Il semplice gesto di bollire l’acqua per il tè e infine procedere con la successiva infusione ha permesso agli inglesi, durante la rivoluzione industriale, di uccidere batteri e parassiti portatori, per esempio, di dissenteria: queste sono le conclusioni dello studio condotto da Francisca M. Antman dell’Università del Colorado Boulder. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Giusy Dente per il portale d’informazione fanpage.
Il ruolo del tè nella rivoluzione industriale
MILANO – God save the Queen….and the tea. Gli inglesi sono affezionatissimi al rituale del tè pomeridiano, una tradizione irrinunciabile famosa in tutto il mondo. Ogni giorno se ne consumano più di 100 milioni di tazze. La bevanda iconica è finita anche al centro di diverse “battaglie”: gli inglesi da un lato, la scienza dall’altro. Mentre quest’ultima suggerisce di aggiungere un pizzico di sale per esaltarne il sapore, per gli inglesi l’dea è risultata a dir poco oltraggiosa.
A vincere, insomma, è sempre la tradizione. Bere una tazza di tè fumante è una coccola da concedersi dopo una giornata impegnativa, per accompagnare due chiacchiere tra amiche: ma una nuova ricerca suggerisce che almeno in passato, potrebbe aver avuto un vero e proprio potere salvavita, impedendo la potenziale morte di milione di persone.
Il tè potrebbe aver salvato vite umane nel 1700. Una ricerca ha portato a galla questa verità: ci sarebbe proprio questa bevanda dietro la diminuzione di decessi in Inghilterra durante la rivoluzione industriale.
I dati riferiscono di uno stranamente basso numero di morti, considerate le condizioni di vita dell’epoca, le malattie devastanti che colpivano la popolazione, la rapida diffusione delle epidemie.
Eppure le persone si sono inconsapevolmente salvate proprio bevendo del tè. Il semplice gesto di bollire l’acqua, infatti, per procedere con la successiva infusione, ha permesso di uccidere batteri e parassiti portatori, per esempio, di dissenteria.
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Il protagonista del nuovo trend su TikTok è lo Scallion Latte, la classica bevanda a base di caffè e arricchita con abbondante cipollotto fresco. La ricetta è originaria della Cina e si tratta nello specifico di un iced latte con un twist di cipollotto. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Virgilio.
Il caffè con la cipolla
MILANO – Siamo abituati a osservare bizzarri abbinamenti in cucina, dove si fanno esperimenti a volte riusciti e a volte meno. Ma non è raro imbattersi in ricette che superano ogni limite imposto dalla decenza. È il caso dello Scallion Latte, cioè una bibita a base di caffè… e cipolla.
Le piattaforme dove più spesso siamo esposti a questi curiosi tentativi di rivoluzionare la tradizione culinaria sono i social network: è qui che i creator alzano sempre di più l’asticella sperimentando cose nuove o mettendo alla prova i propri limiti con le cosiddette challenge.
È su TikTok, infatti, che si è diffuso il trend di cui ci apprestiamo a parlare oggi, non senza nascondere lo sforzo di trattenere qualche conato. Il protagonista è lo Scallion Latte, la classica bevanda a base di caffè e arricchita con abbondante cipollotto fresco.
Sul social, i creator hanno riproposto la ricetta nata in Cina, che per i più coraggiosi enunciamo di seguito:
Tagliare a rondelle le punte verdi del cipollotto
Riporle in un bicchiere, schiacciandole per liberarne i succhi
Versare del latte nel bicchiere, con l’aggiunta di qualche cubetto di ghiaccio
Aggiungere il caffè al latte ghiacciato
Per guarnire, aggiungere una generosa quantità di cipollotto alla bevanda e mescolare
In sostanza, si tratta di un iced latte con un twist di cipollotto, che dovrebbe servire a smorzare l’amaro del caffè e incorporare un elemento di croccantezza. Perché aggiungere cereali o frutta secca era forse troppo banale.
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VILLAFRANCA IN LUNIGIANA (Massa-Carrara) – Dopo il grande successo del cubo e della sfera, il croissant cambia ancora e prende la forma iconica del gelato con lo stecco: molto più facile da mordere degli altri due fratelli, con una forma ergonomica ai fini dell’inzuppo, croccante fuori, con un ripieno di crema alla vaniglia. Il prodotto si presenta come un’interessante novità in un settore in continua evoluzione.
È la nuova versione del croissant artigianale, buonissimo, divertente e comodo da mangiare anche mentre si viaggia, grazie al bastoncino in legno che lo contraddistingue.
Il CroisStick nasce come un vero croissant da un impasto lavorato artigianalmente e cotto in uno speciale stampo fatto su misura, ci sono voluti mesi di prove prima di arrivare alla sua forma perfetta.
“Abbiamo cambiato il modo di mangiare il croissant mantenendo qualità e tradizione” ci riferisce Laura Lombardi, giovane pasticcera e inventore del CroisStick, mentre ci mostrava il prodotto.
Il croissant con lo stecco ha già conquistato il palato e la curiosità da parte di numerose persone con scorte finite in pochissimi giorni.
Ma per gustare questa ed altre specialità, vi dovrete recare da Tipico Backery nella località di Villafranca In Lunigiana (MS) aperti da martedì a sabato dalle 7.30 alle 14.00
TRIESTE – illycaffè, leader a livello internazionale nel mercato del caffè, ha sottoscritto un contratto di finanziamento con un pool formato da primari istituti finanziari composto da BNL BNP Paribas, CDP, Intesa Sanpaolo (Divisione IMI Corporate & Investment Banking), Mediobanca e Rabobank – che hanno agito in qualità di Mandated Lead Arrangers e Finanziatori. BNL BNP Paribas ha agito come Global Coordinator e Agent dell’operazione, mentre Intesa Sanpaolo (Divisione IMI Corporate & Investment Banking) come Sustainability Coordinator.
Il contratto di finanziamento di 124 milioni di euro sottoscritto da illycaffè
L’importo complessivo di 124 milioni di euro è articolato in una linea di credito Term Loan da 100 milioni e una linea di credito Revolving da 24 milioni, entrambe con scadenza a settembre 2027.
Come spiega il cfo dell’azienda Guido Strampelli, “l’operazione strutturata va a sostituire i finanziamenti in essere con i vari istituti finanziari, in un’ottica di semplificazione e maggiore flessibilità, con l’obiettivo di supportare il piano di investimenti industriali e aumentare la capacità produttiva per il polo di Trieste. Tutto questo in linea con i nostri obiettivi di crescita”.
Il finanziamento si configura come un Sustainability Linked Loan, con la previsione di un meccanismo premiante collegato al raggiungimento di determinati obiettivi ESG (Environmental, social and governance), focalizzati sulla diminuzione delle emissioni di gas serra lungo tutta la value chain (includendo quindi anche le emissioni indirette “Scope 3”) e a un’ulteriore riduzione del gender pay gap (remunerazione media femminile rispetto a quella maschile all’interno dello stesso inquadramento).
Per gli aspetti legali, Dentons ha assistito il pool di istituti finanziari con un team coordinato dal partner Alessandro Fosco Fagotto e dal managing counsel Franco Gialloreti, coadiuvati dall’associate Giorgio Peli mentre DLA Piper ha assistito illycaffè con un team guidato da Giampiero Priori, coadiuvato da Valerio Cellentani, Federica Del Gaiso e Andrea Di Dio.
MILANO – A Casa Emergency, in via Santa Croce 19 a Milano, la presentazione del bilancio sociale Fairtraide e delle cifre annuali relative alle vendite nel 2023. Un programma fitto di tre ore, dove diversi interlocutori si sono succeduti ciascuno portando il proprio contributo a delineare un panorama in movimento – lo scorso anno gli italiani hanno speso 500 milioni di euro in prodotti contenenti almeno un ingrediente certificato Fairtrade – che tuttavia si è dovuto confrontare con l’inflazione, le nuove direttive europee, esigenze di mercato, senza smettere mai di andare avanti nonostante alcune criticità.
Anticipiamo già rispetto alla scaletta degli interventi, alcuni dati interessanti sui volumi di cacao, caffè e zucchero di canna: per quanto riguarda il primo, dopo dieci anni di crescita molto sostenuta, nel 2023 le vendite hanno registrato un leggero rallentamento con 9.649 ton ( -1%), dovuto principalmente ad un contingente rinnovamento degli assortimenti di alcuni importanti partner.
Scendendo nel dettaglio delle altre due materie prime: anche in questo caso dopo parecchi anni di crescita a doppia cifra, per il secondo anno di fila lo zucchero rallenta con 4.468 ton (-7%).
Più instabile nel tempo invece è stato l’andamento del caffè, che ha avuto delle discese e poi delle parziali risalite, e nel 2023 ha registrato 726 ton (-4%); per le referenze del canale retail ha colpito molto l’inflazione.
A commentare di questi numeri, si è esposto Thomas Zulian, Direttore Commerciale di Fairtrade Italia: “Il 2023 dal punto di vista delle vendite è stato un anno di transizione, da un lato alcuni prodotti come caffè e zucchero hanno risentito dei cali generalizzati dei volumi dovuti all’inflazione, dall’altro prodotti come ad esempio banane e cotone hanno registrato una crescita importante.
Complessivamente siamo soddisfatti perché nel corso del 2023 abbiamo visto aumentare sia il numero di aziende con cui collaboriamo sia la quantità di referenze certificate sul mercato. Gli effetti positivi di questi due fattori si stanno già palesando nei buoni risultati dei primi mesi del 2024”.
Abbiamo un’inversione per quanto riguarda il valore: il cacao è assolutamente il primo prodotto, seguono lo zucchero e il caffè che sono quasi equivalenti come premio pagato.
E a proposito di premio, per completare il quadro e a dimostrazione dell’impatto sociale che l’organizzazione comunque ha mantenuto nonostante un 2023 più complesso, arriva il bilancio del Premio Fairtrade: grazie alle vendite in Italia, le organizzazioni di agricoltori e lavoratori parte del network hanno ricevuto 3.686.407 euro come somma aggiuntiva dedicata alla realizzazione di progetti di miglioramento della produttività o di sviluppo della comunità.
La decisione su come spenderlo deve essere presa collettivamente dai membri delle cooperative, e l’interesse deve essere comune.
Fairtrade Italia, trent’anni di sostenibilità
Che ha descritto bene Paolo Pastore, Direttore Generale Fairtrade Italia: “Quest’anno Fairtrade Italia ha raggiunto il trentesimo compleanno: si tratta di un traguardo eccezionale per la nostra organizzazione, nata dal basso per promuovere condizioni commerciali più eque a favore degli agricoltori di Asia, Africa e America Latina. Sono moltissimi i risultati che abbiamo raggiunto in questi anni: nei negozi e nei supermercati del nostro paese ci sono più di 2.500 prodotti Fairtrade in vendita.
Anche le organizzazioni di agricoltori sono cresciute con noi: oggi parliamo di poco meno di 2 milioni di agricoltori e lavoratori che beneficiano dei vantaggi del nostro circuito in 70 paesi. Grazie a tutte le aziende e ai consumatori che con noi vogliono essere parte del cambiamento, puntiamo a raggiungere ancora più persone nei prossimi anni”.
E per raggiungere questo traguardo naturalmente non si poteva non esordire affrontando un grande punto caldo di questi tempi, ovvero la Corporate Sustainability Due Diligence Directive europea. Giuseppe Di Francesco, Presidente Fairtrade Italia ha introdotto da subito l’argomento: “Celebriamo qui trent’anni di Fairtrade in Italia. Siamo stati lungimiranti, sostenendo con determinazione gli obiettivi di sostenibilità che all’epoca potevano sembrare soltanto utopistici.
Dobbiamo dire con chiarezza che integrare la sostenibilità nelle proprie strategie di business, unendola agli obiettivi economici, è l’unico paradigma per garantirsi successo nel medio e lungo periodo. Certo sappiamo che il testo finale della direttiva è indebolito rispetto agli obiettivi iniziali, è stato frutto della mediazione, ma rappresenta comunque ad oggi uno storico passo in avanti. L’UE è alla guida di questi temi.”
Restando quindi su questo piano, un’interessante presentazione guidata da Carla Maria Gulotta, docente di Diritto Internazionale, Università degli Studi Milano Bicocca: “Il prerequisito della sostenibilità: come le nuove norme europee rispondono ai diritti e alle attese dei consumatori.
Dopo un’esaustiva e soprattutto chiara introduzione di cosa consista esattamente il recente avanzamento della normativa europea, tra nuovi obblighi per le aziende ma anche strumenti più efficaci per orientarsi nella previsione e gestione di rischi, oppure assicurare il rispetto maggiore dei requisiti di sostenibilità per i prodotti poi immessi nel mercato, è emerso un tema essenziale: si parla finalmente di consumatore. Anzi, di consumatore informato.
“I consumatori sono diventati più attenti alla sostenibilità ambientale e sociale dei prodotti. L’UE ha reagito con la valorizzazione del ruolo del cliente finale, attraverso l’accesso ad informazioni affidabili e certificate.
Non ci si limita più ad un provvedimento, ma alla costruzione di un ecosistema fatto di misure che si integrano a vicenda. Con l’ultima già in vigore Direttiva 2024/2025 del 28 febbraio che riguarda proprio la responsabilizzazione del consumatore, ora le aziende devono assicurare ai consumatori un’informazione corretta.
Ad esempio ora rientrano tra le pratiche sleali, l’esibizione di un marchio di sostenibilità che non sia basato su di un sistema di certificazione. Vietate le asserzioni ambientali generiche, quando chi le fa non può provare l’eccellenza riconosciuta di queste prestazioni. Tutto questo viene rafforzato poi dalla direttiva green claims che vuole rendere più forti le asserzioni ambientali esplicite.”
Come Fairtrade può accompagnare le aziende nei processi di Due Diligence, Indira Franco, Senior Supply Chain manager Fairtrade Italia.
È emerso innanzitutto una differenza nelle strategie messe per attuare la Due Diligence dall’UE e da Fairtrade, che ha un approccio esteso e internazionale. “Il supporto alle aziende lungo la filiera si esprime attraverso il dialogo con i portatori di diritti, la condivisione qua dei costi, la collaborazione e il miglioramento continuo. Abbiamo adattato il sistema e così la filiera dovrà essere già pronta quando la legislazione entrerà in vigore, anche nei Paesi produttori.
Per cui richiediamo già da adesso uno sforzo da parte dei coltivatori da cui però non c’è un grande entusiasmo per questo ulteriore impegno richiesto loro. Ma la strategia resta quella di adottare questi nuovi standard e sostenere produttori e aziende, anche con il finanziamento dei processi e offrendo servizi alle aziende. Fairtrade ha anche una visione delle dimensioni aziendali differente rispetto all’UE.
Messi anche a disposizione diversi materiali e strumenti di supporto, come la Risk Map che individua le cause salienti dei rischi rispetto a determinate zone e filiere, oppure le guide per i trader e i produttori. Per quanto riguarda invece la deforestazione principalmente legata a cacao e caffè abbiamo già incorporato e applicato la Due Diligence e i dati raccolti potranno essere caricati sulla piattaforma Satelligence.
Le attività di comunicazione di Fairtrade Italia nel 2023, Maria Sferrazza, Comunicazione B2C Fairtrade Italia.
Social (facebook, instagram, X), newsletter, gruppi di community, storytelling, campagne e lavoro nelle scuole, anche questo è il mondo Fairtrade: “Un altro importante attività riguarda la comunicazione e la sensibilizzazione. Nel 2023 è continuato il percorso di revisione del nostro linguaggio, da marchio di commercio ecquo-solidale a marchio di sostenibilità. Aumento della riconoscibilità del marchio e nel movimento di giustizia sociale nelle filiere agricole. Essere diretti, semplici, inclusivi. A partire dagli strumenti digitali e dai social media che sono una vetrina di visibilità per le storie Fairtrade e degli eventi organizzati.”
Un esempio concreto di come la strategia di comunicazione ha dato i suoi frutti, è la Grande Sfida Fairtrade nel 2023 a cui hanno partecipato 31.000 persone. Vi sono stati eventi privati in oltre 130 tra bar, ristoranti e negozi.
La campagna “Settimane Fairtrade” realizzata in partnership con le catene della Grande Distribuzione, invece ha visto il coinvolgimento di ben 7 gruppi della grande distribuzione tra cui Aldi Italia, Carrefour, Coop Italia, Lidl Italia; Mercatò, Pam Panorama e IN’S con un piano promozionale trasversale ed esteso dove i prodotti Fairtrade sono stati spesso scontati.
In seguito tre aziende partner di Fairtrade hanno illustrato le proprie iniziative nell’ambito della sostenibilità.
Alla tavola rotonda hanno partecipato Letizia Mastroianni, Buying & Corporate Responsibility Director in Aldi Italia; Matteo Mocellin Sales Area Manager in F.lli Damiano; Andreea Postolache, Global Marketing Product Director & Marketing and Sales Regional Manager Italy in Julius Meinl, che hanno illustrato esempi di partnership realizzate insieme a Fairtrade negli ultimi anni.
Andreea Postolache ha condiviso la storia dietro Julius Meinl: “Azienda che nasce a Vienna nel 1862, primo torrefattore industriale in Europa. Siamo orgogliosi di essere ambasciatori nel mondo della cultura delle caffetterie viennese.
Quasi il 90% della produzione di caffè globale avviene nello stabilimento di Vicenza e siamo principalmente presenti nel canale horeca. Siamo a valore il settimo player italiano e un’azienda famigliare, oggi alla quinta generazione. Fatturiamo 230 milioni a livello mondiale di cui il 12% in Italia per l’horeca.
Abbiamo sempre pensato al futuro in modo responsabile a partire dal l’attenzione alla qualità del prodotto. Oggi però non è possibile lavorare senza pensare responsabilmente al futuro e per questo abbiamo adottato un approccio a 360 gradi.
Sul tema della sostenibilità siamo diventati membri dal 2019 di respACT, principale piattaforma austriaca che funge da catalizzatore tra organizzazioni internazionali, istituzioni pubbliche e aziende private internazionali per la promozione della responsabilità sociale d’impresa e lo sviluppo sostenibile. Siamo anche membri della United Nations Global Compact compact attraverso cui ci impegniamo a promuovere una sostenibilità ambientale, lavorativa e sui diritti umani.”
“Da Vienna a Vicenza: qui c’è lo stabilimento principale nel quale investiamo da un punto di vista ambientale, acquistando pannelli fotovoltaici che ci permettono di produrre energia green per noi e Vicenza.
Abbiamo anche inserito un catalizzatore che ci fa risparmiare il 50% del gas ricavato dal processo di torrefazione per cui riusciamo a ridurre anche le emissioni di CO2. Assicuriamo anche un recupero energetico sulla produzione e grazie a questo, il 90% dell’energia che ci serve per riscaldare o raffreddare gli uffici, viene ripreso.
Infine, abbiamo solo acquistato energia green, il 94% proviene da fonti rinnovabili. Ci impegniamo inoltre sempre di più sul packaging: siamo appena partiti con quello riciclabile. Ma da sempre abbiamo investito sui prodotti d’asporto compostabili. Siamo stati i primi a lanciare le capsule compostabili inizialmente industrialmente e ora anche a casa. Alla fine di quest’anno arriveremo anche con le capsule professional per i piccoli clienti nell’horeca, sempre compostabili industrialmente.
Non solo: ci impegniamo entro il 2025 affinché il nostro caffè al 100% venga selezionato in maniera responsabile. Chiediamo a tutti i nostri fornitori di rispettare il codice della Global Coffee Platform. Esistono vari produttori che hanno la possibilità di ottenere la certificazione in linea con gli standard della Global Coffee Platform: anche quella Fairtrade potrebbe essere ritenuta equivalente.
Oggi siamo già all’85% delle adesioni e siamo in attesa che il restante riceva l’equivalenza della Global Coffee Platform. E questo va già oltre la direttiva europea. Con 15mila tonnellate di caffè lavorate, abbiamo la possibilità non solo di essere in linea ma avanti rispetto alla Due Diligence. Questo è solo il nostro punto di partenza.
Al di là di questo abbiamo portato avanti iniziative private, come il Generation Program, pensando alle future generazioni anche dei nostri partner in origine. Nel 2019 siamo partiti in Colombia a Tolima, aiutando 50 coltivatori e ora siamo a 200. Per loro abbiamo fornito essiccatori, innalzando la qualità, la produttività e la redditività. Formazione: come lavorare meglio la materia prima. Programmi scolastici per i figli dei farmer.
L’anno scorso abbiamo avviato un programma simile in Uganda, capendo le esigenze specifiche di questi 118 produttori: qui per esempio insegniamo ai coltivatori come produrre pesticidi organici per il caffè ma anche per altre referenze agricole per il consumo domestico o vendita terzi. Rappresenta un reddito ulteriore rispetto a quello del caffè che è un prodotto stagionale.
Per arrivare a Fairtrade infine è un po’ il fiore all’occhiello dei nostri prodotti: sono 5, 3 in grani destinati ai bar, ristoranti e hotel. L’italia è stato il primo Paese in cui siamo partiti, l’anno scorso a giugno. In 10 mesi siamo riusciti a raggiungere oltre 2000 clienti horeca e stiamo raggiungendo quasi i 5 milioni di fatturato.
Siamo stati colpiti dal loro successo, innanzitutto per la certificazione bio e Fairtrade: siamo fieri di pagare il premium price Fairtrade perché siamo convinti che questo extra possa fare la differenza per i nostri coltivatori. Sono prodotti con un’altissima qualità in tazza: non solo sostenibilità, ma anche livello eccezionale nel risultato finale.
Abbiamo già raggiunto alla fine del 2023 un 4% del volume totale dell’azienda, puntiamo nei prossimi 5 anni al 10% del volume totale del caffè con prodotti certificati bio Fairtrade. In Italia si chiuderà il 2024 con quasi 130 tonnellate di prodotti bio Fairtrade, già il 10% dei volumi nell’horeca italiano. Mentre in Repubblica Ceca si punta già a quest’anno al 25%.
Di recente abbiamo lanciato due miscele in grani e in macinato per gli hotel, per il caffè filtro e americano, con un packaging per la prima volta 100% riciclabile. Le capsule infine sono sia per uso domestico che per il room service, certificati bio Fairtrade, e sono home compostabili. Fuori dall’Italia siamo anche presenti nella grande distribuzione e quindi alla portata del consumatore finale.”
Julius Meinl è risultata vincitrice dell’edizione 2024 della Grande Sfida, tributo all’impegno dimostrato nel promuovere la campagna e nel coinvolgimento dei bar che offrono le miscele della linea The originals certificata bio Fairtrade. Il loro supporto rappresenta un esempio eccezionale di come il settore può collaborare per promuovere pratiche commerciali più eque e sostenibili.
Andreea Postolache: “Vogliamo fare quello che abbiamo già fatto in Italia in maniera più importante a livello globale. Siamo presenti in 20 Paesi con le nostre filiali, per cui dateci una mano nel coinvolgere i vostri partner all’estero. E ci tengo a dire che i clienti, tutti da Nord a Sud, hanno capito l’importanza di questa certificazione e hanno voluto pagare un prezzo più alto.”
A conclusione dell’incontro Paolo Pastore ha consegnato a Maurilio Campani, presidente delle sezioni soci Coop di Piombino, parte di Unicoop Tirreno, il Premio Fairtrade Best Partner 2023.
Unicoop Tirreno è la cooperativa del gruppo Coop con oltre 550 mila soci presente in Toscana, Lazio e Umbria, ed è stata premiata per il suo impegno nella diffusione sui territori dei progetti legati a Fairtrade: attraverso la mobilitazione dei suoi soci nelle campagne Settimane Fairtrade e Grande Sfida ha dimostrato di essere un essere un partner attivo nella cultura della sostenibilità sociale, ambientale ed economica.
Il premio Fairtrade Best Partner 2023 è andato anche a Mara Bragaglia, l’artigiana orafa che da anni non solo ha adottato l’oro Fairtrade, ma è anche ambasciatrice di sostenibilità in tutto il suo lavoro, scegliendo accuratamente le materie prime per trasformarle in oggetti che restituiscono valori.
MILANO – Prezzi del caffè in forte ripresa nell’ultimo scorcio di maggio e nei primi giorni di giugno, di riflesso alle nuove tensioni registrate sui mercati, a fronte delle perduranti tensioni sul mercato fisico e delle prospettive sempre incerte sul fronte della produzione, dell’approvvigionamento e della logistica.
I dati statistici pubblicati ieri, mercoledì 5 giugno, dall’Ico descrivono un andamento dell’indicatorecomposto fortemente divergente tra la prima e la seconda metà del mese.
In discesa nella prima, sino al minimo mensile di 195,13 centesimi, del 13 maggio.
In forte ascesa nella seconda metà, sino al massimo mensile di 230,61 centesimi del 30 maggio. Nell’ultimo giorno del mese si è assistito infine a una forte correzione al ribasso.
Il trend al rialzo è però ripartito nei primi giorni di giugno riportando l’indicatore, ancora un volta, in area 230 centesimi, il 4 giugno.
Tra alti e bassi, la media mensile Ico di maggio arretra però del 3,9% attestandosi a 208,38 centesimi: oltre 8 centesimi e mezzo in meno rispetto ai 216,89 centesimi di aprile, costituenti il valore massimo degli ultimi 13 anni
In flessione tutte le voci dell’indicatore composto Ico. I ribassi più marcati si registrano sul fronte degli indicatori dei robusta (-4,5%) e di Londra (-6,2%). Colombiani dolci, altri dolci e brasiliani naturali arretrano rispettivamente del 3,4%, 3,2% e 4,1%. L’indicatore di New York infine flette del 4,2%.
L’export mondiale continua a registrare incrementi in doppia cifra rispetto all’annata trascorsa
Secondo l’Ico, le esportazioni mondiali di caffè in tutte le forme sono state pari, ad aprile, a 11,965 milioni di sacchi, in crescita del 16,9% rispetto allo stesso mese di un anno fa.
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PARIGI – Una nuova e importante collaborazione si aggiunge al percorso di sviluppo del brand 1895 Coffee Designers by Lavazza. L’azienda torinese, leader nel settore del caffè, ha ideato un progetto unico con lo chef Yannick Alléno, uno dei massimi esponenti della cucina francese contemporanea, nominandolo global ambassador del brand.
Lo chef pluristellato ha realizzato con 1895 by Lavazza la creazione dello specialty coffee Yannick Alléno Signature 1895 Coffee Designers by Lavazza, che è stato presentato in occasione di uno degli appuntamenti sportivi internazionali più importanti di Francia, il Roland Garros, presso il prestigioso ristorante Pavyllon, tre stelle Michelin.
Yannick Alléno diventa il nuovo global ambassador di 1895 Coffee Designers by Lavazza
L’obiettivo di questo connubio sta nella volontà dello chef di innovare ed elevare l’esperienza del caffè nei suoi ristoranti in giro per il mondo. Non poteva esserci dunque miglior partner che 1895 Coffee Designers by Lavazza, che condivide con Alléno i principi fondamentali di innovazione, ricerca dell’eccellenza e sostenibilità.
“Yannick Alléno è ammirato in tutto il mondo per la sua visione innovativa e contemporanea della cucina francese” – afferma Michele Cannone, Lavazza brand away from home director. “L’attenzione per la qualità e l’innovazione sono valori che condividiamo con questo rinomato chef, artigiano del vivere e del mangiare bene. È quindi un onore poter collaborare con lui per elevare la cultura del caffè attraverso la collezione 1895 Coffee Designers. Le nuove tendenze di mercato vanno sempre più verso la riscoperta dell’unicità del prodotto, a seconda delle origini, dei metodi di tostatura e delle tecniche di estrazione del caffè, per cui – conclude Cannone – ogni sorso si trasforma in un’esperienza ricca di dettagli unici e tutti da raccontare”.
Il progetto di 1895 Coffee Designers by Lavazza è una storia ispirata dalla volontà di elevare l’esperienza del caffè attraverso una precisa visione di eccellenza, intesa come passione, artigianalità, innovazione e sostenibilità.
La collezione di specialty coffee 1895 si pone come avanguardia nel settore che sta conquistando l’Italia, luogo di origine dell’espresso, e che ora si apre al resto del mondo.
Yannick Alléno definisce la sua cucina moderna, creativa e precisa. Fin dall’inizio della sua carriera, ha svolto attività di ricerca e sviluppo per modernizzare uno ad uno i pilastri che sono alla base del dna della cucina francese, utilizzando prodotti nobili e pregiati.
La scelta di elevare la coffee experience, offrendo ai propri clienti gli specialty Coffee 1895, è ulteriore testimonianza del suo percorso evolutivo. “Sin dal primo sorso dei caffè 1895 Coffee Designers by Lavazza sono rimasto colpito dalle sorprendenti e uniche note aromatiche.” dichiara Alléno. “A legarci è la stessa passione per l’eccellenza delle materie prime e la costante innovazione. Grazie a questa partnership potremo proseguire la ricerca per offrire un’esperienza unica e memorabile legata al mondo del caffè”.
L’universo dei due protagonisti, Yannick Alléno e 1895 Coffee designers by Lavazza, è segnato dalla forza immaginifica che ha permesso di vedere un nuovo modo di raccontare la cucina e il caffè. In questa combinazione unica di valori, nasce il nuovo specialty coffee Yannick Alleno Signature che insieme con il resto della collezione 1895 coffee designers sarà disponibile, per gli amanti del caffè, in esclusiva sul sito maxicoffee.com
La scheda sintetica di 1895 Coffee Designers by Lavazza
1895 Coffee Designers by Lavazza è un brand nato ad ottobre del 2020 nel rispetto della grande eredità del Gruppo Lavazza.
1895 Coffee Designers by Lavazza è una storia ispirata dalla visione in cui il caffè d’eccellenza diventa un rito che esalta tutti i sensi. Un universo dove passione, artigianalità e tecnologia si intrecciano con precisione, armonia e con una particolare attenzione alla sostenibilità.
Gli elementi connaturati nella progettualità di 1895 Coffee Designers by Lavazza sono la ricerca del prodotto, proveniente dalle aree più vocate al mondo, selezionato in piccole piantagioni sostenibili dagli esperti coffee designers.
Culla e cuore pulsante del progetto è la Factory 1895 di Torino: progettata da Ralph Appelbaum Associates (RAA), studio americano già ideatore del Museo Lavazza inaugurato nel 2018 a Torino, è il luogo in cui nascono i caffè di 1895 e dove è possibile scoprire il viaggio che i chicchi compiono da terre lontane fino a diventare un’esperienza in tazza.
La collezione attualmente comprende 3 specialty blend, 3 monorigini e 1 microlotto, ognuna delle quali rappresenta al meglio l’interpretazione degli specialty coffee di 1895 by Lavazza.
Il brand mira ad essere un partner per realtà di eccellenza nel settore della pasticceria, caffetteria, ristorazione e hotellerie con le quali condivide i valori di innovazione, heritage, qualità creando esperienze di puro gusto.
La scheda sintetica del Gruppo Lavazza
Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è un’azienda italiana produttrice di caffè di proprietà dell’omonima famiglia da quattro generazioni. Il Gruppo è oggi tra i principali protagonisti nello scenario globale del caffè, con un fatturato di oltre 3 miliardi di euro e un portfolio di marchi leader nei mercati di riferimento come Lavazza, Carte Noire, Merrild e Kicking Horse.
È attivo in tutti i segmenti di business, presente in 140 mercati, con 8 stabilimenti produttivi in 5 Paesi e circa 5.500 collaboratori in tutto il mondo.
La presenza globale è frutto di un percorso di crescita che dura da oltre 125 anni e gli oltre 30 miliardi di tazzine di caffè Lavazza prodotti all’anno sono oggi la testimonianza di una grande storia di successo, per continuare a offrire il miglior caffè possibile in qualsiasi forma, curando ogni aspetto della filiera, dalla selezione della materia prima al prodotto in tazza.
Il Gruppo Lavazza ha rivoluzionato la cultura del caffè grazie ai continui investimenti in Ricerca e sviluppo: dall’intuizione che ha segnato il primo successo dell’impresa – la miscela di caffè – allo sviluppo di soluzioni innovative per i packaging; dal primo espresso bevuto nello Spazio alle decine di brevetti industriali sviluppati.
Un’attitudine a precorrere i tempi che si riflette anche nell’attenzione rivolta al tema della sostenibilità – economica, sociale e ambientale – considerata da sempre un riferimento per indirizzare la strategia aziendale. “Awakening a better world every morning” è il purpose del Gruppo Lavazza, che ha l’obiettivo di creare valore sostenibile per gli azionisti, i collaboratori, i consumatori e le comunità in cui opera, unendo la competitività alla responsabilità sociale e ambientale.
Chi è Yannick Alléno
Riconosciuto tra i più grandi chef del mondo, Yannick Alléno ha ottenuto due volte le tre stelle Michelin con Alléno Paris al Pavillon Ledoyen e Le 1947 Cheval Blanc Courchevel. Nel 2008 ha fondato il Gruppo Yannick Alléno, che da allora si è espanso a livello internazionale. Chef Alléno ha gettato le basi di una cucina davvero particolare: la cucina moderna. Rivitalizza le salse attraverso tecniche come l’estrazione, la fermentazione e la crioconcentrazione, esaltando l’essenza dei sapori.
A Parigi, ha reso il Pavillon Ledoyen il locale indipendente con più stelle Michelin al mondo, con i suoi tre concept di ristoranti: Alléno Paris, L’Abysse e Pavyllon.
La scheda sintetica di MaxiCoffee
MaxiCoffee è un’azienda specializzata nel mondo del caffè, che riunisce la più grande comunità di amanti del caffè. La sua mission è quella di condividere l’esperienza e la conoscenza di questo mondo con i propri clienti e consumatori, attraverso vere e proprie esperienze di formazione e degustazione.
Privati e professionisti possono scegliere tra una vasta gamma di prodotti in un catalogo che vanta 350 marchi e oltre 8.000 referenze tra macchine per caffè espresso, accessori per il caffè, caffettiere, macinacaffè, teiere, tazze, barattoli per conservare il caffè e thermos e molto altro ancora.
Attraverso i suoi 1.500 esperti di caffè in tutta la Francia, MaxiCoffee evade oltre un milione di ordini all’anno tramite il proprio sito web, oltre a supportare 25.000 clienti professionisti nella creazione e gestione delle loro attività di caffè fuori casa personalizzate. I consumatori possono anche approfittare dell’esperienza di MaxiCoffee nei due Concept Store.
MILANO – L’arrivo della bella stagione coincide con un consumo più esteso del caffè nell’arco di tutta la giornata e amplia il ventaglio di preferenze di ciascuno, a partire dal ristretto la mattina, fino a un rinfrescante caffè freddo pomeridiano. L’azienda Philips ha intercettato queste esigenze e ha raggiunto un nuovo traguardo tecnologico con la macchina da caffè automatica Serie 5500 LatteGo. L’avanguardia progettuale e la cura del design si uniscono oggi a un’attenzione sempre maggiore alla sostenibilità ambientale per un prodotto game-changer.
La macchina automatica Serie 5500 LatteGo di Philips
Serie 5500 LatteGo soddisfa appieno gli amanti del caffè da chicchi appena macinati con la possibilità di scegliere tra 20 differenti bevande disponibili a base di caffè o latte fresco, anche vegetale, sempre erogate alla perfetta temperatura, che si tratti di bevande calde, così come di quelle fredde.
In aggiunta, la funzione QuickStart riduce i tempi di attesa perché predispone l’uso immediato della macchina, mentre la nuova tecnologia brevettata SilentBrew ne garantisce un utilizzo silenzioso, rendendola adatta a tutti gli ambienti domestici, anche i più intimi, garantendo una riduzione del rumore del 40% rispetto ai modelli precedenti.
Grazie alla schermatura acustica, questo prodotto ha anche ricevuto la certificazione Quiet Mark.
Già punto di forza della precedente gamma, il sistema LatteGo miscela aria e latte per consentire la creazione di una schiuma dalla texture setosa e vellutata, perfetta per un cappuccino professionale come al bar o per un caffè macchiato dalla superficie soffice come una nuvola.
Senza tubicini nascosti, il sistema LatteGo è composto solo di due parti, lavabili in lavastoviglie o sotto acqua corrente. Il macinacaffè è ancora una volta in ceramica, resistente all’usura, e può essere impostato con 12 diverse macinature.
Con la nuova Philips Serie 5500 LatteGo il caffè diventa veramente à la carte. Un display touch intuitivo permette di selezionare la ricetta prescelta, regolare l’intensità del caffè, lo spessore della macinatura, il volume del latte e la temperatura desiderata. Grazie ai quattro profili-utente (+1 per gli ospiti) si possono anche memorizzare le formulazioni preferite.
Il sistema Aroma Extract è in grado in modo automatico di valutare il giusto equilibrio tra temperatura e aroma, mantenendo – tazzina dopo tazzina – l’acqua tra i 90° e i 98° C. Per chi ama il sapore intenso è anche disponibile la funzione Extra Shot che si può aggiungere a quasi tutte le ricette.
Per gli utenti più smart e desiderosi di dilettarsi con bevande nuove e ricette a base di caffè è possibile scaricare l’app gratuita HomeID che include anche tanti dettagli e consigli di utilizzo delle nuove macchine Philips LatteGo.
L’attenzione all’ambiente, infine, è un punto cruciale per l’azienda Philips che promuove anche su questo modello le impostazioni Eco per limitare il consumo di energia e acqua, incrementando l’utilizzo di materiali riciclati del 20% per la sua fabbricazione.
In più, in ottica di massima durabilità del prodotto, la macchina è dotata del filtro AquaClean permette un consumo fino a 5mila tazze senza dover effettuare la decalcificazione.
Dagli Stati Uniti sta arrivando la moda dei bar temporanei allestiti in casa. Si invitano per la prima colazione amici e colleghi e si stringono relazioni. A New York e Los Angeles gli apartment cafè sono ormai un argomento di tendenza. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Max Cassani per La Stampa.
Il nuovo trend degli apartment cafè
MILANO – Alla fine si tratta di invitare amici e conoscenti a casa propria a prendere un caffè o un cappuccino. Nessun obiettivo commerciale, come nel caso dei raduni all’ora del tè delle casalinghe – non solo di Voghera – per vendere alle amiche prodotti di beauty o per la pulizia della casa. Dagli Stati Uniti la tendenza degli apartment cafè sta arrivando anche da noi, complice il tam tam sui social network degli influencer e dei nuovi creatori digitali.
L’idea è quella di trasformare casa propria in una caffetteria temporanea: per una mattina, per più giorni o anche solo per il weekend. A New York e Los Angeles gli #homecafè sono ormai trending topic, cioè un argomento di tendenza. In Europa sono un fenomeno recente, in Italia recentissimo.
Le formule di prima colazione sono le più disparate: c’è chi organizza un semplice espresso con le amiche con torte fatte in casa fino a breakfast con tanto di menu che non hanno nulla da invidiare alle catene specializzate tipo California Bakery: biscotti, brioche, marmellate, moke giganti, tazze di matcha latte o di altri beveroni anglosassoni. I più organizzati preparano per i loro ospiti mattutini anche scrambled eggs, brownies e cheese cake.
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A Milano, nel quartiere Isola, al numero 2 di Via Traù, è possibile trovare un locale che ha fatto delle brioche il proprio punto di forza: Aroma Napoletano. Tra le varie proposte del menù è possibile trovare il cornetto XXL: occupa un piatto da secondo e può essere farcita in differenti modi, dal ripieno di cioccolato bianco ai frutti di bosco. La brioche è consigliata per sette persone. Leggiamo di seguito parte dell’articolo di Fabio Marcomin per il portale Milano Città Stato.
I cornetti extralarge di Aroma Napoletano
MILANO – Nel regno delle brioche colorate, con i famosi “cornetti ape”, se ne può mangiare una versione davvero esagerata. Nel quartiere Isola c’è un locale famoso per le sue brioche colorate, Aroma Napoletano.
Stiamo parlando dei cornetti ischitani, una specialità di pasticceria realizzata con un doppio impasto più leggero e appetitoso rispetto a quelli classici. Viene realizzato grazie all’unione tra la pasta brioche e la pasta sfoglia producendo una sfoglia fragrante all’esterno e un morbido interno alveolato.
Esternamente hanno il tipico aspetto bicolore delle api e per questo alcuni lo chiamano “cornetto ape”, e sono disponibili in diversi gusti con l’esterno caratterizzato dal colore del contenuto. Oltre a quello vuoto troviamo quelli a crema e amarena, pistacchio, cacao, frutti rossi, caramel, siciliano. Il prezzo medio è di 4 euro.
La più esagerata di tutte, per un’esperienza davvero disumana, è la brioche in formato XXL. Non si tratta della versione maxi del cornetto ischitano, ma di una versione ancora più grande. Occupa un piatto da secondo e può essere farcita in differenti modi, tra cui al cioccolato bianco e frutti di bosco all’interno e all’esterno.
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