La celebre catena di caffetterie sta diversificando la propria offerta con vini e birre: molte le precisazioni nei confronti dei consumatori
Sarà sempre più difficile associare il marchio al solo caffè: Starbucks ha avviato il suo business cercando inizialmente clienti per il pranzo e i pasti del pomeriggio, poi ha cominciato a diversificare la propria offerta con bevande fredde e gassate.
Ora, invece, sta puntando maggiormente sulle ore serali, tanto è vero che nei menù stanno facendo la loro comparsa persino gli alcolici. Come si può interpretare una scelta del genere?
La famosa catena di Seattle ha intenzione di sfruttare vini e birre in migliaia e migliaia dei propri negozi nel corso dei prossimi cinque anni. Il programma si chiama “Starbucks Evenings” e verrà fatto partire alle quattro del pomeriggio: i consumatori sono già stati avvertiti del fatto che le uniche opzioni saranno bottiglie di vino e birra, mentre non ci sarà spazio per i cocktail. Inoltre, come ha precisato l’azienda americana, nessuno deve attendersi una trasformazione in una sorta di bar.
Di conseguenza, i locali rimarranno i soliti caffè, in cui l’alcol non andrà a guastare la tipica atmosfera familiare e amichevole. Chi servirà tali bevande dovrà avere più di ventuno anni, senza dimenticare i piatti che accompagneranno la selezione (primi e secondi).
A onore del vero, il programma serale è già stato sperimentato in diverse location degli Stati Uniti, vale a dire Chicago, Seattle, Los Angeles, Washington e Portland e sta aumentando la convinzione che possa accrescere le vendite giornaliere.
I vari menù sono diversificati a seconda delle città: ad esempio a Chicago si possono trovare nove vini (prosecco, pinot grigio, sauvignon blanc, chardonnay, brachetto, pinot nero, malbec, chianti e cabernet sauvignon), mentre a Seattle ve ne sono dieci e ad Atlanta si contano due opzioni “rosse”. L’unico dubbio riguarda l’utilizzo o meno di macchinari per ottenere drink con aggiunta di anidride carbonica.