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domenica 20 Aprile 2025
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Morettino, primo caffè coltivato in Italia, è stato partner ufficiale dell’evento première di Vinitaly, salone internazionale del vino e dei distillati

PALERMO – Il caffè artigianale siciliano di Morettino ha rappresentato il mondo del caffè a OperaWine, l’esclusivo evento première di Vinitaly, che è andato in scena sabato 5 aprile alle Ex Gallerie Mercatali di Verona. Si è rivelato un appuntamento imperdibile, tra i più affascinanti di tutto il calendario veronese e italiano, organizzato da Veronafiere e Vinitaly in collaborazione con Wine Spectator, rivista americana tra le più autorevoli al mondo.

Morettino, per il terzo anno consecutivo, ha affiancato i 131 migliori vini italiani scelti come ambasciatori del made in Italy nell’appuntamento riservato agli operatori specializzati e alla stampa italiana e internazionale.

Morettino da cento anni seleziona e tosta caffè pregiati a Palermo, nel cuore del Mediterraneo. Ed è proprio dal capoluogo sicialiano che nasce il progetto sperimentale di coltivazione del primo caffè 100% italiano, portato avanti da Morettino, Università di Palermo e Orto Botanico, che ha fatto parlare di sé in tutto il mondo (ne abbiamo parlato qui).

La torrefazione siciliana è stata  presente a OperaWine con percorsi di degustazione sensoriale di Specialty Coffee della Slow Food Coffee Coalition, di cui Morettino fa parte, e pregiati blend di puri Arabica d’altura, preparati in espresso, moka e filtro.

Come nel vino, così anche il caffè è espressione di terroir differenti: condizioni pedoclimatiche e del terreno influenzano gli aromi delle singole origini di caffè, in base al luogo in cui sono coltivati. Aromi che nel caffè sono quasi il doppio rispetto al vino: se in un bicchiere di vino sono 600 le sostanze volatili che contribuiscono alla formazione dell’aroma di un vino, nel caffè sono tra le 1000 e le 1500.

La liaison tra Morettino e mondo del vino parte da lontano, grazie a oltre trent’anni di attività di abbinamenti sensoriali, che dopo OperaWine proseguirà con una serie di appuntamenti tra la primavera e l’estate. Per il settimo anno consecutivo la cantina siciliana sarà partner di Assovini Sicilia per Sicilia En primeur, in programma il 10 maggio a Modica.

Mentre il 6 e 7 giugno la filiera del vino sarà tra i protagonisti del Palermo Coffee Festival, evento firmato Morettino dedicato alla contaminazione tra il mondo degli Specialty Coffee e le filiere del vino, dell’olio e delle altre eccellenze, in programma al Palermo Marina Yachting.

Vending: Gruppo Illiria presenta la nuova area tecnica nella sede di Udine

Gruppo Illiria, azienda simbolo del vending in Italia, ha inaugurato venerdì 4 aprile la nuova area tecnica nella sede di Udine. Grazie ad una superficie complessiva di 500 metri quadrati, di cui 100 di nuova costruzione, l’innovativo spazio dell’azienda rappresenta un significativo passo in avanti verso l’efficienza energetica. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo del portale Friuli Sera.

La nuova area tecnica di Gruppo Illiria

UDINE – Innovazione tecnologica e attenzione all’ambiente procedono di pari passo al Gruppo Illiria, azienda leader a livello nazionale nel settore della distribuzione automatica, che ha inaugurato venerdì 4 aprile, la sua nuova area tecnica nella sede di Udine, situata nella zona industriale in via Jacopo Linussio 1.

Il gruppo vanta una presenza consolidata nel Nord e Centro Italia e serve quotidianamente migliaia di clienti attraverso una rete capillare di distributori automatici.

Con una superficie complessiva di 500 metri quadrati, di cui 100 di nuova costruzione, la nuova area tecnica di Gruppo Illiria rappresenta un’eccellenza per l’innovazione e l’efficienza energetica.

L’intervento ha permesso di realizzare una sala lavaggio distributori dotata delle più avanzate tecnologie di aerazione e illuminazione, una sala asciugatura con deumidificazione automatica, una moderna sala tecnica per compressori e idropulitrici, e un impianto di depurazione delle acque reflue gestito interamente da remoto.

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Caffè Meletti, lo storico locale di Ascoli Piceno, cambia gestione: la fondazione Carisap alla ricerca di un privato

Negli ultimi tre anni Caffè Meletti, locale storico situato in Piazza del Popolo ad Ascoli Piceno, ha registrato significative perdite finanziarie che hanno maturato la decisione di affidare la gestione a un soggetto esterno con una procedura pubblica. Tra i possibili candidati, gli attuali gestori del Bar Sestili in corso Mazzini, angolo piazza del Popolo. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Peppe Ercoli per il quotidiano Il Resto del Carlino.

Il cambio di gestione di Caffè Meletti e la decisione della Fondazione cassa di risparmio di Ascoli

ASCOLI PICENO – Volta di nuovo pagina il Caffè Meletti. Sta per finire la breve era di gestione affidata all’imprenditrice Annamaria Rozzi. Si torna all’era del privato, così come stabilito dall’Organo di indirizzo della Fondazione cassa di risparmio di Ascoli, proprietaria dello storico locale in piazza del Popolo.

Significative perdite finanziarie registrate negli ultimi tre anni, hanno portato alla decisione di affidare la gestione a un soggetto esterno tramite una procedura pubblica. L’obiettivo principale di questa decisione è minimizzare i costi per la Fondazione, la quale intende anche definire criteri di selezione che tengano conto della valorizzazione del territorio e dei prodotti locali, oltre il semplice profitto.

Tra i papabili, gli attuali gestori del Bar Sestili in corso Mazzini, angolo piazza del Popolo. Ma non sarebbero i soli ad ambire a mettere le mani sul gioiello ascolano. “Il costo per la gestione del Caffè Meletti è stato piuttosto elevato e non è giusto sottrarre queste risorse ad altre progettualità. L’obiettivo, quindi, è minimizzare i costi a carico della Fondazione” spiega a Il Resto del Carlino il presidente della Fondazione Carisap Maurizio Frascarelli. Non è ancora noto l’ultimo bilancio ma, guardando i precedenti, la cifra registrata alla voce perdite è importante.

“Direi proprio di sì, perché parliamo di un milione di euro circa, oltre 300mila euro all’anno e questo non è più possibile” commenta il presidente della Fondazione, sempre come riportato da Il Resto del Carlino, annunciando che la decisione è presa e si sta predisponendo la procedura che culminerà con l’affido della gestione del Meletti ad un privato; un passaggio fondamentale per il buon fine dell’operazione.

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Host 2025: la filiera del caffè affronta la sfida della sostenibilità

Dai nuovi packaging al recupero degli scarti nei luoghi di piantagione, la filiera vuole continuare a offrire caffè di qualità nonostante i cambiamenti climatici. Leggiamo qui di seguito l’approfondimento in attesa dell’appunto con Host dal 17 al 21 ottobre 2025 pubblicato sul sito ufficiale.

Il caffè e la sostenibilità

Secondo uno studio pubblicato sull’autorevole rivista scientifica PLOS One, entro il 2050 il riscaldamento globale potrebbe ridurre della metà le coltivazioni di Arabica, la varietà di caffè più usata nelle miscele, di cui rappresenta il 60% a livello mondiale.

E questo in un momento cui la domanda sta crescendo: il Centro Studi Mediobanca calcola il consumo attuale in 3,1 miliardi di tazzine di caffè bevute ogni giorno nel mondo, che salirà dell’1-2% l’anno fino al 2030, fino a raggiungere 3,8 miliardi di tazzine.

L’exploit degli specialty coffee e degli iced coffee, insieme all’attenzione della Gen Z per i caffè personalizzati, sono tra i principali driver di crescita, che pongono il settore in prima linea nel coniugare lo sviluppo del business con la crescita sostenibile. Il caffè diventerà un bene di lusso? O saremo in grado di trovare alternative? Lo abbiamo chiesto ad alcuni tra i principali attori della filiera, che saranno presenti nell’area Caffè-Tea di Host 2025.

“Nelle nuove tendenze di estrazione, i protocolli di valutazione sensoriale si rivolgono a un pubblico più vasto”, esordisce Marco Bazzara, quality manager di Bazzara e director della Bazzara Academy. “Per questo è importante attivare nel pubblico una nuova consapevolezza della qualità che deriva da tutti gli anelli della catena: una sostenibilità lungo tutta la filiera, per esempio noi poniamo grande attenzione ai packaging sostenibili”.

A questo proposito commenta Elena Demo, product manager Coffee di Goglio, tra i leader nel confezionamento: “Dopo le capsule, oggi cresce il caffè in grani, non solo al bar, ma anche a casa. Diventano ancora più decisivi gli imballaggi, anche per soddisfare il nuovo regolamento europeo PPWR in termini di ‘design for recycling’ e riciclabilità su scala industriale. Goglio offre una gamma completa di materiali e macchine che soddisfano questi requisiti”.

Tornando al tema della filiera conclude Paola Goppion, amministratore di Goppion Caffè: “Nei luoghi di piantagione le drupe, svuotate dal seme, sono trasformate per generare energia. Inoltre, una recente ricerca italiana ha permesso di trasformare da rifiuto a sottoprodotto l’ultimo residuo di pellicola intorno al chicco verde. Questa attenzione consente di offrire al consumatore un caffè non solo piacevole e senza retrogusti, ma anche equo e sostenibile”.

A Host 2025, a fieramilano a Rho dal 17 al 21 ottobre 2025, si parlerà del futuro del caffè anche nel ricco palinsesto di eventi, che vede il ritorno a Milano del World Barista Championship.

Nescafé Harajuku: a Tokyo il bar con le cabine per dormire

Nel Nescafé Harajuku di Tokyo è possibile consumare un caffè e dormire in una delle cabine appositamente progettate dotate di sgabelli inclinati, luci regolabili e prese di corrente. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Rebecca Manzi per il portale d’informazione Green Me.

Il Nescafé Harajuku di Tokyo

TOKYO – In Giappone, la cultura del lavoro e l’attenzione al benessere si fondono in una curiosa innovazione introdotta dal Nescafé Harajuku di Tokyo: un pacchetto che, per circa 5 euro, include un caffè e la possibilità di fare un breve pisolino in cabine appositamente progettate.

Questa iniziativa si basa sull’inemuri, un concetto nipponico che unisce il sonno alla presenza, spesso osservato nei microsonni pubblici di chi vive l’intenso ritmo lavorativo giapponese.

Le postazioni per il riposo, situate al piano superiore del locale, non sono né letti né divani, ma spazi simili a cabine telefoniche, dotate di sgabelli inclinati, luci regolabili e prese di corrente.

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Lavazza vola col fatturato a 3,35 miliardi, +9,1%, utile netto a 82 milioni, +20,6%, e lancia Tablì, tab al 100% caffè senza involucro, Baravalle: “Crescita negli Usa e coi dazi produrremo di più là”

TORINO – Il Consiglio di amministrazione del Gruppo Lavazza ha approvato il progetto di Bilancio consolidato al 31 dicembre 2024. L’amministratore delegato ha infine comunicato i principali indicatori finanziari e presentato Tablì, definendola “una rivoluzione nel mondo del caffè”.

Le parole di Antonio Baravalle, ceo del Gruppo Lavazza:

“L’industria del caffè si trova ad affrontare sfide sempre più complesse, in un contesto macroeconomico e geopolitico critico ed estremamente volatile che vede un aumento costante dei costi delle materie prime. La qualità per noi è fondamentale e rimane la base del nostro rapporto di fiducia con i consumatori, il che significa continuare a far fronte a costi molto elevati.”

Prosegue Baravalle: “In questo quadro, il Gruppo Lavazza ha dimostrato forza e flessibilità, raggiungendo nel 2024 risultati solidi. Le turbolenze hanno richiesto più che mai una costante capacità di adattamento e di gestione dei costi a tutti i livelli, sia operativi che di capitale, mantenendo l’azienda su buoni livelli di redditività. Questo ci ha permesso di continuare a preservare e valorizzare le nostre Persone e di mantenere la capacità di investimento, necessaria per essere sempre più competitivi nello scenario globale del mercato del caffè”.

Lavazza Antonio Baravalle mercato cinese
Antonio Baravalle, amministratore delegato Lavazza

Baravalle conclude: “Il 2025 si è aperto con una traiettoria ancora molto complessa: non solo lo scenario geopolitico sempre più complicato, ma anche ulteriori aumenti record delle quotazioni delle materie prime, a cui si aggiunge l’attuale tematica dei dazi per gli Stati Uniti. Nonostante queste difficoltà, abbiamo sempre voluto mantenere i nostri investimenti in Ricerca e Sviluppo, e nell’anno del nostro 130° anniversario siamo pronti a rilanciare con l’innovativo sistema Tablì, che ci permette di aprire una nuova categoria merceologica – la “tab” fatta 100% di caffè – in un segmento strategico come quello del single-serve”.

Contemporaneamente il Gruppo Lavazza ha presentato in anteprima Tablì, il sistema porzionato innovativo per una nuova esperienza di consumo

La svolta importante non solo per il Gruppo, ma per l’intero settore, è così presentata: il sistema prozionato Tablì – che si compone di una tab 100% caffè e di una macchina appositamente studiata con un sistema di erogazione all’avanguardia – apre una nuova categoria merceologica nel mondo del caffè grazie a una soluzione non presente ad oggi sul mercato.

Secondo la Lavazza Tablì è la prima tab 100% caffè sviluppata a seguito dell’acquisizione nel 2020 di una start up italiana, Caffemotive, e della sua idea di “tab”: da lì, un percorso di innovazione continua che conta oltre 15 nuovi brevetti e che ha rivoluzionato l’idea iniziale, creando un vero e proprio sistema composto da tab e macchina, sviluppando una nuova tecnologia per la produzione della tab e mettendo a punto un progetto su scala industriale, con garanzia di qualità eccellente e costante.

La perfetta combinazione di ricerca e design, infatti, permette di esaltare l’aroma, il colore e il gusto del caffè per offrire un’esperienza sensoriale completa, con una straordinaria qualità in tazza senza bisogno di alcun involucro protettivo per l’estrazione del caffè.

Il segmento single-serve/monoporzionato rappresenta una componente strategica nel mercato globale del caffè, sia in termini di crescita che di adattamento alle nuove esigenze dei consumatori, proponendo soluzioni pratiche e di alta qualità per il consumo domestico di caffè. Nel 2024, il segmento a livello globale ha visto un incremento a volume di oltre il +4% e a valore di oltre il +3%. Le soluzioni di economia circolare sono un fattore di sviluppo del segmento e Tablì si inserisce in questo contesto andando ad affiancare le altre proposte caffè macinato, grani, capsule e cialde del Gruppo Lavazza per il consumo domestico.

La presentazione di Tablì sarà aperta al pubblico dal 6 al 13 aprile in occasione della Milano Design Week 2025, con l’installazione Source of Pleasure realizzata in collaborazione con l’architetta e designer brasiliana Juliana Lima Vasconcellos, un progetto site-specific al centro del cortile del Palazzo del Senato, sede dell’Archivio di Stato di Milano.

Bilancio consolidato: Principali indicatori dell’esercizio 2024

L’esercizio 2024 è stato caratterizzato da un’ulteriore impennata delle quotazioni del caffè, che ha visto aumenti di oltre il +70% rispetto 2023 sia per l’Arabica che per la Robusta, aumento sul quale insiste il perdurare di quotazioni estremamente elevate anche nel 2025 (un aggiuntivo +20% per l’Arabica e +10% per la Robusta nei primi mesi del nuovo anno).

Nel comunicato Lavazza la persistenza dell’aumento del costo delle materie prime e del contesto inflattivo ha avuto un effetto sui prezzi al consumo, impattando negativamente sul potere d’acquisto dei consumatori in tutti i mercati e le geografie. Questo fenomeno ha portato a un calo dei volumi di vendita, generando una contrazione media del mercato del caffè globale di circa il -3,5% solo negli ultimi due anni, a dimostrazione delle difficoltà che l’intero settore sta sostenendo.

Il Gruppo Lavazza ha affrontato queste turbolenze con una forte attenzione nella gestione dei costi a tutti i livelli, sia operativi che di capitale. La strategia del Gruppo si è focalizzata sulla protezione della redditività, per consentire la tutela e valorizzazione dei collaboratori e la capacità di investimento, fondamentale per rimanere competitivi nello scenario globale del mercato del caffè.

Tra gli altri punti di forza, la diversificazione geografica ha consentito di assorbire meglio gli impatti negativi in Europa, confermando la resilienza e la capacità di adattamento del Gruppo in un contesto competitivo difficile. Questo ha permesso di concentrare le energie sulla crescita negli Stati Uniti, con un incremento del 12% del fatturato, e di mantenere una presenza importante e un ruolo di leadership nei mercati europei maturi dove, nonostante un calo dei volumi, il fatturato registra andamenti positivi nelle geografie chiave, come ad esempio Italia e Francia (rispettivamente +4% e +2%).

Entrando nel dettaglio dei risultati, nel 2024 il Gruppo ha registrato una crescita del fatturato sia nel canale Casa (che include tutti i prodotti di caffè che sono destinati all’uso domestico, come le confezioni di caffè macinato, le capsule, le cialde e i chicchi di caffè) sia nel canale Fuori Casa (i prodotti di caffè destinati all’uso in bar, ristoranti, hotel, uffici, distributori automatici), arrivando a 3,35 miliardi, con un +9,1% rispetto al 2023 in cui aveva registrato ricavi per €3,1 miliardi.

L’EBITDA del Gruppo, pari a € 312 milioni, mostra una crescita (+18,6%) rispetto a € 263 milioni del 2023, con un EBITDA margin pari al 9,3%, rispetto al 8,6% del 2023.

L’EBIT si è attestato a € 130 milioni, rispetto a € 97 milioni dell’esercizio 2023

L’utile netto è stato pari a 82 milioni, rispetto ai € 68 milioni dello scorso esercizio (+20,6%).

La posizione finanziaria netta a fine 2024 è negativa per – €511 milioni e riflette le operazioni straordinarie, in particolare l’OPA su IVS Group (IVSG) attuata nell’esercizio 2024.

La struttura dell’operazione su IVS Group – primo operatore nel vending in Italia e secondo in Unione Europea – ha portato all’acquisizione del 49% di IVSG tramite OPA, e successivo delisting. È previsto un eventuale esercizio delle opzioni a partire dal 2027, in seguito alle quali, subordinatamente all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni regolamentari, il Gruppo Lavazza potrebbe acquisire il controllo su IVSG.

Lavazza Antonio Baravalle
Antonio Baravalle Lavazza

“Il 2024 ha segnato il primo anno completo dall’acquisizione di MaxiCoffee, avvenuta a marzo 2023, i cui risultati hanno confermato le previsioni, attestandosi su livelli consistenti e rafforzando la strategia multibrand del Gruppo Lavazza. Inoltre, l’OPA lanciata ad aprile scorso su IVS Group e il possibile esercizio delle opzioni a partire dal 2027 contribuirebbero a consolidare la posizione del Gruppo, garantendo l’espansione futura del nostro portafoglio e delle nostre capacità, con un focus particolare sui canali Distribuzione Automatica e OCS (Office Coffee Service) – aggiunge Antonio Baravalle, ceo del Gruppo Lavazza “Continuiamo a guardare avanti, con l’espansione in Nord America, il consolidamento in Europa come leader omnichannel (con focus su Italia, Francia, UK e Germania), lo sviluppo del segmento single-serve anche con Tablì e la crescita in Cina attraverso i coffee shop realizzati con il nostro partner Yum China”.

I dipendenti del Gruppo nel 2024 sono oltre 5.500 nel mondo

Lavazza, sempre in ottica di integrazione dei principi ESG nel proprio modello di business, considera il capitale umano la risorsa primaria per un percorso di sviluppo sostenibile e di lungo termine per un Gruppo che sta diventando sempre più globale, e continuerà a investire nelle persone per promuovere un clima lavorativo positivo, inclusivo e guidato da merito ed equità, in cui sono coniugate le esigenze di flessibilità organizzativa e produttiva con quelle di un migliore work-life balance (tra cui esteso programma welfare, possibilità di smart working di 10 giorni al mese, congedi care-giver e di paternità ampliati, “venerdì brevi” nei mesi estivi).

Anche nel 2024, in linea con le pratiche consolidate e previste nell’ambito dei contratti integrativi aziendali, tutti i dipendenti sono stati attivamente coinvolti e hanno beneficiato di sistemi incentivanti, progettati per premiare e favorire una cultura orientata al raggiungimento degli obiettivi.

Le cifre erogate in Italia, a fronte del raggiungimento dei risultati 2024, si confermano ancora una volta molto significative, anche perché collegate a sistemi di ridistribuzione del valore effettivamente generato, arrivando a riconoscere un premio per obiettivi che, sia per gli uffici direzionali che per le principali unità produttive italiane, ha raggiunto un importo fino a 3.800 euro lordi per ogni Persona.

La scheda sintetica del Gruppo Lavazza

Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è un’azienda italiana produttrice di caffè di proprietà dell’omonima famiglia da quattro generazioni. Il Gruppo è oggi tra i principali protagonisti nello scenario globale del caffè, con un portfolio di marchi leader nei mercati di riferimento come Lavazza, Carte Noire, Merrild e Kicking Horse.

È attivo in tutti i segmenti di business, presente in 140 mercati, con 8 stabilimenti produttivi in 5 Paesi. La presenza globale è frutto di un percorso di crescita che dura da 130 anni e gli oltre 30 miliardi di tazzine di caffè Lavazza prodotti all’anno sono oggi la testimonianza di una grande storia di successo, per continuare a offrire il miglior caffè possibile in qualsiasi forma, curando ogni aspetto della filiera, dalla selezione della materia prima al prodotto in tazza.

Il Gruppo Lavazza ha rivoluzionato la cultura del caffè grazie ai continui investimenti in Ricerca e Sviluppo: dall’intuizione che ha segnato il primo successo dell’impresa – la miscela di caffè – allo sviluppo di soluzioni innovative per i packaging; dal primo espresso bevuto nello Spazio alle decine di brevetti industriali sviluppati.

Un’attitudine a precorrere i tempi che si riflette anche nell’attenzione rivolta al tema della sostenibilità – economica, sociale e ambientale – considerata da sempre un riferimento per indirizzare la strategia aziendale. “Awakening a better world every morning” è il purpose del Gruppo Lavazza, che ha l’obiettivo di creare valore sostenibile per gli azionisti, i collaboratori, i consumatori e le comunità in cui opera, unendo la competitività alla responsabilità sociale e ambientale.

Matteo Parisi e Viola Cereda, Vinhood: “Con l’app troviamo il caffè più adatto a ciascuno”

MILANO – Vinhood è una realtà nata nel 2016 con l’idea di connettere il mondo dei consumatori con quello delle aziende. Inizialmente era focalizzata solo sulla filiera del vino (da qui l’origine del nome) ma, con il tempo, il brand ha cominciato a specializzarsi anche attraverso il caffè.

Grazie all’innovativa web app, Vinhood suggerisce il caffè più adatto a ciascun utente, ponendo una serie di domande sulle preferenze alimentari necessarie all’algoritmo per calcolare il profilo sensoriale e aiutare il consumatore finale ad una scelta più consapevole.

Per saperne di più, abbiamo chiesto a Matteo Parisi, co-founder dell’azienda e a Viola Cereda, responsabile del dipartimento Sensory, maggiori informazioni sul progetto.

Parisi, come è nato Vinhood e con quale scopo?

Parisi racconta: “Siamo nati nel 2016 con l’obiettivo di mettere in contatto il mondo dei consumatori e quello della filiale di prodotto. Abbiamo iniziato con il vino per poi passare anche al caffè. Il nostro core business è lo studio e il lavoro sul gusto. Andiamo a creare esperienze di ingaggio che trasformiamo successivamente in strumenti, i quali vengono donati ai consumatori per comprendere meglio il loro gusto personale, conoscendo il loro palato tramite domande appositamente studiate sulle abitudini gustative.

Questo ci dà modo, grazie al nostro algoritmo proprietario, di comprendere le loro risposte e analizzarne gli impatti sulle essenze gustative. Il nostro modello proprietario riesce quindi dalle risposte date e le logiche algoritmiche sottostanti a formare in seguito il profilo del palato.

Sul caffè, ad esempio, abbiamo cinque caratteri di gusto. E, una volta che è stato formato il carattere del gusto del cliente, vengono consigliati i caffè perfetti in base al suo profilo. Questo sistema è stato scelto da varie aziende per ingaggiare i propri consumatori. Ad oggi lavoriamo con più di 40 Paesi al mondo.

Raccogliamo una serie di dati con cui studiamo i trend di gusto dei mercati, grazie ai quali aiutiamo le aziende anche a comprendere e a predire i gusti che ci saranno, in maniera tale da ottimizzare o lanciare un nuovo prodotto e capire come entrare al meglio in un determinato settore.

L’app di Vinhood (immagine concessa)

Abbiamo sia un dipartimento dedicato alla sensory data, formato da data analist del gusto, sia da esperti del prodotto, perciò composto da sommelier del vino fino ad arrivare ai caffesperti. Ogni specifico prodotto deve essere trattato con i rispettivi esperti del settore. Oltre a questo, sempre per rimanere nell’ambito del caffè, abbiamo una grande rete di aziende torrefattrici e di istituzioni, come l’Università di Firenze Scienze Sensoriali, con cui collaboriamo ogni volta che facciamo studi approfonditi o abbiamo progetti a tema”.

Come curate l’aspetto della sostenibilità?

Il progetto Vinhood nasce dalla mission di educare i consumatori. Non andiamo a proporre brand di caffè o miscele a caso ma vogliamo essere il punto di riferimento per educare il consumatore ad essere indipendente e ad arrivare ad un acquisto consapevole in piena autonomia.

Oltre a ciò, aiutiamo con i nostri dati e la conoscenza di trend di gusto le aziende a lavorare con i prodotti free from come, ad esempio, low sugar o no fat. Grazie alla collaborazione con Vinhood si rendono questo tipo di offerte più accessibili a tutti, a livello gustativo.

Il test del gusto (immagine concessa)

In alcuni supermercati, come Iper o Conad, sono presenti i nostri totem digitali, focalizzati su vino e birra, grazie ai quali il consumatore può riapprendere meglio determinati contenuti, in maniera tale da aiutarli verso una scelta più consapevole del prodotto.

 Inoltre, sempre sulle schede di prodotto, ci sono anche informazioni sulla parte sostenibile dedicata alla componente packaging”.

Avete partecipato al SIGEP. Avete riscontrato interesse da parte delle aziende?

“Assolutamente sì. Abbiamo partecipato per incontrare i nostri clienti di persona e per conoscere nuove realtà, anche sul fronte del caffè, per raccontare loro il nostro percorso. L’apertura mentale verso l’innovazione e l’interesse al comprendere sempre di più i gusti del consumatore nel settore del caffè sono in rapida ascesa, soprattutto se paragonati al periodo pre-Covid. Ci sono molte più realtà interessate nel modo in cui si sta modificando il consumo diverso del prodotto.

Il nostro test che abbiamo introdotto è un modo per lanciare un approccio che parte dai consumatori stessi”.

Questo interesse si riscontra anche nella web app di Vinhood?

“Assolutamente. Riscontriamo un forte utilizzo dei nostri servizi di ingaggio. Sia dai dati inviati dai clienti che da quest’ultimi che ci chiamano per avere questo servizio. Stesso discorso vale per i progetti sensoriali: il 75% dei nuovi prodotti fallisce entro un anno dal lancio.

Più della metà di questi riscontrano la causa del fallimento nel momento della verità in cui i clienti assaggiano il prodotto per la prima volta. Questo fa capire quanto sia importante il gusto nel prodotto.

Le aziende, ad oggi, per creare un nuovo prodotto spendono in media 1-2 anni di sviluppo e possono arrivare a pagare fino 2 milioni di euro. Perciò aiutiamo le aziende ad accorciare e a risparmiare per la creazione del prodotto. Bisogna calcolare anche questo aspetto quando si parla di sostenibilità considerando che aiutiamo a mitigare gli sprechi. C’è dunque sempre un maggiore attenzione anche da parte delle aziende”.

Nell’app è possibile interagire con gli esperti del caffè e creare così un forte senso di community

“L’app propone al cliente varie esperienze e anche appuntamenti, proposti da noi o da nostri partner, dove spingiamo ad interagire direttamente con la filiera confrontandosi con i più esperti: ciò rende il consumatore finale sempre più consapevole nei suoi acquisti”.

Cereda, come viene studiata la taste identity del consumatore? Quali parametri e domande avete scelto per indicare qual è il caffè più adatto per ciascuno nell’app?

Viola Cereda spiega: “Il nostro approccio allo studio della taste identity del consumatore si basa su un modello di segmentazione degli individui in base alle loro preferenze sensoriali.

Viola Cereda (immagine concessa)

Attraverso quello che chiamiamo “Test del Gusto” analizziamo parametri chiave come dolcezza, amarezza, acidità e la preferenza per specifiche famiglie aromatiche, parametri che ci aiutano a definire le preferenze degli individui e calcolare il loro profilo. Una volta ottenuto il profilo dell’individuo capiamo qual è il prodotto che presenta le caratteristiche sensoriali più vicine ad esso.

Per determinare il caffè più adatto a ciascun utente, poniamo una serie di domande sulle preferenze alimentari necessari all’algoritmo per calcolarne il profilo (taste identity).

Successivamente l’algoritmo confronta questo input con i profili dei prodotti, garantendo una raccomandazione personalizzata. Questo metodo ci permette di andare oltre le semplici dichiarazioni di preferenza, individuando pattern più profondi e aiutando i consumatori a scoprire il caffè più in linea con la loro identità sensoriale”.

Com’è il palato degli italiani riguardo il caffè? Come si differenzia dall’estero?

Sulla base dei dati a nostra disposizione, possiamo affermare che in Italia il segmento di consumatori più abbondante predilige ancora caffè torrefatti, caratterizzati da una nota amara moderata e da note aromatiche scure di cacao o cioccolato. Questa preferenza è probabilmente influenzata e rafforzata dalla grande familiarità con l’espresso, che rappresenta un elemento centrale nella quotidianità di molte persone.

Tuttavia, esiste anche un altro segmento di consumatori con un gusto orientato verso caffè dall’acidità delicata, in cui la dolcezza resta percepibile grazie a una torrefazione meno intensa e le cui note aromatiche si allontanano da quelle più scure e spazio tra note più fruttate e dolci. Ciò che risulta interessante è che questa tipologia di consumatori è molto più diffusa in altri Paesi, come ad esempio in Francia”.

Mercati: ecco come i dazi di Trump potrebbero cambiare il commercio mondiale del caffè

MILANO – Il tonfo delle borse, all’indomani dell’annuncio dei dazi di Trump, non contagia i mercati del caffè, che subiscono perdite contenute: a Londra la prima posizione chiude addirittura in rialzo. In una giornata in cui Wall Street ha bruciato 2.000 miliardi di dollari, i listini europei 422 miliardi di euro e il petrolio è arrivato a perdere il 7%, i futures del caffè hanno registrato ribassi contenuti riflettendo fondamentali solidi, ma anche i timori che le tariffe elevate imposte ad alcuni importanti paesi produttori possano gravare sulla supply chain degli Stati Uniti, il massimo paese consumatore mondiale di caffè.

A dare supporto ai mercati hanno contribuito inoltre l’andamento negativo del dollaro e il taglio della stima sulla produzione brasiliana da parte di StoneX.

A New York, il contratto per scadenza maggio è arretrato di meno dell’1% (360 punti), a 385,25 centesimi.

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Cimbali Group celebra la Giornata nazionale del made in Italy con un’iniziativa speciale

BINASCO (Milano) In occasione delle celebrazioni dedicate alla Giornata nazionale del Made in Italy, Cimbali Group – azienda riconosciuta come impresa storica nel Registro Imprese Storiche di Unioncamere e detentrice di tre marchi iscritti nel Registro speciale dei Marchi Storici d’interesse nazionale del MIMIT – attraverso il suo museo d’impresa MUMAC, organizza un’iniziativa speciale dedicata all’eccellenza italiana nel mondo del caffè.

Cimbali Group per la Giornata nazionale del Made in Italy

Da oltre un secolo, Cimbali Group è simbolo del Made in Italy a livello internazionale. La scelta di partecipare ai festeggiamenti dedicati alla Giornata nazionale del Made in Italy, si inserisce in un percorso di valorizzazione della cultura d’impresa che, da sempre, il Gruppo porta avanti raccontando la storia e l’innovazione delle macchine per caffè espresso, e con la partecipazione ad associazioni come Museimpresa e, da oggi, anche attraverso l’adesione all’Associazione Marchi Storici d’Italia.

“Per noi è motivo di orgoglio e soddisfazione che tre dei nostri marchi siano stati riconosciuti tra quelli storici d’interesse nazionale. Da sempre la nostra identità aziendale ci porta alla ricerca continua della qualità in tazza non dimenticando mai di valorizzare e promuovere i valori legati alla cultura d’impresa e al Made in Italy che sono un elemento distintivo nel mondo.Celebrare questa giornata è per noi un’occasione per ribadire questo impegno e per sottolineare quanto sia importante raccontare l’italianità anche attraverso la storia delle nostre imprese”, ha commentato Fabrizia Cimbali, amministratore delegato Cimbali Group.

Cimbali Group con MUMAC apre quindi le sue porte con un evento speciale – in programma il 6 aprile dalle 16.30 alle 21.00 -, che racconta il valore del Made in Italy attraverso le storie, i marchi storici, le fondazioni culturali, i musei d’impresa, le loro collezioni e gli archivi, riconoscendone il ruolo sociale e il contributo allo sviluppo economico e culturale del Paese.

L’appuntamento si sviluppa attraverso una tavola rotonda d’eccezione e l’esposizione fotografica “Donne motori? Gioie e basta”. L’obiettivo? Dare voce ad un sistema che, attraverso la cultura, l’arte e la bellezza, dà valore alle eredità culturali che si celano dietro al “saper fare italiano”, anche in relazione ai patrimoni identitari rappresentati, custoditi e valorizzati dalle collezioni aziendali.

Al centro dell’evento, la tavola rotonda “Imprese tra storia, design, identità e innovazione”, moderata da Barbara Foglia, MUMAC Director, che riunirà esperti di rilievo nel panorama culturale e imprenditoriale italiano:

  • Antonio Calabrò, Presidente Museimpresa
  • Giovanna Castiglioni, Fondazione Achille Castiglioni
  • Fabrizia Cimbali, Amministratore delegato Cimbali Group
  • Elisabetta Cozzi, Presidente Museo Fratelli Cozzi
  • Armando de Nigris, Vicepresidente dell’Associazione Marchi Storici e Presidente Gruppo Giovani dei Marchi Storici
  • Cinzia Pagni, Presidente ADI Lombardia

La mostra fotografica “Donne e Motori? Gioie e basta”

In collaborazione con il Museo Fratelli Cozzi, il MUMAC ospiterà la mostra fotografica “Donne e Motori? Gioie e basta”, un progetto dell’Associazione Friends of Museo Fratelli Cozzi, con scatti della fotografa Camilla Albertini. Attraverso le immagini di 40 donne scelte per il loro impegno professionale, sociale, politico

e culturale, a bordo delle storiche auto Alfa Romeo conservate al Museo Fratelli Cozzi, l’esposizione racconta il superamento di luoghi comuni e stereotipi di genere, permettendo all’osservatore di cogliere l’elemento narrativo di rispetto e considerazione, in un’ottica di responsabilità sociale d’impresa che si fa attenta promotrice dei valori legati alla vera parità di genere, attraverso la bellezza e l’eleganza delle persone e delle auto ritratte.

Dopo il successo alla Camera dei Deputati, al Consiglio Regionale della Lombardia e in altre sedi culturali italiane e internazionali, la mostra approda al MUMAC con un inedito scatto speciale, ad opera della fotografa Camilla Albertini. Barbara Foglia ed Elisabetta Cozzi, insieme a Fabrizia Cimbali, condividono l’obiettivo con un’iconica Alfa Romeo Giulia SS e testimoniano ancora una volta l’importanza della collaborazione tra musei d’impresa che fanno della loro identità un marchio distintivo.

La scheda sintetica di Cimbali Group

Cimbali Group è tra i principali produttori di macchine professionali per caffè e bevande a base di latte e di attrezzature dedicate alla caffetteria. Il Gruppo, di cui fanno parte i brand La Cimbali, Faema, Slayer e Casadio, opera attraverso tre stabilimenti produttivi in Italia e uno negli Stati Uniti (a Seattle, dove vengono prodotte le macchine a marchio Slayer), impiegando complessivamente oltre 800 addetti.

L’impegno del Gruppo per la diffusione della cultura del caffè espresso e per la valorizzazione del territorio si è concretizzato nel 2012 con la fondazione del MUMAC – Museo della Macchina per Caffè, la prima e più grande esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine per il caffè espresso situata all’interno dell’headquarter di Cimbali Group a Binasco. MUMAC ospita MUMAC Academy, l’accademia della macchina per caffè di Cimbali Group, centro di formazione, divulgazione e ricerca.

La scheda sintetica di MUMAC – Museo della macchina per caffè di Cimbali Group

Nato nel 2012 in occasione del centenario della fondazione dell’impresa da parte di Giuseppe Cimbali a Milano, il museo, grazie alle collezioni Cimbali e Maltoni, è la più grande esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine professionali per il caffè espresso; con oltre 100 pezzi esposti all’interno dell’headquarter di Cimbali Group situato a Binasco (Milano) racconta più di 100 anni di storia e dell’evoluzione di un intero settore del Made in Italy, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche del design e dello stile dei prodotti e dei costumi legati al consumo della bevanda.

Oltre alle macchine esposte, MUMAC è dotato di altri 250 pezzi a disposizione per rotazioni all’interno del museo o prestiti worldwide, di un fondo librario con circa 1.300 volumi tematici e di un archivio con decine di migliaia di documenti tra foto, brevetti, lettere, cataloghi, utili a ricostruire la storia della macchina per caffè espresso. MUMAC produce contenuti culturali originali quali mostre, tavole rotonde e volumi divulgativi (tra cui il libro SENSO ESPRESSO. Coffee. Style. Emotions), organizza iniziative educational dedicate a scuole, università e famiglie e, attraverso MUMAC Academy, propone corsi rivolti ai professionisti del settore e ai coffee lover.

Andrea Bazzara racconta Trieste Coffee Experts: “Divulgare la cultura del chicco è una responsabilità e un dovere”

Andrea Bazzara ci racconta come nasce l’idea del Trieste Coffee Experts e le grandi novità previste per l’ottava edizione che si terrà il 6 e 7 dicembre all’hotel Savoia Excelsior  Palace di Trieste. Un’edizione importante, intitolata “Coffee Megatrends”, la cui ambizione è quella di compattare ancor di più il settore caffè con l’obiettivo di trovare soluzioni collettive al momento caotico che sta avvolgendo l’intero comparto.

Bazzara, perché organizzare il Trieste Coffee Experts?

La risposta è abbastanza semplice: il Trieste Coffee Experts nasce dall’esigenza di creare un punto d’incontro per un gruppo di persone che ha a cuore le sorti del caffè.

Un’esigenza che abbiamo percepito nel corso degli anni, e che ci ha spinto a pensare a un format dedicato alla riflessione e al dialogo. Il TCE è un evento capace di radunare il comparto con l’obiettivo di fare rete.

E più il mondo del caffè riuscirà a stringere le maglie di questa rete, più si dimostrerà impermeabile e resiliente di fronte alla mole di critiche e all’abbandono generalizzato che spesso aleggia su una filiera così importante per il nostro Paese”.

Esigenza che porta all’ideazione degli Stati Generali?

“Certo. In un momento molto caotico per il comparto, il Trieste Coffee Experts diventa una manifestazione ancora più strategica e gli Stati Generali del Caffè, che si terranno durante l’edizione “Coffe Megatrends” del 6 e 7 dicembre, nascono non da una trovata individuale, ma da un’esigenza collettiva, espressa a gran voce proprio dai partecipanti della settima edizione.

Al Trieste Coffee Experts, non ci sarà lo spazio per la parola “paura”, ma ci sarà sempre posto per la voce di chi vuole trovare una strada comune, perché oggi fare rete non è una possibilità, fare rete è l’unica via. E gli Stati Generali rappresentano in questo la massima espressione del confronto, che deve necessariamente portare il comparto a soluzioni corali e durature nel tempo”.

Bazzara, si prevedono altre importanti novità?

“L’ottava edizione del TCE si amplia con l’apertura dell’evento al mondo delle torrefazioni. E quando parliamo di torrefattori, bisogna sicuramente sottolineare il sostegno che ci stanno dando realtà importanti come l’Associazione Caffè Trieste con Presidente Arianna Mingardi, il Gruppo Italiano Torrefattori Caffè con Presidente Omar Zidarich, il Consorzio di tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale con Presidente Giorgio Caballini e l’Istituto Nazionale Espresso Italiano (Inei) presieduto da Luigi Morello.

Non bisogna dimenticare che i torrefattori sono tra i più importanti ambasciatori dell’espresso italiano nel mondo e la loro presenza è cruciale per elevare il livello della rassegna e tracciare una strada comune”.

Obiettivo fare rete, ma anche divulgare…

Sì, divulgare è una responsabilità, un dovere. Sono anni che indirizziamo gran parte dei nostri sforzi verso una diffusione e condivisione della cultura del caffè di qualità, sia a livello nazionale che internazionale. Lo facciamo attraverso l’Academy, attraverso la creazione di libri, attraverso la realizzazione di collane video, attraverso la pubblicazione di numerosi articoli su riviste del settore e ovviamente attraverso anche l’organizzazione di eventi come il Trieste Coffee Experts.

Ci impegniamo affinché il TCE rappresenti anche uno spazio in grado di appassionare il pubblico esterno e avvicinare i non addetti ai lavori al magico mondo del caffè.

Per questa ragione la conferenza sarà disponibile in diretta streaming, sia in italiano che in inglese. Viviamo un periodo storico in cui non ci possiamo permettere di stare tra le mura del castello, ma dobbiamo uscire e fare chiarezza, discutere, raccontare. Insomma divulgare”.

Con quali aspettative prepararsi all’ottava edizione?

Non bisogna vivere di aspettative, ma di fatti. Tuttavia sicuramente la risposta di media e partner di caratura internazionale mi ha fatto pensare ancora una volta quanto noi italiani abbiamo tutte le potenzialità per diffondere la cultura del caffè di qualità. Se questa bevanda viene sempre più apprezzata in tutto il mondo, specie nei mercati emergenti di India e Cina, questo lo si deve anche al saper fare italiano. Ambasciatori di un elisir che scandisce la quotidianità di oltre un miliardo e mezzo di persone in tutto il mondo.

Noi Bazzara siamo orgogliosi di quanto fatto per il comparto in questi lunghi anni, ma se il Trieste Coffee Experts è riuscito a concretizzarsi, passando da sogno a realtà duratura – siamo all’ottava edizione – bisogna ringraziare anche i nostri sponsor.

Stiamo parlando di grandi nomi quali: Clubhouse, IMF, Alkaff, Brita, Demus, Ima Petroncini, Opem, Colombini, Pulycaff, e molti altri… tanti amici che ci hanno sempre sostenuto, iniziando il percorso con noi senza mai abbandonarlo in tutti questi anni. L’attenzione e la dedizione che hanno sempre messo anche nel diffondere e comunicare il nostro evento è l’energia che fa splendere rassegne tra le quali il Trieste Coffee Experts”.