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venerdì 22 Novembre 2024
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Nespresso ancora sconfitta nella battaglia legale contro i produttori di capsule compatibili

Alta corte inglese dà ragione a Dualit, che potrà vendere liberamente i suoi serving NX Il colosso svizzero inaugura intanto il suo terzo stabilimento a Romont (cantone di Friburgo)

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MILANO – Nespresso perde un’altra battaglia nella guerra planetaria ingaggiata contro i fabbricanti di capsule compatibili con il suo sistema domestico per il caffè espresso. Il verdetto arriva questa volta da un’alta corte di sua maestà britannica, che ha respinto un’azione promossa dal colosso svizzero, attraverso la sua affiliata Nestec, contro Dualit, un fabbricante inglese di casalinghi noto soprattutto per i suoi solidi tostapane dal design retrò. L’azienda del Sussex potrà continuare a produrre e vendere le sue capsule NX, poiché esse non infrangono i brevetti di Nespresso.

Un duro colpo per la divisione Nespresso

Che ogni anno porta al colosso dell’alimentare Nestlè ricavi per 3,66 miliardi di euro. Esempio paradigmatico Nel preambolo della sentenza, il tribunale inglese non ha mancato di bacchettare le parti. Osservando come le controdeduzioni di Dualit constassero di 382 capoversi, pur riferendosi a “una tecnologia relativamente semplice”, il giudice Justice Arnold ha scritto: “Questo caso costituisce l’esempio paradigmatico dell’incresciosa tendenza che si riscontra attualmente in questo paese, nelle liti sui brevetti, alla proliferazione dei problemi piuttosto che alla focalizzazione degli aspetti essenziali”. “Il risultato – si legge ancora nel giudizio – è un dispendio inutile di costi e di tempo a carico della corte”.

L’avvocato ed esperto in materia Nikki Powell ha definito la sentenza, sulle colonne del Financial Times, “una vittoria del buon senso”. “A chiunque non sia un addetto ai lavori appare alquanto strana l’idea che l’acquirente di una macchina da caffè non sia libero di farla funzionare con la capsula che preferisce”. La sentenza Dispositivo e verdetto sono contenuti in una cinquantina di pagine scritte fittamente, ricche di riferimenti giuridico-normativi e rimandi alla giurisprudenza, e corredate da schemi e disegni esemplificativi (testo inglese disponibile a questo link: http://www.eplawpatentblog.com/2013/April/Nestec%20v%20Dualit%20judgment.doc).

Le conclusioni sono riassunte schematicamente nell’ultima pagina

Nella quale il giudice stabilisce, in ultima analisi, che Dualit non è incorsa, come invece sostenuto da Nestec, nella violazione delle norme della legge britannica del 1977 sulla proprietà intellettuale e della normativa internazionale connessa. Semplificando all’estremo possiamo dire che nella sentenza di stabilisce che macchine e capsule hanno un’esistenza commerciale indipendente “non soltanto perché vengono vendute separatamente”, ma anche perché “esiste un mercato di occasione, ad esempio su Amazon e eBay.

Nel caso delle capsule è dato acquisito che non costituisca una violazione dei brevetti il fatto che il proprietario di una macchina Nespresso C100, C200, C1100 o Concept utilizzi le capsule NX. Lo stesso vale per il proprietario di una macchina di un fabbricante terzo che utilizzi l’adattatore NX ( http://www.dualit.com/products/nx-adaptor ) e per il proprietario di una macchina Dualit”.

Inoltre “le capsule sono consumabili” e si ritiene che gli acquirenti della macchina “presumano di avere il diritto di reperire le capsule da utilizzare con la macchina da qualsiasi fonte a essi piaccia”. Nella sentenza si legge altresì che “la capsula non incarna il concetto inventivo del brevetto”. Con riferimento alla particolare conformazione del serving, il giudice riconosce che “la flangia della capsula riveste un ruolo importante nel modo in cui l’invenzione funziona.

Ciononostante rimane il fatto che l’invenzione considera la capsula in quanto tale e che la descrizione asserisce espressamente che l’invenzione può essere utilizzata con qualsiasi tipo di capsula (a patto che abbia una flangia)”.

Con specifico riferimento al modello Essenza, il Financial Times osserva come Nespresso si sia “gettata la zappa sui piedi”

Testando in anteprima una quarantina di queste macchine, tra giugno e dicembre del 2004, presso dei clienti selezionati in Belgio e Svizzera, fatto questo che ha avuto rilevanza quanto alla riservatezza dei brevetti. È vero che le macchine vennero sigillate con viti antimanomissione si osserva nella sentenza, ma lo è altrettanto che chiunque dotato di sufficiente destrezza, con l’ausilio di “una chiave esagonale facilmente reperibile in un negozio di ferramenta” avrebbe potuto “smontarle e rimontarle senza danneggiarle” scoprendo così il meccanismo di inserimento delle capsule e di estrazione. Le reazioni Opposti ovviamente i commenti delle due parti.

Si festeggia in casa Dualit

“Il loro team legale sembrava una squadra di calcio o addirittura di rugby – ha dichiarato il direttore esecutivo Leslie Gort-Barten – i loro avvocati erano cinque volte i nostri”. È bene sottolineare, prima di pensare alla vittoria di Davide su Golia, che anche Dualit, stando a quanto ha scritto la stampa inglese, avrebbe speso circa un milione di sterline per patrocinare la propria causa. Gort-Barten ha rivelato di essere già in trattative con alcuni big della grande distribuzione inglese per commercializzare su larga scala le capsule NX. Dualit produce anche cialde Ese e capsule compatibili con il sistema Caffitaly. Nespresso si è dichiarata “delusa” della sentenza.

“Riteniamo che la decisione non sia coerente con le conclusioni dell’Ufficio europeo dei brevetti dell’aprile 2012 – ha dichiarato il consulente generale di Nespresso Daniel Weston – Stiamo analizzando la sentenza e decideremo i prossimi passi a tempo debito”. “La tutela della proprietà intellettuale è una componente importante delle nostre strategie commerciali – ha dichiarato ancora Weston aggiungendo che Nespresso è abituata alla concorrenza essendo in competizione, in tutto il mondo, con “un centinaio di sistemi a capsule, di cui 11 nel solo Regno Unito”. Nuovo stabilimento Nespresso si “consola” intanto annunciando l’inizio della costruzione del suo terzo centro di produzione, che sorgerà a Romont, nel cantone svizzero di Friburgo.

Esso andrà ad affiancarsi alle due strutture già operative a Orbe e Avenches, entrambe nel cantone di Vaud. L’inizio dei lavori è stato festeggiato ieri con la posa simbolica di un chicco gigante di caffè, opera dell’artista Jean-Marc Duvoisin, realizzato con l’alluminio di circa 800 capsule Nespresso. Sono previsti investimenti per 300 milioni di franchi svizzeri. I lavori (architetto: Vincent Aubert) saranno ultimati in 2 anni e lo stabilimento, che si estenderà su un’area di 21mila metri quadrati, sarà operativo entro la prima metà del 2015 dando lavoro da subito a 200 persone (400 entro il 2016).

“Questo nuovo sito ci consentirà di far fronte alla domanda crescente dei consumatori di tutto il mondo” ha dichiarato il vice presidente esecutivo di Nestlé SA Patrice Bula – è un investimento strategico a lungo termine che ci permetterà di sostenere la crescita futura di Nespresso a livello mondiale”. “Questa posa della prima pietra è un segnale forte di fiducia nello sviluppo economico del nostro cantone – gli ha fatto eco il ministro cantonale degli affari economici Beat Vonlanthen – Romont e il distretto di Glâne vivono l’inizio di una nuova era grazie all’arrivo di Nespresso”.

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