MILANO – Cessione dei business in perdita e rilancio dello sviluppo di pizze surgelate Buitoni e del cioccolato a Perugia. Con una dote complessiva di 200 milioni di investimento in tre anni, di cui 60 solo per il Bacio Perugina. Il cantiere Nestlé rimarrà aperto per lavori ancora a lungo, almeno per terminare la ristrutturazione.
E proprio ieri l’incontro al ministero dell Sviluppo economico convocato per Perugina è terminato con una proposta del viceministro Teresa Bellanova su un percorso di condivisione del piano industriale aziendale (con la promessa di incentivi pubblici) che comporta un periodo di 6 mesi di monitoraggio con incontri al Mise bimestrali.
Oggi sulla proposta si pronuncerà l’assemblea nello stabilimento perugino di San Sisto. E sempre oggi a Parma i sindacati diranno la loro sulla decisione di Fronery Italy (joint venture tra Nestlé e R&R) di avviare la chiusura dello stabilimento di gelati di Parma.
Export in crescita
Per l’area strategica del cioccolato, l’azienda ha confermato i 60 milioni d’investimento per Perugina. Tuttavia il 40% dei volumi di San Sisto dipende dalle commesse delle altre consociate europee.
Bellanova ha detto che «le parti devono onorare l’accordo di un anno fa e rispettarne gli impegni: tra questi non c’è quello del licenziamento. Ma ci sono gli investimenti per rafforzare il piano industriale insieme a un percorso di formazione».
Per Mauro Macchiesi, segretario nazionale Flai Cgil, «Nestlé non ha dato risposte sugli esuberi di San Sisto (340 da giugno 2018 ndr) anche se è positivo che Bellanova e la Regione abbiano offerto risorse per progetti d’innovazione». Massimiliano Albanese della Fai Cisl ritiene «positiva la proposta di Bellanova di 6 mesi di pace sociale, durante i quali individuare gli strumenti giusti per gestire il decollo del piano industriale di Nestlé».
Tre obiettivi
Il ceo globale Mark Schneider ha individuato nel caffè, nell’acqua minerale e nel petcare i business per ridare slancio a una redditività declinante. In Italia il ceo Leo Wencel ha ceduto il ramo d’azienda dei biscotti Ore liete, delle caramelle Rossana, dei gelati alla joint venture Froneri e dei surgelati La Valle Degli Orti, Mare Fresco e Surgela alla tedesca Frosta (lo scorso maggio). Tutti business con problemi di redditività. La cura dimagrante ha ridotto il fatturato di 130 milioni rispetto al 2014. Il portafoglio brand vanta Perugina, Buitoni, KitKat, Galak, Formaggino mio, Maggi, Polo, Nesquik, Nescafè Dolce gusto.
Conti in rosso
Intanto Nestlé Italiana chiude l’esercizio 2016 con una perdita, per il secondo anno consecutivo: 27,5 milioni. Che si aggiunge ai 15,5 dell’anno prima. In tutto 43 milioni. I ricavi consolidati sono aumentati (al netto delle cessioni) del 2,9% a 1,27 miliardi, ripartiti tra 1,09 miliardi in Italia (+2,6%) e 174 milioni all’estero (+4,8%). L’estero incide per meno del 14%.
Secondo l’azienda, i ricavi sono cresciuti per la focalizzazione sul portafoglio prodotti, supportato anche da una migliore gestione delle spese promozionali (75 milioni) e da maggiori investimenti in comunicazione.
Tuttavia il risultato operativo è rimasto in rosso e anzi è passato da -1,8 milioni a -3,7, soprattutto per l’accantonamento di fondi ristrutturazione. Poi sono stati accantonati anche 18 milioni per chiudere vari contenziosi fiscali dal 2006 al 2014.
Emanuele Scarci