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lunedì 18 Novembre 2024
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Dentro l’Officina Maltoni con il vlog di Alessandro Giammatteo, per vedere il restauro delle macchine professionali per l’espresso

Il collezionista: "I mercati emergenti più dinamici si trovano a Taiwan, in Australia e in Corea del Sud. In questi paesi, si possono trovare collezioni impressionanti con oltre 50-80 macchine espresso da bar. Gli appassionati le acquistano e ci affidano il compito di restaurarle, trasformandole in veri e propri pezzi da collezione”

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MILANO – Torna su queste pagine Alessandro Giammatteo, che ultimamente ha esordito come creatore del podcast Coffeetales, che ha visto l’11 ottobre un dialogo con Enrico Maltoni. Il collezionista di macchine per espresso, co-fondatore, insieme alla famiglia Cimbali, del museo Mumac di Cimbali Group a Binasco, sarà anche protagonista della prima puntata del vlog di Giammatteo in uscita il 16 ottobre: l’occasione per entrare dentro l’Officina Maltoni di Secchiano in Val Marecchia, a contatto diretto con i modelli storici restaurati.

Giammatteo, perché oltre alla puntata podcast anche un vlog, dentro la mitica Officina Maltoni?

“Innanzitutto perché mi piaceva l’idea di immergermi nel cuore della lavorazione e far comprendere quanto impegno e dedizione ci siano dietro a un restauro, ma soprattutto la storia affascinante che ogni modello porta con sé.

Essere stato all’interno dell’Officina Maltoni è stato un grande onore per me, poiché ho potuto scoprire ogni passaggio del restauro delle macchine e le sfide necessarie per riportare in vita il fascino originale di ogni esemplare.

Come appassionato di macchine da caffè espresso, mi sembrava doveroso e naturale condividere con gli altri ciò che avevo visto, per far apprezzare a tutti la bellezza e la storia dietro ogni modello.”

Da barista, operatore, tecnico, perché è essenziale conoscere i modelli del passato per l’espresso?

“Per avere una visione completa, è fondamentale conoscere la storia delle attrezzature e il loro cambiamento nel corso degli anni.

Spesso ci si concentra solo sulla bevanda, trascurando la magia delle macchine che la trasformano. Comprendere l’evoluzione di queste macchine significa anche immergersi nelle necessità dell’epoca e scoprire come possiamo migliorare.

Per portare innovazione, è essenziale abbracciare la tradizione.

Alessandro Giammatteo, nei panni dell’intervistatore (foto concessa)

Quando si estrae un espresso con attrezzature risalenti agli anni ’50, si viene trasportati indietro nel tempo, comprendendo quei passaggi e metodi del passato che, nonostante le innovazioni tecnologiche, vengono ancora utilizzati oggi.

È un percorso che ci permette di vedere il presente con occhi nuovi e di apprezzare l’arte dietro ogni tazza di caffè.”

Cosa l’ha colpita di più dei modelli e dell’evoluzione di queste attrezzature?

“Un aspetto che mi stupisce sempre è la bellezza estetica e il design delle macchine da caffè espresso. Provo un vero senso artistico nell’ammirare ogni modello d’epoca. Mi affascinano l’eleganza, la razionalità, l’efficienza, ma soprattutto l’unicità di ogni dettaglio.

Nel corso della storia, le modifiche tecnologiche sono state davvero straordinarie, se si pensa al primo modello a colonna fino alla famosa E61. Tutto questo rende indispensabile il continuo studio, e spesso ci si accorge che le grandi innovazioni dell’epoca influenzano ancora oggi il mondo della progettazione delle macchine da caffè espresso.

È un viaggio interessante attraverso le epoche, che ci permette di apprezzare l’arte e la scienza.”

Ha in mente altri documentari come questo?

“In previsione ci saranno sicuramente alti vlog pensati per chi desidera immergersi nel cuore pulsante delle aziende e scoprire le storie più vere e umane che le rendono uniche. Vivere i brand attraverso le persone che li animano è un’esperienza coinvolgente e autentica, ed è proprio questa visione che mi ha spinto a dar vita a Coffee Tales.”

Tutto il mondo chiede dell’Officina Maltoni: quali sono i Paesi che hanno una maggiore richiesta di modelli restaurati?

Enrico Maltoni mentre si gode una tazza di caffè (foto concessa)

“Sebbene la domanda sia alta nel Nord Europa, i mercati emergenti più dinamici si trovano a Taiwan, in Australia e in Corea del Sud. In questi paesi, si possono trovare collezioni impressionanti con oltre 50-80 macchine espresso da bar. Gli appassionati le acquistano e ci affidano il compito di restaurarle, trasformandole in veri e propri pezzi da collezione”.

Dieci anni, 800-900 macchine rimesse a nuovo: quali sono gli interventi più importanti di solito necessari, ed è più la parte estetica o quella meccanica su cui agite?

“Il restauro, sia esso completo o conservativo, inizia sempre con uno studio scientifico e storico basato sull’archivio cartaceo della collezione. Questo archivio, con i suoi 25.000 documenti, brevetti e manuali, garantisce l’accuratezza dei pezzi mancanti su cui pianificare l’intervento. Nella maggior parte dei casi, le macchine a leva degli anni Cinquanta vengono riportate al loro stato originale e funzionante, permettendo di gustare una crema caffè autentica.

Le macchine per caffè a colonna più storiche, che funzionano a vapore, vengono restaurate principalmente per motivi estetici. Nella maggior parte dei casi, si opta per un restauro conservativo, preservando la patina del tempo.”

Nelle Officine Maltoni, quante macchine si trovano attualmente?

“Abbiamo una zona logistica magazzino ospita 90 pallet con la capienza di 180 macchine da bar. “

E quanto spazio è necessario per ospitarle?

“La mia Officina ha una superficie di 220mq, completamente nuova, mi ha permesso di migliorarla ogni anno il suo spazio, sono soddisfatto.

Abbiamo dedicato una zona alla sabbiatura pulizia dei metalli, pulizia con acidi, ricostruzione resistenze elettriche, tornitura e fresatura, smerigliatura, lucidatura e saldatura.”

Le macchine del caffè si sono evolute, ma anche le attrezzature e i metodi per restaurarle: quali sono le principali che usate in officina attualmente?

“Usiamo sempre modelli a leva, in particolare c’è una forte passione per la Faema dove abbiamo tutti i ricambi avendoli ricostruiti dal 1950 al 1960.”

Qual è il modello più antico che avete avuto tra le mani e quali quella più nuovo? (qual è il confine per cui una macchina è definibile come “storico”).

“Sicuramente il modello più antico di macchine da bar espresso sono state due La Pavoni modello colonna del 1905, una è stato richiesto il restauro funzionante per un amico collezionista americano, mentre l’altra e stata inserita nel museo Lavazza a Torino. “

Le macchine recuperate da voi, sono poi performanti come all’inizio del loro ciclo di vita?

Maltoni: “Sono sempre modelli fermi da settanta anni di media e hanno sempre bisogno di ripristino totale. “

E quindi non sono solo dei pezzi da mettere nei musei?

“C’è molto interesse in crescita, sono nate molte collezioni negli ultimi dieci anni con la creazione di musei interni aziendali, la diffusione della cultura del caffè espresso è sempre in crescita. “

Mediamente, costa di più riprendere una macchina vecchia o comprarsene una nuova?

“La media di un costo di un restauro totale varia se non mancano parti della carrozzeria da 3.000 a 3.500 euro circa.

Qual è il modello di macchina che ancora non è riuscito a far passare in Officina Maltoni ma che vorrebbe avere nella sua collezione?

“Sicuramente il sogno è quello di ritrovare una macchina a colonna del 1884 costruita e brevettata da Angelo Moriondo al momento non esiste nessun esemplare nel mondo, per questo motivo abbiamo realizzato una riproduzione mantenendo la scala originale come replica.

Costruita in pochi esemplari nella mia Officina per amici collezionisti, è stata una esperienza molto interessante ritengo con orgoglio riuscita bene. Qui il video del lavoro realizzato durato molti mesi: https://www.espressomadeinitaly.com/it/officina-maltoni.php

Qui, la puntata.

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