martedì 09 Dicembre 2025
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Carrefour Italia acquisita da NewPrinces: Etruria Retail rassicura gli stakeholder

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carrefour
Il logo di Etruria Retail (immagine concessa)

SIENA – In merito all’acquisizione di Carrefour Italia da parte di NewPrinces, Etruria Retail intende rassicurare tutti i propri stakeholder, clienti, soci, collaboratori e partner: l’accordo di master franchising con Carrefour, stipulato nel 2020, resta in vigore fino alla fine del 2026 e l’operatività quotidiana della rete non subisce alcuna variazione.

“Si tratta sicuramente di una novità rilevante nel panorama della grande distribuzione organizzata – si legge in una nota congiunta della presidenza e della direzione aziendale – ma per Etruria Retail non cambia nulla, se non l’opportunità di accelerare alcune decisioni che avremmo comunque affrontato, in vista della naturale scadenza del contratto. Anzi, per noi si apre una strada in più, quella del dialogo con la nuova proprietà”.

L’acquisizione di Carrefour da parte di NewPrinces

“Etruria Retail – prosegue la nota – è un’azienda autonoma, con una struttura solida, una rete capillare e radicata sul territorio e una visione chiara e strategica per il futuro. Continueremo a lavorare come sempre al servizio dei nostri clienti, dei nostri soci e dei nostri collaboratori, con l’impegno e la determinazione che ci contraddistinguono da sempre”.

Nelle prossime settimane sarà avviato un confronto diretto con la nuova proprietà di GS S.p.A. (la società operativa che gestisce i punti vendita diretti di Carrefour in Italia) in un’ottica costruttiva e collaborativa, sempre nel pieno rispetto e a tutela degli interessi dell’organizzazione. “Abbiamo diverse alternative concrete sul tavolo – prosegue la nota – che ci permettono di guardare avanti con serenità e fiducia”.

Etruria Retail sottolinea infine che la stabilità dell’azienda non è in discussione, così come restano centrali i valori che guidano l’intero progetto imprenditoriale: attenzione alle persone, legame con il territorio e valorizzazione della qualità del lavoro. “Crescere insieme – conclude la direzione – è il nostro obiettivo. Vi terremo aggiornati con la massima trasparenza, come abbiamo sempre fatto”.

Gelato: a Firenze il più caro d’Italia per la versione in vaschetta confezionato

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gelato cono bari garda sardegna mostra milano pupo
Un cono gelato (immagine: Pixabay)

Secondo i dati del Centro di ricerca sui consumi sull’osservatorio prezzi del Mimit, Firenze si conferma come la città più cara d’Italia per il gelato in vaschetta confezionato, con un prezzo medio di 8,05 euro al chilo, contro una media nazionale di 5,87 euro. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Monica Pieraccini per il quotidiano La Nazione.

Il costo del gelato a Firenze

FIRENZE – Il gelato resta il re dell’estate, ma per molti rischia di diventare sempre più un piccolo lusso. I consumi sono in aumento – secondo le stime del Centro di ricerca sui consumi (Crc), cresciuti del 4% rispetto all’anno scorso – ma lo sono anche i prezzi, che negli ultimi quattro anni, su scala nazionale, sono lievitati del 30%.

Secondo i dati elaborati dallo stesso Crc sull’osservatorio prezzi del Mimit, Firenze sarebbe la città più cara d’Italia per il gelato in vaschetta confezionato, con un prezzo medio di 8,05 euro al chilo, contro una media nazionale di 5,87 euro.

“Quelli citati sono i prezzi del gelato confezionato e non hanno nulla a che vedere con il nostro prodotto artigianale di qualità”, sottolinea a La Nazione Antonio Ciabattoni, socio di Confartigianato Firenze e titolare della gelateria La Sorbettiera, che a Firenze conta tre punti vendita ed una nuova apertura in arrivo in via de’ Bardi. “Se prendiamo in esame le gelaterie artigianali che conosco bene, parliamo di prezzi che oscillano tra i 26 e i 30 euro al chilo. Comunque sì, un aumento c’è stato, legato soprattutto al costo delle materie prime: panna, burro, latte, ma anche il cioccolato, che in un anno è aumentato del 120%”.

Un altro elemento che pesa, spiega Ciabattoni, è il personale: “Siamo aperti dalla mattina fino a tarda sera e abbiamo bisogno di molti addetti. A Firenze, poi, i costi fissi sono alti, specie in centro storico”.

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Domori torna al gelato con due gusti esclusivi dedicati al cacao pregiato: Criollo e Trinitario

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Il nuovo gelato di Domori (immagine concessa)

NONE (Torino) – Per l’estate 2025, Domori torna a proporre il gelato, con una produzione limitata e sfusa di grande qualità, disponibile esclusivamente presso il Domori Store di Piazza San Carlo a Torino. Protagonista assoluto è, naturalmente, il cioccolato, presentato in due raffinate varianti: Criollo e Trinitario. Una selezione che rende omaggio alla purezza del cacao nobile, da sempre cifra distintiva della filosofia Domori.

La preparazione a base d’acqua valorizza l’aromaticità e la complessità sensoriale delle masse di cacao, offrendo un’esperienza avvolgente e delicata.

I due gusti fondenti – Criollo e Trinitario – sono autentici sorbetti, senza latte, panna né uova: una ricetta che esalta le sfumature del cioccolato pregiato e le sue noti particolari.

Criollo rivela un bouquet raffinato, con note di miele, pan di Spagna e frutta essiccata; Trinitario ha un gusto più intenso, con accenti speziati, fiori bianchi e agrumi.

Con questa piccola ma prestigiosa collezione, il brand Domori celebra un momento importante dell’anno: un giro di boa positivo, con performance nettamente in crescita, + 12% a fine giugno da inizio anno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Un risultato che anticipa un ultimo quadrimestre ricco di novità, tra cui il già annunciato debutto sul mercato della pralina Dubai.

Cafezal arriva a sei a Milano: l’ultimo, uno showroom a Porta Venezia per le attrezzature B2B

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Lo spazio Cafezal dedicato alla vendita di macchine (foto concessa)
Lo spazio Cafezal dedicato alla vendita di macchine (foto concessa)

MILANO – Sesto punto milanese Cafezal: nel giro di qualche mese sembra quasi di ripetere la stessa notizia. Ma la velocità di espansione di questa che ormai è una catena di caffetterie specialty è impressionante. Al punto che ha destato attenzione anche a livello internazionale (qui).

Siamo di nuovo in zona Porta Venezia, a soltanto un numero civico di distanza dallo store di Via San Gregorio 29 dotato di forno per lievitati a rifornire tutta la macchina italo-brasiliana di Milano, dove Carlos Cafezal attende per mostrare l’ultima novità a qualche passo di distanza.

Ed è proprio da questo aspetto che parte la discussione.

Cafezal ancora a Porta Venezia: perché e cosa cambia?

“L’idea è stata quella di creare uno spazio dedicato alle macchine e alla formazione. Un retail di accessori per macchine del caffè, in collaborazione con diversi brand. L’obiettivo è quello di lavorare con marchi più consumer, come Gaggia, Smeg, per dar loro visibilità e allo stesso tempo mettere a disposizione delle attrezzature che si trovano più difficilmente sul mercato. Un esempio è l’Aeropress: in Italia di solito ce ne sono soltanto due versioni, invece noi vorremmo dar spazio a tutte le varianti che sono circa 7.”

Dentro l’ultimo Cafezal (foto concessa)

Spingere su attrezzature e come luogo di formazione B2B, una tematica molto interessante per Cafezal che già aveva svolto questo tipo di attività in Viale Premuda e che: “Ora si sposta qui, un locale che resterà aperto dalle 9 alle 4, per giocare un po’ con le macchine”.

Una vetrina nata da un’esigenza precisa: a Milano questo mondo restava un po’ scoperto e pur non essendo per Cafezal il core business, era il momento di inserirsi in questo gap investendo in questo nuovo spazio di 90 metri quadri, dove ci sarà anche un angolo magazzino del verde in eccesso da Viale Premuda.

Latte art, barista, sensory, con una Prima a un gruppo, forse due. “Per partire discretamente con macchine professionali da B2B, in questo che vuole essere un punto di appoggio per quanto riguarda la parte tecnica”.

Dedicato alla formazione (foto concessa)

Operativo da fine luglio, Carlos Bitencourt è ancora alla ricerca di altre aziende che vogliono sfruttare una vetrina su Milano per i propri prodotti, oppure approfittarne per organizzare eventi anche in vista di HostMilano. “Dobbiamo solo partire – aggiunge Bitencourt – Se poi qualcuno ha voglia poi di bere un buon specialty, potrà semplicemente uscire qui fuori per ordinarne uno di Cafezal”.

Caffè: l’88% degli stranieri crede che il migliore si beva in Italia

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Una tazza di caffè americano (immagine: Pixabay)

Con la bella stagione, nel Paese cambiano le abitudini di consumo, con un’incidenza maggiore di iced coffee, creme di caffè e shakerati. Secondo AstraRicerche, per il 91% degli italiani la giornata inizia con una tazzina. Per l’88% degli stranieri il miglior caffè si beve in Italia. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Caterina Maconi per il quotidiano La Repubblica.

Il caffè in Italia

L’88% degli stranieri è convinto che il miglior caffè si beva in Italia, con l’80% dei turisti in visita che desidera vivere un’esperienza autentica, scegliendo soprattutto l’espresso al bar, ma anche la moka, il cappuccino o il macchiato.

Che sia caldo o freddo, con panna o ghiaccio, il caffè rimane un rito quotidiano, che spesso affascina chi viene da fuori.

Nel frattempo, nel nostro Paese le abitudini di consumo continuano a evolversi: se la casa resta il regno indiscusso del caffè per 8 italiani su 10, cresce la popolarità delle capsule (+13% rispetto all’anno scorso), pur rimanendo il macinato la scelta più diffusa.

Lo conferma lo studio “Tendenze del mercato italiano del caffè”, realizzato da AstraRicerche per il Comitato Italiano del Caffè, che fotografa gusti, usanze e passioni legati a questa bevanda.

Quasi la totalità degli italiani tra i 18 e i 65 anni (98,6%) consuma, almeno occasionalmente, caffè o bevande a base di caffè, mentre oltre 7 italiani su 10 (71,3%) lo bevono ogni giorno, più volte al giorno. Per il 91% degli italiani, la giornata inizia davvero solo dopo la prima tazzina.

Con l’estate, il caffè si reinventa e spopolano le varianti più fresche — dallo shakerato alla crema caffè, dalla granita con panna all’iced coffee.

Prezzi del caffè in ribasso a Londra e New York, mentre accelera il raccolto brasiliano

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Il logo dell'Ice

MILANO – Il migliorato quadro meteo in Brasile e l’avanzare del raccolto, che sia avvia a grandi passi verso la conclusione, hanno spinto al ribasso i prezzi del caffè nell’ultima seduta di una settimana caratterizzata da forte volatilità. Venerdì 25 luglio, entrambe le borse sono tornate in territorio negativo cancellando, in buona parte, i guadagni delle tre giornate precedenti.

A New York, il contratto per scadenza settembre ha perso il 2,4% chiudendo a 297,55 centesimi, in calo del 2% rispetto al venerdì precedente.

Il contratto “C” aveva iniziato la settimana in forte ribasso lasciando sul campo, nella seduta di lunedì 21 luglio, 1.165 punti.

Ma, sin dall’indomani, le quotazioni sono tornate a salire a fronte delle previsioni meteo, che prefiguravano l’arrivo di un fronte freddo, con potenziale rischio gelate nelle aree della cintura brasiliana del caffè.

A fornire ulteriore supporto ai prezzi, l’incertezza determinata dall’incombere dei dazi di Trump, al 50% su tutto l’import dal Brasile.

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Vortice presente a HostMilano con la gamma di ventilatori industriali

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VORT QBK SAL-KC EVO (immagine concessa)

TRIBIANO (Milano) – Dal 17 al 21 ottobre Vortice SpA sarà presente a HostMilano, l’imperdibile appuntamento per tutti coloro che operano nei settori horeca, foodservice, catering, ristorazione e hospitality. “Da sempre il mercato horeca, afferma l’ingegner Luca Belotti key account-divisione industriale, ha bisogno di professionisti che sviluppino e offrano soluzioni specifiche, adatte a trattare le problematiche tipiche del settore, quali temperature elevate, presenza di gassi in sospensione, oltre naturalmente a una progettazione “robusta””.

Belotti aggiunge: “Vortice, con una gamma particolarmente ampia di ventilatori industriali prodotti negli stabilimenti italiani e spagnoli, entra quindi a pieno titolo anche in questo interessante campo applicativo.”

All’interno del proprio stand (Padiglione 1, Stand R01) Vortice esporrà la sua gamma di ventilatori industriali, specificatamente studiati e destinati al mercato dell’aspirazione nell’ambito delle industrie alimentari e per il mondo horeca (cucine professionali/ristoranti).

Tre le gamme presenti che i Visitatori potranno visionare e conoscere in modo approfondito:

VORT QBK SAL-KC EVO

Casse ventilanti per estrazione di aria calda umida e inquinata da residui grassi e oleosi, specifico per l’aspirazione nelle cucine professionali/ristoranti.

CASALS BD 12/12 M6

Ventilatori centrifughi a bassa pressione.

CASALS BD 12/12 M6 (immagine concessa)

Serie VORTICE HEATMASTER F400

Aspiratori centrifughi da tetto di tipo “dual use” a scarico radiale ideali per il ricambio dell’aria e l’evacuazione di fumi caldi.

Serie VORTICE HEATMASTER F400 (immagine concessa)

Con la propria presenza anche in questo settore l’azienda rafforza la sua strategia di proporsi sul mercato con un catalogo sempre più ricco, completo e con soluzioni variegate e competitive.

 

Nestlé punta a riconquistare i consumatori con più test sul gusto dei prodotti

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Nestlé
Il logo Nestlé

Nestlé intende riconquistare i consumatori puntando su test di gusto più frequenti e su un rafforzamento del marketing, mentre i volumi di vendita restano stagnanti e i prezzi, già in crescita, continueranno ad aumentare, seppur più lentamente. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale tvsvizzera.

Il piano strategico di Nestlé

VEVEY – Confrontata con una stagnazione dei volumi di vendita, l’azienda Nestlé punta a riconquistare i consumatori: “torneremo a fare più test relativi al gusto dei nostri prodotti”, hanno promesso i vertici. E nel frattempo i prezzi continueranno ad aumentare, anche se a ritmi meno marcati.

Tra il 2022 e il 2024 la multinazionale alimentare ha testato meno di un quarto dei suoi articoli più venduti (in rappresentanza di circa la metà del giro d’affari) per verificare se i consumatori preferiscono il sapore dei suoi prodotti a quelli della concorrenza. Entro la fine dell’anno in corso la società intende effettuare tali test su due terzi degli articoli e su tutti tra un anno.

Per cambiare le cose il gruppo sta puntando anche sul marketing: la quota della pubblicità e delle altre iniziative per stimolare le vendite è salita all’8,6% nella prima parte di quest’anno, a fronte dell’8,1% dello stesso periodo dell’anno scorso.

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Ecco come la Svizzera ha cambiato il mondo del caffè

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La Svizzera

Dal caffè solubile a quello in capsule: l’ingegno della Svizzera ha ridefinito la preparazione, il consumo e l’apprezzamento di una delle bevande più amate al mondo. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Patrizia Rennis per il portale d’informazione tvsvizzera.

La storia del caffè in Svizzera

La Svizzera è conosciuta in tutto il mondo per eccellenze come il cioccolato e il formaggio, ma non tutti sanno che alcuni inventori svizzeri hanno lasciato il segno anche in un altro settore: quello del caffè. Sebbene non sia un produttore agricolo di caffè, le invenzioni ideate nel nostro Paese hanno rivoluzionato il modo in cui milioni di persone gustano questa bevanda ogni giorno.

Se oggi possiamo prepararci un caffè appena svegli semplicemente premendo un pulsante, lo dobbiamo all’ingegnere svizzero Arthur Schmed. La primissima macchina per caffè espresso risale al 1884, quando l’imprenditore torinese Angelo Moriondo la progetta per alberghi e ristoranti. Il suo obiettivo è quello di offrire alla clientela un caffè veloce e istantaneo.

Fino agli anni ’70 queste macchine rimangono a uso esclusivo di bar, ristoranti e alberghi, ma Arthur Schmed ha una visione diversa: portare questa tecnologia nelle case di tutti.

In un garage di Zurigo l’ingegnere svizzero crea il primo prototipo di macchina per caffè automatica destinata all’uso domestico, ad aiutarlo nello sviluppo della sua idea, c’è l’ingegnere Sergio Zappella. I due ingegneri trascorrono anni alla ricerca di finanziamenti, fino a ottenere il sostegno dello storico produttore svizzero di elettrodomestici, Solis.

Nel 1981 Schmed e Zappella fondano la Saeco (acronimo di Sergio, Arthur e Compagnia) e riescono finalmente a produrre la loro invenzione. Nel 1985 Saeco e Solis lanciano sul mercato la prima macchina per caffè espresso automatica per uso domestico al mondo.

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Eureka: nel 2024 fatturato di 60 milioni e oltre 200mila macinacaffè prodotti, operativo lo stabilimento Mignon Factory

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Il logo Eureka

L’azienda toscana Eureka, fondata nel 1920, ha inaugurato un nuovo stabilimento Mignon Factory, interamente dedicato alla produzione della linea iconica dei macinacaffè, frutto di un investimento di tre milioni di euro (ne abbiamo parlato qui). L’azienda ha registrato nel 2024 un fatturato di 60 milioni di euro derivante per il 98% dalle attività export e oltre 200.000 macinacaffè prodotti. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato su L’Economia del quotidiano Il Corriere della Sera.

La Mignon Factory di Eureka

SESTO FIORENTINO (Firenze) – Potenziare la produzione dell’elettrodomestico italiano per cogliere il trend mondiale di crescita della filiera del caffè. È con questo intento che è diventata operativa la Mignon factory di Eureka, un nuovo stabilimento interamente dedicato alla produzione della linea iconica dei macinacaffè professionali dell’azienda fiorentina fondata nel 1920.

Frutto di un investimento di tre milioni di euro, dal nuovo impianto sono stati lanciati sul mercato in questi giorni tre nuovi modelli del macinacaffè tecnologico Mignon che verranno prodotti per il target dei consumatori privati.

Si tratta di modelli che partendo dalla tecnologia del canale professionale ora guardano sempre di più al consumo domestico, tanto che in Germania sono riusciti nell’intento di conquistare la fetta di mercato più consistente sul mercato.

“Dai primi periodi del Covid, è aumentato vertiginosamente il desiderio di rivivere in casa il piacere del caffè preparato al bar – afferma Fiorani al Corriere della Sera – Infatti c’è stato un generale exploit dell’attrezzatura destinata a dei veri coffee corner domestici. Un fenomeno trasversale che in parte ha interessato anche l’Italia e che noi siamo stati in grado di anticipare avendo da sempre riconosciuto grande importanza agli investimenti in tecnologia e performance”.

All’interno del nuovo stabilimento inaugurato alla presenza dei maggiori players del caffè, tra cui Lavazza, Illy e Smeg, vengono impiegate ventiquattro risorse umane ad alta specializzazione. L’impianto produttivo occupa una superficie di 700 metri quadrati e ha una capacità produttiva di 700 macinacaffè al giorno.

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