ANGRI (Salerno) – Feio srl, azienda con oltre trenta anni di esperienza nel settore della torrefazione e distribuzione di caffè di alta qualità, annuncia la sua partecipazione alla Fiera SIGEP 2025, che si svolgerà a Rimini dal 18 al 22 gennaio 2025. Karoma Caffè, marchio di punta dell’azienda, porterà al SIGEP una selezione esclusiva di miscele di caffè, realizzate con i migliori chicchi provenienti da tutto il mondo e torrefatte con tecniche all’avanguardia.
Karoma Caffè al SIGEP
I visitatori avranno l’opportunità di degustare le miscele Karoma e scoprire le ultime tendenze nel mondo del caffè, grazie a dimostrazioni dal vivo e workshop condotti dagli esperti dell’azienda.
“Partecipare alla Fiera SIGEP è per noi un’occasione imperdibile per interagire con professionisti del settore, condividere la nostra passione per il caffè e presentare le novità che stiamo sviluppando”, ha dichiarato Salvatore Ferraioli – ceo di Feio srl . “Siamo certi che questa fiera rappresenterà un’importante opportunità di networking e di crescita per la nostra azienda.”
L’azienda sarà presente al padiglione D1 stand 068 per scoprire di persona la qualità dei prodotti e per conoscere le novità in serbo.
RIMINI – Tutto pronto per SIGEP World – The World Expo for Foodservice Excellence, la manifestazione di Italian Exhibition Group (IEG) giunta alla 46ª edizione in programma dal 18 al 22 gennaio 2025 nella Fiera di Rimini. L’expo si conferma il punto di riferimento internazionale nel panorama fieristico per le filiere di Gelato, Pasticceria, Cioccolato, Caffè, Panificazione e Pizza con 138.000 metri quadrati di offerta espositiva, 30 padiglioni dedicati e 1300 brand espositori.
Il Country Partner 2025 sarà l’Arabia Saudita, mercato strategico per il settore hospitality e out of home, che a SIGEP World rappresenterà un’opportunità strategica per le aziende. Grazie alla consolidata collaborazione con ICE Agenzia e alla rete di 25 regional advisor di IEG, sono già oltre 3.000 i buyer aderenti al programma incoming di IEG e provenienti da 79 paesi, tra cui Stati Uniti, India, Canada, Brasile, Turchia e Cina.
SIGEP Vision, piattaforma di nuove tendenze e innovazione
SIGEP Vision, fiore all’occhiello della 46ª edizione di SIGEP World sarà un’importante piattaforma per le tendenze del settore, con un programma ricco di iniziative. Grazie alla collaborazione con istituti di ricerca, SIGEP Vision offrirà una panoramica globale sull’industria out of home, fornendo trend e dati aggiornati durante tutto l’anno.
SIGEP Vision sarà il punto di riferimento per tre progetti innovativi: il Sustainability District, che promuove pratiche virtuose nelle filiere di caffè e cacao con iniziative come il Micro Roaster Village, Bean To Bar e Fully Automatic Coffee Machinery; il Taste of Tomorrow, dove il principale protagonista è il Gelato, da sempre fulcro della fiera, che continua a innovarsi anche grazie alla bioarchitettura.
Grazie a un’installazione visionaria i visitatori essere ispirati dal i Glacial Drip, 13 bioreattori che utilizzano muschi e microalghe per catturare CO2 e produrre proteine vegetali, utilizzate poi per creare nuovi gusti di gelato; l’Innovation e Start-Up Award, che premierà le start-up più innovative in sette categorie, tra cui Digital Innovation, Sostenibilità e Packaging. Inoltre SIGEP Vision presenterà un ricco programma di talk e panel discussion nella Vision Plaza coinvolgendo stakeholders internazionali.
Tra le principali novità di questa edizione, spicca l’ampliamento del settore pizza che si completa includendo, oltre ai forni e alle attrezzature per pizzerie e catene di ristorazione, anche farine, farciture e basi pizza surgelate.
Oltre 40 catene di pizzerie parteciperanno a SIGEP World e il Pizza Tour guiderà i visitatori alla scoperta di circa 180 aziende e 200 brand, offrendo il meglio in termini di ingredienti, tecnologie e format innovativi. Nella Vision Plaza, il talk “50 Top Pizza: La pizza dolce, il dolce in pizzeria” esplorerà il tema del fine pasto in pizzeria, premiando le eccellenze italiane ed europee per innovazione e qualità. Tra le novità più attese, il Pizza Club, che, realizzato in collaborazione con AVPN (Associazione Verace Pizza Napoletana), promette di essere uno spazio dedicato alla cultura e alle ultime tendenze del mondo della pizza.
Sustainability District
Debutta in fiera il Sustainability District per la promozione di pratiche virtuose nelle filiere del caffè e del cacao con la partecipazione di Paesi d’origine come Ecuador, Colombia, Etiopia, Tanzania, Uganda, Costa d’Avorio e Kenya.
Questo nuovo spazio sarà animato da talk e tavole rotonde con le voci più autorevoli del Foodservice business e ospiterà tre progetti chiave: il Micro Roaster Village, dedicato ai micro-torrefattori e alle tendenze del caffè; il Bean To Bar, che esplora la lavorazione artigianale del cioccolato con workshop e degustazioni; e la Fully Automatic Coffee Machinery, una selezione di macchine sostenibili con gestione energetica intelligente. Un’iniziativa di rilievo, supportata dai numeri in crescita dell’ultima edizione, dove caffè e cioccolato hanno rappresentato il 21% degli espositori e il 16% dei top buyer.
TRIESTE – Angelo Manca è stato nominato nuovo direttore generale del Polo del gusto, la holding di marche d’eccellenza del settore food&beverage presieduta da Riccardo Illy. Con questo incarico, Angelo Manca affiancherà il presidente operativo Riccardo Illy nella guida della prossima fase di sviluppo del Polo del gusto.
Angelo Manca è il direttore generale del Polo del gusto
L’incarico è già effettivo e pienamente operativo. Angelo Manca ha iniziato la sua carriera in McKinsey nel 2000.
In seguito ha lavorato a Milano, Boston e Londra, sia per primarie società di investimenti che in proprio.
Dal 2014 al dicembre 2024 in Fincantieri Group si è occupato di Investor Relations, M&A e progetti speciali, per ricoprire successivamente svariate posizioni di management di crescente responsabilità in società operative controllate e nel progetto strategico cross-divisionale sulla transizione energetica.
VERONA – Un sabato mattina diverso dal solito per i dipendenti e collaboratori di Garage Coffee Bros, l’azienda veronese specializzata in caffè specialty. Nella sede dell’azienda si è tenuto l’incontro “Sostenibilità in azienda: agire oggi per un futuro migliore“, un’iniziativa volta a sensibilizzare e coinvolgere attivamente il team sui temi della responsabilità ambientale e sociale.
Garage Coffee Bros per la sostenibilità
Circa 20 persone, tra dipendenti, collaboratori esterni e familiari, hanno partecipato all’evento. Andrea e Davide Cobelli, fondatori di Garage Coffee Bros, hanno aperto l’incontro con una presentazione che ha messo in luce l’importanza della sostenibilità per il futuro del pianeta e del settore del caffè. A seguire, la proiezione di un docufilm ha offerto spunti di riflessione sullo spreco, il consumismo e l’impatto delle nostre scelte quotidiane sull’ambiente.
Il momento clou dell’evento è stato il lavoro di gruppo, in cui i partecipanti hanno condiviso idee e suggerimenti su come Garage Coffee Bros può migliorare il proprio impegno in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Un brainstorming ricco di spunti che contribuirà a definire la nuova rotta triennale dell’azienda.
“È stato un momento di condivisione incredibile”, commenta Davide Cobelli, “con una partecipazione quasi inaspettata su un argomento tutt’altro che scontato. Seppure noi siamo da sempre molto proiettati a favorire progetti di Sostenibilità su più fronti come si può leggere sul nostro manifesto online l’attenzione deve essere sempre crescente.”. Andrea aggiunge: “L’innovazione deve essere sempre finalizzata al miglioramento, non solo delle proprie condizioni, ma anche del pianeta e di chi è alla base della filiera del caffè”.
Entusiasti del successo dell’iniziativa, i due fondatori stanno già pianificando un evento aperto al pubblico, con focus sulla sostenibilità nel mondo del caffè. Un’occasione unica in Italia per confrontarsi su questo tema cruciale, con la partecipazione di clienti, appassionati e partner commerciali che vedono nella sostenibilità un’opportunità di crescita e non un limite.
L’evento, che si preannuncia come il primo del suo genere nel panorama nazionale delle Micro Torrefazioni, si terrà a Verona prima dell’estate.
ROMA – A dicembre 2024, i prezzi dei servizi di ristorazione hanno registrato una variazione dello 0,1% rispetto al mese precedente e del 2,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questo incremento si mantiene in linea con quello osservato nel mese di novembre. Anche la variazione tendenziale della ristorazione commerciale rimane stabile al +2,9%. Leggiamo di seguito l’analisi pubblicata dall’ufficio studi di Fipe.
In media, riporta Fipe, nel 2024 i prezzi dei servizi di ristorazione e della ristorazione commerciale hanno segnato una crescita del +3,2%, evidenziando un netto rallentamento rispetto al +5,9% registrato nel 2023.
Per quanto riguarda la ristorazione collettiva, l’incremento medio annuo si attesta al +3,7%, in forte aumento rispetto allo 0,5% del 2023.
L’inflazione media generale ha registrato a dicembre un aumento dell’1,3%, mentre su base annua la crescita si è fermata all’1%.
La significativa attenuazione dell’inflazione nell’anno appena concluso è principalmente attribuibile alla marcata riduzione dei prezzi dei beni energetici.
Il Caffè Giubbe Rosse ha cominciato la rassegna letteraria con l’appuntamento di lunedì 13 in cui la storica dell’arte Gloria Fossi ha parlato del suo ultimo lavoro per Giunti In viaggio con Gauguin, questo sconosciuto, affiancata dal giornalista Jacopo Chiostri. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul quotidiano La Nazione.
La rassegna letteraria del Caffè Giubbe Rosse
FIRENZE – Al via la rassegna letteraria dello storico Caffè Giubbe Rosse che, come i fiorentini ben sanno, ha riaperto le proprie porte a giugno 2024. Con questa serie di presentazioni, il locale di piazza della Repubblica – culla del movimento futurista – si propone di tornare a occupare un ruolo di prestigio nel panorama culturale nazionale.
Cominciamo con l’incontro di lunedì alle 18, quando il direttore delle Giubbe Rosse Antonio Schena ha aperto il primo degli eventi in calendario, presentando gli appuntamenti dell’intera rassegna.
Protagonista è stata la storica dell’arte Gloria Fossi, che ha parlato del suo ultimo lavoro per Giunti ’In viaggio con Gauguin, questo sconosciuto’, affiancata dal giornalista Jacopo Chiostri. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
NOVI LIGURE (Alessandria) – Il fatturato stimato per il 2024 di Pernigotti e Walcor, controllate da J.P. Morgan, sarebbe di 70 milioni di euro come affermato da Attilio Capuano, amministratore delegato dell’azienda dolciaria Pernigotti, in un’intervista con Il Sole 24 Ore-Radiocor.
Il fatturato Pernigotti-Walcor per il 2024
Le due aziende puntano ad ampliare ulteriormente la clientela e ad esportare in 25 Paesi esteri entro il 2025.
Un altro progetto in fase di avviamento è il ritorno della produzione di creme spalmabili all’interno dello stabilimento di Novi Ligure in provincia di Alessandria.
YOKOHAMA (Giappone) – Il team Nissan di Formula E ha creato una bevanda Zen senza caffeina e senza zuccheri aggiunti, chiamata Zerenergy, per celebrare l’E-Prix del Messico di questo fine settimana. Il nome della bevanda deriva dai concetti Zen, serenità ed energia, con ingredienti rilassanti e aromi di fiori di ciliegio, ispirati alla livrea a tema Sakura del team.
Sebbene il motorsport abbia una lunga storia di collaborazione con gli sponsor di bevande energetiche, Zerenergy è pensato per offrire un effetto rilassante, la bevanda ideale per chi assiste all’E-Prix del Messico, noto per le iniziative di intrattenimento in pista e per la passione dei fan.
Il Nissan Formula E Team, il team più amato in Messico con il supporto del 30% dei fan1, vanta il record del maggior numero di sorpassi nella Stagione 10 con 419, pari all’11% del totale di 3.813 in tutte le squadre2. Inoltre, il pilota Oliver Rowland si è guadagnato il titolo di “Pilota del Sorpasso” nella Stagione 10 per aver guadagnato 64 posizioni durante le gare3.
Zerenergy è la prima bevanda Zen senza caffeina sviluppata da un marchio automobilistico, mettendo in risalto il dna Nissan di “Osare fare ciò che gli altri non fanno”, spingendo i limiti dell’innovazione sia dentro che fuori dalla pista.
La bevanda presenta una miscela unica di ingredienti naturali, tra cui Yuzu, un frutto giapponese noto per i suoi effetti calmanti, magnesio per ridurre l’ansia, L-teanina per favorire il rilassamento, acido ascorbico per ridurre i livelli di cortisolo e migliorare l’umore, nonché sale rosa per un’idratazione ottimale. Oltre a questi elementi calmanti, la bevanda è resa frizzante con aromi naturali, tra cui fiori di ciliegio, un omaggio all’eredità giapponese della squadra, insieme a fragola, vaniglia e agave per un gusto naturalmente dolce ed equilibrato.
Il team Nissan Formula E ha collaborato con l’artista grafico Alan Berry Rhys per progettare la lattina “Zerenergy”. Il design è audace e colorato, combinando i motivi Huichol messicani e la Sakura giapponese, con l’auto Nissan e-4ORCE 05 posizionata al centro.
Humberto Gomez, Senior Marketing Director, Nissan Mexicana, ha dichiarato: “L’E-Prix del Messico è uno spettacolo unico, con l’Autódromo Hermanos Rodríguez riconosciuto come uno dei circuiti più emozionanti, e i nostri fan famosi per la loro passione. Per Nissan, il Messico rappresenta anche il quarto mercato più importante a livello globale. Pertanto, volevamo fare qualcosa di molto speciale per i nostri fan, in un modo che solo Nissan può fare, innovando oltre l’ordinario.”
Dati
1 Fonte: Formula E Pulse Brand Tracker Study – gennaio 2023 e luglio 2024
2 Fonte: Formula E
3 Fonte: Formula E
Nissan in Formula E
Nissan ha fatto il suo debutto nel Campionato mondiale ABB FIA Formula E nella quinta stagione (2018/19), diventando il primo e unico costruttore giapponese a partecipare al campionato.
Ad aprile 2022, Nissan ha acquisito il Team e.dams realizzando il pieno coinvolgimento nel Campionato mondiale ABB FIA Formula E.
A giugno 2022, Nissan ha annunciato che avrebbe fornito la sua tecnologia di propulsione Nissan EV alla McLaren Racing per tutto il periodo della Formula E Gen3.
A marzo 2024, Nissan ha annunciato il suo impegno nel Campionato mondiale ABB FIA di Formula E almeno fino al 2030, dalla stagione 13 (2026/27) alla stagione 16 (2029/30), sviluppando la tecnologia GEN4 della Formula E.
Per la Stagione 10 del Campionato mondiale ABB FIA Formula E, i piloti del Nissan Formula E Team sono Oliver Rowland e Sacha Fenestraz.
Nissan gareggia in Formula E per portare l’emozione e il divertimento dei veicoli elettrici al grande pubblico. Nell’ambito del suo obiettivo di raggiungere la neutralità dal carbonio in tutte le attività e nel ciclo di vita dei suoi prodotti entro il 2050, Nissan elettrificherà ogni nuovo veicolo entro i primi anni 2030 nei mercati chiave. L’esperienza in Formula E permette inoltre a Nissan di trasferire conoscenze e tecnologie dalla pista alla strada per migliorare i veicoli elettrici per i clienti.
La Formula E
Il Campionato mondiale ABB FIA di Formula E è diventato il primo sport globale a essere certificato con un’impronta di carbonio netta zero fin dall’inizio nel 2020, avendo investito in progetti certificati di protezione del clima in tutti i circuiti, per compensare le emissioni di ogni stagione di gara.
Le principali Case automobilistiche del mondo competono su circuiti cittadini e la Formula E promuove l’adozione di una mobilità sostenibile per ridurre l’inquinamento nei centri urbani e gli effetti dei cambiamenti climatici.
MILANO – Il caffè ancora una volta diventa oggetto di contesa, questa volta fra la nota catena di abbigliamento spagnola Zara (parte del Gruppo Inditex, 36 miliardi di fatturato) e un’industria di torrefazione del caffè: prima la vicenda di Bazzara, ora protagonista torna un’azienda italiana, la Zicaffè S.p.a. fondata nel 1929 a Marsala, in provincia di Trapani.
Una notizia che ha già fatto il giro del mondo, così come ha riportato Reuters: “La torrefazione siciliana Zicaffè ha richiesto all’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIOP) di bloccare l’uso del nome Zacaffè da parte del gigante della moda Inditex, proprietario di Zara, per i suoi nuovi coffee shop, sostenendo che il nome è troppo simile al proprio marchio.
Zicaffè, società a conduzione familiare che si occupa della torrefazione e dell’esportazione di miscele di caffè, ha presentato la sua risposta alla domanda di brevetto della catena di moda spagnola il 25 dicembre, secondo quanto riportato nei documenti ufficiali pubblicati sul sito web dell’EUIOP e visionati da Reuters”.
Zicaffè VS Zacaffè
Facendo un passo indietro, la dovuta premessa per comprendere l’incipit della questione: il brand Zara, in data 7 ottobre, ha depositato la domanda di registrazione del marchio di caffetterie Zacaffé per otto diversi prodotti, compresi appunto i bar, ristoranti, la linea di abiti per caffetterie ed i relativi gadget.
I tempi a disposizione per tutte le aziende che vogliano eventualmente contestare il deposito di un marchio è di tre mesi. Zicaffè pertanto ha presentato il 25 dicembre (quindi entro i termini previsti) l’opposizione all’EUIPO per bloccare la registrazione del marchio Zacaffè.
Su queste dinamiche e su cosa è successo effettivamente, si è esposto per i lettori il Vice Presidente del C.d.A., nonché uno dei proprietari di Zicaffè, Vito Michele Zichittella, nipote del fondatore.
“Premesso che il marchio ZICAFFE’ è stato registrato nel 1971 sia a livello nazionale che internazionale e successivamente rinnovato nel tempo, comincio con i fatti, da cui trarrò delle considerazioni.
Innanzitutto, in base a tre comunicazioni dell’11/10/2024 fattaci dall’EUIPO (Ufficio Europeo per la Proprietà Intellettuale), tenuta alla sorveglianza dei marchi registrati, ci è stato segnalato che l’INDUSTRIA DE DISENO TEXTIL S.A. (INDITEX S.A.), con sede in Spagna, titolare del noto marchio ZARA, aveva depositato tre marchi europei ZACAFFE’ nelle classi 30 (Coffee beans and ground coffee; coffee blends) e 43 (Services for providing food and drink).
Di questi tre, uno era testuale Zacaffè, e due grafici, con loghi che, pur riportando la scritta Zacaffè, differivano da quello Zicaffè.
Il 27/11/24 abbiamo inviato a Inditex una diffida all’utilizzo dei marchi (depositati ma ancora da registrare) che però si concludeva con alcune soluzioni che portavano all’esclusione del contenzioso; in questa ottica i nostri legali si sono confrontati con quelli della controparte, senza ottenere la disponibilità al ritiro delle tre domande.
Pertanto il 25/12/24 Zicaffè ha presentato all’UEIPO le opposizioni ai tre depositi effettuati da Inditex S.A., motivando principalmente la somiglianza dei due nomi (Zicaffè e Zacaffè) che potrebbe generare confusione tra i consumatori e danneggiare la distintività del nostro brand.
In questo contesto di contenzioso paragiudiziario, l’EUIPO assume un ruolo determinante, poiché svolge un’attività anche di decisione sui contenziosi che si vengono a creare con le opposizioni presentate.
Comunque è bene sottolineare che tale giudizio si basa esclusivamente sulla somiglianza dei marchi messi a confronto e non tiene conto di altri fattori che potrebbero essere oggetto di una vertenza civile vera e propria, quali eventuali conflitti commerciali per la confusione dei marchi.
In atto attendiamo che l’EUIPO si pronunci sulla validità delle opposizioni e decida se i marchi potranno coesistere.
Nel caso specifico di Zacaffè, quello che contestiamo è che questo marchio crea inevitabilmente confusione con il nostro Zicaffè, come appare evidente nell’immediatezza della percezione dei due marchi nella scrittura e nella loro pronuncia.
Il marchio Zicaffè
Non contestiamo la grafica dei due loghi depositati, che differiscono totalmente dal nostro marchio, ma la fonetica di Zacaffè e ciò anche in contrasto con quanto indicato nelle note del Ministero Delle Imprese e del made in Italy, nella registrazione marchi: “Il marchio è un “segno” usato per identificare i prodotti/servizi di una impresa e distinguerli da quelli della concorrenza.
Possono costituire marchi d’impresa tutti i segni, in particolare le parole, compresi i nomi di persone, o i disegni… oppure i suoni, a condizione che tali segni siano adatti a distinguere i prodotti o i servizi di un’impresa da quelli di altre imprese; e ad essere rappresentati nel registro in modo chiaro tale da determinare con chiarezza e precisione l’oggetto della protezione conferita al titolare.”
Sottolineo quindi che un marchio permette di distinguere un prodotto o servizio sul mercato e la registrazione serve così ad impedire ad altri di utilizzare segni o suoni simili che potrebbero confondere i consumatori.
Appare tra l’altro inverosimile che un’azienda spagnola utilizzi la parola italiana “caffè” all’interno del marchio: infatti in lingua spagnola si chiama “Cafè”. Se anziché Zacaffè la Inditex S.A. avesse depositato Zacafè oppure Zaracafè o anche Zaracaffè, sicuramente non avremmo fatto alcuna opposizione, dal momento che foneticamente tali loghi differiscono in modo netto.
Per tutto quanto sopra detto, la nostra azione è sicuramente giustificabile dal momento che la Zicaffè S.p.a., fin dal 1929, è un torrefattore italiano che punta alla clientela Ho.Re.Ca., con particolare riguardo al settore bar, producendo caffè che esprimono al meglio l’essenza del vero espresso italiano.
Dall’originaria distribuzione regionale, pian piano ha allargato i suoi confini commerciali a livello nazionale, poi europeo, fino ad arrivare ad esportare i propri prodotti nei cinque continenti.
In questo settore ha investito molto ed è riuscita a crearsi l’immagine di un’azienda che si distingue per la qualità dei suoi prodotti e per la consulenza ed assistenza che riesce a dare costantemente alla sua clientela.
Nel tempo ci sono stati altri casi di deposito, da parte di nostri competitor, di marchi che, per lettura o pronuncia, oppure per grafica riportavano al nostro marchio, creando nei consumatori confusione ed incertezza. Tuttavia attraverso opposizioni o diffide siamo riusciti a bloccarne la registrazione”.
Non resta che seguire i successivi sviluppi, per capire quali decisioni verranno prese in merito.
Antonio Malvasi, coautore del libro Barista Sapiens, giurista e docente, condivide il suo punto di vista sulla puntata di REPORT in cui è stato analizzato lo stato della tazzina nel Bel Paese. Malvasi spiega inoltre il progetto volto al riconoscimento del marchio di tutela Espresso STG Specialità tradizionale garantita. Leggiamo di seguito le sue considerazioni.
Il buono (l’esperto), il brutto (il barista) e il cattivo (il caffè)
MILANO – Gli attori: i soliti baristi, ingenui, istrionici, non formati, ma pur sempre da rispettare perché umilmente lavorano e portano la pagnotta a casa. La trama del film: i poveri chicchi di caffè, strapazzati tra tostature estreme. La sceneggiatura: la magnifica città di Napoli, dipinta come l’Inferno dantesco dove degustare l’espresso più orribile al mondo. Le migliori scene: il caffè con lo scooter che ti arriva ovunque! Attori non protagonisti: i consumatori.
L’inchiesta di REPORT è la rappresentazione del malessere di chi opera nel mondo del caffè, probabilmente sfiancato di vendere, la miglior forma di sublimità di una bevanda, a 1.20 €. Capitolo a parte gli orari di lavoro e gli stipendi dei baristi, ma questo è un altro film.
Qual è la sua visione sull’espresso in Italia?
“In primis, facciamo un po’ di ordine. Viviamo in un Paese libero e democratico, radicato su una nota locuzione enogastronomica in latino: “De gustibus non est disputandum!” ovvero, sui gusti non si discute. Se, quindi, ai napoletani e parte degli italiani piace bere un espresso amaro, astringente, con odori e aromi di bruciato, in una tazza super bollente, è una loro libera scelta. Non commettono mica un reato. E gli altri se ne facciano una ragione…si è stati abituati a quel tipo di espresso.
D’altro canto, invece, si contrappone l’imposizione di un espresso “radical chic”, poco cremoso, con odori floreali, speziati, con spiccata acidità, come se fosse l’alternativa ad un un’abitudine immorale e vergognosa della stragrande maggioranza degli italiani.
Il riconoscimento del marchio di tutela Espresso STG “Specialità tradizionale garantita” (immagine concessa)
Ma siamo tutti consapevoli che l’italiano medio beve l’espresso in pochi secondi, si accerta che ci sia la crema, si inebria degli odori e degli aromi tipici di tostato, è consapevole dell’innato gusto amaro, che smorza con lo zucchero e poi si attende quel regalo, l’essenza dell’Espresso, ovvero, la carica di energia e di tonicità donata dalla caffeina.”
Cosa si può fare per migliorare il mondo del caffè e dell’espresso in Italia?
“È facile lamentarsi. In questo noi italiani siamo dei maestri, poi diventiamo camaleontici in base al periodo: tutti ct della Nazionale, tutti esperti di vaccini, tutti esperti di politica, figuriamoci sull’espresso. Le lamentele, però, sono spesso frutto della pigrizia. Le lagnanze sono inutili, servono piuttosto soluzioni che tutelino l’interesse nazionale.
Quindi, basta lamentarsi e avanti con le soluzioni. Inizio io. Uniti per il riconoscimento del marchio di tutela espressoSTG “Specialità tradizionale garantita”.
L’STG tutela la tipicità di un prodotto in virtù della ricetta o del metodo di produzione tradizionale. Il metodo di produzione dell’espresso è italiano, risale a circa un secolo fa ed esiste un forte e lungo legame con questo metodo di estrazione.
L’espresso STG (immagine concessa)
Tutto questo è accaduto con la pizza napoletana, con l’amatriciana, con la mozzarella ecc. L’STG non tutela la provenienza del prodotto alimentare, non richiede la certezza di provenienza della farina per la pizza napoletana o nella nostra fattispecie dei chicchi di caffè (in questo caso avremmo sostenuto, se prodotti in Italia, i marchi DOP e IGP), ma tutelerebbe il metodo di estrazione dell’espresso, la sua tradizionalità sull’intero territorio italiano, il suo forte e iconico legame culturale con il popolo del Bel Paese.
Il riconoscimento dell’STG, come ogni marchio di tutela, richiederà la redazione di un disciplinare?
“Assolutamente sì. L’architrave del marchio STG si regge su un disciplinare, la parte nevralgica, il cuore del marchio, al cui interno andrebbero descritti: la definizione dell’espresso, la ricetta, la procedura di estrazione, la definizione degli aspetti sensoriali, i macchinari e dulcis in fundo, un logo che possa tutelare l’espresso, dall’approssimazione e dalla superficialità di alcuni operatori del settore.
Con l’espresso STG avremmo un marchio valido in tutta l’Unione Europea, si rafforzerebbe l’immagine e l’autorevolezza di questa specialità e si svilupperebbe professionalità nel rispetto dell’iter di preparazione (il set-up dell’aria di lavoro, il purge, la pulizia del portafiltro ecc.)”
Quali sono i primi passi per coltivare un terreno fertile utile a favorire la nascita del marchio Espresso STG?
“Prima di tutto, occorre abbassare i toni, non vedere tutto nero, fare gruppo; la forma mentis deve essere “coalizzarci”, tutti assieme per un solo obiettivo: espresso STG! Ci guadagna l’Italia, gli italiani, i baristi, i torrefattori, gli importatori e soprattutto i clienti, che accetterebbero di pagare un espresso anche 2 €, sapendo che è estratto e garantito secondo quanto stabilito dal disciplinare STG.
Nello stesso tempo basta con l’ostracismo, con l’altezzosa saccenza, con l’estremismo di chi vede l’espresso come la risoluzione di tutti i problemi del mondo. Si tratta di un prodotto alimentare, non di una medicina per curare una malattia. Contemporaneamente avviamo un’attività di divulgazione del progetto STG presso i consumatori.
È un paradosso tutto italiano, tendiamo a formare, con migliaia di corsi, i baristi, ma non pensiamo alla formazione, anzi all’educazione sensoriale del consumatore finale. Formiamo dei dottori dell’Espresso, ma nessuno che educhi l’utente finale.
L’Espresso STG (immagine concessa)
Proponiamo allora degli appuntamenti di avvicinamento all’espresso STG, presentiamoci con una nuova veste, con incontri vivaci, dinamici, divertenti finalizzati alla comprensione dei suoi aspetti basilari: i passaggi per l’estrazione e l’assaggio, il dilemma dello zucchero, dell’uso del cucchiaino, ma anche i pregi e i difetti più gravi facilmente riscontrabili ecc.
Cosa ne sa una casalinga della differenza aromatica tra il ribes e il mirtillo? Dei difetti aromatici di sudore, di lana bagnata e di popcorn? In questo modo mettiamo davanti dei difetti e dei pregi aromatici che il consumatore non conosce e non percepisce, divulghiamo un espresso complesso e “negativo” già nella presentazione.
Facciamo, invece, innamorare il cliente della prelibatezza dell’espresso, di quanto sia “già” contenuto di positivo in quella tazzina, di quel suo rappresentare un caleidoscopio di storia, di tradizione, di tecnologia e di sapori”.
Malvasi, come dovrebbe comportarsi il barista che volesse servire nel suo locale un espresso STG?
“Semplice, dovrebbe solo servire l’espresso STG nel rispetto del disciplinare! Potremmo ipotizzare anche un brevetto o un patentino “Espresso STG”, con un mini corso di formazione, con dei costi democratici, accessibili a tutti, diffondendo le peculiarità riportate nel disciplinare e il giusto iter di preparazione dell’Espresso STG”.
Malvasi, cosa accadrebbe per coloro che non rispettassero questo disciplinare?
“Non potrebbero usare la denominazione espresso STG. Non potrebbero fregiarsi del logo STG, marchio che farebbe la differenza. L’espresso STG è un’occasione per tutti, donerebbe più appeal a questa estrazione e maggiori garanzie al consumatore”.
Malvasi, potrebbe spiegare la sua proposta rispetto a quello che già è stato approvato dalle principali associazioni di settore come Disciplinare dell’espresso italiano?
“Sembra che sia un disciplinare interno dell’associazione, per cui è possibile usare il logo nel rispetto del disciplinare solo se ne si è parte.
Esiste inoltre la proposta di riconoscimento dell’espresso a patrimonio dell’Umanità. Un percorso fin qui impossibile perché non è chiaro il concetto delle estrazioni italiane (espresso, moka e napoletana).
L’STG se uniti è l’unica strada percorribile, sulla falsa riga della pizza napoletana. E’ virtuoso ciò che stanno già facendo gli addetti ai lavori e la politica, per far riconoscere la cucina italiana come patrimonio dell’Unesco: ci riusciranno. Tuttavia nell’ottenere lo stesso iter con l’espresso non vedo particolari speranze. L’unica strada e l’STG”.
Per concludere, a chi vuol indirizzare la sua proposta?
“Mi rivolgo a Bernardo Iovene e alla redazione di REPORT, ringraziandoli per aver messo al nudo questa criticità; ma, allo stesso tempo vorrei esortarli a proporre soluzioni, così come quella di avallare l’idea dell’espresso STG. Ne approfitto, per portare a conoscenza di questa proposta al Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, On. Francesco Lollobrigida, affinché sostenga anche lui il riconoscimento dell’Espresso STG”.
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok