lunedì 23 Dicembre 2024
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Padova, 3 locali chiusi perchè troppo piccoli: non possono rispettare il m di distanza

Taglialavoro, come i colleghi di «Corte Sconta» e «Foramoda», non contestano la legittimità delle direttive emanate, anzi: «La salute pubblica viene prima di tutto - osserva il titolare del “Canenero” - E quindi, se il governo ha deciso così per ridurre le possibilità di contrarre il coronavirus, la norma va rispettata»

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PADOVA – I locali restano aperti, a patto che chiudano le serrande alle 18.00, che servano solo ai tavoli e che venga rispettata il metro di distanza tra i clienti. Facile no? Mica tanto, se si considera che ci sono alcuni bar che, quel metro di distanza, non ce l’hanno a disposizione. Le caffetterie che non hanno spazio, letteralmente, al loro interno per garantire le distanze di sicurezza, sono forzate a chiudere i battenti. Giusto, sbagliato? Il punto è che è una realtà di fatto che si verifica in tre luoghi celebri di Padova. Leggiamo la notizia dal corriere.it.

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«Canenero» e «Corte Sconta», locali affiancati di via dell’Arco, pieno Ghetto di Padova, sono due dei più frequentati in città, soprattutto dagli studenti universitari. Lo stesso, senza timore di smentita, si può dire per la birreria artigianale «Foramoda» di via Giotto

Banco off limits

Ma i titolari di questi tre locali, lette le direttive sui pubblici esercizi nel decreto emanato domenica dal governo, hanno deciso di abbassare la saracinesca per una settimana.

Nella speranza che tali direttive (come invece parrebbe) non vengano prorogate. «In base al decreto – spiega sconsolato Francesco Taglialavoro del “Canenero” – non possiamo effettuare servizio al banco, ma solo al tavolo. Inoltre dobbiamo far rispettare la distanza di sicurezza di un metro tra i clienti, ma il nostro bar misura appena una trentina di metri quadri. E quindi non è fattibile tenere aperto per ospitare al massimo sei persone alla volta. E così, pur andando incontro a una perdita consistente, abbiamo preferito chiudere fino a domenica prossima, augurandoci che, dal giorno successivo, si possa tornare alla normalità».

I bar in difficoltà di Padova

Taglialavoro, come i colleghi di «Corte Sconta» e «Foramoda», non contestano la legittimità delle direttive emanate, anzi: «La salute pubblica viene prima di tutto – osserva il titolare del “Canenero” – E quindi, se il governo ha deciso così per ridurre le possibilità di contrarre il Coronavirus, la norma va rispettata. Anche perché, trattandosi di fatto di una legge dello Stato, chi la infrange può incorrere nel penale. E io, francamente, non ho proprio voglia di rischiare di subire un processo solo per vendere qualche spritz in più». Discorso diverso per l’osteria «Barabba» di via Vicenza, alle porte del centro storico,. Altro punto di riferimento della «movida» padovana.

Qui, ricordando ai clienti che (almeno fino a domenica) sarà attivo soltanto il servizio al tavolo, i gestori si sono limitati a comunicare che i posti disponibili. Sempre per rispettare la distanza di un metro, saranno non più di 48 anziché gli abituali 85. Per questo, «si consiglia vivamente la prenotazione».

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