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mercoledì 27 Novembre 2024
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La Cafeteria Donald di Siviglia assume solo camerieri over 45, proprietario: “Giovani senza voglia di lavorare”

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Cafeteria Donald (immagine: Google Mpas)

Il bar di Siviglia La Cafeteria Donald ha deciso di assumere solo camerieri over 45. Secondo il proprietario del locale Mariano Garcia, i camerieri più maturi hanno maggiore esperienza e voglia di lavorare rispetto ai giovani. È stata un’esperienza negativa a portare il proprietario di Cafeteria Donald in questa direzione.

Garcia, come riportato da Il Giornale d’Italia, rivela: “È arrivato un nuovo cameriere e ha detto che aveva problemi con la sua banca e mi ha chiesto di pagarlo cash. Di solito pago i miei dipendenti il ​​25 di ogni mese. Questo è stato pagato e non ho sue notizie da una settimana”. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo del quotidiano Il Giornale d’Italia.

Bar di Siviglia assume solo camerieri over 45

SIVIGLIA – Un bar di Siviglia si trova costretto ad assumere solo camerieri over 45. Il proprietario ha spiegato il perché: “Alcuni scompaiono e ad altri bisogna pagare la buonuscita che vale come se lavorassero un altro mese. Non amano la professione – insiste l’imprenditore – né vogliono imparare, vogliono solo lavorare sette ore e scappare”. In poche parole, non hanno voglia. Ecco perché Mariano Garcia, proprietario del locale Cafeteria Donald che si trova in via Canalejas, nel centro della città andalusa, è stato costretto a questa svolta.

Pagare un giovane inesperto quanto un cameriere con anni di esperienza non conviene proprio per questo. Con l’estate alle porte, chiunque abbia più di 45 anni, ha la possibilità di trovare un lavoro ben retribuito in Spagna. Porte aperte ai camerieri più esperti, anche perché pagare un giovane “mi costa 2.400 euro al mese insegnare a una persona tra stipendio, previdenza sociale, ritenute… Non può essere che una persona senza esperienza guadagni quanto qualcuno che ce l’ha”.

È stata un’esperienza negativa a portare Garcia in questa direzione: “È arrivato un nuovo cameriere e ha detto che aveva problemi con la sua banca e mi ha chiesto di pagarlo cash. Di solito pago i miei dipendenti il ​​25 di ogni mese. Questo è stato pagato e non ho sue notizie da una settimana”.

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SLAYER presenta l’innovativa Steam Single, la macchina per fare l’espresso a gruppo unico

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Steam Single, la macchina per espresso a gruppo unico (immagine concessa)

SEATTLE, Stati Uniti – SLAYER Espresso Machines, azienda riconosciuta su scala globale per le proprie tecnologie all’avanguardia e l’incessante impegno per l’evoluzione dello specialty coffee, ha svelato la nuova macchina per espresso a gruppo unico Steam Single, studiata per combinare design rivoluzionario, accessibilità e qualità superiore. Oltre a essere la terza soluzione ad arricchire l’apprezzata linea Steam, Steam Single inoltre soddisfa le attese del mercato confermando la dedizione dell’azienda per l’innovazione e l’eccellenza nel campo del caffè.

Una qualità assoluta sommata a un valore eccezionale

Il motto di SLAYER, “Make Coffee Better”, è ribadito anche dall’ultima novità dell’azienda. Prodotto a Seattle utilizzando esclusivamente materiali premium, il modello Steam Single fa affidamento sull’esperienza di Steam EP e Steam LP per soddisfare al meglio le esigenze degli utenti professionali e domestici.

La nuova macchina Steam Single Slayer (immagine concessa)

“Siamo felicissimi di presentare Steam Single, un prodotto contraddistinto da delle caratteristiche uniche. Il nostro incrollabile impegno verso l’eccellenza dei materiali, dell’artigianalità e del design, che si traduce in prestazioni e longevità senza precedenti per tutti i nostri prodotti, ci rende profondamente orgogliosi”, ha dichiarato Tommy Gallagher, Brand and Product Manager di SLAYER Espresso. “Steam Single non è una semplice macchina per espresso, ma un simbolo di qualità e innovazione che permetterà all’esperienza del caffè di raggiungere livelli inediti.”

La nuova Steam Single (immagine concessa)

Un controllo impareggiabile e risultati costanti

Presente per la prima volta in una macchina per caffè espresso SLAYER, il serbatoio interno per l’acqua permette una configurazione rapida e consente di avviare l’erogazione poco dopo l’installazione. Grazie alla Barista Dashboard, tanto compatta quanto intuitiva, è possibile inserire manualmente le proprie impostazioni preferite, “registrare” il tipo di caffè desiderato e, infine, “riprodurlo” per tutto il giorno per un output volumetrico replicabile.

Baristi e utenti domestici, inoltre, possono impostare la pre-infusione del caffè prima dell’estrazione per ottenere maggiore uniformità durante l’erogazione e la migliore estrazione. Il modello Steam Single è stato progettato per valorizzare i caffè monorigine, pur facendo emergere anche il meglio dalle miscele.

Steam Single vista di lato (immagine concessa)

Design compatto, prestazioni impressionanti

La macchina per caffè espresso Steam Single completa l’offerta del brand. Le sue dimensioni ridotte la rendono adatta a tutti gli appassionati e professionisti del caffè che non vedono l’ora di possedere una soluzione compatta a marchio SLAYER.

“Lavorare al design di Steam Single, reinventando una macchina iconica e amata da tutti, è stato davvero entusiasmante”, ha commentato Chris Flechtner, Designer di SLAYER. “Abbiamo rivoluzionato e compresso le opzioni precedenti per ottenere proporzioni perfette per l’uso domestico e il mercato commerciale a gruppo singolo. I dettagli più apprezzati sono rimasti gli stessi, anche se ridefiniti in una versione compatta e accessibile.”

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SLAYER Steam Single in posizione frontale (immagine concessa)

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La scheda sintetica di SLAYER

SLAYER crea macchine professionali per caffè espresso per clienti in tutto il mondo. Assemblati a mano a Seattle, i suoi prodotti innovativi elevano lo standard globale del settore sin dal 2007. Dedicandosi alla mission Make Coffee Better, SLAYER si pone l’obiettivo di realizzare attrezzature rivoluzionarie per elevare tanto la qualità del caffè quanto la user experience.

Riguardo Chris Flechtner, industrial designer

Il percorso di Chris Flechtner in SLAYER ha inizio nel 2007, in concomitanza con un momento epocale nell’evoluzione dell’azienda verso il design delle macchine per espresso. Entrando a far parte del team nel ruolo di industrial designer, Chris si è rivelato fondamentale per trasformare le idee visionarie in realtà.

La sua profonda ammirazione per l’artigianato giapponese e la cura meticolosa per i dettagli emergono chiaramente in tutte le creazioni del marchio. La sua evoluzione professionale sottolinea la dedizione di SLAYER per l’abilità artigianale e l’innovazione, motivata dal desiderio di lasciare il segno nel mondo dello specialty coffee.

Manuela Fensore è nella finale a sei del mondiale Latte Art al WoC in corso a Copenhagen

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Manuela Fensore al World of Coffee di Copenhagen (immagine concessa)

COPENHAGEN – Manuela Fensore centra la finale mondiale con le sue Baby Tales, le favole per bambini raccontate ed illustrate dalle sue tazze ispirate al mondo degli animali. Oggi tutte le tazze presentate alla Giuria erano realizzare con latte vaccino: abbiamo visto ancora la giraffa che bruca la palma, poi le new entry, la simpatica volpe che raggiunge l’uva e una zebra in tazza da espresso, un piccolo capolavoro di proporzioni.

Manuela Fensore al Woc di Copenhagen

Questo è il quadretto presentato ai giudici che dovevano valutare la similarità delle tazze con i disegni realizzati. Le realizzazioni di Manuela sono state applaudire a scena aperta dal pubblico.

Il quadretto (foto concessa)

Il 28 giugno, sempre per determinare i sei finalisti, si è disputata la prova denominata Art Bar – tazze artistiche presentate in forma anonima alla valutazione dei Giudici – della quale abbiamo la possibilità di offrirvi una immagine dalle mani di Manuela stessa.

Per l’Art Bar un disegno che è l’evoluzione di un grande classico di Manuela e che si intitola l’Albero della Vita.

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Manuela Fensore mostra la sua ultima creazione (immagine concessa)

Il 29 giugno ci sarà la finale che prevede la presentazione di tre disegni in tazze da cappuccino, di cui due realizzate con la tecnica Free Pour ovvero a mano libera da lattiera e una Hatching, ovvero completata con il pennino per dettagli di tipo pittorico.

Manuela oggi è apparsa sorridente e padrona del palco, l’appuntamento è quindi domani per una emozionante finale mondiale.

Ecco i sei finalisti del Mondiale Latte Art in ordine casuale di chiamata:

  • Manuela Fensore, Italia
  • Yi-Chen Xie, Taiwan
  • Dario Pieber, Svizzera
  • Sarawut Manngan, Tailandia
  • Guoqiang Liu, Cina
  • Elly (Jiyu Lee), Corea del Sud

Tuttocapsule lancia con Caffè Borbone le miscele Inferno e Paradiso

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La miscela Inferno (immagine concessa)

SETTIMO TORINESE (Torino) – Tuttocapsule presenta due nuove miscele, Inferno e Paradiso, ideate in partnership con Caffè Borbone, azienda leader nel business della torrefazione e del caffè monoporzionato, e prodotte dall’azienda campana con sede a Caivano (Napoli). Un prodotto unico e di grande successo, già disponibile in esclusiva nei punti vendita Tuttocapsule in Italia e all’estero, nel formato cialda compostabile e capsula compatibile con macchine a uso domestico Lavazza A Modo Mio e Nespresso.

Tuttocapsule insieme a Caffè Borbone per le miscele Inferno e Paradiso

“L’azienda partenopea ha incontrato in Tuttocapsule il giusto interlocutore per rafforzare la sua posizione nel retail – dichiara Vincenzo Pagliero ceo dell’azienda Tuttocapsule – mentre, per la nostra realtà, è una partnership strategica unica nel canale dei negozi specializzati, che consolida la nostra posizione di leader”

La miscela Paradiso (immagine concessa)

L’attenzione di Tuttocapsule nei confronti delle esigenze e dei gusti del consumatore si consolida grazie a questo nuovo progetto avviato con uno dei marchi più diffusi nel mondo del caffè.

La miscela Inferno, più corposa e intensa, assicura l’energia per vivere le giornate al meglio, anche le più complicate. La miscela Paradiso, più delicata e dal sapore inconfondibile, è dedicata a chi ama concedersi un momento di pausa in totale serenità. Due miscele con caratteristiche differenti ma identificabili dall’originale grafica geometrica brandizzata Caffè Borbone e Tuttocapsule.

Le miscele si presentano nel formato cialda 100% amica della natura, il packaging sostenibile ideato da Caffè Borbone, smaltibile nell’umido e con incarto riciclabile nella raccolta della carta oltre che in capsula, nei formati compatibili con le macchine a uso domestico Lavazza A Modo Mio e Nespresso, largamente diffuse su tutto il territorio italiano.

La Marzocco propone il suo mobile coffee system in collaborazione con Specialized

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Il setup portatile dedicato al caffè di La Marzocco e Specialized (immagine concessa)

FIRENZE – La Marzocco, storica azienda fiorentina che produce macchine da caffè espresso fondata nel 1927, annuncia la sua ultima innovazione: il setup portatile dedicato al caffè La Marzocco e Specialized. Questa partnership combina l’innovazione tipica de La Marzocco con l’expertise ciclistico di Specialized, dando vita a un setup che permette di apprezzare e vivere il caffè in movimento.

La Marzocco insieme a Specialized per l’innovativo mobile coffee system

La Marzocco ha una lunga storia, durante la quale ha sempre cercato dei modi interessanti e creativi per portare il caffè al pubblico. Dall’iconico furgoncino Romeo, che metteva in mostra le macchine a leva degli anni ’50, all’integrazione delle macchine da caffè espresso La Marzocco Home nelle automobili con l’aiuto di partner e collaboratori nel mondo, l’azienda da sempre vuole distinguersi e sperimentare con il mondo dei trasporti legandolo al caffè.

Il progetto La Marzocco e Specialized continua questa tradizione, con un occhio di riguardo per la sostenibilità.

Specialized, fondata nel 1974, è rinomata per l’alta qualità delle sue biciclette professionali. L’impegno del brand verso l’innovazione è evidente sin dall’introduzione della loro prima e-bike all’interno della gamma dedicata alle mountain bike, che li ha consacrati come leader nel mondo del ciclismo.

Il Mobile Coffee System La Marzocco e Specialized è composto da due setup uguali, basati entrambi su modelli di bicicletta Turbo Porto e caratterizzati dall’equipaggiamento La Marzocco montato sulla parte posteriore di entrambe le biciclette: una Linea Micra e il macinacaffè Pico.

Questi setup sono stati creati dal workshop delle Officine Fratelli Bambi, il laboratorio de La Marzocco dedicato alla realizzazione di macchine da caffè espresso su misura.

Questo setup mobile offre un’esperienza senza eguali, portando il caffè sulle strade in maniera totalmente ecologica. Gli appassionati di caffè e di ciclismo saranno i primi a poter provare il Mobile Coffee System La Marzocco e Specialized al prossimo evento di Out Of The Box che si terrà a Copenaghen a breve. Non perdete l’occasione di vederlo in azione e di apprezzarne l’ottimo espresso on-the-go.

La scheda sintetica de la Marzocco

La Marzocco, fondata nel 1927 dai fratelli Bambi, fin dall’inizio si è specializzata nella produzione artigianale di macchine da caffè espresso per bar con particolare attenzione alla qualità, al risultato in tazza ed allo stile. In oltre 90 anni di storia l’azienda fiorentina ha introdotto una serie di tecnologie e brevetti rivoluzionari, diventando leader per design ed innovazione nel settore delle macchine per caffè tradizionali.

Tutti i modelli, compresi gli ultimi nati per il consumatore finale, sono realizzati a mano ed esportati in più di 100 paesi dove si incontrano nelle migliori caffetterie, nei più raffinati ristoranti del mondo e nelle case.

La scheda sintetica dell’Accademia del caffè espresso

L’Accademia del caffè espresso è un hub culturale dedicato al mondo del caffè espresso italiano, all’interno della quale veng ono svolte analisi, ricerca e divulgazione sulla cultura del caffè. Il progetto nasce dalla volontà de La Marzocco, azienda fiorentina produttrice di macchine da caffè professionali, di realizzare un modello umanistico che possa essere un punto di riferimento per la cultura italiana nel mondo.

Accademia del caffè espresso sorge a pochi chilometri da Firenze, presso le originali Officine de La Marzocco, trasformandosi da luogo di produzione industriale a centro di formazione, cultura e innovazione

Filiera del caffè: ecco perché pagare di più non sempre basta per aiutare i produttori

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Distribuzione del valore di un chilogrammo di caffè macinato lungo la supply chain nel dettaglio tedesco (credits: Bureau d’analyse sociétale d’intérêt collectif)

MILANO – Un chilogrammo di caffè macinato di marca acquistato, tre anni fa, nel dettaglio tedesco costava mediamente poco più di 8 euro, come è possibile vedere nello schema riprodotto sotto il titolo di questo articolo. Oltre 4 euro in meno rispetto al prezzo del caffè rilevato nella Gdo italiana nel 2023.

L’inflazione degli ultimi anni avrà sicuramente portato a dei rincari, comunque calmierati dalla forte competitività del mercato.

Ma come si forma e si distribuisce il valore costruito lungo la filiera del caffè, dai paesi di origine ai mercati di consumo? Quanta parte di questo valore rimane nelle tasche del protagonista primo di questa filiera: il coltivatore.

E soprattutto: la remunerazione del produttore è sufficiente a coprire i costi e a garantirgli un’esistenza perlomeno dignitosa?

Tali interrogativi sono da decenni al centro di studi e modelli economici. Non esiste ancora però una risposta univoca a queste domande.

Troppe sono infatti le variabili in gioco, a seconda del paese di origine, del mercato di destinazione, dello schema commerciale e del tipo di prodotto o servizio che chiudono a valle la catena del valore.

Da anni si ripete che sarebbe necessario far pagare di più il consumatore finale, in modo da remunerare maggiormente i coltivatori, spesso sottopagati per il loro duro lavoro.

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Matteo Borea: “Anche nell’uso per il caffè esploriamo l’intelligenza artificiale ma non dimentichiamo tradizioni e legami umani”

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Matteo Borea in azione intelligenza artificiale
Matteo Borea in azione (foto concessa)

Matteo Borea, Barista Coach e terza generazione della torrefazione La Genovese di Albenga (Savona), ha voluto esprimere la sua opinione sul fenomeno sempre più in crescita dell’intelligenza artificiale nel mondo del caffè. Secondo l’esperto, grazie ad un corretto utilizzo dell’intelligenza artificiale, sarà possibile trasformare il settore del caffè migliorando processi e prodotti, ma anche rafforzando i legami umani, promuovendo la sostenibilità e celebrando al tempo stesso la diversità e l’unicità di ogni esperienza in tazza. Leggiamo di seguito la sua opinione.

Cambia te stesso o verrai cambiato (forse)

di Matteo Borea

MILANO – “Ok, fermiamoci un attimo e prendiamoci una pausa dal nostro rituale sacro del caffè mattutino per parlare di come l’intelligenza artificiale sta per irrompere nel nostro amato tempio della caffeina come un elefante in una cristalleria.

Sì, sto parlando proprio a te, professionista del caffè, che vedi l’AI come quella roba di fantascienza che minaccia di trasformare il nostro mondo in un episodio di “Black Mirror”.

Siamo onesti, il mondo del caffè ha più tradizioni di una famiglia italiana alla vigilia di Natale. E non è necessariamente un male, se non fosse che alcune di queste tradizioni sono diventate scuse per non evolvere.

Parliamo di torrefazioni che giocano ancora a chi ha la miscela più segreta, come se stessero partecipando a un episodio di “MasterChef: Coffee Edition”, mentre la realtà è che molti si appoggiano a materie prime che fanno storcere il naso anche al meno esperto.

E poi ci sono i bar (e i baristi). Oh, i bar! Quei luoghi dove l’unicità dovrebbe essere la norma, ma invece ti ritrovi in un deja-vu continuo ogni volta che varchi una nuova soglia. Titolari che improvvisano e personale che definire “mediocre” è un gran complimento. È una situazione talmente evidente che persino all’estero hanno iniziato a prenderci in giro, ma qui, cosa facciamo? Ci lamentiamo degli aumenti dei prezzi guardando Sanremo.

Ma ecco che arriva l’intelligenza artificiale (in inglese che fa figo:“e-”ai, artificial intelligence), la rivoluzione che promette di scuotere questo mondo un po’ troppo comodo nel suo “catenaccio” di tradizioni (per usare un analogia con il calcio che piace tanto all’italiano medio).

Sì, perché l’AI non è solo quella cosa che usi per farti scegliere la playlist su Spotify o per chiedere a Siri che ore sono; è una vera e propria rivoluzione che ha il potenziale di cambiare le cose al pari, se non di più, dell’avvento di Internet. E la cosa più incredibile? Cambierà tutto a una velocità almeno cinque volte superiore a quella degli anni ’90.

Ma quali sono le opportunità dell’AI per il mondo del caffè?

Andiamo subito al sodo con un esempio concreto. Il nuovo EUDR. Immaginiamo per un momento di essere in una micro roastery, dove l’odore del caffè appena tostato riempie l’aria e la competenza si mescola alla passione. Arriva il nuovo Regolamento sulla deforestazione europeo (EUDR) che pare una tempesta all’orizzonte. E se questa tempesta potesse trasformarsi in una leggera brezza primaverile?

La nostra micro roastery ama la qualità e l’etica tanto quanto ama il caffè. Con l’EUDR, deve assicurarsi che il suo caffè non contribuisca alla deforestazione, il che significa tracciare la provenienza di ogni chicco fino alla sua origine. Può af(fidarsi) solo al crudista di turno oppure affiancagli un’intelligenza artificiale.

Un sistema progettato che può analizzare i dati di approvvigionamento in tempo reale, confrontarli con le mappe di deforestazione e i registri dei fornitori per garantire che ogni chicco provenga da zone libere da deforestazione. Ma non finisce qui. Questo sistema potrebbe anche suggerire alternative sostenibili, aiutando a prendere decisioni informate ben prima che i problemi si presentino.

Ecco come potrebbe funzionare: per ogni un nuovo lotto di caffè l’AI analizza una vasta gamma di dati, dal monitoraggio satellitare delle foreste alle certificazioni di sostenibilità, passando per le relazioni ambientali e sociali. In pochi secondi, l’AI può fornire un “punteggio di sostenibilità”, indicando non solo se quel caffè rispetta l’EUDR, ma anche se si allinea con valori di sostenibilità ed etica della micro roastery.

Potrebbe anche ottimizzare la catena di approvvigionamento suggerendo i fornitori più sostenibili e “cost-efficient” o indicando i momenti migliori per acquistare, basandosi su analisi predittive dei trend di mercato e delle condizioni climatiche.

Quindi, mentre l’EUDR potrebbe sembrare un ostacolo per alcuni, per quelle che abbracciano l’AI (o accolgono il cambiamento) diventa un’opportunità per distinguersi, dimostrare il proprio impegno per un futuro sostenibile e, perché no, godersi il processo con un po’ meno stress. Non so a te, ma a me suona di rivoluzione.

Prendiamo un altro esempio: Cropster. Indubbiamente uno strumento molto conosciuto nel mondo del caffè che sta sfruttando l’AI per rivoluzionare la torrefazione utilizzando dati e algoritmi per aiutare i torrefattori a perfezionare i loro cicli di tostatura. Non è un’intelligenza artificiale questa?

Ecco, domani mattina invece di “Hey Siri” dirai “Hey Cropster, tostami un un batch di 5 kg di Nicaragua xyz per Brad Pitt (che ama farsi un V60 dolce e profumato per colazione)”.

La domanda non è se succederà ma quando.

Ciò che voglio trasmetterti con questo articolo è di non pensare solo a quei robot da film di fantascienza che finiscono per ribellarsi contro l’umanità (anche se, ammettiamolo, sarebbe abbastanza figo). No, la realtà è sia più banale che infinitamente più affascinante.

Prendiamo alcuni dei progetti già presenti nelle nostre vite: assistenti vocali che sembrano capire i tuoi bisogni meglio del tuo migliore amico, algoritmi che prevedono cosa vuoi
guardare su Netflix prima ancora che tu lo sappia, o sistemi che riescono a battere il campione del mondo di scacchi. Sembra roba da poco, task semplici e banali, giusto?!

Sbagliato. Dietro a queste “semplici” applicazioni si nascondono tecnologie capaci di analizzare quantità di dati impressionante, imparando e adattandosi a velocità che farebbero invidia a Tony Stark. E se pensi che tutto questo non abbia niente a che fare con il tuo amato espresso mattutino, ripensaci.

Mentre magari ti stai immaginando un futuro distopico in cui i baristi sono sostituiti da macchine senza anima, lascia che ti dica una cosa: l’AI non è qui per sostituirci, ma per amplificare le nostre capacità.

È come avere un super potere, ma senza dover indossare un mantello (a meno che tu non voglia, ovviamente). Non è il cattivo della storia; è piuttosto quel compagno di cui non sapevi di aver bisogno, pronto a suggerirti la prossima grande scoperta.

Insomma, l’AI nel mondo del caffè potrebbe essere la risposta a problemi che non sapevamo di avere (o non vogliamo vedere), offrendoci possibilità che non avevamo osato immaginare. E per chi si trincera ancora dietro la tradizione, beh, ricordati che anche la macchina Espresso è stata una rivoluzione tecnologica a suo tempo.

Il punto non è barricarsi dietro la paura del nuovo, ma piuttosto capire come utilizzare questa tecnologia a nostro vantaggio, senza perdere l’anima di quello che rende il caffè una parte così importante delle nostre vite. Alla fine, l’innovazione nel caffè non è solo una questione di tecnologia, ma di mentalità.

E ora, arrivati al termine di questo viaggio tra caffè e AI, permettimi di concludere con un pensiero che spero lasci il segno. Immanuel Kant, nella sua “Formula dell’Umanità” dice:

“Agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona che in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo”.

È una lezione potente di etica e moralità che trascende il tempo e che può trovare una risonanza profonda anche in sera dove l’etica sembra sfumare giorno dopo giorno. L’AI, in questo contesto, non è solo uno strumento di efficienza o un mezzo per raggiungere scopi commerciali. Al contrario, se la consideriamo attraverso la lente kantiana, l’AI diventa un mezzo per elevare l’umanità, per migliorare noi stessi e, di conseguenza, migliorare l’umanità stessa.

Quando usiamo l’AI per sostenere pratiche di approvvigionamento etiche, per preservare l’ambiente, o per personalizzare l’esperienza del caffè in modo che rispetti e valorizzi la singolarità di ogni individuo, stiamo, in effetti, trattando l’umanità proprio come un fine.

La rivoluzione dell’AI nel mondo del caffè, quindi, non riguarda solo l’adozione di nuove tecnologie per restare competitivi o per soddisfare i requisiti normativi come l’EUDR. Si tratta piuttosto di cogliere l’opportunità di usare l’AI come un estensione della nostra volontà collettiva di fare del bene, di rispettare e valorizzare ogni singolo individuo che entra in contatto con il mondo del caffè, dal coltivatore al consumatore.

Adottando gli strumenti con questo spirito, possiamo trasformare il settore del caffè in un modello di come la tecnologia può essere utilizzata non solo per migliorare processi e prodotti, ma anche per rafforzare i legami umani, per promuovere la sostenibilità e per celebrare la diversità e l’unicità di ogni esperienza di caffè.

In questo modo, non solo rispettiamo la formula dell’umanità di Kant, ma eleviamo anche il caffè da semplice bevanda a simbolo di ciò che possiamo ottenere quando mettiamo l’umanità al centro della tecnologia.

In conclusione, mentre esploriamo le potenzialità dell’AI nel mondo del caffè, ricordiamoci di farlo con un occhio alla tradizione e l’altro puntato verso un futuro in cui la tecnologia serve l’umanità, non il contrario.

Perché alla fine, diciamocelo, ciò che rende veramente speciale una tazza di caffè non è solo il gusto o l’aroma, ma il senso di connessione e comunità che può creare. E se l’AI può aiutarci a rafforzare quelle connessioni, allora forse, solo forse, saremo stati in grado di catturare l’essenza stessa di ciò che significa essere umani”.

Matteo Borea

Da Il Voltino, a Pavia, sabato 6 luglio evento gratuito per provare l’arte della miscela

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Francesco dietro al bancone de Il Voltino (foto concessa)
Francesco dietro al bancone de Il Voltino (foto concessa)

PAVIA – Il Voltino – caffetteria sperimentale dedica i suoi spazi per l’evento gratuito di sabato 6 luglio in Via Defendente Sacchi 19/21 a Pavia, con focus il caffè di qualità raccontato attraverso l’arte di creare una miscela con diverse origini o varietà di caffè. Racconta il titolare Francesco Altruda: “Parliamo di una tecnica che è tanto affascinante quanto necessaria per poter realizzare un prodotto finale che possa essere più accattivante e vicino ai gusti del consumatore.”

La miscela ha reso famoso l’espresso italiano in tutto il mondo ma è necessario saper padroneggiarla per ottenere un risultato in tazza che sia ideale.

Come ricorda Francesco Altruda: “Esistono infatti blend ben fatti e altri studiati male. E proprio questo sarà il fulcro del nostro incontro: cercare di sviscerare tutte le affinità che legano il mondo degli specialty coffee e dei monorigine a quello delle miscele all’italiana.”

Il Voltino: obiettivo produrre con i partecipanti la propria miscela

Che poi verrà valutata da una giuria di assaggiatori targata La Marzocco. Viene strutturata così un’attività interattiva che vuole coinvolgere mettendo la teoria in pratica, con il riscontro diretto di professionisti.

Appuntamento quindi per tutti sabato 6 luglio, dalle 16.30 alle 18.30 in Via Defendente sacchi 19/21, Pavia – presso Il Voltino – Caffetteria Sperimentale per mettersi in gioco: l’iniziativa è gratuita ma riservata alle 30 persone che si prenoteranno per prime.

Ricorda bene Francesco Altruda: “Non si dev’essere esperti di caffè per poter partecipare, anzi, l’incontro è aperto a chiunque desideri approfondire il mondo dietro la tazzina”.

Un gioco di percentuali e combinazioni, in cui tutti potranno indossare i panni del torrefattore.

Di seguito un esempio delle schede pensate per i partecipanti

La scheda (foto concessa)

La prima permetterà a tutti di assaggiare e valutare i caffè in singola origine.

La scheda (foto concessa)

Tre tazze e tre squadre diverse: ciascuna potrà decidere le percentuali che intendono utilizzare per ottenere il risultato desiderato.

Per info e prenotazioni:
Francesco Altruda – 338 120 2975
Instagram: @voltinocaffe
Facebook: Il Voltino – Caffetteria Sperimentale

Gingerino: l’aperitivo del Triveneto colpisce il 45% dei consumatori in qualità di cibo e drink

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L'aperitivo nel Triveneto (immagine concessa)

VENEZIA – Il Triveneto è un territorio ricco di storia, fascino, cultura e tradizioni, anche nel mondo dell’aperitivo. Da Lignano Riviera a Jesolo, da Portogruaro a Trento fino a Caorle l’aperitivo del Triveneto è un must conosciuto in tutta Italia. Per questo, Gingerino lo celebra attraverso una serie di iniziative nelle località più iconiche del Veneto, Friuli e Trentino divenendo l’ambasciatore di questo stile di vita.

Vissuto in più momenti della giornata, l’aperitivo in Triveneto colpisce per l’atmosfera accogliente e rilassata (37%), la qualità del buon cibo e del buon bere (45%) ma soprattutto la convivialità e l’anima calorosa delle persone (48%)

È quanto emerge da uno studio promosso da Gingerino – storico aperitivo del Triveneto – condotto con metodologia SWOA (Social Web Opinion Analysis) su 500 italiani attraverso un monitoraggio dei principali social network, forum, blog e community lifestyle internazionali.

Gingerino ha indagato il mondo dell’aperitivo triveneto, studiandone i valori e le caratteristiche principali, le usanze e le tendenze fino alle espressioni tipiche di questo momento come “goto” o “ombra” per indicare un bicchiere di vino, e “cicchetto” per identificare invece gli appetizer.  Un linguaggio che riflette appieno lo spirito delle persone di questo territorio: un attaccamento forte alle radici e alle tradizioni ma anche la voglia di innovare, accompagnata sempre da un senso di ospitalità e genuinità.

Ed è proprio la forte personalità triveneta (48%), oltre ai sapori di qualità (45%), la leggerezza dell’atmosfera (37%) e la bellezza dei borghi e centri storici (35%), a rendere il momento dell’aperitivo molto più del semplice consumo di un drink.

Ma cosa si consuma durante l’aperitivo in Triveneto?

Oltre che per la già menzionata convivialità delle persone, l’aperitivo in Triveneto si distingue per la sua varietà di bevande e l’attenzione alla qualità degli appetizer offerti. Tra i drink più emblematici regna sovrano lo Spritz, nelle sue diverse declinazioni: se in Friuli si predilige lo Spritz Bianco – a base di vino bianco, seltz e soda – in Trentino spicca l’Hugo mentre in gran parte del veneto la versione classica dello Spirtz continua a rappresentare un must. Non solo, un’ulteriore versione è il Cocktail Biciclèta, con prosecco e Gingerino, a cui i veneti sono particolarmente legati date le origini dello stesso bitter a Recoaro Terme, in provincia di Vicenza.

Ad accompagnare ogni drink sono poi i tradizionali cicchetti, piccoli antipasti diventati una forma d’arte della tradizione culinaria per lo più veneziana nonché vero e proprio stile di vita, che ha anticipato il fenomeno degli appetizer e dei finger food.

Tra i più apprezzati in Triveneto rientrano i Cicchetti con baccalà mantecato (61%), le Sarde in Saor (56%) – una specialità nata dalla cucina povera veneziana – le polpette di pesce, verdure o carne (49%) i Cicchetti con salumi (41%), i Tramezzini (35%) -farciti con una varietà di ingredienti- e i più ricercati Cicchetti a base di verdure (24%).

E dove si consuma l’aperitivo in Triveneto?

In Triveneto l’aperitivo è una tradizione diffusa e apprezzata, consumata principalmente nelle grandi piazze (50%) e nei vicoli e canali più nascosti (25%), nei bar tradizionali (45%) e nei locali più glamour (27%), tra le suggestive montagne (42%) ma anche davanti ad un tramonto in spiaggia (39%). Le città di Venezia, Verona, Trieste e Padova sono poi celebri per le loro “osterie” anche dette “Bacari”. Il Bacaro è un tipo di osteria veneziana a carattere popolare, risalente al XVIII secolo, quando ancora rappresentavano semplici locali frequentati da persone di modesta condizione, che non potevano permettersi un pasto completo in trattoria.

Oggi i bàcari, motivo di orgoglio per i veneziani e tappa immancabile per i “foresti”, sono diventati un punto di riferimento per la comunità, un luogo dove le persone si riuniscono per chiacchierare, ridere e mangiare.

Gingerino indaga dunque il mondo l’aperitivo del Triveneto e lo celebra con una serie di eventi nel territorio che riaccendono l’atmosfera estiva e omaggiano questo stile di vita e l’immancabile personalità veneta, friulana e trentina. Nei mesi di giugno e luglio Gingerino toccherà città e paesi diversi del Triveneto, dove accosterà all’esperienza dell’aperitivo tradizionale anche il gusto stesso dell’iconica referenza, liscia o miscelata con il prosecco nella sua rinomata versione del Cocktail Biciclèta.

Le tappe previste da Gingerino saranno:

  • 27 Giugno à Osteria Al Campanile – Portogruaro (VE)
  • 5 Luglio à Twister cafè – Jesolo (VE)
  • 12 Luglio à Kursaal Beach – Lignano Riviera (UD)
  • 21 luglio à Chiosco Lilly – Bibione (VE)
  • 4 Luglio à Tukan villaggio San Francesco, Duna Verde Caorle (VE)

Cioccolato al latte: ecco il motivo per cui ha più carboidrati del fondente

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La produzione di cioccolato (Pixabay License)

Il cioccolato al latte è uno dei tipi di più amati e consumati al mondo. Tuttavia, molte persone si chiedono perché questo tipo di cioccolato contenga una quantità maggiore di carboidrati rispetto alla controparte fondente. Per saperne di più, leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato su Torrino Medica.

I carboidrati nel cioccolato al latte

MILANO – Il latte è una fonte naturale di carboidrati, principalmente sotto forma di lattosio. Il lattosio è uno zucchero disaccaride composto da glucosio e galattosio. Quando il latte viene aggiunto al cioccolato, il lattosio contribuisce al contenuto complessivo di carboidrati del prodotto finale.

Il lattosio nel latte ha un impatto significativo sul contenuto calorico del cioccolato al latte. Ogni grammo di lattosio fornisce circa 4 calorie, contribuendo così all’apporto energetico del cioccolato. Questo è uno dei motivi per cui il cioccolato al latte è spesso più calorico rispetto al cioccolato fondente.

Inoltre, il lattosio può influenzare la risposta glicemica del corpo. Il consumo di lattosio provoca un aumento dei livelli di glucosio nel sangue, il che può essere un fattore da considerare per le persone con diabete o altre condizioni che richiedono il controllo della glicemia.

Infine, il lattosio può avere un impatto sulla digestione per alcune persone. Gli individui con intolleranza al lattosio possono sperimentare sintomi gastrointestinali come gonfiore, crampi e diarrea dopo aver consumato cioccolato al latte. Questo è un altro motivo per cui alcune persone preferiscono il cioccolato fondente, che non contiene lattosio.

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