Il marchio francese si regge infatti su due grandi soci: la famiglia Bettencourt detiene poco più del 30% del capitale, Nestlè il 29,4%. Un patto parasociale firmato nel 2004 e che ha durata decennale blinda l’attuale assetto. Con due conseguenze fondamentali: rende al riparo l’azienda da assalti esterni e conferisce ai due soci, in caso di vendita, diritto di prelazione. L’accordo, in vigore dal 1970, non sarà rinnovato. Lo ha dichiarato Peter Brabeck, presidente di Nestlè: “L’accordo parasociale non sarà rinnovato oltre il 2014”.
Il patto prevede infatti, oltre al diritto di prelazione, anche un’altra clausola che limita le possibilità di azione: per aumentare la priopria quota in L’Oreal, i due soci di maggioranza devono attendere sei mesi dopo la morte di Liliane Bettencourt, figlia del fondatore Eugène Schueller . La donna più ricca di francia, nonostante i suoi 91 anni, è viva e vegeta. Ecco allora che rompere il patto può andare in entrambe le direzioni: rinunciare al diritto di prelazione potrebbe significare un disimpegno del colosso alimentare e l’apertura alla possibilità di vendere. Ma, al contrario, slegarsi dalla necessità di attende la morte di Liliane Bettencourt, potrebbe aprire a nuove opportunità di scalata.
Brabeck non si sbilancia: “Valutiamo tutte le opzioni sul tavolo”. Tra di esse quella di “mantenere lo status quo”. Per il momento, “non ci saranno molti cambiamenti”, salvo la crescita del valore della partecipazione in virtù dell’addio al diritto di prelazione. Dall’altra parte la famiglia Bettencourt continua a ribadire di non voler vendere.