MILANO – La paura del green pass supera quella del vaccino? Per alcune persone le due cose vanno di pari passo: se la certificazione sanitaria dovesse diventare obbligatoria per avere accesso ai locali, sarebbe una notizia pessima per i no vax in Italia e nel mondo. Ci sono posti in cui questa prassi è già in uso e la reazione di chi è contro la vaccinazione è piuttosto dannosa per i gestori: una marea di recensioni negative si abbatte nei locali Covid-free, costruendo per loro una brutta reputazione online (devastante di questi tempi). Non è un fenomeno da sottovalutare: questa è l’ennesima minaccia per la ripresa di un settore già in ginocchio. Leggiamo cosa succede da huffingtonpost.it.
No vax: l’ultima minaccia per bar e ristoranti
Una ne pensano cento ne fanno, i paladini del complotto da vaccino ne hanno inventata un’altra. Ovviamente sul loro terreno preferito, il web, dove da qualche mese hanno lanciato delle vere e proprie campagne diffamatorie contro gli esercizi commerciali, bar e ristoranti soprattutto, che rispettano le regole anti contagio. Insomma i no-vax perdono la voglia di uniformarsi alle leggi della scienza ma non quella di complicare la vita a chi segue le regole della comunità.
L’ennesima azione eclatante dei no-vax l’ha raccontata HuffPost. Andrea Franco, 29 anni, e il fratello Mirko, di 27, titolari del ristorante La Rotta di Agrigento hanno deciso di imporre l’utilizzo del green pass ai clienti per consentire l’accesso, anticipando quella che probabilmente sarà la decisione del governo. Ciò che stupisce è che non solo hanno ricevuto disdette e insulti, ma che tantissimi utenti hanno riempito il web di recensioni negative a tal punto da scivolare nel punteggio Google da 4.2 a 3. Tanto che i proprietari hanno fatto la segnalazione all’app, che ha cancellato i messaggi che riguardavano il green pass. Insomma se non difendi la libertà di non vaccinarsi sei condannato a ricevere una pioggia di recensioni no-vax.
Stessa cosa è accaduta negli States, nello specifico dal quartiere Soho di Manhattan, zona cool della movida newyorkese
Nel primo caldo weekend dell’estate è apparso fuori dal locale Mother’s Ruin, una lavagna con due frecce: una che indicava l’interno per le persone vaccinate, un’altra che indicava l’esterno per quelle non vaccinate . È a questo punto che i no-vax, sentitisi colpiti nel profondo della loro sensibilità, hanno scatenato una campagna contro lo zelante proprietario del locale. La pagina instagram è stata presa d’assalto con commenti incendiari sulle velleità naziste, razziste ma anche comuniste, dei gestori del Mother’s Ruin. Non contenti ci sono state moltissime mail di insulti e delle recensioni fake su Yelp – un motore di ricerca dedicato alle attività commerciali – che sconsigliavano di entrare in questo locale.
Con l’abolizione delle restrizioni sulla pandemia molte aziende come il Mother’s Ruin hanno cercato di garantire la sicurezza dei propri clienti richiedendo la prova della vaccinazione, un tema di cui si sta discutendo in modo accesso anche da noi in europa.
Questo dibattito è diventato il carburante per una nuova operazione dei no-vax
Ed è interessante rilevare come alcune di queste recensioni tarocche provengano dalla comunità europea degli anti-scientisti. Questa storia in realtà non è isolata ma anzi ha degli inquietanti precedenti. In aprile il Bar Max di Denver chiedeva ai propri clienti il documento attestante la vaccinazione contro il Covid. Beh in pochi giorni, guarda caso, il locale è stato colpito da recensioni negative su Google che hanno portato la sua valutazione media da 4,6 stelle su 5 a 4.
Ad accendere un campanello d’allarme su questa nuova operazione dei no-vax è arrivato il rapporto “Trust & Safety 2020 di Yelp”. Il documento dedica una sezione specifica al fenomeno disinformazione sul covid-19 registrando un aumento del 206% delle attività insolite rispetto ai livelli pre-pandemia.
I no-vax, conoscendo molto bene le dinamiche della rete e degli algoritmi che la governano sanno colpire nel modo giusto. Molte di queste recensioni infatti per restare in cima e quindi essere più visibili inventano di fantomatici insetti nei piatti e di cibo scaduto. In alcuni casi, come in questo che ho scovato su Tripdavisor, un ristoratore foggiano si è trovato davanti ad una recensione più che sospetta.
Il cliente infatti ha criticato aspramente il proprietario reo di aver servito paposce e friselle senza aver mai fatto lo scontrino e senza rispettare le misure anti-covid. Peccato che il locale era chiuso quel periodo e nel suo menù non figurano in alcun modo le pietanze descritte dall’ambiguo cliente. Facendosi un giro su Tripadvisor ci si può imbattere in molte di queste recensioni ad una stella che attaccano, su parole chiave associate al covid, attività commerciali con dei punteggi in realtà elevati.
Purtroppo piattaforme leader del settore come Yelp e Google consentono a chiunque di valutare e recensire un attività commerciale, senza avere un reale feedback sull’autenticità delle stesse. Quelle che potrebbero sembrare delle bravate organizzate dai soliti no-vax, sono invece delle operazioni strategiche coordinate che hanno come conseguenza quella di gettare benzina su categorie duramente colpite dalla pandemia.