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La San Marco presente a World of Coffee Copenhagen, 27-29/06

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la san marco
Leva Class Aum. 3 gruppi (immagine concessa)

GRADISCA D’ISONZO (Gorizia) – Un nuovo evento imperdibile per gli appassionati del caffè vedrà protagonista La San Marco. L’azienda isontina, leader nella produzione di macchine per il caffè, sarà presente a Copenaghen dal 27 al 29 giugno 2024 al World of Coffee, il più importante evento fieristico europeo del settore e uno dei maggiori a livello mondiale, che si svolge ogni anno in una città diversa.

La San Marco a World of Coffee Copenhagen

“Questo appuntamento è fondamentale per La San Marco – afferma il direttore generale Roberto Nocera – poiché ci offre l’opportunità di promuovere le nostre eccellenze e di raggiungere un ampio numero di professionisti qualificati e interessati alle ultime novità del mercato”.

Fondata nel 1920, l’azienda porterà in fiera tre dei suoi brevetti: il sistema FTL, acronimo che sta per Fine Tuning Lever, un’innovazione tecnica che permette un controllo estremamente preciso del flusso di vapore utilizzato per schiumare il latte; il sistema Class, un dispositivo frenante che agisce durante il ritorno della leva, rendendo il lavoro del barista più facile e sicuro; e un sistema brevettato di regolazione della macinatura, che include un dispositivo stepless per la regolazione assoluta della granulometria e un dispositivo anti-clumping.

Il modello D 3 gruppi (immagine concessa)

“La partecipazione de La San Marco al World of Coffee non sarà solo un’opportunità per mostrare le tecnologie più avanzate dell’azienda, ma anche un’occasione per promuovere la cultura dell’espresso di qualità; – riferisce il direttore genale Nocera – presso il nostro stand, infatti, si terranno workshop condotti dai rinomati esperti di caffè Stefano Cevenini, Fatima Macias e Paolo Scimone che guideranno gli appassionati del nostro brand nel mondo dell’estrazione specialty, utilizzando macchine La San Marco sia con tecnologia a leva che digitale. La San Marco – sottolinea Nocera – è un’azienda impegnata nello sviluppo e nella diffusione delle proprie tecnologie, con l’obiettivo di trasformare le innovazioni aziendali in valore percepito dai baristi e dagli amanti del caffè in tutto il mondo.”

Sca Italy: eletti dai soci i nuovi responsabili dell’organizzazione, Alberto Polojac è il national coordinator

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Alberto Polojac Sca
Alberto Polojac - è il nuovo national coordinator Sca Italy

MILANO – Le elezioni, cui hanno particepato gli iscritti fino allo scorso 6 giugno, hanno determinato la composizione del nuovo Chapter SCA Italy. L’organismo si insedierà il 1 luglio 2024.
Nel dettaglio gli eletti sono (con le rispettive cariche):
National Coordinator: Alberto Polojac
Marketing & Community Coordinator: Filippo Vidiz
Education Coordinator: Francesca Bieker
Events Coordinator: Andrea Lattuada
Judges Coordinator: Fabio Sipione

Massimo Zanetti, presidente Fondazione Canova e MZB-Group, annuncia gli obiettivi per il Museo Gypsotheca

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Da sinistra: Valerio Favero, sindaco di Possagno e vicepresidente di Fondazione Canova, Moira Mascotto, direttrice del Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno e Massimo Zanetti, neo presidente della Fondazione Canova e di MZB-Group (foto: Lino Zanesco)

POSSAGNO (Treviso) – “Conservare per innovare” è lo slogan che Massimo Zanetti, neo presidente della Fondazione Canova, e con lui la direttrice del Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, Moira Mascotto, si sono proposti come linea programmatica.
Ad affiancarli Valerio Favero – nella sua doppia veste di sindaco di Possagno e vicepresidente – Elisa Basso, Marco Comellini, Isabella Finato, Gianantonio Tramet e Alessandro Vardanega, membri del nuovo consiglio di amministrazione entrato in carica lo scorso febbraio.

Massimo Zanetti per il Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno

“Conservare – chiarisce il Presidente Zanetti – è, innanzitutto, saper rispettare, salvaguardare e valorizzare la meraviglia delle opere di Canova a noi affidate.
L’obiettivo è di accompagnare al futuro quello scrigno di arte e magia che sono la Casa Museo e la Gypsotheca, con l’attenzione e la visione che questo unicum mondiale merita”.

“Innovare – secondo la direttrice Mascotto – si traduce nell’avvicinare un pubblico sempre più ampio al nostro patrimonio artistico, offrendo contesti che consentano di apprezzare appieno i nostri tesori, comprenderli e farli propri. Questo significa non solo guidare le persone alla riscoperta del Museo e del vicino Tempio, ma anche far vivere loro l’armonia dei paesaggi del nostro territorio, quegli stessi che ispirarono il giovane Canova. In questo modo, infondiamo nuova linfa vitale alla sua arte, permettendo ai visitatori di connettersi profondamente con l’ispirazione che permea queste terre”.

“Abbiamo l’obiettivo di mettere il visitatore al centro del nostro Museo, garantendogli la migliore fruizione delle opere. Desideriamo che l’attenzione che gli dedichiamo, l’atmosfera accogliente e i servizi offerti rendano unici e indimenticabili i momenti passati qui, facendo sentire ognuno avvolto da un profondo senso di benessere. Questo è un luogo che invita sempre a tornare, consapevoli che ogni visita riserverà nuove sorprese e scoperte”.

Che non si tratti solo di buoni propositi lo confermano gli importanti interventi (ed investimenti) già in corso di concretizzazione. Innanzitutto il restauro e la messa in sicurezza da effetti sismici della seconda e terza campata dell’Ala Ottocentesca, un progetto ideato dal Comune di Possagno in collaborazione con il Museo Canova.

L’Ala Ottocentesca (immagine concessa)

“I lavori saranno conclusi entro l’estate, annuncia il Presidente Zanetti, utilizzando tecnologie d’avanguardia. Intanto sarà integralmente innovato l’impianto di illuminazione, ricorrendo ai più aggiornati criteri di illuminotecnica museale”.

In parallelo si sta procedendo alla digitalizzazione della Gypsotheca. “Questa fase – sottolinea la Direttrice – prevede la combinazione e l’integrazione di metodi e tecnologie innovative della geomatica, per la riproduzione digitale del complesso architettonico e di fruizione partecipata del pubblico. Il progetto, comprese le schede informative realizzate con rilievi laser scanner di alta precisione, con restituzione 3D, sarà consultabile su una piattaforma online con la possibilità di un’interazione partecipativa da parte del pubblico”.
Ottimizzare la conservazione e il godimento del patrimonio sono obiettivi prioritari, ma lo è altrettanto l’arricchimento mirato delle collezioni.

A questo proposito la Fondazione ha deciso di scendere in campo, insieme alla direzione, per portare a Possagno l’Autoritratto di Giorgione, un olio su tela realizzato dallo stesso Canova nel 1792. Un dipinto che, a partire dal titolo, racconta una storia singolare che svela il lato ironico e meno noto della personalità dell’artista.

L’esito positivo della campagna di raccolta fondi permetterà di rendere l’opera fruibile da tutti: infatti, la tela, attualmente di proprietà privata, con l’acquisto diventerà pubblica e verrà esposta assieme agli altri dipinti che Canova realizzò nel corso della sua carriera, arricchendo la collezione possagnese.

Un museo vivo com’è quello Canoviano è tale anche per gli eventi temporanei che sa proporre per aumentare e rinnovare la propria attrattività. In queste settimane, e sino al 29 settembre, è in corso l’affascinante mostra “Canova. Quattro Tempi. Fotografie di Luigi Spina”.

Per essa, l’artista ha selezionato 32 fotografie in bianco e nero di grande formato, rappresentative dei temi amorosi, mitologici, eroici presenti nelle opere canoviane di Possagno, ponendole in dialogo con le opere stesse. Sono immagini che catturano l’attimo creativo dell’artista, quello in cui l’idea si trasmuta in forma e in gesso. Il momento in cui la genialità si misura con i limiti della materia, cercando di plasmarla, modificarla, assoggettarla alla forma desiderata.

Fondazione e Direzione, infine, stanno lavorando per rafforzare una rete di sinergie con il territorio, partendo dai rapporti già in essere con le vicine realtà culturali. Già vivace la collaborazione denominata Isola dei Musei della quale fanno parte il Museo Giorgione di Castelfranco Veneto, le Ville di Maser e Fanzolo e il Museo Civico di Asolo. Inoltre il Museo Canova ha recentemente sottoscritto l’accordo di programma Terre natie con gli enti proprietari di Casa Giorgione, Casa Tiziano e la Regione Veneto con l’intento di valorizzare i luoghi che hanno dato i natali ai tre grandi artisti.

Infine, non dimentichiamo il contesto di riferimento: un territorio che ha una naturale vocazione per esperienze sportive ed enogastronomiche. Un territorio da scoprire e da vivere.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui

Fipe, ristorazione: a giugno previste quasi 122mila assunzioni

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Fipe -Confcommercio buoni pasto inflazione donne ristorazione
Il logo Fipe

ROMA – Alle porte della stagione estiva, tra le figure professionali più ricercate si confermano i camerieri con oltre 59.600 profili nel solo mese di giugno. Un numero, questo, destinato a raggiungere le 137.150 unità nel trimestre giugno-agosto. Seguono, poi, i cuochi con 22.510 assunzioni previste e i baristi con oltre 19.250 posti da coprire. Leggiamo di seguito la nota pubblicata dall’Ufficio Studi Fipe.

Fipe: le assunzioni nella ristorazione previste per giugno

Dei 430mila contratti di lavoro offerti dal settore terziario nel mese in corso (oltre un milione se si considera il trimestre giugno-agosto), la maggior parte proviene dal turismo, con 160.690 assunzioni previste.

Di queste, 122.070 (oltre il 75%) riguardano i servizi di ristorazione, che arrivano a oltre 275.200 nel trimestre, un dato dovuto sia all’avvio delle imprese stagionali che all’intensificazione dell’attività legata al turismo.

 Il 77% delle assunzioni avverrà tramite contratti a tempo determinato, l’8% tempo indeterminato, mentre la restante parte delle collaborazioni sarà regolata con contratti di apprendistato e altre tipologie contrattuali.

Too Good To Go: “80% degli studenti vede nella riduzione dello spreco alimentare la soluzione per contrastare il cambiamento climatico”

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Eco-ansia: il 76% degli studenti italiani è preoccupato per la salute della Terra (immagine concessa)

MILANO – I cambiamenti climatici sempre più visibili e il costante aumento del costo della vita sono tematiche di fondamentale importanza per gli studenti in Italia e in Europa. L’eco-ansia, ovvero la profonda sensazione di disagio e di paura che si prova al pensiero di possibili disastri legati ai cambiamenti ambientali, colpisce sempre più giovani studenti: in Italia, il 76% si dichiara preoccupato per il futuro del pianeta.

Il sondaggio Too Good To Go

È uno dei dati che emerge da un recente sondaggio condotto da Too Good To Go, l’azienda a impatto sociale dietro il più grande marketplace mondiale delle eccedenze alimentari, in collaborazione con ISIC – la Carta d’identità internazionale degli studenti – su oltre 5200 studenti aderenti ad ISIC in Italia, Francia, Spagna e Portogallo.

Forte consapevolezza sull’impatto dello spreco alimentare

Secondo l’indagine condotta in Italia, la preoccupazione per il futuro del pianeta è accompagnata dal forte interesse per il tema dello spreco alimentare, che oltre 2 studenti intervistati su 3 identificano come ciò che ha maggiore impatto negativo sull’ambiente.

Si tratta di un dato significativo in quanto è considerato secondo solo alla plastica (74%) e allo spreco di acqua (60%) e primo nella categoria di spreco di risorse ambientali. Per circa l’80% degli intervistati (78%), ridurre lo spreco di cibo è vista come una soluzione per contrastare gli effetti del climate change.

La consapevolezza emersa è in linea con i dati espressi dall’Eurobarometro secondo cui, infatti, circa tre quarti dei giovani (76%) affermano di provare ad adattare il proprio stile di vita per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente.

Contrastare il cambiamento climatico: in Italia c’è fiducia verso l’Europa per più di 1 giovane su 2

L’importanza di azioni ed interventi legislativi da mettere in pratica per arginare il problema del cambiamento climatico è sentita tra i più giovani: secondo l’indagine di ISIC Italia/Too Good To Go, più di un rispondente su 2 (56%), dichiara di aver fiducia nelle istituzioni europee a riguardo. Un sentiment di fiducia positivo, che si colloca però al di sotto rispetto a quanto registrato in Francia (70%) e Spagna (80%).

L’inflazione cambia le abitudini degli studenti, che sono sempre più attenti allo spreco di cibo

Il sondaggio conferma un dato che era già stato rilevato da Too Good To Go: l’aumento del costo della vita e l’inflazione stanno cambiando drasticamente le abitudini degli italiani, inclusa la Gen Z.

Di fronte alle maggiori difficoltà economiche e all’impatto ambientale, il 63% degli studenti si dice più attento a non sprecare il cibo mentre l’83% afferma di fare più affidamento a sconti e promozioni; la quasi totalità degli intervistati (98%) ha dichiarato di aver ridotto il numero di volte in cui esce a cena e il 53% di aver ridotto i pasti ordinati a domicilio.

Insieme alle ridotte spese relative al cibo, c’è anche una maggiore attenzione alla sostenibilità: 9 studenti su 10 sprecano meno del 10% del cibo che acquistano, con il 59% di loro che ne spreca meno del 5%. Queste basse percentuali sono spiegate anche dalla maggiore attenzione che gli studenti dedicano ad esempio alla pianificazione dei pasti (adottata dal 41%) o alla lista della spesa (adottata da più della metà degli intervistati, 54%), in aggiunta a soluzioni che aiutano ad acquistare cibo in maniera più sostenibile e attenta grazie a soluzioni antispreco, come Too Good To Go.

Nonostante questi accorgimenti, circa la metà (47%) avrebbe però bisogno di un ulteriore budget mensile quantificato in almeno 100 euro per poter mangiare bene e correttamente. Ecco che quindi avere accesso a cibo buono e di qualità a prezzo ridotto, grazie ad app come Too Good To Go, può fare la differenza a fine mese.

Ridurre lo spreco può essere una soluzione fondamentale

“Il sondaggio dimostra come i giovani siano sempre più consapevoli dei rischi dovuti ai cambiamenti ambientali e al contempo determinati ad agire concretamente, adottando abitudini più attente e sostenibili per migliorare il futuro del pianeta, a partire proprio dalla riduzione degli sprechi alimentari” dichiara Mirco Cerisola, Country Director Italia di Too Good To Go. “Noi di Too Good To Go ci impegniamo ogni giorno nell’incoraggiare queste buone pratiche offrendo soluzioni concrete per combattere lo spreco alimentare come la nostra app, che rappresenta un’opportunità per salvare del cibo dallo spreco, a prezzo vantaggioso, generando un impatto positivo sull’ambiente”.
Speciali iniziative a sostegno degli studenti

In vista di uno dei momenti più caldi dell’anno per gli studenti, Too Good To Go ha attivato sino a fine giugno speciali collaborazioni. Con PENNY, discount alimentare del gruppo REWE e gruppo leader sul mercato europeo nel settore della Grande Distribuzione Organizzata, per coniugare ulteriormente l’impegno nel contrasto allo spreco con la qualità e la convenienza che un’insegna come Penny è in grado di garantire nella spesa quotidiana.

E con Swappie, la piattaforma leader per l’acquisto e la vendita di smartphone ricondizionati impegnata nella promozione quotidiana della sostenibilità ambientale. Una collaborazione pensata non solo per offrire una convenienza economica agli studenti, ma anche per educarli a fare scelte di consumo più responsabili, supportando il concetto di economia circolare.

La scheda sintetica di Too Good To Go

Too Good To Go è un’azienda ad impatto sociale certificata come B Corp, con la missione di ispirare ed abilitare tutti a combattere lo spreco alimentare insieme. Dal suo lancio nel 2016, Too Good To Go ha aiutato a salvare oltre 300 milioni di pasti dall’essere sprecati, equivalenti ad evitare l’emissione di 810.000 tonnellate di CO2e e l’utilizzo non necessario di 243 miliardi di acqua e di 840 milioni di metri quadrati di suolo per anno.

Il 40% di tutto il cibo prodotto viene sprecato ogni anno. Secondo Project Drawdown (2020), ridurre lo spreco alimentare è l’azione principale che si può intraprendere per affrontare il cambiamento climatico, limitando l’aumento della temperatura a soli 2˚C entro il 2100.

Con 90 milioni di utenti registrati e 155.000 partner attivi in 17 paesi in Europa e Nord America, Too Good To Go gestisce il più grande marketplace al mondo per le eccedenze alimentari.

Tuttocapsule sostiene una borsa di studio dell’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo

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Al centro, Virna Supin, responsabile marketing Tuttocapsule, alle spalle Vincenzo Pagliero, ceo dell’azienda (immagine concessa)

SETTIMO TORINESE (Torino) –  Tuttocapsule ha partecipato – con la presenza di Vincenzo Pagliero, ceo dell’azienda e Virna Supin, responsabile marketing ed ex allieva della stessa Università – alla cerimonia annuale dedicata ai sostenitori delle borse di studio dell’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo.

La scelta operata dall’azienda di Settimo Torinese, che ha come focus principale l’importante concetto del diritto allo studio, sosterrà i costi del corso di laurea triennale di uno studente della prestigiosa università.

Una scelta che guarda al futuro e alla formazione delle giovani generazioni, offrendo un’importante possibilità a chi, pur meritandolo, non avrebbe la forza economica per accedere a questo percorso di studio così qualificante e autorevole.

La cerimonia è stata anche l’occasione per festeggiare i vent’anni di attività dell’Unisg, diventata oramai un’istituzione conosciuta e riconosciuta in tutto il mondo. L’importanza dei Sostenitori delle borse di Studio è dimostrata dai dati: dal 2004 ad oggi, l’Unisg ha destinato oltre 13,3 milioni di euro alle borse di studio il cui 35% è rappresentato dal contributo di aziende, fondazioni, istituzioni, privati per un totale di oltre 80 sostenitori.

Così come è evidente quanto l’ateneo di Pollenzo sia conosciuto e ambito anche a livello internazionale: “Nei vent’anni di vita oltre 420 studenti provenienti da 62 paesi differenti hanno beneficiato di Borse di Studio, pari a circa il 10% della popolazione studentesca – dichiara Daniele Ceratto relazione rsterne Unisg accanto al rettore Bartolomeo Biolatti – nell’anno accademico 2023-24 gli studenti borsisti provengono da 18 paesi diversi: Brasile, Cile, Cuba, Egitto, Francia, Germania, Ghana, India, Israele, Italia, Lesotho, Messico, Nigeria, Regno Unito, Stati Uniti, Turchia, Ucraina, Uganda. Oggi abbiamo 42 borsisti iscritti ai corsi di Laurea Triennale, Magistrale e Master: si tratta di 14 borse ad esonero parziale e 28 esonero totale della retta” ha continuato Ceratto “Pollenzo conferma in generale la sua vocazione di ateneo internazionale: dal 2004 ad oggi hanno vissuto a Pollenzo 3800 studenti provenienti da 100 Paesi”.

Il team Tuttocapsule (immagine concessa)

Numeri importanti, quelli dell’Università del gusto di Pollenzo che riflettono l’interesse del Mondo nei confronti del settore food e di quanto sia importante la formazione dei futuri addetti ai lavori.

La presenza di Tuttocapsule all’interno di questo progetto rappresenta un ulteriore conferma della filosofia aziendale che presta particolare attenzione alla formazione dei propri dipendenti e personale di vendita dei franchising, dando loro la possibilità di frequentare corsi altamente specializzati, che si svolgono presso il Training Center interno e tenuti da massimi esperti del settore caffè e marketing.

Oltre a questo, l’azienda di Settimo Torinese, nell’ottica di un maggiore coinvolgimento, sta aprendo nuovi percorsi che offrono una grande opportunità per chiunque desideri approfondire la cultura del caffè.

Proposte concretizzare attraverso nuovi format, come l’innovativa apertura di Accademia a Ciriè: la prima caffetteria in cui l’offerta è focalizzata sui migliori marchi di caffè presenti in Italia, e in cui il vero fiore all’occhiello è rappresentato dagli Specialty Coffee by Pagliero roasted in Barolo: l’eccellenza del caffè.

Accademia ha l’obiettivo di trasferire a quante più persone, la passione e la conoscenza acquisita in questi anni, con una formazione raccontata e divulgata tramite l’esperienza gustativa. Con questi presupposti è naturale che Tuttocapsule sia sostenitore di una Borsa di Studio dell’UNISG, a cui è accomunata da una profonda visione futura e condivisione di valori.

Eurochocolate Perugia 2024: aperte le candidature per 400 collaboratori

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I membri dello staff Eurochocolate (immagine concessa)

PERUGIA – Da ora è possibile entrare a far parte dello staff di Eurochocolate, giunto quest’anno alla sua 30esima edizione. Sono infatti aperte le candidature per la selezione del personale che sarà impiegato nell’evento più goloso, in programma nel Centro Storico di Perugiadal 15 al 24 novembre 2024.

Dalla ricca offerta del Chocolate Show con i migliori produttori nazionali e internazionali alla presenza del circuito Eurochocolate World, dalle numerose attività di approfondimento alla presenza dei principali Partner dell’evento, il claim “Sulla Bocca di Tutti”, accompagnerà questa importante edizione celebrativa con il tanto atteso ritorno nel cuore del distretto del cioccolato, Perugia.

Eurochocolate alla ricerca del personale

La manifestazione Eurochocolate è quindi pronta a individuare circa 400 collaboratori per i ruoli di venditori, promoter, hostess, standisti e animatori presso le aree di intrattenimento e i punti vendita firmati dalle più importanti aziende del cioccolato e non solo, coinvolte in attività commerciali, promozionali, ludiche e di degustazione.

I candidati dovranno aver compiuto i 18 anni e aver conseguito il diploma, avere una spiccata propensione al contatto con il pubblico, capacità relazionali, cordialità, disponibilità e una buona proprietà di linguaggio. Costituirà titolo preferenziale la conoscenza della lingua inglese. È inoltre richiesta la residenza o domicilio nella provincia di Perugia, almeno durante i giorni dell’evento, e la disponibilità a spostarsi autonomamente verso/da la sede di lavoro.

L’inquadramento del personale avverrà in base a quanto previsto dal vigente C.C.N.L. del settore Commercio e dall’accordo quadro aziendale stipulato con le principali organizzazioni sindacali. Il pagamento delle spettanze avverrà, come di consueto, a 20 giorni dal termine dell’evento ovvero il 15 Dicembre 2024.

Per inviare la propria candidatura è sufficiente cliccare qui, seguire le indicazioni e compilare i campi suggeriti.

Ogni candidato ritenuto idoneo a partecipare ai colloqui di selezione, in programma da fine giugno, riceverà un’e-mail di risposta completa di tutti i dettagli, tra cui la data e l’orario della convocazione. Per maggiori informazioni è possibile scrivere via WhatsApp al numero 3924284384.

Qromo, obiettivo 1 milione di fatturato sul 2024:”I brand di caffè si avvicinerebbero in questo modo ai consumatori”

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Francesco Basile, founder e ceo di Qromo (immagine concessa9

MILANO – Si è di recente concluso il secondo round di investimento su Qromo per un aumento di capitale di quasi 1 milione di euro con una valutazione di circa €8 milioni -. Qromo è una piattaforma co-fondata da Francesco Basile, Paolo Biglioli a capo dello sviluppo e CTO e Matteo Denti noto ristoratore milanese. Nasce in pieno Covid, per l’esattezza il sette luglio 2020, dall’esperienza dello stesso Francesco Basile in Cina dove la ristorazione è già ad uno stadio avanzato.

Qromo si sviluppa con l’obiettivo di ottimizzare i processi nelle attività, portando a migliori ricavi, semplificando il work flow.

La tecnologia si conferma amica dell’uomo: ancora oggi vissuta come uno strumento quasi antagonista, ma in realtà potenziale massimizzatrice di i profitti e i ricavi. Questo è l’obiettivo principale.

Qromo è dalla parte dei titolari, racconta il ceo: “Il nostro approccio vuole avvicinarsi alle nuove attività proponendo un sistema snello, dinamico e più economico senza vincoli di permanenza. Questo perché innanzitutto abbiamo fiducia in un prodotto che funziona, pagato in percentuale a quello che sta offrendo.”

Chi decide di usufruire di Qromo si trova abbastanza omogeneamente dislocato su tutto il territorio nazionale: il 40% degli utenti a nord, il 30% a sud e un altro 30% al centro. Queste ultime due zone si sono rivelate molto ricettive a questa soluzione in quanto rappresenta una fonte di guadagno per la propria attività.

Qromo: il lancio effettivo nel marzo del 2023. In 9 mesi più di 500 clienti in Italia. 350mila euro di fatturato nel 2023, obiettivo un milione sul 2024

Francesco Basile:” Vogliamo offrire alle caffetterie un sistema di gestione da un unico dispositivo, che sia cellulare o tablet senza dover imbattersi più in barriere e intermediari.

I vantaggi di Qromo

“E’ una piattaforma digitale che consente a qualsiasi attività horeca di usufruire di una serie di strumenti in base alle proprie esigenze. L’offerta è composta partendo da un menù digitale, strumento non così scontato e che invece con Qromo è facilmente consultabile e tradotto in 50 lingue per il consumatore finale.

Nel menù strutturato da Qromo la lista dei prodotti è abbinata a delle categorie espandibili. Per fare un esempio concreto, se si posiziona in alto un logo di un’azienda caffeicola, questa stessa avrà la certezza che tutte le persone che sono passate per quel locale specifico abbiano visto proprio quel determinato brand.

Forniamo una reportistica in tempo reale per quantificare e qualificare gli utenti, il loro interesse, il loro comportamento rispetto allo stesso menù.

Queste informazioni sono utili per i brand e per i gestori o proprietari dell’attività. Se un marchio vuole posizionarsi all’interno di 1000 attività a cui il brand regala in esclusiva il sistema di menù digitale con ordini e pagamenti di Qromo, può monitorare sul totale dei locali in cui si è presenti quante persone sono state raggiunte dal proprio marchio
in maniera precisa e mirata.

“Con Qromo i brand di caffè potrebbero avvicinarsi ai propri consumatori finali. Adesso stiamo sperimentando con diverse  caffetterie.”

“Dovremmo partire a Milano con il locale di un noto brand di caffe con l’obiettivo di digitalizzare tutti i suoi store nazionali e non. Gli forniremo il sistema all in one completo di menù digitale, con il brand posizionato più in vista, il gestionale di cassa – in chiave moderna, con configurazione autonoma e costi più bassi rispetto ai nostri competitor (qualcuno lo vende a diverse migliaia di euro l’anno, noi invece qualche centinaio) – grazie allo sfruttamento di innovazioni tecnologiche che rendono il nostro sistema più smart: forniamo il nostro pos e l’ordine entra nel gestionale, con l’organizzazione di un ecosistema che consente di portare avanti l’attività potenzialmente dal proprio telefono.

Procedura che attualmente nel mondo del gestionale, è un’utopia. Con Qromo tutto si configura in tre click per una soluzione personalizzata, con un esperienza unica, a prezzi sensati.”

Come funziona questo portale?

“L’azienda interessata arriva sul sito, crea l’account, entra in Qromo. Sceglie il servizio a cui è interessata e si configura tutto in completa autonomia grazie alla nostra piattaforma semplice ed intuitiva. Ogni giorno abbiamo grande interesse da parte di tutte le attività del settore horeca.

Per accettare i pagamenti si compila un form con i dati aziendali. Finito questo primo step, che dura meno di cinque minuti, l’attività è già pronta ad accettare ordini e pagamenti. Un bel salto rispetto al dover recarsi in banca per avviare la procedura che di solito ci mette anche un mese.

Praticamente consentiamo di gestire la tua attività retail direttamente dallo smartphone dell’imprenditore senza alcuna barriera legata ad hardware specifici, altri fornitori di servizi di casse fiscali o pagamenti digitali. Il tutto in meno di 10 minuti.”

Perché ancora oggi i pagamenti digitali incontrano la resistenza dei gestori? E come avete risolto con Qromo?

“Partiamo da un dato di fatto: ormai i pagamenti digitali stanno superando quelli cartacei. È inevitabile la transizione ed è quindi fondamentale farsi trovare pronti con una soluzione che possa racchiudere dalla a alla z le necessità dei locali: i pagamenti digitali non sono soltanto un costo per l’esercente.

Aggiungiamo l’opzione di ordini e pagamenti: per ordinare online i gestori pagano qualche centesimo in più, ma dall’altra il cliente che ha a disposizione la possibilità di saltare la cassa, è felice di pagare attraverso lo smartphone.

Per fare un esempio, il cliente andrà direttamente al bancone della caffetteria mostrando il telefono al banconista con una sorta di ticket, che il banconista dovrà soltanto cliccare su tre volte velocemente per validare l’ordine.

Questa funzionalità oggi è già presente alla fiera di Rimini, all’Allianz MiCo di Milano, al palazzo congresso di Rimini. Tanti eventi e serate su Milano funzionano così: si elimina completamente la cassa e chi dovrebbe gestirla, riducendo anche le spese del personale.

Mettere nel proprio locale il nostro menù digitale con ordini e pagamenti equivale ad avere dei camerieri che parlano 50 lingue, velocizzare le operazioni, poter contare su di un partner fedele.

Siamo così sicuri del nostro prodotto che offriamo un mese di prova gratuita per tutti i nostri sistemi così da provare con mano il potenziale offerto dalla nostra soluzione..”

Parlando di numeri: quanto sulla carta sono i guadagni (o i risparmi) per un locale che sceglie di affidarsi a Qromo?

“Qromo è un ecosistema di soluzioni componibili per le attività del food retail, di ristoranti ai locali, dai bar, ovunque ci sia somministrazione di cibo e bevande.

Collega il menù digitale che può essere utilizzato stand alone (quindi anche senza gestionale annesso) e consente di avere integrata l’anagrafica dei prodotti di chi batte effettivamente lo scontrino e del cliente che dal tavolo lo consulta come una pagina web tradotta: a differenza degli altri menù digitali infatti, non è un pdf o un sito web, ma un’infrastruttura sulla quale si può reagire in tempo reale.

Per esempio se la pizza è esaurita, in due click si rimuove dalla lista e nessuno può più ordinarla. Consente così alle attività, ai dipendenti, di non discutere tra cucina e sala con degli esiti spiacevoli per il cliente finale.

La possibilità di modificare prodotti e prezzi in tempo reale è un vantaggio per l’esercente che evita i costi di ristampa: ipotizzando il calcolo di almeno 70 fogli a 4 con il menù del giorno, in media all’anno rappresentano una spesa che va dai 400 ai 600 euro all’anno. E poi si riduce anche l’impatto ambientale.

Dall’altra, il consumatore può accedere con il proprio dispositivo così come ormai è abituato a fare ovunque. Sempre per il cliente finale anche i tempi di attesa vengono ridotti e con un modulo opzionale possono iniziare a ordinare dal menu.

Attenzione, perché è sempre il gestore che ha la facoltà di decidere cosa fare ordinare o meno: ad esempio può optare per un menù di consultazione su tutto, ma magari solo la parte di caffetteria è già acquistabile senza dover aspettare il cameriere. Questo genere di soluzione digitale aumenta di molto il guadagno sullo scontrino medio. “

La scheda sintetica di Qromo

Qromo S.r.l. è una start-up fintech fondata nel 2020 che si rivolge alle attività del settore horeca, food retail ed eventistica con una soluzione modulare all-in-one che integra un menù digitale personalizzabile, un sistema di ordini e di pagamento e un software gestionale per la processazione degli ordini.

La soluzione Qromo contribuisce a eliminare le code in cassa e facilitare i processi di ordinazione e pagamento, tracciando in tempo reale le rimanenze di magazzino.

Altura, l’avventura di un giovanissimo appassionato di specialty a Milano in via Lorenteggio: “Sono fiero del prodotto venduto”

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Mirko davanti al suo Altura (foto concessa)
Mirko davanti al suo Altura (foto concessa)

MILANO – Mirko ha appena 23 anni e ha già deciso di fondare Altura, locale in via Lorenteggio a Milano Sud-Ovest – non certo il centro o una zona battuta dai turisti – dove si berrà soltanto specialty coffee. Un ragazzo che ha dovuto scegliere se intraprendere un percorso universitario alla Greenwich di Londra, o prendere in mano questa caffetteria.

Prende in gestione l’ex Bottega del Caffè perché: “Soltanto entrandoci ho sentito come una vocazione chiamarmi”.

Da lì la conversione verso il caffè di qualità che arriva con la prima volta ad Host a contatto con i grandi marchi.

A quel punto non aveva più il solo obiettivo di fare cassa: “Volevo essere fiero del prodotto venduto” e così Mirko si forma con i libri dei migliori, fa visita a Bugan a Bergamo dove avviene la conversione totale:

“Quando sono entrato mi sono chiesto: sono scienziati o sono baristi?”. La risposta arriva subito: “Sono dei grandissimi”.

Seconda tappa, grazie a Marco di Pizzicoffee: Milan Coffee Festival, con tutta la community pronto a sconvolgerlo a colpi di tazze: Mirko passa dall’esperienza con il caffè commerciale allo scambio con dei veri professionisti che sanno tutto della materia prima, alla manutenzione, ai vari tipi di estrazione. Così, il salto è fatto.

Subentrato nel bar ex ”La Bottega del Caffè”, dotato di una macchina di proprietà della torrefazione di Genova da cui si riforniva il precedente proprietario, Mirko ha voluto cambiare le cose, inserendo il blend Tacco Punta numero due di Gearbox per provare una soluzione dall’acidità non troppo spinta, ma totalmente ed esclusivamente specialty.

La miscela Gearbox (foto concessa)

Più avanti in agenda, Mirko ha già messo in conto un secondo macinatore per proporre la monorigine e il caffè filtro.

Non la spaventa proporre ad Altura soltanto specialty?

“Nonostante la zona in cui ci troviamo, che non è centrale, non torno sui miei passi: voglio fare la differenza per davvero, provando ad educare e ad avvicinare i clienti a questi sapori, dando loro qualità a discapito dei miei costi, in quanto lavorerò con un prodotto di livello che richiede anche maggiori quantità di prodotto per una corretta estrazione”.

Con la stessa filosofia ho voluto acquistare La Marzocco PBX e un Ceado Leon con macine da 84mm.

Quando ho fatto il passaggio dal vecchio caffè commerciale allo specialty, ho lasciato assaggiare e bere per delle settimane alla cieca: non tutti i clienti hanno reagito bene perché riscontrano una mancanza di corpo che trovavano invece nella Robusta e risentono un po’ dell’acidità.

Ma ora punto a intercettare tutte quelle persone che vogliono tentare l’approccio ad una tazzina di qualità.”

Ma riesce a far quadrare i conti nonostante le perdite?

“Osservando l’andamento sin qui, anche con un lieve calo di vendite sull’espresso riesco a rientrare con l’offerta food. Conto comunque di invertire questa tendenza sensibilizzando, stimolando e raccontando a sprazzi, il mondo che si cela dietro lo specialty.

Per fortuna le nuove generazioni sono più comprensive, più aperte alla sperimentazione di sapori nuovi se raccontati e spiegati. Ritornano il giorno dopo e si ricredono.

Gli adulti sostengono poco questa novità, anche perché non rientra nell’immagine classica a cui sono abituati del barista dietro al bancone. Piano piano però, conto che le cose cambino.

Intanto mi alleno con il V60 mi organizzo per l’introduzione di un Moccamaster.”

Sfatiamo quindi la leggenda metropolitana dei giovani che non vogliono lavorare e non vogliono sacrificarsi in questo settore?

“Non credo tanto a quello che si dice. Da gestore mi rendo conto che a causa della fiscalità italiana siamo molto limitati; gli ostacoli sono tanti e posso capire che i titolari d’azienda facciano fatica a pagare adeguatamente i propri collaboratori.

Dall’altra parte, sono esperienze che ho vissuto in prima persona come dipendente e riconosco che in moltissimi posti non si viene giustamente ripagati del proprio tempo e impegno.

L'impegno di Mirko in Altura (foto concessa)
L’impegno di Mirko in Altura (foto concessa)

È vero quindi che se i giovani non hanno voglia di lavorare in questo settore è anche perché non ci sono spesso delle condizioni stimolanti o dei contratti regolari. Bisogna offrire il giusto compenso.

Ma lei che è così giovane, avrà sicuramente incluso i social per comunicare Altura e la sua filosofia

“Abbiamo la pagina @alturamilano su Instagram. I social sono uno strumento potentissimo e mi affiancherò a qualcuno per la loro gestione, in prospettiva di metterci anche la faccia per aumentare la fiducia dei più curiosi.

L’obiettivo è quello di finire anche su piattaforme guida per specialty che mi permetteranno di intercettare quella nicchia che beve questo prodotto.

Il mio core business al momento sono gli impiegati della zona e quindi il weekend si lavora poco: attirando invece gli intenditori, si colmerebbe questo vuoto.”

Una domanda fatta per ultima, ma che in realtà dovrebbe essere la prima: il nome Altura, perché?

“Significa altitudine, ed è una parola che troviamo spesso sui pacchetti di caffè Specialty.

Una maggiore altitudine, influisce notevolmente sulla qualità del caffè, poiché porta una complessità gustativa dovuta alla marcata escursione termica che si verifica a quote elevate.

L’altitudine è solo uno delle decine di fattori che influenzano il gusto del caffè, ma è comunque tra i più importanti. Maggiore sarà l’altitudine, maggiore sarà la qualità.

E noi la stiamo offrendo in periferia; non solo attraverso un espresso, ma anche con prodotti artigianali di pasticceria.”

Export brasiliano prossimo ai massimi storici, gli imbarchi verso l’Italia crescono di oltre il 50%

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export brasiliano Brasile Cecafé
Il logo di Cecafé

MILANO – Vola verso nuovi record l’export brasiliano di caffè, che a maggio ha sfiorato i 4,4 milioni di sacchi. Così le statistiche mensili di Cecafé diffuse nella serata di ieri, martedì 11 giugno. Il mese scorso, il Brasile ha esportato 4.396.973 sacchi di caffè in tutte le forme: il 79,6% in più rispetto a maggio 2023. Si tratta del dato più elevato di sempre per questo mese dell’anno. Da record anche il fatturato, che ha superato il miliardo di dollari.

L’export di caffè verde è in crescita del 90,2% e raggiunge quota 4.032.197 sacchi. Forti incrementi per gli arabica (59,1%), con 3.163.927 sacchi esportati.

Ma l’export di robusta cresce addirittura di oltre 6 volte (+559,3%), a 868.270 sacchi.

Aumentano pure le vendite di caffè trasformato (+11,2%), che ammontano a 364.776 sacchi, in massima parte di solubile.

Ai massimi storici anche l’export di caffè in tutte le forme dei primi 5 mesi del 2024, che è pari 20.690.378 sacchi (+52,1%).

export brasilianoI volumi di caffè verde volano a 19.096.399 sacchi (+58,9%), di cui 15.654.095 sacchi di arabica (+36,3%) e 3.442.304 sacchi di robusta (+553,8%).

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