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Gruppo Nestlé prende parte al Position Paper sostenibile di UN Global Compact Network Italia

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Nestlé Nespresso
Il logo Nestlé

ASSAGO (Milano)  – Il Gruppo Nestlé in Italia ha preso parte alla realizzazione del Position Paper “La Governance Trasformativa come driver di condotta responsabile per un business più etico, prospero e sostenibile” di UN Global Compact Network Italia, rete locale del Global Compact delle Nazioni Unite, la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo.

All’interno del Paper, Nestlé ha presentato la sua case history in merito all’implementazione della governance locale dei temi ESG per le attività di Nestlé in Italia, in allineamento con la strategia corporate del Gruppo Nestlé.

Punto di partenza è stata l’analisi delle priorità strategiche e dei temi riportati nel Report sulla Creazione di Valore Condiviso del Gruppo, adattandoli al contesto italiano attraverso una valutazione condotta con stakeholder interni ed esterni. Ciò ha permesso di comprendere le specificità e i temi ESG più rilevanti per il mercato italiano.

Sulla base dei risultati è stato istituito un ESG Functional Board composto da rappresentanti delle funzioni responsabili dei pilastri ESG, che si riuniscono periodicamente per discutere temi di interesse comune, garantire una gestione coesa degli stessi e individuare eventuali aree di intervento.

Questo approccio conferisce alla sostenibilità un ruolo centrale nelle decisioni di business, superando la visione tradizionale che la considera un elemento facoltativo rispetto agli obiettivi aziendali.

Il documento, realizzato da 54 aziende aderenti a UNGCN Italia, è stato lanciato durante l’High-Level Political Forum delle Nazioni Unite di New York, nel corso di un evento promosso in collaborazione con la Rappresentanza Permanente d’Italia presso Nazioni Unite.

Il Position Paper ha l’obiettivo di delineare una fotografia di come le imprese italiane aderenti all’UN Global Compact stanno interpretando e implementando l’integrazione della sostenibilità all’interno dei meccanismi della propria governance.

Questa rappresenta, infatti, una dimensione fondamentale e imprescindibile per orientare il business in modo sostenibile, da un punto di vista strategico, culturale e operativo, partendo dai livelli apicali e manageriali, fino a permeare tutti i dipendenti dell’organizzazione.

Marta Schiraldi, head of sustainability Nestlé Italia, afferma: “In Nestlé crediamo che la governance trasformativa sia un elemento cruciale per affrontare le sfide globali e promuovere uno sviluppo sostenibile. Questo modello implica l’integrazione di principi etici, trasparenza e responsabilità in ogni aspetto della nostra attività”.

Schiraldi aggiunge: “Per questo, abbiamo lavorato per creare un sistema di governance interno all’organizzazione che riuscisse a identificare i temi ESG più rilevanti a livello locale in accordo con il purpose aziendale “Good Food, Good Life” e a definire un Comitato Esecutivo incaricato di guidare e attuare la strategia di sostenibilità locale. Questo ci ha consentito di promuovere l’integrazione della sostenibilità nelle decisioni aziendali, a tutti i livelli e lungo la filiera, per favorire lo sviluppo di una leadership partecipativa e guidare il cambiamento aziendale”.

Il documento è disponibile qui.

Il Global Compact delle Nazioni Unite è un’iniziativa speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite che ha il mandato di guidare e sostenere la comunità imprenditoriale globale nel promuovere gli obiettivi e i valori delle Nazioni Unite attraverso pratiche aziendali responsabili.

Con più di 20.000 aziende e oltre 2.500 firmatari non profit con sede in 167 paesi e 62 reti locali, l’UN Global Compact è la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo. Il Global Compact delle Nazioni Unite opera in Italia attraverso l’UN Global Compact Network Italia (UNGCN Italia), organizzazione costituitasi in Fondazione nel 2013 dopo dieci anni di attività come gruppo informale.

Il Network italiano opera anzitutto per promuovere l’UN Global Compact ed i suoi Dieci Principi attraverso il dialogo istituzionale, la produzione di conoscenza e la diffusione di buone pratiche di sostenibilità. È, altresì, impegnato nell’avanzamento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) fissati dalle Nazioni Unite per il 2030. Oltre 600 imprese e organizzazioni non profit italiane partecipano all’UN Global Compact.

La scheda sintetica del Gruppo Nestlé

Il Gruppo Nestlé, presente in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 per la produzione e distribuzione di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo.

Nel 2023 Nestlé ha celebrato 110 anni di presenza in Italia, rinnovando il suo impegno con azioni concrete per esprimere con i propri prodotti e le marche tutto il buono dell’alimentazione.

L’azienda opera in Italia in 9 categorie con un portafoglio di numerose marche, tra queste: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.

Nespresso si espande tra nuovi prodotti e punti vendita

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nespresso Eric Favre capsule
Logo Nespresso

Nespresso annuncia l’espansione del marchio fra punti vendita fisici e prodotti protagonisti di un’attenta evoluzione. Perciò non solo colazione e dopo pranzo: il brand lancia nuovi cocktail e ricette da chef per moltiplicare le occasioni di consumo. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Elena Galli pubblicato sul portale d’informazioni Italia Oggi.

Il piano di espansione per Nespresso

MILANO – In Italia se ne consumano ogni giorno 95 milioni di tazzine. E quasi il 74% degli italiani ne beve almeno uno al giorno. Il caffè, anche in un mercato, come quello italiano, strettamente legato alla tradizione, non è più soltanto protagonista della colazione e del dopo pranzo, ma è al centro di una vera e propria evoluzione. E tra gli attori principali di questa evoluzione c’è un brand, Nespresso, che da sempre fa dell’innovazione uno dei suoi pilastri di crescita. Accanto alla qualità e a un approccio decisamente omnicanale.

“L’Italia è il settimo mercato al mondo”, ha spiegato a ItaliaOggi Valeria Casani, direttrice marketing di Nespresso Italia. Proprio per approfondire il legame quasi innato fra gli italiani e il caffè, il marchio ha recentemente realizzato, in collaborazione con l’Associazione italiana di neuromarketing, uno studio che, grazie alle neuroscienze e alla misurazione delle emozioni attraverso la risposta cutanea, il battito cardiaco e il comportamento durante la degustazione, ha rivelato come proprio la fase di assaggio sia in grado di evocare “ricordi importanti e di creare un ponte unico tra emozioni, ricordi e Italia”, ha precisato Casani.

Un modo per “conoscere ancora meglio i nostri clienti che, grazie a un approccio multicanale e sulla base dei comportamenti di acquisto, informiamo, ingaggiamo e assistiamo costantemente”. Per esempio, “chiamandoli per nome quando entrano nelle nostre boutique”.

Queste ultime, una settantina in Italia, rappresentano un “canale di enorme importanza e offrono un’esperienza sensoriale e interattiva unica, con un palinsesto di attività molto ricco: masterclass, eventi, aree di degustazione, vetrine animate ed esperienze interattive”. Emblematico il negozio di Torino, che oltre all’area di vendita, dispone di una vera e propria torrefazione, dove è possibile seguire in tempo reale le varie fasi di tostatura del caffè.

L’espansione retail di Nespresso segue “un’ottica di prossimità, con format diversi e flessibili. In questo momento è in corso un processo di rinnovamento di alcune location e di riposizionamenti, per essere sempre più vicini ai nostri clienti”. Tra le prossime aperture, in primo piano quella di Grugliasco (To), con un nuovo format: un’area centrale, una lounge, digital screen in vetrina e un’area dedicata alla nuova collezione di capsule in carta compostabile.

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Roberto Hausbrandt, nipote del fondatore Hermann Hausbrandt, si è spento a 85 anni

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

Roberto “Bobby” Hausbrandt, ultimo erede della famiglia che diede vita al celebre marchio del caffè, è morto all’età di 85 anni. Roberto Hausbrandt è sempre stato appassionato del mondo del chicco, una attività che ha contrassegnato la sua famiglia fin da quando il nonno, Hermann, polacco, costituì la ditta “H. Hausbrandt”.

Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Virtù Quotidiane.

Addio a Roberto Hausbrandt

TRIESTE – È morto a 85 anni Roberto “Bobby” Hausbrandt, nipote di Hermann Hausbrandt, fondatore della omonima industria del caffè triestina, divenuta marchio internazionale tra fine ‘800 e inizio secolo scorso.

Con Bobby muore l’ultimo rampollo della famiglia che diede vita al marchio. A renderlo noto è il quotidiano Il Piccolo che alla vicenda della famiglia Hausbrandt dedica un ampio servizio.

Bobby ha sempre vissuto ed è sempre stato appassionato di caffè, una attività che ha contrassegnato la sua famiglia fin da quando il nonno, Hermann, polacco, costituì la ditta “H. Hausbrandt”. Era il 15 novembre 1892 e nel negozio di via Machiavelli n.6 Hermann vendeva un po’ di tutto, tra cui caffè. Settore questo nel quale si specializzò pochi anni dopo quando, nel 1905, aprì un nuovo negozio poco lontano, in piazza Ponterosso, ancora più centrale.

L’azienda a quel punto fu proiettata in un mercato più ampio e il marchio divenne un nome famoso per la produzione e la commercializzazione del caffè, insieme con altre industrie, che hanno contribuito alla fortuna della città.

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Inaugurato il collegamento ferroviario tra Interporto Toscana Centrale e Terminal Darsena Toscana: Sanpellegrino lo userà per il trasporto di Acqua Panna

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L'inaugurazione del collegamento ferroviario intermodale (immagine concessa)

PRATO – Nasce il nuovo collegamento intermodale tra l’Interporto della Toscana Centrale e il Terminal Darsena Toscana che sarà, da subito, utilizzato per il trasporto di acqua minerale dal sito produttivo di Acqua Panna a Scarperia, in provincia di Firenze, fino al porto di Livorno.

Il nuovo collegamento intermodale per il trasporto di Acqua Panna

Il nuovo collegamento ferroviario è stato inaugurato alla presenza di Antonio Napolitano, Amministratore Delegato dell’Interporto della Toscana CentraleSimona Mascia, International Supply Chain Manager del Gruppo SanpellegrinoGianluca Cornelli, Amministratore Delegato di Logistica Uno e Paolo Montanari, Direttore Generale di Logtainer e Francesco Querci, Presidente dell’Interporto della Toscana Centrale.

Hanno partecipato alla cerimonia del taglio del nastro anche Stefano Baccelli, Assessore alle Infrastrutture, alla mobilità e al governo del territorio della Regione ToscanaIlaria Bugetti, Sindaca del Comune di Prato Marcello Gozzi, Direttore di Confindustria Toscana Nord.

Logistica Uno e il Gruppo Sanpellegrino, hanno siglato un accordo per ottimizzare la riduzione delle emissioni di CO2 nel trasporto di Acqua Panna dallo stabilimento di Scarperia (FI), al porto di Livorno.

Il progetto, che rappresenta un passo significativo verso la sostenibilità ambientale, è stato realizzato anche grazie al contributo dell’Interporto di Prato e Logtainer che ha recentemente avviato un nuovo servizio ferroviario per il trasporto merci, collegando l’Interporto della Toscana Centrale di Prato con il Terminal Darsena Toscana di Livorno.

La nuova tratta ferroviaria movimenterà nella fase iniziale 25 container con cadenza settimanale e, grazie ai suoi 500 metri di lunghezza, sarà in grado di sostituire l’equivalente di 1.500 camion all’anno con una riduzione del 12% delle emissioni di CO2 sulla tratta Scarperia-Livorno. Questo comporterà significativi benefici ambientali e una riduzione del traffico, in particolare sulla congestionata arteria FI-PI-LI.

L’obiettivo a lungo termine è incrementare il servizio a pieno regime fino a tre treni completi settimanali, che corrispondono a circa 75 container con una riduzione del 36% delle emissioni di CO2, creando così un collegamento più efficiente e fruibile per il distretto della Toscana Centrale.

Questa ambiziosa iniziativa non solo contribuirà alla diminuzione delle emissioni di CO2, ma ridurrà anche il numero di camion sulle strade, migliorando la qualità dell’aria e la sicurezza stradale.

L’acqua destinata principalmente agli Stati Uniti e ad altri mercati internazionali sarà trasportata in container su treno che potranno essere riutilizzati al rientro dal Porto di Livorno per l’importazione, ottimizzando ulteriormente la logistica. In questa iniziativa, Logistica Uno si conferma come azienda partner di Sanpellegrino, promotrice e coordinatrice di questo progetto innovativo.

Questo nuovo collegamento ferroviario dimostra l’impegno delle aziende coinvolte verso l’innovazione e la sostenibilità nel settore della logistica, promuovendo soluzioni che migliorano l’efficienza e riducono l’impatto ambientale. Questa iniziativa evidenzia come la sinergia tra Logistica Uno, Interporto Toscana, Logtainer e Gruppo Sanpellegrino stia portando a soluzioni logistiche innovative e sostenibili, a beneficio dell’ambiente e dell’efficienza operativa.

Simona Mascia, International Supply Manager del Gruppo Sanpellegrino: “Siamo lieti di essere la prima azienda a utilizzare il nuovo collegamento ferroviario intermodale con il porto di Livorno che ci consentirà di rendere la nostra rete logistica ancora più efficiente e sostenibile concorrendo ad abbattere ulteriormente le emissioni di carbonio. La sostenibilità accompagna da sempre le nostre scelte aziendali. Da anni siamo impegnati a rendere il trasporto della nostra acqua minerale sempre più sostenibile attraverso il miglioramento continuo delle performance logistiche e il trasporto intermodale risponde perfettamente a queste esigenze. Questo è possibile grazie alla collaborazione con le istituzioni, gli operatori logistici e le compagnie marittime”.

 “Un progetto che finalmente si concretizza e che vede protagonista l’interporto della Toscana Centrale spa. Uno sforzo che abbiamo voluto fare convintamente per dare un importante servizio alla Toscana e un contributo ancora più importante in termini di abbattimento di CO2.” – ha dichiarato con soddisfazione Antonio Napolitano, Amministratore Delegato di Interporto Toscana.

“Per poter rendere questo progetto realtà abbiamo lavorato per mesi come un unico team” – ha commentato Paolo Montanari, direttore generale di Logtainer – e siamo particolarmente orgogliosi di averne fatto parte. Questi progetti innovativi sono quelli dove vogliamo maggiormente investire e dove vediamo proiettato il nostro futuro, visto che ci consentono di offrire un servizio personalizzato ai clienti, ottimizzando le risorse disponibili e promuovendo con sempre maggior forza lo sviluppo sostenibile del trasporto”.

“Il lancio di questo nuovo collegamento ferroviario intermodale segna l’inizio di un nuovo servizio a basso impatto ambientale. Non si tratta solo di ridurre le emissioni di CO2, ma di ridefinire l’intera infrastruttura logistica della Toscana. Grazie alla sinergia con il Gruppo Sanpellegrino, Interporto Toscana Centrale e Logtainer, stiamo trasformando una visione green in una realtà tangibile. Stiamo costruendo un futuro dove efficienza operativa e rispetto per l’ambiente viaggiano sullo stesso binario.”  ha concluso Gianluca Cornelli, Amministratore Delegato di Logistica Uno.

Dal Vietnam arriva la nuova moda del caffè salato riproposto da Starbucks

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cappuccino all'uovo
Il cappuccino vietnamita

La ricetta originale è di origini asiatiche e a idearla è stato un piccolo bar nella città del Vietnam di Hue, il cui nome Ca Phe Muoi, significa proprio “caffè salato”. La bevanda si può servire sia calda che fredda. Il gusto? Pare sia ottimo. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale FQ Magazine.

Il caffè salato dal Vietnam

HUE – Cosa c’è di meglio di un bel caffè al mattino? Con lo zucchero o senza, un’abitudine condivisa da milioni di persone. Ora però c’è un trend che, come direbbe Bastianich ‘sembra film di orrore’ (cit. da Masterchef), ovvero quello di bere il caffè salato. Attenzione però, è molto meglio di come sembra. Spoiler: non ci si mette il sale.

Su TikTok questa nuova versione del caffè sta diventando famosissima, tanto che anche Starbucks ha iniziato a proporlo. Ma dov’è nato il caffè salato? La ricetta originale è di origini vietnamite, a idearla è stato un piccolo bar nella città di Hue, il cui nome “Ca Phe Muoi”, ovvero proprio “caffè salato”. Prepararlo è semplicissimo: basta aggiungere al classico caffè nero del latte condensato e della panna salata. La bevanda si può servire sia calda che fredda. Il gusto? Pare sia ottimo.

I proprietari dei bar “Ho Thi Thanh Huong” e “Tran Nguyen Huu Phong” hanno affermato: “Speravamo che questo nome avrebbe attratto le persone perché da sempre si pensa che il caffè nero sia solo con zucchero o latte. Abbiamo pensato che se avessimo voluto aprire una caffetteria avremmo dovuto renderla un po’ diversa per attrarre i clienti e il sapore unico del caffè salato li avrebbe tenuti con noi”. La loro strategia sembrerebbe funzionare e ad oggi sono tantissimi i turisti curiosi di provare questa nuova e insolita bevanda.

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Majestic Cafè: ecco la storia dietro una delle caffetterie storiche più conosciute del Portogallo

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majestic
Il Majestic Café (immagine presa da Facebook)

Il Majestic Café era considerato il sesto locale più bello del mondo ed è uno dei più famosi del Portogallo fin dalla sua apertura nel 1921, all’epoca conosciuto con il nome di Elite. Per saperne di più, leggiamo di seguito l’articolo pubblicato sul portale d’informazione The Portugal News.

Il Majestic Café del Portogallo

PORTO (Portogallo) – Il portale d’informazioni Postal condivide il fatto che per gli innumerevoli turisti che arrivano in città ogni mese, ci sono punti di riferimento che figurano in qualsiasi guida autorevole di Porto. Tra questi spicca il Majestic Café, un punto di riferimento imperdibile che fa parte della storia della città e del Portogallo, come riporta NCultura.

Porto ha uno dei caffè più belli del mondo. Durante lo splendore della “Belle Époque”, la città vide l’apertura di un lussuoso caffè il 17 dicembre 1921, che divenne un luogo speciale per la città.

Inizialmente chiamato Elite, questo caffè fu progettato dall’architetto João Queiroz. Situato nella famosa Rua de Santa Catarina, nel cuore della città Invicta, divenne rapidamente un punto di incontro per artisti, scrittori e intellettuali, che vi si riunivano per discussioni e dibattiti. Il 31 agosto 1981, il Majestic Café fu dichiarato Bene di Interesse Pubblico.

Nonostante il successo iniziale, il nome Elite, con le sue connotazioni monarchiche, non piacque a tutti nell’era repubblicana. Influenzati da Parigi, decisero di rinominare il caffè Majestic, cogliendo l’essenza della Belle Époque che volevano perpetuare.

Da allora, il caffè è stato frequentato da personaggi illustri come l’ammiraglio Gago Coutinho e l’attrice Beatriz Costa, e da intellettuali come José Régio, Teixeira de Pascoaes e Leonardo Coimbra. Anche Júlio Resende era un frequentatore abituale.

Dopo due anni di intensi lavori di restauro, il Majestic ha riaperto le porte il 15 luglio 1994, riacquistando la brillantezza dei suoi primi giorni. Da allora, ha ospitato importanti mostre ed eventi ed è stato persino utilizzato per produzioni televisive. Il suo arredamento in stile Art Nouveau delizierà ogni visitatore di buon gusto, con dettagli raffinati in marmo, metallo e specchi di cristallo fiammingo e soffitti in gesso splendidamente decorati.

La reputazione del Majestic Café supera le frontiere ed è riconosciuta come uno dei più bei esempi di Art Nouveau a Porto. I suoi numerosi riconoscimenti includono il “Premio Speciale Café Creme” (1999), la “Medaglia d’Argento al Merito Turistico” (2000) e la “Medaglia d’Argento al Merito Municipale – Porto” (2006). Nel 2011, ha ricevuto il “Certificato di Premio Mercurio – Miglior Commercio nella categoria Negozi Storici” e la “Medaglia Municipale di Merito – Livello Oro”. A livello internazionale, è stato classificato dal sito Cityguides come il 6° caffè più bello del mondo e ha ricevuto il Certificato di Eccellenza di TripAdvisor.

Ecco le migliori sale da tè a Parigi secondo il sito Sortir a Paris

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La torre Eiffel di Parigi (immagine: Pixabay)

Il sito specializzato Sortir a Paris ha stilato un lungo elenco di sale da tè dove poter degustare un’ampia offerta di bevande calde a Parigi. Prima tra tutte è la famosa sala da tè Ladurée sugli Champs-Élysées con un’offerta che comprende tè, caffetteria e persino masterclass. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Sortir a Paris.

Le sale da tè a Parigi

PARIGI – Una sala da tè è il luogo perfetto per chiacchierare e rilassarsi in un’atmosfera accogliente mentre si gusta una delizia. L’ampia offerta di bevande calde, da gustare insieme a deliziosi pasticcini e torte, la rende il luogo perfetto per una pausa golosa nella capitale.

Le sale da tè stanno diventando sempre più popolari e ogni indirizzo ha la sua identità: più rilassato, più chic, addirittura lussuoso. La sala da tè è il luogo delle passioni, dove si perde la cognizione del tempo e ci si concede qualche piccolo sfizio.

Ladurée Champs-Elysées si reinventa, riscoprendo la sala da tè

La famosa sala da tè Ladurée sugli Champs-Élysées ha riaperto le sue porte, completamente trasformata, dopo mesi di ristrutturazione. Questo locale iconico è stato completamente ridisegnato ed è aperto tutti i giorni dalle 8.00 alle 22.00. Sono in programma caffetteria, giardino d’inverno, bar di dolci e persino una masterclass. Chi ha voglia di un’ora di tè pazzesca, di macaron e di altre prelibatezze?

Il Café de la Rose Lancôme di Nina Métayer sugli Champs-Elysées

Il Café de la Rose Lancôme apre le sue porte nella famosa boutique sugli Champs Élysées. E quale modo migliore per soddisfare le vostre papille gustative se non con la Miglior Pasticcera del Mondo, alias Nina Métayer?

Il Café Kitsuné Louvre

Il Café Kitsuné Louvre, il sublime caffè alle porte del Jardin du Palais Royal, si sta evolvendo e sta diventando un nuovo punto di riferimento per gli amanti della pasticceria. Con la recente riapertura del suo piano, che si affaccia sulla splendida fontana del Teatro Francese, possiamo approfittare di questa occasione per fare una pausa e goderci un momento gourmet con latte e dolci come bonus.

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1895 Coffee Designers by Lavazza: PARAISO protagonista assoluto della colazione da Horto a Milano

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Il nuovo specialty PARAISO in cold brew
Il nuovo specialty PARAISO in cold brew

MILANO – In via San Protaso 5, al sesto piano di una vista panoramica che fa onore alle bellezze del centro milanese, Horto è stata la sede scenografica e stellata per una colazione firmata 1895 Coffee Designers by Lavazza: l’estate è caratterizzata dalla nuova monorigine PARAISO. Note di frutti tropicali e di mango, aroma dolce di vaniglia, in cold brew per accompagnare le ricette del pastry chef Matteo Teolato.

In tazza, anzi, in bicchiere, un’Arabica che proviene dalla valle del Cauca nella regione andina della Colombia, precisamente dalla Finca El Paraíso, sottoposta a doppia fermentazione anaerobica durante la fase di lavaggio.

A guidare gli ospiti in questo viaggio specialty, la coffelier Stefania Zecchi, maestra indiscussa dello storytelling della materia prima e delle estrazioni alternative all’espresso.

PARAISO, raccolto a mano, è pronto alla degustazione

Il cold brew con PARAISO

Come racconta Stefania Zecchi: “Una goccia al secondo, per 6 ore e il cold drip è pronto per essere servito con tanto ghiaccio, in modo da non annacquare la bevanda”. Il profumo e il gusto vanigliato si ritrovano nel bicchiere rinfrescante offerto ai partecipanti per questa esperienza per far partire la giornata.

Horto, cornice di questa degustazione, ha imbastito un tavolo ricco di soluzioni, tutte à la carte dove l’espresso compare con un prezzo di tre euro e in versione americana (allungato con l’acqua da parte) a 4 euro, tutte pensate per sposarsi bene sia con PARAISO (disponibile in moka e in cold brew), che con la miscela già presente nel menù per l’espresso, il Cocoa Reloaded.

Stefania Zecchi degusta il PARAISO in chemex

Dopo aver provato l’infusione a freddo, è stato anche proposto per constatare somiglianze e differenze, PARAISO in chemex presentato in dei calici. E, per chi ha voluto cimentarsi, la stessa single origin è stata servita in espresso, mostrando altre caratteristiche ancora diverse, e infine in moka – a metà strada tra il chemex e l’espresso -.

Matteo Teolato racconta il suo percorso con questi specialty 1895 by Lavazza

Il pastry chef di Horto

Descrivendola come una scelta naturale per un ristorante come Horto, dove qualità e cura della materia prima vanno di pari passo non solo nella realizzazione del food ma anche del beverage: il pain au chocolate, così come il croissant bicolore con crema di gianduia o la veneziana con ripieno di vaniglia, si abbinano potenzialmente con qualsiasi referenza 1895 by Lavazza.

Anche se il pastry chef consiglia: “Il Cocoa Reloaded sta meglio per vicinanza di sapori al pain au chocolate o al croissant vuoto – che ha una qualità di burro particolarmente elevata che si amalgama bene – mentre il PARAISO con la tagliata di frutta di stagione (in questo caso frutti rossi e fette sottili di mela) o con la veneziana alla vaniglia.”

Un’esperienza da Horto che viene valorizzata da 1895 by Lavazza

La colazione da Horto con PARAISO

Continua il pastry chef: “Questo caffè dà una spinta in più alla colazione. Usando un ottimo specialty si sottolinea l’importanza dell’insieme. Il filtro PARAISO si presta molto bene a questo momento della giornata anche affiancato alle uova che di solito arrivano con una focaccia di patate.”

Il cold brew con PARAISO entrerà a breve nella proposta fissa di Horto, con l’idea di dedicarlo al momento del dopo cena, in cui i clienti possono essere completamente conquistati dalla preparazione insolita rispetto al classico drink.

Servito in moka

 

Igor Battistin, il maître del Caffè Florian e Personal Tea Butler: “Così porto il servizio del tè tra le mura domestiche”

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Igor Battistin nei panni del Personal Tea Butler, @marcotortato
Igor Battistin nei panni del Personal Tea Butler, @marcotortato

MILANO – Esiste il Personal Tea Butler italiano ed è Igor Battistin, già maître dello storico Caffè Florian di Venezia ed espertissimo oltre appassionatissimo del mondo dell’ospitalità. Il servizio, lo chiarisce più volte, è una sua vocazione e di questo ne ha fatto una professione (anzi più di una). Il racconto di cosa faccia l’unico Personal Tea Butler d’Italia e d’Europa, riporta direttamente in epoca vittoriana.

Come spiega Battistin: “Ho sempre creduto in questo progetto che è diventato poi il mio altro lavoro. Al Caffè Florian probabilmente non avrebbe funzionato allo stesso modo: le mie clienti amano innanzitutto la privacy e desiderano regalare questo format alle proprie amiche, senza la necessità di esporsi troppo.

Ci sono poi anche alcune persone che invece hanno voluto pubblicizzare l’evento e così ho ottenuto una certa visibilità.

Sono persino stato ospitato con il mio frac in Rai alla trasmissione “I Soliti Ignoti” e successivamente al SIGEP di Rimini ecc…. Sotto la mia supervisione conto più di 35 camerieri al Caffè Florian dal 1997 e quest’altra professione è più legata alla passione. “Dedico tutto alla mia famiglia.”

Battistin, la professione del Personal Tea Butler: in cosa consiste esattamente?

“Sono l’unico Personal Tea Butler in Italia e in Europa. È una figura che nasce in seguito ad aver concluso il corso come Tea Sommelier tenuto dal Professor Marco Bertona. Questo è senza dubbio il punto di creazione di questa figura particolare. Avevo capito di dover approfondire molto la materia prima per poi abbinarla alla mia figura professionale, come maître del Caffè Florian.

Dopo una ricerca su internet per capire chi potesse formarmi adeguatamente sul tè, mi sono imbattuto nell’associazione Assotè Infusi e ho iniziato a seguire i corsi. Ho scelto questa associazione, soprattutto nella figura di Marco Bertona, in quanto reputo molto importante avere un’attestazione di qualità ma soprattutto una qualifica professionale sui servizi prestati essendo l’unica di categoria.

Con Assoté Infusi ho toccato con mano la concretezza della struttura formativa sul piano professionale, che conta inoltre su di un registro nazionale degli operatori di questo comparto.

Da queste esperienze nasce l’idea di portare il servizio del tè dentro le mura domestiche, sostituendo la cioccolata calda con un English Afternoon Tea. Un format unico che ho voluto curare in tutti i particolari: dalle tazze personalizzate alla scelta di tutta la strumentazione rigorosamente dedicata ai clienti.

A Venezia ho la possibilità di entrare in contatto con diverse persone importanti e da questa città ho iniziato a girare con il mio trolley per poi giungere anche a Roma, Milano, Bologna e molte altre organizzando l’esperienza dalla A alla Z.”

Dalle 17 circa, scatta il tea time.

“Le prime tazze che ho usato sono state proprio quelle del Caffè Florian e poi nel tempo ho collaborato con delle ragazze che si occupano di trovare degli accessori particolari nei mercatini in Italia e in Inghilterra. Rigorosamente di epoca vittoriana, selezionati, con un piattino di corredo oltre al sotto tazza, dove una volta si poggiava lo scones.

Non solo la mise en place quindi, ma la cura di tutto ciò che metto a disposizione, spesso dei pezzi unici.

Anche il food è strettamente dell’epoca vittoriana: il Cheddar DOP, il salmone, il tacchino, il pane integrale, il crescione e l’immancabile Victoria Sponge cake.

Ricostruisco l’ambientazione completa in un viaggio nel tempo in cui fermo il tempo. Dopo 34 anni di servizio conosco bene anche le regole del galateo e bon ton: entro nelle case, nei palazzi, senza mai invadere gli spazi delle persone nel rispetto di mobili anche piuttosto delicati.

Questo è il punto di forza del mio format: i miei clienti sanno che si possono fidare. Sono un operatore di sala formato, che vive a contatto con delle persone a cui offro un’esperienza unica di tre ore.”

“Il bon ton è essenziale: inserirsi in un ambiente particolare, rende necessario un abbigliamento adeguato diventando un maggiordomo del tè. “

“Pronto al servizio del rito nell’epoca vittoriana: il Personal Tea Time si conclude quando la padrona di casa si alza e poggia il tovagliolo sul tavolo, con un invito con stemma ceralacca e grafia antica. Alcune portano una box cup personale, con le proprie tazze in porcellana da sfoggiare. L’immancabile suono della campanella detta dal 2017 l’inizio…”

Che cosa offre lei in qualità di Personal Tea Butler?

“Il tè è una selezione che accordiamo insieme alla padrona di casa: solitamente si parte da un tè più leggero ad uno aromatizzato con più corpo. Io stesso ho contatti con delle piantagioni nello Sri Lanka e tento sempre di trovare delle soluzioni esclusive, che difficilmente si trovano in commercio.

I due tè che vengono serviti durante il format spesso sfumano dal tè verde sino ad arrivare ad un tè rosso. Li accompagno, rispondendo alle domande senza però imporre gli insegnamenti. Lo scambio è reciproco.

Da Personal Tea Butler i miei clienti sono per la maggior parte italiani, che paradossalmente è anche la clientela più difficile: dal 2017 ad oggi, ho dovuto mantenere degli standard piuttosto elevati, offrendo un prodotto unico.”

Battistin, ma le sue clienti sono appassionate esperte di tè?

“Nel percorso che metto a disposizione da Personal Tea Butler, non faccio mancare niente nel servizio. Organizziamo una scaletta con la padrona di casa e durante l’esperienza possono capitare delle domande riguardanti il prodotto proposto. Sono proprio questi i momenti in cui posso dimostrare le mie competenze sulla botanica, le modalità di infusione, abbinamenti, chimica e merceologia.”

Ci parla invece della modalità di servizio che lei Battistin ha voluto codificare?

Igor Battistin in Piazza San Marco a Venezia (foto concessa)

“Il Caffè Florian da 300 anni serve tutto grazie all’impiego di un vassoio. Durante la mia esperienza ho visto che questi però venivano portati tutti allo stesso modo sino al tavolo. Bisogna tenere conto però che parliamo di un lavoro fisico ed inoltre i vassoi sono di varie misure, andando dai due etti ai due chili e mezzo.

Allora ho studiato meglio le prese che ho messo in pratica in tutti questi anni al Caffè Florian e le ho inserite nel mio libro, perché tali tecniche servono ad un operatore per portare i vassoi a prescindere dalla quantità con cui sono caricati e dal loro peso. Una volta acquisite, è possibile a prescindere dall’età e dalla corporatura, a svolgere questo compito con minore difficoltà.

Ho attribuito il nome a tutte le prese: Palmo Piatto, Palmo Chiuso, Pinza, Cambio Mano, Incrocio e Alzata e le ho codificate: sono state sfruttate per 300 anni al Caffè Florian e continueranno per i prossimi 300. Io le ho semplicemente fotografate per condividerle con gli altri.

Preliminarmente ho persino chiamato le istituzioni per sviluppare una ricerca a livello mondiale e chiedere se ci fosse qualcun altro che avesse fatto la stessa cosa. Quindi ho deciso di occuparmene io direttamente, sviluppando l’unico manuale esistente a livello mondiale a disposizione per studenti e operatori del settore di oggi e sicuramente di domani, che si intitola appunto “Alle prese con il servizio al vassoio”.”

La formazione del personale di sala oggi, per lei Battistin dovrebbe passare anche dalla recitazione

“È una materia che sono convinto dovrebbe essere inserita nel programma delle scuole alberghiere.

Occupandomi io in primis della formazione dei ragazzi, vorrei poter aggiungere la recitazione alle competenze da sviluppare, perché sono dell’idea che fare pratica con delle maschere poi diventa utile nella presentazione e nell’interazione con i clienti. Fare il proprio ingresso in sala, tra i tavolini e gli spazi angusti, giostrarsi tra le varie richieste, significa essere preparati a muoversi a rispondere.

Per educare questi ragazzi bisogna illuminarli. Tutti coloro che lavorano con il pubblico devono vincere la timidezza e per questo essere “attori” è fondamentale. È necessario essere degli operatori di sala completi: non troppo lenti, non eccessivamente didattici, ma al di sopra di qualsiasi parte.

Questo è un valore aggiunto del professionista in grado di gestire il palcoscenico della sala e di guidare anche il cliente davanti alla proposta che è presente nei locali. Per farlo, si deve essere formati. E mia moglie sa che davanti alla domanda: preferisci servire o essere servito, mi commuovo ancora perché la risposta è senza dubbio servire.

Soprattutto quei clienti più difficili che hanno bisogno di una maggiore eleganza e diplomazia.

Questo è il mio obiettivo: arrivare alla fine del mio percorso lavorativo essendo sicuro di aver servito tutti i clienti allo stesso modo, dai reali al ragazzino senza troppi soldi in tasca. Questa nostra vita nel settore dell’ospitalità è un’esistenza in cui il tempo libero è ritagliato in base agli orari di lavoro e non voglio mentire ai ragazzi: il servizio al cliente deve stare in primo piano.”

Mercati del caffè: ecco il perché del rally della scorsa settimana a Londra e NY

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Il logo dell'Ice

MILANO – Ulteriore giornata di assestamento sui mercati del caffè, con lievissime correzioni al ribasso in entrambe le piazze. A New York, il benchmark ha ceduto 45 punti chiudendo a 243,15 centesimi. A Londra, il contratto per scadenza settembre ha perso $2 terminando la seduta a 4.570 dollari. Da notare che tutte le scadenze successive, a partire da novembre, si sono invece riapprezzate, con guadagni crescenti in funzione del tempo, che hanno lievemente mitigato la perdurante situazione di mercato inverso.

Secondo Laleska Moda, analista di Hedgepoint Global Markets, il rally della scorsa settimana sulla borsa londinese va ascritto, in primo luogo, all’andamento deludente dell’export vietnamita, che ha segnato, a giugno, un calo dell’11,5% toccando i minimi degli ultimi 13 anni.

I minori volumi imbarcati hanno contribuito ad aumentare la percezione di un basso livello delle scorte del paese asiatico, che è ancora più preoccupante dal momento che il prossimo raccolto non comincerà prima di fine ottobre-inizio novembre, con una conseguente ripresa delle esportazioni vietnamite ipotizzabile appena verso la fine dell’anno.

A ciò si devono aggiungere i timori sui mercati del caffè per gli effetti del tempo secco e caldo di inizio anno sull’esito del raccolto 2024/25.

La minore disponibilità ha posto un freno alle vendite e appare destinata a ridurre gli imbarchi anche nei prossimi mesi.

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