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Nestlé: nel 2015 crescita delle vendite più debole da sei anni

Nove milioni a Bulcke, il Ceo di Nestlé. A titolo di confronto, per guadagnare questa cifra lo svizzero medio deve lavorare 122 anni

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MILANO – Nestlé ha comunicato la crescita delle vendite più moderata degli ultimi sei anni nel 2015 a causa del rallentamento dei mercati emergenti e del rafforzamento della divisa elvetica, il franco.

Il colosso alimentare svizzero ha registrato lo scorso anno una crescita delle vendite a perimetro costante del 4,2% sotto al target di lungo periodo del 5-6% e nella peggiore performance dal 2009.

Nei 12 mesi Nestlé ha registrato il crollo dei profitti netti da 14,46 a 9,1 miliardi di franchi (da 13,09 a 8,2 miliardi di euro), a fronte di ricavi in calo da 91,61 a 88,8 miliardi (da 82,9 a 80,3 miliardi di euro).

Sempre ieri si è saputo che il presidente della direzione di Nestlé Paul Bulcke ha ricevuto nel 2015 compensi per un totale di 9,07 milioni di franchi, in lieve calo rispetto ai 9,32 milioni dell’anno precedente.

L’insieme della direzione ha incassato 47,1 milioni (42,5 nel 2014), mentre il consiglio di amministrazione ha beneficato di 10,6 milioni (11,0), con il presidente Peter Brabeck che ha visto il suo patrimonio salire di 5,73 milioni (6,33).

A titolo di confronto, per guadagnare quanto percepito da Bulcke lo svizzero medio deve lavorare 122 anni (salario mediano mensile di 6.189 franchi riferito al 2014, ultimo anno disponibile) e un ticinese 147 anni (5.125). Ad un italiano andrebbe ancora peggio.

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