domenica 22 Dicembre 2024
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Nespresso Italiana, Chiara Murano: “La sostenibilità? Per noi sono azioni sempre concrete, continuative e pure impegnate”

La SHE Manager: ""Al centro del nostro impegno sociale, oltre che ambientale, c’è sicuramente il nostro programma AAA Sustainable Quality™, con il quale sosteniamo le comunità di coltivatori e coltivatrici da cui ci riforniamo, assicurando e accrescendo il benessere sociale per chiunque sia coinvolto nel processo di produzione e lavorazione del caffè, promuovendo pratiche e tecniche di lavorazione sostenibili."

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ASSAGO (Milano) – Proponiamo di seguito l’interessante intervista a Chiara Murano, Sustainability & SHE Manager di Nespresso Italiana, con la quale siamo riusciti a restituire un quadro completo di quanto quest’azienda abbia fatto in termini di sostenibilità e quali siano le prospettive future su questo importante tema, soprattutto quando si parla di capsule di caffè e consumi.

Perché è indispensabile che un’azienda come Nespresso prenda parte attiva nel trovare soluzioni sostenibili per un prodotto come le capsule?

“Da sempre in Nespresso crediamo che il caffè possa essere una forza al servizio del bene comune e che la produzione di caffè di qualità, oltre ad essere un’arte, può farsi portatrice di cambiamenti positivi, in grado di modellare le comunità e di preservare i paesaggi per il meglio, restituendo un impatto positivo sulla vita delle persone e sull’ambiente. Per noi di Nespresso, infatti, la qualità dei nostri caffè viene creata con una serie di scelte consapevoli lungo tutta la filiera, dai paesi di origine del caffè al supporto ai coltivatori e alle coltivatrici con cui lavoriamo, fino ai nostri clienti e alla società in generale.

Un approccio, questo, che negli anni ci ha portato a implementare importanti progetti attraverso altrettanto importanti investimenti, a partire dalla nostra strategia di sostenibilità The Positive Cup con cui abbiamo fissato una serie di obiettivi ambiziosi relativi all’approvvigionamento di caffè, alla limitazione dell’impatto ambientale e al raggiungimento entro il 2022 della piena neutralità.

Anche in Italia abbiamo adottato soluzioni per ridurre il nostro impatto sull’ambiente, a partire da “Da Chicco a Chicco”, il nostro progetto per il recupero e il riciclo delle capsule esauste. Avviato ormai più di 10 anni fa, nel 2011, “Da Chicco a Chicco” rientra nel nostro più ampio programma “Nespresso per l’Italia”, una serie di iniziative e attività con cui vogliamo sostenere la cultura e le bellezze del patrimonio ambientale, artistico, culturale e paesaggistico d’Italia, ed è un progetto che rappresenta appieno il principio dell’economia circolare, perché permette di trasformare una capsula di caffè esausta in una risorsa.

Abbiamo inoltre lavorato a una formula di sistema collettivo, sempre in collaborazione con CiAL, che permette la semplificazione del sistema di raccolta dell’alluminio leggero, che può essere così gettato a casa nel sacco viola dei rifiuti. Un progetto che è stato inizialmente attivo in via sperimentale nella provincia di Lecco grazie a una collaborazione con SILEA, l’azienda municipalizzata che gestisce i rifiuti nella provincia, e poi esteso anche ai Comuni gestiti dalla municipalizzata CEM Ambiente delle province di Monza e Brianza, Milano e Lodi, raggiungendo oltre 154 comuni e circa 900.000 cittadini.

Abbiamo poi aggiunto un ulteriore impegno per il recupero e il riciclo delle capsule esauste: in partnership con illycaffè abbiamo dato vita all’”Alleanza per il riciclo delle capsule in alluminio”, attraverso cui è possibile riportare le capsule di caffè in alluminio esauste di Nespresso e illy indifferentemente nei punti vendita commerciali di entrambi i brand, cioè sia nelle Boutique Nespresso, oltre 60, che nei 13 illy Store (illy Shop e illy Caffè) e in oltre 60 isole ecologiche convenzionate, per un totale di oltre 140 punti di raccolta sul territorio nazionale. Una volta riconsegnate, le capsule in alluminio vengono ritirate in accordo con oltre 40 municipalizzate in tutta Italia, per poi essere trattate, presso un apposito impianto,
con un sistema che permette di separare i residui di caffè e l’alluminio, avviando i materiali a due differenti cicli di recupero e a nuova vita.

In che modo intendete risolvere questo problema per l’ambiente? Oltre alle iniziative e le operazioni di riciclo, ci sono delle alternative compostabili e domestiche in arrivo?

“Le nostre capsule sono realizzate in alluminio, il materiale migliore per mantenere la qualità e freschezza e proteggere gli aromi del nostro caffè per una lunga durata, e che presenta il vantaggio di essere infinitamente riciclabile. Tuttavia, valutiamo costantemente le opportunità di innovazione anche per le nostre capsule e questo ci ha portato, per esempio, a introdurre capsule realizzate con l’80% di alluminio riciclato, una scelta vantaggiosa perché l’alluminio riciclato richiede per la produzione molta meno energia rispetto all’alluminio vergine, e che stiamo estendendo a tutte le gamme di capsule Original e Vertuo entro la fine del 2022.

A dimostrazione del nostro impegno per ridurre il nostro impatto sull’ambiente, ci assicuriamo che l’alluminio abbia una seconda vita dopo l’uso e non venga mai sprecato. Negli anni siamo riusciti a trasformare l’alluminio riciclato dalle capsule esauste in un’infinità di oggetti, dalle penne Caran d’Ache ai coltellini, fino a biciclette. Non ci fermiamo però alle capsule, perché abbiamo intrapreso azioni che coinvolgono anche le nostre macchine. Oggi, ad esempio, la nostra macchina Vertuo Next è già prodotta
con il 50% di plastica riciclata, un risultato attraverso cui vogliamo raggiungere l’obiettivo di arrivare all’efficienza energetica attraverso un maggiore contenuto di materiali riciclati (plastica e imballaggio) e la riparabilità.

A partire da quest’anno, inoltre, sarà possibile acquistare macchine ricondizionate anche in Italia e, in ultimo, per le nostre macchine abbiamo lavorato all’introduzione di nuovi packaging sostenibili realizzati con materiale riciclato al 100%, con l’obiettivo che entro il 2022 tutte le nostre macchine siano vendute utilizzando questi nuovi imballaggi.”

In che modo il consumatore può avere la garanzia che la sostenibilità per Nespresso è un fatto concreto e non un’operazione di green washing?

“Negli anni abbiamo concretizzato il nostro approccio alla sostenibilità non solo come driver che fa parte del nostro dna e della nostra strategia, in modo che potesse trasformarsi in azioni concrete, continuative, impegnate e in grado di generare un impatto positivo concreto, sull’ambiente e sulle persone.

Prima fra tutte, la nostra strategia di sostenibilità The Positive Cup, con cui abbiamo implementato azioni capaci di limitare costantemente nel tempo il nostro impatto ambientale e fissato una serie di obiettivi ambiziosi relativi all’approvvigionamento di caffè, all’impegno per il clima e a quello per la gestione responsabile dell’alluminio, che ci ha permesso di superare il 90% il caffè proveniente da fonti sostenibili che compone le gamme permanenti di Nespresso e di costruire comunità agricole più forti e resilienti.

Oggi, oltre 2.000 coltivatori di caffè in Colombia e 1.500 in Indonesia dispongono di uno schema di risparmio pensionistico, per esempio, e più di 4.700 coltivatori di caffè in Colombia sono iscritti all’assicurazione del raccolto, per un totale di oltre 15.000 ettari assicurati. Traguardi importanti sono stati raggiunti anche in tema di protezione del clima: abbiamo ridotto l’impronta di carbonio di una tazza di caffè Nespresso del 24% rispetto al 2009, grazie a investimenti nell’espansione dell’uso di energie rinnovabili, all’introduzione di prodotti realizzati con eco-design, all’approvvigionamento di materiali a
basse emissioni di carbonio e all’ottimizzazione della logistica.

A questo abbiamo affiancato una serie di iniziative anche nel nostro Paese, nell’ambito del nostro programma “Nespresso per l’Italia”. Un programma che comprende azioni concrete molto diverse tra loro ma accomunate dall’obiettivo di rendere ogni tazzina di caffè Nespresso sostenibile per l’ambiente, per la cultura e per le persone, di cui fa parte il progetto per il recupero e il riciclo delle capsule esauste “Da Chicco a Chicco”. Con “Da Chicco a Chicco” abbiamo assunto un ruolo pioneristico nell’individuazione di soluzioni che permettono una gestione sostenibile delle capsule di caffè in alluminio, per apportare beneficio all’ambiente e, in generale, a tutta l’economia e, grazie a una convenzione con CiAl (Consorzio Imballaggi Alluminio), Utilitalia e CIC (Consorzio Italiano Compostatori) possiamo destinare a seconda vita le capsule usate grazie al coinvolgimento dei consumatori, che possono riconsegnarle presso i punti di raccolta – 132 in 74 città italiane.

Da qui, le capsule esauste vengono raccolte e trattate per separare i due materiali che le compongono. L’alluminio viene destinato alle fonderie per avviare il processo di riciclo che lo trasformerà in nuovi oggetti come penne, biciclette, coltellini, il caffè esausto invece viene trasformato in compost e utilizzato in una risaia per coltivare riso, riacquistato poi da Nespresso e donato a Banco Alimentare della Lombardia e a Banco Alimentare del
Lazio.

Negli anni, con “Da Chicco a Chicco” abbiamo raggiunto importanti risultati, primo fra tutti la donazione, nei primi 10 anni di vita del progetto, di oltre 4 milioni di piatti di riso in totale a Banco Alimentare della Lombardia e a Banco Alimentare del Lazio, per oltre 4.000 quintali di riso, che hanno permesso di supportare circa 300.000 persone e 1.600 strutture caritative ogni anno e, in termini di capsule recuperate, in questi 10 anni di progetto siamo riusciti a raccogliere oltre 6.500 tonnellate di capsule usate, circa 400 tonnellate di alluminio e oltre 3.300 tonnellate di caffè esausto.

Un impegno, quello per “Nespresso per l’Italia”, che portiamo avanti anche attraverso la collaborazione con FAI – Fondo Ambiente Italiano, che ha lo scopo di incentivare la scoperta delle bellezze artistiche e naturali d’Italia e promuovere la conoscenza e la valorizzazione dei grandi tesori che il nostro Paese può vantare, e la collaborazione con Legambiente, con cui abbiamo dato vita al progetto “Le città che respirano”. Intrapreso a partire dal 2020, con “Le città che respirano” abbiamo l’obiettivo di aumentare la biodiversità e le aree verdi in Italia e dare a tutti la possibilità di vivere attivamente il proprio territorio riscoprendone la bellezza.

Un impegno volto a tutelare il patrimonio naturalistico creando nuove aree verdi o riqualificando quelle già esistenti, grazie a interventi di riforestazione per oltre 20.000 mq nel 2021. Tra le zone interessante, la Lombardia e la Puglia, con un progetto che ha permesso la messa a dimora di 1.400 piante e la riforestazione di un’area di oltre 10.000 mq a Bitonto (BA), uno dei tredici Comuni del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, con lo scopo di mitigare i danni causati dagli incendi dell’estate 2021.”

Quanto ancora intendete investire per raggiungere obiettivi sostenibili? In 7 anni avete messo in campo 540 milioni e per i prossimi 7?

“Il nostro obiettivo è quello di continuare ad impegnarci in progetti per tutelare l’ambiente e sostenere le comunità e i territori nei quali operiamo, un percorso che portiamo avanti attraverso investimenti sempre più importanti nel corso degli anni. Per citarne alcuni, oltre ai 545 milioni di euro dedicati al nostro programma The Positive Cup, a partire dal 2014 sono stati investiti 15 milioni di franchi svizzeri (14,4 milioni di euro n.d.r.) per implementare soluzioni naturali per il clima che, grazie alla collaborazione con diversi partner tra cui Pur Projet, ci hanno consentito di piantare oltre 5 milioni di alberi nei paesi di origine, mentre per il programma Reviving Origins, che abbiamo creato con l’obiettivo di riportare la coltivazione del caffè in territori interessati da conflitti e avversità economiche e ambientali, abbiamo investito in totale 10 milioni di franchi svizzeri (9,6 milioni di euro n.d.r.) per un periodo di cinque anni, dal 2019 al 2023. In Italia, infine, per il nostro progetto “Da Chicco a Chicco” e per il programma “Nespresso per l’Italia” abbiamo investito finora oltre 6 milioni di euro.”

Sostenibilità non è solo ambientale, ma anche sociale: che impatto intendete portare avanti nei Paesi d’origine ancor più ora che il Covid ha complicato ogni cosa lungo la filiera?

“Al centro del nostro impegno sociale, oltre che ambientale, c’è sicuramente il nostro programma AAA Sustainable Quality™, con il quale sosteniamo le comunità di coltivatori e coltivatrici da cui ci riforniamo, assicurando e accrescendo il benessere sociale per chiunque sia coinvolto nel processo di produzione e lavorazione del caffè, promuovendo pratiche e tecniche di lavorazione sostenibili. Le tre “A” corrispondono ai tre pilastri fondamentali di questo approccio: qualità, sostenibilità e produttività.

Attraverso questo programma, vengono stabilite relazioni di lungo periodo con i produttori, aiutandoli non solo ad implementare pratiche di agricoltura sostenibile, ma anche a migliorare la qualità e la produttività attraverso formazione, assistenza tecnica e investimenti diretti. Riconosciamo, infatti, ai produttori un prezzo del caffè superiore del 30-40% rispetto ai valori di mercato, consentendo ai coltivatori e alle coltivatrici di mettersi al riparo dalla volatilità dell’andamento del settore e della produttività. Importanti
partner partecipano al progetto, tra cui Rainforest Alliance, Fairtrade International, Fairtrade USA, Pur Project, Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) e, finora, sono oltre 120.000 i produttori di caffè che in 15 Paesi in tutto il mondo hanno aderito.

Il programma AAA Sustainable Quality™ prevede anche un particolare impegno di sensibilizzazione sulla parità di genere, poiché in molti paesi, per ragioni storiche e sociali, per le donne è difficile ricoprire un ruolo significativo nella produzione di caffè. È questo il motivo che ci ha spinto a intervenire per garantire istruzione e formazione ad agronome e coltivatrici, e per rafforzare la posizione delle donne come formatrici.

In questa direzione di sostegno alle comunità dalle quali ci riforniamo di caffè va anche il programma Reviving Origins, attraverso cui a partire dal 2019 lavoriamo per contribuire a ripristinare la produzione di caffè nelle regioni in cui questa è in pericolo, perché il caffè è la linfa vitale di intere comunità in tutto il mondo, ma in molte regioni la sua coltivazione è minacciata per motivi quali disastri ambientali, conflitti e difficoltà economiche. Grazie a questo programma, portiamo avanti progetti di formazione sulla coltivazione del caffè e sulla gestione dell’acqua, la costruzione di mulini ad acqua, la creazione di cooperative del caffè e lo sviluppo di pratiche commerciali sostenibili.”

Un altro punto dell’Agenda 2030 è la decarbonizzazione: come vi state muovendo in questo senso?

“Quello della neutralità in termini di emissioni di carbonio è un impegno su cui ci siamo mossi già a partire dal 2017, quando siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo nelle nostre attività commerciali. Non ci siamo però fermati qua, perché abbiamo dato un nuovo slancio a questo commitment nel 2020, quando abbiamo annunciato il nostro impegno per far sì che ogni tazzina di caffè Nespresso, per i clienti che la consumano a casa e per quelli professionali, sia a impatto zero entro il 2022. Un’ambizione con cui abbiamo l’obiettivo di preservare caffè eccezionali, costruire un sistema di agricoltura del caffè resiliente e rigenerativo, prevedere mezzi di sussistenza sostenibili per i coltivatori e costruire un’attività circolare, che si basa su oltre 10 anni di lavoro durante i quali abbiamo ridotto le nostre emissioni di carbonio e compensato il resto attraverso l’agroforestazione.

Stiamo lavorando per arrivare a questo importante risultato attraverso 3 importanti azioni. Innanzitutto, riducendo le emissioni di carbonio attraverso l’uso del 100% di energia rinnovabile in tutte le Boutique Nespresso e l’incremento dell’utilizzo di biogas
all’interno del processo produttivo, a cui affianchiamo una maggiore circolarità dei nostri prodotti e degli imballaggi, aumentando l’uso di plastica riciclata all’interno delle macchine Nespresso e di alluminio riciclato e vergine a basso tenore di carbonio all’interno delle capsule.

In secondo luogo, portiamo avanti attività di piantumazione di alberi nelle piantagioni di caffè e nei territori circostanti, perché piantare alberi fornisce l’ombra necessaria per migliorare la qualità e la quantità di un raccolto di caffè e le radici aiutano anche a impedire l’erosione del suolo e gli smottamenti, favorendone la rigenerazione. Con il nostro partner Pur Projet, triplicheremo la capacità di piantare alberi con iniziative di insetting nei paesi
produttori di caffè come Colombia, Guatemala, Etiopia e Costa Rica. Infine, stiamo investendo in progetti di compensazione di alta qualità a sostegno della conservazione e del ripristino delle foreste, implementando soluzioni energetiche pulite all’interno delle comunità dei coltivatori.”

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