MILANO – New York rompe gli argini e sfonda in area 130 centesimi sfiorando i massimi degli ultimi due anni e mezzo. La nuova settimana inizia con due sedute pirotecniche: +850 punti in due giorni.
Dopo aver chiuso la settimana trascorsa a 124,80 centesimi, in parziale ribasso sul giorno precedente, il contratto per scadenza marzo 2020 dell’Ice Arabica di New York ha guadagnato 360 punti lunedì e 490 nella giornata di ieri, conclusa a un nuovo massimo di 133,30 centesimi, da un intraday di 134,40: livelli di prezzo raggiunti per l’ultima volta nell’autunno di due anni fa.
Dopo la performance negativa di lunedì, Londra risale a 1.490 dollari, a sua volta ai massimi da fine marzo, mentre si accentua la situazione di mercato inverso, con la scadenza gennaio che presenta un differenziale positivo di ben 37 dollari rispetto alla scadenza marzo.
Cosa è successo a New York?
I fondi continuano a comprare per coprire le proprie posizioni a fronte della prospettiva di un mercato in deficit per l’annata corrente.
Al di là della componente speculativa, gli operatori temono un contrarsi dell’offerta di arabica di alta qualità.
I cali produttivi previsti in alcuni paesi centro americani e i ritardi registrati nelle operazioni di raccolta in Honduras contribuiscono ad alimentare tali preoccupazioni.
In parte ha influito anche un lieve indebolirsi del dollaro. Intanto, Usda annuncia per venerdì la pubblicazione della sua circolare semestrale sul mercato del caffè, con le nuove cifre ufficiali del dicastero americano.
Conab diffonderà invece la sua quarta stima sul raccolto brasiliano 2019/20 il 17 dicembre. L’uscita della stima preliminare sul 2020/21 è prevista per il 16 gennaio.