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mercoledì 02 Aprile 2025
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SpecialT: lo specialty dalla nuova Hippocratica Roastery di Caffè Trucillo

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Le miscele SpecialT (immagine concessa)

SALERNO – Dai 1300 metri dell’Alta Mogiana nello Stato di San Paolo del Brasile, ai 1600 di Marcala – Montecillo in Honduras fino ai 1800 di Atitlan in Guatemala. Dalle alte vette dei Paesi produttori di caffè del Sud America alle alte vette della qualità che Caffè Trucillo riesce a portare in tazza con la nuova collezione SpecialT, sintesi perfetta fra l’unicità dello specialty coffee e la sapienza di Trucillo nella cura del caffè.

La mission della torrefazione salernitana, con quasi 75 anni di esperienza, è estrarre il meglio dalle migliori origini e mantenere, dalla piantagione alla tazzina, una promessa di qualità che solo una profonda conoscenza ed esperienza a tutto tondo del caffè possono garantire.

Ciò significa non solo produrre caffè di alta qualità, ma anche e soprattutto diffonderne il valore e la cultura. Un obiettivo verso il quale tende, con passione e determinazione, l’intero team dell’azienda.

Nel nome della nuova linea, la T – iniziale del nome di famiglia che guida la torrefazione da tre generazioni – si fonde con l’essenza del caffè “speciale”, materia prima dall’altissimo potenziale, selezionata sul campo direttamente da Antonia Trucillo, Q Grader e Responsabile Coffee Sourcing dell’azienda, nei suoi continui viaggi tra i farmers.

In 10 anni dal suo ingresso in azienda ne ha collezionati 14, in 11 Paesi di 3 continenti, Centro e Sud America, Africa, Asia, per un totale di circa 250mila chilometri percorsi. È da questa conoscenza, unita alla sapienza nella tostatura e in ogni più piccola fase lungo tutto il processo, che il potenziale dell’origine si riesce a mantenere ed esprimere ai massimi livelli fino alla tazza, garantendo anche ai clienti più esigenti ed evoluti un’esperienza sensoriale eccellente e unica.

I caffè SpecialT di Trucillo sono tra i primi prodotti nati dalla micro roastery che proprio Antonia Trucillo ha voluto installare nella moderna sede della torrefazione di famiglia a Salerno.

“Hippocratica Roastery” – così è stata battezzata, in onore della città campana, che nel Medioevo fu sede della prima e più importante istituzione medica d’Europa – può produrre solo 20 chili l’ora di caffè, con un lavoro meticoloso di impostazione della curva e del profilo di tostatura, di cui si occupa personalmente Antonia Trucillo con il suo team.

Le referenze SpecialT vengono prodotte su ordinazione e sono disponibili in pack da 1000 e 250 grammi, per degustare al bar o cimentarsi anche a casa con gli specialty coffee e immergersi in un viaggio unico, che inizia con l’attesa e culmina in un risultato unico. Ogni tazza racconta una storia di dedizione, autenticità e passione che solo la combinazione di specialità e Trucillo può offrire.

Il miglior barista è Patrizia Scavone, è lei la più votata nel contest de Il Resto del Carlino a Forlì e provincia

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

Patrizia Scavone, la titolare del bar Senza Tempo di Meldola in provincia di Forlì, è sùbito la concorrente più votata dell’iniziativa Il miglior barista indetta dal Resto del Carlino con gli sponsor Confcommercio, Fipe ed Estados Cafè. Leggiamo di seguito l’articolo pubblicato sul portale d’informazione de Il Resto del Carlino.

La competizione Il miglior barista

MELDOLA (Forlì) – Primo scatto nella classifica della nuova edizione 2024-5 dell’iniziativa ‘Il miglior barista’, indetta dal Resto del Carlino con gli sponsor Confcommercio, Fipe ed Estados Cafè per premiare il barista più amato del comprensorio forlivese grazie alla votazione dei clienti.

Patrizia Scavone, proprietaria del bar Senza Tempo situato nella piazzetta Amendola di Meldola, partecipa al concorso da diverso tempo e si è aggiudicata negli ultimi anni il terzo posto: è stata la prima a portare in redazione un cospicuo numero di tagliandi.

Patrizia è proprietaria del Senza Tempo da 14 anni, quando ha rilevato la proprietà da una coppia prossima alla pensione, ristrutturando il bar anche grazie alla sua lunga carriera nella ristorazione, che è iniziata in gioventù, quando lavorava come cameriera durante gli studi: “Poi mi sono appassionata a questo lavoro e ho continuato in altri locali forlivesi come l’Empyre e il Controsenso”, ha condiviso con Il Resto del Carlino.

Nel tempo ha specializzato il locale nel servizio di caffè di cicoria e aperitivi: “I clienti gradiscono stare qui per la tranquillità del bar, con il grande gazebo esterno e la veranda. Un barista deve avere molta pazienza: soprattutto in questo momento, con le molte vicissitudini che ci circondano come il Covid, le alluvioni e la crisi economica. Dare un sorriso ai clienti la mattina, farli sentire accolti non è solo svolgere un servizio commerciale, ma creare una grande famiglia”, aggiunge a Il Resto del Carlino.

Anche i clienti del Bar Chiosco Sirotti hanno già dato un segnale: il titolare Gianluca Dall’Oro c’è. L’attività, aperta sessant’anni fa, è in piazzale Schiavonia: Gianluca prosegue da dieci anni l’attività di famiglia lasciatagli dalla madre 80enne. I voti, spiega Gianluca, arrivano da un’iniziativa spontanea dei suoi clienti: nelle scorse edizioni il nome non era mai apparso.

“La qualità principale di un buon barista è la sensibilità – spiega Dall’Oro a Il Resto del Carlino –, per comprendere i clienti, cercare di servirli con cortesia, sorridendo e garantendo prodotti di qualità”. Entra nel vivo, dunque, il gioco che porterà, a fine febbraio, a proclamare il (o la) barista più amato.

Il panettone ripieno di gelato: la novità di Londra

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Il panettone (immagine: Pixabay)

Il panettone, tipico dolce natalizio italiano, è sempre più di moda in Inghilterra. Ma la novità del momento è quello farcito in gelateria, sia nella versione mini che in quella da chilo. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Alessandro Alloca per il quotidiano La Repubblica.

Il panettone al gelato

LONDRA – A molti inglesi ricorda la brioche con gelato o granita, scoperta durante le vacanze in Sicilia. Per altri, è un modo nuovo di mangiare uno dei dolci italiani più tradizionali, il panettone, ma ripieno di gelato. Da portare come omaggio per stupire i padroni di casa durante una cena o, nella versione panettoncino, da condividere seduti in qualche gelateria del centro, ammirando i giochi di luce che giungono dalle vetrine di Oxford Street.

Proprio il panettone, negli ultimi anni nel Regno Unito, ha subito un’impennata di vendite. Numeri importanti, anche se ancora non così considerevoli da poter dire di giocare ad armi pari con il più radicato Christmas pudding di cui se ne vendono circa 25 milioni in media durante le festività natalizie, contro 1 milione e 200 mila di panettoni.

Però le italian cakes o fruit cakes, come vengono chiamati alcune volte dai sudditi di Sua Maestà, sono sempre più presenti negli scaffali dei supermercati e negozi di delicatessen, a Londra così come nel resto del Paese. Partono da un costo di 5 sterline, circa 6 euro, quelli venduti nei discount, fino a 495 sterline, 595 euro, per la versione da 10 chili di Fortnum & Mason, storico fornitore delle dispense di Buckingham Palace.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Rudi Albert, titolare della Alkaff, propone ai torrefattori italiani “di aumentare il prezzo di 2 € al chilo su tutte le linee”

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Rudi Albert prezzo
Ridi Albert socio unico della Alkaff alle prese con le quotazioni delle Borse internazionali

MILANO – Rudi Albert, titolare della Alkaff, crudista che opera a livello nazionale, un punto di riferimento nel settore del caffè verde sdoganato, ha inviato nelle scorse ore, attraverso diversi social, un messaggio molto forte sul prezzo del caffè a tutti i suoi clienti. Torrefattori che hanno risposto compatti e tutti in modo positivo.

Nella comunicazione si parla di un argomento molto caldo in questo periodo: di aumenti dei prezzi del caffè.

Ma Rudi Albert ha argomentato in moto molto preciso, chirurgico, il motivo di questa proposta che è rivolta a tutti i torrefattori italiani.

Ecco il testo diffuso esattamente nella giornata venerdì sui social.

Scrive Rudi Albert,

amici torrefattori buongiorno,
la situazione del mercato la conoscete meglio di chi scrive.

Mi rivolgo a tutti voi nella fervida speranza che il mio invito venga subitaneamente recepito.

“Perché aumentare il prezzo di 2 euro al chilo”

Vi invito ad aumentare il prezzo di 2 euro al kg da subito oltre quanto già fatto in precedenza.

Questo su tutte le vostre linee.

Fatelo senza guardare e chiedervi cosa fa la vostra concorrenza.

Fatelo per la salvaguardia della vostra azienda, dei vostri dipendenti e di tutti noi.

Non abbiate paura di perdere volumi di vendita, questa ultima ipotesi anzi potrebbe risultare una strategia vincente.

Confidando nella vostra lungimiranza vi saluto con l’affetto di sempre.

Rudi Albert

La scheda sintetica di Alkaff

prezzo logo Alkaff
Il logo della Alkaff

Era il 1920 quando Alfred Albert, trasferitosi dalla Germania in Sicilia, iniziava a commercializzare il caffè crudo.

Da allora il caffè è diventato una passione di famiglia, trasformando l’azienda in un vero e proprio punto di riferimento per esperienza e competenze.

Alkaff fornisce soluzioni personalizzate per i clienti, mettendo al centro della propria “mission” le esigenze delle torrefazioni. Questo ha portato l’azienda a diventare, nel settore del caffè sdoganato, un partner affidabile con cui condividere obiettivi di crescita.

“La selezione attenta delle qualità di caffè verde non rappresenta che l’inizio del nostro lavoro – spiega il socio unico dell’azienda Dottor Rodolfo Albert, meglio conosciuto con il diminutivo di Rudi, come a lui piace essere chiamato -. Tale lavoro prosegue con il confronto costante con i clienti per raccoglierne i feedback e migliorare il servizio, consolidando il rapporto di fiducia”.

 

 

Caffè Mauro presenta lo studio sull’utilizzo del silverskin, la pellicola argentea del caffè, per arricchire le caramelle, i prodotti dolciari e ridurre l’inquinamento

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Ricerca e sviluppo di Caffè Mauro (immagine concessa)

REGGIO CALABRIA – La rivista scientifica Journal of Food Measurement and Characterization edita da Springer ha da poco pubblicato uno studio frutto della collaborazione scientifica tra il Dipartimento di agraria della Università Mediterranea di Reggio Calabria e il dipartimento di ricerca & sviluppo di Caffè Mauro, avente per oggetto “caramelle arricchite di silverskin”.

L’articolo scientifico indaga l’utilizzo in campo alimentare del sottoprodotto silverskin del caffè, ovvero una pellicola argentea che protegge l’esterno dei chicchi di caffè verde che si separa da essi durante il processo di tostatura; molti studi hanno riportato che tale pellicola è ricca di polifenoli e fibre alimentari.

I risultati di questa ricerca aprono nuovi scenari sia in ambito alimentare che di sostenibilità ambientale, poiché consente l’utilizzo di un sottoprodotto della filiera produttiva del caffè – altrimenti destinato allo smaltimento – in ambito alimentare.

caffè mauro
Gli strumenti del laboratorio (immagine concessa)

Dopo un lungo processo di revisione (approvazione a settembre 2024) da parte di esperti scientifici sulle tematiche trattate, il progetto ha avuto la realizzazione editoriale in una rivista internazionale molto importante e che aprirà la strada a nuove applicazioni.

La formulazione di prodotti dolciari con supporto di “Silverskin” avrebbe molteplici vantaggi, come offrire una fonte di composti bioattivi a un gruppo ampio di consumatori per larghe fasce di età (da bambini ad adulti), incoraggiando la transizione delle industrie del caffè verso una reale economia circolare, riducendo così gli scarti industriali e l’inquinamento ambientale ad essi associati.

Lo studio

La messa a punto di idonei parametri estrattivi ha consentito l’ottenimento di un estratto food-grade dotato di evidenti proprietà benefiche alla salute. La modalità di estrazione è stato il primo step di indagine: le ricerche dei laboratori di Università Mediterranea e Caffè Mauro hanno permesso di selezionare i migliori parametri per la massima resa, utilizzando formulazioni diverse, che fossero accettabili anche dal punto di vista sensoriale e poi del monitoraggio in conservazione.

Sono state condotte diverse prove di applicazione di tale estratto nella formulazione di caramelle, monitorando i principali parametri di qualità (attività dell’acqua, microbiologia, presenza di lieviti o muffe), chimici (in particolare il contenuto in antiossidanti), organolettici (immediatamente percepibili dal consumatore, quali parametri gustativi olfattivi e strutturali).

Nello studio sono state utilizzate tre concentrazioni diverse, che hanno rivelato un contenuto alto di antiossidanti che provengono dalla matrice.

Sono stati condotti dei saggi di attività antiossidante in vitro, mettendo a contatto i radicali liberi ABTS, ed è stata provata la più alta attività anti-radicalica a carico delle caramelle fortificate con Silverskin rispetto alle comuni caramelle presenti sul mercato.

Il risultato è stato raggiunto, fortificando l’effetto salutistico che è più alto del doppio con concentrazioni minime del sottoprodotto (1-2%). Anche i parametri di conservazione rivelano il mantenimento dei risultati a 120 giorni dalla produzione.

Il logo di Caffè Mauro (immagine concessa)

Si tratta di un primo traguardo della collaborazione annunciata il 9 marzo 2023, tra Università Mediterranea e la Caffè Mauro, per lo sviluppo di una filiera del caffè sostenibile, attraverso il riutilizzo degli scarti di lavorazione e la valorizzazione del talento locale con nuove opportunità formative e professionali per i laureandi dell’Ateneo Reggino.

L’impegno di Caffè Mauro in questa direzione non verrà mai meno, conscia che dalla ricerca scientifica e dal supporto delle risorse più qualificate, possano innescarsi nuovi e positivi percorsi di valorizzazione del territorio calabrese.

Carlos Bitencourt, Cafezal: “Il prezzo della tazzina di espresso in Italia? Naturalmente si alzerà”

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Carlos Bitencourt beve il suo filtro

MILANO – Carlos Bitencourt, titolare della caffetteria italo-brasiliana Cafezal – che proprio di recente ha raggiunto 4 punti vendita a Milano – è un’altra voce che si unisce al coro di risposta all’intervista rilasciata dal torrefattore pugliese Antonio Quarta, che ha fatto discutere il settore attorno al sentitissimo tema del prezzo della tazzina con tutti gli effetti collaterali che esso può comportare.

Bitencourt: “E’ interessante questa sua riflessione.”

“Secondo me il prezzo della tazzina in Italia in ogni caso naturalmente si alzerà, così come si assiste già in altri Paesi. Non credo che il mercato del caffè crudo tornerà indietro a due o tre anni fa, anzi, potrebbe ulteriormente aumentare sulla materia prima.

Innanzitutto vorrei partire da una considerazione: in un Paese come il Brasile, in cui si ha un consumo importante di questo prodotto ed è molto legato alla tradizione locale, il caffè costa già un euro e 20 / un euro e 30, a fronte di stipendi medi più bassi rispetto a quelli italiani.

Quindi anche in Italia dovrebbe essere possibile aumentare e per questo il settore deve ripensare a come intendere la caffetteria e la distribuzione del caffè.

In secondo luogo, questo aumento potrebbe avere ripercussioni anche sullo specialty, rafforzando ancora di più l’importanza della materia prima di alta qualità, e della maggior conoscenza del prodotto dai baristi e operatori tradizionali del settore. Noi a Milano vendiamo la tazzina con la nostra miscela a un euro e 80. Ed è un prezzo che funziona: Cafezal sta crescendo.

Paragonandoci ad altre città grandi come Parigi, Berlino, Londra, dove la tazzina costa dai due euro e 50, sino ai 5 euro nel Nord Europa: questo dà ulteriore importanza al trattare un’effettiva qualità che non è soltanto una questione di marketing. Le aziende devono basarsi su questo e sulla promozione di standard più elevati, condividendo la filosofia anche con i propri dipendenti. Credo che la situazione del mercato spingerà la crescita della qualità degli operatori, sopratutto degli operatori che lavorano oggi con delle commodity.”

Mercati del caffè a nuovi massimi, i trader: “Ormai prossimo il traguardo dei 3 dollari e mezzo alla libbra”

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mercati del caffè robusta futures Eudr arabica esportazioni Brasile export
Il logo dell'Ice

MILANO – Settimana di nuovi massimi storici per i mercati del caffè, con le due borse a livelli senza precedente, tra mercoledì e giovedì. A New York, il contratto principale (marzo) ha chiuso mercoledì 27 novembre, alla vigilia della festività del Ringraziamento, a 323,05 centesimi, massimo nominale degli ultimi 47 anni. A Londra, la scadenza più ravvicinata (gennaio) è volata, giovedì 29 novembre, a 5.565 dollari, ennesimo nuovo massimo del contratto 10-Ton.

La giornata di venerdì 29 novembre ha visto parziali ribassi su entrambe le piazze, con le prese di beneficio accelerate dallo svalutarsi della moneta brasiliana (real), ai minimi storici sul dollaro.

Ice Arabica e Ice Robusta hanno perso rispettivamente l’1,6% e il 2,8% terminando 318,05 centesimi e a 5.409 dollari, comunque in ripresa del 5,3% e dell’8,5% rispetto alla fine dell’ottava precedente.

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Caffè Milani, stima di 10 mln per il 2024, Elisabetta Milani: “Siamo tra i torrefattori italiani che utilizzano più origini”

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Il logo di Caffè Milani

Caffè Milani ipotizza una stima di dieci milioni per il fatturato 2024. Per il brand, l’estero rappresenta una quota del 10% e trova in Giappone, Hong Kong, Corea, Arabia Saudita, Europa (Grecia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Francia, Slovacchia) i principali mercati di destinazione dei propri chicchi tostati.

Elisabetta Milani, terza generazione della famiglia, rivela i principali target dell’azienda a Il Sole 24 Ore Radiocor. Riportiamo di seguito gli articoli di Radiocor dedicati a Caffè Milani.

La stima di Caffè Milani per il 2024

LIPOMO (Como) – Dieci milioni le stime 2024 di fatturato per Caffè Milani, torrefazione storica comasca a conduzione familiare nata 85 anni fa. E’ quanto riporta a Il Sole 24 Ore Radiocor Elisabetta Milani, terza generazione della famiglia, responsabile marketing dell’azienda che oggi ha come principali target il mondo del bar, della ristorazione e dell’hotellerie.

Nel 2023 Caffè Milani ha chiuso il fatturato a 9,5 milioni. “Siamo un’azienda solida che in questo momento si sta guardando attorno su diversi fronti per espandersi e crescere”, racconta.

Oggi per Caffè Milani l’estero rappresenta una quota del 10% e trova in Giappone, Hong Kong, Corea, Arabia Saudita, Europa (Grecia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Francia, Slovacchia) i principali mercati di destinazione dei propri chicchi tostati.

Milani afferma come riportato da Il Sole 24 Ore Radiocor: “Rispetto ai nostri competitor abbiamo relativamente da poco iniziato ad approcciare l’export, ma con l’Oriente le collaborazioni stanno dando buoni risultati perché i nostri interlocutori sono molto affascinati dai nostri valori: le storie di famiglia, l’innovazione nel pieno rispetto della tradizione, senza mai perdere l’occhio artigiano con cui siamo nati”.

Brasile, Guatemala, Colombia, Honduras, Perù, Giamaica, Etiopia, Kenya, Uganda, Galapagos, India, Indonesia, Papua Nuova Guinea sono invece i Paesi da cui Caffè Milani si rifornisce per la materia prima. “Siamo tra i torrefattori italiani che utilizzano più origini”, commenta Elisabetta Milani.

“Il mercato del caffè in questo 2024 è impazzito”, riporta ancora Il Sole 24 Ore Radiocor. “Per fronteggiare questa situazione stiamo cercando di adeguare, almeno parzialmente, i listini di vendita, senza mai mettere a repentaglio la qualità del prodotto e riducendo, di conseguenza, gli utili”, conclude.

Sca Italy: Michael Angelini si aggiudica l’ultima tappa di selezione del campionato italiano Roasting

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Giovanni Antonacci durante l'ultima tappa di selezione (immagine concessa)

PESCARA – Michael Angelini e Giovanni Antonacci si sono aggiudicati gli ultimi due posti durante l’ultima tappa di selezione Sca Italy che si è tenuta presso Nuova Torrefazione Autonoma a Pescara. Le selezioni, realizzate grazie al supporto di DM Italia con la collaborazione di Giesen Coffee Roasters, hanno preso il via lo scorso 10 settembre e si sono concluse lo scorso giovedì 28 novembre.

Ecco l’elenco dei finalisti del Campionato Italiano Roasting 2025, che hanno ottenuto il pass per partecipare a Sigep Rimini da una giuria tecnica, sotto la supervisione di un giudice internazionale, che ringraziamo ancora per il supporto:

  • Edoardo Pinton
  • Gianluca Lavacca
  • Luigi Paternoster
  • Matteo Papini
  • Michael Angelini
  • Giovanni Antonacci

E ovviamente il campione italiano in carica Emanuele Tomassi, che si è classificato sesto agli ultimi mondiali.

Il viaggio che porta alle finali di Rimini si conclude così dopo 3 mesi intensi di selezioni e dà l’appuntamento a tutti gli appassionati a Sigep Rimini.

SCA Italy ovvero il Chapter italiano della Specialty Coffee Association, è la più importante associazione di settore che promuove la cultura del caffè di qualità attraverso percorsi di formazione completi, eventi mirati e competizione come questa appena conclusasi.

Osservatorio Sigep World: in Europa gli acquisti in pasticceria valgono 11,4 mld con consumi in crescita dell’+1,5%

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L'ooservatorio Sigep World (immagine concessa)

RIMINI – Classico o al cioccolato, farcito e buono per tutte le occasioni, anche nel prossimo Natale nessuno rinuncerà al panettone. Anche se, all’orizzonte, torna la classica “rivalità” con l’altro dolce di Natale per eccellenza, il pandoro che sta vivendo una nuova stagione di successo.

I consumi e i trend del mondo della pasticceria in vista del Natale tornano come ogni anno sotto la lente dell’Osservatorio Sigep, il salone internazionale di gelateria, pasticceria, panificazione, caffè – e da quest’anno anche della Pizza – di IEG – Italian Exhibition Group (Fiera di Rimini, 18-22 gennaio 2025, sigep.it).

I dati

Da una fotografia dell’Osservatorio Sigep Natale 2024 by IEG emergono dati europei positivi: +1,5% rispetto al 2023 per i consumi della Pasticceria, mentre gli acquisti si attestano a 11,4 mld di euro (Fonte: CREST, Circana).

“Per contrastare il carovita, il consumatore introduce strategie diverse tra nord e sud Europa: mentre in Italia e Spagna rinuncia talvolta ad alcune proposte del menù come il dessert, nel resto d’Europa si concentra sulle occasioni esperienziali proprie della Pasticceria, massima espressione di edonismo nei consumi fuori casa. Ciononostante, in Italia i consumi nel settore pasticceria rappresentano il 40,6% sul totale dei consumi nella categoria a livello europeo” – afferma Matteo Figura, out of home market expert e direttore area Foodservice per Circana Italia.

Il tema del rincaro delle materie prime

Come è emerso dalle interviste dell’Osservatorio Sigep by IEG 2024 ai grandi maestri pasticceri europei, il comparto affronta il caro prezzi delle materie prime: il cambiamento climatico ha ridotto la produzione delle nocciole con un conseguente +40% dei costi che inevitabilmente ricade anche sul consumatore finale; un balzo che raggiunge il +50% nel caso del cioccolato.

Tendenze e novità

Per Giuseppe Piffaretti, maestro pasticcere svizzero del Canton Ticino, ideatore della Coppa Mondiale del Panettone: “Il panettone tradizionale rappresenta un segmento importante dell’economia delle pasticcerie nel Canton Ticino, che conta una trentina di produttori artigianali. Nei luoghi di confine tra Svizzera e Italia vengono apprezzate le rivisitazioni come il nostro cake con mirtilli, albicocche, uvetta, grappa e castagne. Durante il Natale spopola il panettone classico nella sua versione al cioccolato”.

Per Luigi Biasetto, maestro pasticciere veneto e accademico AMPI (Accademia Maestri Pasticceri Italiani): “Il panettone tradizionale milanese è già il più richiesto dai nostri clienti, ma la grande sorpresa è il pandoro, che sta vivendo una rinascita dopo anni in cui ha sofferto le strategie di mercato della grande industria: prevediamo un +22% delle vendite. Novità 2024 la Corona di Natale, simile alla ghirlanda natalizia e decorata con frutta di stagione al vin brulè e spezie”.

Marta Boccanera, maestra pasticciera in Roma e vicepresidente APEI (Ambasciatori Pasticceri dell’Eccellenza Italiana): “Abbiamo previsto un aumento delle vendite di panettone intorno al 10-15% e volumi raddoppiati per il pandoro, ma i pasticcieri devono affrontare il rincaro delle materie prime”. Boccanera ha previsto inoltre un dolce ideale anche per la colazione delle feste che ricorda il gusto del ‘pangiallo’ con frutta secca, cedro, arancia candita.

“Il panettone classico rappresenta il 40% delle nostre vendite – dice il riminese Roberto Rinaldini, membro del Relais Dessert International e presidente del Campionato del mondo di Pasticceria juniores a Sigep – Ma cresce anche la nostra proposta gourmet con panettoni d’alta gamma come il panettone Dante arricchito con pistacchio, fragoline di bosco e ciliegie, ideale per il pranzo delle feste e per doni personali o aziendali”.

Christophe Louie, panettiere-patissier parigino, racconta all’Osservatorio Sigep due grandi novità: “Per Natale puntiamo al panettone al caffè con spezie e pera realizzato insieme a Maison Verlet e al panettone con alghe e yuzu pensato insieme a Maison Petrossian per il mondo dell’aperitivo”.

Per José Romero, pasticcere spagnolo, docente della Scuola di Pasticceria EPGB di Barcellona: “In Spagna le vendite di panettone sono triplicate negli ultimi dieci anni, seppur senza raggiungere i livelli italiani. La versione classica del panettone piace tantissimo, e come varianti proponiamo quella al cioccolato e pistacchio”. Il dolce natalizio spagnolo per eccellenza? “Indubbiamente la ‘Turrón de yema’, con zucchero, mandorle e agrumi, viene bruciato nello strato superiore dando l’effetto della crema catalana”.