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domenica 24 Novembre 2024
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Zidarich per il GITC a Triestespresso: “Ad agosto, costo energia 540,8€ MWh”

Il presidente parte con alcuni dati: "Il prezzo unico nazionale dei costi energetici nel 2020 era di 38,92 euro a megawatt/ora. Nel 2021, era salito a 125,46 euro a megawatt/ora. Nel 2022, ad agosto è passato a 540,85 a megawatt/ora. In soltanto due anni il passaggio è stato evidente. Per fortuna a settembre siamo scesi un pochino a 436,28 euro a megawatt/ora"

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MILANO – Alla conferenza di apertura di Triestespresso Expo è intervenuto tra gli altri protagonisti del comparto, Omar Zidarich che è succeduto al Conte Giorgio Caballini di Sassoferrato alla presidenza del Gruppo italiano torrefattori caffè (GITC): “Rincari energetici diretti e indiretti in tutta la filiera, dal chicco alla tazzina”. Ecco il punto rispetto al contesto critico attuale.

Zidarich fa i conti

“Il mio ruolo in qualità di presidente del Gruppo italiano torrefattori è quello di portar voce a tutti i suoi membri: i crudisti del caffè verde, l’ingegneria delle macchine del caffè, il comparto delle ceramiche e degli imballaggi, fino ad arrivare a noi torrefattori che serviamo gli esercenti presso i quali poter gustare il rito del caffè espresso italiano di qualità, che il nostro Gruppo appoggia come patrimonio dell’umanità per l’Unesco.

Evidenzio dei punti percentuali di quello che oggi significa l’aumento lungo tutta la filiera, dal chicco alla tazzina. Noi ovviamente ci rivolgiamo alla tazzina destinata ad aumentare. Pagheremo, all’interno del nostro bar di preferenza, un costo maggiore. Dato da degli aumenti piuttosto pesanti.

Per fortuna negli ultimi giorni abbiamo visto che alcuni prezzi di materie prime sono calati. Ricordiamo però che i torrefattori sono energivori e quindi usiamo il gas per tostare: agli occhi di tutto è la situazione mondiale di questa utenza.

Parto da un trend logistico, ovvero tutto ciò che comprende il trasporto dalle piantagioni sino ai nostri porti, tra macchine, materiali, gru, attrezzatura per la pulizia del chicco: tutto funziona con l’energia elettrica.

Il prezzo unico nazionale dei costi energetici nel 2020 era di 38,92 euro a megawatt/ora. Nel 2021, era salito a 125,46 euro a megawatt/ora. Nel 2022, ad agosto è passato a 540,85 a megawatt/ora. In soltanto due anni il passaggio è stato evidente. Per fortuna a settembre siamo scesi un pochino a 436,28 euro a megawatt/ora.

Tra le materie prime del chicco necessarie per il trattamento del caffè, la juta, è salita al 70%. Il pallet su cui vengono appoggiati i sacchi, del 300%. I big bags – contenitori da 600 chili dove i grandi torrefattori acquistano per questione di spazio – sono aumentati del 44%. Le aziende produttrici di ceramiche per le tazzine (la cottura avviene nei grandi forni a temperature di 1000 gradi) stanno applicando il listino aziendale adeguato mese per mese al rincaro del gas.

Nel mese di settembre, le aziende produttrici di tazzine indicavano un aumento del 28% sul prezzo della tazzina e del piattino per coprire le spese dell’energia.

Passiamo al packaging: è passato dai 60,71 euro a megawatt/ora ad agosto a 543, settembre a 426, che a chilo è tradotto dal passaggio dallo 0.07 centesimi di euro a chilogrammo a 56 centesimi di euro a chilogrammo.

Il comparto delle macchine del caffè, in crisi perché non potevano più sviluppare modelli nuovi perché i bar sono stati chiusi. Poi ha assistito a degli aumenti nelle materie prime: il 20% in più di rame, il 18% di ferro, il 18% di acciaio ferroso e il 30% di non ferrosi; l’elettricità aumentata del 100%, con consegne di materie prime (centraline, parti elettroniche) a 54 settimane. Ci sono aziende che hanno clienti e che tuttavia non possono fornire le macchine del caffè.

La crisi dell’Ucraina

Paese grande produttore di materie ferrose che incide per il 40% del ferro del nostro comparto e il 60% del nichel, per un rincaro complessivo di trasporto tra energia e materie prime che ha fatto passare il rame dal 18 al 30%, il ferro al 34%, l’acciaio ferroso al 28% e l’acciaio al 40%, per un costo complessivo di produzione del +150%.

Zidarich: “Noi torrefattori dobbiamo acquistare il verde, dobbiamo imballarlo e offrire ai nostri esercenti delle macchine del caffè.”

Il torrefattore a febbraio 2021, pagava 0.061 euro a chilowatt/ora, ad aprile 2022 lo 0.25 di energia mono oraria. Il gas a settembre del 2021 in metri cubi, si pagava a 0.68. Siamo ora arrivati a 1,89 al metro cubo per un aumento del 177%.

Arriviamo verso la fine della filiera: il chicco

Il bar pasticceria, che per noi torrefattori è un alto consumante, che ha una grande produzione di dolciumi che si sposa al rito del caffè, passava da bollette di 2.500 euro a quelle di giugno da 4.883,92 euro. A luglio, si sommava un 32% per arrivare a 7.270,78 euro. Il bar che abbiamo preso a campione ha scelto di chiudere 10 giorni ad agosto e nonostante questo, il prezzo della bolletta è arrivata al +37% per 7640,08.

Zidarich conclude con un dato importante “Che ci ha fornito Comunicaffè”

E’ chiaro che il nostro consiglio è quello di aumentare il prezzo della tazzina. Tutti noi dobbiamo esser disposti a pagare qualche centesimo in più a fronte di una qualità che il nostro comparto deve tenere alta in quanto l’espresso italiano è riconosciuto in tutto il mondo come bevanda di qualità.

Ma dobbiamo fare attenzione a un altro dato: nella zona di Roma è stato aumentato il costo della tazzina con un riscontro da parte dei cittadini, di un calo del consumo del -28%. Abbiamo quindi dei problemi a monte, a valle e la soluzione non sarà solo quello dell’aumento dell’espresso, ma di rivedere tutta la filiera.

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