MILANO — In merito all’articolo “La patria dell’espresso sta scimmiottando gli standard che arrivano dall’estero” a firma da Maurizio Giuli, Presidente dell’Ucimac, Unione Italiana costruttori di macchine per caffè professionali e da bar, e pubblicato nel numero di giovedì 6 dicembre di Comunicaffè, abbiamo ricevuto questo significativo intervento del Cavalier Remo Ottolina, presidente dell’Altoga, l’Associazione Lombarda dei torrefattori e grossisti alimentari, e della Torrefazione Caffè Ottolina di Milano che di recente ha compiuto 70 anni, al quale volentieri diamo spazio.
di Remo Ottolina
Ho letto le riflessioni di Maurizio Giuli e condivido in pieno tutte le sue affermazioni.
Accettare il rinnovamento è necessario. Non si deve guardare soltanto la tradizione ma anche il futuro perché il nostro caffè va anche all’estero.
Ma è proprio per questo che dobbiamo darci da fare per innovarci senza mai perdere le nostre radici.
Non siamo contrari al mondo specialty, che è un settore di nicchia.
Perché è il resto del caffè che fa la maggioranza della produzione e dà lavoro a tante aziende.
Per fare questo piccole e medie aziende devono fare rete e, sempre, un ottimo prodotto.
La cucina non è fatta soltanto di chef stellati. Ma anche delle tantissime trattorie dell’Italia e del mondo.
Cavalier Remo Ottolina
Presidente Altoga
Associazione lombarda torrefattori e grossisti alimentari