domenica 22 Dicembre 2024
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L’analisi: “Nell’e-commerce, una foto vale 60.000 parole, parla il cervello”

Da un lato, l’e-commerce è un settore da 3.914 trilioni di dollari, con una crescita del 16,5% anno su anno.1 Dall’altro, le aziende che curano in modo professionale le immagini dei loro prodotti online aumentano del 67% le vendite

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MILANO – Riportiamo l’analisi a cura di Boom Data Lab. L’immagine è l’architrave del commercio online. Senza foto non si vende. E se la foto c’è, ma non è di qualità, non funziona. Descrizioni dettagliate ed esaustive delle caratteristiche del prodotto sono sicuramente importanti e non possono mancare, ma è l’immagine a giocare il ruolo decisivo e la spinta all’acquisto. D’altronde, una foto vale 60.000 parole. Così dice il cervello umano, che processa immagini 60.000 volte più velocemente di un testo scritto. E non solo.

Dopo 3 giorni, le persone ricordano il 10% di quanto abbiano letto, il 20% di quanto abbiano udito, e il 65% di quanto abbiano visto.

Online: l’estetica protagonista

In un mondo che va sempre di più verso l’acquisto online – nel 2019 l’80% degli internet users ha ricercato online un prodotto o un servizio e il 74% ha effettuato almeno un acquisto, per un totale di circa 3 miliardi di acquirenti (il 39% della popolazione mondiale) – le foto stanno diventando la “benzina” che fa “muovere la macchina”, insomma il petrolio del nuovo secolo.

L’esperienza di acquisto nell’e-commerce passa prima dall’immagine, poi dai pagamenti e infine alla logistica

Se molto si è discusso di logistica quale maggiore sfida per le aziende e-commerce nell’erogare un servizio di qualità. È importante ora iniziare a ragionare anche sull’immagine che deve diventare un vero e proprio driver di vendita. Un sondaggio di Weebly ha infatti rilevato che il 75% dei consumatori ha valutato la qualità della fotografia come “molto influente” durante il loro processo di acquisto.

Secondo una recente analisi di BrandOn Group, le aziende che curano in modo professionale l’immagine del proprio catalogo online aumentano del 67% le vendite

I contenuti visuali stanno dominando il mondo dell’e-commerce e valorizzarli è la base di una buona strategia per cogliere l’attenzione e contribuire alla costruzione di un’esperienza d’acquisto ottimale per i potenziali clienti.

Quali caratteristiche devono avere le foto per convertire la visita in acquisto?
Lo studio How Much is an Image Worth? Airbnb Property Demand Analytics Leveraging A Scalable Image Classification Algorithm della Carnagie Mellow University stabilisce come il nostro subconscio sia attratto da immagini bilanciate, in grado di rendere esteticamente piacevole un oggetto (una casa, per esempio) accrescendone l’interesse, e guidando la scelta d’acquisto.

Il punto è che le aree della corteccia cerebrale che codificano quello che vediamo sono situate vicino all’ippocampo (che processa le emozioni) e quindi le immagini colpiscono la sede del cervello che suscita i sentimenti. Per non parlare dei colori: aumentare la saturazione di una foto può accrescere il valore di un immobile di oltre 6.000 dollari all’anno. Complessivamente le foto accrescono del 32% la possibilità di vendere una casa, secondo un’analisi di VHT Studios[MLD2].

È dunque in ascesa il mercato del visual fatto di foto e video, in particolare nel settore food e real estate.

Insomma, non basta avere una qualunque foto e caricarla online

Bisogna essere consapevoli che esiste un importante valore nell’ottimizzazione delle immagini per l’e-commerce, un settore da 80 miliardi di dollari oggi, con una crescita del 6% anno su anno, in aumento esponenziale dall’inizio della pandemia. Euromonitor International prevede che oltre il 50% della crescita del commercio globale nel periodo 2020-2025 sarà digitale. Ciò equivale a 1,4 trilioni di dollari di incremento del commercio, poiché più beni vengono venduti online. Secondo una proiezione di eMarketer a fine 2021 la crescita prevista dell’e-commerce sarà intorno al 14,3%, inferiore quindi alla stima del 20,2% del 2019 e al 27,6% dello scorso anno, ma significa comunque 611 miliardi di dollari di vendite aggiuntive attraverso il canale online.

La produzione delle immagini può essere sistematizzata e scalabile?

La risposta è sì. Si possono sviluppare sistemi per gestire in maniera sistematizzata e scalabile la produzione di contenuti visivi a livello globale. E non si deve pensare che vada a discapito della qualità. È quello che fa Boom, grazie ad una piattaforma proprietaria che riesce a standardizzare l’intero ciclo di produzione, aiutando le aziende a convertire di più online con i visual giusti. E non si parla solo di immagini, ma anche video, planimetrie e virtual tour, e riprese droni. La piattaforma gestisce infatti anche diversi tipi di contenuti e guidelines in base al mezzo di produzione o alla zona, ovunque nel mondo.

Come diceva Victor Hugo, “nulla è potente quanto un’idea di cui sia giunto il tempo”. E oggi è il tempo delle immagini digitali. Le aziende devono abbracciare velocemente il passaggio al digitale, e hanno necessità di contenuti visual di alta qualità per distinguersi su un mercato affollato. Le immagini sono il primo momento di incontro con il cliente e devono perciò rispecchiare le esigenze di coerenza del brand e una conseguente efficienza produttiva. Grazie alla tecnologia lo si può finalmente fare servendo le imprese in tutto il mondo, con tempistiche record e con grande qualità. È l’inizio di una grande innovazione nel mondo delle vendite online e della fotografia commerciale.

Boom

Nata da una idea di Federico Mattia Dolci (classe 1994), Giacomo Grattirola (classe 1993) e Jacopo Benedetti (classe 1993), Boom è una società che ha sviluppato una piattaforma per gestire in modo sistematizzato e scalabile la produzione di contenuti visivi a livello globale per aziende in molti settori, come per esempio ecommerce, real estate, food e travel. Un segmento della fotografia commerciale che ha un valore annuo di 80 miliardi di dollari con una crescita del 6% anno su anno e che ha recentemente permesso ai tre fondatori di chiudere un round da 6 milioni di euro. Oggi la scale-up italiana – che può vantare tra i membri del suo cda Andrea Guerra, ex amministratore delegato del Gruppo Luxottica ed ex presidente di Eataly, e Paolo Gesess, co-fondatore e managing partner di United Ventures – ha l’obiettivo di raggiungere il 5% di market share nel mercato globale della fotografia commerciale e costruire sempre più una presenza globale.

Oggi la società può annoverare tra i suoi clienti Deliveroo, Casavo, OYO, Uala, Vacasa, Westwing, Buddyfit, Getyourguide e molti altri player internazionali e locali.

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