Tutto nasce dalla denuncia (FOTO) di inizio 2011 da parte di una consumatrice americana, Athena Hohenberg, madre di un bambino di quattro anni rimasta “choccata dal sapere che la nutella non fosse un cibo salutistico e nutriente, ma piuttosto la cosa più vicina a una barretta di cioccolato”, come ha scritto nel ricorso presentato in tribunale.
Tutto il contrario dei messaggi pubblicitari veicolati in televisione, pieni di mamme rassicurate e rassicuranti nel preparare una colazione o una merenda “sane” a base di nutella. Il tutto in un Paese dove l’obesità infantile non è certamente da sottovalutare e dove da troppo tempo ormai si fanno i conti con la spesa sanitaria per le malattie legate alla ciccia sovrabbondante.
Dopo un anno abbondante di causa arriva la decisione di Ferrero di chiudere la partita accettando di pagare la somma totale di 3 milioni di dollari, ovvero 4 dollari per ogni barattolo di crema spalmabile acquistato a partire dal gennaio 2008 (o agosto 2009 in California) fino al 2012, per un massimo di 20 dollari a ogni famiglia che possa dimostrarlo
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