lunedì 23 Dicembre 2024
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Pagare un espresso in bitcoin? In un bar di Lugano in Svizzera ora è possibile

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LUGANO – Pagare un espresso in bitcoin? In un bar di Lugano oggi è possibile. La criptovaluta continua a prendere piede in Ticino, anche se lentamente, entrando anche in molti aspetti della vita di tutti i giorni.

Se le FFS permettono già dalla fine del 2016 la ricarica del proprio portafoglio bitcoin presso i distributori automatici di biglietti, è dall’inizio di quest’anno che la città di Chiasso offre la possibilità di pagare in bitcoin le imposte.

Anche nell’immobiliare

Ma la criptovaluta ha fatto capolino anche nel mercato immobiliare ticinese: qualche giorno fa su un sito specializzato è comparso un annuncio relativo a una villetta situata a Magliaso, nel Luganese, in vendita per circa 387 bitcoin (che al cambio del 12 marzo, pari a 9.045 franchi, equivalgono a 3,5 milioni di franchi).

“Per questo acquisto di proprietà sono accettati i bitcoin. Il calcolo esatto della quantità di bitcoin avviene al momento della richiesta di pagamento da parte del notaio”, si legge nell’annuncio.

Ma non si tratta di una prima per il Canton Ticino: già nell’estate 2017 un privato aveva messo in vendita una villa ad Ascona per 829 bitcoin.

Alla cassa con le criptovalute

Ed ecco che ora, al “Biblio Café TRA l’altro” di Lugano i clienti possono sfoggiare il proprio portafoglio di criptovalute. Per pagarsi un caffè, una birra o un pranzo.

“Abbiamo introdotto questa possibilità di pagamento a partire da gennaio – spiega Samuel Benigni, uno dei cinque proprietari del bar – è molto semplice e veloce, basta avere un wallet (portafoglio, ndr.) di bitcoin o litcoin (criptomoneta alternativa al bitcoin che utilizza una tecnologia diversa, ndr.) e il gioco è fatto!”.

Meglio della carta di credito

Paradossalmente, nell’esercizio pubblico luganese non sono accettate le carte di credito. “A causa dell’elevato costo delle commissioni e delle macchinette” spiega Benigni; “quindi quando alcuni clienti hanno iniziato a parlare di questa nuova tecnologia di pagamento priva di intermediari ci siamo interessati”.

Una volta incassate le criptovalute le opzioni sono due: o cambiarle subito in franchi (come fa ad esempio il Comune di Chiasso che, in qualità di ente pubblico, non può fare speculazione) oppure tenerli nel proprio wallet.

È questa seconda opzione quella scelta dai ragazzi del bar TRA: “Per noi è una sorta di microinvestimento”.

Ma, concretamente, quante persone finora hanno utilizzato questo metodo di pagamento? “Poche – ci dice ancora Benigni – solo un paio, ma si tratta di un esperimento. Ora la gente non è molto portata a spendere le proprie criptomonete a causa della volatilità del mercato, ma tutto evolve così in fretta… staremo a vedere cosa accadrà in futuro!”

Chiara Nacaroglu

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