È stata inaugurata la costruzione della prima fabbrica di cioccolato Sas Manta, a Nkol-Melen (Obala), località situata a una trentina di chilometri, a nord di Yaoundé, capitale del Camerun. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Africa Rivista.
La prima fabbrica di cioccolato in Camerun
NKOL-MELEN – L’evento si è svolto a margine del Festival internazionale del cacao e del caffè, ed è stato caratterizzato dalla presenza del ministro del Commercio, Luc Magloire Mbarga Atangana, accompagnato dal suo omologo dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, Gabriel Mbairobe.
Alla cerimonia erano presenti anche Michel Arrion, direttore esecutivo dell’Organizzazione internazionale del cacao (Icco), i leader dell’associazione interprofessionale cacao-caffè, la delegazione della Confederazione dei cioccolatieri e dei pasticceri di Francia, gli operatori economici del settore, produttori e trasformatori, tra gli altri.
Questa fabbrica di cioccolato gestita dalla società Sas Manta mira a portare una grande innovazione ai consumatori, offrendo loro un cioccolato di alta gamma Made in Camerun, ha affermato Olivier Bordais, rappresentante di Chocolatiers et Confectioners de France, principale promotore dell’unità di produzione.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
In questo momento di grande tensione delle borse, volatilità dei mercati e alla vigilia del nuovo raccolto brasiliano, abbiamo chiesto un parere a Uberto Marchesi e Donato Pensa, general manager dell’azienda NKG Bero Italia. Leggiamo di seguito le loro considerazioni.
Marchesi e Pensa, qual è il vostro pensiero su questo momento di estrema volatilità dei mercati?
“Durante il 2024, il caffè è stato tra le materie prime con il più alto ritorno sul rischio. La grande volatilità e la struttura invertita del mercato, che permette di finanziare grandi posizioni comprate, lo hanno reso un territorio ideale per la speculazione.
Considerando anche che i livelli degli stock nei paesi consumatori e quelli dei certificati sono ancora vicini ai minimi, crediamo che questa fase di grande instabilità, con oscillazioni giornaliere spesso anche di 300 USD / 15 USC/lb, potrebbe durare ancora“.
Come mai le scorte hanno toccato livelli così bassi?
“Si tratta di un insieme di fattori concomitanti. Innanzitutto, un significativo calo della produzione di Robusta, che ha registrato il terzo anno consecutivo di deficit produttivo.
Contestualmente, l’utilizzo del Robusta in miscela è aumentato molto negli ultimi anni grazie al prezzo più conveniente rispetto agli Arabica e alla crescita del consumo nei paesi produttori.
Inoltre, vi è stata una riduzione degli stock da parte dell’industria a causa dei tassi di interesse elevati. Infine, l’incremento del tempo di navigazione dei container, dovuto ai problemi nel Canale di Suez, ha contribuito alla situazione attuale”.
Prevedete che la situazione possa migliorare?
“Per quanto riguarda gli Arabica, dopo i ritardi di imbarco avvenuti fra dicembre e febbraio, principalmente a causa del flusso di nuovo raccolto ritardato dal Centro-America e del carnevale brasiliano, la situazione è in netto miglioramento.
Il comparto Robusta continua invece a far fatica, con il porto di Vitoria congestionato dall’esplosione dell’export di Conilon, con molti contratti di acquisto in Vietnam che non vengono onorati da parte di produttori e/o intermediari, con Indonesia e Uganda in attesa degli imbarchi di nuovo raccolto.
In aprile comunque segnaliamo il record di sempre relativamente alle esportazioni dal Brasile, che hanno raggiunto 4.2 milioni di sacchi“.
A proposito di Brasile, sappiamo che Donato Pensa è tornato da poco da un viaggio in origine. Come sono le previsioni sul raccolto 24/25?
“Sì, sono rientrato dal Brasile la settimana scorsa, dopo un viaggio itinerante di 10 giorni. Ho “approfittato” della partecipazione al seminario internazionale del caffè di Santos, per visitare le principali regioni caffeicole del paese: la zona di Espirito Santo, in cui si produce buona parte del Robusta Conilon, le zone del Sul de Minas e Alta Mogiana, da cui proviene la maggior parte del caffè Arabica che esportiamo per l’industria italiana.
Le previsioni del raccolto sono state riviste leggermente al ribasso da molti operatori per via di un ridotto sviluppo del chicco, dovuto al periodo di siccità fra Novembre e Dicembre. Siamo ancora all’inizio, meno del 10% raccolto sull’Arabica e circa il 20% sui Robusta, per cui è lecito aspettarsi un miglioramento in termini di resa nel corso delle prossime settimane.
Ad ogni modo è attualmente difficile ipotizzare un raccolto che possa avvicinarsi ai 70 milioni di sacchi come era previsto nei mesi scorsi ma, soprattutto, è difficile che la percentuale di crivello 17/18 possa essere superiore al 25% (media degli ultimi anni fra 32 e 35%).
Andando oltre questo raccolto, anche se ancora molto prematuro, segnalo piantagioni estremamente curate e importanti espansioni in termini di terreno coltivato, frutto dei prezzi recenti e dei conseguenti investimenti da parte dei produttori. Non voglio dilungarmi oltre nella risposta, manderemo comunque a breve un dettagliato rapporto di viaggio”.
Quindi cosa è lecito aspettarsi, sia dalla borsa che dal mercato interno brasiliano?
“Oggi una discesa delle borse crediamo debba passare inevitabilmente da un recupero degli stocks e, in un contesto in cui l’industria è davvero molto “corta” (ad esempio in Brasile, secondo paese consumatore, alcuni torrefattori hanno una settimana di fabbisogno) ci vorrà del tempo e le criticità della logistica non aiutano.
Inoltre, va considerato che i produttori sono estremamente ben finanziati e nel caso il prezzo scendesse sotto le loro aspettative in una prima fase potrebbero irrigidirsi e non immettere caffè sul mercato interno.
Avendo investito in piantagioni ma anche in strutture, si stima che oggi i produttori brasiliani abbiamo una capacità di stoccaggio pari ad almeno la metà della produzione annuale e quindi abbiano la possibilità di tenere “fermo” il caffè nel caso i prezzi scendano sotto i livelli di prezzo desiderati, ovvero circa 1200 – 1300 reais a sacco”.
Per quanto riguarda invece il secondo produttore mondiale di caffè, ovvero il Vietnam, è vero che circolano voci relative ad una possibile siccità e ridimensionamento del prossimo raccolto?
“Cito quanto abbiamo scritto sul nostro servizio di informazioni in tempo reale su borse / mercati via whatsapp: “le alte temperature registrate in Vietnam non sono state anomale ma piuttosto allineate con le medie stagionali.
Inoltre, i prezzi trattati sul mercato interno vietnamita stanno incentivando investimenti e maggior cura delle piantagioni. Per questi motivi, al momento, prevediamo un raccolto sostanzialmente in linea con quello attuale.” Un po’ di pessimismo inizia a serpeggiare è vero, ma riteniamo che sia ancora presto per parlare di gravi problemi dal Vietnam”.
Quindi il Vietnam rimarrà il primo produttore di Robusta?
“Per lo meno sul raccolto 24/25 diremmo proprio di sì. Per quanto riguarda i prossimi raccolti invece la forchetta fra Brasile Conilon e Vietnam potrebbe stringersi molto se non vedere il sorpasso del primo sul secondo.
Da una parte i produttori brasiliani stanno estendendo ogni anno l’area produttiva, dall’altra i produttori vietnamiti stanno rimpiazzando parzialmente il caffè con altre colture più redditizie, su tutte il durian. Anche a livello qualitativo la differenza si potrebbe assottigliare; ad esempio il nostro esportatore NKG Stockler sta lavorando ad un caffè Conilon dalla tazza neutra che abbiamo battezzato “Espirito Novo”.
Un’ultima domanda, anche se off-topic, ci sono aggiornamenti sull’EUDR?
“Più che “off” direi “hot topic”, visto che in Brasile l’EUDR è stato l’argomento più discusso nel corso delle moltissime riunioni a cui ho partecipato. Difficile dare una risposta certa ed esaustiva.
Nonostante il nostro Gruppo NKG Bero Italia, al contrario di parecchi operatori locali, sia concretamente molto avanti nel processo di allineamento, avendo strutturato una filiera tracciabile già da alcuni anni con NKG Verified, rimangono ancora diversi interrogativi che speriamo vengano chiariti dall’Unione Europea nei prossimi mesi. Nel frattempo abbiamo creato un indirizzo mail (eudr.it@nkg.coffee) al quale il reparto sostenibilità di NKG Bero Italia risponderà alle domande dei nostri clienti su questo tema molto complesso”.
MILANO – Grandi manovre nel mercato mondiale del caffè verde, a seguito del fallimento di Mercon Coffee Group, uno dei massimi commercianti crudisti al mondo. Il gruppo, che ha sede in Olanda ed è presente in oltre 60 paesi in tutto il mondo, ha dichiarato fallimento nello stato di New York nel dicembre scorso, ricorrendo al Chapter 11 della legge fallimentare statunitense, una sorta di amministrazione controllata.
Due competitor di rilievo globale sono entrati in scena in questi giorni annunciando l’acquisizione di due degli asset più appetibili in liquidazione: stiamo parlando del broker e analista finanziario statunitense StoneX e del commercìante crudista svizzero Sucafina.
StoneX ha reso nota l’acquisizione di Mercon Specialty, una filiale statunitense del gruppo olandese, che ha sede a Seattle. Importo dell’operazione: 5,4 milioni di dollari, come risulta dal nulla osta giudiziario del 30 maggio.
Tale somma comprende lo stabilimento, gli impianti, le scorte e il portafoglio clienti di Mercon Specialty, che compra caffè verde di alta qualità nei paesi produttori, lo trasporta negli Usa e lo vende ai torrefattori americani.
Contestualmente, StoneX ha annunciato la nascita di StoneX Specialty Coffee, società nella quale continueranno a operare alcune delle figure chiave del management di Mercon Specialty.
“Mercon Specialty ha completato la transizione a StoneX Specialty Coffee, una divisione di StoneX Commodity Solutions.
Contenuto riservato agli abbonati.
Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.
MILANO – Si parla di tè con Sara Bertoncini, Tea sommelier che dalla passione per erbe e tisane si è avvicinata al mondo del tè in foglia dopo una degustazione: da lì è partita la sua ricerca della tazza perfetta, dello studio delle variabili da governare.
Dopo un percorso di studi nella Tea Academy Italia (branca della UK Academy), si è specializzata nella conoscenza dei tè, dei suoi potenziali abbinamenti anche per creare carte dedicate ai ristoranti e l’organizzazione di eventi di divulgazione.
Il suo sogno: aprire un suo locale.
Bertoncini, molti che si occupano di tè come lei in Italia, si sono dati all’online, lei invece si è concentrata sull’offline: come mai questa scelta?
“Per me il contatto con le persone è fondamentale perché mi permette di accompagnarle durante il percorso della preparazione.
Godersi una degustazione in cui ci si lascia andare ai sensi è un’esperienza completamente diversa di quella che è possibile fare online: certo forse è meno interattiva, ma se ci si vuole dedicare una coccola, c’è bisogno di un’immersione a 360 gradi per rilassarsi. Si crea un altro tipo di magia. Soprattutto su Milano, le possibilità esistono e quindi mi piace accogliere la gente in questo mondo.
Sicuramente richiede più lavoro per me che devo raggiungere le location, con un trolley che ho riempito di gomma piuma per posizionare teiere, tazzine e tenerle in sicurezza.
Anche gli spazi in cui incontrarsi fanno parte del lavoro di selezione: il Crazy Cat Cafè è stato il primo locale milanese ad accogliere in maniera entusiasta una mia degustazione e funziona benissimo per questo tipo di evento.
Anche la libreria Gogol & Company si è mostrata interessata al punto da voler servire ora il tè in foglia. Altre volte però ho chiesto senza neppure ottenere una risposta. Infine c’è sempre da considerare la percentuale da dare al gestore, che influisce sul prezzo che riesco a fare ai clienti: cerco di essere più democratica possibile sui costi, ma non è sempre facile!
In generale posso affermare che qualcuno decide di investire anche nelle carte di tè e che mi sembra che in Italia ci sia più curiosità verso il tè e tutto il mondo dei sapori e dei gusti.“
Bertoncini, lei come ha studiato gli abbinamenti con il tè e quale è più riuscito, o quale è il più difficile?
“Ho iniziato per gioco perché ho visto che il pairing piaceva ed era richiesto. Uno degli abbinamenti che funziona di più è quello con il cioccolato (l’Earl Grey con il cioccolato bianco è il più gettonato perché crea un interessante contrasto di sapori, tra l’agrumato pungente del bergamotto e la dolce morbidezza del burro di cacao).
Da lì ho cominciato a pensare a soluzioni più particolari: mi è capitato di conoscere i ragazzi di Whisky to You, e abbiamo selezionato tre pairing. Anche il whisky ha la sua ruota aromatica e quindi ci sono note che richiamano quelle del tè, oppure le contrastano.
Alcuni tè verdi giapponesi e cinesi stanno poi bene con le verdure o il pesce cucinato in maniera leggera. A casa preparo spesso il risotto con il tè affumicato Lapsang Souchong ed è un accostamento vincente che potrei riproporre all’interno di un ristorante. Ho fatto anche degustazioni private e presso dei clienti è stato molto apprezzato l’abbinamento di un tè rosso tostato con dei cracker integrali e dell’hummus di ceci, in un piacevole gioco di consistenze.”
Ma come sono strutturati i suoi eventi e hanno un corso e una durata diversa?
“Possono essere di degustazione o di pairing, con infusione all’occidentale o all’orientale, che permette di usare le stesse foglie più volte svelandone il sapore uno strato alla volta, conferendo una profondità diversa alla tazza.
Se parliamo di eventi nei locali, non si sforano mai le due ore. Con la degustazione privata all’orientale, con 4 tè, si arriva alle due ore-due ore mezza. È un tempo che molti regalano come esperienza (con una prenotazione di un paio di settimane in anticipo per reperire il tè).
Il costo parte dai 35 euro a persona per la degustazione classica privata di 4 tè, ai 50 euro per l’infusione orientale per un massimo di 4 persone. Chiedo sempre se c’è un tipo di tè che non piace, ma tendenzialmente mi lasciano libera di scegliere.
e si tratta di una degustazione base per chi magari si sta ancora avvicinando al tè in foglia in purezza, di solito parto da un tè bianco cinese, il più delicato, proseguo con un tè verde giapponese, poi con un oolong dalla Cina o un tè rosso da Thailandia, Nepal o India, chiudendo infine con un tè fermentato cinese.”
Bertoncini, ci descrive le persone che partecipano di solito ai suoi eventi?
“C’è anche qualche neofita, qualcuno che beve il tè in bustina ma è curioso di sperimentare.
Chi invece è già un po’ esperto sceglie gli eventi che sono focalizzati su qualcosa di più specifico (come i tè fermentati o di un paese particolare). Il pubblico è soprattutto femminile, forse perché il tè è una bevanda delicata ed è da scoprire con lentezza e pazienza.
Esiste una parte di persone che comprano il tè per motivi salutistici che però l’acquista direttamente. Chi viene agli eventi di solito è più attento alla parte sensoriale. Molti sono preoccupati dalla caffeina ma è una variabile che cambia anche soltanto gestendo l’infusione.”
È capitato che nonostante la sua guida e gli assaggi, qualcuno preferisse ancora il tè in bustina?
Bertoncini: “Di solito faccio il ”tea shaming” soltanto visivo: faccio rompere la bustina per guardarne il contenuto, ma senza farlo assaggiare.
Ad un piccolo evento mi è capitato di portare tre tè in foglia, di cui soltanto uno aromatizzato un po’ chimicamente ed è stato quello che è piaciuto di più: in quella occasione sono rimasta colpita negativamente. Forse non c’è stato abbastanza tempo per farli avvicinare al tè di maggiore qualità: è necessario il tempo e l’esperienza anche per creare una nuova abitudine.
Le persone di solito ricercano gusti che conoscono e ci si mette un po’ a smontare la sovrastruttura che è stata rafforzata negli anni. Ad esempio sono in tanti che ancora confondono tra tè, Rooibos (che non è Camellia Sinensis e quindi non è tè!) e infusi, persino sui siti di aziende che lo vendono.”
Ma essere legati agli eventi significa dover dipendere dalle stagioni
“Di solito verso maggio-giugno gli eventi calano per la questione della temperatura. Dovrei proporre qualcosa con il cold brew d’estate e attrezzarmi per la preparazione. C’è anche una maggiore attenzione alla fermentazione e il kombucha.
Il matcha è un’altra tendenza ancora, ma c’è differenza tra quello culinario e quello da cerimonia. Per fare il matcha si usano tantissime foglie ed è solo la loro parte carnosa (senza steli e venature, che vengono rimossi da ogni singola foglia) che viene macinata in casi estremi manualmente: da qui il costo diventa altissimo.
Poi c’è il matcha culinario, spesso di origine cinese, che ha un colore più spento, un sapore più erbaceo e che si usa come ingrediente per dolci e bevande. Non lo demonizzo: ora i matcha latte se fatti bene, possono essere il guilty pleasure che ci si concede qualche volta.
Non demonizzo nemmeno il Bubble Tea, se fatto bene: se il tè in foglia è preparato con le palline di tapioca, evitando aromatizzazioni e zuccheri, può funzionare. È qualcosa di molto divertente, ma deve essere creato bene. Io ci ho provato a casa e il risultato non era male: lo riproporrò sicuramente in una delle tea classes che tengo presso la Tea Academy.”
Come vede il tè in Italia?
“All’estero sicuramente c’è un consumo diverso. Sono stata a Praga, dove ci sono sale da tè pazzesche, con un’attenzione per la bevanda da noi impensabile: sono posti frequentati da consumatori già consapevoli.
In Olanda, Repubblica Ceca, Polonia, c’è una grande passione e conoscenza del vero tè. In Italia questo mondo sta facendo ora il suo ingresso: negli ultimi 5-6 anni ho notato un’attenzione maggiore a questa bevanda, ma siamo troppo legati alla cultura del caffè per procedere più spediti.
C’è un approccio di consumo veloce, senza concedersi troppo tempo per degustare. Ultimamente però noto un miglioramento. Le nuove generazioni si stanno dimostrando più ricettive, ricercano esperienze nuove e complete: hanno seguito un mio evento anche dei tredicenni che conoscevano già il tè in foglia.
Durante una degustazione privata, il bimbo di 7 anni si è dimostrato più avanti dei genitori sull’analisi sensoriale!”.
Il prezzo è una barriera?
Bertoncini conclude: “Ora sta cambiando anche questa percezione del prezzo: a Milano ad esempio le persone sono abituate a pagare di più e quindi è meno problematico. Nel momento in cui si propone un’esperienza particolare con materie prime di eccellenza, le persone sono disposte a spendere per qualcosa di unico.
Piccolo spoiler, parlando di materie prime e di ricerca: se vi state chiedendo dove acquistare del tè in foglia buono e sostenibile, continuate a seguirmi perché entro la fine della primavera ci sarà una bella novità online!”.
Secondo Il Sole 24 ore tante categorie hanno presentato dichiarazioni inaffidabili mentre altre si sono rivelate virtuose. La classifica di contribuenti con maggiori percentuali di inaffidabilità si possono trovare: lavanderie, noleggi auto, ristoranti, impianti sportivi, pelliccerie e lavorazione del tè e del caffè. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale TgCom24.
Le categorie meno virtuose agli occhi del fisco
MILANO – Da una parte lavanderie, noleggi auto, impianti sportivi, ristoranti. Dall’altra notai, attori, studi medici e farmacie. Agli occhi del fisco sono queste alcune delle categorie meno virtuose e più virtuose sulla base dell'”affidabilità” delle dichiarazioni dei redditi presentate. A stilare la classifica è Il Sole 24 Ore sulla base dei dati pubblicati dal dipartimento Finanze.
“Dalla mappa del rischio evasione disegnata dalle dichiarazioni dei redditi delle partite Iva – spiega Il Sole 24 Ore – emerge una classifica della tendenza al nero costruita in base alla quota di contribuenti che in ogni categoria non riesce a raggiungere nelle pagelle fiscali il voto “8”, cioè la soglia minima che secondo l’amministrazione finanziaria indica l’affidabilità della dichiarazione”: tra le dieci categorie di contribuenti con le maggiori percentuali di “inaffidabilità” ritroviamo:
Lavanderie 78,5%
Noleggio auto 77,9%
Gestione impianti sportivi 76,3%
Ristoranti 72,8%
Pelliccerie 72,5%
Assistenza anziani e disabili 72,4%
Sondaggisti 71,9%
Pesca e acquacoltura 71%
Lavorazione tè e caffè 70,9%
Associazioni e organizzazioni 70,6%
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
GRADISCA D’ISONZO (Gorizia) – “Il confronto sul tema della sostenibilità è oggi uno dei migliori strumenti di crescita per un’azienda” ha dichiarato Roberto Nocera, direttore generale de La San Marco, azienda isontina leader nel mondo nella produzione di macchine per il caffè, all’indomani della sua partecipazione in qualità di relatore a Meet Forum, la tavola rotonda sul turismo sostenibile svoltasi lunedì scorso a Gorizia.
Un forum di grande interesse per La San Marco che da anni è impegnata nell’ utilizzo di materiali riciclabili e nello sviluppo di tecnologie a basso consumo energetico.
“Il meeting – ha riferito Nocera – è stato un interessante palcoscenico per la nostra azienda che ha potuto porre in evidenza il suo impegno nel rispetto dell’ambiente che, negli ultimi anni in particolare, l’ha portata a intensificare la ricerca e l’adozione di tecnologie a bassa intensità di consumo.”
Subito dopo la chiusura del lavori l’onorevole già ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Alfonso Pecorario Scanio, intervenuto alla tavola rotonda, ha voluto visitare l’azienda nella sua sede di Gradisca d’Isonzo. Roberto Nocera gli ha illustrato tutti i processi della fase produttiva delle macchine de La San Marco e, la visita, si è conclusa con la realizzazione dell’onorevole di un espresso con la più attuale tra le macchine a leva dell’azienda isontina.
“Da napoletano non posso che amare il rito dell’espresso fatto con queste macchine, che incarnano un rilevante aspetto della cultura partenopea”. Pecoraro Scanio si è congratulato con Roberto Nocera per l’alto livello della catena produttiva e si è stupito di come l’azienda
riesca a realizzare le macchine solo ed esclusivamente con componentistica made
in Italy.
Il direttore generale de La San Marco, nell’illustrare le fasi produttive delle macchine, ha posto l’evidenza sul carattere innovativo dell’azienda. “Nelle nostre macchine da caffè espresso più avanzate – ha spiegato – abbiamo implementato diverse soluzioni che riducono significativamente i consumi energetici, con vantaggi sia per l’ambiente che per i nostri clienti. Grazie alle diverse soluzioni tecnologiche implementate, le macchine da caffè espresso più evolute delle linee La San Marco assicurano anche una significativa riduzione dei consumi energetici con evidenti vantaggi, per l’ambiente e per il gestore dell’attività.”
ROMA – Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi, comunica che, dopo un’impegnativa negoziazione, è stato firmato con le organizzazioni sindacali il Contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti dei settori dei pubblici esercizi, della ristorazione collettiva e commerciale e del turismo.
Il contratto è stato sottoscritto, oltre che dalla Federazione Fipe , anche da Legacoop Produzioni e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi e Agci-Servizi.
Scaduto il 31 dicembre 2021, il CCNL interessa oltre 300mila imprese e si applica a oltre un milione di lavoratori.
Tra le principali novità, l’aumento in busta paga di 200 euro a regime, il rafforzamento dell’assistenza sanitaria integrativa e una durata di tre anni e mezzo, con scadenza il 31 dicembre del 2027.
“Il rinnovo di questo CCNL, che rappresenta il terzo Contratto di lavoro più applicato nel nostro Paese dopo quello del Terziario e del settore Metalmeccanico, rappresenta un risultato importante in vista dell’ormai imminente avvio della stagione estiva. Aver sottoscritto il contratto in questo contesto, dopo i danni delle tante recenti emergenze, è segno di responsabilità sociale, capacità di visione, competenza tecnica e coraggio di tutte le Parti presenti al tavolo negoziale”, ha dichiarato Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio.
Lino Enrico Stoppani: “Il Contratto di lavoro costituisce un presidio di legalità per operare in un mercato con regole chiare, migliorare la qualità dei servizi resi alla collettività e dare maggiori tutele ai lavoratori. Dopo aver subito lo shock del post pandemia – ha proseguito Stoppani – il settore si sta riprendendo e questo è un segnale importante per contribuire a rafforzare l’attrattività di un ambito produttivo che, con oltre 54 miliardi di euro di valore aggiunto, costituisce uno dei settori strategici e di punta del made in Italy.”
In particolare, le Parti hanno previsto una significativa revisione della classificazione e dell’inquadramento del personale, fermi dagli anni Novanta, per renderli più rispondenti alle mutate esigenze del mercato e alle nuove tipologie di offerta. Sono state rafforzate inoltre le normative in materia di diritti individuali delle lavoratrici e dei lavoratori, come le misure di contrasto alle violenze e alle molestie nei luoghi di lavoro e i congedi per le donne vittime di violenza.
“Una contrattazione lunga, ma equilibrata quella che si è conclusa nelle scorse ore e che ci ha portato ad ottenere un eccellente risultato per l’intero comparto con un aumento salariale doppio rispetto al precedente rinnovo del 2018” – ha commentato Cristian Biasoni, vice presidente Fipe-Confcommercio con delega al lavoro e presidente Aigrim, Associazione delle imprese di grande ristorazione Multilocalizzate. – Abbiamo così dimostrato un grande senso di responsabilità verso le persone che operano nel settore, che svolgono un lavoro impegnativo e da tempo chiedevano una piattaforma contrattuale aggiornata”.
Biasoni aggiunge: “L’Italia è il secondo mercato della ristorazione in Europa con un valore annuo di oltre 100 miliardi di euro, un distretto strategico per il Paese, perché inserito nella filiera agroalimentare e turistica, che vale circa il 13% del PIL nazionale. Con questo contratto le imprese, oltre a ridare vigore ad un settore che è fiore all’occhiello del nostro Paese, si impegnano a riversare nel tessuto economico italiano oltre 5 miliardi di euro nei prossimi tre anni e mezzo”.
TRIESTE – illycaffè, azienda leader nel caffè di alta qualità sostenibile conferma, anche nel 2024, la partnership con The world’s 50 best restaurants, la classifica dei 50 migliori ristoranti al mondo che rappresenta uno degli eventi gastronomici più attesi da addetti ai lavori e appassionati.
L’inconfondibile blend 100% Arabica illy è stato protagonista come coffee partner esclusivo di tutti gli eventi ufficiali 50 Best, che si sono tenuti dal 3 al 5 giugno a Las Vegas, come i #50BestTalks – che per questa edizione hanno esplorato il concetto di oro culinario nelle sue varie forme con l’evocativo titolo “Treasure Hunt!” – la Chefs’ Feast, fino all’appuntamento più atteso: la cerimonia di premiazione che, proseguendo il suo format itinerante, quest’anno si è svolta presso la suggestiva cornice del Wynn Las Vegas.
illycaffè insieme a The world’s 50 best restaurants
Due gli chef Ambassador illy che si sono riconfermati in classifica: al 19esimo posto Niko Romito, che con il suo Reale a Castel di Sangro, ha dimostrato ancora una volta la sua maestria culinaria e il suo impegno per l’eccellenza e al 50esimo posto con il suo omonimo ristorante a Senigallia, Mauro Uliassi, noto per la sua creatività e per l’abilità nel trasformare ingredienti di alta qualità in piatti sorprendenti.
“Siamo lieti di aver riconfermato il nostro supporto a The World’s 50 Best Restaurants, l’evento che promuove l’eccellenza globale nel mondo dell’alta gastronomia, in cui il caffè e la sua cultura giocano un ruolo fondamentale” afferma Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè. “Siamo qui anche per supportare e celebrare i nostri Chef Ambassador che fanno parte di questa prestigiosa classifica e per continuare con loro un percorso ancora più virtuoso, all’insegna dell’innovazione e della qualità”.
La lista dei 50 migliori ristoranti è il risultato dei voti della World’s 50 best restaurants academy, un gruppo influente e allargato di 1.080 esperti internazionali del settore della ristorazione provenienti da ogni parte del mondo. La giuria di ogni regione è composta da giornalisti e critici gastronomici, chef, ristoratori e food lover, ognuno dei quali ha a disposizione 10 voti.
La classifica è quindi una guida autorevole sulle tendenze gastronomiche del momento e sulle migliori destinazioni nel mondo, per imperdibili esperienze d’alta cucina.
In qualità di partner ufficiale della manifestazione, l’azienda illy ha offerto a tutti gli ospiti, durante i 3 giorni di eventi, illy Cold Brew, un’esperienza di caffè freddo ottenuta grazie all’infusione a freddo del migliore caffè illy 100% Arabica.
illy Cold Brew preserva tutti gli aromi del blend illy, esaltandone il gusto senza l’aggiunta di zuccheri, aromi, coloranti e conservanti. Un’alternativa originale, gustosa e senza calorie, ideale anche come base per cocktail originali.
Jessica Rosval nel progetto illy Chef Ambassador
Un esclusivo brunch presso la suite Tower dell’Hotel Wynn, dedicato alla scoperta dell’unico blend 100% Arabica di illy che nasce selezionando solo l’1% dei migliori chicchi di caffè arabica coltivati sostenibilmente, è stato inoltre l’occasione per annunciare l’ingresso di Jessica Rosval nel progetto illy Chef Ambassador, l’iniziativa dedicata agli appassionati di caffè e di alta cucina di cui la nota chef canadese diventa, a partire da giugno 2024, ambasciatrice internazionale.
Tanti gli ospiti intervenuti, da Lara Gilmore, agli Chef stellati come Niko Romito, ai giornalisti internazionali e influencers come Chiara Maci e Nicole Modic, che hanno partecipato alla degustazione guidata dal Master Barista illy, Giorgio Milos.
Nell’ambito della partnership, con il supporto dei docenti dell’Università del Caffè, la chef Jessica Rosval avrà la possibilità di combinare gli ingredienti del blend illy – 9 delle migliori qualità di pura Arabica di 9 diverse origini – realizzando il suo caffè personale.
Seguendo le orme di Massimo Bottura e di tanti altri chef stellati e sostenibili, Jessica Rosval combinerà così i diversi elementi per raggiungere l’equilibrio che meglio riflette il suo stile e le sue preferenze sensoriali in termini di gusto e aroma, dando vita a un blend unico che incarni al contempo anche i valori di sostenibilità e massima qualità di illy.
Canadese naturalizzata italiana, Jessica Rosval è una giovane chef di talento che, dopo diversi anni nella brigata dell’Osteria Francescana, è oggi alla guida della cucina di Casa Maria Luigia – la luxury guest house creata dallo chef Massimo Bottura e dalla moglie Lara Gilmore nella campagna emiliana – e di Al Gatto Verde, nuovo ristorante che sorge all’interno del cortile dell’Acetaia Maria Luigia, dove propone una cucina contemporanea fatta di fuoco e magia attraverso l’utilizzo del barbecue.
Jessica ha ricevuto il premio “Champions of Change” di The World’ s 50 Best Restaurants 2024 con Roots, il ristorante sociale fondato a Modena nel 2022 impegnato nell’empowerment e nell’inserimento lavorativo delle donne migranti. Modello di impresa sociale che illycaffè sostiene fin dalla sua nascita, Roots opera come spazio di co-working di giorno e ristorante di sera ed è stato ideato dalla stessa Jessica Rosval e da Caroline Caporossi, fondatrici dell’Association for the Integration of Women.
“Jessica Rosval ha da tempo dato dimostrazione non solo della sua creatività in campo culinario, ma anche del suo impegno verso la creazione di modelli di sostenibilità sociale capaci di aiutare e valorizzare le persone. Come illy, propone un’esperienza gastronomica di eccellenza mettendo al centro il fattore umano” ha dichiarato Cristina Scocchia, ceo di illycaffè. “Per questo motivo siamo molto felici di annunciare il suo ingresso nel programma illy Chef Ambassador e, ancor di più, di farlo nell’ambito di questo prestigioso evento simbolo dell’alta ristorazione”.
LOS ANGELES – Sofia Vergara, attrice, produttrice e modella colombiana naturalizzata statunitense, nota soprattutto per il suo ruolo nella serie televisiva Modern Family, è entrata nell’industria del caffè con il brand personalizzato ¡Díos Mio! Coffee (tradotto dallo spagnolo con l’esclamazione “mio Dio!”). La linea è composta da tre miscele: Sweetness (dolcezza), Strength (forza) e Balance (equilibrio).
Vergara spiega le origini dietro all’idea alla rivista People: “La creazione di ¡Díos Mio! Caffè nasce da una necessità personale. Quando si tratta di bere caffè, il mio standard qualitativo è molto elevato e non riuscivo a credere quanto fosse difficile trovare un caffè di qualità a Los Angeles”.
L’attrice ha collaborato direttamente con la National federation of coffee growers of Colombia (Federazione nazionale dei coltivatori di caffè della Colombia) per assicurarsi che ogni chicco provenisse dalla Colombia, il suo Paese d’origine.
In occasione del lancio del brand, Sofia Vergara ha posato nuda su Instagram con solo i chicchi di caffè a coprirle le parti più intime.
Vergara, dopo aver presentato il marchio di caffè, ha rivelato a People: “È emozionante mettere in risalto le coltivatrici di caffè in Colombia che lavorano instancabilmente e meticolosamente. Bere una buona tazzina è da tempo una tradizione nella nostra vita quotidiana e mi piace che finalmente possiamo condividere ¡Díos Mio! Coffee”.
La miscela Sweetness è caratterizzata da una tostatura leggera e si ispira all’abbraccio della nonna. Ciò crea una tazza morbida e fruttata con un pizzico di acidità.
La miscela Balance riporta sapori di frutta secca, cioccolato bianco e zucchero di canna. Il nome e i sapori si ispirano alle donne che conciliano lavoro, famiglia e passione per il caffè.
Strength, la tostatura scura, rende omaggio alle donne colombiane nella coltivazione del caffè. Sentori di cacao e sapore affumicato emergono nella miscela da una caramellaizzazione eccessiva.
Sul sito di ¡Díos Mio! Coffee è possibile leggere la storia delle donne dietro la creazione della miscela.
Alcune lavoratrici colombiane della filiera del caffè come Alicia, Delia e Cecilia hanno dato il via alla rivoluzione del chicco di cui ¡Díos Mio! Coffee si fa portavoce. C’è di più: l’azienda offre la possibilità di diventare amigo (abbonato) del Cafecito Club e supportare la vasta comunità di coltivatrici del caffè (per maggiori informazioni basta cliccare qui).
Tutte e tre le versioni sono disponibili in grani interi e macinati, K-Cup e cialde Nespresso. I coffee lover possono ordinare i prodotti online da Walmart.com o dal sito ¡Díos Mio!.
Vergara ha recentemente dimostrato le sue qualità nel riconoscere il gusto di un caffè di qualità in una serie di clip pubblicate sull’account Instagram di Netflix a febbraio per il suo ruolo nella serie televisiva Griselda.
Nei video, la star ha sorseggiato cinque diverse tazze di caffè. La sfida era nell’indovinare il tipo di chicco e il metodo di preparazione.
In ogni round, beveva il caffè e tentava di indovinare la risposta. Da un caffè Folgers erogato da una macchina a goccia a una tazza di Cafe Bustelo in un Keurig, Vergara ha superato tutti e cinque i test rivelandosi una vera esperta del chicco.
RAGUSA – Si è conclusa l’ultima tappa di selezione italiana, svoltasi a Ragusa, per il circuito internazionale dei campionati di Latte art grading system. L’evento si è tenuto presso il BrazilCafé, punto di certificazione Lags in Sicilia, che ringraziamo calorosamente per il prezioso supporto nell’organizzazione.
L’ultima tappa del Latte art grading system
L’evento è stato orchestrato con grande cura e professionalità da Maurizio Boi e Fabio Proietto, con il supporto organizzativo di Marco Randazzo, che hanno anche ricoperto il ruolo di giudici.
Grazie alla loro competenza e imparzialità, sono stati decretati i vincitori delle categorie verde e rossa. Il podio è stato così definito:
Vincitore del livello rosso: Giuseppe D’Arco
Vincitore del livello verde: Raffaele Moscato
Tra i numerosi partner dell’evento si trovano: BrazilCafé, Rancilio, Hemro, Pulycaff, Motta, Clean Express, Brita, Ferri dal 1905, Toschi, Qwarzo e IPA, che hanno contribuito con premi e omaggi, rendendo l’evento ancora più speciale.
Tutti i finalisti delle quattro tappe di selezione The Lags Battle sono ora attesi per la sfida conclusiva che si terrà il 3 luglio a Brescia, presso La Torrefazione Agust, punto di certificazione Lags.
In questa finale nazionale si sfideranno i partecipanti dei livelli verde, rosso, nero e oro, promettendo una competizione di altissimo livello.
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok