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venerdì 22 Novembre 2024
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Niki di Landa: «Il caffè, così come il cibo fa parte della gastrodiplomacy

La campionessa italiana di Ibrik, Niki di Landa: "Ho ancora gli ibrik con cui mia nonna preparava il caffè per gli ospiti pensi, ricordi e oggetti di cui sono gelosissima. Ho voluto quindi portare le mie origini e un “ricordo di casa” nella mia gara."

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MILANO – Un confronto diretto con la donna che ha dato il suo nome al titolo del Campionato italiano ibrik: Elvira Niki di Landa, profonda conoscitrice di questo metodo di estrazione e della cucina greca. Lei stessa si definisce “amante del caffè in ogni sua forma”. Abbiamo parlato con lei per arricchire il quadro delle donne che rappresentano con successo il settore caffeicolo.

Niki di Landa: che cos’è per lei il caffè? Un ricordo, un’abitudine, un tramite?

“Potrei azzardarmi a dire che è tutto. Da elemento che mi ricorda il passato e la famiglia, ad un rito come è il primo caffè della mattina ad un tramite con cui raggiungere le persone, comunicare con loro. Il caffè, così come il cibo, si inserisce nella c.d gastrodiplomacy. Ovvero quelle iniziative che fanno dialogare i popoli e avvicinare le culture utilizzando il settore food (e quindi anche il caffè) come elemento collante. È un tema ancora poco discusso in Italia ma che spero trovi sempre più spazio ed interesse.”

Perché si sente legata al metodo turco di estrazione, al punto da portarlo in una
competizione?

È il primo metodo con cui ho bevuto un caffè: le mie origini, da parte materna sono greche e per noi l’ibrik è un rito di socializzazione. Ora abbiamo molti tipi diversi di estrazione e ci siamo indirizzati verso lo specialty ma fino a qualche anno fa, dalle città ai piccoli villaggi, il caffè preparato in questo modo era il collante tra le persone di una comunità.

Ho ancora gli ibrik con cui mia nonna preparava il caffè per gli ospiti pensi, ricordi e oggetti di cui sono gelosissima. Ho voluto quindi portare le mie origini e un “ricordo di casa” nella mia gara.”

Pensa che si metterà alla prova in altre discipline del campionato italiano?

“Mi piacerebbe molto approfondire la gara di cup tasting devo essere sincera. Mi ha sempre affascinato per la grande sensibilità che richiede una prova del genere. Chissà.”

Il mestiere di Niki di Landa

“In questo momento mi sto occupando di nuovi progetti. Seguo piccole start up nel mondo della ristorazione che non hanno ben chiara la proposta da inserire nel loro locale. Dall’ideazione di contenuti e grafiche di un menù a tecniche di marketing e di vendita. In questo modo coniugo la passione per il caffè con il mio vero percorso formativo che è la comunicazione aziendale e il marketing.”

Quando ha deciso che il caffè, la cultura del caffè avrebbe potuto essere la sua strada professionale?

“Tre anni e mezzo fa. Lavoravo in una grande agenzia di comunicazione a Roma dove mi ero trasferita dopo aver già lavorato nello stesso ambito a Milano.

Mi accorgevo che però non ero contenta, vedevo tanti colleghi che la mattina arrivavano in ufficio stanchi, stufi della loro condizione. E mi sono chiesta sempre che cosa ci impedisca di essere soddisfatti: nulla. Sole le scelte che facciamo. Ma nessuno ci obbliga a fare qualcosa che non ci dia soddisfazione.

Ho lasciato il lavoro in ufficio, in maniera forse un po’ folle e inconsapevole ma sapevo che quella doveva essere la svolta. Ho iniziato poco per volta: lavoravo nei ristoranti e nei giorni di riposo frequentavo corsi di caffetteria, oppure lavoravo la sera in modo da avere la mattina libera per approfondire il tema.”

E’ stata solo una scelta lavorativa oppure di vita?

“Direi una scelta radicale e di vita per esser più precisa. Ci sono momenti difficili ma non tornerei alla routine dell’ufficio . Avere le mani sporche di caffè è impagabile a fine giornata.”

C’è stato un episodio particolare in cui ha pensato di non farcela e perché?

“Sì e proprio poco prima del Sigep. Avevo appena firmato con una bella realtà ristorativa di Milano che era interessata anche a migliorare la sua offerta di caffetteria. Stavo preparando la gara. E per gravi problemi famigliari, dall’oggi al domani sono stata costretta a lasciare Milano e tornare in famiglia. Sono stati due mesi davvero difficili. Coniugare responsabilità famigliari con la propria passione a volte è davvero difficile.”

Che cosa direbbe alla Niki di Landa del passato, in difficoltà?

“Le direi di contare su se stessa, sulla sua forza di resilienza. Che ci sono state “battaglie” peggiori da cui ne è uscita. Che la vita è così…sono tempeste, vanno e vengono. Ma il mare prima o poi si placa e se abbiamo il timone saldo della nostra vita nulla è impossibile. Non bisogna abbattersi o piangersi addosso. Conta molto l’attitude.”

E invece, alle giovani donne che vogliono essere protagoniste nel settore del caffè?

“Che la formazione è sì importante ma non basta, ci vuole la passione. E soprattutto di credere in se stesse, di essere consapevoli della loro professionalità e della loro personalità, in questo modo si riesce a far fronte alle difficoltà che questo settore comporta.

Ma quello che mi sento davvero di dire alle donne del caffè, principianti o professioniste, è di fare squadra, mentoring, di fare networking tutte insieme. Le donne hanno un potenziale incredibile e un’energia unica ma solo se condiviso questo patrimonio genera altra conoscenza e passione.”

La giornata tipo di Niki di Landa

“Sveglia alle 6, tutti i giorni senza esclusione, colazione con un caffè filtrato, un’oretta circa in cui riordino i pensieri; leggo i giornali e le news dal mondo, chiamo la mia famiglia.

Dopo di che si inizia il lavoro al pc coordinandomi con altre due professioniste del settore con cui stiamo lavorando ad un progetto più ampio di consulenza. Pranzo e dopo appuntamenti con clienti.

Pomeriggio dedicato alle commissioni e poi finalmente mi ritaglio qualche momento per me e una passeggiata con un’amica, all’allenamento o una partita di tennis. La sera stacco il cellulare prima di cena e organizzo la giornata successiva. Infine, a letto presto.”

Pensa che, all’interno del suo ambito professionale, sia stato più difficile come donna, affermarsi?

“Le difficoltà provengono non tanto dal settore ma dai molteplici ruoli che una donna deve ricoprire: donna come individuo, professionista, madre, amica, figlia, ecc… non si può avere tempo per tutto, non si può coniugare tutto. Bisogna saper delegare e fare network come dicevo prima.”

Come ha visto evolversi il settore del caffè nel suo ambito specifico professionale?

Niki di Landa: “Mi accorgo che c’è sempre più bisogno di formazione ma non fine a se stessa. Non basta fare un corso per essere completi e soddisfatti. Servono strategie a 360° in un settore dove la crisi delle ultime settimane sta picchiando davvero duro. Il caffè va coniugato all’interno di un’offerta più articolata nel nostro locale, si può giocare col caffè e il food e piano piano si stanno facendo passi anche in questo senso, comunicando sempre di più.”

Qual è il tocco femminile che aggiunge qualcosa in più al suo lavoro?
“La tenacia e la sensibilità di cui sono capaci le donne.”

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