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domenica 17 Novembre 2024
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Nicotina e caffè, un’abitudine dannosa: la parola agli esperti

La sigaretta aumenterebbe il metabolismo della caffeina assunta, spingendo il fumatore a consumare un numero sempre maggiore di tazze di caffè, con un conseguente effetto eccitante

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Fumare dopo il caffè è un’abitudine di molte persone. Grazie ai nuovi studi dei ricercatori dell’Università di Bristol, nel Regno Unito, si è scoperta la correlazione che lega la voglia di nicotina associata a quella del caffè che porta ad effetti dannosi sull’apparato cardiovascolare. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Philadelphia, per il portale La voce di New York.

La relazione tra caffè e nicotina

MILANO – Fumare dopo una tazza di caffè sembra essere una abitudine irrinunciabile, specie di primo mattino. I ricercatori dell’Università di Bristol, nel Regno Unito, hanno trovato un fondamento scientifico, i cui risultati sono stati descritti sulla rivista New Scientist: la nicotina aumenterebbe il metabolismo della caffeina assunta, spingendo il fumatore a consumare un numero sempre maggiore di tazze di caffè, con un conseguente effetto eccitante.

Questo passaggio della nicotina dai polmoni al cervello, quanto più rapido e copiosamente avviene, ingenera “dipendenza” poiché, la nicotina, che arriva al cervello, indurrebbe le cellule a liberare “dopamina e noradrenalina” che, combinate insieme, darebbero un’intensa sensazione di prontezza di pensiero e di soddisfazione appagante

Gli studiosi sono arrivati a questa soluzione analizzando i dati di circa 250 mila fumatori,  contenuti in archivi della salute della Gran Bretagna, della Danimarca e della Norvegia. Analizzandoli si è stabilito che chi fuma 10 sigarette in più in media consuma 1 tazza e mezza di caffè in più al giorno.

Un gruppo di ricercatori della Florida, poi, ha riscontrato che, i composti chimici nei chicchi di caffè tostati possono arrivare a “sedare” gli effetti di desiderio di nicotina al mattino, e hanno stabilito che queste sostanze sono in grado di influenzare i recettori di nicotina, ipersensibili dopo una notte di astinenza dal fumo.

Riguardo Antonio Giordano, l’autore dell’articolo

Antonio Giordano è nato nel 1962 a Napoli dove si è laureato in Medicina e Chirurgia. Giordano è il direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Philadelphia dove vive con la sua famiglia. Dal 2004 è professore per “chiara fama” all’Università di Siena. Ha esperienza nella genetica del cancro e nella regolazione del ciclo cellulare. I suoi studi hanno contribuito alla comprensione di alcuni dei meccanismi alla base dello sviluppo del cancro e al disegno di una nuova generazione di farmaci. Ha all’attivo oltre 600 pubblicazioni e più di 30 premi. Per saperne di più cliccare qui.

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