Nicolas Peyresblanques, ceo di Segafredo Zanetti Italia, si rivela nella nostra intervista, scendendo nel dettaglio della politica dell’azienda, esponendosi particolarmente sugli aspetti della sostenibilità, della politica estera e della strategia adottata contro i maggiori competitor che operano nel mercato. Leggiamo di seguito le sue opinioni a tutto campo.
Segafredo Zanetti ha fatto il suo ingresso a Sigep 2023 puntando sulla sostenibilità: perché è importante essere stati a quella fiera e con un prodotto come “Natura”?
“Dopo anni molto complicati per il settore, è stato fondamentale partecipare al Sigep per poter ribadire la nostra vicinanza ai clienti Segafredo e al settore horeca in generale in cui Segafredo è leader, che è composto innanzitutto da persone.
La resilienza e la determinazione mostrata dai nostri clienti, con cui abbiamo lavorato a stretto contatto anche durante la pandemia, sono da ammirare e prendere come esempio, e ci hanno spinto a voler raccontare, in questa importante manifestazione fieristica, tutta la nostra professionalità al servizio degli operatori del settore.
A partire dall’organizzazione della nostra azienda, incentrata sul rapporto umano come elemento discriminante; per arrivare alla ricca offerta di prodotti sviluppati appositamente per gli operatori professionali, che sono commercializzati in Italia e nel mondo e che trasmettono ovunque il nostro made in Italy racchiuso in ultima istanza nella nostra iconica tazzina.
Tra le varie cose che questi anni ci hanno insegnato, c’è che la sostenibilità ha assunto un ruolo ancora più centrale, sia da un punto di vista ambientale sia da un punto di vista societario.
Siamo particolarmente orgogliosi di aver portato un prodotto come Natura al Sigep perché rappresenta un nuovo modello di sviluppo sostenibile intrapreso da Segafredo, che mira al benessere di tutti gli stakeholder coinvolti, in una logica di restituzione al territorio che da sempre fa parte del nostro dna e approccio imprenditoriale.
Con Natura, abbiamo voluto dare vita a un progetto che andasse oltre la tazzina di caffè e che avesse, fin da subito, un impatto significativo e misurabile sull’ambiente. Oltre al lancio di Segafredo Natura Bio – una miscela 100% arabica proveniente da agricoltura biologica e destinata al settore horeca – il progetto Natura porterà alla nascita del primo bosco Segafredo per la comunità”.
Ci racconti di più di questo bosco… intendete riforestare una zona dell’Italia?
“Siamo tutti a conoscenza del fenomeno della deforestazione, presente purtroppo anche in Italia. Per contribuire in modo attivo a questo problema e ai conseguenti effetti dell’erosione, abbiamo deciso di riforestare un’area a rischio alle pendici del Gruppo della Majella in Abruzzo.
Per ogni nuovo cliente di Segafredo Natura Bio ci impegniamo nella piantumazione di 10 nuovi alberi in collaborazione con Piantando (una società benefit che avvia progetti a impatto sociale e ambientale nel mondo).
Grazie all’aiuto dei nostri clienti – che avranno ovviamente la possibilità di tracciare con trasparenza i loro alberi – incrementeremo la copertura arborea e stabilizzeremo i versanti alle pendici del massiccio abruzzese. Nel medio-lungo periodo dovremo anche riuscire a rinnovare, in modo del tutto naturale, la specie autoctone. Ad oggi siamo contenti di poter annunciare che abbiamo già piantato oltre 500 alberi”.
Ci racconti ora di un altro progetto presentato al Sigep: Segafredo Miscela Gambrinus. Come sta andando questa iniziativa così particolare?
“Segafredo Miscela Gambrinus nasce dalla nostra partnership con il Gran Caffè Gambrinus di Napoli per rendere omaggio alla storia e alla tradizione del vero espresso partenopeo. Per noi è motivo di grande orgoglio poter esser il caffè servito nello storico Gambrinus di Napoli. Oltre a rappresentare un segnale forte e motivante per la crescita di Segafredo Zanetti, è un risultato che certifica la nostra capacità nel saper creare prodotti di altissima qualità, apprezzati in quella che molti considerano la patria del caffè.
Ma questo progetto non si ferma a Napoli. Con Segafredo Miscela Gambrinus offriamo al settore horeca la possibilità di far degustare un angolo di Napoli anche a due passi dal Colosseo, dalla Torre degli Asinelli, o da Piazza San Marco.
Questa nuova miscela è infatti a disposizione di ristoranti, bar, pizzerie e pasticcerie di tutta la Penisola che possono così offrire ai propri clienti un caffè unico e un’esperienza inedita.
Per questo motivo è stato scelto il tema della maiolica tradizionale partenopea, che diventa un pattern distintivo su una linea di materiali di visibilità che abbiamo realizzato per questi locali e che comprendono le tazzine, i classici bicchieri per l’amatissimo “caffè al vetro”, e molto altro. Un progetto a tutto tondo, pensato per consentire ai nostri clienti di vantare caratteristiche di differenziazione uniche.
L’iniziativa sta andando molto bene e questo è confermato da oltre 100 clienti che in appena qualche mese hanno deciso di prendere parte a questo progetto. Segafredo Miscela Gambrinus ci ha permesso di rafforzarci ulteriormente nel mercato horeca, diversificando l’offerta e attraendo nuovi clienti”.
Quindi sulla grafica delle maioliche: da dove nasce questa idea?
“Le maioliche sono un elemento fortemente caratteristico di Napoli. È una grafica che abbiamo ideato con il nostro team di marketing e con l’agenzia che ci ha seguito in questo percorso, per arrivare a una resa estremamente potente in termini di estetica, che trasmette l’eccellenza di prodotto a 360 gradi”.
Parliamo ora un po’ della sua storia. Lei ha assunto il ruolo di Presidente di Segafredo Italia nel 2021 e ora siamo nel 2023: in questo lasso di tempo, come ha affrontato questa carica nel Paese dell’espresso, con un migliaio di torrefazioni sullo stesso mercato?
“Ricoprire la carica di Presidente di Segafredo Zanetti Italia è un grande onore, arrivato dopo una lunga storia all’interno di questo bellissimo Gruppo.
Sono diventato Presidente in piena pandemia, in un’azienda in cui più del 70% dell’attività è dedicata al mondo horeca. Nonostante il momento estremamente complicato per il nostro mercato di riferimento, la mia visione è stata chiara fin da subito: dare centralità alle persone. E per persone intendo sia quelle all’interno dell’azienda (la nostra forza vendita), sia quelle all’esterno (i nostri clienti).
Nel momento in cui molte aziende hanno deciso di ridurre gli investimenti sulle strutture di vendita, noi le abbiamo rafforzate organizzando un piano di formazione ricco, denso, su lungo periodo, volto a migliorarne le competenze specifiche.
Abbiamo la forza vendita più numerosa d’Italia, con più di 250 specialisti presenti su tutto il territorio nazionale
Abbiamo anche rivisto le nostre strategie commerciali dando tutto il sostegno possibile ai nostri clienti. Ci siamo proposti non solo come fornitori di prodotto, ma anche e soprattutto come consulenti in grado di offrire soluzioni integrate per la caffetteria. Per essere a fianco del cliente è necessario saperne interpretare bisogni e aspirazioni, suggerendo le soluzioni più in linea con le esigenze di ciascuno.
Tutto questo ci ha permesso di capitalizzare nel momento in cui si è tornati ad una progressiva normalità, e infatti oggi ne stiamo raccogliendo i frutti: nel 2022, a fronte di 4.800 pubblici esercizi costretti a chiudere i battenti secondo i dati Infocamere che Il Sole 24 Ore ha pubblicato recentemente, noi siamo riusciti ad aumentare il nostro parco clienti di circa il 10%: sono tutti imprenditori che hanno sposato il nostro progetto di eccellenza!”
In Francia come in Italia avete raggiunto un fatturato di circa 100 milioni: lei che ha esperienza ai vertici di entrambi i volti di Segafredo Zanetti, che cosa ci può raccontare mettendo a confronto i due Paesi vicini?
“Se osserviamo il consumo pro capite, sono due Paesi piuttosto simili: l’Italia con circa 5,9 kg di consumo medio all’anno, e la Francia leggermente sotto con 5,4kg. Lontanissimi entrambi dal primo posto occupato dalla Finlandia – territorio su cui siamo presenti insieme alla nostra società Meira – che supera i 12kg di consumo pro-capite all’anno.
Se però osserviamo i due Paesi dal punto di vista delle abitudini, troviamo una situazione abbastanza diversa. L’italiano predilige il consumo al bar, con circa 5 caffè al giorno, prevalentemente espresso.
In Francia invece, si consuma il caffè più spesso al ristorante o in brasserie. La Francia, inoltre, è più orientata sui blend 100% Arabica, con un’estrazione più lunga rispetto alla tradizione italiana nella quale prevalgono le miscele di Arabica e Robusta e che solo negli ultimi tempi manifesta un interesse anche per il 100% arabica.
In entrambi i Paesi, come Segafredo garantiamo qualità, capillarità e flessibilità, perché il consumatore finale, che sia italiano o francese, vuole sempre di più vivere un’esperienza appagante che vada oltre la semplice tazzina di caffè”.
Segafredo è presente in oltre 10.000 bar in Italia, almeno 1.000 sono grandi pasticcerie e caffetterie, locali importanti e noti. Come reggete la concorrenza dei competitor più agguerriti?
“Siamo fortemente convinti che oltre alla qualità e varietà dei nostri prodotti – in grado di soddisfare tutte le esigenze del mercato – il maggior elemento di differenziazione tra noi e i nostri competitor sia l’attenzione e la vicinanza che dedichiamo a ciascuno dei nostri clienti. Questo non significa solo curare l’aspetto consulenziale, ma anche garantire una capacità e velocità di reazione in linea con le necessità e le urgenze del cliente”.
Su quest’ultimo punto, ci è giunta voce che Segafredo riesce a garantire l’assistenza ai bar in fermo macchina entro 20 minuti, anche di domenica: come fate?
“Il messaggio con cui ci siamo presentati al Sigep è: “Sempre più vicini a te”. I nostri professionisti e la nostra articolata rete di servizi tecnici ci sono sempre, dalle grandi metropoli al piccolo borgo. Sono persone che credono in una relazione autentica con i nostri clienti.
Questo significa avere una struttura in grado di supportare il cliente nelle sue priorità. Quindi sì, è vero che è capitato in più occasioni di saper intervenire entro 20 minuti, come ad esempio una domenica mattina presso un nostro cliente che opera durante la stagione estiva sul litorale e che fa il 70% delle vendite settimanali proprio in quel momento. Un valore aggiunto fondamentale per cementare la relazione”.
Sempre parlando di crescita e nuove tendenze, parliamo di capsule: Segafredo Zanetti che posizione ha preso rispetto a questo segmento? C’è ancora margine e interesse per investire?
“Quello delle capsule è un segmento decisamente interessante su cui abbiamo puntato sviluppando sia il canale professionale sia quello del mass market. Abbiamo infatti un sistema proprietario, con una società appositamente costituita e dedicata (Segafredo Zanetti Coffee System), ma offriamo anche capsule compatibili con i principali sistemi in commercio.
Sul monoporzione, nel 2022 siamo cresciuti di oltre il 45%, con punte nelle compatibili Nespresso di oltre il 70%, a fronte di un segmento che registra un tasso di crescita inferiore al 10%
Crediamo ci sia ancora spazio per investire e crescere. Parlando di nuove tendenze, sarà sempre più importante prestare particolare attenzione allo sviluppo e alla ricerca di soluzioni che tengano in debita considerazione l’impatto ambientale. Ad esempio, la nostra linea di monodose in cialde è compostabile e dunque smaltibile al 100% nell’organico”.
Da Bologna al resto del mondo, Segafredo Zanetti è riconosciuta anche oltre i confini nazionali: avete in programma, come altri marchi affermati del settore, di procedere con delle acquisizioni strategiche su mercati esteri?
“Come dice bene lei, siamo partiti da Bologna e siamo andati alla conquista del mondo, arrivando ad essere leader dell’Espresso con oltre 100.000 clienti business. Questa nostra espansione internazionale è sempre stata supportata da una strategia di acquisizione di aziende e marchi locali, solitamente tra i leader del mercato in cui operano, con un approccio volto a valorizzare i brand e i management locali a cui affianchiamo il brand globale, Segafredo Zanetti.
Testimonianza ne sono le acquisizioni più recenti: Hoja Verde (Ecuador) nel 2021, Pacaembu (Brasile) e The Bean Alliance (Australia) nel 2019. Le acquisizioni strategiche e mirate fanno parte del nostro dna e della visione del nostro presidente Massimo Zanetti. Sicuramente, se ci saranno opportunità interessanti, le sapremo cogliere”.
Guardando al futuro, verso quali altri Paesi vorreste arrivare e attraverso quale canale vi vorreste rafforzare?
“Il nostro percorso ci ha già portati ad avere una capillarità globale con società presenti in diversi mercati. Abbiamo un approccio che è e rimarrà universale e omnichannel, con una presenza bilanciata sia a livello geografico sia a livello distributivo (food service, che rappresenta il core business di Segafredo, mass market e private label).
La nostra volontà è continuare a presidiare tutti i canali in cui siamo presenti per proseguire il nostro percorso di crescita su scala globale, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente il posizionamento del Gruppo”.
In una battuta, se dovesse descrivere il 2023 per Segafredo Zanetti, cosa ci direbbe?
“Vi dico che sarà un anno di forte ripresa del settore: i nostri clienti hanno alte aspettative e noi siamo ben preparati e, come detto, ulteriormente rafforzati per soddisfarle.
Sono convinto che, continuando ad essere a fianco di chi da sempre ci sceglie e di chi deciderà di unirsi alla nostra grande famiglia, produrremo tutti ottimi risultati”.