GENOVA – Vale davvero la pena conquistare sul campo, al termine di un corso intensivo di due giorni, l’attestato rilasciato dal “Porte Aperte” organizzato dallo specialista di caffè verde NKG Bero Italia. La società ligure, di proprietà del numero uno mondiale del settore, ha ospitato un gruppo di torrefattori italiani, ben divisi tra regioni, nella propria sede del capoluogo in Piazza San Matteo 15/6 e poi nel magazzino di Carcare (Savona). Si tratta di un’iniziativa che prevede una serie di incontri, con cadenza mensile, tutti organizzati con lo stesso programma articolato su tre tematiche: qualità, origini e logistica.
Il focus dell’incontro al quale abbiamo partecipato era il Centro America. Ne seguiranno altri, con viaggi virtuali in altre zone del mondo, sempre con collegamenti video in diretta con aziende di NKG, Neumann Kaffee Gruppe, presenti nelle diverse origini. Nonché con assaggi mirati dei caffè lavorati dal gruppo tedesco nei suddetti Paesi caffeicoli.
Tanta carne al fuoco perché un’opportunità del genere è rarissima e permette di imparare a muoversi nel mondo complesso del commercio del caffè verde. Affiancati da docenti preparati come lo sono i dirigenti della NKG Bero Italia che, va detto a loro onore, non si sono mai negati a nessuna domanda, con una trasparenza rara, anche sui prezzi e ciò non è poco.
Il corso, che si rivolge esclusivamente ai torrefattori italiani che acquistano caffè sdoganati, clienti e non della NKG Bero Italia, si svolge una volta al mese con tre moduli in comune: un corso-base di qualità, un viaggio virtuale in un paese produttore ed una visita ad un magazzino di caffè verde. Ilquarto modulo cambia ogni volta ed un focus su una zona di origini o di un’origine
Il corso del mese di febbraio era dedicato al Centro America. Quindi si è parlato di Honduras, Guatemala, Messico, Nicaragua, Costa Rica, Salvador.
Grazie a Donato Pensa, responsabile di alcune di queste origini, adesso sappiamo (quasi) tutto: dai dati sulle produzioni ai risultati in tazza. Accompagnati, in quest’ultima esperienza dalla responsabile qualità di NKG Bero Italia Deborah Righeschi, una dei quattro Q Grader Arabica e Robusta in Italia.
Spiega Fabio Frontani, ceo di NKG Bero Italia che le Porte Aperte le ha immaginate
“Sono davvero molto contento del successo della nostra iniziativa. La soddisfazione dei clienti che hanno già partecipato ai primi incontri ci ripaga dei nostri sforzi organizzativi che davvero non sono trascurabili. Ci fa molto piacere condividere con i nostri ospiti le tante cose che abbiamo da raccontare e far loro capire le grandi differenze ed i vantaggi per le torrefazioni che hanno deciso di lavorare con noi. Inoltre sono particolarmente felice della disponibilità dei nostri colleghi in origine che, seppur attraverso un computer, si adoperano con entusiasmo per far visitare ai nostri clienti le nostre strutture nei diversi paesi produttori.”
Federico Amicarelli, responsabile commerciale del settore sdoganato è il primo docente. La guida che introduce la panoramica sul mercato mondiale del caffè, aprendo immediatamente alle domande. Che non vengono, però. L’impressione? Che molti dei dati riferiti siano una novità per i presenti.
Si comincia dalle grandi cifre: “Nel 2021 il mercato del caffè all’origine ha fatturato 21 miliardi di dollari che hanno poi portato, alla fine della filiera a 3,1 miliardi di tazze (di differente capacità: l’espresso lo bevono una minoranza, gli altri stanno sull’estrazione lunga, all’americana) al giorno in tutto il mondo”.
L’aspetto che subito sottolinea Amicarelli è la dipendenza da poche origini: “Nel 2021 i primi 5 produttori: Brasile, Vietnam, Colombia, Indonesia ed Honduras hanno prodotto il 74% del volume totale mondiale“.
Le altre origini inseguono da lontano a passo lento. Il risultato è che così “aumenta la volatilità dei mercati e il Brasile è in grado di influenzare l’andamento delle Borse”.
Cambierà qualcosa? “Certo – aggiunge Amicarelli – e nella stessa linea. Sì, perché nei prossimi 15 anni è previsto che i cinque grandi produttori toccheranno quota 80%.” Da notare che questa quota era del 54% soltanto nel 1997.
Amicarelli snocciola dati sulla situazione caffeicola in America del Sud e Asia.
In Africa una situazione eterogenea
“In questa area c’è una situazione eterogenea. L’Uganda è una nazione che anche dal punto di vista caffeicolo sta crescendo molto, e le importazioni italiane lo confermano. Questa origine ha recentemente scalzato l’India che da sempre era al terzo posto per volumi importati nel nostro Paese. Le produzioni di altri paesi come Etiopia, Tanzania e Kenya sono stabili. Congo, Costa d’Avorio, Togo e Camerun, a causa di instabilità politica, abbandono delle piantagioni e fuga degli operatori, sono purtroppo quasi scomparse e assolutamente inaffidabili.”
Con orgoglio aziendale Amicarelli enumera: “Siamo presenti direttamente, con nostre strutture produttive e operative in 26 Paesi con 50 società e circa 2.900 i dipendenti. Così NKG è il primo gruppo al mondo per il caffè verde, l‘unico che si occupa soltanto di questa commodity ed è l’unico a coprire interamente la filiera, come recita il suo claim “dalle nostre piantagioni alle Vostre miscele”.
Un’azienda speciale che è restata di proprietà familiare: l’attuale amministratore delegato del Gruppo è David Neumann, erede della dinastia.”
“Con la sigla NKG – prosegue Amicarelli – sono marcati circa il 12% dei sacchi del commercio globale di caffè e circa il 9% del caffè certificato bio e sostenibile che viene venduto nel mondo.”
Domandiamo ad Amicarelli cosa pensa dei caffè Bio: “Nel mondo sono sempre più richiesti, in alcuni Paesi vogliono soltanto Bio, mentre in Italia il mercato è ancora piuttosto contenuto“. Infatti, nessuno dei torrefattori presenti all’incontro tratta attualmente bio.
In Italia c’è poco bio per la scarsa domanda soprattutto da parte dell’horeca
E hanno motivi validi. Sì perchè chi l’ha fatto ha dovuto rinunciare sia per le difficoltà di lavorazione (impianti separati dal resto, batch appositi, ecc) sia per la scarsissima domanda da parte dei clienti, soprattutto da parte dell’horeca.
Tornando a NKG, Amicarelli precisa che i clienti sono circa 6.000 in tutto il mondo.
Infine, NKG possiede anche tre piantagioni in Africa e in America oltre a gestirne un elevato numero non di proprietà.
E spiega:”Non per fare concorrenza agli altri produttori, ma per avere una competenza agricola sul campo e acquisire le problematiche del settore dall’origine.”
Sofisticate tecniche finanziarie per abbattere il rischio e controllare la volatilità delle Borse
Amicarelli poi entra nel vivo della sua specialità. “Attuiamo sofisticate tecniche finanziarie che hanno come obiettivo quello di abbattere il rischio e di controllare la volatilità delle Borse del caffè e che ci permettono, inoltre, di poter proporre prezzi sempre in linea con il mercato e non operando con prezzi fissi come fanno altri importatori di caffè sdoganato: un’opportunità che NKG Bero Italia offre dal 2018 a tutti i torrefattori italiani, incluso quelli che comprano caffè nazionalizzati.”
Anche diverse industrie del caffè di dimensioni maggiori si stanno orientando verso questa operatività che elimina tantissimi problemi tecnici, finanziari e logistici. “Risolviamo tutto noi” dice con orgoglio Amicarelli.
Sigillo di garanzia e la scheda tecnica del caffè
Sulla lavagna elettronica appare un altro tema, quello del sigillo di garanzia: “Su ogni sacco di caffè prodotto dalle società del Gruppo Neumann presenti in origine viene apposto un sigillo di colore diverso in base alle zone di provenienza – precisa Amicarelli -. Che garanzia diamo? Con il sigillo garantiamo la certezza di ricevere il prodotto selezionato e imbarcato nei Paesi di origine senza la possibilità che i sacchi possano essere manipolati o addirittura manomessi, come qualche volta purtroppo invece accade.”
Inoltre, il sigillo presenta un QR code che permette al torrefattore di avere accesso alla scheda tecnica del caffè.
“Grazie al certificato di tracciabilità emesso dalle Società esportatrici di NKG, i nostri clienti ricevono letteralmente una valanga di informazioni, dalla zona di produzione al magazzino nel quale viene processato il caffè verde, dal porto di imbarco alla nave sulla quale viaggia in container.”
“Per quanto ci riguarda – dice Amicarelli – il nostro magazzino di 2.400 metri quadrati di Carcare sulle colline dietro il Porto di Savona permette la presenza fisica fino a 12.000 sacchi di caffè tradizionali, caffè certificati e specialty, tutti pallettizzati e pronti per la consegna.”
Il futuro del caffè in Italia con sempre più sdoganato
“Siamo molto fiduciosi nel futuro del settore del caffè – prosegue Amicarelli – incluso il segmento dello sdoganato che attualmente riteniamo valga, nel nostro Paese, circa 600.000 sacchi annui.”
Nel fiume di cifre e di dati che Amicarelli snocciola ai torrefattori c’è la produzione del Centro America che, nelle zone più redditizie, raggiunge i 15 sacchi per ettaro. “La maggior parte sono piccoli e piccolissimi produttori e il 90 per cento di loro ha appezzamenti tra 0,5 e 3 ettari“.
“Per darvi un termine di paragone – precisa Amicarelli – la redditività per ettaro del Brasile, primo produttore di caffè arabica e secondo produttore di caffè robusta, grazie a delle sofisticate tecniche di raccolta e alle caratteristiche pianeggianti delle zone caffeicole, è mediamente di circa 30 sacchi per ettaro, arrivando a toccare il valore di 150 in alcune zone di produzione di Robusta.”
Il focus dell’incontro verteva sulle origini del Centro America che rappresentano il 7,3% del totale import in Italia. Il collegamento virtuale è stato effettuato con NKG Becamo in Honduras dove si è potuto assistere a tutte le numerose e complesse operazioni che vengono effettuate dalla società esportatrice del Gruppo Neumann, fondata nel 1983, prima dell’imbarco.
La visita nel dettaglio
Paul Steinvorth e Marcela Romero, rispettivamente trader e responsabile marketing di Becamo, hanno accompagnati virtualmente i torrefattori nello stabilimento di 21.300 metri quadrati dove si è potuto assistere, in diretta, alla prima selezione della materia prima ed al passaggio in macchinari di ultima generazione che lavorano accuratamente 370 tonnellate di caffè al giorno.
La visita poi si è spostata nel laboratorio di qualità, dove sei Q-grader assaggiano circa 650 tazze al giorno per selezionare i prodotti migliori, ed è terminata con una panoramica interna del magazzino dove vengono stoccati 390.000 sacchi.
I colleghi di Amicarelli hanno inoltre confermato che la produzione globale di questa origine ha toccato nei momenti migliori i 7,5 milioni di sacchi che sono scesi a 4,8 milioni per situazioni meteo negative nonostante piante selezionate e più produttive.
In Honduras, per la tipologia degli appezzamenti e la ricerca della qualità, vige la raccolta denominata “picking”. Le ciliege vengono raccolte in 3 passaggi per selezionare solo quelle che hanno raggiunto un grado di maturazione perfetto. L’Italia è il quinto acquirente mondiale dei caffè di questa origine.
Le piantine ecologiche produttive in 20 mesi dal seme
Amicarelli ha infine presentato un interessante esperimento attuato da NKG in Honduras: le nursery con piantine che crescono in un sacchetto ecologico che si scioglie nel terreno una volta piantate: “Un aiuto per i produttori e per l’ambiente che ha il vantaggio non secondario di avere piante produttive dopo 20 mesi dal seme“.
La scheda sintetica di NKG Bero Italia
NKG Bero Italia, fondata nel 1965, è la società leader nel mercato italiano del caffè verde.
Grazie alla propria organizzazione e alla presenza diretta in tutti i principali Paesi produttori, la società è in grado di soddisfare appieno le esigenze della torrefazione di qualsiasi dimensione: dalla grande industria fino alla micro-roastery. Nel 2022 il fatturato è stato di circa 260 milioni.
La scheda sintetica di Neumann Kaffee Gruppe
Neumann Kaffee Gruppe (NKG), gruppo al quale appartiene NKG Bero Italia, è il primo gruppo al mondo nel settore del caffè verde con attività che coprono tutta la filiera, dalla produzione agricola fino alla distribuzione all’industria.