in pratica è solidale con il negoziante che è di norma il piccolo negozio o l’ambulante al mercato che sono i luoghi dove si usa di più il contante e gli importi di spesa sono bassi. Infatti, i negozianti lamentano l’applicazione di commissioni troppo salate sui pagamenti digitali e anche costi fissi importanti per mettere a disposizione dei clienti il Pos.

Ben il 10% degli intervistati riferisce che nell’ultimo mese un pagamento con carta è stato rifiutato. Ci siamo fatti raccontare i motivi dei rifiuti: nella metà dei casi c’è stato un problema tecnico (Pos non funzionante, mancanza di connessione, down del circuito… ), nell’altra metà è stato il negoziante a chiedere il pagamento in contanti per l’importo troppo basso della spesa, tra gli altri per il caffè al bar, le sigarette e i valori bollati dal tabaccaio, la spesa al mercato, carte non accettate sotto un limite minimo di spesa (almeno 5 -10 euro).

Come scegliere la carta di credito più conveniente
Per capire quale carta conviene è importante conoscere l’ammontare complessivo dei pagamenti che si fanno in un anno con la carta di credito. Il nostro comparatore online di carte di credito ti dice quali sono le carte più convenienti per il tuo profilo.
Facciamo un esempio: per un profilo di utilizzo annuo che prevede una spesa con la carta di 4.500 euro, nessun acquisto in valuta straniera, 2 prelievi da 200 euro, 2 estratti conto cartacei, la carta più conveniente è la carta Altroconsumo con un canone annuo di 9 euro.

Per i soci di Altroconsumo la Carta Altroconsumo (accettata ovunque grazie al circuito Visa) prevede lo 0,20% di cashback e un canone annuo di 10 euro. Si può chiedere senza cambiare banca o aprire un nuovo conto corrente e gli esperti di Altroconsumo sono a disposizione in caso di problemi.

Milano: Terrazza Aperol lancia il nuovo format ispirato alle origini venete

MILANO – Terrazza Aperol, il luogo per eccellenza dell’aperitivo milanese con vista su Piazza Duomo, nato dalla partnership fra Autogrill e Campari Group, si presenta al pubblico con una nuova veste che esalta l’heritage e l’identità del brand. Grazie a una fusione originale tra design, atmosfera e un menù innovativo, Terrazza Aperol è il luogo in cui vivere in modo immersivo lo stile Aperol, all’interno di un ambiente dove ogni dettaglio è pensato per favorire la convivialità.

Nato in Veneto nel 1919, Aperol ha conquistato nel tempo generazioni di appassionati in tutto il mondo grazie all’iconoico Aperol Spritz che, preparato con prosecco, Aperol e soda, è diventato un rituale sociale, un momento di condivisione che oggi trova in Terrazza Aperol la sua massima espressione.

L’interno del locale (immagine concessa)

Il nuovo format celebra così le origini venete di Aperol, ispirandosi alla tradizione dei tipici bacari veneziani e fondendosi, al tempo stesso, con l’energia cosmopolita e i tratti distintivi della città di Milano.

“Terrazza Aperol è un esempio di quanto, grazie a un lavoro di sinergia con un partner strategico come Autogrill, sia possibile costruire progetti duraturi e di valore – dichiara Gabriele Ornaghi, Managing Director Campari Gruoup – Grazie a una connessione profonda e diretta con uno dei riti più antichi e significativi della città di Milano, l’aperitivo, e un legame con le tradizioni veneziane più autentiche, Terrazza Aperol vuole affermarsi come luogo preferito di convivialità dei milanesi e non solo, riuscendo ad attrarre anche un pubblico internazionale che sappia riconoscere la potenza dell’Aperol Spritz way of life”.

“Terrazza Aperol rappresenta ormai da anni una location iconica e punto di riferimento per l’aperitivo meneghino” commenta Massimiliano Santoro, ceo Italy F&B di Avolta. “Grazie alla collaborazione con un partner d’eccellenza come Campari oggi celebriamo il reopening di un luogo in cui il connubio tra tradizione e innovazione dà vita a una location internazionale nel cuore del capoluogo lombardo che, grazie alla sua collocazione strategica all’interno di una fucina del gusto come Mercato del Duomo, diventa simbolo delle radici della cultura eno-gastronomica italiana”.

Curato dallo studio di architettura Vudafieri-Saverino Partners, il restyling degli spazi riflette il concetto di “golden hour senza tempo”, ovvero il momento simbolo dell’aperitivo italiano, grazie all’utilizzo di colori quali l’oro, l’arancione e il blu, e alla presenza di una grafica a onde che, dalla carta da parati al bancone, rimandano ai colori del tramonto e al movimento dell’acqua nella laguna veneziana.

Il nuovo design, insieme alle ampie vetrate, crea inoltre una connessione visiva tra gli spazi interni e quelli esterni. In particolare, la terrazza panoramica offre una vista privilegiata sul Duomo, inserendosi perfettamente nel contesto vibrante della piazza.  Un tocco di Milano si trova anche nelle illustrazioni firmate dall’artista Vahram Muratyan che interpretano i  luoghi iconici milanesi e raccontano il rito dell’aperitivo in chiave contemporanea.

Cuore pulsante di Terrazza Aperol, il bancone e il social table posizionati nella sala interna invitano alla condivisione e all’interazione, mentre la scelta dei materiali, dal vetro al metallo fino al policarbonato riciclato, raccontano un approccio contemporaneo, dove convivono estetica e sostenibilità.

Un’attenzione particolare è stata riservata alla proposta food che reinterpreta la tradizione veneta dei cicchetti con un twist milanese: piccoli assaggi pensati per accompagnare Aperol Spritz, che combinano ingredienti delle due regioni in accostamenti creativi e sorprendenti.

Attraverso questo nuovo concept, Terrazza Aperol si conferma il luogo simbolo dell’aperitivo milanese, dove design, gusto e convivialità si incontrano per offrire un’esperienza unica nel cuore pulsante della città.

Situata al secondo piano del Mercato del Duomo, la Terrazza è raggiungibile tramite l’ingresso di Motta-Autogrill.

Il consumo di 7 energy drink a settimana aumenta il rischio di asma e dermatite atopica: lo studio

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Diverse evidenze scientifiche collegano il consumo di bevande energetiche a effetti negativi sulla salute fisica e mentale dei bambini e degli adolescenti. Non solo, l’uso di bevande energetiche è stato associato anche a disturbi del sonno, sia in termini di quantità che di qualità, basso rendimento scolastico, disturbi dell’umore con aumentato rischio di depressione, suicidio, disagio psicologico, deficit di attenzione e iperattività.

Leggiamo di seguito parte dell’articolo di Elena Bozzola, Vita Cupertino, Antonio Corsello pubblicato sul portale Società italiana di pediatria.

Il lato negativo degli energy drink

MILANO – Le bevande energetiche, comunemente note come “energy drink”, sono bibite contenenti una miscela di sostanze stimolanti, tra cui glucosio, caffeina, taurina, e vitamine del gruppo B. Queste bevande sono sempre più diffuse tra i giovani e i giovanissimi, attratti dall’idea di poter ottenere energia in pochi sorsi. È importante distinguere gli energy drink dagli sport drink, che sono finalizzati principalmente alla reidratazione durante l’attività fisica e non contengono sostanze stimolanti ma sali minerali e carboidrati.

Il mercato delle bevande energetiche ha visto una rapida crescita, raggiungendo 45,80 miliardi di dollari nel 2020 e si prevede che potrebbe raggiungere 108,40 miliardi entro il 2031.

Si possono facilmente reperire in negozi di alimentari e supermercati. Non esistendo una regolamentazione specifica per definire cosa sia un energy drink, non c’è una formula standard; tuttavia, i principali ingredienti sono glucosio, caffeina, taurina e vitamine del gruppo B.

Sebbene questi ingredienti non siano di per sé nocivi, è fondamentale conoscere le dosi e le fasce d’età appropriate per evitarne l’abuso, che potrebbe rappresentare un rischio per la salute dei giovani.

Diverse evidenze scientifiche collegano il consumo di bevande energetiche a effetti negativi sulla salute fisica e mentale dei bambini e degli adolescenti. Una recente revisione sistematica della letteratura parla infatti di una pericolosa connessione con fumo di sigaretta, e-cigarette, alcol, “binge-drinking”, ovvero l’assunzione in poco tempo di sei o più tra alcolici e superalcolici, moda sempre più diffusa tra i giovani.

Non solo, l’uso di bevande energetiche è stato associato anche a disturbi del sonno, sia in termini di quantità che di qualità, basso rendimento scolastico, disturbi dell’umore con aumentato rischio di depressione, suicidio, disagio psicologico, deficit di attenzione e iperattività.

Consumare più di sette energy drink a settimana può aumentare il rischio di asma, rinite allergica e dermatite atopica. Studi su modelli animali suggeriscono che il consumo combinato di energy drink e alcol potrebbe danneggiare la plasticità dell’ippocampo, causando cambiamenti molecolari associati ad alterazioni elettrofisiologiche e comportamentali.

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Harry’s Bar a Parigi: i segreti del bar con 113 anni di storia

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Situato nel 2° arrondissement della capitale, il cocktail bar di origine americana ha aperto le sue porte a Parigi nel 1911. Con 113 anni di storia alle spalle, l’Harry’s Bar non manca di aneddoti insoliti. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo del portale d’informazione Sortir a Paris.

I 113 anni di storia dell’Harry’s Bar di Parigi

PARIGI – Da oltre 110 anni, l ‘Harry’s New York Bar anima rue Daunou, nel 2° arrondissement di Parigi. Leggendario e mitico locale di origine americana, l’Harry’s Bar è stato letteralmente smontato dalla 7th Avenue di Manhattan a New York per essere riassemblato in rue Daunou a Parigi.

Considerato uno dei primi cocktail bar d’Europa, l’Harry’s Bar aprì le sue porte nella Ville Lumière il 26 novembre 1911.

Dietro il bancone c’è il famoso barman scozzese Harry MacElhone. Egli rilevò il locale nel 1924, passando poi le redini al figlio e poi al nipote. Oggi la famiglia MacElhone è ancora al timone dell’Harry’s Bar. Franz-Arthur, nato il 16 giugno (1988) come il suo bisnonno Harry (1890), è ora al timone.

A riprova della sua fama, il cocktail bar è famoso per aver dato vita a diversi cocktail che sono diventati dei veri e propri classici del genere. Tra questi, l’inimitabile Bloody Mary, il Side Car, il Blue Lagoon e il White Lady, solo per citarne alcuni.

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Latte di pesce: l’ultima novità al posto del latte vaccino arriva dall’Indonesia

Arriva dall’Indonesia una nuova novità: il latte di pesce. L’idea di base è semplice: utilizzare la carne di pesce come base proteica per creare una bevanda simile al latte. Tuttavia, trasformare il pesce in latte richiede processi industriali invasivi. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Gianluca Riccio per il portale d’informazione Futuro Prossimo.

Il latte di pesce

MILANO – Il latte di pesce ha iniziato a guadagnare popolarità in Indonesia come alternativa al latte vaccino, specialmente nelle comunità costiere dove il pesce è abbondante e il latte vaccino non sempre disponibile o economico.

L’idea di base è semplice: utilizzare la carne di pesce come base proteica per creare una bevanda simile al latte, anzi “identica nel sapore”, come la Berikan Protein Initiative (la “non profit” che propone la nuova bevanda) dichiara al Wall Street Journal.

Il processo di produzione di questa bevanda, però, ha poco a che vedere con la semplicità. Trasformare il pesce in latte richiede processi industriali invasivi: la carne di pesce viene separata dalle lische, triturata e miscelata con acqua e altri ingredienti.

Per mascherare il sapore di base del pesce, vengono aggiunti zuccheri e aromi artificiali. Il risultato? Un prodotto ultra-processato che assomiglia al latte, ma che di naturale ha ben poco.

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Michele Nardella, da anni alla direzione ICCO, in Costa d’Avorio: “Nella stagione in corso, le fave di cacao a 8.500 € alla tonnellata in media, +45% della precedente”

MILANO – Con il mercato del cacao in mezzo ad una tempesta di rincari che mettono in difficoltà tutti gli attori della filiera, una guida d’eccezione direttamente dalla Costa D’Avorio è Michele Nardella, da anni alla direzione dell’area di ricerca statistica e econometrica dell’Organizzazione Internazionale del Cacao (ICCO).

Nardella, dato che il mercato del cacao è particolarmente instabile proviamo a fare una fotografia del presente?

“Nel corso della stagione in corso (1 Ottobre 2024 – 30 Settembre 2025), le fave di cacao sono state scambiate sui mercati internazionali mediamente a € 8,500 alla tonnellata. Questo valore è il 45% in più della stagione precedente, quasi il 220% in più registrato nella stagione 2022/23.

A dire il vero, il rapidissimo incremento dei prezzi è cominciato a fine marzo 2024. I volumi di produzione in Costa d’Avorio e Ghana, che rispettivamente rappresentano il 38% e il 12% dell’offerta mondiale, risultavano essere più o meno il 20% al di sotto delle aspettative di mercato. È importate notare come questo gap produttivo, avveniva in contesto di due stagioni consecutive caratterizzate da disavanzi.

Questi deficit di mercato sono stati causati sia dalle avverse condizioni metereologiche principalmente nell’Africa Occidentale, come pure alla diffusione di una fitopatologia virale – Cocoa Swollen Shoot Virus Disease (CSSVD). Essa porta alla morte degli alberi di cacao in 4 /5 anni e ad un dimezzamento delle rese nel primo anno.

Comunque, mentre nel caso della Costa d’Avorio, le informazioni sullo stato di diffusione di questa fitopatologia sono contrastati a tal punto che a tutt’oggi non è possibile dare una stima certa, il Cocoa Research Institute of Ghana (CRIG) ha affermato che nel corso degli ultimi anni circa 500k ettari di cacao – aventi una capacità produttiva di circa 250k t – sono stati infettati nella principale regione produttiva del Ghana.

Inoltre, il Ghana è afflitto da un’ulteriore problematica: la diffusione di piccole miniere illegali in aree dedicate alla coltivazione degli alberi di cacao (galamsey).

L’impennata dei prezzi del cacao ha avuto anche un effetto perverso sullo stesso mercato dei futures sul cacao. Molte posizioni short sono state chiuse in seguito all’aumento dei richiami di margine e dei rischi finanziari associati con essi. Inoltre, il disequilibrio e la tensione tra le posizioni short e long come pure la riduzione del numero totale delle posizioni hanno ulteriormente amplificato la volatilità sui mercati futures.”

Nardella: “Le nostre previsioni pubblicate nel nostro ultimo Bollettino trimestrali di statistiche sul cacao prevedono un’eccedenza di mercato alla fine della stagione corrente.”

“Da un lato, i raccolti in Costa d’Avorio e Ghana sono migliori rispetto a quelli alla stagione precedente. Un’incognita resta però l’andamento della raccolta nel corso della campagna piccola (Aprile – Settembre 2025). Una siccità prolungata avrà un impatto sicuramente negativo sulla produzione. Dall’altro, la domanda di prodotti semi-finiti di cacao è diminuita.

In primis, parte dell’aumento dei prezzi del cacao, è trasferito ai consumatori finali con una conseguente riduzione dei consumi. In secondo luogo, per contenere l’aumento dei costi di produzione, l’industria ha diminuito la dimensione delle porzioni (shrinkflation), cambiato la ricetta dei prodotti, e sostituito il burro di cacao con altri grassi di origine vegetale fino ad un massimo del 5% (direttiva 2000/36/CE).

Si noti però che non c’è nessun limite sulla sostituzione di burro di cacao in quei prodotti non etichettati come “cioccolato […]”.

Quindi, al termine della 2024/25 stagione, prevediamo che i volumi di fave cacao trasformati in prodotti semilavorati saranno all’incirca uguali a quelli registrati nella stagione 2019/20 che, come tutti ricorderanno, è stata caratterizzata dalla pandemia di COVID-19.

Detto questo i prezzi rimarranno elevati. Stimiamo che i volumi delle scorte mondiali siano pari al 38% della domanda annuale. Un volume decisivamente basso.”

Quali previsioni si possono fare per il futuro?

“I prezzi elevati stimolano da un lato l’adozione di migliori pratiche agronomiche che hanno un impatto positivo sulle rese, e dall’altro l’espansione delle aree coltivate a cacao laddove è possibile. Comunque, non è possibile immaginare nell’immeditato un ritorno dei prezzi ai livelli registrati nel corso della stagione 2022/23.

Un albero di cacao diventa produttivo dopo aver raggiunto i 3 / 4 anni di età. Quindi, ci vorranno degli anni per osservare un’inversione di tendenza. Questa previsione viene fatta assumendo che (1) le stime fatte dal CRIG sullo stato del CSSVD in Ghana siano accurate; (2) lo stato del CSSVD in Costa d’Avorio non desti preoccupazione; e (3) l’implementazione del regolamento dell’UE sulla deforestazione (EUDR) non limiti l’espansione delle aree produttive.”

Chi beneficia di questa situazione? I contadini hanno margini maggiori? Oppure no?

“Si, gli agricoltori stanno beneficiando da questa situazione di mercato. I prezzi a bordo campo sono raddoppiati rispetto alla stagione 2022/2023. Però gli aumenti percentuali dei prezzi non sono stati omogenei tra i vari paesi produttori. I prezzi nella Costa d’Avorio e nel Ghana sono regolamentati e stabiliti in base ai prezzi medi registrati nella stagione precedente.

Quindi, l’aumento dei prezzi a bordo campo in questi due paesi è più contenuto rispetto ad altri. Si tenga presente però che questa politica era stata introdotta per fissare i prezzi a bordo campo in un contesto di prezzi al ribasso. I vostri lettori troveranno maggiori informazioni sulla politica dei prezzi in Costa d’Avorio e Ghana sul nostro sito (https://www.icco.org/wp-content/uploads/Cocoa-Market-Report-September- 2024.pdf).”

Quindi in definita che cosa si può fare per approfittare la crisi? Comune supporta ICCO ad attraversarla?

“Durante le conference biennali con i paesi membri dell’ICCO, il segretariato ha da tempo posto l’attenzione sull’importanza di acquisire dati sulle piantagioni di cacao: estensione delle superfici coltivati, età degli alberi per ettaro e rese per classe di età: if you can’t measure, you can’t manage it. Queste informazioni però non sono spesso disponibili, e quando lo sono non sono accurate. Ci aspettiamo che l’ottemperamento dei paesi produttori di cacao alla EUDR migliori la situazione.

Inoltre, bisogna approfondire la ricerca sulle varietà di cacao più resistenti alle malattie, al cambiamento climatico. Stiamo per commissionare uno studio scientifico sul CSSVD, e valutando se sia opportuno partecipare a dei progetti di mappatura delle aree colpite dal CSSVD. Per questo ultimo però abbiamo bisogno dell’approvazione da parte del Consiglio dell’ICCO (tutti i rappresentati dei nostri 52 paesi membri).”