martedì 24 Dicembre 2024
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Pack d’impatto: primo biglietto da visita per qualsiasi brand

Essere riconosciuti subito, a colpo d’occhio: un must anche nel mondo del food, dove per farsi notare e comprare non è importante solo quel che c’è nelle confezioni, ma anche come si presentano i pack. E se sono unici, inconfondibili e identificativi al punto da diventare iconici, allora il gioco è fatto

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MILANO – La scelta del pack non può esser più considerato un semplice imballaggio che permette di conservare un prodotto: si parla di un aspetto a volte fondamentale per contribuire nella comunicazione di un determinato brand, che in questo modo è ben riconoscibile dai consumatori in tutto il mondo, tra gli scaffali. Insomma, l’involucro è anche una questione legata alla creatività, all’originalità, alla fidelizzazione. Un elemento che va ben studiato dalle aziende che vogliono avere un’identità precisa da presentare all’utente finale. Su questo tema, proponiamo un interessante articolo di Manuela Soressi su ilsole24ore.com.

Pack: la firma per ogni marchio

Essere riconosciuti subito, a colpo d’occhio: un must anche nel mondo del food, dove per farsi notare e comprare non è importante solo quel che c’è nelle confezioni, ma anche come si presentano i pack. E se sono unici, inconfondibili e identificativi al punto da diventare iconici, allora il gioco è fatto. Com’è accaduto a tanti prodotti, dal barattolo capovolto del tomato Heinz alla bottiglietta in vetro con dispenser della salsa di soia Kikkoman, dal barattolo delle Pringles alla bottiglia della Perrier.

Probabilmente il pack più noto e globale resta ancora oggi quello della Coca Cola

La bottiglia contour è stata disegnata nel 1915 e da allora, salvo qualche ritocco, è rimasta il feticcio del miracolo a stelle e strisce, tanto da essere affiancata a un’altra icona del sogno americano, l’attrice Mae West.

L’Italia, quanto a miti del cinema e a capolavori del food design, non è da meno. E così negli Usa è stata paragonata a Sophia Loren, in quanto espressione dell’Italia e delle sue bellezze, la bottiglia di Titulus, il Verdicchio dei Castelli di Jesi prodotto da Fazi Battaglia. Dalla tipica forma ad anfora, dal colore verde smeraldo e con un “cartiglio” al collo (che ancora oggi viene arrotolato e legato a mano), questa bottiglia disegnata da Antonio Maiocchi è nata nel 1953 da un’intuizione di marketing ante litteram di Francesco Angelini, proprietario della cantina e fondatore dell’industria farmaceutica: quella di “rivestire” questo vino marchigiano con una bottiglia unica, che ne valorizzasse la storia e rendesse popolare e immediatamente identificabile.

Un altro esempio di food design made in Italy che ha conquistato il mondo (entrando anche al MoMa di New York) è il vaso dell’Amarena Fabbri

E’ stato creato dal ceramista faentino Angelo Gatti nel 1915 su richiesta di Gennaro Fabbri, il capostipite dell’azienda che voleva regalare alla moglie un contenitore degno di conservare le sue squisite “marene con frutto”. Oltre cent’anni dopo, quel vaso di ceramica dal profilo bombato e dagli arabeschi blu ispirati ai motivi orientali, è riconosciuto come un ambasciatore dello stile e del gusto italiano nel mondo, tanto che in Cina i giudici della Corte del Popolo hanno proibito ogni tentativo di replica del vaso considerata «l’alta reputazione del packaging di Fabbri».

Unicità e bellezza, però, vanno sempre di pari passo con la funzionalità, come accade a ogni creazione di design che si rispetti. E se il vaso Fabbri era stato disegnato per inserirsi alla perfezione nei carretti dei venditori ambulanti di gelato, così la bottiglietta a calice rovesciato del Camparisoda è stata realizzata in vetro smerigliato per assicurarne una presa solida e sicura. La si deve all’artista Fortunato Depero, che l’ha ideata nel 1932 per il lancio del primo aperitivo monodose al mondo, quello che riproduceva in versione ready-to-eat il rito milanese di bere il Campari con una spruzzata di soda.

Un prodotto così innovativo richiedeva un contenitore altrettanto “rivoluzionario”, con brand e nome impressi in rilievo nel vetro ed priva di etichetta proprio per esaltare la forza comunicativa del colore rosso dell’aperitivo. Ancora, il bicchiere monouso e “portatile” dell’Estathé nel 2022 taglia il traguardo dei 50 anni.

Pack iconico: il vaso in vetro con il tappo bianco in plastica della Nutella ha invece subito diversi restyling

Frutto di un’intuizione vincente di Michele Ferrero (ossia quella di puntare su un pack riutilizzabile in cucina sia come bicchiere che come contenitore) il vasetto della Nutella ha continuato a nutrire il rapporto affettivo con i consumatori fino ad arrivare alle versioni personalizzate con nomi e pattern a scelta. O alla recente limited edition “Ti Amo Italia”, che propone i 42 luoghi del cuore scelti da oltre 2 milioni di consumatori tra quelli selezionati da Ferrero in collaborazione con Enit.

 

 

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