Maison Gavé è più di una semplice caffetteria: è un progetto di vita per Michele Mannina e Julia Fillaud, un luogo dove passione, materie prime siciliane e autenticità delle ricette francesi si fondono per offrire ai palermitani un’esperienza gastronomica nuova in un’ambiente rilassato e internazionale.
Ampissima l’offerta di bevande, da quelle analcoliche come succhi, estratti, spremute e tè freddi ad una piccola selezione di cocktail d’ispirazione francese, birre e vini.
Hanno anche una carta di caffè (1,50-3€), con miscele e monorigini della Torrefazione Morettino Coffee Lab di Palermo, per espresso o french press. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Vivian Petrini per il quotidiano Cibo Today.
La caffetteria Maison Gavé a Palermo
PALERMO – ‘Gavé’ è una parola usata nel dialetto bordolese per accentuare il significato delle parole, “è un po’ l’equivalente del nostro ‘assai’”, ci spiega il proprietario Michele. Di qui nasce Maison Gavé, “maison perché per noi era fondamentale trasmettere l’idea di accoglienza, come a casa”. Si trova nel cuore di una delle zone residenziali di Palermo, precisamente in Via Tasso, ed è la prima caffetteria d’Oltralpe della città, fondata da una coppia italo-francese con un passato nel mondo del turismo e della moda. Michele Mannina, originario di Palermo, e Julia Fillaud, nata a Parigi ma cresciuta a Bordeaux, hanno trasformato la loro passione per la cucina francese in un caffè dal respiro internazionale, offrendo ai palermitani un’esperienza gastronomica del tutto nuova.
La maison di Michele e Julia racchiude in sé tre anime café, pâtisserie e cuisine, con un’offerta adatta dalla colazione al brunch, fino alla pausa pranzo o a uno spuntino dolce. C’è un menù mensile sia per i dolci che per i salati, dove tutto viene fatto in casa. La mattina propongono il ‘petit dejeuner’ dalle 9 alle 12 con sfogliati – l’unica cosa che per il momento non fanno internamente per motivi di spazio e logistica, ma sono quelli buoni della linea alta di Délifrance – pane tostato burro e marmellata, yogurt con granola, croissant salati, brioche, toast, pain perdu, e un’ampia scelta di pasticceria fra torte, flan, canelés, paris brest e frolle. E fanno anche gelato.
Ampissima l’offerta di bevande, da quelle analcoliche come succhi, estratti, spremute e tè freddi si Kodama Paris a una piccola selezione di cocktail d’ispirazione francese, birre e vini. Hanno anche una carta di caffè (1,50-3€), con miscele e monorigini della Torrefazione Morettino Coffee Lab di Palermo, per espresso o french press. Nel periodo che va da settembre a maggio gli orari di apertura si dilatano e Maison Gavè si trasforma anche in una sala da tè.
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Il celebre marchio statunitense di moda Guess ha inaugurato il primo café sulla terrazza del negozio di Viareggio. Il locale Guess Terrazza offre cibi leggeri, caffè e cocktail. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Firenze Made in Tuscany.
Il caffè Guess Terrazza a Viareggio
VIAREGGIO – Importanti novità nel mondo di Guess, che ha aperto il primo caffè in assoluto, Guess Terrazza, sulla terrazza dello storico negozio di Viareggio che domina la spettacolare vista sul mare toscano.
L’area di vendita di 600 metri quadrati della sede di Viareggio, uno dei più storici spazi di vendita italiani del marchio, è stata completamente rinnovata con un nuovo design e un nuovo store concept.
La terrazza del primo piano è stata trasformata in uno spazio sofisticato ed esclusivo, arricchito da meticolosi elementi di design.
Delicati motivi di peonie e toni contrastanti di rosa salmone sono sparsi ovunque, infondendo all’area energia e vivacità. Un’atmosfera moderna e raffinata, che invita gli ospiti a immergersi in un mondo di bellezza, eleganza e lusso senza pari, con vista sulla splendida costa di Viareggio.
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MILANO – In estate le tisane sono un’ottima soluzione per idratare il corpo e contrastare le temperature alte. Aroma-Zone, brand francese 100% naturale per la cura, la bellezza e il benessere della pelle, ne ha selezionate alcune da provare sia per il loro tocco rinfrescante sia per attenuare alcuni problemi di stagione, come le gambe pesanti.
Tisana Limone detox bio
La tisana Limone detox bio di Aroma-Zone combina armoniosamente piante diverse come il rosmarino, il ribes nero, la menta piperita, l’ortica, il limone e la citronella. Vero e proprio alleato delle cure detox, questo infuso privo di teina può essere gustato freddo durante tutta la giornata e conquisterà col suo gusto aromatico e delicatamente agrumato.
La tisana bio Maté Minceur di Aroma-Zone conquista grazie al suo magnifico colore rosa e al suo gusto fruttato e rinvigorente. Combina le foglie di Mate, dagli effetti stimolanti e drenanti, con una miscela di piante BIO selezionate per il loro effetto drenante e per il gusto piacevole: fiori di ibisco, foglie di ribes nero, radice di cicoria e ananas.
Senza aromi aggiunti, questo infuso dimagrante può essere gustato freddo per aiutare a tornare in forma. Ideale per unire piacere, idratazione ed equilibrio.
La tisana Mamma e bebè bio di Aroma-Zone è ideale per sostenere e fornire tutto il comfort e il relax di cui hanno bisogno le mamme che allattano, soprattutto in estate, per combattere la stanchezza e la disidratazione.
Prodotta in Francia, questa tisana è composta da piante essiccate sfuse, come finocchio, anice verde, fieno greco, luppolo e zenzero, da mettere in infusione in acqua calda ma da gustare fredda per sfruttarne al massimo i benefici.
La tisana bio Canapa Zen di Aroma-Zone nasce da una selezione di piante dalle proprietà lenitive e calmanti, come la canapa, la verbena odorosa, la camomilla matricaria, la maggiorana, la lavanda e l’arancio amaro. Grazie ai diversi benefici antistress delle sue piante, questo infuso vegetale senza teina si gusta freddo in ogni momento della giornata, per un piacevole momento di relax.
MILANO – Pump my moka, serigrafata Bialetti da tre tazze, espresso e single serve messi a confronto nella degustazione online delle referenze spedite dalla torrefazione Caffè Bristot, premiata da La Guida del caffè e delle torrefazioni giunta alla sua terza edizione. Tutti riuniti di fronte alla webcam per riscoprire i flavori, sperimentare nuovi metodi di estrazione con una moka (non) tradizionale: questi gli obiettivi di questo appuntamento digitale.
Moka: l’old style è sempre attuale, basta rinnovarlo
Mauro Illiano e Andrej Godina, co-autori e caffesperti presenti all’appello, con il presidente dell’Accademy Simone Rubin, Simone Previati e Stefano Cevenin ideatori di Pump My Moka e infine con Marzio Buttarelli, Global Strategy & Business Development Director Bialetti.
Mauro Illiano dà il rapido benvenuto: “Siamo tanti e significa che questo evento è un piacere. Siamo un bellissimo gruppo di professionisti. Alcuni conoscono già la Guida dei caffè e delle torrefazioni in Italia: siamo in procinto di stampare la terza edizione.
Ogni anno dedichiamo una parte introduttiva ad una materia specifica: ad esempio il caffè preparato a casa, con tanto di suggerimenti e best practice, è stato il tema passato. Le recensioni dei caffè e delle torrefazioni d’Italia restano il cuore della Guida. Segnando i marcatori aromatici più importanti tramite delle icone.
Poi esiste la parte dedicata alle Academy dove il consumatore e il professionista possono recarsi per approfondire le proprie competenze. La Guida vuole essere sempre di più un luogo, un connettore in cui raccontare le innovazioni del nostro mondo. Come lo è Pump My Moka, che ci dà una visione totalmente diversa, con delle variabili che completano l’estrazione.”
Godina si inserisce: “Fin dall’inizio abbiamo deciso di portare avanti il progetto della Guida per fare cultura e far conoscere il mondo delle torrefazioni al settore e ai consumatori. Uno dei modi per farlo sono gli awards: ogni anno valutiamo e premiamo delle aziende virtuose che si sono distinte in diversi ambiti.
Abbiamo scelto Procaffè con il marchio Bristot perché è stata capace di inserire nella propria lista prodotti, una gamma che copre tutte le categorie delle bevande e posizionamento.
Per questo abbiamo presentato in questa occasione tre caffè completamente diversi: un primo dedicato alla moka, uno alle capsule compatibili Nespresso e infine una versione per l’espresso.”
Prima estrazione: caffè amico dello stomaco, in quanto decerato, Wellcoffee
Spiega Godina: “Il chicco di caffè è un seme che dal punto di vista chimico è complesso, contiene carboidrati, vitamine, lipidi, sali minerali, caffeina. Non molti sanno che è composto da delle cere vegetali difficilmente digeribili dai succhi gastrici che non riescono a scomporle.
Le cere in tostatura e in espresso vengono in parte estratte in tazza: non sono dannose per la salute, ma in alcuni soggetti con la mucosa gastrica più irritata per altri motivi, potrebbero avere sensazioni poco piacevoli.
Ecco perché il caffè può venire decerato con un processo simile a quello di decaffeinizzazione con il diclorometano. La deceratura viene avviata sul chicco ancora verde e il solvente messo a contatto con il grano per tempi brevi, rimuove la parte superficiale di cera senza però eliminare il contenuto caffeinico.”
Pump My Moka a caldo e a freddo
Godina procede con la temperatura ambiente: “Mauro invece inserirà nella caldaia acqua pre-riscaldata, idealmente tra i 92-94 gradi centigradi. Quanta acqua usare? Visto che non si raggiungerà una pressione troppo elevata e non ci sarà la fonte di calore, possiamo generalmente pensare di riempire una moka come questa da tre a filo della valvola.
Ho usato un’acqua minerale facendo attenzione all’etichetta: ci interessa il residuo fisso a 180. Per la moka e i pour over è gradita un’acqua con un contenuto di sali minerali non troppo elevato, intorno ai 100 milligrammi/litro.
Attenzione che in questo caso con l’acqua distillata, con un residuo fisso quasi a zero non va bene, perché non dà un buon equilibrio gustativo di flavore. Al contrario avere troppi sali minerali, si avrà un risultato finale amaro e flavori scuri.”
Come procedere: usare un cucchiaio per riempire il filtro posizionato già nella moka
Quanto metterne, senza usare un bilancino? A livello di volume: si mette il caffè, si livella e compatta con dei colpi, fino a riempire il filtro senza fare la montagnetta a cui tradizionalmente si è abituati: sovradosando, la pressione una volta avvitata la moka, si crea una resistenza al passaggio dell’acqua troppo elevata e si sovra estrae la bevanda.
Il filtro posizionato, la testa della caffettiera avvitata, si prende in mano il connettore plug in che va spinto nella sua sede con forza. Una volta saldamente collegato al corpo, si tiene il coperchio aperto e la pompa va azionata lentamente. Un’estrazione di circa trenta secondi, non troppo rapida, comincia a creare un po’ di schiuma.
Ciascuno può decidere di personalizzare il tempo di estrazione: l’acqua fredda ha un potere minore di estrazione e conviene quindi procedere in un tempo più lungo per compensare. Così si ottiene una buona bevanda.
Una volta ultimato il procedimento, si può premere dalla caldaia la parte del gancio plug in e automaticamente il connettore della pompa permette l’estrazione.
La nota aromatica dolce di caramello e biscotto viene persa, ma quella dominante è di cioccolato fondente e di fava di cacao. Ricorda molto una torta Sacher, un dolce al cioccolato con buona persistenza.
Abbiamo dato un riconoscimento a questo caffè perché la ricerca e sviluppo dell’azienda è stata in grado di dare al consumatore un caffè amico dello stomaco che non ha nulla da invidiare a un caffè non decerato.”
Da servire a temperatura ambiente oppure con dei cubetti di ghiaccio per i mesi estivi.
Differenze con l’estrazione a 94 gradi della moka
E’ il turno di Mauro Illiano: “Tazza con sentori bruni che prevalgono, con del cacao, caramello, bakery, nota tostata. Discreta acidità, buona dolcezza, leggera amaricanza nella parte finale della degustazione. Dal biondo al bruno, mielosa in modo persistente.”
Simone Rubin, presidente dell’Academy Bristot si occupa dell’espresso
“I plus dell’azienda sono diversi: quando ho iniziato a conoscerla 9 anni fa, arrivavo da Londra e ho cominciato a scoprire gli specialty coffee. Non appena ho messo piede nel laboratorio ho capito il potenziale ancora da esprimere, dalla qualità della materia prima utilizzata alla ricerca. Abbiamo cercato di valorizzare una torrefazione che opera in modo corretto.
Miscela di punta, Espresso Tiziano 1919 Riserva: 5% di Robusta indiana, una base brasiliana (dall’Alta Mogiana che restituisce note cioccolatose e dal Cerrado con un po’ di acidità), Colombia dall’area di Huila con note di frutta rossa e di fava di cacao, Nicaragua per donare rotondità e corposità, infine Sidamo dall’Etiopia, particolarmente aromatico, con agrumi e frutti gialli.
Si comincia con il purge, per abbassare la temperatura e pulire la doccetta.
Il dosaggio: in tutte le miscele Bristot emergono le descrizioni dei profili sensoriali previste e le origini contenute al suo interno. Fornita anche la tipica ricetta con cui vengono testati i prodotti in laboratorio: temperatura 92-94 gradi, dosaggio minimo per il doppio espresso è 15 grammi (nei Paesi nordici si sale, in Australia si arriva ai 20) tempo di estrazione che varia e tipologia d’acqua selezionata per la migliore estrazione.
Si contano 40-45 grammi in uscita, millilitri circa 20 ml per tazza. In espresso regala delle note mandorlate, con l’arancia candita che spicca, leggeri accenni di cacao e nocciola. Corpo medio per la predominanza di Arabica e la tostatura medio-chiara.
Si torna da Mauro con l’estrazione in capsula di Lungo Americano
“Un altro dei prodotti premiati è il monoporzionato di Bristot, lungo americano. Interessante perché l’azienda ha pensato ad una ricetta più lunga, con il suggerimento degli ml in tazza, in quanto caso a 70ml, nettamente più elevata rispetto a un espresso, sino ad un massimo di 100ml. Estratto in un bicchiere adatto, non una tazzina d’espresso.
Il monoporzionato sta cambiando e da estrazione che si consuma a casa o in ufficio di fretta, sta diventando sempre più un caffè diverso. Questo è ancora più insolito: sicuramente ci sarà un maggiore tenore di caffeina ma non c’è una maggiore amarezza come ci si potrebbe attendere da un’estrazione con un allungamento dell’acqua che modifica il rapporto e può sbilanciare il risultato finale.
E’ un caffè gentile, con note tendenti al biondo, caramello, agrumato, vellutato, molto dolce. L’amarezza è appena accennata, si presta ad una consumazione prolungata.”
Simone Previati e Stefano Cevenini: le due menti dietro Pump My Moka
“Dal 2002, come Full Service Training Lab lavoriamo nel settore horeca, con vendita e assistenza alle strutture alberghiere. Nel 2020 siamo partiti con la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti. Nel 2022 partecipando alla Moka Challenge di Aicaf, abbiamo scelto di lavorare sui limiti della moka. Da qui l’intuizione di applicare una striscia termometrica e una pompa per controllare l’estrazione senza sovra estrarre. Da qui l’idea dell’estrazione a freddo e dell’uso di spirits, senza il deterioramento della componente alcolica.
All’estero la moka non piace molto proprio perché sovra estrae: Pump My Moka è un nuovo modo per essere apprezzati anche fuori dai nostri confini nazionali. La pressione generalmente inizia superati i 100 gradi e per ottenere il Bar e mezzo/due si deve raggiungere addirittura i 130 gradi.
Il risultato è sempre di bruciato. Ma avendo bisogno di pressione per dare forza all’acqua di risalire, abbiamo sopperito alla temperatura con un’azione meccanica data dalla pompa. Il concetto è che l’utente decide, non più la caffetteria.
Siamo partiti come una start up e gradualmente siamo arrivati a questo prototipo che non è industrializzato. Ci siamo mossi tra varie fiere, abbiamo raccolto parecchi feedback e molte esperienze. Stiamo definendo il futuro di Pump My Moka.”
Marzio Buttarelli sulla moka Bialetti
Come sta questa caffettiera e questa innovazione cosa dà in più?
“Abbiamo festeggiato l’anno scorso il novantesimo anniversario dal colpo di genio che ha caratterizzato la creazione di questo prodotto diventato icona dell’Italia anche all’estero. Oggi stiamo vivendo un momento florido: parliamo di una nuova giovinezza. Negli ultimi vent’anni ci sono state tantissime evoluzioni, quella del monoporzionato è stata la più sconvolgente che si temeva potesse appiattire gli altri metodi esistenti.
In realtà questo non è avvenuto, anzi, ha dato un nuovo influsso a sistemi come la moka. Oggi vediamo una riscoperta dalle nuove generazioni, che pensa al consumo del caffè non solo come bevanda da bere velocemente, ma come un’occasione di convivialità.
La moka permette di cimentarsi come barista a chiunque in casa e crea un’interazione che piace molto ai giovani e poi ha un aspetto importante legato alla sostenibilità: questo strumento è un sistema che crea soltanto uno scarto compostabile e può essere riciclata infinite volte (quella in alluminio).
La Moka Bialetti è un’icona in Italia, ma anche all’estero abbiamo assistito ad un’attenzione diversa: la moka è una tipologia che dà un risultato diverso dall’espresso e dal filtro, che sta vedendo una crescita anche nei luoghi in cui vogliamo essere distribuiti maggiormente. Siamo presenti già in circa 90 Paesi e fuori dall’Italia siamo forti negli Stati Uniti e in Cina.
La moka ha sempre mantenuto il suo funzionamento, ma come Bialetti siamo sempre attenti alle innovazioni: osservare Pump My Moka ci ha fatto piacere nella sua rivisitazione un po’ più di nicchia che abbraccia quella fascia di consumatori che non userebbero la moka per via di alcune sue limitazioni. La Moka Bialetti sta conoscendo una nuova vita e un ulteriore ampliamento di utilizzo.
Questo kit è disponibile distribuito direttamente dai ragazzi di Pump My Moka principalmente online. Lavoreremo più avanti per rendere questo strumento più commerciale.”
MILANO – Il raccolto brasiliano si conferma abbondante, ma inferiore alle previsioni iniziali, e un po’ tutti gli analisti stanno rifacendo i loro calcoli per quanto riguarda il saldo globale tra domanda e offerta, produzione e consumi nell’annata in corso e nella prossima. “Questa volta il Brasile non potrà venire in soccorso” ha osservato un trader internazionale riferendosi all’importante contributo dato dal Brasile, negli ultimi 12 mesi, nel far fronte alla forte domanda mondiale di caffè robusta, compensando i minori flussi da Vietnam e Indonesia.
Come già scritto lunedì, Safras & Mercado ha tagliato, la scorsa settimana, la sua stima sul prossimo raccolto brasiliano, di circa 4 milioni di sacchi.
Pessimista anche Rabobank: “siamo ormai nella seconda metà del mese e dai report non osserviamo alcun miglioramento nei rendimenti unitari e nel crivello medio dei chicchi, per cui riteniamo opportuno rivedere al ribasso le nostre stime” si legge nel suo più recente rapporto mensile.
La banca olandese ha per questo ridotto la sua previsione sul raccolto brasiliano portandola a 67,1 milioni (contro una precedente stima di 69,8 milioni), di cui 44,1 (46,5) di arabica e 23 (23,3) di robusta
Sempre preoccupante, intanto, la mancanza di precipitazioni nel Minas Gerais, che ha contribuito al rally di inizio settimana.
La perdurante assenza di pioggia sta in compenso facilitando le operazioni di raccolta, molto più avanti rispetto all’anno scorso.
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RWANDA – Dopo aver rappresentato l’Italia nel Best of Rwanda, il prestigioso riconoscimento dello Specialty Coffee in Rwanda, prosegue l’impegno di Alberto Polojac nella ricerca del connubio perfetto fra qualità, sostenibilità e tracciabilità, a sostegno di una serie di iniziative che possano consentire sia ai produttori che ai consumatori di arricchire la propria vita attraverso il caffè.
Le iniziative di Bloom Coffee School in Rwanda
Il Best of Rwanda è, infatti, una competizione locale che premia il miglior caffè non solo puntando a identificare il produttore più valido in termini qualitativi, ma garantendo anche agli importatori di testare direttamente aspetti fondamentali per lo sviluppo e il mercato del caffè quali le tecniche produttive, i livelli di pulizia, le condizioni di lavoro e le opportunità economiche che il caffè rappresenta per i Paesi in via di sviluppo.
Non a caso il primo posto è stato conquistato da Nova Coffee, un marchio appartenente al progetto ICU che produce il Café de Mama, un caffè lavorato e venduto esclusivamente da donne. La presenza di Polojac nella prestigiosa giuria è stata il frutto della sua devozione, concretizzatasi in un’attenzione costante alla realtà ruandese dello specialty coffee negli ultimi dieci anni, con almeno una visita all’anno sul campo.
Conclusosi il Best of Rwanda, Polojac, inserito nella strategia di formazione di ICU (Istituto per la Cooperazione Universitaria, onlus che realizza progetti di valorizzazione della filiera del caffè nei Paesi in via di sviluppo puntando a migliorarne la qualità del caffè e le condizioni di lavoro) e JICA (onlus giapponese che si occupa di progetti di sviluppo), è stato attivo nella promozione di un percorso di educazione dei produttori locali su temi come il riconoscimento della qualità, il processo di lavorazione del caffè e il cupping.
Le sessioni di formazione si sono svolte in tre luoghi distinti ma vicini fra loro, situati presso il lago Kivu, un paradiso lacustre che si estende lungo il confine occidentale con il territorio congolese. Il paesaggio intorno al lago è dominato da dolci declivi di terra fertile che degradano da oltre 1000 metri e incorniciano le acque trasparenti del lago, creando uno scenario di rara bellezza e un ambiente naturalmente ideale allo scopo.
A Mubuga, washing station già visitata in passato da Polojac, si è tenuta una lezione sui metodi di lavorazione. Successivamente, a Coocamu, situata proprio sul lago, si sono svolti il riconoscimento della qualità e il cupping, con diverse varietà e lavorazioni di caffè. Il percorso si è, infine, concluso a Kopakaki, dove è stata completata la formazione.
Ricordiamo che lo spirito di miglioramento e ricerca di Imperator investe non solo la qualità del caffè ma anche le condizioni di lavoro delle persone coinvolte, contribuendo così` allo sviluppo sostenibile del settore e delle comunità locali dando ai clienti una selezione basata su tutti questi principi.
La scheda sintetica di Imperator
Imperator è un’azienda italiana leader nel settore del caffè, impegnata da anni nella promozione della qualità e della sostenibilità nella filiera del caffè. Con una dedizione all’innovazione e alla formazione, Imperator continua a sostenere progetti che migliorano le condizioni di vita dei produttori di caffè nei paesi in via di sviluppo.
Emmanuel Macron, il presidente della Francia, ha affermato di conoscere il caffè sospeso al termine del ricevimento organizzato all’Eliseo per la stampa estera alle Olimpiadi. Emmanuel e Brigitte Macron, la moglie del presidente, hanno tenuto per l’occasione a ricordare quanto amino Napoli e l’Italia. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Italpress e ripreso da Taormina News 24.
Emmanuel Macron cita il caffè sospeso
PARIGI – Il presidente francese Emmanuel Macron conosce il “caffè sospeso”. Salutando i rappresentanti della stampa italiana a Parigi, al termine del ricevimento organizzato all’Eliseo per la stampa estera accreditata alle Olimpiadi, alla domanda di un giornalista se conoscesse qualche parola in napoletano, Macron ha esclamato: “caffè sospeso”.
Una conversazione che era iniziata all’arrivo in sala anche di Brigitte Macron che ha ricordato con la stampa italiana il suo incontro con Emmanuel avvenuto proprio, com’è noto, per una commedia di De Filippo.
Brigitte e Emmanuel Macron hanno tenuto a ricordare quanto amino Napoli e l’Italia, la première dame di Francia ha sottolineato con piacere come per le Olimpiadi arriveranno a Parigi anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella accompagnato dalla figlia Laura.
Nel suo breve discorso ufficiale alla stampa estera accreditata, Macron ha invece rimarcato come i giochi di Parigi saranno “inclusivi, sostenibili”, anzi i più sostenibili della storia, e come i lavori sono stati realizzati in tempo e nel migliore dei modi.
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BRESCIA – La sostenibilità è il faro che guida gli investimenti in progetti di sviluppo delle aziende della filiera dell’espresso che aderiscono all’Istituto espresso italiano (IEI). Utilizzo sostenibile delle risorse e riciclo della materia di scarto, i due capisaldi delle aziende.
Dall’indagine recentemente condotta da IEI sui propri associati, emerge per esempio che circa l’impatto ambientale, il 54.6% delle imprese guardino ad una gestione sostenibile delle risorse naturali, tra cui l’acqua, l’energia e i vari materiali.
Stessa percentuale, 54,6%, opta per la gestione dei rifiuti o dei prodotti di scarto attuata attraverso la promozione del riciclaggio e la riduzione stessa del rifiuto, oltre ad aumentare e implementare la collaborazione con le società per il riutilizzo. Seguono poi, con quasi il 35%, sia l’abbattimento delle emissioni di gas serra, sia l’utilizzo di attrezzature di nuova generazione.
“I risultati della nostra indagine dimostrano come le aziende della filiera, aderenti all’Istituto Espresso Italiano, siano fortemente impegnate nella gestione sostenibile delle risorse e nella riduzione dell’impatto ambientale – spiega il presidente di IEI, Luigi Morello – questo impegno non solo migliora la resilienza e la competitività delle imprese, ma contribuisce anche a un futuro più responsabile per tutti”.
Gli investimenti per la sostenibilità
Su quale tipo di investimenti in sostenibilità siano stati fatti negli ultimi cinque anni, la maggior parte delle imprese afferma di aver acquistato nuovi macchinari per seguire e anticipare trend di mercato ed effettuato scouting tecnologico dei materiali di imballaggio, progettazione di nuove macchine a capsule compostabili oltre alla certificazione di cialde o capsule compostabili.
Questo perché l’80% delle realtà prese in esame da IEI, ha investito, e continua a farlo, in ricerca e sviluppo per migliorare la resilienza e competitività. Negli ultimi 20 anni, poi, quasi tutte le imprese hanno abbattuto del 70% i quantitativi di gas inquinanti. A questo si somma il fatto che l’63,7% delle aziende oggetto della survey ha redatto o ha in programma di farlo, il bilancio di sostenibilità.
“Questi investimenti dimostrano chiaramente che le nostre aziende non solo si adattano ai cambiamenti del mercato, ma li anticipano, guidando l’innovazione e la sostenibilità nel settore dell’espresso. La nostra dedizione alla ricerca e sviluppo è la chiave per un futuro più sostenibile e competitivo”, aggiunge Morello.
La sostenibilità è anche sociale
Se contiamo poi che uno dei tre pillar della sostenibilità è rappresentato dal sociale, il 90% delle imprese prende parte a iniziative di beneficenza e partecipa a iniziative locali o globali. Inoltre, il 40%, difende la diversità e favorisce l’inclusione e, ancora il 40%, incentiva il rispetto dei diritti umani lungo tutta la catena di approvvigionamento.
“L’attenzione alla sostenibilità sociale è altrettanto fondamentale. Le nostre aziende non solo partecipano attivamente a iniziative di beneficenza e promuovono la diversità e l’inclusione, ma si impegnano anche a rispettare i diritti umani lungo tutta la catena di approvvigionamento. Questo approccio integrato alla sostenibilità dimostra che il nostro settore è all’avanguardia nel creare un impatto positivo sia sull’ambiente che sulla società”, conclude il presidente di IEI, Luigi Morello.
Infine, la filiera del caffè di IEI coinvolge gli stakeholder nei propri processi e nelle proprie scelte. Il 63,6% lo fa con la valutazione e presa in carico dei feedback dei clienti, il 54,5% con il dialogo aperto ovvero con un coinvolgimento attivo degli stakeholder nelle decisioni aziendali mentre il 36,4% attraverso la formazione con programmi portati avanti per i clienti sul risparmio di materie prime (acqua, latte, caffè) ed energia.
La scheda sintetica dell’Istituto espresso italiano
L’Istituto espresso italiano (IEI), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 36 aziende aderenti con un fatturato aggregato di più di 700 milioni di euro. Per maggiori info basta cliccare qui.
LONDRA – De’ Longhi annuncia una partnership strategica con Well Grounded, l’impresa sociale dedicata a sostenere i disoccupati del Regno Unito introducendoli a carriere sostenibili nel settore del caffè. L’industria del chicco affronta oggi una doppia sfida: un significativo aumento della disoccupazione a lungo termine e una carenza di talenti locali: ciò rende urgente trovare una nuova soluzione.
Questo è reso evidente dal fatto che il numero di disoccupati a lungo termine è aumentato del 35% e i datori di lavoro faticano a coprire le posizioni vacanti.
La partnership tra De’ Longhi e Well Grounded
Alla luce di ciò, Well Grounded e De’Longhi si sono uniti con fornendo formazione e opportunità di lavoro solide, contribuendo in ultima analisi alla crescita e alla resilienza del settore.
“Questa partnership unica mostra cosa si può ottenere quando lavoriamo insieme per accendere la passione per il caffè nelle persone”, afferma Sonja Wittenberg, chief commercial officer di Well Grounded.
Wittenberg afferma: “Well Grounded è entusiasta di avviare questa nuova collaborazione con De’Longhi che ci aiuterà a trasformare più vite attraverso i nostri programmi di posti di lavoro e lanciare le carriere di una nuova generazione di professionisti del caffè”.
Dalla sua fondazione nel 2016, Well Grounded è stata in prima linea nel promuovere il cambiamento sociale fornendo alle persone le competenze necessarie per prosperare nell’industria dinamica del caffè. La loro visione di promuovere una comunità socialmente ed economicamente fiorente si realizza attraverso programmi di formazione unici, tirocini e supporto continuo alla carriera.
De’ Longhi si allinea perfettamente con la missione di Well Grounded. Insieme, affrontano le sfide urgenti che l’industria del caffè deve affrontare, aggravate dalla pandemia e dalla Brexit.
La partnership aumenterà la capacità di Well Grounded di offrire opportunità a individui qualificati, appassionati e impegnati a crescere, aiutando anche a colmare il divario di talenti nel settore del caffè.
Lee Bonniface, direttore generale dell’azienda De’ Longhi, afferma: “Se il caffè può anche in piccola parte aiutare a dare competenze, ambizione e una via per l’occupazione ai tirocinanti di Well Grounded, allora De’Longhi è orgogliosa di supportare Well Grounded in questo percorso”.
Con un impressionante track record, Well Grounded ha raggiunto i seguenti obiettivi cardine:
• 531 persone hanno partecipato ai loro programmi di employability
• 499 partecipanti hanno ottenuto una qualifica, rappresentando il 94% degli iscritti
• Il 71% è passato al lavoro, all’istruzione o a ulteriore formazione (348 individui)
• Oltre 12.349 ore di tirocini sono state completate
• 140 datori di lavoro hanno collaborato con Well Grounded
• L’81% dei partecipanti mantiene un impiego per oltre sei mesi
CASTELVETRO DI MODENA (Modena) – Chef Express, società di ristorazione controllata dal Gruppo Cremonini, prosegue l’impegno nelle tematiche ESG e dettaglia le attività messe in campo e le pratiche virtuose adottate in ambito ambientale, sociale ed economico nella nuova edizione del bilancio di sostenibilità relativo al 2023.
Il bilancio di sostenbilità di Chef Express
Sergio Castellano, chief quality & ESG officer di Chef Express ha dichiarato: “La redazione del bilancio di sostenibilità per Chef Express è importante non solo in termini di rendicontazione e monitoraggio dei KPI, ma è soprattutto la testimonianza della nostra continuità e della passione con la quale strutturiamo progettualità in ambito ESG”.
Castellano aggiunge: “Per noi sostenibilità è un percorso: il viaggio che abbiamo fatto e tutto quello che abbiamo costruito nel 2023 è raccontato all’interno del report in modo trasparente e aperto, con l’obiettivo di trasmettere i valori che animano la nostra azienda, di cui la Sostenibilità è un pilastro. Come tale, lo decliniamo in tutte le attività che svolgiamo. Essere sostenibili per noi vuol dire adottare un approccio innovativo a queste tematiche, ponendole quindi alla base delle strategie aziendali, anche nella selezione di partner leader della sostenibilità che ci accompagnano nel nostro percorso”.
Chef Express ha dedicato il 2023 alle sue risorse, nella convinzione che non si può parlare di ESG senza parlare di Persone, un imprescindibile pilastro su cui si fondano i successi aziendali.
Per poter ascoltare la voce di ognuno, alla fine del 2023 è nata Next, uno spazio digitale che collega la rete con le funzioni centrali, dove è possibile reperire informazioni, partecipare a iniziative e condividere i valori di Chef Express, scambiarsi opinioni per stimolare la crescita personale e collettiva. Un progetto che è parte integrante della strategia digitale espressa anche all’interno dell’organizzazione con l’ottimizzazione dei processi per avvicinare le persone, facilitare la comunicazione interna e garantire un ecosistema digitale inclusivo e dinamico.
Proprio su Next, le persone di Chef Express hanno espresso la loro personale interpretazione dei valori aziendali attraverso frasi e pensieri, alcuni dei quali sono stati inseriti all’interno del report di Sostenibilità, perché ogni voce è parte integrante del percorso. È confermato inoltre l’impegno nella formazione e valorizzazione delle risorse: nel 2023 sono più che raddoppiate rispetto al 2022 le ore di formazione erogate, per un totale di oltre 300.000 ore.
In termini di riduzione dell’impatto ambientale, le iniziative attivate per la gestione energetica hanno portato a 32.813 tonnellate di CO2 evitata nel 2023 grazie all’acquisto di energia elettrica con garanzia d’origine da fonti rinnovabili e all’utilizzo di energia prodotta da impianti fotovoltaici proprietari. L’intensità del consumo energetico medio sul fatturato è diminuito del 29% rispetto al 2022.
Prosegue inoltre l’impegno nella selezione di fornitori con i più alti standard qualitativi: Chef Express ha incrementato di un ulteriore 22% rispetto all’anno precedente l’acquisto di prodotti da fonti sostenibili certificate con l’obiettivo di garantire un’offerta sempre più responsabile e di promuovere pratiche sostenibili in tutta la supply chain.
Per rafforzare il percorso di sostenibilità, Chef Express ha consolidato la partnership con Gruppo Hera, una delle maggiori multiutility italiane che gestisce servizi ambientali, idrici ed energetici: è stato firmato un protocollo di intesa triennale nell’ambito del quale saranno attivati progetti di economia circolare volti al monitoraggio e valorizzazione dei rifiuti e alla riduzione degli sprechi alimentari, in coerenza con gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030.
Una collaborazione che conferma la volontà di Chef Express di impegnarsi in modo continuativo e concreto nel fornire il proprio contributo attraverso progetti sostenibili.
Tra le iniziative in campo, Chef Express e Hera hanno attivato un progetto che prevede il ritiro degli oli vegetali esausti su Punti Vendita Chef Express e la loro trasformazione in biocarburante lungo una filiera completamente tracciata e sostenibile. Questo progetto ha permesso di recuperare 128 tonnellate di oli, che sono state utilizzate per produrre biocarburante idrogenato, generando un risparmio di CO2e pari a 364 tonnellate rispetto alla produzione di gasolio tradizionale.
Importante il contributo fornito per la riduzione degli sprechi alimentari: ad esempio, grazie alla partnership con Too Good to Go, Chef Express ha salvato oltre 10.000 pasti. Va in questa direzione e consolida il valore sociale di questo impegno l’iniziativa #ALTRIPASTI con la Onlus Banco Alimentare per la distribuzione di cibo alle persone e famiglie in difficoltà, a cui Chef Express ha donato l’equivalente di oltre 4.000 pasti.
Il bilancio di sostenibilità completo di tutte le iniziative è disponibile qui.
La scheda sintetica di Chef Express
Chef Express è la società che gestisce tutte le attività di ristorazione del Gruppo Cremonini, con oltre il 54% dei ricavi derivante dalle attività in concessione (stazioni, aeroporti e autostrade in Italia, e a bordo treno all’estero). In questo settore Chef Express è tra i principali operatori in Italia nel mercato dei buffet di stazione, con punti vendita in 54 scali ferroviari, è presente nel settore della ristorazione aeroportuale in 15 aeroporti italiani, e gestisce 57 aree di ristoro sulla rete autostradale italiana e sulle strade di grande comunicazione.
Nel mercato della ristorazione a bordo treno Chef Express è uno dei principali operatori in Europa con oltre 120 treni serviti quotidianamente in 5 Paesi Europei. Nel settore della ristorazione commerciale controlla direttamente le catene casual dining Roadhouse Restaurant, Calavera e Billy Tacos, mentre sviluppa in licenza altri marchi importanti come McDonald’s, Pret A Manger, wagamama e Panella. All’estero gestisce la catena anglosassone Bagel Factory.
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