PADOVA – Tempi duri per chi non sa rinunciare al caffè in orario d’ufficio al Comune del capoluogo veneto. Il nuovo decalogo appena approvato dall’amministrazione cittadina, che detta le regole di comportamento per i dipendenti, impone di registrare tutti gli spostamenti del lavoratore che comportino l’uscita dalla sede di lavoro, come nel caso della pausa caffè, e il tempo “perso” durante queste pause o spostamenti deve essere recuperato a fine turno.
“E’ consentita una pausa lavoro che non comporti l’uscita dalla sede per incombenze di natura personale senza creare pregiudizio al servizio”, si legge nel programma per la trasparenza, l’integrità e la prevenzione della corruzione approvato dalla Giunta e consultabile sul sito del Comune.
E ancora: “Il dipendente registra, utilizzando il sistema di rilevazione delle presenze, gli spostamenti che comportino l’uscita dalla sede di lavoro sia per ragioni di servizio sia per assentarsi temporaneamente come nel caso della pausa caffé. In quest’ultimo caso il dipendente è tenuto al recupero delle ore di lavoro di assenza dal servizio”.
Il nuovo codice detta le norme di comportamento anche nei rapporti privati al di fuori del lavoro. Tra amici e in occasioni di incontro sociale, bocche cucite sulla propria funzione e su questioni interne al proprio ufficio.
Giro di vite anche su favori e “regalini” con i quali possono essere tentati i lavoratori. Dirigenti e dipendenti non possono accettare regali o inviti a pranzo o a cena che superino i 75 euro, e al massimo in tre occasioni all’anno.
Tali doni possono essere accettati solo se ricevuti in ufficio o nella sede di lavoro e se eccedono la cifra stabilita vanno inviati al Settore Provveditorato.