VEVEY, Svizzera — Helmut Maucher, ai vertici di Nestlé dal 1981 al 2000, è deceduto lunedì all’età di 90 anni. Cittadino tedesco, è morto al suo domicilio di Bad Homburg (D). Grazie a lui il gruppo alimentare vodese è cresciuto fino a diventare il numero uno al mondo.
La notizia è stata data oggi dall’impresa. Paul Bulcke, attuale presidente del consiglio d’amministrazione (Cda), afferma sul sito internet della società che “Helmut Maucher è stata una personalità molto stimata e carismatica, un leader forte e visionario che ha dedicato la sua vita a Nestlé.
La sua eredità continua a vivere, considerando che Nestlé deve molto di ciò che è oggi a Helmut Maucher. Con la sua scomparsa perdiamo un essere umano eccezionale la cui lealtà, onestà e saggezza sono sempre stati molto apprezzati”.
Figlio di un dipendente
Nato il 9 dicembre 1927 come figlio di un dipendente della Nestlé, Maucher ha iniziato la sua carriera in seno al gruppo con un apprendistato commerciale in Germania. Si è allontanato solo dal 1951 al 1958 per studiare e dal 1970 al 1972, quando ha lavorato per la Grosseinkaufsgesellschaft Deutscher Konsumgenossenschaften.
Nel 1981 è stato nominato presidente della direzione, funzione che ha ricoperto fino al 1997, quando gli è succeduto Peter Brabeck. Dal 1990 al 1997 ha presieduto al contempo il Cda, carica che ha mantenuto fino al 2000.
In questi quasi vent’anni il giro d’affari di Nestlé si è quasi triplicato, l’utile netto si è quintuplicato e il valore dell’azione si è decuplicato.
Negli anni Novanta Maucher è stato membro di diversi Cda, tra cui Credit Suisse, Bayer, L’Oréal, ABB, Deutsche Bahn e Union bancaire Privée. Con questi ed altri mandati in organi di sorveglianza è stato per anni il numero uno dei più importanti consiglieri d’amministrazione svizzeri.
Assunse la guida in un momento difficile
Presso Nestlé Maucher ha preso le redini in un momento in cui il gruppo era sotto pressione politica: a causa della pubblicità per latte in polvere per bebè del terzo mondo era stato lanciata una campagna di boicottaggio dei prodotti dell’impresa vodese.
Grazie a contatti con i gruppi critici e a un cambiamento della politica aziendale nei paesi in via di sviluppo egli è riuscito a disinnescare la situazione.