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Altroconsumo sull’imposizione dei dazi di Donald Trump per le importazioni delle merci, tra cui il caffè: “Necessaria la creazione di un autentico mercato unico europeo”

MILANO – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l’imposizione dei dazi al 10% su tutte le importazioni negli USA e al 20% per le merci, compreso il caffè, che arrivano dall’Unione Europea. Di seguito riportiamo il commento di Federico Cavallo, responsabile relazioni esterne di Altroconsumo. Per leggere la versione integrale dell’analisi degli esperti di Altroconsumo sull’impatto dei dazi voluti da Trump sull’economia mondiale basta cliccare qui.

L’imposizione dei dazi di Trump

di Federico Cavallo

L’imposizione dei dazi ha sempre effetti negativi per i cittadini: aumenta l’inflazione, riduce il Pil, può portare a una recessione. Questo vale sia per i dazi imposti ad altri Paesi sia per quelli subiti. Per questo, come Altroconsumo chiediamo con urgenza la realizzazione di un vero mercato unico europeo che includa sia i prodotti che i servizi. Un mercato più integrato offrirebbe benefici concreti ai cittadini europei, aiutando a compensare gli effetti negativi della guerra commerciale.

Il documento diffuso dalla Casa Bianca il 2 aprile evidenzia che ciò che irrita maggiormente Trump non sono tanto i dazi europei, quanto le regolamentazioni non tariffarie dell’UE. Secondo l’amministrazione americana, queste norme creano barriere all’ingresso per le imprese statunitensi e ne aumentano i costi operativi nel mercato europeo.

Il documento elenca diverse normative UE che impongono vincoli alle aziende USA, tra cui il regolamento REACH, le norme sulla deforestazione e la decarbonizzazione, l’eco-design, le regole sulla trasparenza delle informazioni, la nuova direttiva sui green claims e l’efficientamento energetico. Vengono menzionate anche le disposizioni sulla cybersicurezza, il commercio elettronico, le grandi piattaforme digitali e la proprietà intellettuale.

L’amministrazione Trump sembra dunque voler usare i dazi come leva per modificare la regolamentazione europea, considerandola esclusivamente un costo per le imprese. Tuttavia, queste norme contribuiscono a garantire un quadro normativo più equilibrato, attento alle esigenze dei consumatori e alla tutela dei loro diritti”.

Cavallo: “La questione si configura quindi come uno scontro tra due modelli economici: da un lato, gli Stati Uniti di Trump, che trascurano la decarbonizzazione e le regole ESG e mirano a ridurre al minimo la regolamentazione; dall’altro, l’Unione Europea, che invece punta su queste politiche ma non è ancora riuscita a realizzare pienamente il mercato unico”.

Cavallo aggiunge: “Nonostante le numerose direttive, persistono ancora troppe barriere tra gli Stati membri, che di fatto rappresentano ostacoli equivalenti ai dazi. La vera sfida sarà dunque quella di trasformare il mercato europeo – con i suoi 450 milioni di cittadini – in un sistema realmente integrato. Paradossalmente, la politica dei dazi di Trump potrebbe rivelarsi un incentivo per accelerare questo processo.

Altroconsumo, da sempre sostenitore dell’integrazione europea e membro di Euroconsumers – organizzazione che riunisce i consumatori di Italia, Spagna, Portogallo e Belgio – chiede con forza un impegno concreto per la creazione di un autentico mercato unico europeo. Maggiore concorrenza significherebbe condizioni migliori per i cittadini, contribuendo a mitigare i rischi di inflazione e recessione che i dazi, siano essi imposti o subiti, inevitabilmente generano.

Mai come in questo momento, l’Europa deve dimostrare di essere unita e coesa di fronte ai tentativi di frammentazione imposti da strategie di divide et impera. Solo un’azione congiunta tra gli Stati membri potrà rafforzare il peso dell’Unione nel contesto globale e proteggere i consumatori europei da politiche commerciali ostili.

L’Europa non deve subire le decisioni altrui, ma affermarsi come attore protagonista, capace di definire le proprie regole e difendere i propri interessi con una voce unica e autorevole.”

                                                                                                  Federico Cavallo

Per maggiori informazioni ecco l’analisi degli esperti di Altroconsumo sull’impatto dei dazi voluti da Trump sull’economia mondiale disponibile qui

Trieste: ecco la storia del Caffè Tommaseo, il più antico della città

Il Caffè Tommaseo di Trieste è considerato il più antico della città. È stato costruito nel 1824 ma solo sei anni più tardi, nel 1838, inizia ad assumere la propria identità e ad entrare nel vissuto cittadino. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Francesco Cardella per il portale d’informazione Trieste All News.

Le origini del caffè Tommaseo

TRIESTE – La storia lo abita, l’innovazione sta facendo il suo corso. Pensi al Caffè Tommaseo e ti immergi in una cartolina ottocentesca del Borgo Teresiano incastonata nella omonima piazza situata a pochi respiri dal mare, a stretto contatto con il centro urbano e quasi a voler dialogare con la chiesa di San Nicolò dei Greci, il tempio della comunità greco – ortodossa. La storia dicevamo, egida che lo consacra come il caffè più antico di Trieste.

Costruito nel 1824, ma è dal 1830 che il locale di Piazza Tommaseo inizia ufficialmente a entrare nel vissuto cittadino, assumendo 18 anni più tardi la denominazione di “Caffè Tommaseo”, un tributo allo scrittore dalmata Nicolò Tommaseo, un patriota.
Sì, perché il “Caffè Tommaseo” negli anni avrà modo di diventare una sorta di tempio non solo dell’arte e della cultura ma del movimento nazionale e dell’irredentismo triestino.

Una curiosità. Il locale fu tra i primi a proporre il gelato nella ristorazione a Trieste nonché a dotarsi della illuminazione a gas; merce rara all’epoca. Era il 1844. E poi i frequentatori eccellenti. Diversi, sì, da Umberto Saba a Giani Stuparich, senza contare Italo Svevo, Domenico Rossetti e Claudio Magris. Pagine di ieri.

Il Caffè Tommaseo non ha mai abiurato il passato, anzi, ma ha saputo (ri)cucire il vissuto con le priorità.

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Ecco i treni di lusso con i bar più affascinanti del mondo: dal Seven Stars Kyushu in Giappone all’Eastern and Oriental Express

La redazione del portale d’informazione Ad Italia ha passato in rassegna sette dei più affascinanti vagoni bar a bordo di treni di lusso leggendari che attraversano il mondo. Nella lista sono presenti l’Observation Car del treno Britannica Explorer, destinato a debuttare nel luglio 2025, la carrozza lounge del Rovos Rail, il Piano Bar dell’Eastern and Oriental Express, il Lounge Komorebi della Train Suite Shiki-Shima, il Bar Car e Lounge dell’Hiram Bingham, la Blue Moon Lounge del Seven Stars Kyushu e il Bar Car 3674 del Venice-Simplon Orient Express.

Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Jessica Puckett per il portale d’informazione Ad Italia.

La Observation Car del Britannic Explorer

Quando debutterà nel luglio 2025, il treno Britannic Explorer di Belmond, il treno Britannic Explorer sarà dotato di lussuosi vagoni progettati per evocare un giardino all’inglese, e il bar non farà eccezione.

L’invitante spazio, situato all’interno dell’Observation Car del treno, sarà arredato con una rilassante palette di verdi botanici e di caldi colori neutri, con un’ampia scelta di banquette e poltrone per accomodarsi e osservare la campagna verdeggiante che scorre.

Quando sarà il momento di bere qualcosa, gli ospiti potranno scegliere tra cocktail ispirati alle farmacie vittoriane, oltre a una selezione speciale di gin e birre artigianali provenienti da birrifici e distillerie indipendenti di tutto il Regno Unito.

E non dimenticate di mettere in valigia il vostro abbigliamento elegante: al calar della sera, il bar ospiterà “feste sontuose”, secondo Belmond, come una serie di artisti dal vivo a rotazione, eleganti feste a tema e serate stagionali.

La carrozza lounge del Rovos Rail

Il vagone bar del Rovos Rail, che percorre una moltitudine di itinerari attraverso l’Africa meridionale, molti dei quali includono safari, è uno spazio grazioso che emana una raffinatezza classica.

Un bar in legno curvato con sgabelli lucidi conduce a un salone con divani e poltrone in pelle matelassé. Grandi finestre incorniciano i vasti paesaggi africani. I passeggeri frequentano la cabina rivestita in legno per rilassarsi e socializzare, magari chiacchierando della fauna selvatica che hanno visto durante i game drive della giornata o scambiandosi storie sui loro viaggi nel mondo.

I cordiali addetti sono pronti a servire rare bottiglie di vino africano o a mixare qualsiasi cocktail i viaggiatori possano immaginare. Essendo l’ultima carrozza del treno, la lounge conviviale ha un ponte di osservazione all’aperto collegato sul retro, uno spazio ideale per brindare con i compagni di viaggio ammirando il tramonto africano.

Il Piano Bar dell’Eastern and Oriental Express

Tra i suoi legni scintillanti, i ricchi tessuti di velluto e i tappeti floreali tropicali, il Piano Bar a bordo del Belmond Eastern and Oriental Express offre una lussuosa pausa dove gli ospiti possono sorseggiare colorati drink.

Tra i cocktail più caratteristici del vagone vi sono l’Hills of Perlis o il Royal Nightcap, un potente digestivo servito caldo. Secondo Belmond, ogni cocktail è “ispirato alle città e ai paesaggi vibranti che lo circondano” lungo i percorsi del treno attraverso la Malesia. Più tardi, in serata, musicisti dal vivo riscaldano la folla suonando un mix di jazz di Nanyang, melodie malesi d’epoca e musica occidentale.

Si può ballare fino a notte fonda, oppure si può semplicemente chiacchierare con i compagni di viaggio sulle attività della giornata trascorsa facendo trekking nelle aree di conservazione della giungla del Taman Negara National Park o assaggiando cibo di strada nei mercati locali di Penang.

In qualsiasi modo si scelga di trascorrere la notte, il Piano Bar rimane aperto fino a quando i passeggeri lo desiderano.

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Host 2025: l’arredo outdoor nei bar e ristoranti diventa high tech e organico

MILANO – Le nuove tendenze dell’arredo per esterni coniugano la sostenibilità con l’innovazione tecnologica, per rispondere alle esigenze di consumatori sempre più sensibili a un comfort rispettoso dell’ambiente. Leggiamo di seguito il focus pubblicato sul portale ufficiale di Host.

L’arredo outdoor a Host 2025

Quali novità vedremo nell’outdoor la prossima estate? Le tendenze nell’arredo per esterni nei bar e ristoranti si concentrano su comfort, sostenibilità e versatilità. E, in risposta a una crescente attenzione per l’ambiente, dominano le scelte i materiali naturali e riciclati, come il teak e il rattan.

Ma non solo. Gli arredi devono essere multifunzionali, come tavoli con vani contenitori o sedute modulari, ideali per ottimizzare gli spazi e adattarsi alle esigenze del locale. E il design minimalista che ha regnato negli ultimi anni lascia spazio a linee curve e organiche, per creare ambienti accoglienti e rilassanti che favoriscono quel ‘ritrovarsi con se stessi’ che guida le nuove scelte dei consumatori, soprattutto i Millennial e Gen Z. Ne abbiamo parlato con alcuni dei protagonisti del settore Arredo e tecnologia di HostMilano.

In tema di sostenibilità, spiega Andrea Osti di Blumohito, che progetta elementi d’arredo ispirati al verde e all’acqua: “La sostenibilità è ormai il presente e deve essere radicata non solo nel marketing, ma nell’operare quotidiano. La tecnologia ci supporta in questa direzione: un meeting online evita i consumi per un incontro in presenza, magari per pochi minuti; il fotovoltaico ci aiuta a contenere costi e inquinamento. I nostri prodotti sono frutto di questa cultura e il nostro personale è attore convinto di questo processo”.

“I nostri prodotti più recenti o in progettazione sono realizzati con materiali sostenibili e tecnologici”, aggiunge Lorenzo Crema, amministratore di Crema Outdoor, nota in particolare per i suoi ombrelloni. “Sostenibilità e innovazione, unite alla personalizzazione sartoriale tipica del Made in Italy, sono la via per ingaggiare i decisori nei prossimi anni. Ad esempio, i nostri ombrelloni sono realizzati in ‘recycled PET solution dyed outdoor’, materiale proveniente dalle bottiglie in plastica, con ottime caratteristiche di qualità e durata”.

“I nuovi layout presentano una nuova consapevolezza e una cultura della vivibilità degli spazi esterni, accompagnata dall’innovazione, che rimarrà per il futuro”, conclude Gianni Andreetta, direttore tecnico e marketing operativo di KE, specializzata in pergole e tende da sole. “La progettazione di un nuovo prodotto prevede sempre l’approfondimento di questi due temi. Ad esempio, sensori bioclimatici che si collegano ad applicazioni software, definendo scenari smart che massimizzano sia il comfort sia il risparmio energetico”.

Luna: a Roma una seconda luce nella notte specialty dopo Faro, Fociani: “Un ristorante che si vuole ispirare alla caffetteria”

MILANO – Il mondo ideato da Dario Fociani, Arturo Felicetta e Dafne Spadavecchia, partito dalla caffetteria specialty Faro, allargato poi alla micro roastery Aliena, adesso si amplia ulteriormente con una novità: Luna. Quello che mancava al progetto romano iniziato 8 anni fa, ad aprile aprirà le porte al pubblico.

Luna sta per realizzarsi e viene un po’ da chiedersi: come mai questo nuovo tassello adesso?

Fociani: “Farei una prima premessa: imprenditorialmente non amiamo molto il concetto di essere riconosciuti come catena e quindi di attribuire lo stesso nome a più locali. Al contrario ci teniamo che ogni azienda e brand nel nostro caso, abbia una sua identità e si esprima fluidamente, a seconda del posto in cui nasce. Faro è un’entità a sé stante e non vedevamo per questo la nascita di un Faro 2 per il tipo di locale che avevamo in mente di creare oggi. Faro rappresenta un percorso iniziato 8 anni fa, quando eravamo persone diverse.”

Con Luna, abbiamo risposto ad un nuovo bisogno, di una luce differente

Entrambe fanno luce di notte, ed è proprio questo il ponte tra i due nomi. Quando abbiamo avviato Faro eravamo più giovani, quasi aggressivi: eravamo spinti dall’idea di una caffetteria che fosse impattante sul mondo ancora embrionale dello specialty in Italia. Oggi questa nicchia è cresciuta in tutto lo Stivale, se ne parla sempre di più.

I prezzi sono saliti, le persone sembrano più consapevoli e quindi ci sembrava il momento di aprire uno spazio con un’atmosfera più soffusa. Dedichiamo i nostri sogni a Luna: volevamo una nuova identità collegabile alle altre nostre due realtà già esistenti. È un concetto che ci piace molto.

Ora siamo più adulti e già questo fatto fa la prima differenza: da Luna non c’è il servizio al banco, è un ristorante diurno più che un bar. Definirei Luna come un ristorante che si ispira alla caffetteria, all’interno del quale cambiano un po’ i capitoli che esaltano le due aziende. Su Luna vogliamo avanzare sul cibo ed esplorarne le declinazioni: un percorso che abbiamo già iniziato a percorrere con Faro e che ora con Luna vogliamo approfondire in un ristorante con specialty e pasticceria. Avevamo lo spazio necessario per farlo, dato che il locale si dispone su due livelli, in totale 160 metri e 60 posti a sedere.

Ci troviamo in una zona centrale vicino a Piazza Barberini: diamo uno spunto al brunch, alla colazione salata e cerchiamo di offrire qualcosa di legato al territorio e alle aziende agricole nostri fornitori, insieme all’idea della ristorazione diurna.
Luna è l’ultimo passo di un’evoluzione partita con Faro: qui mancavano gli spazi, e ora che li abbiamo e li sfrutteremo per rispondere all’esigenza di un target che sarà sempre lo stesso, ovvero quello legato già alla nostra azienda. Ci saranno curiosi, amanti del buon cibo e del buon caffè, turisti, persone che comprendono la complessità dietro le filiere agricole, compreso lo specialty.”

Ma come avete scelto la location di Luna?

Un dettaglio di Luna (foto concessa)

“Il locale ci è un po’ caduto addosso: è lui che ha scelto noi. Da maggio siamo all’interno di questo spazio, e abbiamo raggiunto quasi un anno di lavori. Tramite un conoscente che prima gestiva il locale, siamo riusciti a impossessarci della location. L’affitto rappresenta un costo leggermente più alto rispetto a quello di Faro, ma lo troviamo giusto e sostenibile in quanto rispecchia il valore del locale.”

E il personale da Luna?

“Abbiamo inserito operatori che condividessero la nostra stessa visione del cibo e delle bevande: abbiamo spostato la parte produttiva della pasticceria da Faro a Luna che rifornirà entrambi i locali. Il gruppo di pasticceri lo abbiamo già, poi ci siamo dotati di chef nuovi, mentre i ragazzi li portiamo ancora da Faro per formare lo staff nuovo.

In aprile vorremmo aprire con l’orario che parte dalle 9 alle 17 e poi si vedrà. Naturalmente non ci siamo spinti sull’aperitivo perché dobbiamo prendere le giuste misure.
Ci piace molto usare il caffè come bevanda a sé, senza inserirlo come pairing e per ora manteniamo questa linea.”

Abbattere i centri di costo è un tema

“Sono elevatissimi nella ristorazione per cui l’esigenza di avere un solo centro produttivo per più locali, consente di abbattere le spese. Il modello di business ha bisogno di molto personale, quindi oltre il 40% del fatturato va via su questa voce: il restante della percentuale si investe su tutto il resto. Alla fine l’ideale sarebbe conservare un 10% di utile e con Faro per tanto tempo abbiamo avuto dei margini più bassi di questa percentuale. Con Luna pensiamo di fare meno fatica: questo è l’obiettivo.”

Caffè, macchinari, prezzi di Luna

La Marzocco da Luna (foto concessa)

“La Marzocco PB resta, è la macchina che ci rappresenta come forme e struttura. Come grinder abbiamo tre Ceado con macine in titanio, un Malkohenig EK43, mentre il caffè è toastato Aliena con delle guest previste periodicamente. Quindi il nostro Brasile come entry level, doppio espresso da 3 euro in su, con un Nicaragua, Colombia, Ruanda, Etiopia che partono dai 3 ai 5 euro. Ogni tanto inseriremo qualcosa di superiore, ma il range è quello. Il singolo non è in linea con la nostra filosofia e già da subito trasmette il tipo di offerta di Faro e Luna al consumatore finale, che a quel punto può decidere o meno di accettare questo genere di soluzione e costi. “

Fociani: “Vogliamo crescere piano piano”

“Divertendoci e facendo il lavoro che ci piace. Vogliamo essere più pragmatici, creativi, senza esagerare con le sperimentazioni. La qualità resta una nostra priorità, scegliendo modalità più condivisibili per promuovere dei prodotti genuini. Abbiamo imparato presto a creare conoscenza sul caffè, senza togliere lo zucchero e tostature più scure per il Brasile per venire incontro al cliente, che è la cosa più importante. Il business deve girare attorno al consumatore, onestamente.

Faro fa i numeri di oggi, perché non propone cose che non piacciono a chi entra. Comunque non serviamo Robusta, ed è nostra prassi dialogare con i clienti e guidarli a una migliore degustazione. Non vogliamo però essere respingenti, perché abbiamo così l’opportunità di coltivare nuovi clienti che gradualmente comprendono e tornano.
Ad oggi non crediamo di uscire fuori da Roma per il futuro: è una città in cui c’è ancora tanto da fare.”

Andrej Godina in viaggio con Giancarlo Samaritani in Colombia alla scoperta della regione del Cauca insieme a Bristot Coffee Academy, Procaffè

Andrej Godina, dottore di ricerca in scienza, tecnologia ed economia nell’industria del chicco, è partito per un percorso di formazione nella regione del Cauca, in Colombia, rinomata per la qualità della produzione del caffè. Il viaggio è parte del programma Bristot Coffee Academy, marchio di Procaffè S.p.A., rivolto ai responsabili delle accademie internazionali dell’azienda.

Godina è accompagnato da Giancarlo Samaritani, divulgatore scientifico del chicco, noto per la sua serie di documentari con il caffè come protagonista (ne abbiamo parlato qui).

L’avventura ha avuto inizio il 6 aprile e verrà conclusa il 13. Si tratta di certo di una grande occasione che permette ai responsabili di Bristot Coffee Academy di incontrare i produttori e creare relazioni di filiera concrete. Leggiamo di seguito le considerazioni di Godina.

La regione caffeicola del Cauca: il viaggio di formazione Bristot Coffee Academy in Colombia con Andrej Godina e Giancarlo Samaritani

di Andrej Godina

MILANO – “Ho il piacere di accompagnare un gruppo selezionato di professionisti del caffè per un’esperienza immersiva tra le piantagioni della rinomata regione del Cauca, in Colombia, una delle aree più vocate alla produzione di caffè di qualità del Paese. Il viaggio ha avuto inizio il 6 aprile e verrà concluso il 13.

Questo percorso nasce all’interno del programma di formazione continua promosso dalla Bristot Coffee Academy, marchio di Procaffè S.p.A., ed è rivolto ai responsabili delle Coffee Academy internazionali dell’azienda.

Insieme al collega Giancarlo Samaritani, consulente e divulgatore scientifico, con una lunga esperienza di viaggi nei paesi di origine del caffè, accompagno un gruppo di 12 partecipanti in un percorso che ha l’obiettivo di rafforzare le competenze tecniche e culturali di professionisti che ogni giorno si occupano di diffondere la cultura del caffè, e in particolare dell’espresso, nel mondo.

samaritani giancarlo
Giancarlo Samaritani (immagine concessa)

Il viaggio è organizzato con il prezioso supporto della Federación Nacional de Cafeteros de Colombia (FNC) e del Comitato dei coltivatori del Cauca, che ci apriranno le porte di alcune delle più rappresentative piantagioni del dipartimento, vicine alla città di Popayan.

Avremo così la possibilità di entrare in contatto diretto con le comunità dei coltivatori, approfondire le loro pratiche agricole e conoscere i metodi di lavorazione post-raccolta, sia quelli classici del lavato e del naturale, così come di quelli più innovativi con le nuove fermentazioni anaerobiche, osservando da vicino tutte le fasi della filiera”.

Andrej Godina: “Per chi opera nel settore del caffè, viaggiare nelle piantagioni è un momento formativo fondamentale, irrinunciabile”.

Godina aggiunge: “Toccare con mano la realtà quotidiana dei contadini, comprendere i ritmi del lavoro in piantagione, saper distinguere tra le differenti varietà botaniche dell’Arabica, degustare i caffè direttamente nei territori d’origine, ci consente di sviluppare una consapevolezza nuova e più profonda del prodotto che trattiamo ogni giorno.

Trattasi senza ombra di dubbio di un’occasione unica per le torrefazioni che permette di incontrare i produttori per creare relazioni di filiera concrete, basate sulla fiducia e sullo scambio diretto, essenziali per costruire progetti di sostenibilità, garantire la tracciabilità e migliorare la qualità del caffè proposto ai clienti finali.

Credo fermamente che questo contatto umano e professionale tra chi coltiva il caffè e chi lo seleziona, tosta, vende e racconta sia il vero storyrtelling di cui tutte le nostre torrefazioni italiane dovrebbero divenire esperte, in questo modo agli occhi del barista e del consumatore finale ogni tazzina acquista un significato più autentico.

Durante il viaggio nel Cauca visiteremo alcune cooperative locali, i nuovi impianti di lavorazione, alcuni centri di ricerca della FNC e piccoli centri di lavorazione del caffè in umido, vivendo in prima persona la realtà produttiva di questa straordinaria regione, conosciuta per le sue condizioni pedoclimatiche ideali e per l’elevata qualità dei suoi chicchi.

Questa iniziativa si inserisce pienamente nella visione della Bristot Academy, diretta da Simone Rubin, che punta a formare figure professionali preparate, consapevoli e capaci di valorizzare ogni fase della filiera, dalla pianta alla tazzina.

Documenteremo l’intera esperienza sui miei canali social e quelli di Gianfranco Samaritani (che è possibile trovare in fondo all’articolo) attraverso reportage, foto e interviste ai contadini, per far vivere anche a voi, appassionati di caffè, questa straordinaria avventura”.

                                                                                                           Andrej Godina

Riguardo Andrej  Godina

Dottore di ricerca in scienza, tecnologia ed economia nell’industria del caffè con PhD science, technology and economy in the Coffee Industry. Andrej Godina è inoltre SCA Authorized Trainer, caffesperto e Master barista. Per saperne di più sul documentario Caffè & vino basta cliccare qui.

Per saperne di più sulla Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia, di cui Andrej Godina e autore insieme a Mauro Illiano, basta cliccare qui. Per saperne di più su Andrej Godina è possibile visitare il suo profilo Instagram qui.

Riguardo Giancarlo Samaritani

Giancarlo Samaritani è un libero professionista consulente indipendente, esperto in commercio, sviluppo reti vendita, formazione professionale.

Narratore del caffè. Autore, produttore, regista e protagonista di documentari sul mondo dei coltivatori.

È noto per i viaggi studio nei paesi produttori “In Viaggio col Mercante”. Per saperne di più basta cliccare qui. Il link al profilo Instagram è qui. Il canale YouTube è visitabile cliccando qui.

Prezzi: il crollo dei mercati finanziari fa precipitare anche i futures del caffè, New York e Londra perdono il 5% e il 4,8%

MILANO – Crollano anche i prezzi del caffè, nell’ultima seduta della settimana. Venerdì 4 aprile, i mercati finanziari in picchiata hanno spinto pesantemente al ribasso anche Ice Arabica e Ice Robusta. New York (maggio) ha perso il 5% terminando a 365,70 centesimi. A Londra, il contratto principale (luglio) ha ceduto $260 chiudendo a 5.128 dollari, a sua volta in flessione del 4,8%. Dopo le perdite contenute di giovedì, anche i futures del caffè hanno dunque risentito del mood pesantemente negativo che ha pervaso i mercati, dopo l’annuncio dei pesanti dazi voluti da Trump.

“I prezzi del caffè sono rimasti coinvolti nella situazione di risk-off, che interessa attualmente i mercati delle materie prime, in cui i fondi liquidano le loro posizioni lunghe” ha dichiarato a Bloomberg Tomas Araujo, trader di StoneX.

Ma i futures continueranno a essere condizionati – in primo luogo – dai timori per l’andamento dei raccolti nelle aree chiave di produzione” sostiene Bmi, parte di Fitch Group.

E ciò, a dispetto del calo della domanda sin d’ora atteso negli Stati Uniti, in ragione delle nuove tariffe introdotte dall’amministrazione americana, che colpiranno anche le importazioni di caffè verde.

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La Marzocco debutta alla Milano Design Week 2025 con il pop-up store esclusivo Modbar Espresso Atelier e le masterclass 1895 Coffee Designers by Lavazza

MILANO – La Marzocco, icona nell’industria delle macchine da caffè di alta gamma, sarà protagonista al Fuorisalone 2025 con tre esperienze distinte e complementari, pensate per dialogare con il mondo del design, dell’ospitalità e del lifestyle.  Dal 7 al 13 aprile, l’azienda fiorentina presenterà tre pop-up store esclusivi, ognuno con una propria identità, ma uniti dalla ricerca estetica, dall’artigianalità e dall’innovazione tecnologica.

Modbar Espresso Atelier – via Ciovasso 11

La prima novità è la presenza di Modbar, con un pop-up esclusivo, situato nel cuore di Brera.

Modbar, acronimo di “Modular Espresso Bar“, è un sistema innovativo che rivoluziona l’esperienza del caffè, posizionando la tecnologia della macchina sotto il bancone e lasciando visibili solo i suoi iconici “Tap”.

L’installazione (immagine concessa)

Questa soluzione favorisce l’interazione tra barista e cliente, esaltando il design pulito ed elegante dello spazio caffetteria. Il temporary sarà presentato con una linea estetica minimalista e conviviale, in linea con la filosofia e l’originalità di Modbar, marchio di riferimento nel mondo del design e del lusso, dei concept store e dell’hotellerie, così come della ristorazione e della caffetteria di pregio.

L’allestimento dello spazio, con avrà materiali particolari, vedrà l’integrazione di Modbar nei banconi realizzati su misura, con elementi customizzati che rifletteranno il connubio tra innovazione e artigianalità.

Lo spazio allestito (immagine concessa)

Ad arricchire l’esperienza di Modbar Espresso Atelier, vari torrefattori e brand (Aqua e Polveri, Gustificio Andrea Poli, H. Osen) – e anche una collaborazione con lo chef pasticcere Fabrizio Fiorani – proporranno un’esperienza sensoriale unica durante i giorni del Fuorisalone.

Mercoledì 9 aprile (ore 10-19), Aqua e Polveri, fondata da Alessandro Rizzi, offrirà un percorso brewing immersivo e versatile con Modbar, dalla colazione – con caffè tostato da Andrea Lattuada – agli assaggi e agli aperitivi serviti con i prodotti di eccellenza di guest partner quali: Luigi Biasetto (maestro pasticcere di fama mondiale), la distilleria Nardini (per la preparazione di cocktail), l’azienda Mielizia (per l’esplorazione di mieli mono-floreali e millefiori), e l’aperitivo iconico Leone in arrivo da Bassano del Grappa per deliziare i gourmand della Milan Design Week e delle eleganti città italiane.

Modbar Espresso Atelier (immagine concessa)

Infine, durante i giorni 7, 10 e 11 aprile, l’atelier ospiterà delle esclusive Masterclass curate da 1895 Coffee Designers by Lavazza. In queste sessioni, il caffè d’eccellenza si trasformerà in un rituale che stimolerà tutti i sensi: per il caffè espresso sarà lo Specialty Blend Petal Storm con note di cioccolato, fiori d’arancio e gelsomino ad accompagnare il visitatore nella filosofia Modbar. La limited edition Beija Flor Coffee, invece, con note di frutta rossa (rabarbaro) e un sottile tocco di cioccolato e mango, verrà servita usando metodi di estrazione alternativi sui moduli Modbar. Ogni sessione, da prenotare in anticipo, durerà mezzora e avrà luogo durante gli orari seguenti: ore 10:30-11:00 / 11:00-11:30 / 12:00-12:30 / 14:00-14:30.

Per maggiori info basta cliccare qui e qui.

Sevengrams insieme a De’Longhi alla settimana del Design con la macchina bean to cup La Specialista Touch e la miscela specialty Unordinary

MILANO – Sevengrams rafforza la sua collaborazione con De’Longhi in occasione della prossima Milano Design Week 2025, trasformando il Coffee Studio 7Gr. in un hub esperienziale dedicato all’innovazione e all’eccellenza del caffè.  Lo spazio, infatti, è una delle tappe esclusive del Perfetto District by De’Longhi, un percorso che celebra l’incontro tra design e cultura del caffè, attraversando i punti nevralgici della città con eventi e degustazioni uniche, offrendo agli appassionati un viaggio immersivo nelle migliori espressioni della caffetteria contemporanea.

Sevengrams con De’Longhi tra i protagonisti della Milano Design Week

A due passi dal vivace Tortona District, cuore pulsante del fuorisalone, il Coffee Studio 7Gr. accoglierà in anteprima la nuovissima macchina bean to cup La Specialista Touch di De’Longhi, che unisce tecnologia all’avanguardia e una user experience intuitiva garantendo un caffè sempre perfetto.

Dal 7 al 13 aprile, i visitatori avranno la possibilità di scoprire i vantaggi di un espresso preparato con caffè macinato fresco grazie alla guida di esperti che spiegheranno le funzionalità uniche di questa macchina e offriranno degustazioni personalizzate, con la possibilità di testare diverse origini, miscele e specialty coffee e di sperimentare diverse tipologie di estrazione.

L’arte della preparazione del caffè incontrerà anche l’estetica e la personalizzazione, grazie ad Officina De’Longhi, un servizio esclusivo in cui artigianalità e innovazione si fondono per creare macchine da caffè su misura. Sevengrams, infatti, offrirà la possibilità scegliere tra una selezione raffinata di materiali e finiture per personalizzare la propria La Specialista Maestro.

Ogni dettaglio, dai pannelli alle manopole, potrà essere adattato al proprio stile, trasformando la macchina in un’estensione della propria personalità.
Per l’occasione, sarà disponibile uno sconto speciale sull’acquisto di una macchina su misura, rendendo ancora più esclusiva questa esperienza dedicata agli amanti del design e del caffè di qualità.

Una partnership, quella tra Sevengrams e De’Longhi, che per questo importante evento internazionale si è concretizzata anche nella realizzazione di una confezione in edizione limitata di pregiato caffè specialty.

Sevengrams ha infatti realizzato una versione molto speciale della sua miscela Unordinary, impreziosita per l’occasione dalle illustrazioni di ScombinAnto (@scombinanto), artista che ha firmato tutta la veste grafica dell’evento, a cominciare dal De’Longhi Coffee Lounge, un’installazione itinerante che trasforma un tram storico milanese in un raffinato salotto su rotaie.

Ed è proprio sul De’Longhi Tram, che attraverserà il centro di Milano in un viaggio sensoriale fra creatività e cultura del caffè, che si alterneranno per tutta la settimana workshop esclusivi guidati dai maestri del settore.

Tra questi anche Chiara Bergonzi, una delle maggiori esperte di caffè specialty a livello internazionale, e brand ambassador De’Longhi. Per tutta la settimana, Chiara accompagnerà i viaggiatori del tram in momenti di approfondimento sul caffè e su come l’innovazione tecnologica possa esaltare al meglio le caratteristiche sensoriali di ogni chicco. Attraverso degustazioni guidate e dimostrazioni pratiche, i partecipanti scopriranno come l’estrazione perfetta sia il risultato di un equilibrio tra qualità della materia prima e precisione nella preparazione.

Sevengrams aspetta gli amanti del design e del caffè di qualità al Coffee Studio 7Gr. in via Valparaiso, 9 Milano. La partecipazione ai workshop sul tram De’Longhi Coffee Lounge è gratuita, ma è necessaria una registrazione obbligatoria sulla pagina dedicata: perfettodistrict.delonghi.com.

La scheda sintetica di Sevengrams

Sevengrams è un’innovativa torrefazione tutta al femminile nata a Milano nel 2009, dall’iniziativa imprenditoriale di Mary, Angelita, Anna e Daniela Mauro, quattro sorelle con una storia intrisa di caffè. Oltre alle miscele e monorigini a marchio 7Gr., che utilizzano chicchi commerciali di altissima qualità, l’azienda produce pregiati caffè speciali a marchio Lot Zero, selezionati e tostati artigianalmente da Chiara Bergonzi, partner del team e figura di riferimento nel mondo dello specialty coffee.

Trainer SCA, giudice internazionale del circuito WCE (Word Coffee Events), QGrader e consulente per le maggiori aziende del settore, Chiara oggi è azionista della società e membro del Consiglio di amministrazione, occupandosi della gestione dei programmi di formazione, dello sviluppo e della consulenza sui clienti e, naturalmente, dell’attività di produzione.

Nel 2014, in via Valparaiso 9, apre il primo Coffee Studio 7Gr., un accogliente negozio dedicato agli appassionati di caffè dove è possibile trovare un vasto assortimento di prodotti e di accessori legati a questa bevanda, ma non solo. Come in un’enoteca si può soddisfare la curiosità e l’esperienza attorno alla degustazione del vino, qui si può imparare a riconoscere la qualità del caffè, i diversi metodi di preparazione, l’importanza degli accessori e delle giuste attrezzature, il tutto in un ambiente caldo ed informale che invita alla condivisione e all’approfondimento. Il Coffee Studio ospita periodicamente corsi di formazione dedicati a baristi e appassionati, eventi culturali, di degustazione, mostre e molto altro.

Nel 2019 l’azienda apre un laboratorio di produzione, la Roastery Lot Zero, adiacente al Coffee Studio 7Gr. e dedicato alla tostatura artigianale dei caffè “specialty”. Il visitatore, in questo modo, può godere di un’esperienza immersiva e totale nel mondo del caffè, dal caffè verde all’estrazione in tazza.

Grazie ad un modello di business totalmente atipico, l’azienda è riuscita a sviluppare una proposta coerente, completa ed evoluta sul caffè, che gli ha consentito, negli anni, di costruirsi una solida reputation all’interno della coffee community dove Sevengrams è considerata come una delle realtà più dinamiche del settore, in grado di sviluppare progetti sartoriali fortemente distintivi.

Massimo Zanetti: “Porterò avanti la Virtus Bologna basket per almeno altri due anni”

BOLOGNA – E’ stato, come sempre, un grande spunto di citazioni e considerazioni l’intervento di Massimo Zanetti, presidente Virtus Bologna, nella conferenza stampa del 3 aprile. Zanetti ha parlato dei risultati sportivi e dei piani futuri della società. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo delle dichiarazioni di Zanetti riportate dal portale d’informazione Sportando Basketball.

Su Ivanovic

“Ivanovic ha la delega per costruire la squadra insieme a Paolo Ronci. È la persona più importante che abbiamo in vista della prossima stagione. Vi confermo che abbiamo già firmato il contratto con lui. L’ho riconfermato, prima di tutto, perché me lo sentivo. E poi perché è un uomo di enorme esperienza: è stato un grandissimo giocatore e ha allenato diverse squadre anche in Eurolega. Sa come rapportarsi con i grandi giocatori, e questo è fondamentale, perché poi in campo ci vanno loro.

L’allenatore è la figura centrale perché ha in mano lo spogliatoio. Abbiamo ricevuto offerte da altri allenatori, ma ho deciso di puntare ancora su di lui. La Virtus ha ancora grande appeal: tutti vorrebbero farne parte, da giocatori o da tecnici”.

Sul momento attuale

“Siamo in testa al campionato. La Coppa Italia l’abbiamo persa contro Milano, non contro una squadra qualunque. Virtus e Milano si equivalgono: in finale può vincere una o l’altra. Ora ci aronteremo di nuovo in Eurolega, e anche lì può succedere di tutto. Abbiamo tutte le carte in regola per giocarci il campionato, e sono molto soddisfatto”.

Sulla gestione del club

“Quando ho rilevato la Virtus, grazie ad Alberto Bucci (che chiama per sbaglio Flavio, ndr), eravamo in Serie A2. Sono passati nove anni.

Segafredo ha investito in media 6 milioni all’anno. Poi con il Covid tutto lo sport si è fermato, non c’erano più incassi da pubblico, e siamo arrivati a spendere anche 13 milioni”.

Sul futuro del club

“Se un giorno arriverà qualcuno con un’offerta seria, siamo aperti a discuterne. Ma servono proposte concrete, non chiacchiere. Il mio obiettivo è portare avanti la Virtus per almeno altri due anni. Poi, logicamente, servirà qualcuno che possa raccogliere il testimone.
Spero di esserci, ovviamente, ma alla mia età basta un colpetto per cambiare tutto”.

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